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Non voglio perderti - Museo Nazionale del Cinema
anno IV - numero 46 - marzo 2007 - poste italiane. spedizione in a.p. 70% d.c. / d.c.i. torino - tassa pagata / taxe perçue / ordinario MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA larivista 46delcinema MARZO 2007 Lo splendore del vero Il mondo di Roberto Rossellini I parte La furia del drago Omaggio alla Shaw Brothers Schermi africani Selezione del Festival Cinema Africano di Milano Corea in fiamme Selezione del Korea Film Fest di Firenze Berlinale a Torino II edizione La voce segreta delle parole Il grande cinema in lingua originale “Mercoledì da leoni” di John Milius (1970) Lo schermo di carta Storia e storie del cineromanzo in Italia Non voglio perderti storie lunghe che duravano mesi. È vero che si poteva consultare il riassunto all’inizio di ogni puntata, ma tutto scritto, e a mia madre piaceva di Gianni Amelio «Non sono attori veri. Non fanno i film», diceva mia madre. A lei non piacevano i fotoromanzi, quelli di «Sogno», «Bolero», «Grand Hotel». Non aveva la pazienza di aspettare ogni settimana per vedere «come continua» e di tenere a mente quelle di più guardare le figure, le facce. Proprio le facce, secondo lei, facevano la differenza: nei fotoromanzi erano belle ma «esagerate», mentre gli attori del cinema erano “sinceri”, per esempio Amedeo Nazzari, il suo preferito. Forse per non farlo ingelosire aggiungeva solo nomi di attrici, anche se non li sapeva pronunciare. Per anni anch’io ho detto Ava Garner, Rita Evort, Barbara Stanvic... Poi Silvana Mangano le ha sbaragliate tutte: non in Riso amaro dove mostrava le cosce, ma nel Lupo della Sila e nel Brigante Musolino, che erano stati girati dalle nostre parti. Si diceva pure che aveva dormito vicino a casa nostra, a Villaggio Mancuso, nell’Albergo delle Fate... A mia madre piacevano i film. Ma siccome in paese il cinema non c’era, si accontentava dei «filmromanzi» (così li chiamava) e, se un’amica gliene prestava uno, non lo restituiva più e lo conservava. Li teneva nel cassetto della credenza, dove stavano «le carte», cioè la ricetta del dottore, le bollette della luce, un conto vecchio di pasta e pane. I primi film-romanzi che ho trovato in casa nostra erano senza copertina: l’avevano perduta passando per troppe mani, e c’era qualche macchia d’unto sulla prima pagina. I titoli non m’invitavano molto: Maria Walewska, Il caso Paradine, nomi difficili pure questi. Allora leggevo il «Corriere dei Piccoli», «Il Monello» e l’«Intrepido» coi relativi Albi. Un giorno però ho aperto un film-romanzo che la copertina ce l’aveva, bella e invitante, e anche il titolo suonava bene: (segue a pag. 2) larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo Gianni Amelio presenta: Lo schermo di carta. Storia e storie dei cineromanzi La mostra del Museo Nazionale del Cinema di Torino, curata da Gianni Amelio con la collaborazione di Alberto Barbera e Silvio Alovisio, presenta una ricca selezione dei fondi di cineromanzi appartenenti alla collezione privata dello stesso Amelio e alle collezioni della Biblioteca del Museo. I cineromanzi rappresentano, tra la seconda metà degli anni Quaranta e la fine degli anni Sessanta, un fenomeno editoriale di enorme popolarità. Ciascun fascicolo era dedicato a un film: di questo si presentava il racconto attraverso un’ampia selezione di fotografie di scena o di fotogrammi della pellicola, a cui si affiancavano le battute degli attori e le didascalie narrative. Il cineromanzo deriva da due diversi tipi di pubblicazioni: da un lato i suoi antesignani sono i cosiddetti “cine-racconti”, stampati sin dagli anni Venti, che presentano però solo il racconto scritto del film, a volte accompagnato da un paio di foto di scena o degli interpreti principali (questo tipo di pubblicazioni compone il nucleo principale del fondo appartenente al Museo del Cinema). Dall’altro lato, parente stretto del cineromanzo è il fotoromanzo, la cui nascita ufficiale è datata 1946 con l’inizio delle pubblicazioni di «Grand Hotel» prima e di «Sogno» e «Bolero film» poi; anch’essi impostati sulla costruzione di un racconto, ma completamente diversi per assenza di legami con i film. La mostra prevede l’esposizione di circa 200 documenti originali, all’interno di un percorso espositivo ricco di elementi scenografici, come la gigantografia di due cineromanzi dentro cui il visitatore può fisicamente entrare per sfogliarne alcune pagine; una grande pellicola cinematografica che si snoda per le sale presentando le immagini del cineromanzo di Senso, di Luchino Visconti, uno spazio interattivo dove il visitatore può essere fotografato e ottenere la stampa “personalizzata” di una copertina, un’edicola d’epoca. Alcuni pannelli tematici, dedicati alle star e alla rappresentazione del mondo del cinema nelle copertine della «Domenica del Corriere» consentono al visitatore di collocare il fenomeno dei cineromanzi nel più vasto contesto del divismo. Saranno inoltre allestite postazioni multimediali interattive e didattiche, in cui si presenterà non solo la storia e l’evoluzione del cineromanzo ma anche i forti legami tra questo tipo di editoria e il divismo cinematografico. A conclusione del percorso il visitatore potrà assistere alla proiezione del documentario Sfogliare un film, per la regia di Lorenzo d’Amico De Carvalho (fotografia di Luan Amelio Ujkaj), con interviste ai grandi protagonisti del cinema italiano, da Giovanna Ralli a Lucia Bosè, da Mario Monicelli a Francesco Rosi. Lo schermo di carta si completa con l’esposizione sulla cancellata della Mole Antonelliana di trenta riproduzioni in grande formato delle copertine dei più significativi cineromanzi, dalle origini agli anni Sessanta. La mostra si tiene presso l’Archivio di Stato di Torino dal 8 marzo al 19 aprile 2007 con apertura dal martedì alla domenica in orario 10-19. Apertura serale tutti i giovedì fino alle 22. Ad arricchire il percorso la Carta Bianca a Gianni Amelio, sette film scelti dal regista, in programma tutti i giovedì dall’8 marzo al 19 aprile alle 22.30 nella sala Tre del Cinema Massimo. È Previsto un volume, pubblicato dal Museo Nazionale del Cinema con l’editore Il Castoro, ideato da Gianni Amelio e curato da Emiliano Morreale, che rappresenta il primo serio tentativo di ricostruire la storia di questo importante e affascinante fenomeno editoriale. Il volume conterrà, oltre a un testo inedito di Amelio, anche alcuni saggi di approfondimento firmati da studiosi di settore, schede storico-critiche delle principali collane di cineromanzi e un ricchissimo apparato di illustrazioni. Il Museo Nazionale del Cinema, inoltre, pubblicherà un quaderno monografico interamente dedicato alla sua vasta collezione di cineromanzi, con saggi di approfondimento, un ricco apparato iconografico e un catalogo analitico di tutte le pubblicazioni consultabili presso la Biblioteca Mario Gromo. (da pag. 1) Non voglio perderti. L’ho cominciato per curiosità e l’ho chiuso col fiato sospeso. La copia di oggi è quella di allora, protetta per mezzo secolo come una reliquia, e ha segnato un incontro fatale. Qualche tempo dopo mi sarei imbattuto nel primo Giallo Mondadori della mia vita (Ho sposato un’ombra di William Irish), scoprendo che raccontava la stessa storia. Ma il film non l’avevo ancora visto: perciò leggevo i capitoli del libro e poi cercavo le immagini nel fascicolo illustrato, mettevo a confronto le descrizioni e i dialoghi, mi segnavo su un quaderno le parole uguali e i brani tagliati. Insomma cominciavo, senza saperlo, a lavorare. (continua...) percorsi / 8 - 15 - 22 - 29 marzo Carta bianca a Gianni Amelio Luchino Visconti Senso Italia 1954, 121’, col. innamoramento, ma anche l’intervento violento di Vittorio che provoca una lotta violenta fino al tragico epilogo. Fu in quella occasione che la ragazza decise di prendere il velo. Ora il suo animo è combattuto tra l’amore che si risveglia e il suo dovere di suora. Sc.: Giuseppe Berto, Franco Brusati, Dino Risi, Ivo Perilli, Rodolfo Sonego; Fot.: Otello Martelli; Int.: Silvana Mangano, Gaby Morlay, Raf Vallone. GIO 15, h. 22.30 marchese patriota Ussoni sfida il tenente austriaco Franz Mahler. La contessa Livia Serpieri, ardente patriota ma sposata con un collaborazionista, per salvare il cugino Ussoni incontra Franz e s’innamora del tenente. Una notte Franz e Livia si incontrano, lui le chiede del denaro per pagare un medico e farsi esonerare dal servizio militare, Livia gli consegna il denaro dei patrioti italiani che il cugino le aveva affidato e Franz scompare per mesi. Tempo dopo lo ritroverà a Verona ma lo trova con un’altra donna. Lo denuncia agli austriaci e rivela l’inganno con il quale si era fatto esonerare dal servizio militare. Sc.: Carlo Alianello, Giorgio Bassani, Paul Bowles, Suso Cecchi D’Amico, Giorgio Prosperi, L. Visconti, Tennessee Williams, dal racconto di Camillo Boito; Fot.: Aldo Graziati, Robert Krasker, Giuseppe Rotunno; Int.: Alida Valli, Massimo Girotti, Farley Granger. GIO 8, h. 22.30 Elia Kazan Fronte del porto On the Waterfront Usa 1954, 108’, b/n. Gli scaricatori del porto di New York sono vessati da una banda di gangster che impedisce loro di guadagnare quanto la legge stabilisce frapponendosi fra di loro e i datori di lavoro con un vero e proprio appalto. Chi si ribella a questo sistema non tarda a pagare con la vita il suo coraggio. Uno della banda, però, Terry Mallory, il giorno in cui si trova ad essere responsabile della morte di uno scaricatore, comincia a provare un certo disagio morale. Ne parla con un sacerdote che ha abbracciato la causa degli scaricatori e si fa convincere ad andare davanti ad una commissione di inchieste sociali per rivelare i soprusi che ben conosce. Contro di lui, però, si scatena l’ostilità dei gangster e degli stessi scaricatori che giudicano male il suo gesto. Sc.: Budd Schulberg, Malcolm Johnson; Fot.: Boris Kaufman; Int.: Marlon Brando, Rod Steiger, Karl Malden. GIO 22, h, 22.30 Il film sarà presentato da Gianni Amelio Alberto Lattuada Anna Alla Fenice di Venezia, alla vigilia della battaglia di Custoza, una rappresentazione del Trovatore causa una manifestazione irredentista durante la quale il Italia 1951, 108’, b/n Anna, giovane novizia, è un’infermiera caritatevole e zelante. Una notte giunge all’ospedale un ferito grave in cui Anna riconosce Andrea, il giovane di cui era innamorata prima di darsi alla vita religiosa. Mentre il primario opera il ferito, le immagini d’un passato non lontano si ripresentano alla mente dell’infermiera. Anna si rivede ballerina in un locale notturno: quando era l’amante di Vittorio, uomo crudele e cinico. Rivede il suo primo incontro con Andrea, il loro 2 Jacques Becker Casco d’oro Casque d’or Francia 1952, 95, b/n Ambientato nella Parigi di fine Ottocento fra lotte di bande rivali e balli popolari, Casco d’oro è la storia di due amanti senza speranza. Il falegname Manda si innamora di Maria, detta Casco d’oro, già legata allo scassinatore Rolando il Bello, desiderata anche dal capobanda Leca. Manda prima uccide in un duello Rolando, poi si fa arrestare per difendere un amico ingiustamente accusato da Leca. Quando però scopre che Leca approfitta del suo imprigionamento per ottenere Maria, fugge dal carcere e lo uccide. È condannato a morte e Maria assiste straziata alla sua esecuzione. Sc.: Annette Wademand, J. Becker, Jacques Companeez; Fot.: Robert le Febvre; Int.: Simone Signoret, Serge Reggiani, Claude Dauphin. GIO 29, h. 22.30 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo anni di lavoro su Rossellini: Paisà con l’integrazione delle scene ritrovate dal Bundesarchiv, la versione veneziana del Generale della Rovere tagliata per la circolazione in Italia, un inatteso backstage a colori dell’Età del ferro, le riprese sudamericane scherzosamente soprannominate “Sopraluoghi in Patagonia” e di attribuzione un po’ incerta, il nastro dell’intervista a Rossellini di Francesco Savio per Cinecittà anni trenta, lo straordinario documento Ingrid in Italia realizzato da Fiorella Mariani, nipote di Roberto, attorno agli 8mm girati da Ingrid Bergman sul set di Stromboli. E poi questo “deposito” del Signor Bianchi, un distributore romano amico di Roberto, fatto proprio nell’anno in cui Rossellini diventa presidente del Centro Sperimentale, come per metterlo al sicuro. Insomma, il “materiale” ci suona subito giusto, perché nel lavoro d’archivio bisogna avere occhio, cioè capacità di vedere quello che le immagini raccontano, ma ancora prima, come direbbe Enzo Jannacci: “ci vuole orecchio”. È un negativo nitrato. Ma il nitrato di cellulosa nella fabbricazione della pellicola viene rimpiazzato molto rapidamente dall’acetato di cellulosa (non infiammabile), a partire dal 1950, cioè solo 5 anni dopo le riprese di Roma città aperta. Un sospetto comincia a nascere: quale motivo ci sarebbe di fare a così breve distanza un secondo negativo del film? La tradizione orale sulla realizzazione di Roma città aperta, trasformata in romanzo da Ugo Pirro in Celluloide e portata sullo schermo da Carlo Lizzani, racconta che il film sarebbe stato girato con rulli di pellicola venduta di volta in volta al mercato nero da militari alleati a Roma. Pellicole poi provinate per indovinarne la marca, e dunque la curva di risposta fotografica, dal giovanissimo Carlo di Palma, assistente del direttore della fotografia, l’ovadese Ubaldo Arata (di cui ancora oggi chi ci ha lavorato, come Peppino Rotunno, ricorda l’abitudine di sollecitare l’inizio delle riprese borbottando “Andoma e giroma”, tra l’allibita sorpresa delle maestranze più abituate al romanesco che al piemontese). La leggenda di Roma città aperta, quasi un mito originario della rinascita del cinema italiano nel dopoguerra – tanto da poter dire che il film non è un momento della storia del cinema italiano, ma della storia d’Italia, trova conferma nella composizione del negativo della Cineteca, che ogni 300 metri (la lunghezza di un caricatore) cambia pellicola, come dimostrano i cosiddetti “edge codes” impressi sui margini delle pellicole per identificare marca e anno di fabbricazione. È di sicuro il negativo originale. E averlo tra le mani non rappresenta soltanto una sublimazione feticistica, ma la possibilità di ottenere una copia con una definizione fotografica mai più vista sullo schermo dagli anni ‘50. Una check print, cioè una stampa a contatto, evidenzia però un sacco di problemi (polvere, spuntinature, macchie, righe, tagli, qualche salto di fotogramma) e soprattutto le differenze di contrasto e lo squilibrio di luce da scena a scena dovuto alle diverse pellicole, oltre ai difetti di ripresa tipici dell’epoca, una messa a fuoco talvolta precaria, dissolvenze un po’ incerte. Fatti i test a Cinecittà Digital si capisce che la maggior parte dei difetti può essere eliminata scannerizzando il negativo originale, ripulendo in digitale fotogramma per fotogramma per poi ritornare su pellicola. Resta ancora una cautela: in digitale è facile farsi prendere la mano per rifare “meglio di com’era”, togliendo difetti d’epoca e soprattutto sterilizzando la colonna sonora attraverso l’eliminazione del suono d’ambiente. La cosa migliore sarebbe il confronto con una copia d’epoca. In Italia non ce ne sono più, e così parte una ricerca fortunosamente conclusa alla Jugoslovenska Kinoteka di Belgrado, dove si trova un positivo nitrato che serve da riferimento e per trarre alcuni fotogrammi mancanti. Il risultato? Si vede in proiezione. E Rossellini in tutto ciò? Riguardandone oggi il cinema, anzi l’audiovisivo, si capisce che ha avuto un solo grande erede, che si è servito delle immagini e dei suoni con la sua stessa genialità (con un certo rigore calvinista in più e un certo disinvolto umanesimo in meno): Jean-Luc Godard. Il restauro di “Roma città aperta”. di Sergio Toffetti Chi è Mario Bianchi e perché nel 1968 porta in Cineteca Nazionale Roma città aperta? Parte da questo interrogativo il restauro del negativo originale del più importante film della storia del cinema italiano (con Ossessione), di cui fino al 2006 esistevano soltanto “copie di copie” che rendevano impossibile una proiezione decorosa. Nell’autunno 2005, i preparativi per il centenario della nascita di Roberto Rossellini iniziano infatti con una verifica di magazzino, non limitata al controllo delle copie in circolazione o di ciò che emerge dai database, ma spinta fino all’esplorazione di ciò che inevitabilmente sedimenta nei decenni e finisce per nascondersi nei meandri di un grande archivio. Con il progredire delle ricerche, si allineavano di fronte Lo splendore del vero. Il mondo di Roberto Rossellini è un progetto del Centro Sperimentale di Cinematografia e dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma realizzato in collaborazione con RAI Teche e ospitato a Torino dal Museo Nazionale del Cinema. Alla prima parte della manifestazione hanno collaborato inoltre Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Cinecittà Holding, Mediaset Cinema Forever e Ripley’s Home Video. La seconda parte della retrospettiva Rossellini avrà luogo nei mesi di maggio e giugno. Roberto Rossellini i protagonisti / 5 - 18 marzo La nave bianca Lo splendore del vero. Il mondo Italia 1941, 77’, b/n di Roberto Rossellini Copia proveniente dal Centro Sperimentale Roberto Rossellini Un pilota ritorna Italia 1942, 88’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale II guerra mondiale, fronte greco. L’aereo del giovane tenente Gino Rossati, pilota dell’aviazione italiana, viene abbattuto durante un’azione bellica. L’uomo, messosi in salvo grazie al paracadute, viene però catturato dagli inglesi. Finisce in un campo di concentramento dove conosce la giovane figlia di un medico italiano. Tra i due nasce un profondo sentimento, ma i giovani sono costretti a lasciarsi perché il tenente approfitta di un bombardamento per evadere. Si impossessa di un aereo e riesce a tornare in Italia; qui apprende che i greci si sono arresi. Il soggetto è firmato da Vittorio Mussolini. “Il realismo, per me, non è che la forma artistica della verità. Quando la verità è ricostituita si raggiunge l’espressione. Oggetto vivo del film realistico è il mondo, non la storia, non il racconto. Esso non ha tesi precostituite perché nascono da sé” (R. Rossellini). Sc.: Michelangelo Antonioni, Rosario Leone, Massimo Mida, Gherardo Gherardi, Ugo Betti, Margherita Maglione, R. Rossellini; Fot.: Vincenzo Seratrice; Int.: Massimo Girotti, Michela Belmonte, Gaetano Maser. LUN 5, h. 16.30 nel cinema di Rossellini, modulate in toni e spessori diversi, ma già artefici di mondi tanto fantasiosi quanto veri. Il tacchino prepotente e La vispa Teresa nascono dalla scommessa folle di inventare la realtà a partire proprio dalla realtà. Il segreto sta nel provare a spezzare le regole e intercettare linee di antiche presunte conoscenze. Non è detto che un cortile e un prato fiorito siano sempre un cortile e un prato fiorito, si possono sempre consumare avventure e vicende che neppure immaginiamo e che riusciamo a conoscere solo attraverso il cinema. Andare in profondità significa scoprire che ci sono una varietà infinita di cose da vedere, che non vediamo. Tocca al cinema scoprire i segreti e aprire le “quinte” chiuse del reale. La sua virtù analitica è sufficiente a instaurare un rapporto diretto con le cose, a parlare la loro lingua (si pensi all’importanza degli oggetti in tutti i film di Rossellini), e allora ecco che si riesce a sentire la voce ripetitiva degli insetti comporsi in una filastrocca infantile, ossessiva, ma intrisa di vita. Sc.: R. Rossellini; Fot.: Mario Bava LUN 5, h. 19.35, MAR 6, h. 23.20 di Cinematografia - Cineteca Nazionale L’azione si svolge su una nave da guerra e la vicenda narra la vita del suo equipaggio. Nei momenti di riposo i marinai si dedicano alla corrispondenza e il loro pensiero va alle persone care. Viene l’ordine di partire e la nave leva le ancore per la battaglia. Vari marinai rimangono feriti e vengono trasportati su di una nave ospedale, dove prestano servizio le infermiere volontarie della Croce Rossa. Primo lungometraggio di Rossellini che si era proposto per girare un film didattico su come si svolgeva un combattimento navale. Alla macchina da presa Mario Bava. “V’era in questo film, anche la crudeltà spietata della macchina nei confronti dell’uomo: l’aspetto non eroico dell’uomo che vive dentro la nave da battaglia, che agisce quasi restando all’oscuro, in mezzo alle misure, ai goniometri, alle ruote e alle manovelle di manovra” (R. Rossellini). Sc.: R. Rossellini, Francesco De Robertis; Fot.: Emanuele Caracciolo; Int.: ufficiali e equipaggio della Marina e infermieri dei Corpi Volontari. LUN 5, h. 18.15, MER 7, h. 22.00 Roberto Rossellini Fantasia sottomarina Italia 1939, 10’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Un paesaggio sottomarino è raccontato con la garbata finezza di una favola a lieto fine. Un acquario si trasforma in una fantasia dell’immaginazione, un movimentato microcosmo costruito sulla base dell’invenzione e non dell’imitazione del vero. È l’ansia di vedere i particolari a ispirare questa storia visionaria. Quello che si vede a occhio nudo è l’idea Roberto Rossellini Il tacchino prepotente / La vispa Teresa Italia 1939, 6’ + 7’, b/n Copie restaurate dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza Ci sono sempre la scoperta e la pura osservazione 3 che diventa immagine. La parola, l’organizzazione e il racconto arrivano dopo, in una sorta di sceneggiatura dettata proprio dalle riprese, forse suggerita dal montaggio. È un fatto istintivo il cinema per Rossellini, il perfezionamento del rapporto che si instaura con il mondo. Sc.: R. Rossellini; Fot.: Rodolfo Lombardi. LUN 5, h. 19.50, MAR 6, h. 23.35 Roberto Rossellini Roma città aperta Italia 1945, 104’, b/n Copia restaurata dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale “La storia del cinema si divide in due ere: una prima e una dopo Roma città aperta” (O. Preminger). Durante i nove mesi dell’occupazione nazista di Roma, la polizia tedesca è sulle tracce di un ingegnere che è a capo di un movimento della resistenza. Il giovane, sfuggito in tempo alla perquisizione nel suo appartamento, trova rifugio nella casa di un parroco della periferia. Ma l’arresto dell’ingegnere e del parroco sono inevitabili, a causa della delazione di un’aspirante attrice. Sottoposti a sevizie perché rivelino i nomi dei loro compagni, i due resistono e, mentre il giovane perde la vita sotto la tortura, il prete viene condannato alla fucilazione. Considerato uno dei capolavori del neorealismo, il film è il primo della cosiddetta trilogia della guerra, poi proseguita con Paisà e Germania anno zero. Palma d’Oro al Festival di Cannes e Nastro d’Argento per la miglior regia e la miglior sceneggiatura. Ad Anna Magnani il premio come miglior interprete femminile. Nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. “Hanno detto, scritto e ripetuto in tutti i toni che io ho scoperto una nuova larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo forma di espressione: il neorealismo… Ma io non riesco facilmente a lasciarmi convincere […] Mi sembra evidente che ciascuno possiede il suo proprio realismo e che ciascuno stima che il suo sia il migliore, me compreso” (R. Rossellini). Sc.: Sergio Amidei, Federico Fellini, R. Rossellini; Fot.: Ubaldo Arata; Int.: Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Marcello Pagliero. LUN 5, h. 20.30, MAR 6, h. 16.30, VEN 9, h. 18.00 Roberto Rossellini L’uomo dalla croce Italia 1943, 88’, b/n Copia digitale restaurata da Ripley’s Home Video Il percorso umano di San Francesco da Assisi viene sublimato, negli undici episodi del film, nei suoi aspetti principali, interiori ed esteriori, di umiltà, sincerità, semplicità e carità che sono alla base della vita del santo e più tardi dell’intero ordine francescano. Il francescanesimo narrato attraverso la vita quotidiana di Francesco e dei suoi compagni, tra i quali brillano le figure di Fra’ Ginepro e Giovanni il semplice. “La libertà è assoluta, secondo me, anche se gli uomini oggi vogliono essere liberi di credere a una verità che gli viene imposta: non c’è più un uomo che cerchi la sua verità. È questo che mi sembra straordinariamente paradossale. È sufficiente dirgli con il dito puntato sul naso: “questa è la verità” che lui diventa perfettamente felice. Lo vuol credere, vi segue, è capace di qualsiasi cosa per poter credere a questa verità; ma non ha mai fatto il minimo forzo per scoprirla” (R. Rossellini). Sc.: Federico Fellini, Felix Morlion, Antonio Lisandro, R. Rossellini, da I fioretti di S. Francesco e Vita di frate Ginepro; Fot.: Otello Martelli; Int.: Aldo Fabrizi, Arabella Lemaitre. LUN 12, h. 16.30, MAR 13, h. 20.30 Una prostituta torna nel suo paese decisa a rifarsi una vita. Al paese conosce Giovanni, un floricoltore totalmente diverso dagli uomini che fino ad allora ha dovuto frequentare. Un filo di speranza nasce nella ragazza, che si illude di poter cambiare vita, ma l’ipocrisia della gente e i ricatti del cognato la spingono al suicidio. Iniziato da Rossellini nel 1943, il film venne ultimato dopo la guerra da Marcello Pagliero. Il film, che in origine doveva durare circa 102 minuti, venne sequestrato e rimesso in circolazione in una versione ridotta. Di Rossellini restano solo pochi metri, tra cui alcuni primi piani di Elli Parvo e Massimo Girotti, girati in uno scalo merci a San Lorenzo. Sc.: Rosario Leone, Giuseppe De Santis, Diego Calcagno, Guglielmo Santangelo, Marcello Pagliero, R. Rossellini; Fot.: Rodolfo Lombardi, Ugo Lombardi; Int.: Elli Parvo, Massimo Girotti. MER 7, h. 18.30, VEN 9, h. 22.30 Roberto Rossellini Germania anno zero Italia 1948, 78’, b/n Copia digitale realizzata da Cinecittà Holding Estate 1942. Sul fronte russo, dopo una battaglia, il reparto di carri armati riceve l’ordine di spostarsi. Un ferito intrasportabile viene lasciato sul posto, affidato alle cure di un cappellano militare. Cadono entrambi nelle mani dei russi ma, grazie ad un bombardamento, il cappellano riesce ad allontanarsi con il ferito. Si rifugiano in un casolare dove si nascondono alcune donne russe coi loro bambini. Una delle donne sta per partorire e quando dà alla luce il suo bambino chiede al cappellano di battezzare il neonato, che chiama Nicola. Nel frattempo sono giunti al casolare anche alcuni miliziani sovietici, che si attestano sulla posizione per difendersi dall’assalto delle truppe italiane. Girato a Ladispoli con attori non professionisti e ambientato in Ucraina, il film ricostruisce la vicenda del sacrificio di Don Reginaldo Giuliani. In questo modo si chiude la trilogia rosselliniana della guerra fascista. “Al fine di creare realmente il personaggio che uno ha in mente, è necessario che il regista si impegni in una battaglia con i suoi attori, che normalmente finisce con la sottomissione ai loro desideri. Siccome non voglio sprecare le mie energie in questo tipo di battaglia, io uso attori professionisti solo occasionalmente” (R. Rossellini). Sc.: Asvero Gravelli, Alberto Cosiglio, G. D’Alicardo, R. Rossellini; Fot.: Guglielmo Lombardi; Int.: Alberto Tavazzi, Roswitha Schmidt, Aldo Capacci, Attilio Dottesio. MAR 6, h. 18.30 Roberto Rossellini Paisà Italia 1946, 134’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale In sei episodi si rievoca l’avanzata delle truppe alleate in Italia. In Sicilia la giovane Carmela aiuta dei soldati alleati a passare le linee minate lasciate dai tedeschi in fuga. In Napoli un piccolo lustrascarpe ruba le scarpe ad un soldato americano. In Roma una giovane prostituta ritrova un soldato americano con il quale aveva vissuto una vera storia d’amore. In Firenze una crocerossina dell’esercito anglo-americano trova morto il capo partigiano che stava cercando. In Appennino Emiliano un convento di francescani ospita tre cappellani militari dei reparti alleati. In Porto Tolle nuclei partigiani e alleati combattono assieme contro i nazisti, ma vengono sconfitti. Nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura. “Roberto mi ha insegnato che il soggetto di un film è più importante dell’originalità dei titoli di testa, che una buona sceneggiatura deve stare in dodici pagine, che bisogna filmare i bambini con maggior rispetto di qualsiasi altra cosa, che la macchina da presa non ha più importanza di una forchetta e che bisogna potersi dire, prima di ogni ripresa: «O faccio questo film o crepo»” (F. Truffaut). Sc.: Sergio Amidei, Federico Fellini, R. Rossellini; Fot.: Otello Martelli; Int.: Carmela Sazio, Dots M. Johnson, Maria Michi, Harriet White, Bill Tubbs, Dale Edmonds. MER 7, h. 16.00, GIO 8, h. 20.00 Roberto Rossellini Dov’è la libertà…? Italia 1952, 90’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale manchi di tenerezza. Ora, nel cinema-verità manca la tenerezza, perché è il caso che guida tutto. Cos’è che mi irrita, che mi dispiace nel mondo d’oggi? Il mondo d’oggi è un mondo troppo inutilmente crudele. La crudeltà è violare la personalità di qualcuno, è metterlo in condizione di arrivare a una confessione totale e gratuita” (R. Rossellini). Sc.: Sergio Amidei, Giancarlo Vigorelli, Franco Brusati, Liana Ferri, R. Rossellini; Fot.: Tino Santoni, Enrico Betti Berutto; Int.: Gennaro Pisano, Marilyn Bufferd, Giovanni Amato. LUN 12, h. 22.30, MAR 13, h. 22.00 Roberto Rossellini L’invidia Italia/Francia 1952, 20’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Episodio del film collettivo I sette peccati capitali. Storia di una donna gelosa delle molte attenzioni che il marito pittore riserva ad una piccola e tenera gattina. Gli altri episodi del film sono: L’Avarizia e L’Ira di Eduardo De Filippo, La Lussuria di Yves Allégret, La Gola di Carlo Rim, La Superbia di Claude Autant-Lara, La Pigrizia di Jean Dréville. Sc.: R. Rossellini, Diego Fabbri, Liana Ferri, Turi Vasile, dalla novella di Colette; Fot: Enzo Serafin; Int.: Orfeo Tamburi, Andrée Débar, Nicola Ciarletta, Nino Franchina. LUN 12, h. 23.50, MAR 13, h. 23.20 Roberto Rossellini Stromboli, terra di Dio Italia 1950, 107’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Il barbiere Salvatore Lojacono è stato in carcere per 22 anni per aver ammazzato con un rasoio l’amico Antonio che aveva una relazione segreta con la moglie. Uscito di galera per buona condotta, si accorge ben presto che la decantata libertà si sconta a suon di ulteriori tradimenti e di cattiverie da parte di estranei e non. Così, con un trucco, riesce a rientrare in prigione. Viene scoperto ma non può essere accusato di nulla, quindi è di nuovo libero. Pur di rientrare nel carcere dove ha tanti veri amici, durante il processo, con un morso mozza un orecchio al proprio avvocato difensore. Sc.: Vitaliano Brancati, Antonio Pietrangeli, Ennio Flaiano, Vincenzo Talarico; Fot.: Aldo Tonti, Tonino Delli Colli; Int.: Totò, Leopoldo Trieste, Vera Molnar. LUN 12, h. 18.00, MAR 13, h. 16.30 In una Berlino frantumata dalla guerra, il piccolo Edmund avvelena il padre malato seguendo le farneticanti teorie naziste di un suo vecchio maestro che sostiene la necessità di eliminare i più deboli. Alla fine, il ragazzino, preso dal rimorso, si uccide gettandosi da una finestra di un palazzo bombardato. Il film fu dedicato dallo stesso Rossellini al figlio primogenito Romano, morto all’età di 9 anni. Rossellini preparò accuratamente la scena lasciando poi, volontariamente, all’aiuto-regista Carlo Lizzani il compito di girare le ultime riprese inerenti al suicidio del piccolo Edmund. “La tragedia della guerra era passata: bisognava evitare di essere poeta, e tutto ciò che abitualmente è un artista, e costringersi a guardare attorno in maniera strettamente realista” (R. Rossellini). Sc.: Carlo Lizzani, Max Colpet, R. Rossellini; Fot.: Robert Juillard; Int.: Edmund Moeschke, Franz Kruger, Barbara Hintz. MER 7, h. 20.30, GIO 8, 16.30 Roberto Rossellini Napoli 1943 Italia 1954, 15’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Quarto episodio del film a episodi Amori di mezzo secolo. In un rifugio antiaereo, vicino al Teatro San Carlo di Napoli, un giovane aviatore e una ragazza in costume da fata si incontrano e amoreggiano. Ma il loro tenero sogno d’amore viene infranto a causa di un bombardamento che li uccide lasciandoli abbracciati. Gli altri episodi del film sono Amore romantico di Glauco Pellegrini, Guerra 1915-18 di Pietro Germi, La marcia su Roma di Mario Chiari, Girandola di Antonio Pietrangeli. Sc.: R. Rossellini, Oreste Biancoli, Vinicio Marinucci, Giuseppe Mangione, Rodolfo Sonego; Fot.: Tonino Delli Colli; Int.: Antonella Lualdi, Franco Interlenghi. LUN 12, h. 19.30, MAR 13, h. 18.00 Roberto Rossellini L’amore Italia 1948, 75’, b/n Copia digitale realizzata da Cinecittà Holding Film diviso in due episodi per descrivere l’amore colto in due delle sue più estreme rappresentazioni. In Una voce umana si segue l’affranto monologo di una donna innamorata che parla al telefono con l’amante che l’ha lasciata per un’altra donna. Il miracolo, invece, racconta di una giovane pastora ritardata e ignorante che crede di vedere in un viandante l’incarnazione di San Giuseppe. Questi ne approfitta e la mette incinta, provocando lo scherno di tutti gli abitanti del suo paesello. La donna partorirà sola, fra atroci sofferenze, quella che crede sia una creatura voluta dall’intervento di Dio. La voce umana: Sc.: Tullio Pinelli, dall’atto unico di Jean Cocteau; Fot.: Robert Juillard; Int.: Anna Magnani. Il miracolo: Sc.: R. Rossellini, da un soggetto di Federico Fellini; Fot.: Aldo Tonti; Int.: Anna Magnani, Federico Fellini. GIO 8, h. 18.00, VEN 9, h. 16.30 Roberto Rossellini/Marcello Pagliero Roberto Rossellini Desiderio Francesco, giullare di Dio Italia 1943, 85’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Italia 1950, 75’, b/n Copia restaurata proveniente da Mediaset Cinema Forever La giovane Karin, reclusa in un campo profughi, accetta la corte di un soldato con lo scopo di farsi sposare per tornare in libertà. Il marito, Antonio, è un pescatore siciliano che la porta al suo paese, sull’isola di Stromboli. Ma lì Karin è malvista dalla gente e per la donna è un tormento. Uscita dalla prigionia del campo, si trova quindi in una nuova, disperante condizione: quella dei pregiudizi, delle incomprensioni, della mentalità ristretta degli isolani. Karin tenta una fuga disperata per raggiungere il porto che si trova dal lato opposto dell’isola. Per farlo, deve scalare e ridiscendere il vulcano, tenta l’impresa, ma stremata si accascia ai margini della bocca del vulcano. Si sveglierà la mattina seguente e la bellezza del panorama che la circonda tra cielo e mare le ridarà un attimo di pace interiore. “A mio modo di vedere, l’essenziale nel racconto cinematografico, è l’attesa: ogni soluzione nasce dall’attesa dà la liberazione. Si pensi, ad esempio, all’episodio della tonnara: è un momento che nasce dall’attesa. Si viene creando nello spettatore una curiosità per ciò che dovrà succedere: poi è l’esplosione della mattanza dei tonni. L’attesa è la forza di ogni avvenimento della nostra vita: e così è anche per il cinema” (R. Rossellini). Sc.: Art Kohn, Sergio Amidei, Giampaolo Callegari, Renzo Cesana, R. Rossellini; Fot.: Otello Martelli; Int.: Ingrid Bergman, Mario Vitale, Renzo Cesana, Mario Sponza. VEN 16, h. 16.30, SAB 17, h. 20.30, DOM 18, h. 18.30 Roberto Rossellini Roberto Rossellini La macchina ammazzacattivi Italia 1948-52, 80’, b/n Copia digitale realizzata da Cinecittà Holding Un semplice fotografo di nome Celestino riceve il dono di poter uccidere ogni persona malvagia con uno scatto della propria macchina fotografica. Tale potere, però, non debellerà mai totalmente la cattiveria della gente, anzi, provocherà quella degli umili, pervasi dalla brama di ricchezza. Perché quello dato al fotografo non era un dono divino, ma il perfido presente di un “povero diavolo”. Il film, iniziato nel 1948 da Rossellini, dopo diverse interruzioni viene ultimato nel 1951 dagli assistenti del regista con il contributo del produttore Rudolph Solomon, e distribuito solo nel 1952. “La tenerezza è la vera posizione morale. Non riesco a riconoscere come forma artistica qualcosa che 4 Europa ’51 Italia 1952, 118’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Irene Girard, moglie di un diplomatico e abituata al larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo lusso dell’alta società, cambia la sua vita dopo il suicidio del figlio che si sentiva trascurato. Da quel momento, colta dal senso di colpa, sente di dover aiutare le persone più bisognose che incontra. Ma aiutando un malvivente in fuga, viene arrestata dalla polizia. Per salvare il decoro del suo status, il marito la fa ricoverare come fosse pazza. Aiuto alla regia era Antonio Pietrangeli. “Irene per il mondo è matta. È una donna che vuol far diventare profondamente morale la sua vita e fa tutto quello che è possibile, però non è quello che la media degli individui fa. Quindi lei finisce dietro le sbarre di un manicomio, e quelli di sotto la guardano come si guarda una matta, e lei di sopra li guarda con emozione perché li guarda come si guardano dei matti. C’è bisogno di eroi nel mondo di oggi, questa è la verità, purtroppo” (R. Rossellini). Sc.: Sandro De Feo, Mario Pannunzio, Ivo Perilli, Brunello Rondi, Diego Fabbri, Antonio Pietrangeli, da un’idea di Massimo Mida e Antonello Trombadori; Fot.: Aldo Tonti; Int.: Ingrid Bergman, Alexander Knox, Sandro Franchina, Giulietta Masina. VEN 16, h. 18.30, SAB 17, h. 22.30 Roberto Rossellini Santa Brigida Italia 1952, 9’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Danze e corpi trafitti: tre maestri del cinema di arti marziali Bergman nel giardino della sua villa. Qui scopre che il suo roseto è stato rovinato da un pollo piuttosto maldestro. Ingrid litiga con la padrona del pennuto, ma poi si prende la rivincita proprio sul pollo. Gli altri episodi che compongono il film sono 4 attrici, una speranza di Alfredo Guarini, Alida Valli di Gianni Franciolini, Isa Miranda di Luigi Zampa, Anna Magnani di Luchino Visconti. Sc.: Cesare Zavattini, Luigi Chiarini, R. Rossellini; Fot.: Otello Martelli; Int.: Ingrid Bergman, Albamaria Setaccioli, Robertino, Isabella e Isotta Rossellini. VEN 16, h. 23.50, DOM 18, h. 17.50 di Dario Tomasi Zhang Che, Lau Kar-leung e Chu Yuan (*) sono nomi ben noti agli appassionati del cinema di Hong Kong e, in particolare, di arti marziali. Filmografie, probabilmente incomplete, attribuiscono ai tre un totale di quasi duecento film che hanno davvero segnato la storia del ‘cinema cinese per eccellenza’. È, infatti, sin troppo evidente che il cinema di arti marziali (wuxiapian o kung fu che sia) occupa nel cinema cinese lo stesso posto che il western occupa in quello americano (e i film di samurai in quello giapponese). Si tratta, in tutti e tre i casi, di generi che ripercorrono in chiave mitologica il passato di un paese cercando di definirne un’identità. Esempio di cinema popolare forse ancor più degli altri due, il film d’arti marziali ha attraversato tutta la storia del cinema cinese ma ha raggiunto una vera e propria dignità espressiva nel corso degli anni Sessanta grazie al lavoro della Shaw Brothers e di due figure di registi in qualche modo agli antipodi l’uno dell’altro: King Hu e, appunto, Zhang Che. Tanto il primo è etereo, elegante, colto e raffinato, quasi femmineo, tanto l’altro è materiale e rozzo, di un’immediatezza pacchiana e kitsch che non arretra di fronte a niente e a nessuno. L’evidenza del cinema di Zhang è anche tutta nell’ostentata esibizione di corpi maschili – che prendono il posto delle minute grazie della Cheng Pei-pei kingiana – dai prominenti pettorali su cui la macchina da presa indugia, con evidente piacere, soprattutto quando questi sono trafitti dalle falliche lame delle più improbabili e fantasiose armi da taglio che si possano immaginare. Zhang sublima la componente sado-maso-voyeuristica dei suoi film con la ricorrente immagine di eroi trafitti da un nugolo di frecce come moderni San Sebastiano, riprendendo e vulgando la celebre immagine di desiderio omosessuale proposta da Mishima attraverso il giovane protagonista di Dietro la maschera che, per la prima volta in vita sua, si masturba proprio davanti a una riproduzione del quadro di Guido Reni. E, come ogni autentico cineasta, Zhang si impone anche per una sua vera e propria stilistica (si veda nella rassegna il finale di The New One-Armed Swordman), anch’essa rozza e primitiva, sporca e onnivora, fatta di riprese con la macchina a spalla, montaggio veloce e frequente uso di quei rapidi zoom, il dolly dei poveri, che occuperanno davvero nel cinema di Zhang – come bene si è ricordato anche Tarantino nei suoi Kill Bill – lo stesso posto che la profondità di campo occupa in quello di Welles. Né Chu Yuan, né Lau Kar-leung hanno probabilmente una personalità pari a quella di Zhang, del primo – cui il Far East Film Festival di Udine aveva dedicato nel 2004 un’interessante retrospettiva – bisogna forse ricordare come la sua produzione si sia estesa anche ad altri generi e il suo contributo al wuxiapian vada soprattutto letto nella sua capacità di prestare una maggiore attenzione alla caratterizzazione degli eroi delle sue storie di quanto non accada altrove; di Lau kar-leung, invece, più della sua formazione come vero e proprio maestro di kung fu, va ricordato il suo essenziale contributo, con lo Yuen Woo-ping di Matrix, a quella commedia kung fu e a quell’idea del combattimento come di una sorta di balletto di cui due dei film presenti in questa rassegna, My Young Auntie e Dirty Ho, contengono diversi straordinari esempi, davvero tutti da godere come davanti a un musical hollywoodiano. Roberto Rossellini La paura Italia/Germania 1954, 82’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale La moglie fedifraga di un industriale, cade tra le braccia di un musicista. Una donna che sa della relazione la ricatta con la minaccia di raccontare tutto al marito. Ma è lo stesso marito ad aver organizzato il ricatto, e quando la moglie viene a scoprirlo decide di uccidersi. Pentito, il coniuge salva la moglie dal gesto estremo e ambedue, riconciliandosi, ammettono i propri errori. L’edizione tedesca del film è l’unica che Rossellini riconoscesse come propria. A differenza di quella italiana, tagliata qui e là, non c’è la voce off della protagonista e il finale è completamente differente: la Bergman non torna a casa dalla sua famiglia ma si perde in una lunga deriva nel laboratorio chimico. Sc.: Sergio Amidei, Franz Graf Treuberg, R. Rossellini dal racconto di Stefan Zweig; Fot.: Carlo Carlini, Heinz Schnackertz; Int.: Ingrid Bergman, Mathias Wieman. SAB 17, h. 16.30, DOM 18, h. 20.30 Roberto Rossellini Giovanna d’Arco al rogo Documentario incompiuto girato nel ’52 da Rossellini con la collaborazione di Ingrid Bergman. Al centro del cortometraggio le attività benefiche dell’associazione svedese Rädda Barnen, volta all’assistenza dei bambini italiani colpiti dalle alluvioni nel Polesine. Fot.: Aldo Tonti; Int.: Ingrid Bergman e le sorelle dell’ordine di Santa Brigida VEN 16, h. 20.30, SAB 17, h. 00.30 Roberto Rossellini Viaggio in Italia Italia 1954, 82’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Una coppia di coniugi stranieri riceve in eredità una villa sul golfo di Napoli. Lui vuole disfarsene, ma lei pian piano se ne innamora. Un astio antico, tra loro, si riversa su quella banale disputa al punto che stanno per separarsi per sempre. Durante una processione religiosa, però, vengono fisicamente divisi dalla folla che ha invaso la strada. I due si sentono persi e, appena si ritrovano l’una tra le braccia dell’altro, scoprono di amarsi ancora. “La sera non si sapeva quello che avremmo fatto la mattina. Le cose poi maturarono in mano, c’è una certa logica delle cose che non si può calcolare. Uno sta lì, ha l’ambiente, gli attori ti obbligano a seguire una certa strada, ma sono i personaggi ad averla tracciata” (R. Rossellini). Sc.: R. Rossellini, Vitaliano Brancati; Fot.: Enzo Serafin; Int.: Ingrid Bergman, George Sanders. VEN 16, h. 22.30, DOM 18, h. 16.30 Roberto Rossellini Ingrid Bergman Italia 1953, 20’, b/n Copia proveniente dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale Terzo episodio del film collettivo Siamo donne nato da un’idea di Cesare Zavattini. Al centro del film diretto da Roberto Rossellini c’è l’attrice Ingrid Italia/Francia 1954, 80’, col. Copia restaurata dal Museo Nazionale del Cinema Trasposizione cinematografica della messa in scena teatrale dell’oratorio di Claudel. Si narra come la Pulzella d’Orleans, ormai in paradiso, voglia sapere da San Domenico cos’abbiano scritto gli uomini di lei. Viene così ripercorsa tutta la vita di Giovanna d’Arco dalla giovinezza sino al processo e al rogo. Infine Giovanna entra nel regno dei Santi. Quando uscì il film non venne compreso dalla critica e dal pubblico, accusato di troppo formalismo e dimenticato al punto da essere quasi perduto. “Non è affatto teatro filmato, ma cinema; direi persino che è neorealismo nel senso in cui l’ho sempre tentato” (R. Rossellini). Sc.: R. Rossellini, dall’oratorio drammatico di Paul Claudel e Arthur Honegger; Fot.: Gabor Pogany; Int.: Ingrid Bergman, Tullio Carminati, Giacinto Prandelli. SAB 17, h. 18.00, DOM 18, h. 22.00 (*) I tre registi sono rispettivamente noti anche come Chang Cheh, Liu Chia-liang e Chor Yuen sguardi ad Oriente / 19 - 23 marzo La furia del drago. Omaggio alla Shaw Brothers Chung Chang-wha King Boxer Tianxia Di yi Quan Hong Kong 1972, 97’, col., v.o. sott.it. precedente One-Armed Swordsman (1967) ma con una fondamentale differenza: David Jiang riveste i panni di un guerriero arrogante umiliato da un rivale che gli rompe un braccio. Costretto ad una lunga attesa, si sottopone ad un estenuante allenamento per fortificare il braccio che gli resta. A riportarlo sulla strada della vendetta, però, è la prematura morte del suo compagno Di Long. Sc.: Ni Kuang; Fot.: Gong Muduo; Int.: David Jiang, Di Long, Li Jing, Gu Feng. LUN 19, h. 18.20 Italo Moscati Zhang Che/Bao Xueli Via Veneto Set. La strada, il cinema, la vita The Boxer from Shantung Ma Yongzhen Italia 2006, 85’, b/n e col. “Il lavoro è stato duro anche per la brevità del tempo che avevo a disposizione. Ma è stato molto istruttivo. Inseguivo l’idea di partenza che era quella di raccontare Via Veneto, la strada della “Dolce vita”, in una chiave nuova. E cioè non come la ribalta della grande pellicola felliniana e basta; ma come metafora di Roma e della società italiana a pochi anni dall’inizio delle trasmissioni tv. L’idea si è concretizzata a poco a poco, mentre procedevo nelle ricerche. Oggetto di queste sono stati i cinegiornali che all’epoca erano in auge e non erano ancora entrati nella crisi in cui sarebbero precipitati negli anni Sessanta. Prima di tutti, la Settimana Incom, che aveva ereditato e sostituito completamente i vecchi cinegiornali dell’Istituto Luce, e poi una serie di altre testate minori che copiavano senza timori la Settimana Incom, testata fondata e diretta da Sandro Pallavicini. La caratteristica di questi cinegiornali era il racconto per immagini, un racconto molto serrato, con testi ironici e velocissimi: esattamente il contrario di quel che farà l’imminente informaizione televisiva”. (I. Moscati). LUN 12, h. 20.30 (ingresso libero), MAR 13, h. 18.30 Hong Kong 1972, 126’, col., v.o. sott.it Una storia di vendetta e di sfide all’ultimo colpo che ha il primato di essere il primo film di kung fu diventato un grande successo in Occidente, spianando la strada al fenomeno di Bruce Lee. L’attore Luo Lie interpreta con estrema intensità il suo ruolo di lottatore dal pugno di ferro, le cui dita, però, vengono spezzate da un rivale della banda avversaria. Il regista coreano Chung Chang-wha era tra i talenti non cinesi portati al successo, alla fine degli anni Sessanta dalla Shaw Brothers, conquistando le platee asiatiche con i suoi action movie. Sc.: Jiang Yang; Fot.: Wang Yonglong; Int.: Luo Lie, Wang Ping, Wang Jinfeng. LUN 19, h. 16.30, GIO 22, h. 20.30 Zhang Che The New One-Armed Swordsman Xin Dubi Daowang Prima dello spettacolo di lunedì 12 incontro con Italo Moscati Hong Kong 1971, 94’, col., v.o. sott.it. Zhang Che rivisita i temi già affrontati nel 5 Il film segue la classica storia dell’ascesa e del declino di un gangster nella Shanghai degli anni Trenta. Chen Guantai, infatti, è dapprima, un ragazzetto proveniente da Shandong la cui abilità sul ring gli consente di fare carriera nell’ambiente e gli apre la strada fino ai vertici della malavita organizzata. Molti sono i motivi riconoscibili in The Boxer from Shantung che hanno ispirato altri film e altri registi, anche insospettabili: tra questi, ad esempio, la sfida tra Chen e un lottatore russo. Sc.: Ni Kuang, Zhang C.; Fot.: Gong Muduo, Ruan Dingbang; Int.: Chen Guantai, Jing Li, David Jiang, Ma Lannu. LUN 19, h. 20.15; GIO 22, h. 16.3 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo Zhang Che The Five Venoms / Wu Du Hong Kong 1978, 97’, col., v.o. sott.it. Corea in fiamme. Selezione del Korea Film Fest stravagante nipote e a suo figlio. Mescolando con libertà i movimenti classici delle arti marziali con allusioni ai film di genere hollywoodiani, come il musical, la commedia brillante e il film di guerra, My Young Auntie può essere definita un’insolita commedia di kung fu. Sc.: Lau Kar-leung, Li Taiheng; Fot.: Ao Zhijun; Int.: Lau Kar-leung, Kara Hui, Xiao Hou. MAR 20, h. 20.30; VEN 23, h. 16.00 Tre registi per tre diversi modi di fare cinema e di rappresentare la realtà. Tre omaggi che riescono a rappresentare il passato, il presente e il futuro del cinema coreano. Si inizia con il grande maestro Im Kwon-taek, autore che, nella sua lunga carriera, ha realizzato quasi cento film, attraversando i generi, le storie e le mode, passando da una produzione considerata più commerciale ad un cinema che intende rivalutare le antiche tradizioni culturali del suo paese. Collaboratore e allievo di Im Kwon-taek è stato, all’inizio degli anni Novanta, il più giovane Im Sang-soo che, con il suo film d’esordio Girls’ Night Out, ha scatenato non poche controversie per aver trattato tematiche delicate come il sesso e il desiderio in toni liberi ed espliciti, temi che analizza sotto diversi punti di vista anche in Tears e ne La moglie dell’avvocato. Si rivolge, invece, all’attualità con The President’s Last Bang in cui ripercorre l’assassinio del presidente sudcoreano, il generale Parl Chung-hee, avvenuto nel 1979. Al suo terzo lungometraggio, infine, Lee Jae–young, esplora la sessualità dei giovanissimi nei suoi aspetti più estremi, con una tecnica che alterna il cinema d’animazione con quello dal vero. Chu Yuan The Magic Blade Tianya Mingyue Dao Hong Kong 1976, 101’, col., v.o. sott.it. Il capo morente della Venoms House cerca di riportare entro la legalità l’unico discepolo rimastogli, dal momento che gli altri si sono fatti tutti coinvolgere dal mondo della criminalità. Il suo scopo è quello di riunire il gruppo che nel tempo si è disperso e che contava su lottatori di straordinaria abilità, ognuno specializzato in un peculiare stile di combattimento. Il giovane, ora, li deve rintracciare, toglierli dai guai e recuperare il tempo perduto. Sc.: Ni Kuang, Zhang Che; Fot.: Gong Muduo, Cao Huiqi; Int.: Jiang Sheng, Sun Jian, Guo Zhui. LUN 19, h. 22.30, GIO 22, h. 18.45 Lau Kar-leung Legendary Weapons of China Shiba Ban Wuyi Hong Kong 1982, 101’, col., v.o. sott.it. La rassegna comprende una selezione di film presentati al Korea Film Fest (Firenze, 23-30 marzo) organizzato con la collaborazione del Museo Nazionale del Cinema e della Korean Film Commission. sguardi ad Oriente / 28 marzo - 2 aprile Corea in fiamme. Selezione del Korea Film Fest Gli attori Di Long e Luo Lie vestono i panni di due valorosi cavalieri rivali che si uniscono per rintracciare la leggendaria spada Peacock e battere un mago maligno desideroso di potere. Il viaggio è ricco di imprevisti e di mirabolanti avventure che i due protagonisti vivono come fossero antichi cavalieri erranti. Con acrobazie e giochi spettacolari, il regista Chu Yuan si conferma un maestro del genere wuxiapian degli anni Settanta. Sc.: Ni Kuang, Situ An, da un racconto di Gu Long; Fot.: Huang Jie; Int.: Di Long, Luo Lie, Jing Li, Tian Ni. MAR 20, h. 22.40 woo scopre che lei è stata l’unica ad essergli rimasta fedele e, soprattutto, che gli ha lasciato qualcosa di molto importante a ricordarla: una figlia. Im Kwon-taek The Surrogate Mother / Sibaji Corea del Sud 1987, 95’, col., v.o. sott.it. Shin Sang-kyu e sua moglie Yoon, non possono avere figli e decidono di affidare a Soon-ok il ruolo di “madre in affitto” per assicurare una discendenza alla nobile famiglia Shin. Ma Sang-kyu si innamora della bellissima Soon-ok, e quando quest’ultima si innamora a sua volta di lui, rischia di dimenticare il suo ruolo di madre in prestito. Sc.: Song Gil-han; Fot.: Koo Jung-mo; Int.: Kang Soo-yeon, Lee Gu-sun, Yun Yang-ha. MER 28, h. 16.30 Sc.: Lim Sang-soo; Fot.: Woo-hyeong Kim; Int.: Jeom Jeong-ha, Ji Jin-hee, Kim Yu-ri. MER 28, h. 20.30 Al termine del film incontro con Im Sang-soo Im Kwon-taek Im Kwon-taek Un film che gli esperti considerano definitivo nell’ambito del cinema di arti marziali cinesi per il suo sguardo realistico sul kung fu, che prende in considerazione ben diciotto stili differenti di combattimento, sia con svariati tipi di armi che “a mani nude”. La storia, inoltre, riprende il tema classico del maestro e del giovane discepolo. Protagonista è lo stesso regista che ha anche seguito direttamente le coreografie dei combattimenti. Sc.: Lau Kar-leung, Li Taiheng; Fot.: Ao Zhijun; Int.: Lau Kar-leung, Kara Hui, Lau Kar-wing. MAR 20, h. 16.30 Hong Kong 1977, 101’, col., v.o. sott.it. Uno dei film più cupi tra quelli prodotti dalla Shaw Brothers. Opera che vanta le più grandi star del cinema di kung fu, conosciuti soprattutto per la loro abilità con la spada. Ti Lung è a proprio agio nel ruolo di eroe e grande lottatore e Lo Lieh rivela tutto il suo carisma. Lo stile visionario di Chu contribuisce ad impreziosire il film di pathos, mentre il tema anticipa il tono riflessivo e malinconico che diventerà caratteristica ricorrente per la cosiddetta new wave di Hong Kong degli anni Ottanta. Sc.: Gu Long, Chu Yuan; Fot.: Huang Jie; Int.: Di Long, Gu Feng, Li Lili, Luo Lie. MER 21, h. 16.30 Lau Kar-leung Chu Yuan Un uomo vive insegnando alla figlia adottiva il Pandori, il canto tradizionale coreano, e il tamburo di accompagnamento al figlio. In costante viaggio attraverso il paese, i tre sbarcano il lunario grazie alla musica. Ma quando il ragazzo decide di separarsi dal gruppo, la sorella sceglie di non cantare più e il padre-padrone la acceca. Anni dopo, nel ritrovare il fratello, il canto della donna raggiungerà il sublime. Il Pansori rappresenta, dal punto di vista musicale, la sublimazione del dolore e della disperazione collettiva. Questo canto tradizionale, molto difficile da apprendere, è stato proibito nel 1945. “Esiste un termine coreano che significa ‘avere l’orecchio musicale’ che illustra bene la difficoltà di saper ascoltare con attenzione il Pansori, perché non è facile non solo impararlo ma anche ascoltarlo” (Im Kwon-taek) Sc.: Kim Myung-gon, dall’opera omonima di Yi Chongjun; Fot.: Jung Li-sung; Int.: Kim Myunggon, Oh Jung-hae, Kim Kyu-chul. MER 28, h. 18.15 Chu Yuan The Jade Tiger Bai Yu Laohu Dirty Ho / Lan Tou Hou Hong Kong 1979, 100’, col., v.o. sott.it. Sopyonje / Seopyeonje Corea del Sud 1993, 113’, col., v.o. sott.it. Corea del Sud 1987, 134’, col., v.o. sott.it. Clans of Intrigue Chu Liuxiang Hong Kong 1977, 99’, col., v.o. sott.it. Un insolito film di kung fu il cui protagonista deve nascondere la sua abilità nelle arti marziali per celare la sua vera identità. In realtà, infatti, lui è il cosiddetto Settimo Principe, pronto per essere nominato erede al trono della Cina. Il titolo fa riferimento al timido Ho Chi, un ladruncolo di strada che diventa complice del Principe nella sua indagine per scoprire quale dei suoi fratelli stia cercando di ucciderlo. Sc.: Ni Kuang; Fot.: Huang Yuetai, Ao Zhijun; Int.: Wang Yu, Gordon Liu Jiahui, Kara Hui. MAR 20, h. 18.30 Lau Kar-leung My Young Auntie / Zhangbei Come Come Come Upward Aje aje bara aje Chu Yuan prosegue con questo film la trasposizione cinematografica dei romanzi di Gu Long. Il famoso spadaccino Chu Liuxiang è il primo indiziato per l’omicidio di tre capi clan. Per dimostrare la sua innocenza deve trovare il vero colpevole. Intraprende, così, un’indagine che lo conduce dapprima ad una donna misteriosa, poi in un monastero buddista, infine in una organizzazione di donne combattenti, guidata da una lesbica. Sc.: Ni Kuang, da un racconto di Gu Long; Fot.: Huang Jie; Int.: Di Long, Betty Bei Di, Nora Miao, Yue Hua. MER 21, h. 18.30 Im Sang-soo The Old Garden Orae-doen jeongwon Corea del Sud 2006, 112’, col., v.o. sott.it. Hyun-woo esce di prigione dopo una condanna a 17 anni per attività antigovernative. Durante la sua lunga prigionia ogni cosa è cambiata e anche i suoi compagni di lotta sono ormai persone diverse. Quando viene informato del fatto che la sua fidanzata Yoon-hee è morta, il giovane si reca nel luogo dove i due, molti anni prima, hanno trascorso due mesi insieme come una coppia in luna di miele. Leggendo il diario e le lettere della donna, Hyun- Hong Kong 1980, 114’, col., v.o. sott.it. Una giovane vedova arriva a Guangdong per consegnare un’eredità agli aventi diritto, la sua 6 Sun Nyog conduce la sua lotta per imporre maggiore disciplina nel tempio buddista che ha appena raggiunto. La donna salva un alcolizzato dal suicidio; l’uomo, però, la violenta e Sun Nyong è costretta ad abbandonare il tempio con disonore. Tuttavia si innamora dell’uomo che ha abusato di lei. Un’altra suora, Jin Song, che ha una buona considerazione all’interno del tempio, va sulle montagne per un lungo periodo di isolamento in una grotta, ma anche lei viene violentata da un vecchio monaco. Sc.: Han Sung-won; Fot.: Ku Jung-mo; Int.: Kang Soo-yeon, Jin Yeong-mi, Yu In-chon. GIO 29, h. 15.30 Im Kwon-taek Festival / Chukye Corea del Sud 1996, 106’, col., v.o. sott.it. Quando muore la nonna di un’antica famiglia coreana, i figli e coloro che l’hanno amata si riuniscono per celebrare tutti insieme il momento triste del passaggio dalla vita alla morte. Durante il funerale i presenti si scambiano confidenze mostrandoci frammenti delle loro vite private. “Nei miei film ho ritratto la vita dei coreani, ho descritto quello che abbiamo perso, ciò che troviamo tragico, l’origine di tale tragedia. Ho cercato di individuare le barriere delle nostre vite, la ragione di queste barriere e così via” (Im Kwon-taek). Sc.: Yook Sang-hyo; Fot.: Park Sung Bae; Int.: Ahn Byung-kyung, Ahn Sung-kee, Chung Kyung-soon. GIO 29, h. 18.00 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo Lee Jae–young Dasepo Naugthy Girls Corea del Sud 2006, 111’, col., v.o. sott.it. al Shinduri Beach Resort. Qui, però, succede che Joong-rae corteggia Moon-sook e la ragazza non nasconde il suo interesse. Apparentemente Changwook fa finta di nulla, ma poi insiste per ritornare a Seoul con la sua ragazza. Due giorni dopo Joong-rae ritorna a Shinduri dove vorrebbe incontrare Moonsook, non riesce a contattarla e così le lascia un messaggio. Casualmente, però, incontra un’altra donna da cui è attratto e che gli fa dimenticare Moon-sook. Im Kwon-taek Low Life / Haryu Insaeng Corea del Sud 2004, 105’, col., v.o. sott.it. lontano da casa mentre, poco dopo, la guerra la separa dall’amato. Quando i due si ritrovano, l’uomo viene a sapere che, durante il conflitto, il figlio è stato mandato in orfanotrofio, facendo perdere le sue tracce. Sc.: Song Kil-han; Fot.: Jeon Il-seong; Int.: Kim Ji-mi, Sin Song-il, Han Ji-il. DOM 1 aprile, h. 18.30 Im Sang-soo La moglie dell’avvocato Baramnan gajok Corea del Sud 2003, 104’, col., v.o. sott.it. Basato sul popolare romanzo apparso solo su internet Multi-Cell Girl, il film si svolge in una scuola famosa e controversa. Gli studenti sono adolescenti dalla spiccata ambiguità sessuale al punto che il rappresentante degli studenti esibisce la sua passione per il sadomaso. Tra loro, però, c’è anche chi non riesce ad adeguarsi con disinvoltura a questo ambiente, come la ragazza che, per guadagnare i soldi che servono a mantenere la sua famiglia, si prostituisce con uomini molto più vecchi, oppure Anthony, un grazioso ragazzo di origine svizzera, e l’unico giovane vergine della scuola. Sc.: Choi Jin-seong, Lee Jae–young; Int.: Kim Ok-bin, Park Jin-woo, Lee Kyeon. GIO 29, h. 20.00, DOM 1 aprile, h. 22.30 Giovedì 29, al termine del film incontro con Lee Jae-young Im Kwon-taek Mandala / Mandara Corea del Sud 1981, 108’, col., v.o. sott.it. La vita di un gangster nella Corea turbolenta della fine degli anni Cinquanta, quando la situazione politica del paese era divorata da odi e conflitti interni, con la caduta del fallimentare regime del partito liberale. Il racconto segue la personale vicenda di un uomo, il giovane e ribelle Tae-woong, che finisce per rovinasi la vita a causa del suo carattere. Il film si porta fino agli inizi degli anni Settanta, tratteggiando gli episodi più importanti della rivolta studentesca dell’aprile del 1960 e la rivoluzione del maggio 1961, quando salgono al potere i militari e il protagonista viene arrestato. Sc.: Im Kwon-taek; Fot.: Jung Il-sung; Int.: Cho Seung-woo, Kim Min-sun, Yoo Ha-joon. SAB 31, h. 20.30 Sc.: Hong Sang Soo; Int.: Kim Seung Woo, Ko Hyeon-jeong, Song Seon-mi. VEN 30, h. 20.15 Im Sang-soo Girls’ Night Out Cheonyeodeul-ui jeonyeoksiksa Corea del Sud 1998, 101’, col., v.o. sott.it. Tre amiche di Seoul si confidano tra loro e si sostengono, nonostante abbiano idee diverse su quasi tutto (gli uomini, l’amore, il sesso, il matrimonio). Yeon, di professione cameriera, è la più timida: la sua aspirazione è il matrimonio, ma l’uomo che frequenta non è dello stesso parere. Ho-jeong, dirigente in rapida ascesa in una ditta di design, è libera e indipendente: si gode la vita e l’idea del matrimonio non la sfiora neppure, nonostante sua madre si affanni a combinarle appuntamenti con affascinanti giovani di buona famiglia. Sun, appena laureata, aspetta l’uomo giusto che la liberi dalla verginità. Sc.: Im Sang-soo; Fot.: Alex Hong; Int.: Kang Soo-yeon, Jin Heui-kyung, Kim Yeo-jin. VEN 30, h. 22.30 Im Kwon-taek Chang / Downfall Corea del Sud 1997, 105’, col., v.o. sott.it. Una giovane donna finisce suo malgrado nel giro della prostituzione. Presto impara a conoscere il mondo dei quartieri a luci rosse coreani, dove una prostituta è sfruttata dai clienti, dai protettori e dalla società. Fa amicizia con uno dei suoi clienti abituali, un giovanotto di campagna con cui resta in contatto per oltre vent’anni, attraversando gli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Sc.: Im Kwon-taek, Kim Dae-seung; Fot.: Jeon Jo-myeong; Int.: Shin Eun-kyung, Han Jeonghyeon, Choi Dong-joon. SAB 31, h. 22.30 Im Sang-soo Il film segue le vite differenti di due monaci buddisti della Corea del Sud. Seguendo i loro percorsi e le loro esperienze per tutto il film, il regista mette in scena e si interroga sulla natura dell’individualismo umano e sulla fede religiosa. “Quando fu pubblicato per la prima volta il romanzo, sia i religiosi che i laici rimasero scioccati. Attraverso la storia di Pop-un e Ji-san, infatti, il romanzo aveva riportato l’attenzione sulla religione buddista e creato il bisogno di una più profonda analisi dei problemi dei monaci che eravamo abituati ad incontrare tutti i giorni per le strade. Questo era quello che avevamo in mente quando realizzammo il film. Non ci interessava tanto parlare delle varie forme di ingiustizia all’interno del Buddismo, quanto mettere in contrapposizione la solitudine e la capacità di sofferenza del protagonista” (Im Kwon-taek). Sc.: Lee Sang-hyon, Song Kil-hang, dal romanzo di Kim Song-dong; Fot.: Jeong Il-seong; Int.: Ahn Seong-gi, Jeon Mu-song, Kim Jong-su. VEN 30, h. 16.15 Im Kwon-taek Son of the General Janggunui Adeul Corea del Sud 1990, 108’, col., v.o. sott.it. Un film basato sulla storia vera di un giovane, figlio di un famoso generale dell’esercito coreano, che addestrava i suoi militari per combattere contro i giapponesi. Di lui si diceva che fosse un gangster e che sapesse uccidere con una sola mossa. Intense e appassionanti pertanto, sono le scene d’azione e di combattimento, particolarmente curate sotto l’aspetto della coreografia, con cui il maestro Im Kwon-taek ha anticipato la tendenza attuale del cinema coreano. Sc.: Yoon Sam-yuk, dal racconto di Hong Songyu Fot.: Jung Il-sung; Int.: Park Sang-min, Shin Hyeon-jun, Lee Il-jae. VEN 30, h. 18.15 Hong Sang-soo Woman on the Beach Corea del Sud 2006, 127’, col., v.o. sott.it. Il regista Joong-rae sta lavorando al suo nuovo film, ma non riesce a finire di scrivere la sceneggiatura. Così invita l’amico Chang-wook ad accompagnarlo in un viaggio e questi coinvolge la fidanzata Moonsook. Tutti e tre si dirigono verso la costa occidentale The President’s Last Bang Gu-tte Gu-Saramdul Im Kwon-taek Corea del Sud 2005, 104’, col., v.o. sott.it. Corea del Sud 2000, 120’, col., v.o. sott.it. Ho-jung, moglie di un avvocato di successo, è frustrata dalla vita casalinga; il marito la trascura per una giovane amante e a lei non rimane che occuparsi del figlio adottivo e del suocero malato. Finisce così per cedere alle attenzioni di un giovanissimo vicino di casa. Ma la situazione precipita: il marito e l’amante sono coinvolti in un incidente, il suocero è moribondo e il padre del ragazzino scopre la sua relazione con Ho-jung. Sc.: Im sang-soo; Fot.: Kim Woo-hyung; Int.: Moon So-ri, Hwang Jung-min, Yun Yeo-jung. DOM 1 aprile, h. 20.30 Im Kwon-taek Ebbro di donne e di pittura Chihwaseon Corea del Sud 2002, 117’, col., v.o. sott.it. Chunhyang Alla fine del XVIII secolo, sotto la dinastia Chosun, Mongryong, figlio del governatore di Namwon, si innamora di Chunhyang, figlia di una prostituta fiera e colta. Quando Mongryong è costretto a seguire la famiglia a Seoul per divenire alto funzionario, promette a Chunhyang che potrà raggiungerlo successivamente, ma il tempo passa e il nuovo governatore Byun le impone di divenire sua cortigiana: per amore di Mongryong e per non diventare una schiava, Chunhyang rifiuta. Adirato, il governatore Byun la fa picchiare e imprigionare. Nel frattempo, Mongryong viene nominato Ispettore Reale a Namwon. Riesce così a ritrovare la sua amata e punire il governatore Byun per la sua iniquità. “Ho voluto utilizzare i colori più sontuosi e luminosi possibili, così come ho cercato di rendere molto belle le inquadrature. I colori che vedete sono molto coreani, ed esistono ancora” (Im Kwon-taek). Sc.: Kim Myoung Kon, Kang Hye-yun; Fot.: Jung II-sung.: Int.: Lee Hae-Eun, Kim HakYong, Cho Seung-Woo. DOM 1 aprile, h. 16.15 26 ottobre 1979. Il direttore Kim, capo dei servizi segreti coreani, partecipa ad una cena organizzata dal Presidente Park Chung-hee. L’arroganza del Segretario Cha, alla guida del Presidential Security Service, dà sempre più ai nervi al direttore Kim. Quest’ultimo informa dunque il Comandante Ju e il Colonnello Min del suo piano di assassinare il Presidente. Attorno alle 19.40, due colpi di pistola riecheggiano nei quartieri segreti presidenziali di Seoul. Il direttore Kim, a lungo braccio destro del Presidente, gli aveva sparato a bruciapelo durante la cena. Ferito a morte, il Presidente viene trasportato d’urgenza all’ospedale militare della capitale, ma invano. Sc.: Im Sang-soo; Fot.: Kim Woo-hyung; Int.: Han Suk-kyu, Baik Yun-shik, Cho Eun-ji. SAB 31, h. 16.30 Im Sang-soo Tears / Nunmul Corea del Sud 2000, 105’, col., v.o. sott.it. Il giovane Han è appena scappato di casa e vive alla giornata. Nel suo girovagare incontra Chang, un ragazzo violento che passa il suo tempo nei bar del quartiere a luci rosse. Han trova lavoro in un locale dove Ran, la ragazza di Chang, fa la cameriera. Un giorno incontra Sari, una ragazza dura, che si sposta per il quartiere in sella alla sua moto e che sniffa colla. Su di lei pesa il terribile ricordo di una violenza sessuale sofferta in casa quando ancora era bambina. Grazie a Han, la ragazza riesce, a poco a poco, ad aprirsi. Sc.: Im Sang-soo; Fot.: Lee Du-man; Int.: Park Keun-young, Han Jun, Cho Eun-ji. SAB 31, h. 18.30 Im Kwon-taek Gilsodom Corea del Sud 1986, 100’, col., v.o. sott.it. Hwa-yong è felicemente sposata e conduce una vita agiata. Un giorno, però, la sua esistenza viene sconvolta da un programma televisivo dedicato alla separazione delle famiglie coreane durante la guerra. Molti anni prima, nel villaggio di Gilsodom, Hwayong, rimasta orfana molto piccola, si era innamorata di Tong-jin, ma la sua famiglia si opponeva al matrimonio. Rimasta incinta, è costretta a partorire 7 Dal 1882 in flash-back si torna agli anni dell’adolescenza e dell’apprendistato di Jang Seungup, detto Ohwon, nella Corea di metà Ottocento. Fin da giovane Ohwon dimostra una forte inclinazione artistica ma le modeste origini familiari rendono difficile la sua affermazione. Tuttavia il saggio maestro Kim Byung-moon lo incoraggia e riesce a farlo conoscere come merita. Così Ohwon viene ammesso tra i pittori di corte, ma se il suo talento ottiene i giusti riconoscimenti, il suo carattere non dà segnali di voler cambiare. Ohwon infatti è iroso e irascibile, bevitore accanito, dipinge in stato di ebbrezza e spesso strappa i fogli su cui ha appena dipinto. Un giorno del 1897, a 55 anni, Ohwon diventa eremita e scompare tra i monti. Il film vinse il premio per la regia al Festival di Cannes nel 2002. Sc.: Im Kwon-taek, Kim Yon-oak; Fot.: Jung Ilsung; Int.: Choi Ming-sik, Ahn Sung-ki, Yoo Hojung. LUN 2 aprile, h. 16.00 Im Kwon-taek Taebak Mountains Taebek Sanmaek Corea del Sud 1994, 163’, col., v.o. sott.it. Il destino della piccola città di Bulkyo, nella Corea sud occidentale, prima della guerra. Il racconto si svolge tra il 1948 e il 1950, protagonisti sono quattro ragazzi, Bumwoo, moderato anticomunista, Sangku, fanatico sostenitore della democrazia, suo fratello Sangjin, fervente comunista e militante nella lotta armata, e, infine, Sohwa, dotato di poteri mistici. In questi anni di tumulti e lotte sono all’ordine del giorno violente battaglie tra le differenti fazioni che controllano la città. Ogni volta che gli equilibri si spostano, però, sono i più poveri che soffrono maggiormente. Sc.: Song Neung-han; Fot.: Jung Il-sung; Int.: An Sung-Kee, Choi Dong-jong, Chung Kyungsoon. LUN 2 aprile, h. 17.45 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo World Wide Torino. Le città del noir Betty Francia 1992, 104’, col. Si conclude a marzo la manifestazione Le città del noir, organizzata da Torino Capitale del Libro in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema e Settore Relazioni Internazionali della Città di Torino (attraverso il progetto di promozione delle relazioni internazionali World Wide Torino), che dedica alle città amiche di Torino un’articolata serie di ritratti in nero, fatta di incontri con scrittori e artisti, ospitati ad Atrium in Piazza Solferino alle ore 18, e proiezioni presso il Cinema Massimo, per narrare tra parole e immagini una percezione del reale. L’1 e il 2 marzo sarà la volta di Madrid e Barcellona, affidate al racconto delle voci prestigiose di Juan Madrid e Andreu Martin, esploratori di un mondo complesso, sfaccettato, tra passioni fatali e visioni politiche. L’itinerario si concluderà il 13 marzo con una visita a Liegi, luogo natale di Georges Simenon, con la presentazione del lavoro dell’artista milanese Lucia Pescador, artefice di un peculiare Alfabeto Simenon, raccontato in dimensione di cartoon da Fabio Rossin, con letture da La ballerina del Gai Moulin, episodio della saga di Maigret sullo sfondo della città. Parallelamente, sullo schermo del Cinema Massimo, scorrono immagini di film legati alle città estere, di rara visione in Italia. Dall’1 al 3 marzo saranno protagoniste Madrid e Barcellona, attraverso una preziosa selezione di film di produzione spagnola curata dall’Instituto Cervantes, che narrano, come accade nel notevolissimo Apartado de Correos 1001 di Julio Salvador, cronache frenetiche al tempo del franchismo. Il 14 e il 15 marzo toccherà alla belga Liegi, con titoli tratti dall’universo giallo di Georges Simenon. un certo sguardo / 1-3, 14-15 marzo World Wide Torino. Le città del noir: Madrid, Barcellona e Liegi Julio Salvador Casella postale 1001 Apartado de correos 1001 Spagna 1950, 90’, b/n, v.o. sott.it. strano, insospettisce la polizia. L’uomo dice ad Alice di aver visto Emile commettere l’omicidio, e di non averlo denunciato per evitare a lei l’accusa di complicità. Alice, però, anziché fuggire con lui, gli tende una trappola. Sc.: Patrick Dewolf, P. Leconte, dal romanzo di Georges Simenon; Fot.: Denis Lenoir; Int.: Sandrine Bonnaire, Michel Blanc, André Wilms. MER 14, h. 18.30, GIO 15, h. 16.30 Claude Chabrol Serge Gainsbourg Equator - L’amante sconosciuta Uscita ubriaca da un locale in compagnia di uno sconosciuto, Betty viene portata in un ristorantino di Versailles gestito da un certo Mario. Impietosita per lo stato della giovane, Laure, l’amante di Mario, una lionese vedova e senza figli, le trova una stanza nell’albergo dove risiede e si occupa di lei. Qui comincia il racconto di Betty, che alterna i ricordi a bicchieri di whisky… Sc.: Aurore Chabrol, dal romanzo di Georges Simenon; Fot.: Bernard Zitzerman; Int.: Marie Trintignant, Pierre Vernier, Yves Verhoeven. MER 14, h. 16.30, GIO 15, h. 20.30 Francia 1983, 85’, col. Il bel Timar sbarca nella colonia francese di Libreville. Il giovane, che frequenta la locanda dei coniugi tedeschi Eugene e Adele Schneider, dal passato poco pulito, diventa subito l’amante di Adele. Questa, però, inizia ad essere ricattata da un giovane del posto e reagisce uccidendolo con la pistola di Timar. La loro relazione prosegue, anche dopo la morte del marito di lei, ma sulla loro felicità incombe sempre l’ombra dell’omicidio… Sc.: S. Gainsbourg, da un romanzo di Georges Simenon; Fot.: Willy Kurant; Int.: Barbara Sukowa, Francio Huster MER 14, h. 20.30; GIO 15, h. 18.00 Imanol Uribe Patrice Leconte Jean-Pierre Melville Giorni contati Dias contados L’insolito caso di Mr. Hire Monsieur Hire Lo sciacallo L’ainé des Fercheax Spagna 1994, 93’, col., v.o. sott.it. Basata sul romanzo omonimo di Juan Madrid, è la storia d’amore di due personaggi che vivono oltre ogni limite. Lei, Charo, è caduta nel tunnel della droga e, nonostante sia cresciuta in un mondo degradato, non può nascondere l’ingenuità dei suoi 18 anni. Lui, Antonio, di 12 anni più vecchio, appartiene ad un gruppo terrorista. Sc.: I. Uribe, Juan Madrid; Fot.: Javier Aguirresarobe; Int.: Carmelo Gómez, Ruth Gabriel, Javier Bardem, Candela Peña. GIO 1, h. 20.30 – ingresso libero Francia 1989, 80’, col. Scapolo, sarto di mestiere e misantropo, Monsieur Hire trascina una vita uggiosa e riservatissima nel palazzone di una anonima città francese. L’uomo, che è oggetto del dileggio dei vicini di casa, spia dalla sua finestra Alice, che mangia, stira, si sveste e fa l’amore con un certo Emile, senza mai tirare le tende. Quando si accorge di essere spiata, però, va a bussare alla porta del vicino sconosciuto che, dapprima la scaccia e poi se ne innamora. Nel frattempo, nei paraggi, una ragazza viene assassinata e subito Hire, con il suo atteggiamento Francia/Italia 1963, 102’, col., v.o. sott.it. In seguito ad un crack finanziario, un uomo d’affari europeo scappa a New Orleans con tutti i soldi e col suo segretario, ingaggiato all’ultimo momento tramite un annuncio economico. Il nuovo assunto, però, cerca subito di derubarlo per fuggire con una ragazza. Sc.: J-P. Melville, tratto dal romanzo di Georges Simenon; Fot.: Henri Decaë; Int.: Jean Paul Belmondo, Charles Vanel, Michéle Mercier, Stefania Sandrelli. MER 14, h. 22.00 La proiezione sarà preceduta da un incontro con lo scrittore e sceneggiatore Juan Madrid cinema del presente / 9-11 marzo Berlinale a Torino. II edizione Ignacio F. Iquino Squadra omicidi Brigada criminal Rafael viene ucciso in strada, di fronte alla questura di Barcellona. Miguel e Marcial, della Squadra omicidi, durante le indagini ritrovano una copia del quotidiano La Vanguardia nella stanza della giovane vittima. Sul giornale scoprono un’inserzione di lavoro in cui si ricerca un responsabile per una ditta di prodotti chimici. Misteriosa l’indicazione del contatto: scrivere alla casella postale 1001. Sc.: Julio Coll, Antonio Isasi Isasmendi; Fot.: Federico G. Larraya; Int.: Conrado San Martín, Elena Espejo, Tomás Blanco. GIO 1, h. 16.30, SAB 3, h. 22.30 Julio Coll Quinto distretto Distrito quinto Anche quest’anno il Festival di Berlino presenta in esclusiva per l’Italia e per il pubblico torinese una tregiorni con il meglio della selezione dell’edizione 2007. Dal 9 all’11 marzo, tre proiezioni al giorno con i titoli che hanno più fatto parlare durante la Berlinale, in anteprima assoluta italiana. Berlinale a Torino 2007 è organizzata da Voir Trade srl, in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema, Regione Piemonte, Flilm Commission Torino Piemonte e Goethe-Institut Turin. Spagna 1950, 80’, b/n, v.o. sott.it. A Fernando, un agente alle prime armi, viene affidato il compito di seguire il caso di una rapina compiuta, a quanto pare, da un giovane che lavora in un garage. Un incidente, però, gli fa incontrare Óscar, ricco uomo d’affari che, in realtà, è il capo della banda di ladri responsabile del furto in banca. Sc.: Manuel Bengoa, Juan Lladó, José Santugini; Fot.: Pablo Ripoll; Int.: José Suárez, Maruchi Fresno, Isabel de Castro. GIO 1, h. 22.30 Info: www.berlinaleatorino.it Francisco Pérez-Dolz Le proiezioni di venerdì 9 si svolgeranno in sala Uno, mentre quelle di sabato 10 e domenica 11 in sala Due. Il programma sarà distribuito in sala alla fine di febbraio. Tutti i film saranno in versione originale con sottotitoli elettronici in italiano. Biglietti: intero euro 5; ridotto (Aiace, CineFreeCard, militari, studenti univ., under18) euro 4,50; anziani over60 euro 3. A colpo sicuro A tiro limpio Spagna 1963, 87’, b/n, v.o. sott.it. Due banditi assaltano un garage derubando dei loro averi tutti i clienti presenti. Per sfuggire alla polizia, che si è messa subito sulle loro tracce, i malviventi trovano rifugio a casa di un amico. Trovano nuovi soci per architettare altri furti, fino a quando si trovano di fronte al colpo definitivo: rapinare il banco lotto e guadagnare, così, un’enorme somma di denaro. Sc.: Miguel Cussó, F. Pérez-Dolz, José María Riparte; Fot.: Francisco Marín; Int.: José Suárez, Luis Peña, Maria Asquerino. VEN 2, h. 16.30 Schermi africani. Selezione del Festival Cinema Africano di Milano Anche quest’anno il Museo Nazionale del Cinema presenta una significativa selezione dei film programmati nell’ambito del Festival del cinema africano (divenuto, a partire dal 2004, anche d’Asia e America latina) di Milano. I titoli – scelti tra quelli di sola provenienza africana – saranno divisi in due sezioni: una panoramica sul cinema africano contemporaneo e un omaggio al grande cineasta del Burkina Faso Idrissa Ouedraogo. José Luis Sáenz de Heredia Spagna 1957, 94’, b/n, v.o. sott.it. Una banda di ladri si riunisce in un locale dopo aver commesso un furto per svariati milioni. Mentre aspettano il capo per spartirsi il bottino, ognuno ricorda una parte della propria vita. La musica è composta dal musicista catalano Xabier Montsalvatge. Sc.: J. Coll, Lluís Josep Comerón, Josep Maria Espinàs; Fot.: Salvador Torres Garriga; Int.: Alberto Closas, Arturo Fernández, Jesús Colomer. GIO 1, h. 18.15 Uomini senza pace Los ojos dejan huella Spagna 1952, 100’, b/n, v.o. sott.it. Un avvocato fallito commette un omicidio perfetto uccidendo un vecchio compagno di studi. La polizia indaga senza risultato e archivia il caso come suicidio. Soltanto la moglie della vittima intuisce il colpevole e, con grande coraggio e astuzia, finge di cedere alle sue avances, fino a strappargli la confessione dell’omicidio anche a costo di mettere in pericolo la propria vita. Sc.: Carlos Blanco; Fot.: Manuel Berenguer; Int.: Raf Vallone, Elena Varzi, Julio Peña. VEN 2, h. 18.15, SAB 3, h. 20.30 La selezione dei film provenienti dal Festival Cinema Africano di Milano sarà programmata nella sala Tre del Cinema Massimo dal 24 al 27 marzo. Il programma sarà disponibile in sala e sul sito www.museocinema.it a partire dalla metà di marzo. 8 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo crossroads / 23 marzo Strade del Cinema A marzo Crossroads rende omaggio ad una delle realtà festivaliere più originali e vitali del nostro Paese. Da cinque anni, Strade del Cinema – che si svolge ad Aosta nel mese di agosto – propone un concorso per giovani musicisti che si cimentano con la sonorizzazione dal vivo di film muti. Accanto alla competizione, il festival offre agli spettatori una serie di eventi speciali che coinvolgono grandi nomi del panorama musicale alle prese, anch’essi, con i capolavori ‘silenziosi’ degli anni Dieci e Venti. Vincitore dell’edizione 2006, l’ensemble palermitano Hectormann Music Crew propone al cinema Massimo il divertentissimo cortometraggio di Harold Lloyd Haunted Spooks, che gli è valso il primo premio ad Aosta, e la nuovissima sonorizzazione, realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, del mediometraggio Ambrosio La Meridiana del Convento di Eleuterio Rodolfi. L’Hectormann Music Crew è composto da Marko Bonarius (contrabbasso), Mauro Schiavone (pianoforte), Francesco Guaiana (chitarra). Alfred J. Goulding/Hal Roach Eleuterio Rodolfi Haunted Spooks La meridiana del convento Usa 1920, 20’, b/n Dopo numerosi falliti tentativi di suicidio, un giovane si imbatte in un avvocato che sta cercando un prestanome per una complicata questione di eredità. L’avvocato gli propone di fingere di essere il marito della ragazza cui è destinata l’eredità e di vincere, così, le particolari resistenze dello zio. Sc.: H.M. Walzer; Fot.: Walter Lundin; Int.: Harold Lloyd, Mildred Davis, Wallace Howe. Italia 1916, 31’, b/n Il pittore Vaser riesce, con un travestimento, a ottenere l’incarico di restaurare gli affreschi del convento di Santa Ingenua. Liliana, una delle giovani educande, invita l’amica Gigetta e la zia per presentare loro il fratello, il tenente Giorgio. Gigetta e Giorgio s’innamorano ma un imprevisto ostacola il loro matrimonio. Durante una merenda all’aperto organizzata da suore ed educande, Gigetta sale su un albero e il pittore Vaser le scatta una foto “osée”. Inizia una lunga serie di peripezie per il recupero della foto e della lastra compromettenti che coinvolge, oltre il convento, anche un’interacaserma e il commissario di polizia. Lieto fine: la lastra è distrutta e la stessa Gigetta strappa maliziosamente la fotografia senza mostrarla al pubblico. Fot.: Giovanni Vitrotti; Int.: Gigetta Morano, Ercole Vaser, Umberto Scalpellini. Federico Lagna La prima filme sugli automobili Italia 2006, 30’, col. Combinazione di documentario e fiction, La prima filme sugli automobili ricostruisce, con precisione storica e un pizzico di ironia, la straordinaria avventura del cinema muto torinese con particolare attenzione alla figura del pioniere Arturo Ambrosio. Tra i due film, a mo’ di intervallo, verrà mostrato in anteprima assoluta il film di Federico Lagna La prima filme sugli automobili, nato da un’idea di Joe Vignola e realizzato intervistando, fra gli altri, Alberto Barbera e Claudia Gianetto. La serata avrà luogo venerdì 23 marzo alle ore 21.00 ingresso euro 2,50 Il programma di marzo cinema del presente / 9, 16 marzo Oberhausen on Tour 2007 Ultimi due appuntamenti con l’International Short Fim Festival di Oberhausen, uno dei più importanti e seguiti festival dedicati al cortometraggio che ogni anno organizza un tour europeo con i lavori più interessanti delle ultime edizioni. Nel mese di marzo saranno di scena la speciale selezione di opere video Media Art e l’omaggio al regista Robert Nelson cui il festival ha dedicato una grande retrospettiva nel 2006. MEDIA ART Album Matthias Müller OMAGGIO A ROBERT NELSON Plastic Haircut Germani 2004, 24’ Usa 1963, 16’ Counter di Volker Schreiner The Off-handed Jape Germania 2004, 7’ Usa 1967, 9’ Casio, Seiko, Sheraton, Toyota, Mars di Sean Snyder Deep Westurn Germania 2005, 13’ Man.Road.River di Marcellus L. Brasile 2004, 10’ Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli in inglese. Usa 1974, 6’ Oh Dem Watermelons Usa 1965, 11’ Bleu Shut What I’m looking for di Shelley Silver Usa 1970, 33’ Usa 2004, 15’ VEN 16, h. 21.00 – ingresso euro 2,50 Tiger Licking Girl’s Butt di Nathalie Djurber Svezia 2004, 2’ VEN 9, h. 21.00 – ingresso euro 2,50 Amedeo Varese I mestieri del cinema. Alla corte dei Rivombrosa set / 21 marzo I mestieri del cinema: Alla corte dei Rivombrosa Italia 2007, 48’, col. Girato sul set di una delle più popolari fiction televisive italiane, il film è uno strumento prezioso per scoprire il complesso e – per molti aspetti sconosciuto lavoro delle maestranze e del cast coinvolte nella realizzazione di Elisa di Rivombrosa. MER 21, h. 21.00 - ingresso libero Il Museo Nazionale del Cinema presenta in anteprima il documentario I mestieri del cinema. Alla corte dei Rivombrosa di Amedeo Varese, realizzato da Quazar Film & Tv Company con il contributo di Regione Piemonte e Film Commission Torino Piemonte. Al termine del film incontro con Amedeo Varese e membri della troupe dello sceneggiato AA.VV. Checosamanca prima visione / 2-4 marzo Checosamanca Italia 2006, 92’, col. Copia digitale distribuita da EskimosaFeltrinelli Un progetto che ha unito Raicinema e Eskimosa per un film che si proponeva di essere un ritratto politico sull’Italia di oggi attraverso lo sguardo di nuovi autori e attraverso un processo di costruzione del racconto diverso e insolito. Così sono stati contattati una cinquantina di giovani registi cercando tra le scuole di cinema, i festival, i centri di formazione. “Abbiamo cercato persone che avessero già dimostrato, con un cortometraggio, un’opera autoprodotta, anche solo con un dossier ben concepito, di avere un specifica attitudine registica alla narrazione del reale” - ha detto il produttore Carlo Cresto-Dina – “li abbiamo convocati ad una chiamata alle armi chiedendo di proporre, in una pagina scritta, una storia da raccontare con la macchina da presa. Delle settantadue storie arrivate sono state scelte le sette che compongono il film: I cani di Catania, Il giardiniere della fiumara, Il guerriero e la casalinga, Il microscopio, Il venditore di acqua, Il resistenti del nord-est, L’avvocato di strada”. Un gruppo di “resistenti” del Nord-Est contro una zincheria abusiva. Un comitato civico napoletano contro la privatizzazione dell’acqua. Due ricercatori di fama internazionale, a Modena, che devono fare una colletta per avere un microscopio necessario alle loro ricerche. Degli avvocati di strada torinesi in difesa di chi non ha nulla. Non sono che alcune delle storie di resistenza raccontate in Checosamanca, insolito viaggio 9 nell’Italia di oggi compiuto da un gruppo di giovani autori (Alice Rohrwacher, Andrea Segre, Francesco Cressati, Enrico Cerasuolo, Sergio Fergnachino, Andrea D’Ambrosio, Marco Berrini, Martina Parenti, Nicola Zucchi, Chiara Bellosi) messi insieme da Eskimosa (l’etichetta della collana di documentari Feltrinelli, capitanata dal produttore Carlo Cresto-Dina) e Raicinema. Quindi il materiale è andato nelle mani esperte della montatrice Esmeralda Calabria che ha trasformato il tutto in un lungometraggio. Alla fine i Marlene Kuntz cantano La libertà di Giorgio Gaber. VEN 2, h. 20.30/22.30*; SAB 3, h. 16.30/18.30; DOM 4, h. 16.30/18.30/20.30/22.30 * Tra i due spettacoli incontro con i registi Enrico Cerasuolo e Sergio Fergnachino Ingresso alle proiezioni: intero euro 5,00; studenti univ. euro 3,50; anziani e soci CartaPiù Feltrinelli euro 2,50 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA LE RASSEGNE DEL MASSIMO3 programma marzo Notiziario Associazione Museo Nazionale del Cinema La voce segreta delle parole Il 6 marzo alle ore 20,30 presso la sala 3 del Cinema Massimo, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema è lieta di presentare una serata dedicata alla NoShame Films nel corso della quale verrà proiettato, in anteprima per la nostra città, la versione restaurata del film di Mariano Baino, Dark Waters. La NoShame Films S.r.l. e la NoShame Films LCC, pur essendo due entità distinte e separate che operano rispettivamente sul territorio italiano e quello statunitense, condividono il medesimo obiettivo: la diffusione della tradizione del grande cinema italiano di qualità e di genere riproponendo all’attenzione del pubblico film da lungo tempo dimenticati presentati in versioni filologicamente corrette e sempre caratterizzate da un adeguato e scrupoloso valore di restauro. Recentemente la NoShame Films ha allargato il raggio d’azione ai maestri e ai classici hollywoodiani (Hitchcock, Lang, Fuller) e ha acquistato i diritti per film dimenticati dalla distribuzione nazionale. I risultati ottenuti in questo campo sono andati oltre ogni più rosea aspettativa. La prestigiosa rivista statunitense Premiere gli ha conferito l’ambito riconoscimento di “Miglior nuova etichetta dell’anno 2005”, il New York Times, sempre nel 2005, ha insignito la NoShame del titolo di “Best Raiders of the Lost Vaults” (migliori predatori degli archivi perduti). Il critico cinematografico Dave Kehr, ha inserito il cofanetto The Valerio Zurlini Box Set: The Early Masterpieces al quarto posto della sua classifica annuale dei migliori dieci DVD distribuiti negli Stati Uniti. Dark Waters è uno degli horror italiani più apprezzati e amati nel mondo che, per una strana ma nient’affatto incomprensibile ironia della sorte, è ancora pressoché sconosciuto o quasi in patria, ignorato purtroppo anche dalla maggior parte degli appassionati più esigenti del genere. Diretto da Mariano Baino, partenopeo di adozione londinese, Dark Waters è stato realizzato in condizioni avventurose e rocambolesche in Russia, a non troppa distanza da Chernobyl. Cineasta tanto visionario quanto energico, Baino riesce a superare tutte le difficoltà di una lavorazione travagliata e a trasformarle in un enorme punto di forza del suo film. Lucio Fulci, dopo aver visto Dark Waters, disse: “Sembra Suspiria diretto da Eisenstein!”. Il film non ottiene alcuna visibilità e Baino inizia a lavorare a tempo pieno come regista e sceneggiatore di clip e spot pubblicitari. Nel frattempo Dark Waters continua a essere il segreto meglio custodito del cinema italiano, anche se le pochissime copie in Vhs che circolano del film non rendono certo giustizia al talento e alla visionarietà del suo regista. Fino al 2004 quando la NoShame Films acquisisce Dark Waters e inizia, sotto la diretta supervisione del regista, un lungo e laborioso lavoro di restauro del film in alta definizione. Il film sarà presentato da Stefano Della Casa, presidente dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema, dal regista Mariano Baino, da Michele De Angelis, titolare della NoShame Films e da Giona A. Nazzaro, direttore di produzione della NoShame Films. Prosegue al Cinema Massimo in sala Due l’appuntamento settimanale La voce segreta delle parole – Il grande cinema in lingua originale con quattro film già usciti sugli schermi italiani, presentati in versione originale con sottotitoli in italiano. Tutti i giovedì sera il Museo offre un ricco programma per apprezzare la vera voce degli attori e ascoltarli nella loro interpretazione. Il programma completo è in distribuzione presso la cassa del Cinema Massimo. È inoltre possibile organizzare proiezioni mattutine per le scuole. Per informazioni: 011/8138516- 517, e-mail: [email protected]. I film di marzo La commedia del potere di Claude Chabrol Francia 2006, 110’, v.o. sott.it. Giovedì 1 marzo, h. 20.30/22.30 Scoop di Woody Allen Usa 2006, 96’, v.o. sott.it. Giovedì 8 marzo, h. 20.30/22.15 Flags of Our Fathers di Clint Eastwood Usa 2006, 130’, v.o. sott.it. Giovedì 15 marzo, h. 20.45 Il vento che accarezza l’erba di Ken Loach F/Uk/Irl 2006, 124’, v.o. sott.it Giovedì 22 marzo, h. 20.15/22.30 Cuori di Alain Resnais F/I 2006, 123’, v.o. sott.it Giovedì 22 marzo, h. 20.15/22.30 Per maggiori informazioni www.amnc.it. Per chi volesse essere inserito nella mailing list dell’AMNC [email protected] Fotogrammi 7 0 0 2 O MARZ Oltre la visione: il museo da toccare, il cinema da ascoltare o Massim inema C l e d ale lle tre s ltro, ne a l’ e un film lto, tra In asco E S E M L E D O C S I D IL www.casasonica.it 10 Proseguono le iniziative rivolte agli spettatori non vedenti e ipovedenti presso il Cinema Massimo. Nel mese di marzo, in occasione della proiezione di Roma città aperta, film in programma venerdì 9 alle 18.00 e inserita all’interno della retrospettiva dedicata a Roberto Rossellini, una voce descriverà le scene prive di dialogo del film attraverso le cuffie distribuite in sala. Le cuffie possono essere prenotate telefonicamente, via fax o con e-mail entro martedì 6 marzo e ritirate prima dell’ingresso in sala esibendo un documento di identità. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a Pieranna Pinna, 011-8138531, fax 011-8394747, e-mail [email protected], mob. 3930903885. È disponibile inoltre un servizio di segreteria telefonica. Ingresso gratuito per ipovedenti e non vedenti, biglietto ridotto per accompagnatori (euro 3,50). Inoltre, all’interno delle iniziative rivolte ai non udenti, si ricorda che venerdì 2 marzo continua il servizio di visite guidate al Museo Nazionale del Cinema con interprete L.I.S. Le visite avranno cadenza mensile, ogni primo venerdì del mese alle ore 18,00. La prenotazione è obbligatoria e richiesta con almeno una settimana di anticipo all’indirizzo [email protected]. Info: 011-8138516. Costi a persona: visita guidata euro 3,00; ingresso ridotto euro 4,20. larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd marzo MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA PAROLE & IMMAGINI libri, riviste&dvd marzo a cura di Silvio Alovisio e Micaela Veronesi I LIBRI DEL MESE Adriano Aprà In viaggio con Rossellini Alessandria, Falsopiano, 2006, 255 p., 15,00 euro Il viaggio compiuto da Aprà con Rossellini è prima di tutto un viaggio nel mito. Il mito che aleggia intorno a un maestro della storia del cinema, ma anche il mito di un’epoca storica cui siamo tutti debitori, una stagione in cui è nata la critica cinematografica italiana come la conosciamo, la studiamo, la facciamo oggi. Nella sua introduzione al volume Aprà racconta il suo primo incontro con Rossellini; incontro virtuale, avvenuto attraverso le pagine di una rivista francese (i «Cahiers du cinéma») appena scoperta (era il 1958), dove Viaggio in Italia era stato collocato al terzo posto nell’elenco dei migliori film della storia del cinema, mentre in Italia, racconta Aprà, il film non era stato neppure recensito. Questa scoperta indusse il giovane critico a intraprendere una sorta di investigazione, per recuperare i film non visti ma anche e soprattutto per individuare le tracce di un metodo di analisi del cinema diverso da quello cui si era allora abituati nel nostro paese (Viaggio in Italia è – scrive Aprà – “non un semplice film di finzione ma qualcosa come un saggio in forma di finzione”). Il volume è la raccolta degli scritti su Rossellini che Aprà ha pubblicato in riviste e contesti diversi a partire dagli anni sessanta. Così riuniti in un unico volume, strutturati secondo un filo logico, questi saggi – anche se concepiti in tempi diversi e con diversi approcci – restituiscono nel complesso un’analisi dell’opera di Rossellini coesa e approfondita. Ricco di notizie sulle vicende produttive dei suoi film, di aspetti meno noti ma mai marginali della sua vita, di testimonianze e anche di riflessioni dello stesso regista, questo libro ha il pregio di riaccendere l’interesse verso un grande autore della storia del cinema recuperando l’energia e la dialettica che nel 1969 aveva animato il famoso “dibattito su Rossellini”, di cui nel volume è riportata la trascrizione opportunamente rielaborata. il colore come veicolo di contenuti, capace di influire sul lavoro testuale. Per farlo l’autore sceglie di analizzare film anche molto diversi fra loro, da Pierrot le fou a Funny Face, riuscendo a dimostrare – nonostante si faccia sempre troppo poca attenzione al colore – quanto questo elemento della composizione filmica possa essere importante per valorizzare la funzione espressiva delle immagini in movimento. destra (prima pesantemente colluso con il fascismo, poi, negli anni Cinquanta, sindaco-padrone di Napoli) è già stata al centro di numerose analisi storiche e biografie. Sino ad oggi, tuttavia, mancava uno studio sui rapporti tra Lauro e il cinema, forse non intensi ma nemmeno occasionali: a colmare questo vuoto provvede oggi, anche con l’aiuto di fonti inedite pazientemente raccolte negli archivi, questo originale lavoro di Gaetano Fusco, storico dello spettacolo napoletano, già autore di interessanti studi sulle origini del cinema partenopeo. L’attività cinematografica di Lauro, in verità, fu assai limitata: invaghitosi, nel 1955, della giovanissima Eliana Merolla (sua futura moglie), Lauro produsse due film nel vano tentativo di lanciare la ragazza nel firmamento delle nuove dive del cinema: la modesta commedia Lui, lei e il nonno (1959), diretta da Majano (un film nobilitato tuttavia dalla presenza di Gilberto Govi), e il più interessante La contessa azzurra (1960), un’efficace rievocazione degli anni del cinema muto e del Café Chantant, realizzata con mano sicura da Claudio Gora. Il volume di Fusco non si limita tuttavia a narrare queste singolari avventure produttive, ma ricostruisce il più fitto tessuto dei rapporti tra Lauro e il cinema: ‘O comandante’ (come veniva chiamato dai napoletani) non solo pensò , senza mai riuscirvi, di costruire un grande teatro di posa a Napoli e progettò senza successo di organizzare a Napoli un grande festival del cinema americano, ma cercò soprattutto, per fortuna senza grandi risultati, di contrastare una certa immagine cinematografica di Napoli, da lui ritenuta deplorevole: era la Napoli sofferente e vitale che emergeva da capolavori come Paisà, L’oro di Napoli, Processo alla città, o dall’insolito documentario Voci di Napoli diretto dal giovane Damiano Damiani. Dalle pagine di Fusco riprende vita non solo un periodo oscuro e al tempo stesso stimolante della storia di Napoli (gli anni Cinquanta videro anche l’affermarsi di una nuova generazione di scrittori partenopei come Anna Maria Ortese e Michele Prisco) ma offre un nuovo e importante contributo per illuminare parzialmente il mistero e le contraddizioni di una città e di uno dei suoi protagonisti. L’INTROVABILE DEL MESE. RARITÀ DALLA BIBLIOTECA DEL MUSEO Barbara Toley Scandali a Hollywood Milano, Nuova Aurora, 1950. Almeno fino alla metà degli anni Cinquanta falsificare le biografie dei divi era una pratica abituale: le vite vissute si piegavano alle necessità del mito, dello spettacolo, ma soprattutto della pedagogia e della morale. In Scandali a Hollywood, tuttavia, avviene qualcosa di più radicale, perché non si falsifica una biografia ma la si inventa dal nulla: la parabola di degradazione di un’aspirante starlette dei primi anni Quaranta è raccontata attraverso l’autobiografia di un’inesistente Barbara Toley, ex-miss New Orleans di cui si pubblica persino una seducente fotografia . A Hollywood, scrive Barbara, “o si affoga nei dollari o si muore di fame”, e lei non sfugge a quest’ultima sorte: dopo un’improbabile festa di benvenuto in suo onore, dove Lana Turner adesca i camerieri, Betty Grable balla sui tavoli e Robert Mithcum ha lo sguardo perso nel vuoto per eccesso di oppio, la ragazza passa la notte con uno sconosciuto e per questo crimine perde il contratto con una major. Dopo aver cercato vanamente di farsi forza (la ragazza di New Orleans cita persino il “Volli,sempre volli” di Alfieri!I!), Barbara partecipa suo malgrado a due ‘film-cochon’ (porno clandestini, particolarmente apprezzati, secondo l’aspirante diva, in Giappone). Quasi prossima all’irreversibile degradazione, Barbara si ravvede e fugge a New York, dove trova lavoro in un bar. Il sogno di Hollywood è un viaggio all’inferno, funzionale non solo al riscatto finale dell’eroina ma anche al racconto di particolari più o meno piccanti e inverosimili della vita delle star. Da antologia surrealista l’episodio di Keaton che muore pazzo in un manicomio di Parigi: forse persino Buster, che morirà sano di mente qundici anni dopo, avrebbe sorriso nel leggerlo. Luca Venzi Il colore e la composizione filmica Pisa, ETS, 2006, 154 p., 14,00 euro LA RIVISTA DEL MESE Telefilm Magazine Mensile, 3,90 euro I telefilm americani iniziano a occupare stabilmente i palinsesti delle televisioni italiane tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, in coincidenza con l’introduzione della TV a colori e la nascita dell’emittenza privata. La massiccia diffusione di sitcom, serie poliziesche e di fantascienza alimenta e condiziona l’immaginario dei ragazzi di quegli anni. Oggi molti di questi ex-ragazzi animano le redazioni di alcune riviste interamente dedicate al telefilm “dans tous ses états”: la prima a uscire, nel 2004, è stata l’alessandrina “Telefilm Magazine”” (promotrice anche dell’ormai celebre Telefilm Festival di Milano, che nel maggio di quest’anno festeggerà il suo quinto anniversario), seguita a ruota, l’anno successivo, da “Series”, a cui si è aggiunta da poco “Fiction”, più sensibile delle prime due alla non esaltante produzione italiana. In tutti i casi i contenuti sono attenti in prevalenza alle recenti serie americane, alcune più interessanti e innovative rispetto a tanto cinema mainstream contemporaneo (si pensi a telefilm come Gaetano Fusco Le mani sullo schermo Napoli, Liguori, 2006, 132 p., 12,00 euro La controversa e discussa figura del sorrentino Achille Lauro, armatore di una delle flotte più imponenti del mondo, potente editore e influente uomo politico di larivista delcinema Mensile del Museo Nazionale del Cinema Anno V - Numero 46-marzo 2007 Reg. Trib. Torino n. 5560 del 17/12/2001 Direttore Responsabile Alberto Barbera Resp. Programmazione e Coord. Redazionale Stefano Boni con la collaborazione di Grazia Paganelli Quando si critica un film raramente si affronta il problema del colore. Del resto nella storia del cinema questo elemento è stato sempre poco sfruttato: “benché il cinema possegga tutti i requisiti per lavorare il colore come un vero e proprio strumento espressivo – afferma Venzi – esso ha nel corso della sua storia assai raramente seguito questa direzione”. L’importanza del colore era chiara già a Ejzenstein, i cui scritti servono all’autore da base teorica; e l’hanno colta nel corso della storia autori diversi come Antonioni, Godard, Kieslowski, Jarman. Il libro di Venzi ha il grande merito di affrontare finalmente lo studio del colore come elemento della composizione cinematografica: in particolare il colore come valore espressivo autonomo all’interno dello stile di un film; e Hanno collaborato a questo numero Silvio Alovisio, Gianni Amelio, Sergio Toffetti, Dario Tomasi, Micaela Veronesi Ricerche Iconografiche Silvio Alovisio, Antonella Angelini, Sonia Del Secco (Biblioteca Internazionale di cinema e fotografia “Mario Gromo”) Comunicazione e Promozione Maria Grazia Girotto 24, Dr. House, CSI o Lost). Interviste, dossier, notizie sulla programmazione, anteprime, persino zone ‘spoiler’ dove i masochisti possono sapere tutti i finali in anticipo: queste riviste sanno conciliare le necessità della divulgazione con una passione non lontana dalla cinefilia viscerale degli anni Settanta. “Telefilm Magazine” è forse la rivista più incline alla nostalgia: lo testimoniano i suoi curatissimi numeri speciali sui telefilm del passato, con interviste ai protagonisti, cronologie, articoli sul contesto storico-culturale e tantissime informazioni spesso poco note. Dopo due fascicoli dedicati agli anni Ottanta di Supercar, Arnold e Baywatch, ecco finalmente altri due ricchi dossier sui leggendari seventies di Kojak, I Jefferson, Spazio 1999, Starsky & Hutch, per non parlare, naturalmente, dell’indimenticabile Happy Days: un appuntamento editoriale imperdibile per chi è nato prima del 1975! IL DVD DEL MESE Armando Ceste Porca Miseria Italia, 2006, 60’ DVD + Libro, Nitrofilm, EGA, 2006, 14,00 euro In una Torino diventata suo malgrado città olimpica, Armando Ceste individua un set sotterraneo, per nulla eclatante ma emblematico del mondo delle nuove povertà urbane. I protagonisti di Porca Miseria sono persone che, sebbene colte in luoghi e contesti diversi, hanno lo stesso disagio: la mancanza di un lavoro (effettiva, imminente o probabile), la precarietà e la povertà conseguenti. C’è chi non può trovare un lavoro perché a cinquant’anni è considerato troppo vecchio e chi è alla ricerca del primo impiego, ma trova lavoro solo in un call centre, dove imperano la precarietà e lo sfruttamento. Ad accompagnare il regista in questo viaggio nella “porca miseria”, troviamo lo scrittore Erri De Luca, il direttore della Caritas diocesana Pier Luigi Dovis, l’intellettuale Egi Volterrani, che si finge con amara autoironia un ladro di mandarini (ne ruba ben otto in un ipermercato), l’orchestra di Porta Palazzo e le coriste del Regio (colte all’epoca dello sciopero della fame contro i tagli alla cultura), ma anche rappresentanti di associazioni di volontariato, sindacalisti, operatori dei servizi sociali. Soprattutto persone che operano a stretto contatto con chi è in difficoltà e sono naturalmente propense alla solidarietà. Proprio la solidarietà pare essere - è questa la conclusione cui approda il documentario, ma come potrebbe essere altrimenti? l’unica strada percorribile per avvicinarci a una soluzione del problema, per scavalcare le barriere di quel male ancora più grave che è l’indifferenza. Perché il messaggio è chiaro: la povertà e la miseria disturbano, fanno ribrezzo, ma sono intorno a noi e, in una società come questa, possono essere anche una possibilità per chiunque di noi. Al documentario si affianca un libro che raccoglie i testi e le interviste in parte presenti anche nel DVD, l’introduzione dell’autore e una parte dedicata ai “dati” sulla povertà in Italia, con report dell’Istat e della Caritas. Redazione Via Montebello 15 - 10124 Torino Tel. 011.813.85.20 - Fax 011.81.38.530 [email protected] La pubblicazione è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per il Cinema (Promozione per la Cultura Cinematografica) Museo Nazionale del Cinema Fondazione Maria Adriana Prolo Archivi di cinema, fotografia ed immagine Via Montebello 15 - 10124 Torino Tel. 011.813.85.11 - Fax 011.839.47.47 Si ringrazia REAR per il contributo alle attività del Museo Ufficio Stampa Veronica Geraci www.museocinema.it Progetto grafico Atelier abc Presidente Alessandro Casazza Stampa Canale Direttore Alberto Barbera Ringraziamenti 57 Internationale Filmfestspiele, Berlin • A.L.M., Torino • Gianni Amelio, Roma • Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Torino • Amerigo Cadeddu, Torino • Casasonica, Torino • Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, Roma • Enrico Cerasuolo, Torino • Cinecittà Holding, Roma • Cineteca del Comune di Bologna • Eskimosa, Milano • Sergio Fergnachino, Torino • Festival del Cinema Africano, dell’Asia e dell’America Latina, Milano • Hectormann Music Crew, Palermo • Im Sang-soo, Seoul • Instituto Cervantes, Milano • Internazionale Kurzfilmtage Oberhausen • Korea Film Fest, Firenze • Lee Jae-young, Seoul • Juan Madrid, Madrid • Mediaset Cinema Forever, Milano-Roma • Italo Moscati, Roma • Mostra Internazionale del Cinema Libero, Bologna • MultiServizi, Torino • Giona A. Nazzaro, Roma • Neon Subber, Borgo d’Ale (VC) • N.I.P., Torino • NoShame, Roma • Ripley’s Home Video, Roma • Strade del Cinema, Aosta • UCLA, Los Angeles • Voir Trade, Torino • Warner Bros. Italia, Roma Cineteca del Museo Nazionale del Cinema / Personale della Multisala Massimo Un ringraziamento particolare a La Stampa – Torino Sette per il contributo alla diffusione della rivista. 11 larivista delcinema MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA IL CALENDARIO DEI FILM programma marzo GIOVEDÌ 1 MARZO h. 16.30 Casella postale 1001 di J. Salvador (E 1950, 90’ , v.o. sott.it.)* h. 18.15 Quinto distretto di J. Coll (E 1957, 94’ , v.o. sott.it.)* h. 20.30 Giorni contati di I. Uribe (E 1994, 93’ , v.o. sott.it.)° Prima del film incontro con lo scrittore Juan Madrid h. 22.30 Squadra omicidi di I.F. Iquino (E 1950, 80’ , v.o. sott.it.)* VENERDÌ 2 MARZO h. 16.30 A colpo sicuro di F. Pérez-Dolz (E 1963, 87’ , v.o. sott.it.)* h. 18.15 Uomini senza pace di J.L. Saenz de Heredia (E 1952, 100’ , v.o. sott.it.)* h. 20.30/22.30 Che cosa manca di AA.VV. (I 2007, 92’)§ Tra i due spettacoli incontro con i registi Enrico Cerasuolo e Sergio Fergnachino SABATO 3 MARZO h. 16.30/18.30 Che cosa manca di AA.VV. (I 2007, 92’)§ h. 20.30 Uomini senza pace di J.L. Saenz de Heredia (E 1952, 100’ , v.o. sott.it.)* h. 22.30 Casella postale 1001 di J. Salvador (E 1950, 90’ , v.o. sott.it.)* DOMENICA 4 MARZO h. 16.30/18.30/20.30/22.30 Che cosa manca di AA.VV. (I 2007, 92’) § LUNEDÌ 5 MARZO h. 16.30 Un pilota ritorna di R. Rossellini (I 1942, 84’) h. 18.15 La nave bianca di R. Rossellini (I 1942, 77’) segue La vispa Teresa di R. Rossellini (I 1939, 7’) segue Il tacchino prepotente di R. Rossellini (I 1939, 6’) segue Fantasia sottomarina di R. Rossellini (I 1940, 10’) h. 20.30 Roma città aperta di R. Rossellini (I 1945, 104’) ° Prima della proiezione incontro con Sergio Toffetti MARTEDÌ 6 MARZO h. 16.30 Roma città aperta di R. Rossellini (I 1945, 104’) h. 18.30 L’uomo dalla croce di R. Rossellini (I 1943, 88’) * h. 20.30 Dark Waters di M. Baino (I 1994, 89’) ° Prima del film incontro con Mariano Baino, Michele De Angelis e Giona A. Nazzaro (NoShame Films) MERCOLEDÌ 7 MARZO h. 16.00 Paisà di R. Rossellini (I 1946, 134’) h. 18.30 Desiderio di R. Rossellini (I 1946, 80’) h. 20.30 Germania anno zero di R. Rossellini (I 1948, 78’) * h. 22.00 La nave bianca di R. Rossellini (I 1942, 77’) segue La vispa Teresa di R. Rossellini (I 1939, 7’) segue Il tacchino prepotente di R. Rossellini (I 1939, 6’) segue Fantasia sottomarina di R. Rossellini (I 1940, 10’) GIOVEDÌ 8 MARZO h. 16.30 Germania anno zero di R. Rossellini (I 1948, 78’) * h. 18.00 L’amore di R. Rossellini (I 1948, 75’) * h. 20.00 Paisà di R. Rossellini (I 1946, 134’) h. 22.30 Senso di L. Visconti (I 1954, 122’) Il film sarà presentato da Gianni Amelio VENERDÌ 9 MARZO h. 16.30 L’amore di R. Rossellini (I 1948, 75’) * h. 18.00 Roma città aperta di R. Rossellini (I 1945, 104’) h. 21.00 Oberhausen on Tour 2007 – Omaggio a Robert Nelson (1963-74, 75’ , v.o. sott.ingl.) * h. 22.30 Desiderio di R. Rossellini (I 1946, 80’) h. 21.00 Sala Uno Inaugurazione “Berlinale a Torino” LUNEDÌ 12 MARZO h. 16.30 Francesco giullare di Dio di R. Rossellini (I 1950, 75’) h. 18.00 Dov’è la libertà…? di R. Rossellini (I 1954, 91’) segue Napoli 1943 di R. Rossellini (I 1954, 20’) h. 20.30 Via Veneto Set. La strada, il cinema, la vita di I. Moscati (I 2006, 85’)° Prima del film incontro con Italo Moscati h. 22.30 La macchina ammazzacattivi di R. Rossellini (I 1952, 80’)* segue L’invidia di R. Rossellini (I 1952, 20’) MARTEDÌ 13 MARZO h. 16.30 Dov’è la libertà…? di R. Rossellini (I 1954, 91’) segue Napoli 1943 di R. Rossellini (I 1954, 20’) h. 18.30 Via Veneto Set. La strada, il cinema, la vita di I. Moscati (I 2006, 85’)* h. 20.30 Francesco giullare di Dio di R. Rossellini (I 1950, 75’) h. 22.00 La macchina ammazzacattivi di R. Rossellini (I 1952, 80’)* segue L’invidia di R. Rossellini (I 1952, 20’) MERCOLEDÌ 14 MARZO h. 16.30 Betty di C. Chabrol (F 1992, 104’) h. 18.30 L’insolito caso di Monsieur Hire di P. Leconte (F 1989, 80’) h. 20.30 Equator – L’amante sconosciuta di S. Gainsbourg (F 1983, 85’) h. 22.00 Lo sciacallo di J-P. Melville (F/I 1963, 102’ , v.o. sott.it.) * GIOVEDÌ 15 MARZO h. 16.30 L’insolito caso di Monsieur Hire di P. Leconte (F 1989, 80’) h. 18.00 Equator – L’amante sconosciuta di S. Gainsbourg (F 1983, 85’) h. 20.30 Betty di C. Chabrol (F 1992, 104’) h. 22.30 Anna di A. Lattuada (I 1951, 108’) VENERDÌ 16 MARZO h. 16.30 Stromboli, terra di Dio di R. Rossellini (I 1950, 107’) h. 18.30 Europa ‘51 di R. Rossellini (I 1952, 118’) segue Santa Brigida di R. Rossellini (I 1952, 9’) h. 21.00 Oberhausen on Tour 2007 – MuVi Award di AA. VV. (G 2004-6, 75’ , v.o. sott.ingl.) * h. 22.30 Viaggio in Italia di R. Rossellini (I 1954, 82’) segue Ingrid Bergman di R. Rossellini (I 1953, 20’) SABATO 17 MARZO h. 16.30 La paura di R. Rossellini (I 1954, 82’) h. 18.00 Giovanna d’Arco al rogo di R. Rossellini (I 1954, 80’) h. 20.30 Stromboli, terra di Dio di R. Rossellini (I 1950, 107’) h. 22.30 Europa ‘51 di R. Rossellini (I 1952, 118’) segue Santa Brigida di R. Rossellini (I 1952, 9’) DOMENICA 18 MARZO h. 16.30 Viaggio in Italia di R. Rossellini (I 1954, 82’) segue Ingrid Bergman di R. Rossellini (I 1953, 20’) h. 18.30 Stromboli, terra di Dio di R. Rossellini (I 1950, 107’) h. 20.30 La paura di R. Rossellini (I 1954, 82’) h. 22.00 Giovanna d’Arco al rogo di R. Rossellini (I 1954, 80’) LUNEDÌ 19 MARZO h. 16.30 King Boxer di Chung Chan-wha (Hk 1972, 97’ , v.o. sott.it.) h. 18.20 The New One-Armed Swordsman di Zhang Che (Hk 1971, 94’ , v.o. sott.it.) h. 20.15 The Boxer from Shantung di Zhang Che/Bao Xueli (Hk 1972, 126’ , v.o. sott.it.) h. 22.30 The Five Venoms di Zhang Che (Hk 1978, 97’ , v.o. sott.it.) SABATO 10 E DOMENICA 11 MARZO Berlinale a Torino - programma in distribuzione in sala MARTEDÌ 20 MARZO h. 16.30 Legendary Weapons of China di Lau Kar-leung (Hk 1982, 101’ , v.o. sott.it.) h. 18.30 Dirty Ho di Lau Kar-leung (Hk 1979, 100’ , v.o. sott.it.) h. 20.30 My Young Auntie di Lau Kar-leung (Hk 1980, 114’ , v.o. sott.it.) h. 22.40 The Magic Blade di Chu Yuan (Hk 1976, 101’ , v.o. sott.it.) Gli Eventi del Mese Info INCONTRO CON JUAN MADRID Giovedì 1 marzo, h. 20.30 Sala Tre – Ingresso libero INCONTRO CON ITALO MOSCATI Lunedì 12 marzo, h. 20.30 Sala Tre – Ingresso libero INCONTRO CON ENRICO CERASUOLO E SERGIO FERGNACHINO Venerdì 2 marzo, h. 22.00 Sala Tre – Ingresso euro 5,00/3,50/2,50 ALLA CORTE DEI RIVOMBROSA Mercoledì 21 marzo, h. 21.00 Sala Tre – Ingresso libero IL RESTAURO DI ROMA CITTÀ APERTA Lunedì 5 marzo, h. 20.30 Sala Tre – Ingresso libero CROSSROADS – HECTORMANN MUSIC CREW Venerdì 23 marzo, h. 21.00 Sala Tre – Ingresso euro 2,50 DARK WATERS Martedì 6 marzo, h. 20.30 Sala Tre – Ingresso libero INCONTRO CON IM SANG-SOO Mercoledì 28 marzo, h. 20.30 Sala Tre – Ingresso libero GIANNI AMELIO PRESENTA SENSO Giovedì 8 marzo, h. 22.30 Sala Tre – Ingresso euro 5,00/3,50/2,50 INCONTRO CON LEE JAE-YOUNG Giovedì 29 marzo, h. 20.00 Sala Tre – Ingresso libero INAUGURAZIONE BERLINALE A TORINO Venerdì 9 marzo, h. 21.00 Sala Uno – Ingresso euro 5,00/3,50/2,50 Mole Antonelliana Via Montebello 20, Torino Tel 011.81.38.511 mar. mer. gio. ven. dom. 9.00 – 20.00 sab. 9.00 – 23.00, lun. chiuso intero euro 5,20 ridotto euro 4,20 gratuito per Abbonamento Musei, Torino + Piemonte Card e bambini fino a 10 anni Week-end al Museo: visite guidate senza prenotazione Tutti i sabati, ore 15.00; ore 17.00 visita alle mostre temporanee. Tutte le domeniche, ore 16.00 # Volete ricevere via mail o per posta informazioni e inviti alle serate organizzate dal Museo Nazionale del Cinema? Compilate questo modulo e consegnatelo alla cassa del Cinema Massimo oppure speditelo a Museo Nazionale del Cinema – Programmazione, via Montebello 15, 10124 Torino. Nome e cognome: Indirizzo (via, città, provincia, c.a.p.): E-mail: Età e professione: GIOVEDÌ 22 MARZO h. 16.30 The Boxer from Shantung di Zhang Che/Bao Xueli (Hk 1972, 126’ , v.o. sott.it.) h. 18.45 The Five Venoms di Zhang Che (Hk 1978, 97’ , v.o. sott.it.) h. 20.30 King Boxer di Chung Chan-wha (Hk 1972, 97’ , v.o. sott.it.) h. 22.30 Fronte del porto di E. Kazan (Usa 1954, 108’) VENERDÌ 23 MARZO h. 16.00 My Young Auntie di Lau Kar-leung (Hk 1980, 114’ , v.o. sott.it.) h. 21.00 Haunted Spooks di E. Goulding/H. Roach (Usa 1920, 21’) * segue La prima filme sugli automobili di Federico Lagna (I 2006, 30’) segue La meridiana del convento di Eleuterio Rodolfi (I 1916, 31’) Accompagnamento musicale dal vivo di Hectormann Music Crew DA SABATO 24 A MARTEDÌ 27 MARZO Schermi africani - programma in distribuzione in sala MERCOLEDÌ 28 MARZO h. 16.30 The Surrogate Mother di Im Kwon-taek (K 1987, 95’ , v.o. sott.it.) h. 18.15 Sopyonje di Im Kwon-taek (K 1994, 113’ , v.o. sott. it.) h. 20.30 The Old Garden di Im Sang-soo (K 2006, 112’ , v.o. sott. it.) ° Al termine del film incontro con Im Sang-soo GIOVEDÌ 29 MARZO h. 15.30 Come Come Come Upward di Im Kwon-taek (K 1987, 134’ , v.o. sott. it.) h. 18.00 Festival di Im Kwon-taek (K 1996, 106’ , v.o. sott. it.) h. 20.00 Dasepo Naughty Girls (K 2006, 111’ , v.o. sott. it.) ° Al termine del film incontro con Lee Jae-young h. 22.30 Casco d’oro di J. Becker (F 1952, 95’) VENERDÌ 30 MARZO h. 16.15 Mandala di Im Kwon–taek (K 1981, 108’ , v.o. sott. it.) h. 18.15 Son of the General di Im Kwon-taek (K 1990, 108’ , v.o. sott. it.) h. 20.15 Woman on the Beach (k 2006, 127’ , v.o. sott. it.) h. 22.30 Girls’ Night Out di Im Sang-soo (K 1998, 101’ , v.o. sott.it) SABATO 31 MARZO h. 16.30 The President’s Last Bang di Im Sang-soo (K 2005, 104’ , v.o. sott. it.) h. 18.30 Tears di Im Sang-soo (K 2000, 105’ , v.o. sott. it.) h. 20.30 Low Life di Im Kwon-taek (K 2004, 105’ , v.o. sott. it.) h. 22.30 Downfall di Im Kwon-taek (K 1997, 105’ , v.o. sott. it.) DOMENICA 1 APRILE h. 16.15 Chunhyang di Im Kwon-taek (K 2000, 120’ , v.o. sott.it.) h. 18.30 Gilsodom di Im Kwon-taek (K 1986, 100’ , v.o. sott. it.) h. 20.30 La moglie dell’avvocato di Im Sang-soo (K 2003, 104’ , v.o. sott. it.) h. 22.30 Dasepo Naughty Girls (K 2006, 111’ , v.o. sott. it.) LUNEDÌ 2 APRILE h. 16.00 Ebbro di donne e di pittura di Im Kwon-taek (K 2002, 120’ , v.o. sott.it.) h. 17.45 Taebak Mountains di Im Kwon-taek (K 1994, 163’ , v.o. sott. it.) ° * § ingresso libero ingresso euro 2,50 ingresso intero euro 5,00; studenti univ. euro 3,50; anziani e soci CartaPiù Feltrinelli euro 2,50 Visite guidate su prenotazione Gruppi (max 25 pers.): Visita in italiano: euro 70,00 + biglietto di ingresso Visita guidata in inglese, francese, tedesco e spagnolo: euro 80,00 + biglietto d’ingresso MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA euro 3,00 a persona + ingresso ridotto. MERCOLEDÌ 21 MARZO h. 16.30 The Jade Tiger di Chu Yuan (Hk 1977, 101’ , v.o. sott.it.) h. 18.30 Clans of Intrigue di Chu Yuan (Hk 1977, 99’ , v.o. sott.it.) h. 21.00 Alla corte dei Rivombrosa di Amedeo Varese (I 2007, 48’) ° Al termine del film incontro con Amedeo Varese e membri della troupe dello sceneggiato Prenotazione obbligatoria Tel. 011 81.38.564-565 Orario: mar. gio. 9.00 – 16.30 lun. e ven. 9.00 – 14.00 Museo + Ascensore Panoramico Intero euro 6,80 - Ridotto euro 5,20 gratuito per Torino + Piemonte Card e bambini fino a 10 anni CINEMA MASSIMO Via Verdi 18 - Torino - Tel. 011 81.38.574 Sale 1 e 2 Intero euro 6,50 Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18 e studenti universitari euro 4,50 Anziani over 60 euro 3,00 abbonamento sale 1 e 2 (5 ingr.) euro 20,00 Sala 3 Intero euro 5,00 Ridotto Aiace, CineFreeCard, militari, under 18 e studenti universitari (spett. serali) euro 3,50 Anziani over 60 e studenti universitari (spett. pomeridiani) euro 2,50 abbonamento sala 3 (10 ingr.) euro 30,00 BIBLIOTECA Via San Pietro in Vincoli 28 - Torino Tel. 011 81.38.590-591-592 / Fax 011 52.14.784 [email protected] Orari di apertura: lun./ven. 9.00 - 13.00 mar./gio. 9.00 - 13.00, 13.30 - 17.30 - mer. chiuso MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA Fondazione Maria Adriana Prolo Archivi di cinema, fotografia ed immagine Via Montebello 15 - 10124 Torino Tel. 011 81.38.511 - Fax 011 83.94.747 [email protected] Il/la sottoscritto/a dichiara di prendere atto dell’informativa fornitagli/le dal Museo Nazionale del Cinema ai sensi dell’art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e presta il proprio consenso al trattamento dei propri dati con le modalità previste dall’art. 11 del decreto citato e alla comunicazione e diffusione degli stessi ai fini della predisposizione e spedizione del presente programma. Il/la sottoscritto/a dichiara altresì di essere consapevole dei diritti riconosciuti dal citato art. 13 in materia di opposizione al trattamento e cancellazione dei dati. Data e firma: