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L`era dell`accesso

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L`era dell`accesso
www.brianzasolidale.eu
RECENSIONE DEL LIBRO “DALLA PROPRIETA’ ALL’ACCESSO” DI RIFKIN
Edito da Mondatori
Nel suo ultimo libro, L'era dell'accesso (Mondadori), il noto economista Jeremy Rifkin tratta i
temi e i rischi legati alla new economy, toccando, fra gli altri, l'aspetto della presunta democraticità
che anche in questo campo la Rete dovrebbe mostrare di garantire.
La fondamentale distinzione che Rifkin fa, parlando delle differenze fra old e new economy è quella
fra proprietà e accesso: nell'era in cui i mercati vanno man mano cedendo il passo ai networks, ciò
che differenzia i nuovi consumatori, o se si preferisce "utenti", è la possibilità o meno di accedere
alla Rete, cioè di entrare nel mondo virtuale che Internet offre e potere così usufruire degli
innumerevoli servizi a nostra disposizione. non si tratterà più, in un futuro secondo Rifkin molto
prossimo, di possedere dei beni, quanto piuttosto di controllare delle esperienze.
Mentre, dunque, il navigatore si gode la sua libertà visitando i siti che più fanno al caso suo, la
massa di coloro che non può permettersi - per analfabetizzazione informatica, mancanza di mezzi
finanziari o altro - di accedere alla Rete passa il suo tempo a desiderare di poterlo, un giorno, fare:
è chiaro per l'autore, infatti, che la democraticità del mondo virtuale è sì una realtà comprovata, ma
soltanto per quanti ne fanno o ne faranno a breve parte. Ecco allora il problema dei Paesi in via di
sviluppo e dello straordinario squilibrio nella distribuzione della new technology: il 20% della
popolazione mondiale ne controlla ben l'80%.
Eppure, per Rifkin il mondo virtuale presenta un grande vantaggio rispetto a quello fisico: nelle
Rete siamo tutti uguali, pur nelle nostre reciproche diversità; Internet si presenta come un coro
di voci, ognuna delle quali tende però a non confondersi fra le altre. Insomma: la digital society non
fa discriminazioni di sorta, non guarda al colore della pelle (e come potrebbe?), alle ideologie
politiche, ai gusti sessuali, tutto è ugualmente
accessibile.
Chi ha accesso
Vs. Chi non ha accesso
La Rete, tuttavia, corre un rischio gravissimo: nella
Vs.
Libertà
Desiderio
old economy speciali leggi antitrust servivano ad
Uguaglianza nel
Disuguaglianza nel
Vs.
impedire alle grandi multinazionali di unirsi per
mondo virtuale
mondo fisico
formare un unico potente blocco di industrie e
Potere dei mercati Vs. Potere dei network
controllare, così, gran parte della vita pubblica
mondiale; una questione analoga si pone per i networks. Poiché Internet necessita di fondi si
potrebbe in un giorno non troppo lontano porre il problema dei monopoli; dice Rifkin: "Si pensi
solo alla concentrazione di potere in queste immense reti globali, dove le tecnologie permettono a
tutti di collegarsi tra loro: per chi sta nella Rete è un bene, mentre è un guaio serio per chi ne è
escluso".
1
Jeremy Rifkin
9/04/2001
Nell'accesso l'economia del domani
L'economista Jeremy Rifkin :"La Rete sta rimpiazzando i mercati ma la new economy non dà il ritorno
economico sperato perché si usano le nuove tecnologie con i criteri della vecchia economia di mercato"
Perché l'e-commerce e la globalizzazione aprirebbero le porte ad un'era economica
nuova e diversa rispetto al paradigma capitalistico?
Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo sistema economico che opera con modalità
diverse dal capitalismo di mercato, perché abbiamo tecnologie velocissime e con una forte
capacità di collegamento, mentre quello vecchio usa il mercato come luogo di scambi. In
genere entrano a far parte dei mercati venditori e compratori che si scambiano beni e servizi
secondo un ritmo ben scandito in cui si concludono e ripartono transazioni, si ricominciano
e si concludono di nuovo.
Le nuove tecnologie, invece, permettono uno scambio continuo, ventiquattro ore al giorno
per sette giorni alla settimana. Questo vuol dire che nella new economy i mercati non
riescono a competere con la velocità e il potere di collegamento delle nuove tecnologie.
Non abbiamo ancora un ritorno economico perché abbiamo molto investito nelle nuove
tecnologie ma le continuiamo ad usare con i criteri della vecchia economia di mercato.
Cosa sostiene nel suo libro 'L'era dell'accesso'?
Sostengo che i vecchi mercati vengono rimpiazzati dai network, e venditori e compratori da
fornitori e utenti. In più, nella Rete i fornitori non vendono, ma mantengono la proprietà
delle cose così che l'utente accede a ciò che vuole in modo non fisso e solamente per un
certo periodo di tempo. Si fanno abbonamenti, sottoscrizioni, leasing e si danno acconti solo
temporaneamente, così da poter mantenere un flusso costante di attività.
Altro motivo alla base della sostituzione dei mercati tradizionali è che in questi si guadagna
anche a margine di una transazione di vendita, mentre le nuove tecnologie sono così veloci
nei collegamenti da ridurre quasi a zero i costi delle transazioni. Ecco allora che, per
esempio, si scarica musica da tutto il mondo senza costi, ma neanche senza guadagni sul
volume di profitto.
Nei network si è dunque costretti ad uscire dagli scambi e ad accedere all'uso temporaneo.
In futuro si potrà accedere a tutto con abbonamenti e sottoscrizioni, leasing e acconti, come
avviene già da tempo con le auto. Oggi negli USA un terzo di macchine e furgoni viene dato
in leasing. In pratica si paga per guidare la macchina. Proprietarie dell'auto restano le
aziende automobilistiche e noi vi accediamo tramite noleggi e leasing. Ma questo accadrà
con tutti gli altri beni.
Le grandi dimensioni della Rete condizionano questa situazione?
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I vantaggi saranno enormi, ma si pongono anche grossi problemi. I network concentrano
molto il loro potere, in un modo ancora più pericoloso che nei mercati tradizionali, e le
nuove tecnologie permettono alle aziende di creare un rapporto diretto tra di loro o col
cliente, cosa che viene chiamata B2B (business verso business) o B2C (business verso il
cliente).
Con le nuove tecnologie le aziende possono ora creare vaste reti commerciali fatte di
fornitori, aziende precedentemente concorrenti ed utenti finali. Si pensi solo alla
concentrazione di potere in queste immense reti globali, dove le tecnologie permettono a
tutti di collegarsi tra loro: per chi sta nella Rete è un bene, mentre è un serio guaio per chi ne
è escluso.
Presto si dovrà creare una nuova legislazione che si occupi dei monopoli sui network. Le
leggi antitrust sono nate per proteggere i mercati, ma i network stanno appunto sostituendosi
ai mercati. Quindi dovremo mettere in piedi tutto un nuovo corpo di leggi che facciano
sopravvivere i network buoni e che impediscano la formazione di quelli ad alta
concentrazione di potere.
I piccoli cambiamenti della tecnologia provocano grandi cambiamenti per l'umanità?
Ritengo di si. Le trasformazioni tecnologiche avvenute tra il '400 e il '700 - le nuove
tecniche agricole, il compasso, la stampa, l'orologio meccanico e l'energia a vapore - hanno
tutte considerevolmente aumentato il ritmo e l'andamento della vita commerciale.
La vecchia economia feudale è quindi risultata troppo lenta ed è andata distrutta, lasciando il
posto al mercato delle proprietà e mutando profondamente il nostro pensiero su natura
umana, politica e governo, sul contratto sociale, sul modo di vivere. Adesso stiamo
assistendo al cambiamento delle nuove tecnologie che ci stanno facendo passare dal mercato
come luogo di scambio delle proprietà, all'accesso ai rapporti dei network. Questo
cambiamento sarà tumultuoso e insidioso come la nascita del capitalismo di mercato. Anche
noi dovremo ripensare la natura umana, il patto sociale, la politica, la convivenza nel
mondo.
Previsioni per il futuro dell'umanità?
La tecnologia è molto più avanti di noi nella misura in cui ha il potere di creare innanzitutto
un sistema economico che si muova all'unisono con lei. Si dovranno sviluppare inoltre i
modi sociali e culturali per usarla, di modo che sia un complemento della nostra vita e non
un sostituto. Potremmo trovarci sulla soglia di un nuovo rinascimento o di un periodo buio
di sconvologimento sociale. Mi chiedo se saremo in grado di creare tutti i presupposti per
rendere questo nuovo sistema economico un salto in avanti.
Links utili:
•
Dalla Biblioteca Digitale Mediamente - Jeremy Rifkin : Nell'accesso l'economia del domani
•
The New Capitalism Is About Turning Culture Into Commerce (Jeremy Rifkin)
•
Dalla proprietà all'accesso. Individuo e società nell'era di Internet - Mirella Carignani
3
•
•
The New Economy as Wired Catastrophe (Jeremy Rifkin)
The Age of Access (J. Rifkin)
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