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I cristiani a Pompei

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I cristiani a Pompei
Cristianesimo nelle città
sepolte dal Vesuvio
Di Giuseppe Maggi
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ROTAS OPERA TENET A
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Intervista al prof Giuseppe Maggi
Oggi tratteremo un argomento attuale, interessante e sicuramente importante per la conoscenza del territorio archeologico della Terra del Vesuvio: la presenza cristiana prima del
79 d.C.
La sua esperienza in campo archeologico è tanta e ci piacerebbe conoscere la sua opinione su
questo aspetto della storia antica di questa terra. Quando, possiamo ritenere che in questa terra
sia giunto il messaggio cristiano?
Il messaggio cristiano, secondo l'opinione prevalente degli studiosi, sarebbe giunto nell'area
vesuviana per il tramite di Pozzuoli - porto mediterraneo di Roma - dopo lo sbarco di San
Paolo nel 61. Più fantasiose risultano le testimonianze legate alla presenza dell'apostolo Pietro, allargatesi a largo raggio sempre da Pozzuoli.
Le presenze giudaiche quanto erano compenetrate nel tessuto sociale e politico delle città sepolte
dal Vesuvio?
Le presenze giudaiche sono numerose in tutta la Campania. Si sono diffuse, si pensa, soprattutto a opera delle decine di migliaia di schiavi confluiti in Italia dopo la conquista romana di Gerusalemme nel 70 e la distruzione del Tempio edificato dal re Salomone al Dio di tutte le genti. Proprio tale grave offesa alla religione avrebbe scatenato l'ira divina, mediante il
fuoco, su Pompei, secondo varie testimonianze di autori antichi, fra i quali Marziale e Tertulliano.
Perdoni la domanda che può sembrar banale. Ma a Pompei e ad Ercolano, quanti dei si adoravano, quante religioni?
Sarebbe difficile una "quantificazione", tenuto anche conto che Pompei ed Ercolano sono
scavate solo in parte. Ci troviamo comunque in un momento di grande diffusione di divinità
esotiche provenienti un po' da tutto il bacino del Mediterraneo, prevalentemente dall'Egitto.
Ci vuole seppur brevemente chiarire nell’immediato pre 79, quali erano i rapporti tra “religio
imperialis” e cristianesimo?
C'è una totale incompatibilità fra la "religione di Stato" fondata soprattutto sul culto
dell'imperatore e una "religione degli ultimi", che propagandando idee di uguaglianza non
poteva non scontrarsi col potere.
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Quali a suo avviso le testimonianze archeologiche della presenza cristiana?
Poche e quasi tutte controverse. Anche le testimonianze epigrafiche provenienti da
altre località della Campania - Pozzuoli, Bacoli, Nola, Marano, Capua, Napoli - sembrano riguardare un periodo più tardo e comunque documentano più comunità giudaiche che cristiane.
Si parla spesso della “Croce di Ercolano”. Ce ne vuol chiarire il significato archeologico e
anche religioso se lo ravvede?
Si è ironizzato che sia stata più una croce per gli archeologi che per la religione. E'
fondata su una scoperta avvenuta nel 1938 in un ambiente superiore della "Casa del bicentenario". Al di sopra di una specie di armadietto in legno posto su un piccolo basamento - che poteva dare la suggestione di un altare domestico - si trovò un pannello
quadrangolare imbiancato a calce dal quale risultava strappato un oggetto ligneo a forma di croce fissato con chiodi. Sull'ipotesi di Amedeo Maiuri che potesse trattarsi di una
precoce testimonianza del culto della croce sono stati versati fiumi di inchiostro. Un successivo ritrovamento di tavolette cerate in un ambiente adiacente ha contribuito a confondere ulteriormente le idee. Si tratta della documentazione di un processo che non si
era ancora concluso per una negata eredità a una tale Giusta, figlia di una liberta ritenuta ebrea: facile l'ipotesi formulata della presenza in Ercolano di un nucleo ebraico
che avrebbe abbracciato la religione di Cristo. Nella città non mancano altre testimonianze di abitanti di origine ebraica: eloquente il nome "David" trovato, ad esempio, nella "Casa del larario di legno". Ma sull'evoluzione da ebraismo a cristianesimo
mancano tuttora prove certe.
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In moltissimi testi che raccontano la storia infinita delle città sepolte dal Vesuvio, si parla di criptogrammi a Pompei. “ROTAS, OPERA TENET, AREPO SATOR”. Ce ne chiarisce il senso?
Un'altra grossa "rogna archeologica". Si tratta del cosiddetto "Quadrato magico", trovato
mutilo nel 1925 nella "Casa di Paquio Proculo" e intatto nel 1936 su una delle colonne del portico occidentale della Grande Palestra. Esiste non solo a Pompei ma, in varie epoche, in molte
parti del mondo romano: dalla Britannia all'Egitto, alla Cappadocia. Una documentazione
"enigmistica" o religiosa? La formula è la seguente:
ROTAS
OPERA
TENET
AREPO
SATOR
L'interpretazione come formula cristiana è basata sul fatto che le cinque parole potevano
formare una croce nella quale ogni braccio era formato dall'espressione "Pater Noster", con in
più due coppie di A-O, corrispondenti all'alfa e omega con cui San Giovanni definisce la divinità
nell'Apocalisse: " Ego sum alfa et omega, principium et finis". La formula, quindi, sarebbe la
seguente:
P
A
A
T
O
E
R
PATERNOSTER
O
S
A
T
O
E
R
Si è anche pensato che le parole del Quadrato magico risalgano a un brano della Bibbia che
tratta di una visione del profeta Ezechiele. AREPO sarebbe allora un nome proprio seminatore
di fuoco, che riceve da Dio l'ordine di entrare fra le ruote del carro, riempendo le mani di carboni ardenti per spargerli sulla città. La città sarebbe Gerusalemme. Le ruote indicherebbero la
presenza di Jahvè non solo nel tempio di Gerusalemme ma dappertutto, anche dove gli schiavi aspettavano la libertà.
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In altri testi si parla di graffiti che ricordano il “Pater Noster”. Cosa pensa lei di questi antichi
messaggi?
Il graffito fondamentale è stato trovato nella "Casa di Paquio Proculo", studiato e pubblicato
da Matteo Della Corte. Altre suggestive testimonianze epigrafiche come HRISTIAN o CHRISTIAN provengono da un edificio della Regione VII, Insula 11, che è stato chiamato "Albergo
dei cristiani".
Il monoteismo, predicato dal Cristo trova riscontri nell’epigrafia e nell’iconografia?
In seno alle comunità ebraiche in Italia sono nate precocemente due tendenze di pensiero: alcuni vedevano in Gesù l'atteso Messia, altri escludevano tale identificazione. Si pensa che il
pensiero ebraico abbia influenzato anche la poesia latina: ad esempio, è stato sostenuto che
l'aspettativa messianica di un mondo migliore nella quarta egloga di Virgilio rifletterebbe echi
del Vecchio Testamento. Al pensiero monoteistico avrebbe aderito Poppea Sabina, moglie di
Nerone, definita dallo storico ebreo Flavio "donna timorosa di Dio". Non mi risulta, comunque, che finora la problematica del monoteismo emerga chiaramente dalla documentazione
delle città sepolte dal Vesuvio, anche se la considero probabile, almeno "in nuce".
Dopo il 79 le città sepolte vennero quasi dimenticate. In quale periodo storico possiamo considerare il cristianesimo, radicato stabilmente nella Terra del Vesuvio?
Comunemente l'affermazione definitiva del cristianesimo si fa coincidere con la "pace di Costantino" del 313. In realtà essa dovette essere lenta e controversa. A parte le testimonianze di
cui si è parlato, nella "Terra del Vesuvio" sono state trovate qua e là numerose lucerne con
simboli cristiani, ma manca uno studio complessivo che metta ordine soprattutto cronologico
fra le varie "disiecta membra".
Giuseppe Maggi
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