Rimaniamo comunque solidi - Banca Popolare di Sondrio (SUISSE)
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Rimaniamo comunque solidi - Banca Popolare di Sondrio (SUISSE)
Economia mercoledì 6 febbraio 2012 laRegioneTicino 9 La Popolare di Sondrio punta alla Romandia TI-PRESS Il 2012 si è chiuso con un utile in calo, ma la strategia di crescita viene confermata Brunello Perucchi Lugano – «È stato un anno interessante dal punto di vista dell’aumento degli affari in un contesto comunque difficile di deflusso di capitali. I crediti alla clientela e quelli ipotecari sono aumentati in linea con le attese e l’andamento del mercato immobiliare, ma il conto economico ne ha risentito». È questo, in estrema sintesi, il commento ai risultati aziendali 2012 della Banca popolare di Sondrio (Suisse) nelle parole di Brunello Perucchi, presidente della direzione generale. La situazione persistente di tassi bassi non gioca a favore della redditività, aggiunge Perucchi. Anche la prudenza che caratterizza la gestione della banca ha inciso sul risultato che rimane comunque positivo: 471mila franchi contro i 3,2 milioni del 2011. «L’aumento del volume dei crediti ipotecari e di quelli commerciali impone di aumentare anche gli accantonamenti. Questo ha inciso sul risultato d’esercizio», precisa ancora Perucchi. Concetto ribadito anche dal vicepresidente della direzione generale Mauro De Stefani. «Il principio di prudenza impone di fare accantonamenti che non per forza si tradurranno in perdite negli anni futuri», afferma da parte sua De Stefani. La somma di bilancio ha superato per la prima volta dall’esistenza dell’istituto in terra elvetica i 4 miliardi di franchi (4,2 miliardi, per la precisione). Ricordiamo che nel 1995, anno di apertura della succursale svizzera della banca valtellinese, si è passati da uno sportello e dieci dipendenti a 22 sportelli e 341 dipendenti (in aumento di 3 unità rispetto al 2011). Una crescita che non si arresterà nemmeno nei prossimi anni. «Nel corso del 2012 abbiamo aperto un ufficio di rappresentanza a Neuchâtel e se le cose funzioneranno diventerà presto una filiale vera e propria. Si tratta del primo tentativo di penetrazione del mercato della Svizzera francese», aggiunge Brunello Perucchi che precisa che gli investimenti procederanno a seconda dell’andamento degli affari e del cash flow. Da segnalare l’aumento di capitale pari a 50 milioni di franchi deciso dalla casa madre italiana a favore della Bps (Suisse). Insomma, non si aprono filiali tanto per aprirle, ma soltanto se l’investimento sarà ripagato in tempi rapidi. In particolare Neuchâtel, cuore orologiero della Svizzera, è giudicata una buona piazza per una banca come la Banca popolare di Sondrio (Suisse) che ha la caratteristica di banca universale e dove il legame con l’impresa è forte. «Il private banking è importante, ma gioca un ruolo limitato rispetto alla nostra strategia aziendale», commenta Perucchi. GENE ‘Rimaniamo comunque solidi’ Perdita netta da 2,5 miliardi di franchi per Ubs. Il Ceo Sergio Ermotti soddisfatto per le prospettive future le per la clientela facoltosa (Wealth Management) l’afflusso netto si è attestato a 2,4 miliardi nel quarto trimestre, contro 7,7 miliardi nei tre mesi precedenti. Nel Wealth Management Americas – contabilizzato separatamente – il denaro fresco è invece quasi raddoppiato a 8,8 miliardi di dollari. È stato rilevato un afflusso di patrimoni anche dall’Asia e dai Paesi emergenti. I ricchi europei hanno invece prelevato soldi. Sull’arco dell’anno i nuovi fondi hanno raggiunto i 46,9 miliardi di franchi, contro 35,6 nel 2011. Complessivamente a fine anno i patrimoni in gestione sono saliti a 2’230 miliardi di franchi, dai 2’088 di dodici mesi prima. Nel 2012 Ubs ha ridotto i rischi di bilancio. La quota dei mezzi propri (Common Equity Tier 1) secondo Basilea III è salita dal 9,3% di settembre a 9,8% a fine anno. La banca è così già vicina alla soglia minima del 10% richiesta per il 2019. Malgrado la perdita, Ubs proporrà all’assemblea generale di versare un dividendo di 15 centesimi per azione, in aumento del 50%. La banca ha d’altro canto annunciato il riacquisto per 5 miliardi di franchi di obbligazioni attraverso un’offerta pubblica. “Abbiamo compiuto progressi decisivi nell’implementare la nostra strategia e abbiamo iniziato il 2013 in una condizione di forza. La nostra solidità finanziaria, il nostro business mix attraente ed esclusivo e il nostro invidiabile posiziona- Per Ermotti ‘il 2013 è partito bene’ Il caso Bonus ridotti, ma sempre da capogiro per i top manager Zurigo – Il rosso miliardario? Poco importa. Da Ubs i bonus verranno versati e saranno consistenti. Per l’anno scorso il budget destinato ai premi legati alle performance è stato ridotto del 7% rispetto al 2011, a 2,5 miliardi di franchi, il livello più basso dall’inizio della crisi finanziaria e il 42% in meno rispetto ai livelli del 2010. La banca ha annunciato un nuovo piano di remunerazione, in vista di una maggiore armonizzazione degli interessi dei collaboratori e degli azionisti, ha indicato il Ceo Sergio Ermotti. Il programma prevede una focalizzazione sulle prestazioni di medio e lungo termine dell’istituto. I cambiamenti “assicurano un contesto più trasparente e semplice”. I top manager riceveranno al massimo un milione di franchi in contanti, contro un tetto di due milioni finora. Per i membri della direzione la quota in contanti dovrà raggiungere al massimo il 20% del bonus; il 40% sarà attribuito sotto forma di azioni: un terzo dopo tre anni, un altro terzo dopo 4 e il resto dopo cinque. Il rimanente verrà distribuito dopo 5 anni se fino a tale momento il coefficiente patrimoniale Common Equity Il Pd: ‘Sì all’accordo fiscale con la Svizzera, ma non sia un condono’ TI-PRESS mento presso la clientela globale – ha rilevato il Ceo Sergio Ermotti, citato in una nota – ci conferiscono un vantaggio competitivo. Ci consentono di rafforzare la fiducia della clientela mentre portiamo avanti la nostra strategia e affrontiamo le sfide legate al passato. Allo stesso tempo, ci permettono di incrementare i rendimenti per i nostri azionisti. Sono dunque determinato nel continuare a realizzare la nostra strategia con successo nel 2013, a beneficio dei nostri clienti e azionisti”. Il 2013 è partito bene, ha continuato Ermotti rivolgendosi ai media. Tuttavia non si può moltiplicare il gennaio per dodici. Ci sono molti problemi irrisolti, come la crisi debitoria di Eurolandia, la situazione del sistema bancario europeo e le dispute sul budget negli Usa. ATS/RED TI-PRESS Zurigo – La vicenda della manipolazione del Libor e la drastica ristrutturazione dell’investment banking hanno pesato sull’esercizio 2012 di Ubs, che come atteso si è chiuso in rosso. La perdita netta è di 2,51 miliardi di franchi, a fronte di un utile di 4,16 miliardi nel 2011. Per il solo quarto trimestre dell’anno scorso il disavanzo è di 1,89 miliardi. Sempre tra ottobre e dicembre la divisione banca di investimento ha registrato una perdita prima delle imposte di 557 milioni di franchi, in quello precedente di 2,86 miliardi. Gli ammortamenti relativi alla rinuncia della negoziazione in proprio di azioni erano stati iscritti nel bilancio del terzo trimestre. La divisione è oggetto di una ristrutturazione che si traduce in un pesante taglio dell’organico, il quale potrebbe toccare fino a diecimila impieghi in tre anni. Il rosso dell’esercizio in rassegna è inferiore alle attese: gli specialisti interrogati dall’agenzia Reuters avevano previsto in media un risultato negativo di circa tre miliardi di franchi. La stessa Ubs aveva preannunciato prima di Natale una perdita di 2,5 miliardi di franchi per il solo quarto trimestre. D’altronde, in dicembre la banca aveva concordato una multa di 1,4 miliardi di franchi in relazione al suo coinvolgimento nello scandalo Libor. Tale vicenda potrebbe avere frenato gli afflussi di denaro fresco. Nella gestione patrimonia- Bellinzona – Anche il Partito democratico (Pd) di Pier Luigi Bersani vuole un accordo fiscale con Berna. Ma lo vuole solo a determinate condizioni. Lo si evince da una sorta di ‘vademecum’ che il Pd ha inviato negli scorsi giorni a tutti i circoli, in modo che sia a disposizione dei candidati di centro-sinistra e in modo che questi ultimi sappiano cosa rispondere alla gente e ai media che li interrogano su alcune questioni. Nel documento, pubblicato ieri sul sito del quotidiano La Repubblica (www.repubblica.it) c’è per l’appunto un capitolo dedicato al fisco. “Volete o no fare un accordo con la Svizzera sui capitali esportati?”. La risposta suggerita agli scudieri di Bersani è chiara: “Un accordo fiscale con la Svizzera – si legge – va ricercato, ma non deve tradursi in un sostanziale condono per le somme sulle quali non vengono pagate imposte in Italia”. Insomma, passi l’accordo, a patto che non sia un’amnistia esclusivamente a vantaggio di chi ha evaso. Non è la prima volta che Bersani si esprime su un eventuale patto fiscale con Berna. Negli scorsi giorni, lo ricordiamo, l’argomento era tornato alla ribalta dopo la ‘proposta choc’ di Silvio Berlusconi. In caso di vittoria alle prossime elezioni, il leader del Pdl ha promesso di restituire nei primi mesi di legislatura l’Imu (Imposta municipale unica) versata dagli italiani nel 2012. E la somma andrebbe coperta dagli introiti provenienti dalle banche svizzere. Tuttavia, per ora le trattative – avviate dal governo di Mario Monti – stagnano. POL Bns: ‘No a interessi negativi’ A Madrid gli aiuti dell’Esm Zurigo – La Banca nazionale svizzera (Bns) prevede che i tassi di interesse saliranno sulla scia della ripresa congiunturale. Al momento in cui la crescita accelererà il passo le cose si normalizzeranno, ha osservato Fritz Zurbrügg, membro della direzione dell’istituto di emissione. In occasione di una conferenza che si è tenuta ieri a Zurigo, Zurbrügg ha rilevato che il rilancio potrebbe però farsi attendere più a lungo di quanto alcuni desiderano. Non sono comunque previsti interessi negativi in Svizzera, ha aggiunto. Ubs e Credit Suisse avevano dal canto loro annunciato in dicembre tasse speciali e interessi negativi su determinati afflussi di fondi di altre banche. Dal punto di vista degli istituti è stata una decisione logica, ha affermato il membro della direzione di Bns. Nelle grandi economie i livelli di produzione sono ancora bassi. Ragion per cui Zurbrügg non intravede focolai di inflazione, malgrado l’elevata liquidità presente oggigiorno nel sistema. Madrid – La Spagna ha ricevuto ieri dal Fondo salva-Stati europeo (Esm) la seconda tranche di 1,865 miliardi di euro destinati al settore bancario, concessi dall’eurogruppo. Lo riferiscono fonti della delegazione della Commissione europea che si trovava nella capitale iberica. Gli aiuti sono stati trasferiti sotto forma di obbligazioni del fondo salva-Stati Esm al Fondo spagnolo di ristrutturazione ordinata bancaria (Frob), che li destinerà alla ricapitalizzazione del Banco Mare Nostrum (730 milioni), della Banca Ceiss (604 milioni), della Liberbank (124 milioni) e della Caja 3 (407 milioni). In cambio degli aiuti milionari versati dall’eurogruppo, i quattro istituti iberici dovranno concentrarsi sulle attività bancarie tradizionali di finanziamento alle piccole e medie imprese, dovranno abbandonare il settore immobiliare e al contempo ridurre le proprie dimensioni del 30% cedendo o quotando alcune attività. Tier 1 di Basilea III non scenderà al di sotto del 7 per cento. Ci sarà anche un limite totale per la retribuzione dei membri della direzione, pari al 2,5% del risultato operativo ‘rettificato’. Esso si è attestato a tre miliardi di franchi nel 2012: sono quindi possibili bonus fino a 75 milioni, da aggiungere agli stipendi di base (2011: 20 milioni di base e 55 milioni di bonus). L’ammontare effettivo sarà reso noto il 14 marzo, con la pubblicazione del rapporto d’esercizio, ossia una decina di giorni dopo la votazione sull’iniziativa Minder. ATS Capsule di caffè ancora congelate Losanna – Il divieto provvisorio di vendita delle capsule di caffè di Ethical coffee company (Ecc), compatibili con le macchine Nespresso, in Svizzera rimane in vigore. Il Tribunale federale (Tf) ha infatti respinto un nuovo ricorso di Ecc contro i provvedimenti cautelativi. Dall’inizio della commercializzazione in Svizzera nel 2011, Ecc ha dovuto affrontare misure cautelative decise dalla giustizia vodese su richiesta di Nestlé e della sua filiale Nespresso. Annullando un primo veto del settembre 2011, il Tf aveva in precedenza reso il dossier al Tribunale cantonale. I giudici vodesi avrebbero infatti dovuto chiedere una perizia al fine di stabilire se la forma delle capsule oggetto del contenzioso fosse “tecnicamente necessaria”. Tale perizia è tuttora pendente. In seguito a un nuovo ricorso contro le conseguenti misure provvisorie, datate del 21 agosto 2012, l’Alta Corte losannese si era detta contraria alla loro abrogazione. Per rivendicare l’esclusività delle proprie capsule la filiale della Nestlé si basa tra l’altro sulla registrazione della loro forma tridimensionale come marchio. Il diritto alla protezione sussiste tuttavia soltanto se la forma non è tecnicamente necessaria. Se invece lo fosse, il suo utilizzo dovrebbe essere permesso anche ad altre società. Come la Ecc. Rallenta il mercato dell’auto Zurigo – Il mese scorso in Svizzera sono state vendute 21’022 automobili, il che corrisponde al 10,1% in meno rispetto al gennaio del 2012. Le nuove immatricolazioni di vetture a propulsione alternativa, ossia macchine ibride o elettriche, sono però aumentate del 60%, rileva in una nota diramata ieri l’associazione degli importatori auto-svizzera. Tuttavia questa categoria rappresenta sempre solamente il 3,1% del mercato elvetico. In termini di marchi la quota maggiore è detenuta sempre nettamente dalla Volkswagen (10,6%), mentre l’incremento maggiore di vendite rispetto a un anno prima è stato messo a segno dalla Jaguar (+115,2 per cento).