1 1. Trasporto merci pericolose e nocive – generalità I temi relativi al
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1 1. Trasporto merci pericolose e nocive – generalità I temi relativi al
TEMI RELATIVI AL RAPPORTO TRA GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA, IL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE, LE CONDIZIONI DI SICUREZZA NEI PORTI, STABILIMENTI E DEPOSITI DI CUI ALL’ARTICOLO 2 COMMA 1 DEL D.LVO 334/99 (DEPOSITI 1 COSTIERI) E OLEODOTTI. 1. Trasporto merci pericolose e nocive – generalità I temi relativi al trasporto delle merci pericolose e nocive, sono trattati, in questa sede, sotto il profilo delle loro interconnessioni con la pianificazione territoriale e urbanistica, nonché per l’incidenza o la relazione che possono avere con la programmazione degli interventi sulla rete e sui nodi delle infrastrutture, e quelle relative alla mobilità e al trasporto delle merci (autostrade, strade, rete ferroviaria, porti, ecc.) Si vuole puntare l’attenzione sulle possibilità di intervento attraverso gli strumenti tipici della pianificazione territoriale ed urbanistica per migliorare la sicurezza dei trasporti delle merci pericolose e nocive. Tali strumenti, in sintesi, possono riguardare le modalità di trasformazione del territorio, fino al divieto di insediamento di particolari destinazioni d’uso. Una prima informazione utile, nell’ambito della formazione degli strumenti di pianificazione circa il trasporto delle merci pericolose potrebbe essere un’analisi esaustiva del rischio potenziale associato, per consentire di considerare e conoscere la struttura e le caratteristiche della domanda attuale e futura, evidenziando i punti di origine/destinazione e le interconnessioni con le diverse modalità di trasporto: - stradale; ferroviario; marittimo; aereo (anche se residuale); per condotte; intermodale nelle diverse combinazioni. Si riportano, nella tabella seguente (Fonte: Conto nazionale dei trasporti, 2002) i dati relativi alla quantità e alla quantità per Km di estesa della rete stradale principale del trasporto delle merci pericolose Tab. X.2.13 – Italia -Trasporto su strada di merce pericolosa (classificazione ADR) – Anni 1999-2001 (tonnellate e migliaia di tonnellate-km) 1999 2000 2001 Merci pericolose (classificazione ADR) Materie ed oggetti esplosivi Gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione Tonnellate Tonn-km (migliaia) Tonnellate Tonn-km (migliaia) Tonnellate Tonn-km (migliaia) 85.139 24.966 348.299 69.976 40.860 11.453 9.594.271 1.976.727 9.822.985 1.989.528 9.865.863 2.171.189 1 Il documento è stato redatto dal gruppo tecnico di lavoro costituto con DD n.786/2005 coordinato da Rosario Manzo e composto da Claudio Cardaio (dipartimento per il trasporto e la navigazione marittima), Gabriele Di Nardo (dipartimento per le infrastrutture stradali, l’edilizia e la regolazione dei lavori pubblici), Claudio Michele (dipartimento per i trasporti terrestri), Domenico Pugliese (Dipartimento per il coordinamento dello sviluppo del territorio). Il supporto al gruppo tecnico e fornito da Franco Forgiane (direzione generale per le politiche di sviluppo del territorio) 1 Materie liquide infiammabili Materie solide infiammabili Materie soggette ad infiammazione spontanea Materie che a contatto con l’acqua sviluppano gas infiammabili Materie comburenti 58.071.951 7.382.570 59.700.468 7.296.056 60.948.343 7.765.631 212.848 62.416 217.687 58.313 414.107 94.841 362.865 67.594 292.102 71.810 186.389 28.567 42.570 12.483 87.075 23.325 151.500 63.697 255.417 49.933 304.761 69.976 449.465 125.985 Perossidi organici 127.709 37.450 43.537 11.663 40.860 22.906 Materie tossiche 510.834 124.832 783.672 256.578 572.047 160.344 Materie infettanti 212.848 24.966 130.612 23.325 40.860 11.453 Materie radioattive - - - - - - Materie corrosive 4.214.382 1.023.624 5.921.079 1.107.951 5.526.701 1.268.591 297.987 87.383 846.092 109.002 163.442 45.813 10.874.944 78.498.369 11.087.503 78.400.437 11.770.470 Materie ed oggetti pericolosi diversi Totale 73.988.821 Fonte: ISTAT – Conto Nazionale dei Trasporti 2002 A seguito dell’approvazione del PGTL, il CIPE (delibera 1/2001) ha previsto la predisposizione di un apposito Piano per il trasporto delle merci pericolose e nocive, basato su principi di intermodalità, sull’applicazione di tecnologie telematiche (si veda, ad esempio, sia ARTIST che il progetto SIMAGE per l’area di Venezia – Porto Marghera, quest’ultimo del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio), finalizzato alla minimizzazione del rischio da trasporto delle MNP. Uno degli elementi da tenere in conto, inoltre, per considerare il rischio da TMP negli strumenti di pianificazione del territorio è la vulnerabilità delle infrastrutture e degli elementi territoriali e ambientali e pertanto occorre conoscere, da una parte, gli elementi di incidentalità intrinsechi nelle infrastrutture utilizzate dai vettori per il TMP e dall’altra il contesto territoriale e ambientale che può essere oggetto di rischio, in relazione: - ai percorsi utilizzati e alle condizioni di incidentalità “ordinaria” delle infrastrutture interessate; alle sostanze trasportate, alle frequenze di trasporto e alla contestualità di presenza di vettori; alla modalità di trasporto e alla tipologia di vettori utilizzati; alle condizioni ambientali e metereologiche; ai diversi fattori aleatori che si presentano nella dinamica del trasporto e dello scambio modale. Quello che interessa, inoltre, la pianificazione territoriale e urbanistica è il grafo costituito dai vettori Origine / Destinazione delle MNP, in funzione della importazione / esportazione, della produzione e dei consumi. Questa “distribuzione” che può avere un dettaglio a diverse scale, deve essere messa in correlazione con gli elementi vulnerabili del territorio, analizzando le alternative di viaggio e le possibilità di ottimizzazione offerte dalla telematica applicata al trasporto. Nella tabella seguente (Fonte: Conto nazionale dei trasporti, 2002) viene riportato un “indicatore di rischio” ambientale, per regione, costruito sulla base della presenza di merci pericolose in relazione alla superficie territoriale e alla estesa della rete stradale principale. 2 Tab. X.2.22 – Italia - Principali indicatori di rischio ambientale per Regione - Anno 2001 (tonnellate di merce pericolosa per ettaro di superficie e per km di autostrade e strade statali) Regioni Tonnellate per ettaro di superficie Tonnellate per km di rete stradale principale (autostrade e strade Statali) Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia- Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 2,4 0,8 8,0 0,2 4,8 2,1 4,3 2,3 2,3 1,3 3,2 3,3 1,8 0,1 3,9 2,6 0,8 0,7 0,8 1,1 1.603 1.064 4.702 181 3.093 1.132 1.647 1.447 1.313 751 2.028 1.859 720 64 1.729 1.384 404 304 448 878 Italia 2,6 1.462 Fonte: elaborazione ISTAT su dati dell’Ente Nazionale Strade e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - CNT, 2002 2. Porti Per quanto riguarda la tematica dei Porti, occorre in primo luogo, ricordare quanto previsto dal D.Lgs. 334/99, modificato dal D.Lgs. 238/05. Art.3, comma 4 D.Lgs. 334/99 3. Nei porti industriali, petroliferi e commerciali, in cui sono presenti sostanze pericolose di cui all'articolo 2,comma 1, si applica la normativa del presente decreto con gli adattamenti richiesti dalla peculiarità delle attività portuali, definiti in un regolamento interministeriale da adottarsi di concerto tra il Ministro dell’ambiente, quello dei trasporti e della navigazione, e quelli della sanità e dell'interno, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Il regolamento dovrà garantire livelli di sicurezza equivalenti a quelli stabiliti, in particolare specificando le modalità del rapporto di sicurezza, del piano di emergenza e dei sistemi di controllo. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento continuano ad applicarsi, per i porti industriali, petroliferi e commerciali, in cui sono presenti sostanze pericolose di cui all'articolo 2, comma 1, le normative vigenti in materia di rischi industriali e di sicurezza. Attualmente, le attività relative ai porti sono regolate dal DM 16 maggio 2001, n.293 Regolamento di attuazione della direttiva 96/82/CE, relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose. Nella tabella seguente (fonte: Conto nazionale dei trasporti, 2002) viene riportato l’andamento di volumi di traffico delle merci pericolose dal 1990 al 2002 tramite vettore marino, diviso per categorie merceologiche. 3 Tab. VI.2.5.4 – Italia: Anni 1990 -2002 -Trasporto merci in navigazione internazionale e di cabotaggio per merci sbarcate e per cap. merceologico Migliaia di tonnellate 1990 Prodotti agricoli ed animali vivi (0) Derrate alimentari e foraggiere (1) Combustibili minerali solidi (2) Prodotti petroliferi (3) 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 9.871 9.977 11.517 11.463 12.068 11.801 15.776 16.155 18.037 10.925 11.135 12.584 11.855 12.421 10.907 10.238 11.605 12.583 23.269 22.998 21.506 18.077 20.097 20.905 21.595 22.966 23.419 177.424 21.163 168.360 20.363 182.251 18.001 181.401 18.989 185.025 21.137 176.974 19.589 170.245 20.583 171.912 19.525 170.498 19.632 Prodotti metallurgici (5) Minerali greggi o manufatti e materiali da costruzione (6) Concimi (7) Prodotti chimici (8) Macchine e veicoli, oggetti manifatturati e merci diverse (9) 11.788 10.710 15.153 11.854 14.041 12.966 17.682 13.203 18.770 13.682 16.972 15.100 19.241 17.731 18.721 20.402 17.715 20.262 2.951 9.399 2.882 9.965 2.757 10.901 3.038 10.896 3.012 11.742 3.015 12.808 3.759 12.074 3.683 12.278 4.089 12.402 18.126 21.750 29.658 35.141 37.267 39.712 23.913 21.167 24.185 Totale 295.626 294.437 316.182 321.746 335.222 327.783 315.155 318.414 322.824 Minerali e cascami vari per la metallurgia (4) Fonte: ISTAT – Conto Nazionale dei Trasporti, 2002 Occorre tenere conto, inoltre, dei Piani regolatori portuali (PRG-P), previsti all’art.5 della legge 84/94 per i quali sono state emanate nel 2005 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti delle linee guida, che riportano anche indicazioni circa la pianificazione della safety e della security nell’area demaniale del Porto. L’indicazione utile delle LG è data dalla suddivisione del PRG-P in due strumenti, in analogia con le più recenti legislazioni regionali, in “strutturale” e “operativo”, con funzioni, rispettivamente, di individuazione delle invarianti della pianificazione e di determinazione delle azioni nelle singola aree portuali, in coerenza con il programma triennale delle OO.PP. redatto ai sensi della L.109/94. Inoltre, le indicazioni metodologiche prevedono che il PRG-P sia distinto per due valenze: - una “tecnica” di determinazione delle funzioni interne all’area portuale; - una “interattiva” con il contesto adiacente l’area demaniale e, in senso più ampio, con le connessioni infrastrutturali, economiche e sociali della città. Infine, per quanto riguarda in senso più generale la sicurezza del porto, parimenti significative sono le fasi portuali del trasporto di merci (o di tipi di carichi) non classificate come pericolose, sia per la loro compresenza che per la comprensibile esigenza di contenere i tempi di movimentazione delle stesse, che richiedono specifiche analisi finalizzate a creare schemi di divisione di flussi di merci al fine di prevenire possibili situazioni di pericolosità., per similitudine anche per quanto riguarda la sicurezza generale del trasporto, potrebbe essere considerata l’inserimento di tali fattori di rischio. Per la relazione con la pianificazione del territorio circostante l’ambito portuale, il DM 9 maggio 2001 (art.6) prevede che le informazioni relative al rischio di incidente rilevante che interessano parti esterne al recinto demaniale siano comunicate all’Amministrazione comunale al fine di adeguare il PRG vigente. 4 3. Stabilimenti e depositi di cui all’articolo 2 comma 1 del D.Lvo 334/99 (Depositi costieri) e oleodotti In Italia sono presenti circa 700 depositi (Depositi di oli minerali) di capacità superiore a 3000 mc nonché oltre 15.000 depositi di capacità inferiore. E' inoltre presente una rete di oleodotti sia per il trasporto di greggio che di prodotti finiti (Oleodotti in esercizio). I depositi possono, pur sommariamente, essere classificati: - per tipologia di infrastruttura • • in depositi costieri, ubicati in modo da poter essere riforniti via mare in depositi interni, ubicati lontano dalle coste, spesso localizzati in prossimità di raffinerie interne o allo sbocco di oleodotti colleganti i depositi costieri con le aree interne. - sulla base della posizione fiscale dei prodotti stoccati • • in depositi liberi, che accolgono prodotti pronti per essere commercializzati,avendo assolto tutti gli oneri fiscali; in depositi fiscali, che stoccano prodotti che devono ancora assolvere gli oneri fiscali. Con l'entrata in vigore della legge 23 agosto 2004, n. 239 “riordino del settore energetico, nonché delega al governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia” (pubblicata nella G.U. n. 215 del 13 settembre 2004), si è proceduto alla liberalizzazione (art.1 comma 2) delle attività del settore energetico eliminando / riducendo gli adempimenti riferibili alle precedenti attribuzioni del Ministero delle attività produttive in tema di disciplina delle medesime attività. Si riportano, di seguito le attività per le quali è necessario la presentazione di una DIA e quelle per le quali è necessario il collaudo ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento di esecuzione al Cod. Nav. (Fonte: CIRCOLARE Assocostieri N° 09 - Demanio Marittimo, Stabilimenti e depositi costieri del 18 novembre 2005) Attività che richiedono la presentazione/rinnovo della D.I.A. • Installazione ed esercizio di nuovi stabilimenti di lavorazione e di stoccaggio dei prodotti di cui all'oggetto della presente circolare. • Dismissione degli stabilimenti di lavorazione e stoccaggio dei prodotti di cui all'oggetto della presente circolare. • Variazione della capacità complessiva di lavorazione degli stabilimenti dei prodotti di cui all'oggetto della presente circolare. • Variazione di oltre il 30% della capacità complessiva autorizzata di stoccaggio dei prodotti di cui all'oggetto della presente circolare. • Nuovi oleodotti e interventi di modifica a linee di oleodotti esistenti, quali varianti del tracciato per una lunghezza superiore a km 5(cinque). • Modifiche soggettive nella titolarità dello stabilimento o nell'affitto del medesimo. • Modifica nella destinazione d'uso dei serbatoi di stoccaggio e degli impianti di lavorazione relativamente all'intero stabilimento. 5 • Installazione nuovi terminali per lo sbarco e l'imbarco di nuovi prodotti situati sia all'interno degli ambiti portuali che off-shore Opere e/o interventi che comportano il collaudo ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento di esecuzione al Cod. Nav. • Installazione ed esercizio di nuovi stabilimenti di lavorazione e di stoccaggio dei prodotti di cui all'oggetto della presente circolare. • Dismissione degli stabilimenti di lavorazione e stoccaggio dei prodotti di cui all'oggetto della presente circolare. • Variazione in aumento della capacità complessiva di lavorazione degli stabilimenti dei prodotti di cui all'oggetto della presente circolare. • Variazione in aumento di oltre il 30% della capacità complessiva autorizzata di stoccaggio dei prodotti di cui all'oggetto della presente circolare. • Nuovi oleodotti e varianti del tracciato per una lunghezza superiore a Km. 5 (cinque). • Variazione in aumento della capacità complessiva autorizzata di stoccaggio nei limiti compresi: superiore al 5% ed inferiore al 30% dei prodotti di cui all'oggetto della presente circolare. • Sostituzione di recipienti e apparecchiature (serbatoi, colonne, vessels, reattori e forni) su impianti di lavorazione esistenti e inserimento di nuovi scambiatori e strippers per miglioramento tecnologico e/o recuperi termici. • Installazione impianti depurazione acque reflue. • Modifica nella destinazione d'uso dei serbatoi di stoccaggio e degli impianti di lavorazione relativamente all'intero stabilimento. • Modifica della destinazione d'uso dei serbatoi di stoccaggio e/o lavorazione di categoria inferiore a categoria superiore ai fini della sicurezza. • Installazione nuovi terminali per lo sbarco e l'imbarco di prodotti situati sia all'interno degli ambiti portuali che off-shore. Nella tabella seguente (Fonte: Ministero delle attività produttive) sono riportati i dati significativi dell’attività dei depositi costieri nel 2002 ITALIA DEPOSITI (31 dicembre 2000) Val d’Aosta Liguria Lombardia Trentino Alto Adige OLI MINERALI E GPL PER USI INDUSTRIALI E COMMERCIALI Capacità collaudata (1) migliaia m3 Numero di depositi Piemonte DI Greggio 72 2 34 Gpl Benzine 536,1 Gasoli O.C. 1.471,8 671,0 Lubrificanti 108,8 Altri Totale – 21,5 68,4 2.877,6 – 0,1 0,3 2,5 0,4 0,1 0,5 3,9 1.814,9 7,0 240,5 637,0 1.024,8 165,1 226,8 4.116,1 121 – 43,3 193,0 928,8 2.030,7 31,2 171,3 3.398,3 16 – 2,2 1,7 10,3 0,1 0,2 0,8 15,3 6 Friuli Venezia Giulia 20 1.870,0 2,1 199,5 386,6 577,4 3,2 2,5 3.041,3 Veneto 52 91,6 19,4 138,2 919,4 1.371,3 7,0 119,5 2.666,4 Emilia Romagna 41 – 10,4 97,2 143,4 828,2 29,0 57,4 1.165,6 Toscana 51 – 65,2 48,3 273,0 512,7 56,1 40,3 995,6 Umbria 11 – 1,8 34,3 49,9 0,1 0,1 86,2 Marche 16 – 5,4 4,0 79,5 48,2 1,1 20,1 158,3 Lazio 47 – 6,1 590,4 1.155,1 351,4 29,6 460,0 2.592,6 Abruzzo 18 – 4,8 30,8 75,1 18,8 1,1 31,8 162,4 4 – 0,6 Campania 59 – 36,0 642,6 707,8 300,8 23,2 123,6 1.834,0 Puglia 44 – 30,4 21,8 41,6 625,8 5,5 0,5 725,6 Basilicata 6 – 0,6 0,1 63,1 0,2 Calabria 23 – 4,5 45,1 24,8 427,6 2,5 5,0 509,5 Sardegna 39 – 11,2 22,0 49,6 249,0 7,2 67,4 406,4 Molise Sicilia (2) 28 TOTALE 704 – 3.776,5 – – 17,9 – – – – 18,5 – 64 7,8 60,0 112,1 845,2 3,6 14,8 1.043,5 280,4 2.871,5 7.070,7 9.996,4 474,8 1.410,8 25.881,1 (1) Nella capacità collaudata sono comprese tutte le capacità di stoccaggio relative ai depositi delle centrali termoelettriche e dell’Enel, nonché le capacità relative ai depositi satelliti di raffineria. Non rientrano nella rilevazione i depositi con capacità fino a 3.000 m3 (soggetti alla sola autorizzazione prefettizia). (2) Dati incompleti. Fonte: Ministero delle Attività Produttive. La situazione relativa agli oleodotti al gennaio 1999 è riportata dalla seguente tabella (Fonte: Snam, Unione petrolifera) ITALIA - OLEODOTTI IN ESERCIZIO (1° gennaio 1999) Oleodotti per greggio Genova-Ferrera (PV) Ferrera (PV) - G.S. Bernardo (1) Ferrera (PV) - Cassina de’ Pecchi Ferrera (PV) - Cremona Trecate (NO) - Ferrera (PV) Genova-Busalla (GE) Quiliano (SV) - Trecate (NO) La Spezia - Arcola (SP) P. Marghera (VE) - Mantova Trieste - Timau (UD) (2) Fiumicino (RM) - Pantano di Grano (RM) Ragusa - Augusta (SR) km Società proprietarie 90 206 68 113 43 24 145 9 123 145 14 57 PRAOIL PRAOIL PRAOIL PRAOIL ENI/DIV. AGIP IPLOM SARPOM ARCOLA PETROLIFERA IES SIOT RAFFINERIA DI ROMA ENI 62 3 51 93 94 151 25 PRAOIL PRAOIL AGIP PETROLI AGIP PETROLI AGIP PETROLI CONTINENTALE CONTINENTALE Oleodotti per prodotti Ferrera - Carrosio (AL) - Arquata (AL) Cassina de’ Pecchi (Ml) - Sant’Agata (Ml) Sannazzaro (PV) - Rho (Ml) Sannazzaro (PV) - Chivasso (TO) - Volpiano (TO) Sannazzaro (PV) - Fiorenzuola (PC) Genova - Lacchiarella (Ml) - Villasanta (Ml) Lacchiarella (Ml) - Tavazzano (Ml) 7 Lacchiarella (Ml) - Cassina de’ Pecchi (Ml) Trecate (NO) - Vado Ligure (SV) Trecate (NO) - Chivasso (TO) Trecate (NO) - Arluno (Ml) Trecate (NO) - Turbigo (Ml) Busalla (GE) - Genova Arcola (SP) - La Spezia Genova - Arquata Scrivia (AL) Cremona - Placenza Cremona - Tavazzano (Ml) Tavazzano (Ml) - Trecate (NO) Cremona - Ostiglia (MN) - Sermide (MN) Llvorno - Firenze Civitavecchia (RM) - Fiumicino (RM) Pantano (RM) - Fiumlclno (RM) Ravenna- Porto Tolle (RO) Gaeta (LT) - Pomezia (RM) Trieste - Visco (UD) 20 158 84 16 13 24 9 35 29 54 62 111 89 80 16 92 112 62 CONTINENTALE SARPOM ESSO ESSO ESSO IPLOM ARCOLA PETROLIFERA ERG ENEL TAMOIL TAMOIL TAMOIL AGIP PETROLI AGIP PETROLI RAFFINERIA DI ROMA ENEL AGIP PETROLI SILONE (1) Tratto italiano del tronco Ferrera - Aigle del CEL; (2) Tratto italiano dell’oleodotto Trieste - Ingolstadt (TAL). Fonte: Snam; Unione Petrolifera. Un riepilogo generale della produzione e dello stoccaggio nelle regioni costiere è contenuto nella seguente tabella (Fonte Assocostieri, 2003) REGIONI COSTIERE LIGURIA TOSCANA LAZIO CAMPANIA CALABRIA PUGLIA ABRUZZO MARCHE EMILIA ROMAGNA VENETO FRIULI VENEZIA GIULIA SICILIA SARDEGNA TOTALE Raffinerie (lavorazione tonn/anno) 5.200.000 4.316.000 5.000.000 3.900.000 400.000 Depositi (stoccaggio mc) 3.470.628 835.030 2.860.202 1.300.654 142.828 581.881 58.190 121.190 1.014.222 Stabilimenti Petrolchimici (lavorazione tonn/anno) Impianti Produzione Biodiesel Terminali Rigassificazione GNL (stoccaggio mc) 98.000 1.860.000 320.000 29.670 550.000 4.550.000 1.406.621 3.086.360 2.450.000 61.816.000 18.000.000 635.781 1.703.219 7.390.500 6.386.000 103.182.000 17.216.806 18.636.500 250.000 29.670 668.000 4. Conclusioni e proposte Si potrebbe definire un documento di base che ponga l’attenzione su alcuni temi principali, da mettere in relazione con le politiche di governo e di assetto del territorio: a) analisi e comparazione delle normative di sicurezza, nell’ambito del trasporto delle merci pericolose, relative alle infrastrutture, ai vettori, alla logistica, alla localizzazione della 8 produzione e alla distribuzione delle merci, con riferimento alla interazione con la pianificazione del territorio; b) analisi e individuazione delle tematiche emergenti e rilevanti nell’ambito della sicurezza nel trasporto delle merci pericolose e nocive, in relazione ai contesti territoriali e ambientali; c) individuazione di elementi utili relativi alla sicurezza delle merci pericolose, con riferimento agli strumenti di pianificazione del territorio e ai Piani regolatori portuali, alla programmazione dei trasporti e della logistica (PGTL) e alla telematica applicata alla sicurezza della mobilità delle persone e delle merci. Più in dettaglio, potrebbe essere utile esaminare alcuni argomenti, quali: 1. analisi generale del tema della sicurezza nella interazione tra infrastrutture, vettori e logistica, nodi e questioni rilevanti - soggetti istituzionali e non competenti o coinvolti; documenti di programmazione di interventi e misure per la sicurezza delle infrastrutture, dei vettori (PGTL, …) ; - effetti del potenziamento della logistica integrata sulla sicurezza; - telematica per la sicurezza applicata alla mobilità delle persone e delle merci (ARTIST, …) - … 2. analisi specifica del tema del trasporto delle merci pericolose - dati quantitativi / qualitativi; soggetti istituzionali e non competenti o coinvolti; normative dei settori di modalità di trasporto; documenti di programmazione di interventi e misure per la sicurezza del trasporto delle merci pericolose (PGTL merci pericolose, …); telematica per la sicurezza applicata al trasporto delle merci pericolose (ARTIST, ASI, …) localizzazione della produzione e distribuzione delle merci pericolose 3. linee generali di intervento per il miglioramento della sicurezza nella mobilità delle merci e delle persone: o preventiva infrastrutture; vettori; logistica; localizzazione; distribuzione. o di intervento infrastrutture; vettori; logistica; localizzazione; distribuzione. Esiste un tema, molto evidente, di gestione della sicurezza nella interazione tra vettore, infrastruttura, fattore umano e mezzi di intervento. Il che porterebbe a dover impostare una serie di “politiche” di sicurezza, integrate tra loro e finalizzate rispettivamente al miglioramento intrinseco di ciascuna componente e della interazione tra queste. 9 In generale, per il trasporto terrestre, possibili fattori di rischio sono: a. mezzi non idonei b. strade non idonee (attraversano centri abitati, alta incidentabilità, non accessibile a mezzi di soccorso come VVFF) c. strade classificate come idonee ma temporaneamente congestionate dal traffico urbano (il rallentamento nel percorso aumenta i fattori di rischio) d. strade idonee ma congestionate da traffico di altri mezzi con merci pericolose. (più mezzi che trasportano materiale pericoloso aumentano esponenzialmente i fattori di rischio) e. condizioni ambientali che rendono tratti di strada normalmente idonei non più tali (presenza di neve, ghiaccio ….) Per quanto riguarda il primo punto operano le norme ADR che ne garantiscono la sicurezza. Analizzando i punti successivi, uno degli aspetti più rilevanti è senza dubbio di essere in grado, in tempo reale, di comunicare con il mezzo e fornire ad esso un percorso idoneo e in tutta sicurezza o la migliore sicurezza possibile. Per fare questo le soluzioni potrebbero essere le seguenti: 1. I mezzi sono forniti di normali navigatori satellitari, l’azienda che mette in strada il mezzo o l’autista stesso fa una richiesta attraverso il navigatore di un itinerario digitando Origine e Destinazione. Tale richiesta arriva anche ad una centrale operativa . 2. L’itinerario viene scelto in una banca dati di possibili percorsi, il cui criterio di scelta non è quello tipico dei software di instradamento in cui la scelta è fatta staticamente, senza tener conto della situazione reale in quel momento e la funzione costo è tarata solo sul percorso minimo, ma diversamente intervengono altre variabili come la non idoneità di alcune tratte (la non idoneità può essere sistematica come nel punto b. ma anche temporanea come nei punti successivi) tratte debitamente monitorate in tempo reale confrontando anche le richieste di flussi da altre aziende 3. In caso di condizioni ritenute a rischio si comunica all’autista, sempre a mezzo Navigatore, un percorso alternativo (ad esempio in caso di incidenti sul percorso, congestione di mezzi che trasportano MP ecc..) 4. Comunicare all’autista a fronte di una richiesta , oppure perché ha raggiunto il limite di tempo che la legge gli impone (ricordiamo che gli autisti oltre un numero di ore sono obbligati a fare una sosta di riposo) l’eventuale area di sosta attrezzata e idonea per la categoria di materiale che sta trasportando. Per la parte di relazione con la pianificazione del territorio, sarebbe utile affrontare, in particolare, la questione “strade” (punti b, c, d) sia come possibile ricognizione (nei piani) dell’esistente, sia come indicazione di “buona” progettazione, magari associata al Piano Urbano del Traffico (se in ambito urbano – in relazione al PRG) e al Piano Provinciale del Traffico (se in ambito provinciale – associato al PTC), previsti da codice della strada. 10