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Percorso suggerito per visitare la Citta` ed i suoi
Percorso suggerito per visitare la Citta’ ed i suoi monumenti Storia della Città Visita alla città I reperti archeologici trovati nel colle oc- Cingoli sorge a m 631 s.l.m. Per la sua cupato dalla odierna città di Cingoli dimostrano che questo era già abitato 5000 anni fa. Cingulum fu un notevole centro romano fondato nel III secolo a.C., su una parte pianeggiante di tale colle. Questa parte pianeggiante, in latino cingulum, ha dato poi il nome alla colonia romana. Intorno al 100 a C. dette i natali al tribuno Tito Labieno, divenuto poi luogotenente di Caio Giulio Cesare in Gallia; questi ebbe una fortunata carriera militare che gli permise di dotare, intorno al 46 a C., la praefectura cingolana delle mura, della rete fognaria, dell’acquedotto, della basilica e di altre infrastrutture. Queste costruzioni dettero la possibilità a Cingoli di raggiungere il grado di municipium. Durante il periodo imperiale, a causa del suo isolamento geografico, ebbe una modesta espansione. Nel XI sec. si eresse a libero comune; fu generalmente di parte guelfa e fedele al governo pontificio, di cui seguì le sorti politiche e militari. Nel 1218 si ribellò ai marchesi d’Este per sostenere la libertà della Marca confederandosi con Ancona. A seguito delle lotte intestine fra le famiglie nobili, fino alla fine del ‘400 subì la signoria dei Cima, vicari del Papa. Il fascino e l’eleganza dell’arte rinascimentale arrivò anche a Cingoli, arricchendola di nuovi monumenti, fontane e palazzi. Nei secoli seguenti godette un lungo periodo di pace sotto l’egida dello stato pontificio, durante il quale fiorirono le arti e le scienze. elevata posizione a terrazza gode di una celebre vista panoramica sulle valli che degradano verso l’Adriatico, tanto da meritare l’appellativo di “Balcone delle Marche”. Vista panoramica La città è quasi tutta circondata da mura. Il centro storico è notevole per le strade caratteristiche e suggestive come via del Podestà, la Polisena, lo Spineto, via dei Ponti, via Foltrani e corso Garibaldi, oltre che per i palazzi nobiliari e le case medievali che fanno respirare un’atmosfera pacata, quasi d’altri tempi. Centro della cittadina è la piazza Vittorio Emanuele II, sulla quale, uno di fronte all’altra, si prospettano il Palazzo Municipale e la Cattedrale. 17 Palazzo Municipale recentemente restaurato Il Palazzo Comunale, riconsegnato alla popolazione nel 2001 dopo il restauro resosi necessario in seguito al sisma del 1997, è un edificio costituito da un insieme di corpi realizzati in epoche successive. Le strutture più antiche (la base della torre campanaria e la parte del fabbricato retrostante al prospetto cinquecentesco) risalgono alla metà del sec. XIII. Nel 1531, per volontà di Egidio Canisio cardinale di Viterbo e governatore perpetuo di Cingoli, vennero iniziati i lavori di quello che è l’attuale prospetto. L’iscrizione che corre lungo la cornice del parapetto del secondo piano ricorda che nello stesso anno questi lavori erano terminati. Al pianterreno ospita il Museo Archeologico Statale. All’ultimo piano, nella Sala degli Stemmi, è conservato il restaurato meccanismo dell’orologio della torre civica, che è stato in funzione dal 1913 al 1969, quando venne sostituito con quello attuale, elettromeccanico, costruito dalla ditta “Roberto Trebino”. Guida alla Città e ai monumenti Meccanismo dell’orologio pressolaSaladegliStemmi La Cattedrale di S. Maria Assunta sorge sul luogo dove, fino al 1615, si elevava la chiesa di S. Salvatore. La decisione di costruire una chiesa nuova e più grande a spese pubbliche, fu dettata dall’incapacità della pieve di Santa Maria (oggi S. Filippo) ad accogliere un sempre crescente numero di fedeli, che vi affluivano per ascoltare le prediche quaresimali. La prima costruzione dell’edificio venne realizzata su disegno dell’architetto Ascanio Passari, ma stando alle cronache, si sa che ultimata la cupola, l’ardita costruzione crollò e il Passari fu costretto a realizzare un edificio meno articolato e che soprattutto tenesse conto dei forti venti che si abbattevano sul luogo. Nel 1654 la nuova chiesa fu benedetta e vi fu celebrata la prima messa. Per la facciata e per il resto dell’edificio era previsto un rivestimento in pietra che, per mancanza di fondi, venne realizzato solo in parte. La pianta è a navata unica con tre ab- 19 sidi poligonali. All’interno sono contenute numerose opere, tra cui spiccano quelle di Fanelli (Ancona 1620- Recanati 1703) e di Donatello Stefanucci (Cingoli 1896- Fano 1987). Proseguendo la strada in discesa, dopo poche decine di metri, a destra, si può ammirare la facciata, con portale romanico, della Chiesa di S. Filippo. Portale della chiesa di S. Filippo Neri Antistante terrazza barocca e scalette Cattedrale di S.M. Assunta A sinistra del Municipio, percorrendo il porticato, si giunge in via del Podestà, dove, su uno slargo, si affaccia al n.10 il Palazzo Conti, erroneamente detto del Podestà che può farsi risalire alla fine del XIV o all’inzio del XV. Il palazzo è caratterizzato da un bel portale gotico; sulla chiave di volta del portone era scolpito lo stemma della famiglia, abraso probabilmente durante l’occupazione francese alla fine del ‘700. Palazzo Conti Guida alla Città e ai monumenti La chiesa sorge sulle antiche vestigia della pieve di Santa Maria, i cui elementi residui, oltre al prospetto, si possono ammirare negli elementi sotterranei, ai quali si accede da Via Filati. L’interno fu dotato di una veste barocca, con decorazioni a stucco e affreschi su disegno dell’architetto romano Giambattista Contini (Roma 1641-1723) nel 1664, quando la chiesa fu acquistata dai Padri dell’Oratorio di S. Filippo Neri. L’edificio si affaccia su una terrazza barocca dall’andamento mistilineo, affacciandosi dalla quale si vedono le scalette che conducono alla sottostante via Filati. Tornando in piazza Vittorio Emanuele II, a destra della Cattedrale si imbocca via Foltrani, fiancheggiata da bei palazzi rinascimentali, appartenuti a nobili famiglie cingolane: al n. 5 il Palazzo del card. Raniero Simonetti (1675-1749), al n. 6 la casa dei Franceschini (portale e atrio quattrocentesco), al n. 9 il Palazzo del card. Armellini. Dopo poco sulla destra si apre il Piazzale Mestica, sul quale si affaccia la chiesa di San Domenico. 21 La grande tavola (cm. 384x264, firmata e datata 1539), venne commissionata al pittore veneziano dalla confraternita del SS. Rosario, con il contributo del comune di Cingoli. Nel sec. XVIII la chiesa fu di nuovo radicalmente rinnovata su progetto di Arcangelo Vici e di suo figlio Andrea, seguace del Vanvitelli. Continuando nel secondo tratto di via Foltrani si prende a destra via Leoni che aprendosi (Via Castiglioni) mostra il restaurato palazzo Puccetti, di origine cinquecentesca. Chiesa di S. Domenico Le prime notizie di questo edificio risalgono al 1325. Nella prima metà del ‘500 la chiesa subì importanti modifiche e fu allora che venne collocata sull’altare maggiore, la grande tela di Lorenzo Lotto Madonna del Rosario e Santi, oggi ricollacata nella sede originaria, dopo essere Palazzo Puccetti, part. stata conservata a lungo nella Pinacoteca Co- Costeggiando il palazzo si scende lungo munale Donatello Stefanucci. via dello Spineto, tra case rinascimentali e alcuni archi ogivali, che testimoniano l’esistenza di un castello medievale. La via termina alla Porta dello Spineto, al di là della quale si vede la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria; l’annesso fabbricato è ora l’Ospedale. Madonna del Rosario e Santi, L. Lotto, 1539, tela ospitata nella chiesa di San Domenico Chiesa di S. Caterina Guida alla Città e ai monumenti 23 La chiesa venne eretta pochi anni dopo l’Ospedale dello Spineto (1217) e dedicata a S. Maria e S. Caterina. L’edificio insieme all’Ospedale, nel corso della loro lunga esistenza, hanno seguito le vicende e risposto alle esigenze dell’annesso monastero di Santa Caterina. Dal 1799 fino ai giorni nostri la chiesa non ha più subito alcun intervento, nè di restauro nè di abbellimento, che ne abbia modificato il disegno originario; i recenti lavori si sono resi necessari a causa del terremoto del ’97, che ha provocato gravi danni alla struttura. L’interno, a pianta centrale, conserva magnifiche cantorie intagliate e dorate. Da via dello Spineto ha inizio una piccola via dalla quale si ha la vista del Quartiere della Polisena. se. Di fronte si apre via Cavour che conduce alla chiesa di S. Francesco, dal portale di forme romaniche recentemente attribuito al maestro cingolano Giacomo, autore anche del portale di Sant’Esuperanzio. Chiesa di S. Francesco, portale romanico La via termina sul Balcone delle Marche, belvedere all’ingresso dell’abitato. Ripercorrendo la strada si torna sul corso, dove a pochi passi a sinistra si vede, al n. 27, il Palazzo Silvestri; più avanti la Fontana del Maltempo, così chiamata nel ‘500 perchè zampillava dopo la pioggia. La Polisena Questo è il quartiere più antico e tipico della città, per l’ambiente rustico ben conservato a viuzze scoscese; percorrendo stradine selciate a pietre irregolari, si ritorna in piazza Vittorio Emanuele II; costeggiando a destra il Municipio, si imbocca corso Garibaldi, o via Maggiore, l’arteria principale di Cingoli, fiancheggiata da notevoli palazzi. Sul lato sinistro, al n.19 è il Palazzo Cavallini-Mucciolanti, edificio seicentesco dalle sobrie ed eleganti linee che ospita oggi il cinema-teatro FarneGuida alla Città e ai monumenti È già citata come “Fontana del maltempo” nel 1513. Fu restaurata e portata alle forme attuali nel 1568, per mano della bottega dei Lombardi, allievi del Sansovino. Proseguendo in discesa, a sinistra al n. 85 si eleva in travertino Palazzo Castiglioni (sec. XVI), nel quale nacque e trascorse buona parte della sua vita Pio VIII. 25 e consacrata nel 1560 a S. Michele e S. Sperandia, si conserva il corpo incorrotto dell’omonima santa, monaca benedettina, nata a Gubbio ma vissuta e morta nel 1276 a Cingoli, proprio nell’annesso monastero. Porta Piana (Pia) Palazzo Castiglioni Poco più giù, nel lato opposto, c’è la chie- sa di S. Girolamo, la cui effige è scolpita all’interno di una formella collocata sopra il portale. Al n. 109 si trova il Palazzo Vecchiarelli del sec. XVI, con portale bugnato. A destra, sempre lungo la via si apre una piazzetta dove si trova la chiesa di S. Nicolò, che risale al sec. XIII. Il portale è duecentesco e l’interno romanico-gotico. Fu eretta con il titolo dei SS. Esuperanzio e Nicolò poco dopo il 1218, anno in cui Anselmo, priore dell’abbazia di S. Esuperanzio, comprò il terreno per l’edificazione. Fu costruita per evitare che i parrocchiani di Sant’Esuperanzio percorressero, durante l’inverno, la lunga e disagevole strada per raggiungere la loro chiesa, che rimaneva fuori città. Ritornando su corso Garibaldi, si esce da Porta Piana (Pia), innalzata in onore di Pio VIII, su progetto di Ireneo Aleandri. Al di là della porta si apre Borgo Danti. Imboccando a destra la strada in discesa e voltando dopo circa 200 m. a sinistra, si perviene al monastero di S. Sperandia. Nella chiesa, ricostruita più volte a partire dal sec. XIII Guida alla Città e ai monumenti Santa Sperandia Ritornando davanti Porta Piana, si attraversa Borgo Danti e all’incrocio si gira a destra in direzione del cimitero. Prima di questo s’incontra la collegiata di S. Esuperanzio, il monumento storico-artistico più insigne di Cingoli. Chiesa di San Esuperanzio, un importante monumento religioso in stile goticoromano edificato circa nell’anno 1100 27 La nuda facciata, di pietra grigia, è adorna di un rosone e di un portale romanico scolpito dal maestro Giacomo (1295); nella lunetta S. Esuperanzio fra due angeli e nell’architrave i simboli degli Evangelisti. Sulla destra della chiesa si appoggia un lato dell’antico chiostro, retto da pilastri cilindrici e corso da una bassa loggetta. All’interno, nella cripta, sono conservate le reliquie di S. Esuperanzio. La sagrestia invece conserva una tavola con la “Flagellazione” di Sebastiano del Piombo. Sant’Esuperanzio, loggetta Proseguendo, dopo circa 300 metri, si giunge alla fonte di S. Esuperanzio, a tre arcate, sostenute da robuste colonne di arenaria. La fonte fu innalzata da Antonio e Jacobo Lombardo come lavatoio pubblico. Fonte di S. Esuperanzio, lavatoio pubblico Per ammirare il meraviglioso panorama si consiglia di percorrere a piedi i viali di circonvallazione, famosi anche per la frescura dell’ombra estiva. n Guida alla Città e ai monumenti Musei Il Museo Archeologico Statale È un museo territoriale istituito dal Comune nel 1973 e dichiarato Museo archeologico statale nazionale nel 1992. Nel 1997 alle sezioni Preistorica, Medievale, Etnografica si è aggiunta quella Ellenistico-Romana, in seguito al ritrovamento di nuovi reperti. Di notevole importanza la serie di strumenti che documentano la frequentazione del territorio cingolano dal paleolitico inferiore al neolitico; significativi sono i reperti della media età del Bronzo provenienti da Fonte Marcosa: coltelli e accettine di bronzo, zappe di corno, di cervo, lesine. A testimonianza degli insediamenti rustici romani sono frammenti ceramici, lucerne, monete. Databile nell’ambito del I secolo d.C. è un ritratto maschile in marmo; inoltre il museo raccoglie numerose iscrizioni, per lo più di carattere funerario. Non mancano testimonianze scultoree dell’epoca medievale. Il Museo Archeologico statale di Cingoli è stato istituito in occasione dell’esposizione dei risultati dello scavo dell’interessante insediamento di Piano di Fonte Marcosa destinato ad essere coperto dall’invaso della diga di Castreccioni. 29 Pinacoteca Comunale “Donatello Ste- Museo Internazionale del Sidecar fanucci” Un affresco del maestro Donatello Stefanucci Istituita nel 1986, ha sede in Via Mazzini, al primo piano del palazzo del vecchio seminario vescovile. Il 22 maggio 2005 è stata riaperta la sede dopo la ristrutturazione del fabbricato. Nella Pinacoteca sono conservate le opere provenienti da alcune chiese della città, memorie storiche locali, una raccolta di interesse demoetnoantropologico e una raccolta di dipinti del pittore Donatello Stefanucci. In località Valcarecce si trova questa curiosa collezione composta da oltre 100 pezzi, suddivisa in cinque sezioni: turismo, commerciale, competizione, militare, bonsai. Tutte le sezioni sono arricchite da numerosi documenti originali, filmati e foto. Vi sono conservati sidecar utilizzati nelle due guerre mondiali oltre a motocarrozzette celebri perchè appartenute a personaggi famosi o perchè protagoniste in noti films. Il museo è visitabile a richiesta, visite su appuntamento. Tel. e fax: 0733.602651 E-mail: [email protected] www.sidecar.it 31