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Non voglio perderti - Museo Nazionale del Cinema

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Non voglio perderti - Museo Nazionale del Cinema
anno
IV
-
numero
46
-
marzo
2007
-
poste
italiane.
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in
a.p.
70%
d.c.
/
d.c.i.
torino
-
tassa
pagata
/
taxe
perçue
/
ordinario
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
larivista
46delcinema
MARZO 2007
Lo splendore del vero
Il mondo di Roberto Rossellini I parte
La furia del drago
Omaggio alla Shaw Brothers
Schermi africani
Selezione del
Festival Cinema Africano di Milano
Corea in fiamme
Selezione del
Korea Film Fest di Firenze
Berlinale a Torino
II edizione
La voce segreta delle parole
Il grande cinema in lingua originale
“Mercoledì da leoni”
di John Milius (1970)
Lo schermo di carta
Storia e storie
del cineromanzo in Italia
Non voglio perderti
storie lunghe che duravano mesi. È vero che si poteva consultare
il riassunto all’inizio di ogni puntata, ma tutto scritto, e a mia madre piaceva
di Gianni Amelio
«Non sono attori veri.
Non fanno i film», diceva
mia madre. A lei non
piacevano i fotoromanzi,
quelli di «Sogno», «Bolero»,
«Grand Hotel». Non aveva
la pazienza di aspettare ogni
settimana per vedere «come
continua» e di tenere a mente quelle
di più guardare le figure, le facce. Proprio le facce, secondo lei, facevano la
differenza: nei fotoromanzi erano belle ma «esagerate», mentre gli attori del
cinema erano “sinceri”, per esempio Amedeo Nazzari, il suo preferito. Forse
per non farlo ingelosire aggiungeva solo nomi di attrici, anche se non li sapeva
pronunciare. Per anni anch’io ho detto Ava Garner, Rita Evort, Barbara
Stanvic... Poi Silvana Mangano le ha sbaragliate tutte: non in Riso amaro dove
mostrava le cosce, ma nel Lupo della Sila e nel Brigante Musolino, che erano
stati girati dalle nostre parti. Si diceva pure che aveva dormito vicino a casa
nostra, a Villaggio Mancuso, nell’Albergo delle Fate... A mia madre piacevano
i film. Ma siccome in paese il cinema non c’era, si accontentava dei «filmromanzi» (così li chiamava) e, se un’amica gliene prestava uno, non lo restituiva
più e lo conservava. Li teneva nel cassetto della credenza, dove stavano «le
carte», cioè la ricetta del dottore, le bollette della luce, un conto vecchio di pasta
e pane. I primi film-romanzi che ho trovato in casa nostra erano senza copertina:
l’avevano perduta passando per troppe mani, e c’era qualche macchia d’unto sulla
prima pagina. I titoli non m’invitavano molto: Maria Walewska, Il caso Paradine,
nomi difficili pure questi. Allora leggevo il «Corriere dei Piccoli», «Il Monello» e
l’«Intrepido» coi relativi Albi. Un giorno però ho aperto un film-romanzo che la
copertina ce l’aveva, bella e invitante, e anche il titolo suonava bene:
(segue a pag. 2)
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo
Gianni Amelio presenta:
Lo schermo di carta.
Storia e storie dei cineromanzi
La mostra del Museo Nazionale del Cinema di Torino, curata da Gianni Amelio con la
collaborazione di Alberto Barbera e Silvio Alovisio, presenta una ricca selezione dei fondi
di cineromanzi appartenenti alla collezione privata dello stesso Amelio e alle collezioni
della Biblioteca del Museo. I cineromanzi rappresentano, tra la seconda metà degli anni Quaranta
e la fine degli anni Sessanta, un fenomeno editoriale di enorme popolarità. Ciascun fascicolo era
dedicato a un film: di questo si presentava il racconto attraverso un’ampia selezione di fotografie
di scena o di fotogrammi della pellicola, a cui si affiancavano le battute degli attori e le didascalie
narrative. Il cineromanzo deriva da due diversi tipi di pubblicazioni: da un lato i suoi antesignani
sono i cosiddetti “cine-racconti”, stampati sin dagli anni Venti, che presentano però solo il racconto
scritto del film, a volte accompagnato da un paio di foto di scena o degli interpreti principali (questo
tipo di pubblicazioni compone il nucleo principale del fondo appartenente al Museo del Cinema).
Dall’altro lato, parente stretto del cineromanzo è il fotoromanzo, la cui nascita ufficiale è datata
1946 con l’inizio delle pubblicazioni di «Grand Hotel» prima e di «Sogno» e «Bolero film» poi;
anch’essi impostati sulla costruzione di un racconto, ma completamente diversi per assenza di
legami con i film. La mostra prevede l’esposizione di circa 200 documenti originali, all’interno
di un percorso espositivo ricco di elementi scenografici, come la gigantografia di due cineromanzi
dentro cui il visitatore può fisicamente entrare per sfogliarne alcune pagine; una grande pellicola
cinematografica che si snoda per le sale presentando le immagini del cineromanzo di Senso,
di Luchino Visconti, uno spazio interattivo dove il visitatore può essere fotografato e ottenere la
stampa “personalizzata” di una copertina, un’edicola d’epoca. Alcuni pannelli tematici, dedicati alle
star e alla rappresentazione del mondo del cinema nelle copertine della «Domenica del Corriere»
consentono al visitatore di collocare il fenomeno dei cineromanzi nel più vasto contesto del divismo.
Saranno inoltre allestite postazioni multimediali interattive e didattiche, in cui si presenterà non
solo la storia e l’evoluzione del cineromanzo ma anche i forti legami tra questo tipo di editoria e il
divismo cinematografico. A conclusione del percorso il visitatore potrà assistere alla proiezione del
documentario Sfogliare un film, per la regia di Lorenzo d’Amico De Carvalho (fotografia di Luan
Amelio Ujkaj), con interviste ai grandi protagonisti del cinema italiano, da Giovanna Ralli a Lucia
Bosè, da Mario Monicelli a Francesco Rosi. Lo schermo di carta si completa con l’esposizione sulla
cancellata della Mole Antonelliana di trenta riproduzioni in grande formato delle copertine dei più
significativi cineromanzi, dalle origini agli anni Sessanta. La mostra si tiene presso l’Archivio di
Stato di Torino dal 8 marzo al 19 aprile 2007 con apertura dal martedì alla domenica in orario
10-19. Apertura serale tutti i giovedì fino alle 22. Ad arricchire il percorso la Carta Bianca a
Gianni Amelio, sette film scelti dal regista, in programma tutti i giovedì dall’8 marzo al 19 aprile
alle 22.30 nella sala Tre del Cinema Massimo.
È Previsto un volume, pubblicato dal Museo Nazionale del Cinema con l’editore Il Castoro,
ideato da Gianni Amelio e curato da Emiliano Morreale, che rappresenta il primo serio tentativo
di ricostruire la storia di questo importante e affascinante fenomeno editoriale. Il volume conterrà,
oltre a un testo inedito di Amelio, anche alcuni saggi di approfondimento firmati da studiosi di
settore, schede storico-critiche delle principali collane di cineromanzi e un ricchissimo apparato
di illustrazioni. Il Museo Nazionale del Cinema, inoltre, pubblicherà un quaderno monografico
interamente dedicato alla sua vasta collezione di cineromanzi, con saggi di approfondimento, un
ricco apparato iconografico e un catalogo analitico di tutte le pubblicazioni consultabili presso la
Biblioteca Mario Gromo.
(da pag. 1)
Non voglio perderti. L’ho cominciato per curiosità e l’ho chiuso col fiato sospeso. La copia
di oggi è quella di allora, protetta per mezzo secolo come una reliquia, e ha segnato un
incontro fatale. Qualche tempo dopo mi sarei imbattuto nel primo Giallo Mondadori della mia
vita (Ho sposato un’ombra di William Irish), scoprendo che raccontava la stessa storia. Ma il film
non l’avevo ancora visto: perciò leggevo i capitoli del libro e poi cercavo le immagini nel
fascicolo illustrato, mettevo a confronto le descrizioni e i dialoghi, mi segnavo su un quaderno
le parole uguali e i brani tagliati. Insomma cominciavo, senza saperlo, a lavorare. (continua...)
percorsi / 8 - 15 - 22 - 29 marzo
Carta bianca a Gianni Amelio
Luchino Visconti
Senso
Italia 1954, 121’, col.
innamoramento, ma anche l’intervento violento
di Vittorio che provoca una lotta violenta fino
al tragico epilogo. Fu in quella occasione che la
ragazza decise di prendere il velo.
Ora il suo animo è combattuto tra l’amore che
si risveglia e il suo dovere di suora.
Sc.: Giuseppe Berto, Franco Brusati, Dino Risi,
Ivo Perilli, Rodolfo Sonego; Fot.: Otello
Martelli; Int.: Silvana Mangano, Gaby Morlay,
Raf Vallone.
GIO 15, h. 22.30
marchese patriota Ussoni sfida il tenente austriaco
Franz Mahler. La contessa Livia Serpieri, ardente
patriota ma sposata con un collaborazionista, per
salvare il cugino Ussoni incontra Franz e
s’innamora del tenente. Una notte Franz e Livia si
incontrano, lui le chiede del denaro per pagare un
medico e farsi esonerare dal servizio militare, Livia
gli consegna il denaro dei patrioti italiani che il
cugino le aveva affidato e Franz scompare per mesi.
Tempo dopo lo ritroverà a Verona ma lo trova con
un’altra donna. Lo denuncia agli austriaci e rivela
l’inganno con il quale si era fatto esonerare dal
servizio militare.
Sc.: Carlo Alianello, Giorgio Bassani, Paul
Bowles, Suso Cecchi D’Amico, Giorgio
Prosperi, L. Visconti, Tennessee Williams, dal
racconto di Camillo Boito; Fot.: Aldo Graziati,
Robert Krasker, Giuseppe Rotunno; Int.: Alida
Valli, Massimo Girotti, Farley Granger.
GIO 8, h. 22.30
Elia Kazan
Fronte del porto
On the Waterfront
Usa 1954, 108’, b/n.
Gli scaricatori del porto di New York sono vessati
da una banda di gangster che impedisce loro
di guadagnare quanto la legge stabilisce
frapponendosi fra di loro e i datori di lavoro con
un vero e proprio appalto. Chi si ribella a questo
sistema non tarda a pagare con la vita il suo
coraggio. Uno della banda, però, Terry Mallory,
il giorno in cui si trova ad essere responsabile
della morte di uno scaricatore, comincia a provare
un certo disagio morale. Ne parla con un sacerdote
che ha abbracciato la causa degli scaricatori e
si fa convincere ad andare davanti ad una
commissione di inchieste sociali per rivelare i
soprusi che ben conosce. Contro di lui, però,
si scatena l’ostilità dei gangster e degli stessi
scaricatori che giudicano male il suo gesto.
Sc.: Budd Schulberg, Malcolm Johnson; Fot.:
Boris Kaufman; Int.: Marlon Brando, Rod
Steiger, Karl Malden.
GIO 22, h, 22.30
Il film sarà presentato da Gianni Amelio
Alberto Lattuada
Anna
Alla Fenice di Venezia, alla vigilia della battaglia di
Custoza, una rappresentazione del Trovatore causa
una manifestazione irredentista durante la quale il
Italia 1951, 108’, b/n
Anna, giovane novizia, è un’infermiera caritatevole
e zelante. Una notte giunge all’ospedale un ferito
grave in cui Anna riconosce Andrea, il giovane di
cui era innamorata prima di darsi alla vita religiosa.
Mentre il primario opera il ferito, le immagini
d’un passato non lontano si ripresentano alla
mente dell’infermiera. Anna si rivede ballerina
in un locale notturno: quando era l’amante di
Vittorio, uomo crudele e cinico. Rivede il suo
primo incontro con Andrea, il loro
2
Jacques Becker
Casco d’oro
Casque d’or
Francia 1952, 95, b/n
Ambientato nella Parigi di fine Ottocento fra
lotte di bande rivali e balli popolari, Casco d’oro è
la storia di due amanti senza speranza.
Il falegname Manda si innamora di Maria, detta
Casco d’oro, già legata allo scassinatore Rolando
il Bello, desiderata anche dal capobanda Leca.
Manda prima uccide in un duello Rolando, poi si
fa arrestare per difendere un amico ingiustamente
accusato da Leca.
Quando però scopre che Leca approfitta del suo
imprigionamento per ottenere Maria, fugge dal
carcere e lo uccide. È condannato a morte e
Maria assiste straziata alla sua esecuzione.
Sc.: Annette Wademand, J. Becker, Jacques
Companeez; Fot.: Robert le Febvre; Int.:
Simone Signoret, Serge Reggiani, Claude
Dauphin.
GIO 29, h. 22.30
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo
anni di lavoro su Rossellini: Paisà con l’integrazione delle scene ritrovate dal Bundesarchiv,
la versione veneziana del Generale della Rovere tagliata per la circolazione in Italia, un inatteso
backstage a colori dell’Età del ferro, le riprese sudamericane scherzosamente soprannominate
“Sopraluoghi in Patagonia” e di attribuzione un po’ incerta, il nastro dell’intervista a Rossellini
di Francesco Savio per Cinecittà anni trenta, lo straordinario documento Ingrid in Italia
realizzato da Fiorella Mariani, nipote di Roberto, attorno agli 8mm girati da Ingrid Bergman
sul set di Stromboli. E poi questo “deposito” del Signor Bianchi, un distributore romano
amico di Roberto, fatto proprio nell’anno in cui Rossellini diventa presidente del Centro
Sperimentale, come per metterlo al sicuro. Insomma, il “materiale” ci suona subito giusto,
perché nel lavoro d’archivio bisogna avere occhio, cioè capacità di vedere quello che le
immagini raccontano, ma ancora prima, come direbbe Enzo Jannacci: “ci vuole orecchio”.
È un negativo nitrato. Ma il nitrato di cellulosa nella fabbricazione della pellicola viene
rimpiazzato molto rapidamente dall’acetato di cellulosa (non infiammabile), a partire dal 1950,
cioè solo 5 anni dopo le riprese di Roma città aperta. Un sospetto comincia a nascere: quale
motivo ci sarebbe di fare a così breve distanza un secondo negativo del film? La tradizione
orale sulla realizzazione di Roma città aperta, trasformata in romanzo da Ugo Pirro in Celluloide
e portata sullo schermo da Carlo Lizzani, racconta che il film sarebbe stato girato con rulli di
pellicola venduta di volta in volta al mercato nero da militari alleati a Roma. Pellicole poi
provinate per indovinarne la marca, e dunque la curva di risposta fotografica, dal giovanissimo
Carlo di Palma, assistente del direttore della fotografia, l’ovadese Ubaldo Arata (di cui ancora
oggi chi ci ha lavorato, come Peppino Rotunno, ricorda l’abitudine di sollecitare l’inizio delle
riprese borbottando “Andoma e giroma”, tra l’allibita sorpresa delle maestranze più abituate
al romanesco che al piemontese). La leggenda di Roma città aperta, quasi un mito originario
della rinascita del cinema italiano nel dopoguerra – tanto da poter dire che il film non è un
momento della storia del cinema italiano, ma della storia d’Italia, trova conferma nella
composizione del negativo della Cineteca, che ogni 300 metri (la lunghezza di un caricatore)
cambia pellicola, come dimostrano i cosiddetti “edge codes” impressi sui margini delle pellicole
per identificare marca e anno di fabbricazione. È di sicuro il negativo originale. E averlo tra le
mani non rappresenta soltanto una sublimazione feticistica, ma la possibilità di ottenere una
copia con una definizione fotografica mai più vista sullo schermo dagli anni ‘50. Una check
print, cioè una stampa a contatto, evidenzia però un sacco di problemi (polvere, spuntinature,
macchie, righe, tagli, qualche salto di fotogramma) e soprattutto le differenze di contrasto e lo
squilibrio di luce da scena a scena dovuto alle diverse pellicole, oltre ai difetti di ripresa tipici
dell’epoca, una messa a fuoco talvolta precaria, dissolvenze un po’ incerte. Fatti i test a
Cinecittà Digital si capisce che la maggior parte dei difetti può essere eliminata scannerizzando
il negativo originale, ripulendo in digitale fotogramma per fotogramma per poi ritornare su
pellicola. Resta ancora una cautela: in digitale è facile farsi prendere la mano per rifare “meglio
di com’era”, togliendo difetti d’epoca e soprattutto sterilizzando la colonna sonora attraverso
l’eliminazione del suono d’ambiente. La cosa migliore sarebbe il confronto con una copia
d’epoca. In Italia non ce ne sono più, e così parte una ricerca fortunosamente conclusa alla
Jugoslovenska Kinoteka di Belgrado, dove si trova un positivo nitrato che serve da riferimento
e per trarre alcuni fotogrammi mancanti. Il risultato? Si vede in proiezione. E Rossellini in
tutto ciò? Riguardandone oggi il cinema, anzi l’audiovisivo, si capisce che ha avuto un solo
grande erede, che si è servito delle immagini e dei suoni con la sua stessa genialità (con un
certo rigore calvinista in più e un certo disinvolto umanesimo in meno): Jean-Luc Godard.
Il restauro di “Roma città aperta”.
di Sergio Toffetti
Chi è Mario Bianchi e perché nel 1968 porta in Cineteca Nazionale Roma città aperta? Parte
da questo interrogativo il restauro del negativo originale del più importante film della storia
del cinema italiano (con Ossessione), di cui fino al 2006 esistevano soltanto “copie di copie”
che rendevano impossibile una proiezione decorosa. Nell’autunno 2005, i preparativi per il
centenario della nascita di Roberto Rossellini iniziano infatti con una verifica di magazzino,
non limitata al controllo delle copie in circolazione o di ciò che emerge dai database, ma spinta
fino all’esplorazione di ciò che inevitabilmente sedimenta nei decenni e finisce per nascondersi
nei meandri di un grande archivio. Con il progredire delle ricerche, si allineavano di fronte
Lo splendore del vero. Il mondo di Roberto Rossellini è un progetto del Centro Sperimentale
di Cinematografia e dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma realizzato in
collaborazione con RAI Teche e ospitato a Torino dal Museo Nazionale del Cinema. Alla prima parte
della manifestazione hanno collaborato inoltre Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza,
Cinecittà Holding, Mediaset Cinema Forever e Ripley’s Home Video.
La seconda parte della retrospettiva Rossellini avrà luogo nei mesi di maggio e giugno.
Roberto Rossellini
i protagonisti / 5 - 18 marzo
La
nave bianca
Lo splendore del vero. Il mondo
Italia 1941, 77’, b/n
di Roberto Rossellini
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
Roberto Rossellini
Un pilota ritorna
Italia 1942, 88’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale di
Cinematografia - Cineteca Nazionale
II guerra mondiale, fronte greco. L’aereo del
giovane tenente Gino Rossati, pilota dell’aviazione
italiana, viene abbattuto durante un’azione bellica.
L’uomo, messosi in salvo grazie al paracadute, viene
però catturato dagli inglesi. Finisce in un campo di
concentramento dove conosce la giovane figlia di
un medico italiano. Tra i due nasce un profondo
sentimento, ma i giovani sono costretti a lasciarsi
perché il tenente approfitta di un bombardamento
per evadere. Si impossessa di un aereo e riesce a
tornare in Italia; qui apprende che i greci si sono
arresi. Il soggetto è firmato da Vittorio Mussolini.
“Il realismo, per me, non è che la forma artistica
della verità. Quando la verità è ricostituita si
raggiunge l’espressione. Oggetto vivo del film
realistico è il mondo, non la storia, non il racconto.
Esso non ha tesi precostituite perché nascono da
sé” (R. Rossellini).
Sc.: Michelangelo Antonioni, Rosario Leone,
Massimo Mida, Gherardo Gherardi, Ugo Betti,
Margherita Maglione, R. Rossellini; Fot.:
Vincenzo Seratrice; Int.: Massimo Girotti,
Michela Belmonte, Gaetano Maser.
LUN 5, h. 16.30
nel cinema di Rossellini, modulate in toni e spessori
diversi, ma già artefici di mondi tanto fantasiosi
quanto veri. Il tacchino prepotente e La vispa Teresa
nascono dalla scommessa folle di inventare la
realtà a partire proprio dalla realtà. Il segreto sta
nel provare a spezzare le regole e intercettare linee
di antiche presunte conoscenze. Non è detto che
un cortile e un prato fiorito siano sempre un cortile
e un prato fiorito, si possono sempre consumare
avventure e vicende che neppure immaginiamo e
che riusciamo a conoscere solo attraverso il cinema.
Andare in profondità significa scoprire che ci sono
una varietà infinita di cose da vedere, che non
vediamo. Tocca al cinema scoprire i segreti e aprire
le “quinte” chiuse del reale. La sua virtù analitica
è sufficiente a instaurare un rapporto diretto con le
cose, a parlare la loro lingua (si pensi all’importanza
degli oggetti in tutti i film di Rossellini), e allora
ecco che si riesce a sentire la voce ripetitiva degli
insetti comporsi in una filastrocca infantile,
ossessiva, ma intrisa di vita.
Sc.: R. Rossellini; Fot.: Mario Bava
LUN 5, h. 19.35, MAR 6, h. 23.20
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
L’azione si svolge su una nave da guerra e la vicenda
narra la vita del suo equipaggio. Nei momenti di
riposo i marinai si dedicano alla corrispondenza e
il loro pensiero va alle persone care. Viene l’ordine
di partire e la nave leva le ancore per la battaglia.
Vari marinai rimangono feriti e vengono trasportati
su di una nave ospedale, dove prestano servizio le
infermiere volontarie della Croce Rossa. Primo
lungometraggio di Rossellini che si era proposto
per girare un film didattico su come si svolgeva un
combattimento navale. Alla macchina da presa
Mario Bava. “V’era in questo film, anche la crudeltà
spietata della macchina nei confronti dell’uomo:
l’aspetto non eroico dell’uomo che vive dentro
la nave da battaglia, che agisce quasi restando
all’oscuro, in mezzo alle misure, ai goniometri, alle
ruote e alle manovelle di manovra” (R. Rossellini).
Sc.: R. Rossellini, Francesco De Robertis; Fot.:
Emanuele Caracciolo; Int.: ufficiali e
equipaggio della Marina e infermieri dei Corpi
Volontari.
LUN 5, h. 18.15, MER 7, h. 22.00
Roberto Rossellini
Fantasia sottomarina
Italia 1939, 10’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
Un paesaggio sottomarino è raccontato con la
garbata finezza di una favola a lieto fine. Un acquario
si trasforma in una fantasia dell’immaginazione,
un movimentato microcosmo costruito sulla base
dell’invenzione e non dell’imitazione del vero. È
l’ansia di vedere i particolari a ispirare questa storia
visionaria. Quello che si vede a occhio nudo è l’idea
Roberto Rossellini
Il tacchino prepotente / La
vispa Teresa
Italia 1939, 6’ + 7’, b/n
Copie restaurate dall’Archivio Nazionale
Cinematografico della Resistenza
Ci sono sempre la scoperta e la pura osservazione
3
che diventa immagine. La parola, l’organizzazione
e il racconto arrivano dopo, in una sorta di
sceneggiatura dettata proprio dalle riprese, forse
suggerita dal montaggio. È un fatto istintivo il
cinema per Rossellini, il perfezionamento del
rapporto che si instaura con il mondo.
Sc.: R. Rossellini; Fot.: Rodolfo Lombardi.
LUN 5, h. 19.50, MAR 6, h. 23.35
Roberto Rossellini
Roma città aperta
Italia 1945, 104’, b/n
Copia restaurata dal Centro Sperimentale di
Cinematografia - Cineteca Nazionale
“La storia del cinema si divide in due ere: una
prima e una dopo Roma città aperta” (O. Preminger).
Durante i nove mesi dell’occupazione nazista di
Roma, la polizia tedesca è sulle tracce di un
ingegnere che è a capo di un movimento della
resistenza. Il giovane, sfuggito in tempo alla
perquisizione nel suo appartamento, trova rifugio
nella casa di un parroco della periferia. Ma l’arresto
dell’ingegnere e del parroco sono inevitabili, a causa
della delazione di un’aspirante attrice. Sottoposti a
sevizie perché rivelino i nomi dei loro compagni, i
due resistono e, mentre il giovane perde la vita sotto
la tortura, il prete viene condannato alla fucilazione.
Considerato uno dei capolavori del neorealismo, il
film è il primo della cosiddetta trilogia della guerra,
poi proseguita con Paisà e Germania anno zero. Palma
d’Oro al Festival di Cannes e Nastro d’Argento per
la miglior regia e la miglior sceneggiatura. Ad Anna
Magnani il premio come miglior interprete
femminile. Nomination all’Oscar per la migliore
sceneggiatura originale. “Hanno detto, scritto e
ripetuto in tutti i toni che io ho scoperto una nuova
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo
forma di espressione: il neorealismo… Ma io
non riesco facilmente a lasciarmi convincere […]
Mi sembra evidente che ciascuno possiede il suo
proprio realismo e che ciascuno stima che il suo
sia il migliore, me compreso” (R. Rossellini).
Sc.: Sergio Amidei, Federico Fellini, R.
Rossellini; Fot.: Ubaldo Arata; Int.: Anna
Magnani, Aldo Fabrizi, Marcello Pagliero.
LUN 5, h. 20.30, MAR 6, h. 16.30, VEN 9, h. 18.00
Roberto Rossellini
L’uomo dalla croce
Italia 1943, 88’, b/n
Copia digitale restaurata da Ripley’s Home
Video
Il percorso umano di San Francesco da Assisi viene
sublimato, negli undici episodi del film, nei suoi
aspetti principali, interiori ed esteriori, di umiltà,
sincerità, semplicità e carità che sono alla base
della vita del santo e più tardi dell’intero ordine
francescano. Il francescanesimo narrato attraverso la
vita quotidiana di Francesco e dei suoi compagni, tra
i quali brillano le figure di Fra’ Ginepro e Giovanni
il semplice. “La libertà è assoluta, secondo me, anche
se gli uomini oggi vogliono essere liberi di credere
a una verità che gli viene imposta: non c’è più un
uomo che cerchi la sua verità. È questo che mi
sembra straordinariamente paradossale. È sufficiente
dirgli con il dito puntato sul naso: “questa è la verità”
che lui diventa perfettamente felice. Lo vuol credere,
vi segue, è capace di qualsiasi cosa per poter credere
a questa verità; ma non ha mai fatto il minimo
forzo per scoprirla” (R. Rossellini).
Sc.: Federico Fellini, Felix Morlion, Antonio
Lisandro, R. Rossellini, da I fioretti di S.
Francesco e Vita di frate Ginepro; Fot.: Otello
Martelli; Int.: Aldo Fabrizi, Arabella Lemaitre.
LUN 12, h. 16.30, MAR 13, h. 20.30
Una prostituta torna nel suo paese decisa a rifarsi
una vita. Al paese conosce Giovanni, un floricoltore
totalmente diverso dagli uomini che fino ad allora
ha dovuto frequentare. Un filo di speranza nasce
nella ragazza, che si illude di poter cambiare vita,
ma l’ipocrisia della gente e i ricatti del cognato la
spingono al suicidio. Iniziato da Rossellini nel 1943,
il film venne ultimato dopo la guerra da Marcello
Pagliero. Il film, che in origine doveva durare
circa 102 minuti, venne sequestrato e rimesso in
circolazione in una versione ridotta. Di Rossellini
restano solo pochi metri, tra cui alcuni primi
piani di Elli Parvo e Massimo Girotti, girati
in uno scalo merci a San Lorenzo.
Sc.: Rosario Leone, Giuseppe De Santis,
Diego Calcagno, Guglielmo Santangelo,
Marcello Pagliero, R. Rossellini; Fot.: Rodolfo
Lombardi, Ugo Lombardi; Int.: Elli Parvo,
Massimo Girotti.
MER 7, h. 18.30, VEN 9, h. 22.30
Roberto Rossellini
Germania anno zero
Italia 1948, 78’, b/n
Copia digitale realizzata da Cinecittà Holding
Estate 1942. Sul fronte russo, dopo una battaglia,
il reparto di carri armati riceve l’ordine di spostarsi.
Un ferito intrasportabile viene lasciato sul posto,
affidato alle cure di un cappellano militare. Cadono
entrambi nelle mani dei russi ma, grazie ad un
bombardamento, il cappellano riesce ad allontanarsi
con il ferito. Si rifugiano in un casolare dove si
nascondono alcune donne russe coi loro bambini.
Una delle donne sta per partorire e quando dà
alla luce il suo bambino chiede al cappellano di
battezzare il neonato, che chiama Nicola. Nel
frattempo sono giunti al casolare anche alcuni
miliziani sovietici, che si attestano sulla posizione
per difendersi dall’assalto delle truppe italiane.
Girato a Ladispoli con attori non professionisti
e ambientato in Ucraina, il film ricostruisce la
vicenda del sacrificio di Don Reginaldo Giuliani.
In questo modo si chiude la trilogia rosselliniana
della guerra fascista. “Al fine di creare realmente
il personaggio che uno ha in mente, è necessario
che il regista si impegni in una battaglia con i
suoi attori, che normalmente finisce con la
sottomissione ai loro desideri. Siccome non voglio
sprecare le mie energie in questo tipo di battaglia,
io uso attori professionisti solo occasionalmente”
(R. Rossellini).
Sc.: Asvero Gravelli, Alberto Cosiglio, G.
D’Alicardo, R. Rossellini; Fot.: Guglielmo
Lombardi; Int.: Alberto Tavazzi, Roswitha
Schmidt, Aldo Capacci, Attilio Dottesio.
MAR 6, h. 18.30
Roberto Rossellini
Paisà
Italia 1946, 134’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
In sei episodi si rievoca l’avanzata delle truppe
alleate in Italia. In Sicilia la giovane Carmela aiuta
dei soldati alleati a passare le linee minate lasciate
dai tedeschi in fuga. In Napoli un piccolo
lustrascarpe ruba le scarpe ad un soldato americano.
In Roma una giovane prostituta ritrova un soldato
americano con il quale aveva vissuto una vera storia
d’amore. In Firenze una crocerossina dell’esercito
anglo-americano trova morto il capo partigiano che
stava cercando. In Appennino Emiliano un convento
di francescani ospita tre cappellani militari dei
reparti alleati. In Porto Tolle nuclei partigiani e
alleati combattono assieme contro i nazisti, ma
vengono sconfitti. Nomination all’Oscar per la
miglior sceneggiatura. “Roberto mi ha insegnato
che il soggetto di un film è più importante
dell’originalità dei titoli di testa, che una buona
sceneggiatura deve stare in dodici pagine, che
bisogna filmare i bambini con maggior rispetto
di qualsiasi altra cosa, che la macchina da presa non
ha più importanza di una forchetta e che bisogna
potersi dire, prima di ogni ripresa: «O faccio
questo film o crepo»” (F. Truffaut).
Sc.: Sergio Amidei, Federico Fellini, R.
Rossellini; Fot.: Otello Martelli; Int.: Carmela
Sazio, Dots M. Johnson, Maria Michi, Harriet
White, Bill Tubbs, Dale Edmonds.
MER 7, h. 16.00, GIO 8, h. 20.00
Roberto Rossellini
Dov’è la libertà…?
Italia 1952, 90’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
manchi di tenerezza. Ora, nel cinema-verità manca
la tenerezza, perché è il caso che guida tutto. Cos’è
che mi irrita, che mi dispiace nel mondo d’oggi? Il
mondo d’oggi è un mondo troppo inutilmente
crudele. La crudeltà è violare la personalità di
qualcuno, è metterlo in condizione di arrivare a una
confessione totale e gratuita” (R. Rossellini).
Sc.: Sergio Amidei, Giancarlo Vigorelli, Franco
Brusati, Liana Ferri, R. Rossellini; Fot.: Tino
Santoni, Enrico Betti Berutto; Int.: Gennaro
Pisano, Marilyn Bufferd, Giovanni Amato.
LUN 12, h. 22.30, MAR 13, h. 22.00
Roberto Rossellini
L’invidia
Italia/Francia 1952, 20’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
Episodio del film collettivo I sette peccati capitali.
Storia di una donna gelosa delle molte attenzioni
che il marito pittore riserva ad una piccola e tenera
gattina. Gli altri episodi del film sono: L’Avarizia e
L’Ira di Eduardo De Filippo, La Lussuria di Yves
Allégret, La Gola di Carlo Rim, La Superbia di
Claude Autant-Lara, La Pigrizia di Jean Dréville.
Sc.: R. Rossellini, Diego Fabbri, Liana Ferri,
Turi Vasile, dalla novella di Colette; Fot: Enzo
Serafin; Int.: Orfeo Tamburi, Andrée Débar,
Nicola Ciarletta, Nino Franchina.
LUN 12, h. 23.50, MAR 13, h. 23.20
Roberto Rossellini
Stromboli, terra di Dio
Italia 1950, 107’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
Il barbiere Salvatore Lojacono è stato in carcere
per 22 anni per aver ammazzato con un rasoio
l’amico Antonio che aveva una relazione segreta
con la moglie. Uscito di galera per buona condotta,
si accorge ben presto che la decantata libertà si
sconta a suon di ulteriori tradimenti e di cattiverie
da parte di estranei e non. Così, con un trucco,
riesce a rientrare in prigione. Viene scoperto ma
non può essere accusato di nulla, quindi è di nuovo
libero. Pur di rientrare nel carcere dove ha tanti
veri amici, durante il processo, con un morso
mozza un orecchio al proprio avvocato difensore.
Sc.: Vitaliano Brancati, Antonio Pietrangeli,
Ennio Flaiano, Vincenzo Talarico; Fot.: Aldo
Tonti, Tonino Delli Colli; Int.: Totò, Leopoldo
Trieste, Vera Molnar.
LUN 12, h. 18.00, MAR 13, h. 16.30
In una Berlino frantumata dalla guerra, il piccolo
Edmund avvelena il padre malato seguendo le
farneticanti teorie naziste di un suo vecchio maestro
che sostiene la necessità di eliminare i più deboli.
Alla fine, il ragazzino, preso dal rimorso, si uccide
gettandosi da una finestra di un palazzo bombardato.
Il film fu dedicato dallo stesso Rossellini al figlio
primogenito Romano, morto all’età di 9 anni.
Rossellini preparò accuratamente la scena lasciando
poi, volontariamente, all’aiuto-regista Carlo Lizzani
il compito di girare le ultime riprese inerenti al
suicidio del piccolo Edmund. “La tragedia della
guerra era passata: bisognava evitare di essere
poeta, e tutto ciò che abitualmente è un artista,
e costringersi a guardare attorno in maniera
strettamente realista” (R. Rossellini).
Sc.: Carlo Lizzani, Max Colpet, R. Rossellini;
Fot.: Robert Juillard; Int.: Edmund Moeschke,
Franz Kruger, Barbara Hintz.
MER 7, h. 20.30, GIO 8, 16.30
Roberto Rossellini
Napoli 1943
Italia 1954, 15’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
Quarto episodio del film a episodi Amori di mezzo
secolo. In un rifugio antiaereo, vicino al Teatro San
Carlo di Napoli, un giovane aviatore e una ragazza
in costume da fata si incontrano e amoreggiano.
Ma il loro tenero sogno d’amore viene infranto
a causa di un bombardamento che li uccide
lasciandoli abbracciati. Gli altri episodi del film
sono Amore romantico di Glauco Pellegrini, Guerra
1915-18 di Pietro Germi, La marcia su Roma di
Mario Chiari, Girandola di Antonio Pietrangeli.
Sc.: R. Rossellini, Oreste Biancoli, Vinicio
Marinucci, Giuseppe Mangione, Rodolfo
Sonego; Fot.: Tonino Delli Colli; Int.:
Antonella Lualdi, Franco Interlenghi.
LUN 12, h. 19.30, MAR 13, h. 18.00
Roberto Rossellini
L’amore
Italia 1948, 75’, b/n
Copia digitale realizzata da Cinecittà Holding
Film diviso in due episodi per descrivere l’amore
colto in due delle sue più estreme rappresentazioni.
In Una voce umana si segue l’affranto monologo di
una donna innamorata che parla al telefono con
l’amante che l’ha lasciata per un’altra donna. Il
miracolo, invece, racconta di una giovane pastora
ritardata e ignorante che crede di vedere in un
viandante l’incarnazione di San Giuseppe. Questi ne
approfitta e la mette incinta, provocando lo scherno
di tutti gli abitanti del suo paesello. La donna
partorirà sola, fra atroci sofferenze, quella che crede
sia una creatura voluta dall’intervento di Dio.
La voce umana: Sc.: Tullio Pinelli, dall’atto
unico di Jean Cocteau; Fot.: Robert Juillard;
Int.: Anna Magnani.
Il miracolo: Sc.: R. Rossellini, da un soggetto di
Federico Fellini; Fot.: Aldo Tonti; Int.: Anna
Magnani, Federico Fellini.
GIO 8, h. 18.00, VEN 9, h. 16.30
Roberto Rossellini/Marcello Pagliero
Roberto Rossellini
Desiderio
Francesco, giullare di Dio
Italia 1943, 85’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
Italia 1950, 75’, b/n
Copia restaurata proveniente da Mediaset Cinema Forever
La giovane Karin, reclusa in un campo profughi,
accetta la corte di un soldato con lo scopo di farsi
sposare per tornare in libertà. Il marito, Antonio, è
un pescatore siciliano che la porta al suo paese,
sull’isola di Stromboli. Ma lì Karin è malvista dalla
gente e per la donna è un tormento. Uscita dalla
prigionia del campo, si trova quindi in una nuova,
disperante condizione: quella dei pregiudizi, delle
incomprensioni, della mentalità ristretta degli
isolani. Karin tenta una fuga disperata per
raggiungere il porto che si trova dal lato opposto
dell’isola. Per farlo, deve scalare e ridiscendere il
vulcano, tenta l’impresa, ma stremata si accascia ai
margini della bocca del vulcano. Si sveglierà la
mattina seguente e la bellezza del panorama che la
circonda tra cielo e mare le ridarà un attimo di pace
interiore. “A mio modo di vedere, l’essenziale nel
racconto cinematografico, è l’attesa: ogni soluzione
nasce dall’attesa dà la liberazione. Si pensi, ad
esempio, all’episodio della tonnara: è un momento
che nasce dall’attesa. Si viene creando nello
spettatore una curiosità per ciò che dovrà succedere:
poi è l’esplosione della mattanza dei tonni. L’attesa è
la forza di ogni avvenimento della nostra vita: e così
è anche per il cinema” (R. Rossellini).
Sc.: Art Kohn, Sergio Amidei, Giampaolo
Callegari, Renzo Cesana, R. Rossellini; Fot.:
Otello Martelli; Int.: Ingrid Bergman, Mario
Vitale, Renzo Cesana, Mario Sponza.
VEN 16, h. 16.30, SAB 17, h. 20.30, DOM 18, h. 18.30
Roberto Rossellini
Roberto Rossellini
La macchina ammazzacattivi
Italia 1948-52, 80’, b/n
Copia digitale realizzata da Cinecittà Holding
Un semplice fotografo di nome Celestino riceve
il dono di poter uccidere ogni persona malvagia
con uno scatto della propria macchina fotografica.
Tale potere, però, non debellerà mai totalmente
la cattiveria della gente, anzi, provocherà quella
degli umili, pervasi dalla brama di ricchezza. Perché
quello dato al fotografo non era un dono divino,
ma il perfido presente di un “povero diavolo”. Il
film, iniziato nel 1948 da Rossellini, dopo diverse
interruzioni viene ultimato nel 1951 dagli assistenti
del regista con il contributo del produttore
Rudolph Solomon, e distribuito solo nel 1952. “La
tenerezza è la vera posizione morale. Non riesco a
riconoscere come forma artistica qualcosa che
4
Europa ’51
Italia 1952, 118’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
Irene Girard, moglie di un diplomatico e abituata al
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo
lusso dell’alta società, cambia la sua vita dopo il
suicidio del figlio che si sentiva trascurato. Da quel
momento, colta dal senso di colpa, sente di dover
aiutare le persone più bisognose che incontra. Ma
aiutando un malvivente in fuga, viene arrestata
dalla polizia. Per salvare il decoro del suo status,
il marito la fa ricoverare come fosse pazza. Aiuto
alla regia era Antonio Pietrangeli. “Irene per il
mondo è matta. È una donna che vuol far diventare
profondamente morale la sua vita e fa tutto quello
che è possibile, però non è quello che la media
degli individui fa. Quindi lei finisce dietro le sbarre
di un manicomio, e quelli di sotto la guardano
come si guarda una matta, e lei di sopra li guarda
con emozione perché li guarda come si guardano
dei matti. C’è bisogno di eroi nel mondo di oggi,
questa è la verità, purtroppo” (R. Rossellini).
Sc.: Sandro De Feo, Mario Pannunzio, Ivo
Perilli, Brunello Rondi, Diego Fabbri, Antonio
Pietrangeli, da un’idea di Massimo Mida e
Antonello Trombadori; Fot.: Aldo Tonti; Int.:
Ingrid Bergman, Alexander Knox, Sandro
Franchina, Giulietta Masina.
VEN 16, h. 18.30, SAB 17, h. 22.30
Roberto Rossellini
Santa Brigida
Italia 1952, 9’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
Danze e corpi trafitti: tre maestri
del cinema di arti marziali
Bergman nel giardino della sua villa. Qui scopre
che il suo roseto è stato rovinato da un pollo
piuttosto maldestro. Ingrid litiga con la padrona
del pennuto, ma poi si prende la rivincita proprio
sul pollo. Gli altri episodi che compongono il film
sono 4 attrici, una speranza di Alfredo Guarini,
Alida Valli di Gianni Franciolini, Isa Miranda di
Luigi Zampa, Anna Magnani di Luchino Visconti.
Sc.: Cesare Zavattini, Luigi Chiarini, R.
Rossellini; Fot.: Otello Martelli; Int.: Ingrid
Bergman, Albamaria Setaccioli, Robertino,
Isabella e Isotta Rossellini.
VEN 16, h. 23.50, DOM 18, h. 17.50
di Dario Tomasi
Zhang Che, Lau Kar-leung e Chu Yuan (*) sono nomi ben noti agli appassionati del cinema
di Hong Kong e, in particolare, di arti marziali. Filmografie, probabilmente incomplete,
attribuiscono ai tre un totale di quasi duecento film che hanno davvero segnato la storia del
‘cinema cinese per eccellenza’. È, infatti, sin troppo evidente che il cinema di arti marziali
(wuxiapian o kung fu che sia) occupa nel cinema cinese lo stesso posto che il western occupa in
quello americano (e i film di samurai in quello giapponese). Si tratta, in tutti e tre i casi, di generi
che ripercorrono in chiave mitologica il passato di un paese cercando di definirne un’identità.
Esempio di cinema popolare forse ancor più degli altri due, il film d’arti marziali ha attraversato
tutta la storia del cinema cinese ma ha raggiunto una vera e propria dignità espressiva nel corso
degli anni Sessanta grazie al lavoro della Shaw Brothers e di due figure di registi in qualche modo
agli antipodi l’uno dell’altro: King Hu e, appunto, Zhang Che. Tanto il primo è etereo, elegante,
colto e raffinato, quasi femmineo, tanto l’altro è materiale e rozzo, di un’immediatezza pacchiana e
kitsch che non arretra di fronte a niente e a nessuno. L’evidenza del cinema di Zhang è anche tutta
nell’ostentata esibizione di corpi maschili – che prendono il posto delle minute grazie della Cheng
Pei-pei kingiana – dai prominenti pettorali su cui la macchina da presa indugia, con evidente
piacere, soprattutto quando questi sono trafitti dalle falliche lame delle più improbabili e fantasiose
armi da taglio che si possano immaginare. Zhang sublima la componente sado-maso-voyeuristica
dei suoi film con la ricorrente immagine di eroi trafitti da un nugolo di frecce come moderni San
Sebastiano, riprendendo e vulgando la celebre immagine di desiderio omosessuale proposta da
Mishima attraverso il giovane protagonista di Dietro la maschera che, per la prima volta in vita sua,
si masturba proprio davanti a una riproduzione del quadro di Guido Reni. E, come ogni autentico
cineasta, Zhang si impone anche per una sua vera e propria stilistica (si veda nella rassegna il finale
di The New One-Armed Swordman), anch’essa rozza e primitiva, sporca e onnivora, fatta di riprese
con la macchina a spalla, montaggio veloce e frequente uso di quei rapidi zoom, il dolly dei poveri,
che occuperanno davvero nel cinema di Zhang – come bene si è ricordato anche Tarantino nei suoi
Kill Bill – lo stesso posto che la profondità di campo occupa in quello di Welles. Né Chu Yuan, né
Lau Kar-leung hanno probabilmente una personalità pari a quella di Zhang, del primo – cui il Far
East Film Festival di Udine aveva dedicato nel 2004 un’interessante retrospettiva – bisogna forse
ricordare come la sua produzione si sia estesa anche ad altri generi e il suo contributo al wuxiapian
vada soprattutto letto nella sua capacità di prestare una maggiore attenzione alla caratterizzazione
degli eroi delle sue storie di quanto non accada altrove; di Lau kar-leung, invece, più della sua
formazione come vero e proprio maestro di kung fu, va ricordato il suo essenziale contributo, con
lo Yuen Woo-ping di Matrix, a quella commedia kung fu e a quell’idea del combattimento come
di una sorta di balletto di cui due dei film presenti in questa rassegna, My Young Auntie e Dirty Ho,
contengono diversi straordinari esempi, davvero tutti da godere come davanti a un musical
hollywoodiano.
Roberto Rossellini
La paura
Italia/Germania 1954, 82’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale
di Cinematografia - Cineteca Nazionale
La moglie fedifraga di un industriale, cade tra le
braccia di un musicista. Una donna che sa della
relazione la ricatta con la minaccia di raccontare
tutto al marito. Ma è lo stesso marito ad aver
organizzato il ricatto, e quando la moglie viene a
scoprirlo decide di uccidersi. Pentito, il coniuge
salva la moglie dal gesto estremo e ambedue,
riconciliandosi, ammettono i propri errori.
L’edizione tedesca del film è l’unica che Rossellini
riconoscesse come propria. A differenza di quella
italiana, tagliata qui e là, non c’è la voce off della
protagonista e il finale è completamente differente:
la Bergman non torna a casa dalla sua famiglia
ma si perde in una lunga deriva nel laboratorio
chimico.
Sc.: Sergio Amidei, Franz Graf Treuberg, R.
Rossellini dal racconto di Stefan Zweig; Fot.:
Carlo Carlini, Heinz Schnackertz; Int.: Ingrid
Bergman, Mathias Wieman.
SAB 17, h. 16.30, DOM 18, h. 20.30
Roberto Rossellini
Giovanna d’Arco al rogo
Documentario incompiuto girato nel ’52 da
Rossellini con la collaborazione di Ingrid Bergman.
Al centro del cortometraggio le attività benefiche
dell’associazione svedese Rädda Barnen, volta
all’assistenza dei bambini italiani colpiti dalle
alluvioni nel Polesine.
Fot.: Aldo Tonti; Int.: Ingrid Bergman e
le sorelle dell’ordine di Santa Brigida
VEN 16, h. 20.30, SAB 17, h. 00.30
Roberto Rossellini
Viaggio in Italia
Italia 1954, 82’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale di
Cinematografia - Cineteca Nazionale
Una coppia di coniugi stranieri riceve in eredità
una villa sul golfo di Napoli. Lui vuole disfarsene,
ma lei pian piano se ne innamora. Un astio antico,
tra loro, si riversa su quella banale disputa al punto
che stanno per separarsi per sempre. Durante una
processione religiosa, però, vengono fisicamente
divisi dalla folla che ha invaso la strada. I due si
sentono persi e, appena si ritrovano l’una tra le
braccia dell’altro, scoprono di amarsi ancora.
“La sera non si sapeva quello che avremmo fatto
la mattina. Le cose poi maturarono in mano, c’è
una certa logica delle cose che non si può calcolare.
Uno sta lì, ha l’ambiente, gli attori ti obbligano
a seguire una certa strada, ma sono i personaggi
ad averla tracciata” (R. Rossellini).
Sc.: R. Rossellini, Vitaliano Brancati; Fot.: Enzo
Serafin; Int.: Ingrid Bergman, George Sanders.
VEN 16, h. 22.30, DOM 18, h. 16.30
Roberto Rossellini
Ingrid Bergman
Italia 1953, 20’, b/n
Copia proveniente dal Centro Sperimentale di
Cinematografia - Cineteca Nazionale
Terzo episodio del film collettivo Siamo donne nato
da un’idea di Cesare Zavattini. Al centro del film
diretto da Roberto Rossellini c’è l’attrice Ingrid
Italia/Francia 1954, 80’, col.
Copia restaurata dal Museo Nazionale del
Cinema
Trasposizione cinematografica della messa in scena
teatrale dell’oratorio di Claudel. Si narra come la
Pulzella d’Orleans, ormai in paradiso, voglia sapere
da San Domenico cos’abbiano scritto gli uomini di
lei. Viene così ripercorsa tutta la vita di Giovanna
d’Arco dalla giovinezza sino al processo e al rogo.
Infine Giovanna entra nel regno dei Santi. Quando
uscì il film non venne compreso dalla critica e dal
pubblico, accusato di troppo formalismo e
dimenticato al punto da essere quasi perduto. “Non
è affatto teatro filmato, ma cinema; direi persino
che è neorealismo nel senso in cui l’ho sempre
tentato” (R. Rossellini).
Sc.: R. Rossellini, dall’oratorio drammatico di
Paul Claudel e Arthur Honegger; Fot.: Gabor
Pogany; Int.: Ingrid Bergman, Tullio
Carminati, Giacinto Prandelli.
SAB 17, h. 18.00, DOM 18, h. 22.00
(*) I tre registi sono rispettivamente noti anche come Chang Cheh, Liu Chia-liang e Chor Yuen
sguardi ad Oriente / 19 - 23 marzo
La furia del drago.
Omaggio alla Shaw Brothers
Chung Chang-wha
King Boxer
Tianxia Di yi Quan
Hong Kong 1972, 97’, col., v.o. sott.it.
precedente One-Armed Swordsman (1967) ma con
una fondamentale differenza: David Jiang riveste
i panni di un guerriero arrogante umiliato da
un rivale che gli rompe un braccio. Costretto
ad una lunga attesa, si sottopone ad un estenuante
allenamento per fortificare il braccio che gli resta.
A riportarlo sulla strada della vendetta, però, è
la prematura morte del suo compagno Di Long.
Sc.: Ni Kuang; Fot.: Gong Muduo; Int.: David
Jiang, Di Long, Li Jing, Gu Feng.
LUN 19, h. 18.20
Italo Moscati
Zhang Che/Bao Xueli
Via Veneto Set. La strada,
il cinema, la vita
The Boxer from Shantung
Ma Yongzhen
Italia 2006, 85’, b/n e col.
“Il lavoro è stato duro anche per la brevità
del tempo che avevo a disposizione. Ma è stato
molto istruttivo.
Inseguivo l’idea di partenza che era quella di
raccontare Via Veneto, la strada della “Dolce vita”,
in una chiave nuova. E cioè non come la ribalta
della grande pellicola felliniana e basta; ma come
metafora di Roma e della società italiana a
pochi anni dall’inizio delle trasmissioni tv.
L’idea si è concretizzata a poco a poco, mentre
procedevo nelle ricerche. Oggetto di queste sono
stati i cinegiornali che all’epoca erano in auge
e non erano ancora entrati nella crisi in cui
sarebbero precipitati negli anni Sessanta. Prima
di tutti, la Settimana Incom, che aveva ereditato
e sostituito completamente i vecchi cinegiornali
dell’Istituto Luce, e poi una serie di altre testate
minori che copiavano senza timori la Settimana
Incom, testata fondata e diretta da Sandro
Pallavicini. La caratteristica di questi cinegiornali
era il racconto per immagini, un racconto molto
serrato, con testi ironici e velocissimi: esattamente
il contrario di quel che farà l’imminente
informaizione televisiva”. (I. Moscati).
LUN 12, h. 20.30 (ingresso libero), MAR 13, h. 18.30
Hong Kong 1972, 126’, col., v.o. sott.it
Una storia di vendetta e di sfide all’ultimo colpo
che ha il primato di essere il primo film di kung
fu diventato un grande successo in Occidente,
spianando la strada al fenomeno di Bruce Lee.
L’attore Luo Lie interpreta con estrema intensità
il suo ruolo di lottatore dal pugno di ferro, le cui
dita, però, vengono spezzate da un rivale della banda
avversaria. Il regista coreano Chung Chang-wha
era tra i talenti non cinesi portati al successo, alla
fine degli anni Sessanta dalla Shaw Brothers,
conquistando le platee asiatiche con i suoi
action movie.
Sc.: Jiang Yang; Fot.: Wang Yonglong; Int.: Luo
Lie, Wang Ping, Wang Jinfeng.
LUN 19, h. 16.30, GIO 22, h. 20.30
Zhang Che
The New One-Armed Swordsman
Xin Dubi Daowang
Prima dello spettacolo di lunedì 12 incontro con
Italo Moscati
Hong Kong 1971, 94’, col., v.o. sott.it.
Zhang Che rivisita i temi già affrontati nel
5
Il film segue la classica storia dell’ascesa e del
declino di un gangster nella Shanghai degli anni
Trenta. Chen Guantai, infatti, è dapprima, un
ragazzetto proveniente da Shandong la cui
abilità sul ring gli consente di fare carriera
nell’ambiente e gli apre la strada fino ai vertici
della malavita organizzata.
Molti sono i motivi riconoscibili in The Boxer from
Shantung che hanno ispirato altri film e altri
registi, anche insospettabili: tra questi, ad esempio,
la sfida tra Chen e un lottatore russo.
Sc.: Ni Kuang, Zhang C.; Fot.: Gong Muduo,
Ruan Dingbang; Int.: Chen Guantai, Jing Li,
David Jiang, Ma Lannu.
LUN 19, h. 20.15; GIO 22, h. 16.3
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo
Zhang Che
The Five Venoms / Wu Du
Hong Kong 1978, 97’, col., v.o. sott.it.
Corea in fiamme.
Selezione del Korea Film Fest
stravagante nipote e a suo figlio. Mescolando con
libertà i movimenti classici delle arti marziali con
allusioni ai film di genere hollywoodiani, come il
musical, la commedia brillante e il film di guerra,
My Young Auntie può essere definita un’insolita
commedia di kung fu.
Sc.: Lau Kar-leung, Li Taiheng; Fot.: Ao
Zhijun; Int.: Lau Kar-leung, Kara Hui, Xiao
Hou.
MAR 20, h. 20.30; VEN 23, h. 16.00
Tre registi per tre diversi modi di fare cinema e di rappresentare la realtà. Tre omaggi che riescono
a rappresentare il passato, il presente e il futuro del cinema coreano. Si inizia con il grande maestro
Im Kwon-taek, autore che, nella sua lunga carriera, ha realizzato quasi cento film, attraversando i
generi, le storie e le mode, passando da una produzione considerata più commerciale ad un cinema
che intende rivalutare le antiche tradizioni culturali del suo paese.
Collaboratore e allievo di Im Kwon-taek è stato, all’inizio degli anni Novanta, il più giovane Im
Sang-soo che, con il suo film d’esordio Girls’ Night Out, ha scatenato non poche controversie per
aver trattato tematiche delicate come il sesso e il desiderio in toni liberi ed espliciti, temi che
analizza sotto diversi punti di vista anche in Tears e ne La moglie dell’avvocato. Si rivolge, invece,
all’attualità con The President’s Last Bang in cui ripercorre l’assassinio del presidente sudcoreano,
il generale Parl Chung-hee, avvenuto nel 1979.
Al suo terzo lungometraggio, infine, Lee Jae–young, esplora la sessualità dei giovanissimi nei suoi
aspetti più estremi, con una tecnica che alterna il cinema d’animazione con quello dal vero.
Chu Yuan
The Magic Blade
Tianya Mingyue Dao
Hong Kong 1976, 101’, col., v.o. sott.it.
Il capo morente della Venoms House cerca
di riportare entro la legalità l’unico discepolo
rimastogli, dal momento che gli altri si sono fatti
tutti coinvolgere dal mondo della criminalità.
Il suo scopo è quello di riunire il gruppo che nel
tempo si è disperso e che contava su lottatori di
straordinaria abilità, ognuno specializzato in un
peculiare stile di combattimento. Il giovane, ora,
li deve rintracciare, toglierli dai guai e recuperare
il tempo perduto.
Sc.: Ni Kuang, Zhang Che; Fot.: Gong Muduo,
Cao Huiqi; Int.: Jiang Sheng, Sun Jian, Guo
Zhui.
LUN 19, h. 22.30, GIO 22, h. 18.45
Lau Kar-leung
Legendary Weapons of China
Shiba Ban Wuyi
Hong Kong 1982, 101’, col., v.o. sott.it.
La rassegna comprende una selezione di film presentati al Korea Film Fest (Firenze, 23-30 marzo)
organizzato con la collaborazione del Museo Nazionale del Cinema e della Korean Film Commission.
sguardi ad Oriente / 28 marzo - 2 aprile
Corea in fiamme.
Selezione del Korea Film Fest
Gli attori Di Long e Luo Lie vestono i panni
di due valorosi cavalieri rivali che si uniscono
per rintracciare la leggendaria spada Peacock e
battere un mago maligno desideroso di potere.
Il viaggio è ricco di imprevisti e di mirabolanti
avventure che i due protagonisti vivono come
fossero antichi cavalieri erranti. Con acrobazie
e giochi spettacolari, il regista Chu Yuan si
conferma un maestro del genere wuxiapian
degli anni Settanta.
Sc.: Ni Kuang, Situ An, da un racconto di Gu
Long; Fot.: Huang Jie; Int.: Di Long, Luo Lie,
Jing Li, Tian Ni.
MAR 20, h. 22.40
woo scopre che lei è stata l’unica ad essergli rimasta
fedele e, soprattutto, che gli ha lasciato qualcosa
di molto importante a ricordarla: una figlia.
Im Kwon-taek
The Surrogate Mother / Sibaji
Corea del Sud 1987, 95’, col., v.o. sott.it.
Shin Sang-kyu e sua moglie Yoon, non possono
avere figli e decidono di affidare a Soon-ok il ruolo
di “madre in affitto” per assicurare una discendenza
alla nobile famiglia Shin. Ma Sang-kyu si innamora
della bellissima Soon-ok, e quando quest’ultima si
innamora a sua volta di lui, rischia di dimenticare
il suo ruolo di madre in prestito.
Sc.: Song Gil-han; Fot.: Koo Jung-mo; Int.: Kang
Soo-yeon, Lee Gu-sun, Yun Yang-ha.
MER 28, h. 16.30
Sc.: Lim Sang-soo; Fot.: Woo-hyeong Kim; Int.:
Jeom Jeong-ha, Ji Jin-hee, Kim Yu-ri.
MER 28, h. 20.30
Al termine del film incontro con Im Sang-soo
Im Kwon-taek
Im Kwon-taek
Un film che gli esperti considerano definitivo
nell’ambito del cinema di arti marziali cinesi per
il suo sguardo realistico sul kung fu, che prende
in considerazione ben diciotto stili differenti di
combattimento, sia con svariati tipi di armi che
“a mani nude”. La storia, inoltre, riprende il
tema classico del maestro e del giovane discepolo.
Protagonista è lo stesso regista che ha anche
seguito direttamente le coreografie dei
combattimenti.
Sc.: Lau Kar-leung, Li Taiheng; Fot.: Ao
Zhijun; Int.: Lau Kar-leung, Kara Hui, Lau
Kar-wing.
MAR 20, h. 16.30
Hong Kong 1977, 101’, col., v.o. sott.it.
Uno dei film più cupi tra quelli prodotti dalla
Shaw Brothers. Opera che vanta le più grandi
star del cinema di kung fu, conosciuti soprattutto
per la loro abilità con la spada. Ti Lung è
a proprio agio nel ruolo di eroe e grande
lottatore e Lo Lieh rivela tutto il suo carisma.
Lo stile visionario di Chu contribuisce ad
impreziosire il film di pathos, mentre il
tema anticipa il tono riflessivo e malinconico
che diventerà caratteristica ricorrente per
la cosiddetta new wave di Hong Kong
degli anni Ottanta.
Sc.: Gu Long, Chu Yuan; Fot.: Huang Jie;
Int.: Di Long, Gu Feng, Li Lili, Luo Lie.
MER 21, h. 16.30
Lau Kar-leung
Chu Yuan
Un uomo vive insegnando alla figlia adottiva il
Pandori, il canto tradizionale coreano, e il tamburo
di accompagnamento al figlio. In costante viaggio
attraverso il paese, i tre sbarcano il lunario grazie
alla musica. Ma quando il ragazzo decide di separarsi
dal gruppo, la sorella sceglie di non cantare più e il
padre-padrone la acceca. Anni dopo, nel ritrovare il
fratello, il canto della donna raggiungerà il sublime.
Il Pansori rappresenta, dal punto di vista musicale,
la sublimazione del dolore e della disperazione
collettiva. Questo canto tradizionale, molto difficile
da apprendere, è stato proibito nel 1945. “Esiste
un termine coreano che significa ‘avere l’orecchio
musicale’ che illustra bene la difficoltà di saper
ascoltare con attenzione il Pansori, perché non è
facile non solo impararlo ma anche ascoltarlo”
(Im Kwon-taek)
Sc.: Kim Myung-gon, dall’opera omonima di Yi
Chongjun; Fot.: Jung Li-sung; Int.: Kim Myunggon, Oh Jung-hae, Kim Kyu-chul.
MER 28, h. 18.15
Chu Yuan
The Jade Tiger
Bai Yu Laohu
Dirty Ho / Lan Tou Hou
Hong Kong 1979, 100’, col., v.o. sott.it.
Sopyonje / Seopyeonje
Corea del Sud 1993, 113’, col., v.o. sott.it.
Corea del Sud 1987, 134’, col., v.o. sott.it.
Clans of Intrigue
Chu Liuxiang
Hong Kong 1977, 99’, col., v.o. sott.it.
Un insolito film di kung fu il cui protagonista
deve nascondere la sua abilità nelle arti marziali
per celare la sua vera identità. In realtà, infatti, lui
è il cosiddetto Settimo Principe, pronto per essere
nominato erede al trono della Cina. Il titolo fa
riferimento al timido Ho Chi, un ladruncolo di
strada che diventa complice del Principe nella sua
indagine per scoprire quale dei suoi fratelli stia
cercando di ucciderlo.
Sc.: Ni Kuang; Fot.: Huang Yuetai, Ao Zhijun;
Int.: Wang Yu, Gordon Liu Jiahui, Kara Hui.
MAR 20, h. 18.30
Lau Kar-leung
My Young Auntie / Zhangbei
Come Come Come Upward
Aje aje bara aje
Chu Yuan prosegue con questo film la
trasposizione cinematografica dei romanzi di
Gu Long. Il famoso spadaccino Chu Liuxiang
è il primo indiziato per l’omicidio di tre capi clan.
Per dimostrare la sua innocenza deve trovare il
vero colpevole. Intraprende, così, un’indagine che
lo conduce dapprima ad una donna misteriosa,
poi in un monastero buddista, infine in una
organizzazione di donne combattenti, guidata
da una lesbica.
Sc.: Ni Kuang, da un racconto di Gu Long;
Fot.: Huang Jie; Int.: Di Long, Betty Bei Di,
Nora Miao, Yue Hua.
MER 21, h. 18.30
Im Sang-soo
The Old Garden
Orae-doen jeongwon
Corea del Sud 2006, 112’, col., v.o. sott.it.
Hyun-woo esce di prigione dopo una condanna
a 17 anni per attività antigovernative. Durante la
sua lunga prigionia ogni cosa è cambiata e anche i
suoi compagni di lotta sono ormai persone diverse.
Quando viene informato del fatto che la sua
fidanzata Yoon-hee è morta, il giovane si reca nel
luogo dove i due, molti anni prima, hanno trascorso
due mesi insieme come una coppia in luna di miele.
Leggendo il diario e le lettere della donna, Hyun-
Hong Kong 1980, 114’, col., v.o. sott.it.
Una giovane vedova arriva a Guangdong per
consegnare un’eredità agli aventi diritto, la sua
6
Sun Nyog conduce la sua lotta per imporre
maggiore disciplina nel tempio buddista che ha
appena raggiunto. La donna salva un alcolizzato
dal suicidio; l’uomo, però, la violenta e Sun Nyong
è costretta ad abbandonare il tempio con disonore.
Tuttavia si innamora dell’uomo che ha abusato di
lei. Un’altra suora, Jin Song, che ha una buona
considerazione all’interno del tempio, va sulle
montagne per un lungo periodo di isolamento in
una grotta, ma anche lei viene violentata da un
vecchio monaco.
Sc.: Han Sung-won; Fot.: Ku Jung-mo; Int.:
Kang Soo-yeon, Jin Yeong-mi, Yu In-chon.
GIO 29, h. 15.30
Im Kwon-taek
Festival / Chukye
Corea del Sud 1996, 106’, col., v.o. sott.it.
Quando muore la nonna di un’antica famiglia
coreana, i figli e coloro che l’hanno amata si
riuniscono per celebrare tutti insieme il momento
triste del passaggio dalla vita alla morte. Durante
il funerale i presenti si scambiano confidenze
mostrandoci frammenti delle loro vite private. “Nei
miei film ho ritratto la vita dei coreani, ho descritto
quello che abbiamo perso, ciò che troviamo tragico,
l’origine di tale tragedia. Ho cercato di individuare
le barriere delle nostre vite, la ragione di queste
barriere e così via” (Im Kwon-taek).
Sc.: Yook Sang-hyo; Fot.: Park Sung Bae; Int.:
Ahn Byung-kyung, Ahn Sung-kee, Chung
Kyung-soon.
GIO 29, h. 18.00
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo
Lee Jae–young
Dasepo Naugthy Girls
Corea del Sud 2006, 111’, col., v.o. sott.it.
al Shinduri Beach Resort. Qui, però, succede che
Joong-rae corteggia Moon-sook e la ragazza non
nasconde il suo interesse. Apparentemente Changwook fa finta di nulla, ma poi insiste per ritornare a
Seoul con la sua ragazza. Due giorni dopo Joong-rae
ritorna a Shinduri dove vorrebbe incontrare Moonsook, non riesce a contattarla e così le lascia un
messaggio. Casualmente, però, incontra un’altra
donna da cui è attratto e che gli fa dimenticare
Moon-sook.
Im Kwon-taek
Low Life / Haryu Insaeng
Corea del Sud 2004, 105’, col., v.o. sott.it.
lontano da casa mentre, poco dopo, la guerra la
separa dall’amato. Quando i due si ritrovano, l’uomo
viene a sapere che, durante il conflitto, il figlio è
stato mandato in orfanotrofio, facendo perdere le
sue tracce.
Sc.: Song Kil-han; Fot.: Jeon Il-seong; Int.: Kim
Ji-mi, Sin Song-il, Han Ji-il.
DOM 1 aprile, h. 18.30
Im Sang-soo
La moglie dell’avvocato
Baramnan gajok
Corea del Sud 2003, 104’, col., v.o. sott.it.
Basato sul popolare romanzo apparso solo su
internet Multi-Cell Girl, il film si svolge in una scuola
famosa e controversa. Gli studenti sono adolescenti
dalla spiccata ambiguità sessuale al punto che il
rappresentante degli studenti esibisce la sua passione
per il sadomaso. Tra loro, però, c’è anche chi
non riesce ad adeguarsi con disinvoltura a questo
ambiente, come la ragazza che, per guadagnare i
soldi che servono a mantenere la sua famiglia, si
prostituisce con uomini molto più vecchi, oppure
Anthony, un grazioso ragazzo di origine svizzera,
e l’unico giovane vergine della scuola.
Sc.: Choi Jin-seong, Lee Jae–young; Int.: Kim
Ok-bin, Park Jin-woo, Lee Kyeon.
GIO 29, h. 20.00, DOM 1 aprile, h. 22.30
Giovedì 29, al termine del film incontro con Lee Jae-young
Im Kwon-taek
Mandala / Mandara
Corea del Sud 1981, 108’, col., v.o. sott.it.
La vita di un gangster nella Corea turbolenta della
fine degli anni Cinquanta, quando la situazione
politica del paese era divorata da odi e conflitti
interni, con la caduta del fallimentare regime del
partito liberale. Il racconto segue la personale
vicenda di un uomo, il giovane e ribelle Tae-woong,
che finisce per rovinasi la vita a causa del suo
carattere. Il film si porta fino agli inizi degli anni
Settanta, tratteggiando gli episodi più importanti
della rivolta studentesca dell’aprile del 1960 e la
rivoluzione del maggio 1961, quando salgono al
potere i militari e il protagonista viene arrestato.
Sc.: Im Kwon-taek; Fot.: Jung Il-sung; Int.: Cho
Seung-woo, Kim Min-sun, Yoo Ha-joon.
SAB 31, h. 20.30
Sc.: Hong Sang Soo; Int.: Kim Seung Woo,
Ko Hyeon-jeong, Song Seon-mi.
VEN 30, h. 20.15
Im Sang-soo
Girls’ Night Out
Cheonyeodeul-ui jeonyeoksiksa
Corea del Sud 1998, 101’, col., v.o. sott.it.
Tre amiche di Seoul si confidano tra loro e si
sostengono, nonostante abbiano idee diverse su quasi
tutto (gli uomini, l’amore, il sesso, il matrimonio).
Yeon, di professione cameriera, è la più timida: la sua
aspirazione è il matrimonio, ma l’uomo che frequenta
non è dello stesso parere. Ho-jeong, dirigente in
rapida ascesa in una ditta di design, è libera e
indipendente: si gode la vita e l’idea del matrimonio
non la sfiora neppure, nonostante sua madre si affanni
a combinarle appuntamenti con affascinanti giovani di
buona famiglia. Sun, appena laureata, aspetta l’uomo
giusto che la liberi dalla verginità.
Sc.: Im Sang-soo; Fot.: Alex Hong; Int.: Kang
Soo-yeon, Jin Heui-kyung, Kim Yeo-jin.
VEN 30, h. 22.30
Im Kwon-taek
Chang / Downfall
Corea del Sud 1997, 105’, col., v.o. sott.it.
Una giovane donna finisce suo malgrado nel giro
della prostituzione. Presto impara a conoscere il
mondo dei quartieri a luci rosse coreani, dove una
prostituta è sfruttata dai clienti, dai protettori e dalla
società. Fa amicizia con uno dei suoi clienti abituali,
un giovanotto di campagna con cui resta in contatto
per oltre vent’anni, attraversando gli anni Settanta,
Ottanta e Novanta.
Sc.: Im Kwon-taek, Kim Dae-seung; Fot.: Jeon
Jo-myeong; Int.: Shin Eun-kyung, Han Jeonghyeon, Choi Dong-joon.
SAB 31, h. 22.30
Im Sang-soo
Il film segue le vite differenti di due monaci buddisti
della Corea del Sud. Seguendo i loro percorsi e le
loro esperienze per tutto il film, il regista mette in
scena e si interroga sulla natura dell’individualismo
umano e sulla fede religiosa. “Quando fu pubblicato
per la prima volta il romanzo, sia i religiosi che i laici
rimasero scioccati. Attraverso la storia di Pop-un e
Ji-san, infatti, il romanzo aveva riportato l’attenzione
sulla religione buddista e creato il bisogno di una
più profonda analisi dei problemi dei monaci che
eravamo abituati ad incontrare tutti i giorni per le
strade. Questo era quello che avevamo in mente
quando realizzammo il film. Non ci interessava
tanto parlare delle varie forme di ingiustizia
all’interno del Buddismo, quanto mettere in
contrapposizione la solitudine e la capacità di
sofferenza del protagonista” (Im Kwon-taek).
Sc.: Lee Sang-hyon, Song Kil-hang, dal romanzo
di Kim Song-dong; Fot.: Jeong Il-seong; Int.:
Ahn Seong-gi, Jeon Mu-song, Kim Jong-su.
VEN 30, h. 16.15
Im Kwon-taek
Son of the General
Janggunui Adeul
Corea del Sud 1990, 108’, col., v.o. sott.it.
Un film basato sulla storia vera di un giovane, figlio
di un famoso generale dell’esercito coreano, che
addestrava i suoi militari per combattere contro i
giapponesi. Di lui si diceva che fosse un gangster e
che sapesse uccidere con una sola mossa. Intense e
appassionanti pertanto, sono le scene d’azione e di
combattimento, particolarmente curate sotto
l’aspetto della coreografia, con cui il maestro Im
Kwon-taek ha anticipato la tendenza attuale del
cinema coreano.
Sc.: Yoon Sam-yuk, dal racconto di Hong Songyu Fot.: Jung Il-sung; Int.: Park Sang-min, Shin
Hyeon-jun, Lee Il-jae.
VEN 30, h. 18.15
Hong Sang-soo
Woman on the Beach
Corea del Sud 2006, 127’, col., v.o. sott.it.
Il regista Joong-rae sta lavorando al suo nuovo film,
ma non riesce a finire di scrivere la sceneggiatura.
Così invita l’amico Chang-wook ad accompagnarlo
in un viaggio e questi coinvolge la fidanzata Moonsook. Tutti e tre si dirigono verso la costa occidentale
The President’s Last Bang
Gu-tte Gu-Saramdul
Im Kwon-taek
Corea del Sud 2005, 104’, col., v.o. sott.it.
Corea del Sud 2000, 120’, col., v.o. sott.it.
Ho-jung, moglie di un avvocato di successo, è
frustrata dalla vita casalinga; il marito la trascura per
una giovane amante e a lei non rimane che occuparsi
del figlio adottivo e del suocero malato. Finisce
così per cedere alle attenzioni di un giovanissimo
vicino di casa. Ma la situazione precipita: il marito
e l’amante sono coinvolti in un incidente, il suocero
è moribondo e il padre del ragazzino scopre la sua
relazione con Ho-jung.
Sc.: Im sang-soo; Fot.: Kim Woo-hyung; Int.:
Moon So-ri, Hwang Jung-min, Yun Yeo-jung.
DOM 1 aprile, h. 20.30
Im Kwon-taek
Ebbro di donne e di pittura
Chihwaseon
Corea del Sud 2002, 117’, col., v.o. sott.it.
Chunhyang
Alla fine del XVIII secolo, sotto la dinastia Chosun,
Mongryong, figlio del governatore di Namwon, si
innamora di Chunhyang, figlia di una prostituta fiera
e colta. Quando Mongryong è costretto a seguire la
famiglia a Seoul per divenire alto funzionario,
promette a Chunhyang che potrà raggiungerlo
successivamente, ma il tempo passa e il nuovo
governatore Byun le impone di divenire sua
cortigiana: per amore di Mongryong e per non
diventare una schiava, Chunhyang rifiuta. Adirato, il
governatore Byun la fa picchiare e imprigionare. Nel
frattempo, Mongryong viene nominato Ispettore
Reale a Namwon. Riesce così a ritrovare la sua amata
e punire il governatore Byun per la sua iniquità. “Ho
voluto utilizzare i colori più sontuosi e luminosi
possibili, così come ho cercato di rendere molto belle
le inquadrature. I colori che vedete sono molto
coreani, ed esistono ancora” (Im Kwon-taek).
Sc.: Kim Myoung Kon, Kang Hye-yun; Fot.:
Jung II-sung.: Int.: Lee Hae-Eun, Kim HakYong, Cho Seung-Woo.
DOM 1 aprile, h. 16.15
26 ottobre 1979. Il direttore Kim, capo dei servizi
segreti coreani, partecipa ad una cena organizzata
dal Presidente Park Chung-hee. L’arroganza del
Segretario Cha, alla guida del Presidential Security
Service, dà sempre più ai nervi al direttore Kim.
Quest’ultimo informa dunque il Comandante Ju
e il Colonnello Min del suo piano di assassinare il
Presidente. Attorno alle 19.40, due colpi di pistola
riecheggiano nei quartieri segreti presidenziali di
Seoul. Il direttore Kim, a lungo braccio destro del
Presidente, gli aveva sparato a bruciapelo durante la
cena. Ferito a morte, il Presidente viene trasportato
d’urgenza all’ospedale militare della capitale, ma
invano.
Sc.: Im Sang-soo; Fot.: Kim Woo-hyung; Int.:
Han Suk-kyu, Baik Yun-shik, Cho Eun-ji.
SAB 31, h. 16.30
Im Sang-soo
Tears / Nunmul
Corea del Sud 2000, 105’, col., v.o. sott.it.
Il giovane Han è appena scappato di casa e vive alla
giornata. Nel suo girovagare incontra Chang, un
ragazzo violento che passa il suo tempo nei bar del
quartiere a luci rosse. Han trova lavoro in un locale
dove Ran, la ragazza di Chang, fa la cameriera. Un
giorno incontra Sari, una ragazza dura, che si sposta
per il quartiere in sella alla sua moto e che sniffa
colla. Su di lei pesa il terribile ricordo di una violenza
sessuale sofferta in casa quando ancora era bambina.
Grazie a Han, la ragazza riesce, a poco a poco, ad
aprirsi.
Sc.: Im Sang-soo; Fot.: Lee Du-man; Int.: Park
Keun-young, Han Jun, Cho Eun-ji.
SAB 31, h. 18.30
Im Kwon-taek
Gilsodom
Corea del Sud 1986, 100’, col., v.o. sott.it.
Hwa-yong è felicemente sposata e conduce una vita
agiata. Un giorno, però, la sua esistenza viene
sconvolta da un programma televisivo dedicato alla
separazione delle famiglie coreane durante la guerra.
Molti anni prima, nel villaggio di Gilsodom, Hwayong, rimasta orfana molto piccola, si era innamorata
di Tong-jin, ma la sua famiglia si opponeva al
matrimonio. Rimasta incinta, è costretta a partorire
7
Dal 1882 in flash-back si torna agli anni
dell’adolescenza e dell’apprendistato di Jang Seungup, detto Ohwon, nella Corea di metà Ottocento.
Fin da giovane Ohwon dimostra una forte
inclinazione artistica ma le modeste origini familiari
rendono difficile la sua affermazione. Tuttavia il
saggio maestro Kim Byung-moon lo incoraggia e
riesce a farlo conoscere come merita. Così Ohwon
viene ammesso tra i pittori di corte, ma se il suo
talento ottiene i giusti riconoscimenti, il suo carattere
non dà segnali di voler cambiare. Ohwon infatti è
iroso e irascibile, bevitore accanito, dipinge in stato
di ebbrezza e spesso strappa i fogli su cui ha appena
dipinto. Un giorno del 1897, a 55 anni, Ohwon
diventa eremita e scompare tra i monti. Il film vinse
il premio per la regia al Festival di Cannes nel 2002.
Sc.: Im Kwon-taek, Kim Yon-oak; Fot.: Jung Ilsung; Int.: Choi Ming-sik, Ahn Sung-ki, Yoo Hojung.
LUN 2 aprile, h. 16.00
Im Kwon-taek
Taebak Mountains
Taebek Sanmaek
Corea del Sud 1994, 163’, col., v.o. sott.it.
Il destino della piccola città di Bulkyo, nella Corea
sud occidentale, prima della guerra. Il racconto si
svolge tra il 1948 e il 1950, protagonisti sono quattro
ragazzi, Bumwoo, moderato anticomunista, Sangku,
fanatico sostenitore della democrazia, suo fratello
Sangjin, fervente comunista e militante nella lotta
armata, e, infine, Sohwa, dotato di poteri mistici. In
questi anni di tumulti e lotte sono all’ordine del
giorno violente battaglie tra le differenti fazioni che
controllano la città. Ogni volta che gli equilibri si
spostano, però, sono i più poveri che soffrono
maggiormente.
Sc.: Song Neung-han; Fot.: Jung Il-sung; Int.:
An Sung-Kee, Choi Dong-jong, Chung Kyungsoon.
LUN 2 aprile, h. 17.45
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo
World Wide Torino.
Le città del noir
Betty
Francia 1992, 104’, col.
Si conclude a marzo la manifestazione Le città del noir, organizzata da Torino Capitale del Libro
in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema e Settore Relazioni Internazionali della
Città di Torino (attraverso il progetto di promozione delle relazioni internazionali World Wide
Torino), che dedica alle città amiche di Torino un’articolata serie di ritratti in nero, fatta di
incontri con scrittori e artisti, ospitati ad Atrium in Piazza Solferino alle ore 18, e proiezioni
presso il Cinema Massimo, per narrare tra parole e immagini una percezione del reale. L’1 e il
2 marzo sarà la volta di Madrid e Barcellona, affidate al racconto delle voci prestigiose di Juan
Madrid e Andreu Martin, esploratori di un mondo complesso, sfaccettato, tra passioni fatali e
visioni politiche. L’itinerario si concluderà il 13 marzo con una visita a Liegi, luogo natale di
Georges Simenon, con la presentazione del lavoro dell’artista milanese Lucia Pescador, artefice
di un peculiare Alfabeto Simenon, raccontato in dimensione di cartoon da Fabio Rossin, con
letture da La ballerina del Gai Moulin, episodio della saga di Maigret sullo sfondo della città.
Parallelamente, sullo schermo del Cinema Massimo, scorrono immagini di film legati alle città
estere, di rara visione in Italia. Dall’1 al 3 marzo saranno protagoniste Madrid e Barcellona,
attraverso una preziosa selezione di film di produzione spagnola curata dall’Instituto Cervantes,
che narrano, come accade nel notevolissimo Apartado de Correos 1001 di Julio Salvador,
cronache frenetiche al tempo del franchismo. Il 14 e il 15 marzo toccherà alla belga Liegi, con
titoli tratti dall’universo giallo di Georges Simenon.
un certo sguardo / 1-3, 14-15 marzo
World Wide Torino.
Le città del noir: Madrid,
Barcellona e Liegi
Julio Salvador
Casella postale 1001
Apartado de correos 1001
Spagna 1950, 90’, b/n, v.o. sott.it.
strano, insospettisce la polizia. L’uomo dice ad
Alice di aver visto Emile commettere l’omicidio, e
di non averlo denunciato per evitare a lei l’accusa
di complicità. Alice, però, anziché fuggire con lui,
gli tende una trappola.
Sc.: Patrick Dewolf, P. Leconte, dal romanzo di
Georges Simenon; Fot.: Denis Lenoir; Int.:
Sandrine Bonnaire, Michel Blanc, André
Wilms.
MER 14, h. 18.30, GIO 15, h. 16.30
Claude Chabrol
Serge Gainsbourg
Equator - L’amante
sconosciuta
Uscita ubriaca da un locale in compagnia di uno
sconosciuto, Betty viene portata in un ristorantino
di Versailles gestito da un certo Mario. Impietosita
per lo stato della giovane, Laure, l’amante di
Mario, una lionese vedova e senza figli, le trova
una stanza nell’albergo dove risiede e si occupa di
lei. Qui comincia il racconto di Betty, che alterna i
ricordi a bicchieri di whisky…
Sc.: Aurore Chabrol, dal romanzo di Georges
Simenon; Fot.: Bernard Zitzerman; Int.: Marie
Trintignant, Pierre Vernier, Yves Verhoeven.
MER 14, h. 16.30, GIO 15, h. 20.30
Francia 1983, 85’, col.
Il bel Timar sbarca nella colonia francese di
Libreville. Il giovane, che frequenta la locanda dei
coniugi tedeschi Eugene e Adele Schneider, dal
passato poco pulito, diventa subito l’amante di
Adele. Questa, però, inizia ad essere ricattata da un
giovane del posto e reagisce uccidendolo con la
pistola di Timar. La loro relazione prosegue, anche
dopo la morte del marito di lei, ma sulla loro
felicità incombe sempre l’ombra dell’omicidio…
Sc.: S. Gainsbourg, da un romanzo di Georges
Simenon; Fot.: Willy Kurant; Int.: Barbara
Sukowa, Francio Huster
MER 14, h. 20.30; GIO 15, h. 18.00
Imanol Uribe
Patrice Leconte
Jean-Pierre Melville
Giorni contati
Dias contados
L’insolito caso di Mr. Hire
Monsieur Hire
Lo sciacallo
L’ainé des Fercheax
Spagna 1994, 93’, col., v.o. sott.it.
Basata sul romanzo omonimo di Juan Madrid, è la
storia d’amore di due personaggi che vivono oltre
ogni limite. Lei, Charo, è caduta nel tunnel della
droga e, nonostante sia cresciuta in un mondo
degradato, non può nascondere l’ingenuità dei
suoi 18 anni. Lui, Antonio, di 12 anni più
vecchio, appartiene ad un gruppo terrorista.
Sc.: I. Uribe, Juan Madrid; Fot.: Javier
Aguirresarobe; Int.: Carmelo Gómez, Ruth
Gabriel, Javier Bardem, Candela Peña.
GIO 1, h. 20.30 – ingresso libero
Francia 1989, 80’, col.
Scapolo, sarto di mestiere e misantropo, Monsieur
Hire trascina una vita uggiosa e riservatissima nel
palazzone di una anonima città francese. L’uomo,
che è oggetto del dileggio dei vicini di casa, spia
dalla sua finestra Alice, che mangia, stira, si sveste
e fa l’amore con un certo Emile, senza mai tirare
le tende. Quando si accorge di essere spiata, però,
va a bussare alla porta del vicino sconosciuto che,
dapprima la scaccia e poi se ne innamora. Nel
frattempo, nei paraggi, una ragazza viene
assassinata e subito Hire, con il suo atteggiamento
Francia/Italia 1963, 102’, col., v.o. sott.it.
In seguito ad un crack finanziario, un uomo d’affari
europeo scappa a New Orleans con tutti i soldi e
col suo segretario, ingaggiato all’ultimo momento
tramite un annuncio economico. Il nuovo assunto,
però, cerca subito di derubarlo per fuggire con una
ragazza.
Sc.: J-P. Melville, tratto dal romanzo di
Georges Simenon; Fot.: Henri Decaë; Int.:
Jean Paul Belmondo, Charles Vanel, Michéle
Mercier, Stefania Sandrelli.
MER 14, h. 22.00
La proiezione sarà preceduta da un incontro con lo
scrittore e sceneggiatore Juan Madrid
cinema del presente / 9-11 marzo
Berlinale a Torino. II edizione
Ignacio F. Iquino
Squadra omicidi
Brigada criminal
Rafael viene ucciso in strada, di fronte alla
questura di Barcellona. Miguel e Marcial, della
Squadra omicidi, durante le indagini ritrovano
una copia del quotidiano La Vanguardia nella
stanza della giovane vittima. Sul giornale
scoprono un’inserzione di lavoro in cui si
ricerca un responsabile per una ditta di prodotti
chimici. Misteriosa l’indicazione del contatto:
scrivere alla casella postale 1001.
Sc.: Julio Coll, Antonio Isasi Isasmendi; Fot.:
Federico G. Larraya; Int.: Conrado San Martín,
Elena Espejo, Tomás Blanco.
GIO 1, h. 16.30, SAB 3, h. 22.30
Julio Coll
Quinto distretto
Distrito quinto
Anche quest’anno il Festival di Berlino presenta in
esclusiva per l’Italia e per il pubblico torinese una tregiorni con il meglio della selezione dell’edizione 2007.
Dal 9 all’11 marzo, tre proiezioni al giorno con i titoli che
hanno più fatto parlare durante la Berlinale, in anteprima
assoluta italiana. Berlinale a Torino 2007 è organizzata da
Voir Trade srl, in collaborazione con Museo Nazionale del
Cinema, Regione Piemonte, Flilm Commission Torino
Piemonte e Goethe-Institut Turin.
Spagna 1950, 80’, b/n, v.o. sott.it.
A Fernando, un agente alle prime armi, viene
affidato il compito di seguire il caso di una rapina
compiuta, a quanto pare, da un giovane che lavora
in un garage. Un incidente, però, gli fa incontrare
Óscar, ricco uomo d’affari che, in realtà, è il capo
della banda di ladri responsabile del furto in banca.
Sc.: Manuel Bengoa, Juan Lladó, José
Santugini; Fot.: Pablo Ripoll; Int.: José Suárez,
Maruchi Fresno, Isabel de Castro.
GIO 1, h. 22.30
Info: www.berlinaleatorino.it
Francisco Pérez-Dolz
Le proiezioni di venerdì 9 si svolgeranno in sala Uno, mentre quelle di sabato 10 e domenica 11 in
sala Due. Il programma sarà distribuito in sala alla fine di febbraio. Tutti i film saranno in versione
originale con sottotitoli elettronici in italiano.
Biglietti: intero euro 5; ridotto (Aiace, CineFreeCard, militari, studenti univ., under18)
euro 4,50; anziani over60 euro 3.
A colpo sicuro
A tiro limpio
Spagna 1963, 87’, b/n, v.o. sott.it.
Due banditi assaltano un garage derubando dei
loro averi tutti i clienti presenti. Per sfuggire
alla polizia, che si è messa subito sulle loro tracce,
i malviventi trovano rifugio a casa di un amico.
Trovano nuovi soci per architettare altri furti,
fino a quando si trovano di fronte al colpo
definitivo: rapinare il banco lotto e guadagnare,
così, un’enorme somma di denaro.
Sc.: Miguel Cussó, F. Pérez-Dolz, José María
Riparte; Fot.: Francisco Marín; Int.: José
Suárez, Luis Peña, Maria Asquerino.
VEN 2, h. 16.30
Schermi africani.
Selezione del Festival Cinema Africano di Milano
Anche quest’anno il Museo Nazionale del
Cinema presenta una significativa selezione dei
film programmati nell’ambito del Festival del
cinema africano (divenuto, a partire dal 2004,
anche d’Asia e America latina) di Milano. I titoli
– scelti tra quelli di sola provenienza africana –
saranno divisi in due sezioni: una panoramica
sul cinema africano contemporaneo e un
omaggio al grande cineasta del Burkina Faso
Idrissa Ouedraogo.
José Luis Sáenz de Heredia
Spagna 1957, 94’, b/n, v.o. sott.it.
Una banda di ladri si riunisce in un locale dopo
aver commesso un furto per svariati milioni.
Mentre aspettano il capo per spartirsi il bottino,
ognuno ricorda una parte della propria vita.
La musica è composta dal musicista catalano
Xabier Montsalvatge.
Sc.: J. Coll, Lluís Josep Comerón, Josep Maria
Espinàs; Fot.: Salvador Torres Garriga; Int.:
Alberto Closas, Arturo Fernández, Jesús
Colomer.
GIO 1, h. 18.15
Uomini senza pace
Los ojos dejan huella
Spagna 1952, 100’, b/n, v.o. sott.it.
Un avvocato fallito commette un omicidio perfetto
uccidendo un vecchio compagno di studi. La
polizia indaga senza risultato e archivia il caso
come suicidio. Soltanto la moglie della vittima
intuisce il colpevole e, con grande coraggio e
astuzia, finge di cedere alle sue avances, fino
a strappargli la confessione dell’omicidio anche
a costo di mettere in pericolo la propria vita.
Sc.: Carlos Blanco; Fot.: Manuel Berenguer;
Int.: Raf Vallone, Elena Varzi, Julio Peña.
VEN 2, h. 18.15, SAB 3, h. 20.30
La selezione dei film provenienti dal Festival Cinema
Africano di Milano sarà programmata nella sala Tre
del Cinema Massimo dal 24 al 27 marzo. Il
programma sarà disponibile in sala e sul sito
www.museocinema.it a partire dalla metà di marzo.
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larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo
crossroads / 23 marzo
Strade del Cinema
A marzo Crossroads rende omaggio ad una delle realtà festivaliere più originali e vitali del
nostro Paese. Da cinque anni, Strade del Cinema – che si svolge ad Aosta nel mese di agosto
– propone un concorso per giovani musicisti che si cimentano con la sonorizzazione dal vivo
di film muti. Accanto alla competizione, il festival offre agli spettatori una serie di eventi
speciali che coinvolgono grandi nomi del panorama musicale alle prese, anch’essi, con i
capolavori ‘silenziosi’ degli anni Dieci e Venti.
Vincitore dell’edizione 2006, l’ensemble palermitano Hectormann Music Crew propone al cinema
Massimo il divertentissimo cortometraggio di Harold Lloyd Haunted Spooks, che gli è valso il primo
premio ad Aosta, e la nuovissima sonorizzazione, realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale
del Cinema, del mediometraggio Ambrosio La Meridiana del Convento di Eleuterio Rodolfi.
L’Hectormann Music Crew è composto da Marko Bonarius (contrabbasso), Mauro Schiavone
(pianoforte), Francesco Guaiana (chitarra).
Alfred J. Goulding/Hal Roach
Eleuterio Rodolfi
Haunted Spooks
La meridiana del convento
Usa 1920, 20’, b/n
Dopo numerosi falliti tentativi di suicidio, un
giovane si imbatte in un avvocato che sta cercando
un prestanome per una complicata questione di
eredità. L’avvocato gli propone di fingere di essere
il marito della ragazza cui è destinata l’eredità e
di vincere, così, le particolari resistenze dello zio.
Sc.: H.M. Walzer; Fot.: Walter Lundin; Int.:
Harold Lloyd, Mildred Davis, Wallace Howe.
Italia 1916, 31’, b/n
Il pittore Vaser riesce, con un travestimento, a
ottenere l’incarico di restaurare gli affreschi del
convento di Santa Ingenua. Liliana, una delle
giovani educande, invita l’amica Gigetta e la zia per
presentare loro il fratello, il tenente Giorgio. Gigetta
e Giorgio s’innamorano ma un imprevisto ostacola
il loro matrimonio. Durante una merenda all’aperto
organizzata da suore ed educande, Gigetta sale su
un albero e il pittore Vaser le scatta una foto “osée”.
Inizia una lunga serie di peripezie per il recupero
della foto e della lastra compromettenti che
coinvolge, oltre il convento, anche un’interacaserma
e il commissario di polizia. Lieto fine: la lastra è
distrutta e la stessa Gigetta strappa maliziosamente
la fotografia senza mostrarla al pubblico.
Fot.: Giovanni Vitrotti; Int.: Gigetta Morano,
Ercole Vaser, Umberto Scalpellini.
Federico Lagna
La prima filme sugli automobili
Italia 2006, 30’, col.
Combinazione di documentario e fiction, La prima
filme sugli automobili ricostruisce, con precisione
storica e un pizzico di ironia, la straordinaria
avventura del cinema muto torinese con particolare
attenzione alla figura del pioniere Arturo Ambrosio.
Tra i due film, a mo’ di intervallo, verrà mostrato in anteprima assoluta il film di Federico Lagna
La prima filme sugli automobili, nato da un’idea di Joe Vignola e realizzato intervistando,
fra gli altri, Alberto Barbera e Claudia Gianetto.
La serata avrà luogo venerdì 23 marzo alle ore 21.00
ingresso euro 2,50
Il programma di marzo
cinema del presente / 9, 16 marzo
Oberhausen on Tour 2007
Ultimi due appuntamenti con l’International
Short Fim Festival di Oberhausen, uno dei
più importanti e seguiti festival dedicati al
cortometraggio che ogni anno organizza un
tour europeo con i lavori più interessanti delle
ultime edizioni. Nel mese di marzo saranno di
scena la speciale selezione di opere video Media
Art e l’omaggio al regista Robert Nelson cui
il festival ha dedicato una grande retrospettiva
nel 2006.
MEDIA ART
Album Matthias Müller
OMAGGIO A ROBERT NELSON
Plastic Haircut
Germani 2004, 24’
Usa 1963, 16’
Counter di Volker Schreiner
The Off-handed Jape
Germania 2004, 7’
Usa 1967, 9’
Casio, Seiko, Sheraton,
Toyota, Mars di Sean Snyder
Deep Westurn
Germania 2005, 13’
Man.Road.River di Marcellus L.
Brasile 2004, 10’
Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli
in inglese.
Usa 1974, 6’
Oh Dem Watermelons
Usa 1965, 11’
Bleu Shut
What I’m looking for di Shelley Silver
Usa 1970, 33’
Usa 2004, 15’
VEN 16, h. 21.00 – ingresso euro 2,50
Tiger Licking Girl’s Butt
di Nathalie Djurber
Svezia 2004, 2’
VEN 9, h. 21.00 – ingresso euro 2,50
Amedeo Varese
I mestieri del cinema.
Alla corte dei Rivombrosa
set / 21 marzo
I mestieri del cinema: Alla corte dei Rivombrosa
Italia 2007, 48’, col.
Girato sul set di una delle più popolari fiction
televisive italiane, il film è uno strumento prezioso
per scoprire il complesso e – per molti aspetti sconosciuto lavoro delle maestranze e del cast
coinvolte nella realizzazione di Elisa di Rivombrosa.
MER 21, h. 21.00 - ingresso libero
Il Museo Nazionale del Cinema presenta in anteprima il documentario I mestieri del cinema.
Alla corte dei Rivombrosa di Amedeo Varese, realizzato da Quazar Film & Tv Company con il
contributo di Regione Piemonte e Film Commission Torino Piemonte.
Al termine del film incontro con Amedeo Varese e
membri della troupe dello sceneggiato
AA.VV.
Checosamanca
prima visione / 2-4 marzo
Checosamanca
Italia 2006, 92’, col.
Copia digitale distribuita da EskimosaFeltrinelli
Un progetto che ha unito Raicinema e Eskimosa per un film che si proponeva di essere un
ritratto politico sull’Italia di oggi attraverso lo sguardo di nuovi autori e attraverso un processo
di costruzione del racconto diverso e insolito. Così sono stati contattati una cinquantina di
giovani registi cercando tra le scuole di cinema, i festival, i centri di formazione. “Abbiamo
cercato persone che avessero già dimostrato, con un cortometraggio, un’opera autoprodotta,
anche solo con un dossier ben concepito, di avere un specifica attitudine registica alla
narrazione del reale” - ha detto il produttore Carlo Cresto-Dina – “li abbiamo convocati ad
una chiamata alle armi chiedendo di proporre, in una pagina scritta, una storia da raccontare
con la macchina da presa. Delle settantadue storie arrivate sono state scelte le sette che
compongono il film: I cani di Catania, Il giardiniere della fiumara, Il guerriero e la casalinga, Il
microscopio, Il venditore di acqua, Il resistenti del nord-est, L’avvocato di strada”.
Un gruppo di “resistenti” del Nord-Est contro una
zincheria abusiva. Un comitato civico napoletano
contro la privatizzazione dell’acqua. Due
ricercatori di fama internazionale, a Modena, che
devono fare una colletta per avere un microscopio
necessario alle loro ricerche. Degli avvocati di
strada torinesi in difesa di chi non ha nulla. Non
sono che alcune delle storie di resistenza
raccontate in Checosamanca, insolito viaggio
9
nell’Italia di oggi compiuto da un gruppo di
giovani autori (Alice Rohrwacher, Andrea Segre,
Francesco Cressati, Enrico Cerasuolo, Sergio
Fergnachino, Andrea D’Ambrosio, Marco Berrini,
Martina Parenti, Nicola Zucchi, Chiara Bellosi)
messi insieme da Eskimosa (l’etichetta della collana
di documentari Feltrinelli, capitanata dal
produttore Carlo Cresto-Dina) e Raicinema.
Quindi il materiale è andato nelle mani esperte
della montatrice Esmeralda Calabria che ha
trasformato il tutto in un lungometraggio.
Alla fine i Marlene Kuntz cantano La libertà di
Giorgio Gaber.
VEN 2, h. 20.30/22.30*; SAB 3, h. 16.30/18.30;
DOM 4, h. 16.30/18.30/20.30/22.30
* Tra i due spettacoli incontro con i registi Enrico
Cerasuolo e Sergio Fergnachino
Ingresso alle proiezioni: intero euro 5,00; studenti univ.
euro 3,50; anziani e soci CartaPiù Feltrinelli euro 2,50
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo
Notiziario Associazione
Museo Nazionale del Cinema
La voce segreta delle parole
Il 6 marzo alle ore 20,30 presso la sala 3 del Cinema Massimo, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema è lieta
di presentare una serata dedicata alla NoShame Films nel corso della quale verrà proiettato, in anteprima per la
nostra città, la versione restaurata del film di Mariano Baino, Dark Waters. La NoShame Films S.r.l. e la NoShame
Films LCC, pur essendo due entità distinte e separate che operano rispettivamente sul territorio italiano e quello
statunitense, condividono il medesimo obiettivo: la diffusione della tradizione del grande cinema italiano di qualità e
di genere riproponendo all’attenzione del pubblico film da lungo tempo dimenticati presentati in versioni
filologicamente corrette e sempre caratterizzate da un adeguato e scrupoloso valore di restauro. Recentemente la
NoShame Films ha allargato il raggio d’azione ai maestri e ai classici hollywoodiani (Hitchcock, Lang, Fuller) e ha
acquistato i diritti per film dimenticati dalla distribuzione nazionale. I risultati ottenuti in questo campo sono andati
oltre ogni più rosea aspettativa. La prestigiosa rivista statunitense Premiere gli ha conferito l’ambito riconoscimento
di “Miglior nuova etichetta dell’anno 2005”, il New York Times, sempre nel 2005, ha insignito la NoShame del titolo
di “Best Raiders of the Lost Vaults” (migliori predatori degli archivi perduti). Il critico cinematografico Dave Kehr, ha
inserito il cofanetto The Valerio Zurlini Box Set: The Early Masterpieces al quarto posto della sua classifica annuale dei
migliori dieci DVD distribuiti negli Stati Uniti. Dark Waters è uno degli horror italiani più apprezzati e amati nel
mondo che, per una strana ma nient’affatto incomprensibile ironia della sorte, è ancora pressoché sconosciuto o
quasi in patria, ignorato purtroppo anche dalla maggior parte degli appassionati più esigenti del genere. Diretto da
Mariano Baino, partenopeo di adozione londinese, Dark Waters è stato realizzato in condizioni avventurose e
rocambolesche in Russia, a non troppa distanza da Chernobyl. Cineasta tanto visionario quanto energico, Baino
riesce a superare tutte le difficoltà di una lavorazione travagliata e a trasformarle in un enorme punto di forza del
suo film. Lucio Fulci, dopo aver visto Dark Waters, disse: “Sembra Suspiria diretto da Eisenstein!”. Il film non
ottiene alcuna visibilità e Baino inizia a lavorare a tempo pieno come regista e sceneggiatore di clip e spot
pubblicitari. Nel frattempo Dark Waters continua a essere il segreto meglio custodito del cinema italiano, anche se
le pochissime copie in Vhs che circolano del film non rendono certo giustizia al talento e alla visionarietà del suo
regista. Fino al 2004 quando la NoShame Films acquisisce Dark Waters e inizia, sotto la diretta supervisione del
regista, un lungo e laborioso lavoro di restauro del film in alta definizione. Il film sarà presentato da Stefano Della
Casa, presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema, dal regista Mariano Baino, da Michele De
Angelis, titolare della NoShame Films e da Giona A. Nazzaro, direttore di produzione della NoShame Films.
Prosegue al Cinema Massimo in sala Due l’appuntamento settimanale
La voce segreta delle parole – Il grande cinema in lingua originale
con quattro film già usciti sugli schermi italiani, presentati in versione
originale con sottotitoli in italiano. Tutti i giovedì sera il Museo offre
un ricco programma per apprezzare la vera voce degli attori e ascoltarli
nella loro interpretazione. Il programma completo è in distribuzione
presso la cassa del Cinema Massimo.
È inoltre possibile organizzare proiezioni mattutine per le scuole. Per
informazioni: 011/8138516- 517, e-mail: [email protected].
I film di marzo
La commedia del potere di Claude Chabrol
Francia 2006, 110’, v.o. sott.it. Giovedì 1 marzo, h. 20.30/22.30
Scoop di Woody Allen
Usa 2006, 96’, v.o. sott.it. Giovedì 8 marzo, h. 20.30/22.15
Flags of Our Fathers di Clint Eastwood
Usa 2006, 130’, v.o. sott.it. Giovedì 15 marzo, h. 20.45
Il vento che accarezza l’erba di Ken Loach
F/Uk/Irl 2006, 124’, v.o. sott.it Giovedì 22 marzo, h. 20.15/22.30
Cuori di Alain Resnais
F/I 2006, 123’, v.o. sott.it Giovedì 22 marzo, h. 20.15/22.30
Per maggiori informazioni www.amnc.it. Per chi volesse essere inserito nella mailing list dell’AMNC
[email protected]
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Oltre la visione: il
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Proseguono le iniziative rivolte agli spettatori non
vedenti e ipovedenti presso il Cinema Massimo.
Nel mese di marzo, in occasione della proiezione
di Roma città aperta, film in programma venerdì 9
alle 18.00 e inserita all’interno della retrospettiva
dedicata a Roberto Rossellini, una voce descriverà
le scene prive di dialogo del film attraverso le cuffie
distribuite in sala. Le cuffie possono essere prenotate
telefonicamente, via fax o con e-mail entro martedì 6
marzo e ritirate prima dell’ingresso in sala esibendo
un documento di identità.
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a
Pieranna Pinna, 011-8138531, fax 011-8394747,
e-mail [email protected], mob. 3930903885. È disponibile inoltre un servizio di
segreteria telefonica. Ingresso gratuito per ipovedenti
e non vedenti, biglietto ridotto per accompagnatori
(euro 3,50).
Inoltre, all’interno delle iniziative rivolte ai non
udenti, si ricorda che venerdì 2 marzo continua il
servizio di visite guidate al Museo Nazionale del
Cinema con interprete L.I.S. Le visite avranno
cadenza mensile, ogni primo venerdì del mese
alle ore 18,00.
La prenotazione è obbligatoria e richiesta con
almeno una settimana di anticipo all’indirizzo
[email protected]. Info: 011-8138516.
Costi a persona: visita guidata euro 3,00; ingresso
ridotto euro 4,20.
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd marzo
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd marzo
a cura di Silvio Alovisio e Micaela Veronesi
I LIBRI DEL MESE
Adriano Aprà
In viaggio con Rossellini
Alessandria, Falsopiano, 2006, 255 p., 15,00 euro
Il viaggio compiuto da Aprà con Rossellini è prima di
tutto un viaggio nel mito. Il mito che aleggia intorno a
un maestro della storia del cinema, ma anche il mito di
un’epoca storica cui siamo tutti debitori, una stagione
in cui è nata la critica cinematografica italiana come la
conosciamo, la studiamo, la facciamo oggi. Nella sua
introduzione al volume Aprà racconta il suo primo
incontro con Rossellini; incontro virtuale, avvenuto
attraverso le pagine di una rivista francese (i «Cahiers
du cinéma») appena scoperta (era il 1958), dove
Viaggio in Italia era stato collocato al terzo posto
nell’elenco dei migliori film della storia del cinema,
mentre in Italia, racconta Aprà, il film non era stato
neppure recensito. Questa scoperta indusse il giovane
critico a intraprendere una sorta di investigazione, per
recuperare i film non visti ma anche e soprattutto per
individuare le tracce di un metodo di analisi del
cinema diverso da quello cui si era allora abituati nel
nostro paese (Viaggio in Italia è – scrive Aprà – “non
un semplice film di finzione ma qualcosa come un
saggio in forma di finzione”). Il volume è la raccolta
degli scritti su Rossellini che Aprà ha pubblicato in
riviste e contesti diversi a partire dagli anni sessanta.
Così riuniti in un unico volume, strutturati secondo un
filo logico, questi saggi – anche se concepiti in tempi
diversi e con diversi approcci – restituiscono nel
complesso un’analisi dell’opera di Rossellini coesa e
approfondita. Ricco di notizie sulle vicende produttive
dei suoi film, di aspetti meno noti ma mai marginali
della sua vita, di testimonianze e anche di riflessioni
dello stesso regista, questo libro ha il pregio di
riaccendere l’interesse verso un grande autore della
storia del cinema recuperando l’energia e la dialettica
che nel 1969 aveva animato il famoso “dibattito su
Rossellini”, di cui nel volume è riportata la trascrizione
opportunamente rielaborata.
il colore come veicolo di contenuti, capace di influire
sul lavoro testuale. Per farlo l’autore sceglie di
analizzare film anche molto diversi fra loro, da Pierrot
le fou a Funny Face, riuscendo a dimostrare –
nonostante si faccia sempre troppo poca attenzione al
colore – quanto questo elemento della composizione
filmica possa essere importante per valorizzare la
funzione espressiva delle immagini in movimento.
destra (prima pesantemente colluso con il fascismo,
poi, negli anni Cinquanta, sindaco-padrone di Napoli)
è già stata al centro di numerose analisi storiche e
biografie. Sino ad oggi, tuttavia, mancava uno studio
sui rapporti tra Lauro e il cinema, forse non intensi
ma nemmeno occasionali: a colmare questo vuoto
provvede oggi, anche con l’aiuto di fonti inedite
pazientemente raccolte negli archivi, questo originale
lavoro di Gaetano Fusco, storico dello spettacolo
napoletano, già autore di interessanti studi sulle origini
del cinema partenopeo. L’attività cinematografica di
Lauro, in verità, fu assai limitata: invaghitosi, nel 1955,
della giovanissima Eliana Merolla (sua futura moglie),
Lauro produsse due film nel vano tentativo di lanciare
la ragazza nel firmamento delle nuove dive del cinema:
la modesta commedia Lui, lei e il nonno (1959), diretta
da Majano (un film nobilitato tuttavia dalla presenza di
Gilberto Govi), e il più interessante La contessa azzurra
(1960), un’efficace rievocazione degli anni del cinema
muto e del Café Chantant, realizzata con mano sicura
da Claudio Gora. Il volume di Fusco non si limita
tuttavia a narrare queste singolari avventure
produttive, ma ricostruisce il più fitto tessuto dei
rapporti tra Lauro e il cinema: ‘O comandante’ (come
veniva chiamato dai napoletani) non solo pensò , senza
mai riuscirvi, di costruire un grande teatro di posa a
Napoli e progettò senza successo di organizzare a
Napoli un grande festival del cinema americano, ma
cercò soprattutto, per fortuna senza grandi risultati,
di contrastare una certa immagine cinematografica
di Napoli, da lui ritenuta deplorevole: era la Napoli
sofferente e vitale che emergeva da capolavori come
Paisà, L’oro di Napoli, Processo alla città, o dall’insolito
documentario Voci di Napoli diretto dal giovane
Damiano Damiani. Dalle pagine di Fusco riprende
vita non solo un periodo oscuro e al tempo stesso
stimolante della storia di Napoli (gli anni Cinquanta
videro anche l’affermarsi di una nuova generazione di
scrittori partenopei come Anna Maria Ortese e
Michele Prisco) ma offre un nuovo e importante
contributo per illuminare parzialmente il mistero e le
contraddizioni di una città e di uno dei suoi
protagonisti.
L’INTROVABILE DEL MESE.
RARITÀ DALLA BIBLIOTECA DEL MUSEO
Barbara Toley
Scandali a Hollywood
Milano, Nuova Aurora, 1950.
Almeno fino alla metà degli anni Cinquanta falsificare
le biografie dei divi era una pratica abituale: le vite
vissute si piegavano alle necessità del mito, dello
spettacolo, ma soprattutto della pedagogia e della
morale. In Scandali a Hollywood, tuttavia, avviene
qualcosa di più radicale, perché non si falsifica una
biografia ma la si inventa dal nulla: la parabola di
degradazione di un’aspirante starlette dei primi anni
Quaranta è raccontata attraverso l’autobiografia di
un’inesistente Barbara Toley, ex-miss New Orleans di
cui si pubblica persino una seducente fotografia . A
Hollywood, scrive Barbara, “o si affoga nei dollari o si
muore di fame”, e lei non sfugge a quest’ultima sorte:
dopo un’improbabile festa di benvenuto in suo onore,
dove Lana Turner adesca i camerieri, Betty Grable
balla sui tavoli e Robert Mithcum ha lo sguardo perso
nel vuoto per eccesso di oppio, la ragazza passa la notte
con uno sconosciuto e per questo crimine perde il
contratto con una major. Dopo aver cercato
vanamente di farsi forza (la ragazza di New Orleans
cita persino il “Volli,sempre volli” di Alfieri!I!),
Barbara partecipa suo malgrado a due ‘film-cochon’
(porno clandestini, particolarmente apprezzati,
secondo l’aspirante diva, in Giappone). Quasi prossima
all’irreversibile degradazione, Barbara si ravvede e
fugge a New York, dove trova lavoro in un bar. Il
sogno di Hollywood è un viaggio all’inferno,
funzionale non solo al riscatto finale dell’eroina ma
anche al racconto di particolari più o meno piccanti e
inverosimili della vita delle star. Da antologia
surrealista l’episodio di Keaton che muore pazzo in un
manicomio di Parigi: forse persino Buster, che morirà
sano di mente qundici anni dopo, avrebbe sorriso nel
leggerlo.
Luca Venzi
Il colore e la composizione filmica
Pisa, ETS, 2006, 154 p., 14,00 euro
LA RIVISTA DEL MESE
Telefilm Magazine
Mensile, 3,90 euro
I telefilm americani iniziano a occupare stabilmente i
palinsesti delle televisioni italiane tra la fine degli anni
Settanta e i primi anni Ottanta, in coincidenza con
l’introduzione della TV a colori e la nascita
dell’emittenza privata. La massiccia diffusione di sitcom, serie poliziesche e di fantascienza alimenta e
condiziona l’immaginario dei ragazzi di quegli anni.
Oggi molti di questi ex-ragazzi animano le redazioni
di alcune riviste interamente dedicate al telefilm “dans
tous ses états”: la prima a uscire, nel 2004, è stata
l’alessandrina “Telefilm Magazine”” (promotrice anche
dell’ormai celebre Telefilm Festival di Milano, che nel
maggio di quest’anno festeggerà il suo quinto
anniversario), seguita a ruota, l’anno successivo, da
“Series”, a cui si è aggiunta da poco “Fiction”, più
sensibile delle prime due alla non esaltante produzione
italiana. In tutti i casi i contenuti sono attenti in
prevalenza alle recenti serie americane, alcune più
interessanti e innovative rispetto a tanto cinema
mainstream contemporaneo (si pensi a telefilm come
Gaetano Fusco
Le mani sullo schermo
Napoli, Liguori, 2006, 132 p., 12,00 euro
La controversa e discussa figura del sorrentino Achille
Lauro, armatore di una delle flotte più imponenti del
mondo, potente editore e influente uomo politico di
larivista
delcinema
Mensile del Museo Nazionale del Cinema
Anno V - Numero 46-marzo 2007
Reg. Trib. Torino n. 5560 del 17/12/2001
Direttore Responsabile
Alberto Barbera
Resp. Programmazione e Coord. Redazionale
Stefano Boni
con la collaborazione di Grazia Paganelli
Quando si critica un film raramente si affronta il
problema del colore. Del resto nella storia del cinema
questo elemento è stato sempre poco sfruttato:
“benché il cinema possegga tutti i requisiti per lavorare
il colore come un vero e proprio strumento espressivo
– afferma Venzi – esso ha nel corso della sua storia
assai raramente seguito questa direzione”.
L’importanza del colore era chiara già a Ejzenstein, i
cui scritti servono all’autore da base teorica; e l’hanno
colta nel corso della storia autori diversi come
Antonioni, Godard, Kieslowski, Jarman. Il libro di
Venzi ha il grande merito di affrontare finalmente lo
studio del colore come elemento della composizione
cinematografica: in particolare il colore come valore
espressivo autonomo all’interno dello stile di un film; e
Hanno collaborato a questo numero
Silvio Alovisio, Gianni Amelio, Sergio Toffetti,
Dario Tomasi, Micaela Veronesi
Ricerche Iconografiche
Silvio Alovisio, Antonella Angelini,
Sonia Del Secco (Biblioteca Internazionale
di cinema e fotografia “Mario Gromo”)
Comunicazione e Promozione
Maria Grazia Girotto
24, Dr. House, CSI o Lost). Interviste, dossier, notizie
sulla programmazione, anteprime, persino zone
‘spoiler’ dove i masochisti possono sapere tutti i finali
in anticipo: queste riviste sanno conciliare le necessità
della divulgazione con una passione non lontana dalla
cinefilia viscerale degli anni Settanta. “Telefilm
Magazine” è forse la rivista più incline alla nostalgia: lo
testimoniano i suoi curatissimi numeri speciali sui
telefilm del passato, con interviste ai protagonisti,
cronologie, articoli sul contesto storico-culturale e
tantissime informazioni spesso poco note. Dopo due
fascicoli dedicati agli anni Ottanta di Supercar, Arnold e
Baywatch, ecco finalmente altri due ricchi dossier sui
leggendari seventies di Kojak, I Jefferson, Spazio 1999,
Starsky & Hutch, per non parlare, naturalmente,
dell’indimenticabile Happy Days: un appuntamento
editoriale imperdibile per chi è nato prima del 1975!
IL DVD DEL MESE
Armando Ceste
Porca Miseria
Italia, 2006, 60’
DVD + Libro, Nitrofilm, EGA, 2006, 14,00 euro
In una Torino diventata suo malgrado città olimpica,
Armando Ceste individua un set sotterraneo, per nulla
eclatante ma emblematico del mondo delle nuove
povertà urbane. I protagonisti di Porca Miseria sono
persone che, sebbene colte in luoghi e contesti diversi,
hanno lo stesso disagio: la mancanza di un lavoro
(effettiva, imminente o probabile), la precarietà e la
povertà conseguenti. C’è chi non può trovare un
lavoro perché a cinquant’anni è considerato troppo
vecchio e chi è alla ricerca del primo impiego, ma
trova lavoro solo in un call centre, dove imperano la
precarietà e lo sfruttamento. Ad accompagnare il
regista in questo viaggio nella “porca miseria”,
troviamo lo scrittore Erri De Luca, il direttore della
Caritas diocesana Pier Luigi Dovis, l’intellettuale Egi
Volterrani, che si finge con amara autoironia un ladro
di mandarini (ne ruba ben otto in un ipermercato),
l’orchestra di Porta Palazzo e le coriste del Regio
(colte all’epoca dello sciopero della fame contro i tagli
alla cultura), ma anche rappresentanti di associazioni
di volontariato, sindacalisti, operatori dei servizi
sociali. Soprattutto persone che operano a stretto
contatto con chi è in difficoltà e sono naturalmente
propense alla solidarietà. Proprio la solidarietà pare
essere - è questa la conclusione cui approda il
documentario, ma come potrebbe essere altrimenti? l’unica strada percorribile per avvicinarci a una
soluzione del problema, per scavalcare le barriere di
quel male ancora più grave che è l’indifferenza. Perché
il messaggio è chiaro: la povertà e la miseria
disturbano, fanno ribrezzo, ma sono intorno a noi e,
in una società come questa, possono essere anche una
possibilità per chiunque di noi. Al documentario si
affianca un libro che raccoglie i testi e le interviste in
parte presenti anche nel DVD, l’introduzione
dell’autore e una parte dedicata ai “dati” sulla povertà
in Italia, con report dell’Istat e della Caritas.
Redazione
Via Montebello 15 - 10124 Torino
Tel. 011.813.85.20 - Fax 011.81.38.530
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La pubblicazione è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali Direzione Generale per il Cinema (Promozione per la Cultura
Cinematografica)
Museo Nazionale del Cinema Fondazione
Maria Adriana Prolo Archivi di cinema, fotografia
ed immagine
Via Montebello 15 - 10124 Torino
Tel. 011.813.85.11 - Fax 011.839.47.47
Si ringrazia REAR per il contributo alle attività del Museo
Ufficio Stampa
Veronica Geraci
www.museocinema.it
Progetto grafico
Atelier abc
Presidente
Alessandro Casazza
Stampa
Canale
Direttore
Alberto Barbera
Ringraziamenti
57 Internationale Filmfestspiele, Berlin • A.L.M., Torino • Gianni Amelio, Roma • Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Torino •
Amerigo Cadeddu, Torino • Casasonica, Torino • Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Roma • Enrico Cerasuolo, Torino
• Cinecittà Holding, Roma • Cineteca del Comune di Bologna • Eskimosa, Milano • Sergio Fergnachino, Torino • Festival del Cinema Africano,
dell’Asia e dell’America Latina, Milano • Hectormann Music Crew, Palermo • Im Sang-soo, Seoul • Instituto Cervantes, Milano • Internazionale
Kurzfilmtage Oberhausen • Korea Film Fest, Firenze • Lee Jae-young, Seoul • Juan Madrid, Madrid • Mediaset Cinema Forever, Milano-Roma •
Italo Moscati, Roma • Mostra Internazionale del Cinema Libero, Bologna • MultiServizi, Torino • Giona A. Nazzaro, Roma • Neon Subber, Borgo
d’Ale (VC) • N.I.P., Torino • NoShame, Roma • Ripley’s Home Video, Roma • Strade del Cinema, Aosta • UCLA, Los Angeles • Voir Trade, Torino •
Warner Bros. Italia, Roma
Cineteca del Museo Nazionale del Cinema / Personale della Multisala Massimo
Un ringraziamento particolare a La Stampa – Torino Sette per il contributo alla diffusione della rivista.
11
larivista
delcinema
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
IL CALENDARIO DEI FILM programma marzo
GIOVEDÌ 1 MARZO
h. 16.30 Casella postale 1001 di J. Salvador (E 1950, 90’ , v.o. sott.it.)*
h. 18.15 Quinto distretto di J. Coll (E 1957, 94’ , v.o. sott.it.)*
h. 20.30 Giorni contati di I. Uribe (E 1994, 93’ , v.o. sott.it.)°
Prima del film incontro con lo scrittore Juan Madrid
h. 22.30 Squadra omicidi di I.F. Iquino (E 1950, 80’ , v.o. sott.it.)*
VENERDÌ 2 MARZO
h. 16.30 A colpo sicuro di F. Pérez-Dolz (E 1963, 87’ , v.o. sott.it.)*
h. 18.15 Uomini senza pace di J.L. Saenz de Heredia (E 1952, 100’ , v.o.
sott.it.)*
h. 20.30/22.30 Che cosa manca di AA.VV. (I 2007, 92’)§
Tra i due spettacoli incontro con i registi Enrico Cerasuolo e Sergio Fergnachino
SABATO 3 MARZO
h. 16.30/18.30 Che cosa manca di AA.VV. (I 2007, 92’)§
h. 20.30 Uomini senza pace di J.L. Saenz de Heredia (E 1952, 100’ , v.o.
sott.it.)*
h. 22.30 Casella postale 1001 di J. Salvador (E 1950, 90’ , v.o. sott.it.)*
DOMENICA 4 MARZO
h. 16.30/18.30/20.30/22.30 Che cosa manca di AA.VV. (I 2007, 92’) §
LUNEDÌ 5 MARZO
h. 16.30 Un pilota ritorna di R. Rossellini (I 1942, 84’)
h. 18.15 La nave bianca di R. Rossellini (I 1942, 77’)
segue
La vispa Teresa di R. Rossellini (I 1939, 7’)
segue
Il tacchino prepotente di R. Rossellini (I 1939, 6’)
segue
Fantasia sottomarina di R. Rossellini (I 1940, 10’)
h. 20.30 Roma città aperta di R. Rossellini (I 1945, 104’) °
Prima della proiezione incontro con Sergio Toffetti
MARTEDÌ 6 MARZO
h. 16.30 Roma città aperta di R. Rossellini (I 1945, 104’)
h. 18.30 L’uomo dalla croce di R. Rossellini (I 1943, 88’) *
h. 20.30 Dark Waters di M. Baino (I 1994, 89’) °
Prima del film incontro con Mariano Baino, Michele De Angelis e Giona A.
Nazzaro (NoShame Films)
MERCOLEDÌ 7 MARZO
h. 16.00 Paisà di R. Rossellini (I 1946, 134’)
h. 18.30 Desiderio di R. Rossellini (I 1946, 80’)
h. 20.30 Germania anno zero di R. Rossellini (I 1948, 78’) *
h. 22.00 La nave bianca di R. Rossellini (I 1942, 77’)
segue
La vispa Teresa di R. Rossellini (I 1939, 7’)
segue
Il tacchino prepotente di R. Rossellini (I 1939, 6’)
segue
Fantasia sottomarina di R. Rossellini (I 1940, 10’)
GIOVEDÌ 8 MARZO
h. 16.30 Germania anno zero di R. Rossellini (I 1948, 78’) *
h. 18.00 L’amore di R. Rossellini (I 1948, 75’) *
h. 20.00 Paisà di R. Rossellini (I 1946, 134’)
h. 22.30 Senso di L. Visconti (I 1954, 122’)
Il film sarà presentato da Gianni Amelio
VENERDÌ 9 MARZO
h. 16.30 L’amore di R. Rossellini (I 1948, 75’) *
h. 18.00 Roma città aperta di R. Rossellini (I 1945, 104’)
h. 21.00 Oberhausen on Tour 2007 – Omaggio a Robert Nelson
(1963-74, 75’ , v.o. sott.ingl.) *
h. 22.30 Desiderio di R. Rossellini (I 1946, 80’)
h. 21.00 Sala Uno Inaugurazione “Berlinale a Torino”
LUNEDÌ 12 MARZO
h. 16.30 Francesco giullare di Dio di R. Rossellini (I 1950, 75’)
h. 18.00 Dov’è la libertà…? di R. Rossellini (I 1954, 91’)
segue
Napoli 1943 di R. Rossellini (I 1954, 20’)
h. 20.30 Via Veneto Set. La strada, il cinema, la vita di I. Moscati
(I 2006, 85’)°
Prima del film incontro con Italo Moscati
h. 22.30 La macchina ammazzacattivi di R. Rossellini (I 1952, 80’)*
segue
L’invidia di R. Rossellini (I 1952, 20’)
MARTEDÌ 13 MARZO
h. 16.30 Dov’è la libertà…? di R. Rossellini (I 1954, 91’)
segue
Napoli 1943 di R. Rossellini (I 1954, 20’)
h. 18.30 Via Veneto Set. La strada, il cinema, la vita di I. Moscati
(I 2006, 85’)*
h. 20.30 Francesco giullare di Dio di R. Rossellini (I 1950, 75’)
h. 22.00 La macchina ammazzacattivi di R. Rossellini (I 1952, 80’)*
segue
L’invidia di R. Rossellini (I 1952, 20’)
MERCOLEDÌ 14 MARZO
h. 16.30 Betty di C. Chabrol (F 1992, 104’)
h. 18.30 L’insolito caso di Monsieur Hire di P. Leconte (F 1989, 80’)
h. 20.30 Equator – L’amante sconosciuta di S. Gainsbourg (F 1983, 85’)
h. 22.00 Lo sciacallo di J-P. Melville (F/I 1963, 102’ , v.o. sott.it.) *
GIOVEDÌ 15 MARZO
h. 16.30 L’insolito caso di Monsieur Hire di P. Leconte (F 1989, 80’)
h. 18.00 Equator – L’amante sconosciuta di S. Gainsbourg (F 1983, 85’)
h. 20.30 Betty di C. Chabrol (F 1992, 104’)
h. 22.30 Anna di A. Lattuada (I 1951, 108’)
VENERDÌ 16 MARZO
h. 16.30 Stromboli, terra di Dio di R. Rossellini (I 1950, 107’)
h. 18.30 Europa ‘51 di R. Rossellini (I 1952, 118’)
segue
Santa Brigida di R. Rossellini (I 1952, 9’)
h. 21.00 Oberhausen on Tour 2007 – MuVi Award di AA. VV. (G 2004-6,
75’ , v.o. sott.ingl.) *
h. 22.30 Viaggio in Italia di R. Rossellini (I 1954, 82’)
segue
Ingrid Bergman di R. Rossellini (I 1953, 20’)
SABATO 17 MARZO
h. 16.30 La paura di R. Rossellini (I 1954, 82’)
h. 18.00 Giovanna d’Arco al rogo di R. Rossellini (I 1954, 80’)
h. 20.30 Stromboli, terra di Dio di R. Rossellini (I 1950, 107’)
h. 22.30 Europa ‘51 di R. Rossellini (I 1952, 118’)
segue
Santa Brigida di R. Rossellini (I 1952, 9’)
DOMENICA 18 MARZO
h. 16.30 Viaggio in Italia di R. Rossellini (I 1954, 82’)
segue
Ingrid Bergman di R. Rossellini (I 1953, 20’)
h. 18.30 Stromboli, terra di Dio di R. Rossellini (I 1950, 107’)
h. 20.30 La paura di R. Rossellini (I 1954, 82’)
h. 22.00 Giovanna d’Arco al rogo di R. Rossellini (I 1954, 80’)
LUNEDÌ 19 MARZO
h. 16.30 King Boxer di Chung Chan-wha (Hk 1972, 97’ , v.o. sott.it.)
h. 18.20 The New One-Armed Swordsman di Zhang Che (Hk 1971,
94’ , v.o. sott.it.)
h. 20.15 The Boxer from Shantung di Zhang Che/Bao Xueli (Hk 1972,
126’ , v.o. sott.it.)
h. 22.30 The Five Venoms di Zhang Che (Hk 1978, 97’ , v.o. sott.it.)
SABATO 10 E DOMENICA 11 MARZO
Berlinale a Torino - programma in distribuzione in sala
MARTEDÌ 20 MARZO
h. 16.30 Legendary Weapons of China di Lau Kar-leung (Hk 1982, 101’ ,
v.o. sott.it.)
h. 18.30 Dirty Ho di Lau Kar-leung (Hk 1979, 100’ , v.o. sott.it.)
h. 20.30 My Young Auntie di Lau Kar-leung (Hk 1980, 114’ , v.o. sott.it.)
h. 22.40 The Magic Blade di Chu Yuan (Hk 1976, 101’ , v.o. sott.it.)
Gli Eventi del Mese
Info
INCONTRO CON JUAN MADRID
Giovedì 1 marzo, h. 20.30
Sala Tre – Ingresso libero
INCONTRO CON ITALO MOSCATI
Lunedì 12 marzo, h. 20.30
Sala Tre – Ingresso libero
INCONTRO CON ENRICO CERASUOLO
E SERGIO FERGNACHINO
Venerdì 2 marzo, h. 22.00
Sala Tre – Ingresso euro 5,00/3,50/2,50
ALLA CORTE DEI RIVOMBROSA
Mercoledì 21 marzo, h. 21.00
Sala Tre – Ingresso libero
IL RESTAURO DI ROMA CITTÀ APERTA
Lunedì 5 marzo, h. 20.30
Sala Tre – Ingresso libero
CROSSROADS – HECTORMANN MUSIC
CREW
Venerdì 23 marzo, h. 21.00
Sala Tre – Ingresso euro 2,50
DARK WATERS
Martedì 6 marzo, h. 20.30
Sala Tre – Ingresso libero
INCONTRO CON IM SANG-SOO
Mercoledì 28 marzo, h. 20.30
Sala Tre – Ingresso libero
GIANNI AMELIO PRESENTA SENSO
Giovedì 8 marzo, h. 22.30
Sala Tre – Ingresso euro 5,00/3,50/2,50
INCONTRO CON LEE JAE-YOUNG
Giovedì 29 marzo, h. 20.00
Sala Tre – Ingresso libero
INAUGURAZIONE BERLINALE A TORINO
Venerdì 9 marzo, h. 21.00
Sala Uno – Ingresso euro 5,00/3,50/2,50
Mole Antonelliana
Via Montebello 20, Torino
Tel 011.81.38.511
mar. mer. gio. ven. dom. 9.00 – 20.00
sab. 9.00 – 23.00, lun. chiuso
intero euro 5,20
ridotto euro 4,20
gratuito per Abbonamento Musei, Torino + Piemonte Card
e bambini fino a 10 anni
Week-end al Museo: visite guidate senza prenotazione
Tutti i sabati, ore 15.00; ore 17.00 visita alle mostre
temporanee.
Tutte le domeniche, ore 16.00
#
Volete ricevere via mail o per posta informazioni e inviti alle serate organizzate dal Museo Nazionale del Cinema? Compilate
questo modulo e consegnatelo alla cassa del Cinema Massimo oppure
speditelo a Museo Nazionale del Cinema – Programmazione, via Montebello 15, 10124 Torino.
Nome e cognome:
Indirizzo (via, città, provincia, c.a.p.):
E-mail:
Età e professione:
GIOVEDÌ 22 MARZO
h. 16.30 The Boxer from Shantung di Zhang Che/Bao Xueli (Hk 1972,
126’ , v.o. sott.it.)
h. 18.45 The Five Venoms di Zhang Che (Hk 1978, 97’ , v.o. sott.it.)
h. 20.30 King Boxer di Chung Chan-wha (Hk 1972, 97’ , v.o. sott.it.)
h. 22.30 Fronte del porto di E. Kazan (Usa 1954, 108’)
VENERDÌ 23 MARZO
h. 16.00 My Young Auntie di Lau Kar-leung (Hk 1980, 114’ , v.o. sott.it.)
h. 21.00 Haunted Spooks di E. Goulding/H. Roach (Usa 1920, 21’) *
segue
La prima filme sugli automobili di Federico Lagna (I 2006, 30’)
segue
La meridiana del convento di Eleuterio Rodolfi (I 1916, 31’)
Accompagnamento musicale dal vivo di Hectormann Music Crew
DA SABATO 24 A MARTEDÌ 27 MARZO
Schermi africani - programma in distribuzione in sala
MERCOLEDÌ 28 MARZO
h. 16.30 The Surrogate Mother di Im Kwon-taek (K 1987, 95’ , v.o. sott.it.)
h. 18.15 Sopyonje di Im Kwon-taek (K 1994, 113’ , v.o. sott. it.)
h. 20.30 The Old Garden di Im Sang-soo (K 2006, 112’ , v.o. sott. it.) °
Al termine del film incontro con Im Sang-soo
GIOVEDÌ 29 MARZO
h. 15.30 Come Come Come Upward di Im Kwon-taek (K 1987, 134’ , v.o.
sott. it.)
h. 18.00 Festival di Im Kwon-taek (K 1996, 106’ , v.o. sott. it.)
h. 20.00 Dasepo Naughty Girls (K 2006, 111’ , v.o. sott. it.) °
Al termine del film incontro con Lee Jae-young
h. 22.30 Casco d’oro di J. Becker (F 1952, 95’)
VENERDÌ 30 MARZO
h. 16.15 Mandala di Im Kwon–taek (K 1981, 108’ , v.o. sott. it.)
h. 18.15 Son of the General di Im Kwon-taek (K 1990, 108’ , v.o. sott. it.)
h. 20.15 Woman on the Beach (k 2006, 127’ , v.o. sott. it.)
h. 22.30 Girls’ Night Out di Im Sang-soo (K 1998, 101’ , v.o. sott.it)
SABATO 31 MARZO
h. 16.30 The President’s Last Bang di Im Sang-soo (K 2005, 104’ , v.o. sott.
it.)
h. 18.30 Tears di Im Sang-soo (K 2000, 105’ , v.o. sott. it.)
h. 20.30 Low Life di Im Kwon-taek (K 2004, 105’ , v.o. sott. it.)
h. 22.30 Downfall di Im Kwon-taek (K 1997, 105’ , v.o. sott. it.)
DOMENICA 1 APRILE
h. 16.15 Chunhyang di Im Kwon-taek (K 2000, 120’ , v.o. sott.it.)
h. 18.30 Gilsodom di Im Kwon-taek (K 1986, 100’ , v.o. sott. it.)
h. 20.30 La moglie dell’avvocato di Im Sang-soo (K 2003, 104’ , v.o. sott. it.)
h. 22.30 Dasepo Naughty Girls (K 2006, 111’ , v.o. sott. it.)
LUNEDÌ 2 APRILE
h. 16.00 Ebbro di donne e di pittura di Im Kwon-taek (K 2002, 120’ , v.o.
sott.it.)
h. 17.45 Taebak Mountains di Im Kwon-taek (K 1994, 163’ , v.o. sott. it.)
°
*
§
ingresso libero
ingresso euro 2,50
ingresso intero euro 5,00; studenti univ. euro 3,50;
anziani e soci CartaPiù Feltrinelli euro 2,50
Visite guidate su prenotazione
Gruppi (max 25 pers.):
Visita in italiano: euro 70,00 + biglietto di ingresso
Visita guidata in inglese, francese, tedesco e spagnolo:
euro 80,00 + biglietto d’ingresso
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
euro 3,00 a persona + ingresso ridotto.
MERCOLEDÌ 21 MARZO
h. 16.30 The Jade Tiger di Chu Yuan (Hk 1977, 101’ , v.o. sott.it.)
h. 18.30 Clans of Intrigue di Chu Yuan (Hk 1977, 99’ , v.o. sott.it.)
h. 21.00 Alla corte dei Rivombrosa di Amedeo Varese (I 2007, 48’) °
Al termine del film incontro con Amedeo Varese e membri della troupe dello
sceneggiato
Prenotazione obbligatoria
Tel. 011 81.38.564-565
Orario: mar. gio. 9.00 – 16.30 lun. e ven. 9.00 – 14.00
Museo + Ascensore Panoramico
Intero euro 6,80 - Ridotto euro 5,20
gratuito per Torino + Piemonte Card e bambini fino a 10 anni
CINEMA MASSIMO
Via Verdi 18 - Torino - Tel. 011 81.38.574
Sale 1 e 2
Intero euro 6,50
Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18
e studenti universitari euro 4,50
Anziani over 60 euro 3,00
abbonamento sale 1 e 2 (5 ingr.) euro 20,00
Sala 3
Intero euro 5,00
Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18
e studenti universitari (spett. serali) euro 3,50
Anziani over 60 e studenti universitari
(spett. pomeridiani) euro 2,50
abbonamento sala 3 (10 ingr.) euro 30,00
BIBLIOTECA
Via San Pietro in Vincoli 28 - Torino
Tel. 011 81.38.590-591-592 / Fax 011 52.14.784
[email protected]
Orari di apertura:
lun./ven. 9.00 - 13.00
mar./gio. 9.00 - 13.00, 13.30 - 17.30 - mer. chiuso
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
Fondazione Maria Adriana Prolo
Archivi di cinema, fotografia ed immagine
Via Montebello 15 - 10124 Torino
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Il/la sottoscritto/a dichiara di prendere atto dell’informativa fornitagli/le dal Museo Nazionale del Cinema ai sensi dell’art.
13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e presta il proprio consenso al trattamento dei propri dati con le
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e spedizione del presente programma.
Il/la sottoscritto/a dichiara altresì di essere consapevole dei diritti riconosciuti dal citato art. 13 in materia di opposizione
al trattamento e cancellazione dei dati.
Data e firma:
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