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comportamenti ripetitivi
Dr.ssa Sara Faggin Medico Veterinario Comportamentalista n.iscr. OMV:VI 456 cell.3498386789 – [email protected] - www.sarafaggin.it ___________________________________________________________ I PRINCIPALI PROBLEMI COMPORTAMENTALI DEL CANE COMPORTAMENTI RIPETITIVI Quando si parla di comportamento ripetitivo, ci si riferisce ad un comportamento volontario che viene manifestato più volte al giorno, in maniera compulsiva, e che all’apparenza non sembra essere collegato al contesto. I comportamenti che più facilmente possono manifestarsi in modo ripetitivo nel cane, sono: il comportamento somestesico, cioè di cura del corpo, il comportamento motorio ed il comportamento alimentare. Dal punto di vista pratico, le manifestazioni comportamentali che più frequentemente assumono caratteristiche di ripetersi sono: - Leccamento di alcune parti del corpo, in particolar modo delle zampe. - Grattamento. - Mordicchiamento e automutilazione di parti del corpo, soprattutto della coda e delle zampe. - Rincorrersi la coda, con possibile mordicchiamento e automutilazione. - Girare su se stessi ( spinning). - Camminare sullo stesso percorso ( avanti e indietro, in cerchio). - Bulimia ( assenza di sazietà alimentare). Nonostante questi comportamenti possano apparentemente essere inseriti in un’unica categoria, cioè quella dei comportamenti ripetitivi o compulsivi, essi, in realtà, si differenziano in base alle cause scatenanti e allo stato emozionale che li accompagna. Nello specifico i comportamenti ripetitivi del cane possono essere classificati in: a) RITUALI Il rituale è una sequenza comportamentale volontaria che viene manifestata a scopo comunicativo. Questo comportamento, avendo uno scopo comunicativo, viene messo in atto solo alla presenza di un interlocutore, generalmente il proprietario o i familiari. L’attenzione, che il proprietario rivolge al cane quando manifesta il comportamento ripetitivo, rappresenta un rinforzo per il comportamento stesso. Il cane, infatti, col tempo, capisce che il suo comportamento è in grado di attirare l’attenzione su di sé ed impara ad utilizzarlo a scopo comunicativo. Se, di per sé, il rituale non può essere definito come un comportamento patologico, è evidente, però, che in presenza di un rituale ci si trova di fronte ad una comunicazione anormale. I rituali, tendenzialmente, si verificano quando ci sono difficoltà relazionali o conflitti gerarchici. b) ATTIVITÀ DI SOSTITUZIONE Le attività di sostituzione sono delle attività ripetitive auto-dirette, cioè che il cane rivolge su sé stesso, che hanno lo scopo di allentare lo stress o la tensione emotiva che il cane prova in una situazione conflittuale. L’attività di sostituzione, che generalmente viene manifestata in una situazione conflittuale, rappresenta per il cane un modo alternativo di affrontare il conflitto emotivo e la tensione interna. Ad esempio, un cane che in passato è stato punito dopo essere stato richiamato a sé dal proprietario, magari per aver eseguito il comando in ritardo o per aver combinato qualche guaio, può provare incertezza ad avvicinarsi nuovamente al proprietario, per paura di una punizione. In questo caso il cane si trova combattuto tra la volontà di correre incontro al proprietario, che rappresenta pur sempre un punto di riferimento e di affetto, e la paura di una punizione. Non sapendo come superare il conflitto emotivo, il cane manifesta allora un comportamento alternativo, come rincorrersi la coda, che, pur non avendo alcun significato in relazione al contesto, gli permette di placare la tensione emotiva. Generalmente, in risposta a questo comportamento non coerente, il proprietario, perplesso o infastidito, va incontro al cane per accarezzarlo, fermarlo o punirlo, con la conseguenza, ogni caso, di perpetuare l’attività di sostituzione. Il conflitto appena descritto si genera per un’incostanza ed incoerenza delle modalità di relazione tra proprietario e cane. E’ importante ricordare che alla base del comportamento di sostituzione è solitamente presente uno stato ansioso e che, con il passare del tempo, esso può modificarsi e presentarsi anche in situazioni apparentemente senza conflitto. Questo peggioramento avviene perché il cane perde progressivamente la capacità di adattarsi alle modificazioni ambientali sia a causa di un probabile aggravamento dello stato ansioso, sia per un probabile rinforzo involontario del comportamento da parte dei proprietari. Le attività di sostituzione, a differenza dei rituali, possono presentarsi anche in assenza dei familiari. Quando il cane, invece, non è più in grado di controllare e sospendere autonomamente il comportamento sostitutivo, esso può evolvere in una stereotipia. c) STEREOTIPIA La stereotipia è un comportamento ripetitivo e regolare, sempre uguale a sé stesso, che viene espresso con una frequenza elevata e che non ha alcuna funzione apparante. Esso, infatti, non è utilizzato per ottenere qualcosa o per raggiungere un obiettivo e, a differenza dell’attività di sostituzione, per essere interrotto necessita di uno stimolo esterno. La stereotipia si manifesta sia in presenza che in assenza dei familiari e durante la manifestazione del comportamento, il cane sembra quasi perdere il contatto con l’ambiente. Anche alla base delle stereotipie è generalmente presente uno stato ansioso. In alcuni casi, inoltre, sembra essere presente una predisposizione genetica allo sviluppo di comportamenti stereotipati. Prima di procedere alla visita comportamentale è fondamentale che il cane sia sottoposto ad un’accurata visita clinica e ad eventuali accertamenti diagnostici al fine di escludere la presenza di un problema organico: affezioni dermatologiche, allergie alimentari, problemi metabolici, endocrinopatie possono essere alla base o essere la concausa dell’insorgenza di comportamenti anormali. Il trattamento dei comportamenti ripetitivi non è sempre facile e richiede molto impegno. La terapia comportamentale si basa principalmente sull’individuazione e l’eliminazione, dove è possibile, delle situazioni conflittuali e dello stato ansioso, sull’interruzione di qualsiasi rinforzo volontario del comportamento (attenzioni, punizioni, premi) e sull’apprendimento ed il rinforzo di un comportamento alternativo più appropriato. A seconda del caso è possibile affiancare alla terapia comportamentale una terapia farmacologica. Dr.ssa Sara Faggin Medico Veterinario Comportamentalista n.iscr. OMV:VI 456 cell.3498386789 – [email protected] - www.sarafaggin.it