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Modulo_03_metodo filologico

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Modulo_03_metodo filologico
Università degli Studi di Enna “Kore”
Facoltà di Ingegneria e Architettura
Laurea Magistrale in Architettura
Laboratorio di Restauro A.A. 2013/2014
Prof. Antonella Versaci
J.B. Rondelet, Traitè theorique et
pratique de l’Art de Batir, 1802-1817
LA FILOLOGIA COME STRUMENTO PER IL RESTAURO
ARCHITETTONICO E URBANO
Il lessico costruttivo locale
Arch. Davide Indelicato
[email protected]
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Prof. Antonella Versaci
L’architettura storica non è mero “evento visivo”, ma testo da
comprendere e saper interpretare.
Come per la musica e la pittura, l’interpretazione dei testi
architettonici ereditati dal passato avviene tramite la lettura, lo
studio e la rappresentazione.
Il fine da perseguire è quello di avere piena consapevolezza del
testo di pietra pervenutoci, per poterne comprendere i processi di
generazione e trasformazione e tramandare il significato.
Utile strumento di supporto è costituito dalla
filologia architettonica.
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Prof. Antonella Versaci
FILOLOGIA (philos-lògos):
“disciplina relativa alla ricostruzione e alla corretta interpretazione
dei documenti letterari di un ambiente culturale definito.
Complesso di studi e ricerche basato sull’esame dei testi, di
documenti e testimonianze, necessario ad inquadrare e
comprendere un fenomeno storico, letterario, artistico, o ad
attribuire senza dubbio la paternità di un’opera d’arte” (DevotoOli).
In architettura, essa si riferisce alla comprensione del linguaggio
dell’architettura storica, delle regole sintattiche di strutturazione
dell’edificato e dei tessuti urbani.
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Se la lettura filologica consente di rintracciare e comprendere i
termini attraverso cui si esprime l’architettura storica,
è possibile, di conseguenza, provare a creare dei vocabolari che li
raccolgano in maniera ragionata.
Tali vocabolari sono i
MANUALI DEL RECUPERO e i CODICI DI PRATICA
Essi costituiscono un supporto all’osservazione delle modalità
sintattiche e grammaticali di aggregazione dei vocaboli della
lingua dell’architettura tradizionale.
Ogni manuale si riferisce ad una specifica area geografica in un
determinato riferimento cronologico, proprio perché ogni area
culturale, nei secoli, si è espressa con una propria specificità formale
e costruttiva.
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Prof. Antonella Versaci
La conservazione delle città e degli edifici storici presuppone, tra
l’altro,
la volontà di conservazione dei caratteri linguistici e
costruttivi degli edifici.
Il progetto di restauro deve dunque fondarsi sul rispetto delle qualità
storico-artistiche e tipologico- costruttive degli edifici per garantire
la comprensione e la tutela dell’identità architettonica propria e dei
luoghi in cui essi sono inseriti.
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I Manuali del Recupero ed i Codici di Pratica sono strumenti per
l’apprendimento dell’arte del costruire e dell’architettura premoderna. Essi
hanno come finalità la definizione di una “guida” all’intervento di restauro
strutturale puntualmente calata nella realtà costruttiva di ogni area oggetto
di studio.
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Il contesto costruttivo oggetto dell’analisi di ogni Codice di Pratica o
Manuale del Recupero è esaminato in termini estensivi al fine di riconoscere,
mediante la comparazione delle osservazioni, il lessico costruttivo locale.
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Prof. Antonella Versaci
Ogni area culturale è caratterizzata da proprie
peculiarità
tecnico-costruttive
dalle
quali
derivano sia la configurazione strutturale
d’assieme
dell’organismo
edilizio, che le
possibilità di degrado e di dissesto, per le quali
vanno individuate le tecniche più opportune di
restauro e miglioramento sismico.
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Gli antesignani dei Codici di
Pratica sono costituiti dai Trattati
di Architettura.
Ma mentre i primi cercano di
rintracciare e definire un metodo
costruttivo non più attuale, i
secondi costituivano la codifica
di
una
prassi
costruttiva
correntemente
impiegata;
raccoglievano
ordinatamente
quanto
veniva
in
genere
tramandato oralmente riguardo
l’arte del costruire.
G. Valadier, L’architettura pratica, 1828-39
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LA REGOLA DELL’ARTE
MURARIA
Per “regola dell’arte”
si intende l’insieme di
prescrizioni
attinenti
all’ ”arte di edificare”
contenute
nella
letteratura,
tramandate per via
orale
oppure
direttamente leggibili
sulle opere edificate,
che
gli
operatori,
architetti
e
maestranze ciascuno
per il ruolo che gli
compete, debbono
osservare al fine di
realizzare
strutture
durevoli.
J.B. Rondelet, Traitè theorique et pratique de l’Art de Batir, 1802-1817
Cantiere per fabbricare muri formacei, Tomo 1, Libro 1, Sezione 1, Cap.2,
Tavola IV.
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LA REGOLA DELL’ARTE MURARIA
La formulazione scritta della "regola
d'arte"
muraria
è
basata
sull'individuazione
delle
caratteristiche comuni alle murature
prodotte nel corso dei secoli, con
riferimento a quelle che avevano
dimostrato un utile comportamento
meccanico.
Si tratta quindi di un insieme di regole
pratiche che nel tempo si sono via
via affinate fino al raggiungimento,
nella trattatistica ottocentesca, di
una definizione scritta
perciò per sua intrinseca natura la
”regola dell’arte” raccoglie in sé
L’INSIEME DELLE ESPERIENZE DELLA
STORIA DEL COSTRUIRE MURARIO.
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LA REGOLA DELL’ARTE MURARIA COSTITUISCE PARAMETRO DI RIFERIMENTO
PER IL GIUDIZIO QUALITATIVO DEL COMPORTAMENTO MECCANICO DEGLI
EDIFICI
Una struttura realizzata a “regola d’arte” è per definizione, dal punto di
vista meccanico, solida e sicura; nel caso di edifici murari esistenti
bisogna analizzare se le murature sono o meno realizzate a regola d’arte
ovvero se e quanto se ne discostano
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MURATURA IN OPERA QUADRATA / MURATURA IN PIETRA GREZZA
Con il processo millenario di pratica e di definizione della regola dell’arte
si giunge a realizzare murature con comportamento meccanico
assimilabile
a
quello
dell’opera
quadrata
senza
ricorrere
necessariamente alla sua onerosità, utilizzando materiali facilmente
reperibili in sito e sopperendo con l’arte al rigore geometrico del modello
classico.
Il realizzatore di un opera quadrata altro non era che un attento
montatore di elementi prefabbricati. Il muratore realizzatore di muri un
pietra grezza sopperisce con l’ingegno tecnico ai ridotti mezzi economici
che ha a disposizione al fine di produrre comunque un’opera (il muro in
pietra grezza) nella quale è possibile riconoscere le medesime qualità
meccaniche del modello a cui si ispira (l’opus quadratum).
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Regole prescritte dai trattatisti per la realizzazione di un muro “a regola
d’arte”
1. prevalenza delle pietre grandi rispetto a quelle piccole
2.sufficiente numero di pietre grandi disposte di punta
3.posizionamento dell’elemento in pietra grezza rispetto alle sue
irregolarità: la faccia più regolare delle pietre grandi è rivolta verso il
basso, in modo da garantire un regolare appoggio sulle pietre
sottostanti, la seconda faccia più regolare è invece disposta verso
l’esterno, in modo da proteggere la parete dagli agenti atmosferici;
4.riempimento dei vuoti residui con pietre più piccole e scaglie, limitando
l’uso della malta
5.funzione della malta: la malta ha esclusivamente funzione di
regolarizzazione del contatto tra le pietre e non funzione di legante;
6.orizzontamenti: realizzazione, a intervalli regolari, di “conguagli”,
ossia strati perfettamente orizzontali in modo da limitare al minimo
le irregolarità inevitabilmente associate al processo costruttivo.
I ripianamenti del letto di posa vanno realizzati a intervalli di 60 o 100 cm
lungo l'altezza del muro, in modo da predisporre assise regolari per i filari
sovrapposti, utilizzando scaglie di pietra o di mattoni.
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CARATTERISTICHE COMUNI E GENERALIZZABILI
DELLA COSTRUZIONE MURARIA
2
È GENERALMENTE
INSERITA
IN UN TESSUTO
EDIFICATO
4
SOPPORTA TRASFORMAZIONI ATTUATE NELLA LOGICA
DELLA TECNICA MURARIA
3
SI MODIFICA MEDIANTE
ACCRESCIMENTI
EVOLUTIVI
1
EDIFICATA MEDIANTE
ELEMENTI GIUSTAPPOSTI
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La costruzione muraria storica è realizzata
mediante l'assemblaggio di elementi
strutturali semplici vincolati tra loro in modo
isostatico, attraverso contatti monolaterali
e attritivi.
Il concetto di assemblaggio vale :
•alla scala del singolo elemento strutturale:
il muro è fatto di pietre sovrapposte
1. È edificata per assemblaggio mediante elementi giustapposti
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•alla scala dell’edificio: l’edificio è fatto dalla sovrapposizione di elementi
strutturali diversi (le travi del solaio e della copertura si appoggiano sul muro,…)
1. È edificata per assemblaggio mediante elementi giustapposti
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•alla scala urbana: gli edifici si sopraelevano o si affiancano l’uno all’altro.
1. È edificata per assemblaggio mediante elementi giustapposti
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Stabilità versus resistenza
L’assemblaggio comporta sovrapposizioni ma non connessioni tenaci:
- in condizioni statiche ciò facilita la conservazione mediante manutenzione
per sostituzione
-in condizioni sismiche rappresenta però una debolezza – un esempio può
essere quello del solaio che una azione orizzontale sufficientemente elevata
trasforma in una struttura labile.
L’assenza di connessioni
tenaci rende prevalenti, nelle
strutture murarie (a differenza
delle strutture in acciaio e in
c.a.), i problemi di stabilità
dell’equilibrio rispetto a quelli
di resistenza del materiale.
“Ma non bisogna perdere di
vista che piuttosto la stabilità
che la forza costituisce la
solidità degli edifici”
(Rondelet, 1834).
Secondo meccanismo di
collasso di Rondelet
1. È edificata per assemblaggio mediante elementi giustapposti
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Copertura
piana con
intradosso
voltato
Copertura
in legno a
doppia
falda
Scala interna
Profferlo
1. È edificata per assemblaggio mediante elementi giustapposti
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CAPRANICA
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2. È inserita in un tessuto edificato
PRENESTINA (RM)
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2. È inserita in un tessuto edificato
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2. È inserita in un tessuto edificato
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Solo raramente le case sono isolate
2. È inserita in un tessuto edificato
In genere sono accostate tra loro
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Ogni cellula muraria può assumere diverse conformazioni sia
rispetto al tessuto, e dunque alle cellule ad essa adiacenti,
sia rispetto alla morfologia del sito in cui si inserisce.
Disposizione delle cellula rispetto al tessuto:
a. interclusa (un fronte libero)
b. d’angolo (due fronti liberi)
c. di testata (tre fronti liberi)
Disposizione rispetto all’orografia del sito:
•In pianura
•Su pendio lieve
•Su pendio medio
•Su pendio forte
•Su margine
2. È inserita in un tessuto edificato
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Le case raccontano la loro storia a
chi la sa leggere
Il processo evolutivo della città storica
conserva i segni delle fasi di
formazione; questi rimandano alla
civiltà del costruire che quel tessuto
ha prodotto e vanno tenuti presenti
nella scelta del modo di operare per
la sua conservazione, pena la perdita
di gran parte del suo significato.
Se per gli edifici specialistici è
relativamente semplice comprendere
la storia della loro formazione, per
l’interpretazione delle fasi di crescita
dei tessuti storici, il processo è
complicato dal fatto che le modalità
di costruzione “spontanea” della città
non prevedono spesso alcuna
testimonianza scritta. In questo caso
l’unico strumento a nostra
disposizione è l’osservazione critica
alla ricerca dei segni che sia l’uomo
che il tempo hanno lasciato.
3. Si modifica mediante accrescimenti evolutivi
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Sconnessioni verticali
3. Si modifica mediante accrescimenti evolutivi
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Questa elaborazione sovrappone all’ immagine fotografica del prospetto la
posizione delle strutture interne (pareti di elevazione, orizzontamenti voltati e
lignei) e consente così una lettura sintetica della configurazione strutturale, ma
anche di scoprire che l’aspetto odierno, caratterizzato dalla continuità del fronte
murario, nasconde al suo interno l’originaria organizzazione, realizzata
utilizzando due passi dimensionali ben distinguibili.
3. Si modifica mediante accrescimenti evolutivi
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3. Si modifica mediante accrescimenti evolutivi
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3. Si modifica mediante accrescimenti evolutivi
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3. Si modifica mediante accrescimenti evolutivi
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Le informazioni
relative alle fasi di
trasformazione
degli edifici sono
utili anche ad
evidenziare le
manomissioni e le
alterazioni
accorse nel
tempo.
Ne sono un esempio le sostituzioni di solai o di coperture, le sopraelevazioni o le
strutture in aggetto, gli addossamenti di scale, logge o avancorpi in genere
sulle pareti di facciata o più in generale tutti gli elementi costruttivi non
appartenenti alla cultura costruttiva locale.
4. Sopporta trasformazioni attuate nella logica della tecnica costruttiva muraria
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Villa Sant’Angelo (L’Aquila).
Crolli dovuti all’inserimento di elementi
incongrui.
La copertura in c.a. e putrelle è
scivolata sui due piani sottostanti.
Il martellamento del cordolo in c.a.
unito alla scadente qualità della
muratura sottostante ha influito sulle
modalità di danneggiamento locale
4. Sopporta trasformazioni attuate nella logica della tecnica costruttiva muraria
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Incremento dei carichi verticali ed
aperture eccessivamente ampie
4. Sopporta trasformazioni attuate nella logica della tecnica costruttiva muraria
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Villa Sant’Angelo (L’Aquila).
Sopraelevazioni non ammorsate
Ferrara
Eccessiva snellezza orizzontale
4. Sopporta trasformazioni attuate nella logica della tecnica costruttiva muraria
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Messina 1908
Eccessiva snellezza orizzontale
Messina 1908
Carenza di ammorsamento tra i
muri di facciata e i muri di
controvento
4. Sopporta trasformazioni attuate nella logica della tecnica costruttiva muraria
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Prof. Antonella Versaci
Bibliografia
•Breymann G.A., Trattato generale di costruzioni civili, 1885
•Donghi, D, Manuale dell'architetto, Torino, 1925
•Formenti C., La pratica del fabbricare, Milano, Ulrico Hoepli 1893-1895
•Giuffè A., Lettura sulla meccanica delle murature storiche, Roma, Kappa,
1991
•Marconi P., Il recupero della bellezza, Skirà, 2006
•Marconi P., Il restauro e l’architetto. Teoria e pratica in due secoli di
dibattito, Saggi Marsilio, Venezia, 2 ed., 2002
•Pallottino E., “Architettura e patrimonio. Il contributo della filologia”, in
Stabile F.R., Zampilli M., Cortesi C., a cura di, Centri storici minori. Progetti
per il recupero della bellezza, Gangemi, 2009
•Rondelet J.B. , Traitè theorique et pratique de l’Art de Batir, 1802-1817
•Sacchi, A., Architettura pratica, Milano, 187
•Valadier G. , L’architettura pratica dettata nella Scuola e Cattedra
dell’insigne Accademia di S. Luca, Roma 1828-1839
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