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Prendersi cura nel fine vita
Prendersi cura nel fine vita Aspetti etici nell’accompagnamento della persona nel fine vita SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI MARA SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 KRISTINA MARA FADANELLI Nella comunicazione della malattia siete stati supportati? Meno di zero. Gli è stata comunicato così senza nessuna accortezza. Il medico leggendo un’ecografia ci ha detto: “questo è un tumore esteso”. Negli ospedali, da un punto di vista psicologico, c’è da fare tantissimo. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 Principio di autodeterminazione (si contrappone al patermalismo medico) La Corte Costituzionale, con la Sentenza n. 471 del 9 ottobre 1990 riconobbe per la prima volta il principio di autodeterminazione nell’Art. 13 Costituzione Italiana La libertà personale è inviolabile. Art.32 c.2. Costituzione Italiana Nel 1992 il Comitato Nazionale di Bioetica “Informazione e consenso all’atto medico” TITOLARITA’ DELLA SCELTA Convenzione di Oviedo, 1997 art.5 e art.9 Articolo 25 CD Infermiere 2009 L’infermiere rispetta la consapevole ed esplicita volontà dell’assistito di non essere informato sul suo stato di salute, purché la mancata informazione non sia di pericolo per sé o per gli altri. MARA FADANELLI Il principio dell’autodeterminazione che è il principio che incarna il consenso informato mira a superare la concezione paternalistica della medicina. La bioetica come disciplina, dunque si qualifica come studio interdisciplinare dei problemi scaturiti dal rapido ed incalzante progresso culturale-tecnologico in campo biomedico. Anni 70-80 negli Stati Uniti…Negli anni 90 in Italia… SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Caso Martin Salgo (1957) Il signor Martin Salgo affetto da paralisi irreversibile in conseguenza di una aortografia translombare aveva citato in giudizio il proprio medico, accusandolo di aver agito con negligenza e di aver omesso di avvertirlo dei pericoli e dei rischi cui poteva andare incontro. Il tribunale non limitò le indagini e non circoscrisse il dibattito alla sola dimostrazione del tipo di accettazione data dal danneggiato al trattamento proposto, ma pose l’accento e diresse l’attenzione sull’entità e sulla qualità dell’informazione che aveva preceduto l’acquisizione del consenso, introducendo così un nuovo elemento giuridico oggettivo da considerare come fattore indipendente SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI l consenso informato come diritto del cittadino è nato per la prima volta negli Stati Uniti con il noto caso “Salgo” del 1957. La Corte Suprema della California affermò, infatti, che “il medico ha il dovere di comunicare al paziente ogni fatto che sia necessario a formare la base di un ‘intelligent consent’ al trattamento proposto”. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Karen Ann Quinlan Karen Ann Quinlan, figlia adottiva di una famiglia del New Jersey, entra in coma vegetativo nel 1975, all’età di 22 anni a seguito di una probabile ingestione di un cocktail alcoolico non meglio precisato. Alcuni mesi dopo, i genitori chiedono che venga staccata dal respiratore che la tiene in vita. Inizia una battaglia legale che alla fine i genitori vincono: staccata dal respiratore, Karen continua a respirare autonomamente…muore dopo 10 anni per polmonite SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Nancy Cruzan Caso analogo, nel 1983, è quello di Nancy Cruzan, 20 anni, americana del Missouri. In seguito ad incidente stradale entra in stato vegetativo persistente, vive da subito senza l’aiuto del respiratore, viene alimentata e idratata artificialmente, con il consenso del marito. Quattro anni dopo i genitori chiedono che siano sospese idratazione e alimentazione…viene dato parere positivo nel 1990 SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Caso Carlo Massimo 1990 La Corte d’Assise di Firenze con la sentenza del 10 ottobre del 1990 condannò il chirurgo Massimo di Careggi per omicidio preterintenzionale a 6 anni e 8 mesi responsabile di aver sottoposto a intervento operatorio, secondo tecnica non consentita dall’interessata, la signora Dal Lago Rosanelli, successivamente deceduta a causa dell’intervento. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Titolarità della scelta “Nel diritto di ciascuno di disporre, lui e lui solo, della propria salute ed integrità personale, pur nei limiti previsti dall’ordinamento, non può che essere ricompreso il diritto di rifiutare le cure mediche lasciando che la malattia segua il suo corso anche fino alle estreme conseguenze: il che non può essere considerato come il riconoscimento positivo di un diritto al suicidio, ma è invece la riaffermazione che la salute non è un bene che possa essere imposto coattivamente al soggetto interessato dal volere o, peggio, dall’arbitrio altrui, ma deve fondarsi esclusivamente sulla volontà dell’avente diritto, trattandosi di una scelta che (…) riguarda la qualità della vita e che pertanto lui e lui solo può legittimamente fare” ” (Corte d’Assise Firenze, sent. 13/1990) SOVIGLIANA MARA FADANELLI 6 MAGGIO 2015 IL CASO DI ELUANA ENGLARO 18 gennaio 1992, verso le quattro del mattino la sua auto si è schiantata contro un muro nei pressi di Lecco…l’incidente l’ha sospinta nel baratro dello stato vegetativo permanente… SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI • Sentenza della Corte Suprema di Cassazione 4/10/2007 • Decreto 88/2008 corte d’appello di Milano Due capisaldi: Irreversibilità della malattia Volontà della persona SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI CASO WELBY Rifiuto di interventi salvavita in caso di persone salvavita, capaci di intendere e volere e informati, maggiorenni, ma dipendenti da una macchina SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Qui non si tratta di diritto a morire (es. eutanasia) ma un diritto all’INVIOLABILITA’ DEL PROPRIO CORPO). Diritto a rinunciare alle cure, un rifiuto ad un trattamento medico e sanitario, anche salvavita (2°comma art. 32 Carta Costituzionale) NON E’ PRATICA EUTANASICA. Le persone devono potersi curare senza avere il timore che un giorno non possono più rinunciarvi. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Non si può obbligare il medico a interrompere le cure (i laici più fondamentalisti dicono di si) il medico ha diritto all’astensione ma il diritto all’assistito va garantito. Il corpo non è più di proprietà dello Stato, il medico, rispettando la volontà del malato in questo caso, adempie ad un dovere SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Disegno di legge • Il disegno di legge recante norme su “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento” è arrivato alla Camera nel marzo di quest’anno, dopo oltre due anni dall’inizio dell’iter parlamentare iniziato il 9 febbraio 2009 con la morte di E. Englaro. Il voto al testo è slittato ad aprile 2011. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Disegno di legge • Alcuni punti dibattuti del disegno di legge che hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sono: • L’idratazione e l’alimentazione artificiali sono sempre obbligatori, non possono essere oggetto del testamento biologico, • Il testamento biologico è solo un “orientamento” e quindi non vincolante per il medico che ha in cura il paziente, • Il rifiuto totale alle cure non è ammissibile quando manca la consapevolezza del paziente SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI L’eutanasia silenziosa negli ospedali italiani raccontata da un infermiere: «La legge lo vieta, ma ce lo chiedono i familiari. Così tra loro e i medici si stringe un patto di buon senso: perché in Italia deve restare un segreto?». Lo sfogo di un caposala al Careggi di Firenze, cattolico praticante la Repubblica, giovedì 26 febbraio 2015 SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Eutanasia? Evitare l’accanimento terapeutico? Autodeterminazione terapautica? Paternalismo? Necessità di cultura e di formare le coscienze… SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Articolo 36 (CD Inf. 2009) Articolo 37 (CD Inf. 2009) L'infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita. L’infermiere, quando l’assistito non è in grado di manifestare la propria volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente espresso in precedenza e documentato (articolo che va oltre la legge…) SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI ... C’è necessità di formare gli operatori ad accompagnare la persona alla morte, ma devono prima di tutto accettare la propria morte, devono essere preparati maggiormente alla relazione, alla comunicazione…altrimenti si rischia di fare del male anziché essere d’aiuto È vero. Una mattina appena arrivata in ospedale, entro nella stanza dei medici e nessuno mi guarda. Ad un certo punto il dirigente dice “c’è la signora! Vuole parlare con qualcuno” ed esce. Gli specializzandi mi si avvicinano e, con tono tutt’altro che accogliente, mi dicono: “che vuole sapere?” Io gli rispondo “l’ho trovato con l’ossigeno, l’altro giorno non ce l’aveva, volevo sapere come sta!” Loro mi rispondono con semplicità “Sta morendo! Si prepari”. Non capivo…era lunedì, lo avevo visto con i bambini il sabato e stava bene. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 Articolo 23 (CD Inf. 2009) L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multiprofessionale e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita. Articolo 35 (CD Inf. 2009) L'infermiere assiste la persona, qualunque sia la sua condizione clinica e fino al termine della vita, riconoscendo l'importanza della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico,relazionale, spirituale. MARA FADANELLI • …Avrei preferito che qualcuno ci avesse parlato chiaramente,dicendo cosa potevamo aspettarci dalla medicina tradizionale e quali altre strade potevamo percorrere... SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 “L’informazione non deve essere soltanto una trasmissione di dati e notizie, ma deve indicare al paziente le alternative, terapeutiche e non, che siano possibili” (CNB, 1992) MARA FADANELLI …Io non ce l’ho con i medici per come siamo stati trattati o per la morte di Riccardo. L’unica cosa che chiederei, e che spererei per il futuro, è che siano più onesti parlando degli effetti collaterali di tutte le cure e le indagini che vengono offerti, e che abbiano più rispetto per chi non vuole seguire i loro protocolli… SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 Dall’altra parte…Tre clinici raccontano la loro doppia esperienza di medici e di malati da Giovanni Minoli, per la serie televisiva La Storia Siamo Noi, è stato trasmesso la sera del 27 giugno 2005 da RAI3 un reportage dal titolo Nemesi Medica. Sandro Bertocci, era presente: “[…] devo ringraziare Bologna, perché secondo il protocollo io non dovevo andare alle Maldive, […] io faccio la chemio per campare, non campo per fare la chemio, a me non importa battere un record, preferisco vivere due mesi meno, però viverli bene […]” MARA FADANELLI …Il sostegno psicologico in questi casi è importante… Tutti noi eravamo già seguiti da uno psicologo quando Riccardo è andato all’hospice: i bambini a S.Miniato ed io a Empoli presso l’ASL, ma anche all’hospice se uno lo desidera c’è questa figura, sia per i malati che per i familiari. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 Articolo 39 (CD Inf. 2009) L'infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento dell’assistito, in particolare nella evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del lutto. MARA FADANELLI Come è stato gestito il dolore fisico di Riccardo all’hospice? Benissimo. Siccome lui aveva forti dolori hanno parlato con degli esperti per trovare la miscela giusta per lui affinché non sentisse dolore e nello stesso tempo potesse essere sveglio. Sono stati bravissimi. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 • Legge n. 38 marzo 2010 DISPOSIZIONI PER GARANTIRE L'ACCESSO ALLE CURE PALLIATIVE E ALLA TERAPIA DEL DOLORE “ La medicina delle cure palliative è e rimane un servizio alla Salute. Non dunque una medicina per morente e per aiutare a morire, ma una medicina per l’essere umano, che rimane un vivente fino alla morte” (Spinsanti 1988) rivista janus MARA FADANELLI Alla fine Riccardo non era più cosciente? Gli ultimi tre giorni. Fin a quando è stato cosciente, anche se non riusciva più a parlare, sono riuscita a stare sola con lui e comunicare. Mi guardava, parlava con gli occhi. In questo periodo abbiamo imparato a comunicare senza parole. Parlare con lo sguardo non è facile. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 In queste situazioni si ha il dovere di stare accanto alla persona quando è più ansiosa, impaurita o angosciata, mantenendo il silenzio quando è il caso. E’ bene usare il contatto fisico se desiderato; “Tocco, contatto visivo e silenzio si sommano a vicenda, in una comunicazione completa”. completa La comunicazione non verbale può essere considerata il linguaggio delle relazioni, è il mezzo principale per esprimere e comunicare le emozioni MARA FADANELLI Come avete gestito la malattia con i bambini? Abbiamo vissuto tutto insieme anche con i bambini, molto apertamente, onestamente. Questo è un consiglio che mi sento di dare a tutti coloro che hanno un familiare, anche un nonno in questa condizione, di parlare, di essere onesti con i bambini, spiegando qual è il problema e non dire a loro che il nonno ha un “mal di pancia” e poi magari muore. Il bambino poi non capisce. Innanzitutto perde la fiducia nell’adulto perché non gli ha detto la verità, poi perché gli vengono tutte le paure: “ho mal di pancia allora muoio anch’io…” SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 In epoche precedenti alla nostra si moriva in famiglia, si imparava a morire semplicemente stando vicino ai morenti, spesso si viveva la propria morte in maniera consapevole e attorniati dai propri familiari. • • • Geofferey Gorer sociologo inglese ha per primo individuato, nel 1955, un caratteristco atteggiamento da parte della società industriale di fronte la morte: il rifiuto di questa e delle manifestazioni di lutto, cordoglio e cerebrazione ad essa connesse. Gorer ritiene che questo silenzio sia significativo di un certo modello di sviluppo della società che sostituisce, al tabù del sesso, quella della morte: “Una volta si raccontava ai bambini che nascevano sotto un cavolo, però essi assistevano alla grande scena degli adii al capezzale del moribondo; oggi sono iniziati alla fisiologia dell’amore fin dalla più tenera età, ma quando non vedono più il nonno e se ne stupiscono, gli si dice che riposa in un bel giardino. MARA FADANELLI Anche il dolore psichico, la sofferenza sono da affrontare in questi momenti e non è facile. Sicuramente essere in un ambiente come l’hospice o in un altro cambia… Gli ultimi momenti prima che ci lasciasse siamo rimasti solo io e lui, perché Riccardo ha voluto morire con accanto me e basta. Hanno permesso di entrare a “salutarlo” anche al nostro cane Petronella, che per noi è come un membro della famiglia. Il personale si avvicinava quasi in punta di piedi per assicurarsi che tutto andasse bene, se non mi giravo non li sentivo nemmeno. Una infermiera a fine turno ha voluto salutare me e Riccardo e si è scusata perché è venuta. Abbiamo potuto vivere bene la morte perché abbiamo potuto vivere bene la fase premorte. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 L’irruzione della malattia nella vita di una persona costituisce sempre “una rottura biografica”…perché impone modificazioni nell’organizzazione concreta della vita, mette in causa il senso dell’esistenza , l’immagine di sé La narratività è un processo per ricostruire il mondo della vita. Narrare e ascoltare è terapeutico (strumenti...) ASCOLTARE SIGNIFICA FERMARE IL PENSIERO: SE PENSIAMO GIÀ ALLA RISPOSTA NON ASCOLTIAMO Riconoscere che anche le storie personali, le emozioni, le percezioni soggettive, le interpretazioni, i significati di malattia possono essere oggetto dell’attenzione dell’infermiere, significa entrare nella prospettiva del prendersi cura della persona MARA FADANELLI …Non ci si deve sentire in colpa a mandare il proprio caro a morire all’hospice perché morire a casa non è sempre dignitoso a meno che tu non sia una famiglia benestante che ti puoi permettere l’assistenza 24 ore su 24. L’hospice ti offre tutto quello di cui hai bisogno affinché la persona che ami possa veramente vivere. Io non ho incontrato nessun parente che si sia lamentato dell’hospice. Dopo la morte di Riccardo, io e i bambini siamo tornati a salutare il personale. Sono gli stessi bambini che mi chiedono di andarci, perché per loro è rimasto un ambiente familiare. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 Non sempre è meglio morire a casa nostra se non ci sono le condizioni… …Non ci si deve sentire in colpa MARA FADANELLI La vita deve essere comunque bella e la nostra vita riusciva ad essere bella anche con questo cancro che ci mangiava. In questi momenti si impara a veder tutte le piccole cose belle che ci sono nella vita quotidiana. Questo è un messaggio importante: anche nel dolore dobbiamo permetterci di stare bene, la morte fa parte della vita. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Dobbiamo ricordarci che nonostante tutto quello che ci può succedere la vita è bella. Tutte la cose ci portano qualcosa di positivo. Io ho avuto tante morti in casa ma ho capito che in fondo al tunnel c’è sempre la luce che è sempre più forte rispetto alla luce che hai lasciato. Questo pensiero ha sorretto me,Riccardo e tutta la famiglia. A casa ho appeso un quadro dell’Araba Fenice e ho detto ai bambini, che come lei, la nostra vita rinasce dalle ceneri di babbo e rinasce più bella di prima. SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI Prendersi cura nel fine vita Ancora qui…. Elisa SOVIGLIANA 6 MAGGIO 2015 MARA FADANELLI