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DALì - Arthemisia
Salvator Dalí Aliyah 1968 / 25 tavole a colori SALVATOR DALì Figueres, 1904 -Figueres, 1989 Artista egocentrico, passa attraverso i più significativi movimenti d’avanguadia che contrassegnano l’inizio del secolo: dal Futurismo alla pittura Metafisica, dal Cubismo al Surrealismo, al quale aderisce nel 1929. Dalí riversa in maniera plateale e scomposta la sua particolare interpretazione del surrealismo anche nel quotidiano, praticando quella che egli stesso definì “paranoia critica”. Nel 1939 si allontana dai surrealisti parigini e si traferisce negli Stati Uniti dove trascorre gli anni belllici e pubblica l’autobiografia La vita segreta di Salvator Dalí. Nel dopoguerra continua a essere assai prolifico, cimentandosi anche nell’ambito dell’illustrazione e della grafica. Ai paesaggi allucinanti e deserti carichi di elementi simbolici, alla serie di orologi molli e liquefatti simboleggianti la fugacità del tempo, subentra una seconda maniera più accademica, dove tornano, rivisitate e corrette, le stesse tipologie delle opere giovanili. ALIYAH 1968 / 25 tavole a colori Aliyah è un portfolio di 25 litografie a colori, tutte firmate e numerate. Le opere furono realizzate su commissione dello Stato di Israele per commemorare i vent’anni della sua costituzione. Letteralmente, Aliyah significa migrazione verso la terra di Israele. La partecipazione attiva alla cultura del mondo europeo da parte della comunità ebraica ha conferito all’Aliyah un significato di fiducia nelle proprie forze, rinascita politica, sociale ed economica. Il significato etico-religioso dell’Aliyah viene affrontato in quasi tutti i primi dieci fogli della serie, i quali interpretano evocativamente alcuni versetti tratti da vari libri della Bibbia; mentre i successivi si soffermano su avvenimenti storici come la Dichiarazione di Indipendenza, altre tavole trattano alcuni fondamentali momenti legati al rito ebraico: la preghiera presso il “Muro del Pianto” o il simbolico Menorah, il candelabro ebraico. L’esecuzione della serie dell’Aliyah risale al 1967. L’opera di Dalí trova espressione negli stessi fogli dell’Aliyah, in cui l’artista è riuscito, attraverso la forza della sua arte, a concentrare la meraviglie dell’Aliyah che in breve tempo diede corpo ad un popolo rinnovato, ad un paese rinato e ad uno Stato rinnovato ma in continua evoluzione. Gli esiti estetici a cui perviene nella serie dell’Aliyah sono il risultato di una esperienza che ha avuto inizio con la realizzazione della serie grafica del Don Chisciotte (1956-57). Lì infatti Dalí aveva utilizzato un’inconsueta procedura -che ripropone anche in alcune tavole nell’Aliyah- chiamata “sferismo” o “bouletisme”: un metodo che impiega proiettili di varia natura per la spruzzatura a distanza del colore sulla pietra litografica, e con cui si ottengono curiosi effetti artistici. In queste opere, buona parte della ricerca di Dalí è diretta ad uno studio delle figure entro lo spazio, dando forma ad una sorta di calligrafia, mentre i colori scelti sono puri e forti senza mai prevalere sul disegno. . SCHEDA TECNICA TECNICA: litografia a colori ANNO: 1968 MISURE foglio: cm 65,5x50 EDIZIONE: 250 esemplari pubblicati da Sharewood Publishers NOTE: le litografie sono tutte numerate e firmate dall’artista Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56 Salvator Dalí Tristano e Isotta 1969 / 21 tavole SALVATOR DALì Figueres, 1904 -Figueres, 1989 Artista egocentrico, passa attraverso i più significativi movimenti d’avanguadia che contrassegnano l’inizio del secolo: dal Futurismo alla pittura Metafisica, dal Cubismo al Surrealismo, al quale aderisce nel 1929. Dalí riversa in maniera plateale e scomposta la sua particolare interpretazione del surrealismo anche nel quotidiano, praticando quella che egli stesso definì “paranoia critica”. Nel 1939 si allontana dai surrealisti parigini e si traferisce negli Stati Uniti dove trascorre gli anni belllici e pubblica l’autobiografia La vita segreta di Salvator Dalí. Nel dopoguerra continua a essere assai prolifico, cimentandosi anche nell’ambito dell’illustrazione e della grafica. Ai paesaggi allucinanti e deserti carichi di elementi simbolici, alla serie di orologi molli e liquefatti simboleggianti la fugacità del tempo, subentra una seconda maniera più accademica, dove tornano, rivisitate e corrette, le stesse tipologie delle opere giovanili. Tristano e Isotta 1969 / 21 tavole Il testo di Tristano e Isotta è corredato da ventuno incisioni a puntasecca realizzate a Cadaques, località marittima della Catalogna dove l’artista era solito trascorrere l’estate. Il punto culminante dell’interesse del pittore degli “orologi molli” per l’illustrazione grafica di grandi opere letterarie risale al 1934, in occasione della riedizione dei Canti di Malador, una raccolta di poesie dello scrittore francese surrealista Isidor Ducasse (alias conte di Lautréamont). Negli anni Cinquanta e Sessanta, quando l’artista catalano era ormai noto in tutto il mondo e il suo nome era in grado di garantire alte tirature, molte case editrici manifestarono il proprio interesse a collaborare con lui. Nel 1956 Joseph Foret lo incaricò, per esempio, di illustrare un’edizione del Don Chisciotte di Cervantes. Mentre nel 1962 Pierre Argillet lo invitò a collaborare all’illustrazione di opere di autori molto diversi come Dante, Rimbaud, Apollinaire, Mao Tse-tung e Goethe. È quindi nel 1969 che Dalí realizzò, presso l’atelier Rigal, il corpus grafico per Tristano e Isotta, il libro medioevale che narra la triste storia d’amore e di morte di due giovani legati magicamente da una pozione bevuta per un tragico errore del destino. L’impianto disegnativo delle incisioni è caratterizzato da un linguaggio fortemente realistico, chiaro e nitido, definito con la precisione millimetrica di un miniaturista medioevale. Le tavole contengono puntuali riferimenti al racconto, ma si servono anche del peculiare metodo creativo di Dalí, detto “paranoico-critico”. SCHEDA TECNICA TECNICA: puntasecca ANNO:1969 MISURE FOGLIO: cm 45x33 EDIZIONE: Ateliers Rigal Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56 Salvator Dalí Il castello di Otranto 1964 / 12 tavole SALVATOR DALì Figueres, 1904 -Figueres, 1989 Artista egocentrico, passa attraverso i più significativi movimenti d’avanguadia che contrassegnano l’inizio del secolo: dal Futurismo alla pittura Metafisica, dal Cubismo al Surrealismo, al quale aderisce nel 1929. Dalí riversa in maniera plateale e scomposta la sua particolare interpretazione del surrealismo anche nel quotidiano, praticando quella che egli stesso definì “paranoia critica”. Nel 1939 si allontana dai surrealisti parigini e si traferisce negli Stati Uniti dove trascorre gli anni belllici e pubblica l’autobiografia La vita segreta di Salvator Dalí. Nel dopoguerra continua a essere assai prolifico, cimentandosi anche nell’ambito dell’illustrazione e della grafica. Ai paesaggi allucinanti e deserti carichi di elementi simbolici, alla serie di orologi molli e liquefatti simboleggianti la fugacità del tempo, subentra una seconda maniera più accademica, dove tornano, rivisitate e corrette, le stesse tipologie delle opere giovanili. Il Castello di Otranto 1964 / 12 tavole e 1 frontespizio Il Castello di Otranto, scritto nel 1765 da Horace Walpole, è la prima opera letteraria considerata a tutti gli effetti “gotica”. Il romanzo è presentato come un autentico manoscritto medievale in cui sembra essere narrato il resoconto di una storia vera. La struttura narrativa di questo romanzo gotico è semplice e lineare: la vicenda si svolge in un’unica struttura. L’esposizione ha inizio con il primo capitolo, quando c’è la descrizione del principato d’Otranto, di Manfredo, della moglie e dei figli. Con la morte di Corrado iniziano le peripezie: la fuga di Isabella, l’aiuto del contadino Teodoro, padre Girolamo, il marchese Federico e tutte le visioni soprannaturali che ci sono nel castello. Alla fine il libro raggiunge il momento di massima tensione con la morte di Matilda e la rinuncia di Manfredo al suo principato. Manfredo è un uomo di mezza età, padre di famiglia e principe amato dal popolo; anche se all’inizio può sembrare un uomo buono, non è un personaggio con una connotazione positiva. Ippolita, la moglie di Manfredo, è una donna sensibile, molto bella e pia. Matilda è la loro figlia, splendida fanciulla innamoratasi di un giovane contadino, Teodoro. Il contadino aiuta sempre Isabella a fuggire da Manfredo e s’innamora a sua volta di Matilda e rischia di essere messo a morte dal principe. La triade malvagio-eroina-eroe, che non manca mai nei romanzi gotici, è costituita da un uomo malvagio, ma molto potente, che viene sconfitto con l’onestà e la purezza di cuore dell’eroe e dell’eroina. Il Castello è il luogo in cui si svolge gran parte dell’azione del romanzo: tipicamente claustrofobico, fatto di passaggi segreti e corridoi bui, rovine cadenti e trappole. L’atmosfera che pervade tutto il romanzo è tetra, costruita essenzialmente su eventi soprannaturali e sostenuta da versi di animali (ululato di cani e lupi o versi di gufi e civette), rumori inspiegabili (catene, passi, porte che sbattono) e dalle condizioni atmosferiche (pioggia, nebbia, vento, lampi, ecc.) Il soprannaturale, l’elemento caratterizzante del romanzo cavalleresco, nell’opera di Walpole si offre al lettore attraverso visioni terrificanti, profezie di distruzione, presenza di fantasmi. Tutti questi elementi costituiscono lo scheletro del romanzo gotico, sul quale Dalí lavora e costruisce un corpus di incisioni in cui, al significato prevalentemente simbolico del racconto di Walpole, si lega l’attenzione rivolta al mondo dell’onirico e dell’inconscio appartenente all’artista spagnolo. Le 12 acqueforti fanno parte di un’edizione complessiva di 206 esemplari, stampati da Haasen a Parigi e ivi pubblicati da Le Club Français du livre. SCHEDA TECNICA TECNICA: acquaforte ANNO: 1964 MISURE foglio: cm 45,2x24,3 EDIZIONE: Stampato da Haasen, Parigi; pubblicato da Le Club Français du livre, Parigi in un’edizione complessiva di 206 esemplari Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56 Salvator Dalí Le 12 tribù di Israele 1973 / 13 tavole SALVATOR DALì Figueres, 1904 -Figueres, 1989 Artista egocentrico, passa attraverso i più significativi movimenti d’avanguadia che contrassegnano l’inizio del secolo: dal Futurismo alla pittura Metafisica, dal Cubismo al Surrealismo, al quale aderisce nel 1929. Dalí riversa in maniera plateale e scomposta la sua particolare interpretazione del surrealismo anche nel quotidiano, praticando quella che egli stesso definì “paranoia critica”. Nel 1939 si allontana dai surrealisti parigini e si traferisce negli Stati Uniti dove trascorre gli anni belllici e pubblica l’autobiografia La vita segreta di Salvator Dalí. Nel dopoguerra continua a essere assai prolifico, cimentandosi anche nell’ambito dell’illustrazione e della grafica. Ai paesaggi allucinanti e deserti carichi di elementi simbolici, alla serie di orologi molli e liquefatti simboleggianti la fugacità del tempo, subentra una seconda maniera più accademica, dove tornano, rivisitate e corrette, le stesse tipologie delle opere giovanili. Le 12 Tribù di Israele 1973 / 13 tavole La serie fa parte di un portfolio pubblicato in occasione del 25° anniversario della fondazione dello stato moderno d’Israele (1948). Gli ebrei si riconoscono discendenti da un unico capostipite di nome Giacobbe e padre delle dodici tribù che costituirono il popolo ebraico. Il nome di Giacobbe venne poi tramutato in Israele, così come viene narrato nel testo biblico della Genesi. I dodici Patriarchi figli di Giacobbe sono: Ruben, primogenito, poi Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon, Giuseppe, Beniamino, Dan, Neftali, Gad e Aser. Ognuna delle dodici tavole è dedicata ad uno dei dodici Patriarchi. In queste opere emerge in tutta la sua forza la linea sinuosa che caratterizza le figure allungate di Dalí, il quale ricorre spesso a segni tracciati a mano libera e che da un unico punto si dipartono a raggiera, come ad indicare una forza sprigionata dal fulcro stesso dell’immagine. Dalí si avvale della tecnica dell’acquaforte ogni volta che desidera una maggior fluidità della linea, mentre laddove desidera un effetto vellutato e d’impatto immediato usa la puntasecca, che consente di intervenire direttamente sulla lastra metallica, producendo ai lati della linea incisa delle barbe, le quali al momento della stampa trattengono e rinforzano il colore. Di questa stessa serie è stata pubblicata nel 1974 un’edizione di riproduzioni litografiche, che fu distribuita in occasione dell’inaugurazione del Museo Teatro Dalì a Figueras. SCHEDA TECNICA TECNICA: acquaforte, acquatinta e puntasecca con colorazione a stencil ANNO: 1973 MISURE foglio: cm 66,7x50,8 EDIZIONE: 460 esemplari editi da Transworld Art Corporation, Fribourg Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56 Salvator Dalí Faust 1969 / 21 tavole SALVATOR DALì Figueres, 1904 -Figueres, 1989 Artista egocentrico, passa attraverso i più significativi movimenti d’avanguadia che contrassegnano l’inizio del secolo: dal Futurismo alla pittura Metafisica, dal Cubismo al Surrealismo, al quale aderisce nel 1929. Dalí riversa in maniera plateale e scomposta la sua particolare interpretazione del surrealismo anche nel quotidiano, praticando quella che egli stesso definì “paranoia critica”. Nel 1939 si allontana dai surrealisti parigini e si traferisce negli Stati Uniti dove trascorre gli anni belllici e pubblica l’autobiografia La vita segreta di Salvator Dalí. Nel dopoguerra continua a essere assai prolifico, cimentandosi anche nell’ambito dell’illustrazione e della grafica. Ai paesaggi allucinanti e deserti carichi di elementi simbolici, alla serie di orologi molli e liquefatti simboleggianti la fugacità del tempo, subentra una seconda maniera più accademica, dove tornano, rivisitate e corrette, le stesse tipologie delle opere giovanili. Faust 1969 / 21 tavole e 1 frontespizio Il Faust è l’opera più famosa di Goethe ed è anche l’opera della sua vita: dai primi frammenti al termine della seconda parte dell’opera passarono 60 anni, in cui si susseguono varie versioni, anni di febbrile lavoro e decenni di interruzioni. Faust è uno scienziato insoddisfatto dei limiti del sapere umano che, ormai vecchio, viene tentato dal demonio Mefistofele. Gli vende la propria anima in cambio di giovinezza, sapienza e potere. Così Faust, onnipotente, può disporre delle sorti altrui: porta alla follia e alla morte una povera fanciulla, Margherita; poi inizia a esercitare la sua diabolica influenza presso le corti principesche del gran mondo. E benché tutto sembri congiurare contro la salvezza dell’anima di Faust, la pietà divina riconosce il desiderio di bene che è stato all’origine di tanto peccare: la stessa Margherita intercede per Faust, simbolo ormai dell’umanità stessa e del suo cammino verso la redenzione. Goethe non vede in Faust il grande peccatore come lo voleva la tradizione popolare, per lui la volontà di Faust di sapere e di andare oltre è positiva: per questo alla fine Dio salva l’anima di Faust. Il Faust di Goethe rappresenta l’umanità, la sua insofferenza dei limiti della coscienza e il tentativo di superarli è per Goethe “la più nobile delle aspirazioni dell’uomo”. Dalí traduce personaggi e momenti del racconto in immagini semplici ma dal tratto deciso. Per queste illustrazioni del Faust, Dalí prese spunto dal testo tradotto in francese da Gerard Nerval. L’esecuzione delle immagini è pervasa da un’atmosfera magica e romantica. Le incisioni, eseguite su rame con un rubino, si susseguono vorticose, in un alternarsi frenetico di vuoti e pieni e di luci e ombre. Le invenzioni grafiche sono straordinarie e appartengono ai momenti più alti del surrealismo daliniano. SCHEDA TECNICA TECNICA: puntesecca ANNO: 1969 MISURE foglio: cm 38x28,5 EDIZIONE: Stampato da Etienne – Denis Braillard, Ginevra; pubblicato da Graphik Europa Anstalt in un’edizione complessiva di 293 esemplari per l’edizione tedesca e di altrettanti per l’edizione francese Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56 Salvator Dalí Fiabe giapponesi 1976 / 10 tavole a colori Fiabe Giapponesi (Japanese Fairy Tales) -1976 / 10 tavole Creata quando Dalí era all’apice della maniera surrealista, questa raccolta di dieci originali incisioni, ognuna firmata dall’artista, è da considerarsi uno dei migliori portfoli di Dalí. Finemente realizzate e dai colori brillanti, si tratta di immagini di scene tratte da antiche storie e fiabe che fanno parte della cultura tradizionale giapponese. Alternando il significato delle immagini, gli effetti artistici di Dalí uniscono e trasformano il rapporto di ciascuna con le restanti, creando essenzialmente una nuova concezione della tradizione, come sempre attraverso il suo unico ed inimitabile stile surrealista. SALVATOR DALì Figueres, 1904 -Figueres, 1989 Artista egocentrico, passa attraverso i più significativi movimenti d’avanguadia che contrassegnano l’inizio del secolo: dal Futurismo alla pittura Metafisica, dal Cubismo al Surrealismo, al quale aderisce nel 1929. Dalí riversa in maniera plateale e scomposta la sua particolare interpretazione del surrealismo anche nel quotidiano, praticando quella che egli stesso definì “paranoia critica”. Nel 1939 si allontana dai surrealisti parigini e si traferisce negli Stati Uniti dove trascorre gli anni belllici e pubblica l’autobiografia La vita segreta di Salvator Dalí. Nel dopoguerra continua a essere assai prolifico, cimentandosi anche nell’ambito dell’illustrazione e della grafica. Ai paesaggi allucinanti e deserti carichi di elementi simbolici, alla serie di orologi molli e liquefatti simboleggianti la fugacità del tempo, subentra una seconda maniera più accademica, dove tornano, rivisitate e corrette, le stesse tipologie delle opere giovanili. SCHEDA TECNICA TECNICA: puntasecca colorata a stencil ANNO: 1976 MISURE foglio: cm 66x51 EDIZIONE: Stampato da Ateliers Rigal, Parigi; pubblicato da Gerschmann, Stoccolma e Yayoi, Tokyo in un’edizione complessiva di 175 esemplari. Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56 Salvator Dalí La Divina Commedia 1960 / 100 tavole a colori La Divina Commedia 1960 / 100 tavole Le cento tavole originali che illustrano la Divina Commedia e da cui le xilografie sono tratte sono realizzate in tecnica mista, acquerello con interventi a penna, e furono concepite agli albori del periodo “mistico” di Dalí. Le xilografie a colori della Divina Commedia sono la più importante opera illustrativa di Dalí, che si compone di 100 tavole. Sono stati necessari 5 anni di lavoro per incidere i 3500 legni necessari per imprimere in progressiva i 35 colori di ogni singola tavola. L’opera di incisione delle lastre in legno è stata realizzata dal Maestro Raymond Jacquet sotto la diretta supervisione di Salvador Dalí. Nell’illustrazione della Divina Commedia, la figurazione è dissacrante, ironica e grottesca nella rappresentazioni dell’Inferno e del Purgatorio; è anche di grande forza evocativa, come nel caso della tavola Paradiso: La Croce di Marte in cui il Cristo è ritratto come in un disegno attribuito a S. Giovanni della Croce e che fu più volte rappresentato da Dalí. Delicatissime e celestiali sono le rappresentazioni di Beatrice. SALVATOR DALì Figueres, 1904 -Figueres, 1989 Artista egocentrico, passa attraverso i più significativi movimenti d’avanguadia che contrassegnano l’inizio del secolo: dal Futurismo alla pittura Metafisica, dal Cubismo al Surrealismo, al quale aderisce nel 1929. Dalí riversa in maniera plateale e scomposta la sua particolare interpretazione del surrealismo anche nel quotidiano, praticando quella che egli stesso definì “paranoia critica”. Nel 1939 si allontana dai surrealisti parigini e si traferisce negli Stati Uniti dove trascorre gli anni belllici e pubblica l’autobiografia La vita segreta di Salvator Dalí. Nel dopoguerra continua a essere assai prolifico, cimentandosi anche nell’ambito dell’illustrazione e della grafica. Ai paesaggi allucinanti e deserti carichi di elementi simbolici, alla serie di orologi molli e liquefatti simboleggianti la fugacità del tempo, subentra una seconda maniera più accademica, dove tornano, rivisitate e corrette, le stesse tipologie delle opere giovanili. SCHEDA TECNICA TECNICA: xilografie a colori ANNO: 1960 MISURE FOGLIO: cm 33x26 EDIZIONE: xilografie edite da Les Heures Claires a Parigi (I edizione) NOTE: le xilografie sono tutte numerate e firmate dall’artista Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56