Centri per l`impiego, il piano del Governo per il rilancio
by user
Comments
Transcript
Centri per l`impiego, il piano del Governo per il rilancio
4WEEKS LAVORARE CPI ROVIGO GARANZIA GIOVANI Centri per l’impiego, il piano del Governo per il rilancio Rimane il nodo del personale e delle risorse Secondo quanto stabilito nel decreto delegato sui servizi per il lavoro del 4 settembre, i centri per l’impiego saranno protagonisti nell’attuazione delle politiche attive. Franco Cavriani è il responsabile del Cpi di Rovigo. Oggi sono utili a meno di due nuovi occupati su cento 1,4% La percentuale di dipendenti che nel 2014 ha trovato lavoro grazie a un Cpi 8% 24 I dipendenti che nel 2013 ha trovato lavoro grazie a un Cpi in Germania GETTY IMAGES 1 su 254 Il rapporto fra operatori dei Cpi rispetto agli utenti (1 a 26 in Germania) garanziagiovani.gov.it Sono passati quasi venti anni dal d.lgs. 469/97 che ha abolito il vecchio collocamento e ha istituito i centri per l’impiego (Cpi), ma l’Italia non è ancora riuscita a realizzare un sistema in grado di offrire un aiuto effettivo su vasta scala a chi cerca lavoro. Un sistema efficace di centri per l’impiego può creare le condizioni affinché ci sia un buon matching tra domanda e offerta in modo che ogni ruolo professionale venga ricoperto dalla persona più adatta; inoltre si metterebbe in primo piano il merito rispetto alle reti di conoscenza. In questo modo la disoccupazione sarebbe di natura esclusivamente economica, dovuta a insufficienza di consumi, investimenti ed esportazioni. In realtà in Italia soltanto il 2% dei dipendenti (33 mila unità) nel 2013 ha trovato lavoro attraverso i Cpi, a fronVITA — ottobre 2015 te dell’8% della Germania, del 7% del Regno Unito e dell’8% della Francia. Da noi nel 2014 la quota è scesa all’1,4%. Gli operatori dei Cpi in Italia sono, in rapporto con gli utenti, 1 su 254. In Germania questo indice è di 1 a 26, nel Regno Unito ogni operatore dei Jobcentre plus ha in carico solo 20 disoccupati, in zione del lavoro interinale piuttosto che a quelle di intermediazione. Negli ultimi due anni il governo ha cercato di potenziare il canale dei Cpi attraverso il programma Garanzia Giovani e il Jobs Act. Con riferimento a Garanzia Giovani, pur nella differenziazione regionale, su un totale di 1 mi- Il Governo ha alzato da 70 a 90 il budget annuo per sostenere le nuove funzioni dei Cpi Francia il rapporto è di 1 a 65, mentre in Svezia e in Danimarca è pari rispettivamente a 1 a 17 e a 1 a 15. All’origine delle modeste performance dei Cpi c’è anche un modello di sinergia tra servizi pubblici e le agenzie private del lavoro che non sta funzionando, perché le agenzie preferiscono dedicarsi alle più remunerative attività di somministra- liardo 513 milioni di euro, di provenienza comunitaria e nazionale, oltre 155 milioni sono stati stanziati per le attività di accoglienza, presa in carico e orientamento, di pertinenza dei Cpi oltre che, laddove previsto, delle strutture accreditate (le agenzie per il lavoro). I Cpi rivestono un ruolo centrale nel programma perché sono loro che de- terminano il profiling del giovane, cioè il grado di difficoltà nel trovare un’occupazione. È in base al profiling del lavoratore che è calcolata l’entità dell’incentivo per l’azienda che assume. La riforma del mercato del lavoro nota con il nome di Jobs Act ha meglio definito le funzioni dei Cpi, chiamati a svolgere, in via esclusiva, le attività di: presa in carico e profilazione e gestione della condizionalità. Il Jobs Act ha rafforzato i meccanismi di condizionalità secondo i quali la fruizione delle prestazioni di sostegno al reddito è condizionata agli obblighi previsti dal patto di servizio personalizzato che ciascun disoccupato deve sottoscrivere presso il Cpi. In particolare i centri devono gestire lo svolgimento del patto di servizio, nel quale vengono definite le azioni da intraprendere e sono evidenziate le condizioni specifiche del lavoratore, emerse durante il colloquio di orientamento (ambito di disponibilità, misure concordate per favorire l’occupabilità ecc.), nonché l’eventuale rinvio ad altri servizi. La gestione dei casi di rifiuto e delle altre sanzioni previste dai principi di condizionalità è affidata esclusivamente ai cpi. Un’ulteriore iniezione di risorse per realizzare efficacemente queste funzioni è poi sancita all’articolo 15 del decreto legge sugli Enti territoriali (n. 78/2015), convertito nella legge 6 agosto 2015, n. 125. La nuova norma prevede che il Ministero del Lavoro e le Regioni possano definire un piano di rafforzamento dei servizi per l’impiego, stipulando un accordo in Conferenza unificata, mediante l’utilizzo coordinato di fondi nazionali e regionali, dei programmi operativi cofinanziati dal Fondo sociale europeo e da fondi nazionali. Per realizzare questo piano di rafforzamento nel 2015-2016, a valere sul Fondo di rotazione del Ministero del Lavoro, l’originario finanziamento di 70 milioni di euro annui è stato elevato a 90 milioni. Risorse da ripartire tra le Regioni in misura proporzionale al numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato direttamente impiegati in compiti di erogazione di servizi per l’impiego. —Cristiano Santori Pagine in collaborazione con Italia Lavoro Il programma Garanzia Giovani è promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con le Regioni ed è cofinanziato dall’Unione europea — Fondo Sociale Europeo — e Iniziative a favore dell’occupazione Giovanile —— Quali strumenti avete per assolvere ai nuovi compiti? Il decreto disegna un sistema in cui i centri dell’impiego svolgono il ruolo essenziale di “profilare” il disoccupato e di stringere con lui un patto di servizio in vista della gestione della condizionalità, ma rimane il problema del personale dei Cpi, già sottodimensionato rispetto ai precedenti compiti. La vera criticità sono però le risorse. È poi fondamentale l’interoperabilità tra gli archivi dei soggetti preposti quali Inps, Inail, anagrafiche lavorative dei vari sistemi regionali... —— Cosa cambierà in seguito all’approvazione del Jobs Act? Vi sono elementi positivi nel decreto, come la riunificazione delle competenze tra politiche attive e formazione professionale nonché il tentativo di integrazione tra politiche attive e passive. Rimangono però nodi irrisolti come la gestione nazionale delle politiche attive che è vincolata alla riforma costituzionale, l’irrisorietà delle risorse a disposizione per il sistema informativo e il personale fortemente sottodimensionato. —— Qual è la situazione attuale del Cpi di Rovigo? In quali servizi siete all’avanguardia e dove vorreste invece migliorare? Siamo in grado di garantire un’immediata profilazione di ogni disoccupato/inoccupato contestualmente alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, pertanto abbiamo una dettagliata banca dati. Siamo collaudati in attività di accompagnamento, a fronte degli interventi di politica attiva presenti sul territorio, e nell’incontro domanda/offerta. Tali servizi risultano però penalizzati dalla sovrabbondanza degli adempimenti amministrativi. —Cristiano Santori CPI ROMA L’obiettivo è attivare chi cerca lavoro Il Centro per l’impiego di Roma Cinecittà è il più grande d’Europa. Alessandro Gaetani responsabile dell’Ufficio Politiche del Lavoro e Servizi per l’impiego del Cpi romano. —— Cosa cambierà dal suo punto di vista con il nuovo decreto? Fermo restando che alcune parti dovranno essere rese operative attraverso successivi decreti ministeriali, ritengo che i cambiamenti riguarderanno la condizionalità nella fruizione degli ammortizzatori sociali, una maggiore attivazione di chi li percepisce o di chi, pur non percependoli voglia mantenere attivo lo stato di disoccupazione, e l’assegno di ricollocazione. —— Nasce la Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro che includerà Inps, Inail, le strutture regionali per le politiche attive, le Agenzie per il lavoro, gli enti di formazione, le Camere di Commercio, le Università, gli istituti di scuola secondaria ed Italia Lavoro. Questa Rete sarà coordinata dall’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro). Ritiene che si vada verso una maggiore efficienza dei servizi per l’impiego? Immagino che questo sia lo scopo di chi ha ideato la nuova rete dei servizi per l’impiego, ma non credo di poter affermare, ad oggi, che tali servizi saranno più efficienti degli attuali. Ricordiamo, poi, che la situazione occupazionale di un Paese non dipende semplicemente dal funzionamento dei servizi per l’impiego ma dalla ben più complessa. —— Gli ultimi due Governi hanno messo al centro la lotta alla disoccupazione giovanile, che in Italia ha raggiunto dimensioni eccessive (oltre il 40%). Questa riforma va nella direzione auspicata o occorrerebbe qualcosa di più? La crisi economica ed occupazionale è grave e va ben oltre i confini nazionali, ma è fondamentale che i Governi pongano la lotta alla disoccupazione al centro del loro operato. —Stefano Febbo ottobre 2015 — VITA 25