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un “Manifesto” - Consiglio Regionale Ordine Assistenti Sociali Lazio

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un “Manifesto” - Consiglio Regionale Ordine Assistenti Sociali Lazio
 Comunicato stampa Welfare, Roma: un “Manifesto” in dieci punti proposto dagli Assistenti sociali. L’iniziativa a poche settimane dal voto per il Campidoglio. Un tema decisivo per la Capitale. Roma, 17 maggio 2016. Un Manifesto per il Welfare capitolino – a poche settimane dalle elezioni per il Campidoglio ­ è stato presentato dagli Assistenti sociali del Lazio. “Il tema del welfare ­ spiegano ­ è assolutamente decisivo perché progressivamente negli anni il contesto sociale, economico e demografico di Roma si è trasformato rapidamente, sviluppando cambiamenti nel ciclo di vita, nella struttura della famiglia e nel tessuto stesso della città. Emergono da tempo condizioni di fragilità e di disagio dovute ad una serie di cause conosciute, ma si affacciano motivazioni e cause nuove ­ di nuova generazione ­ spesso silenti, velate, ma altrettanto complesse”. A Roma si registrano indici di povertà materiale e povertà relazionale che concorrono a generare diseguaglianza sociale e fanno cresce il divario tra redditi alti e redditi bassi, tra diverse aree metropolitane, tra centro e periferie. I problemi progressivamente si aggravano anche per l’incapacità delle Istituzioni ad affrontare i problemi con una visione d’insieme a lungo termine preferendo, invece, risposte di mera e contingente natura riparativa ed emergenziale. Gli Assistenti sociali credono che per tentare di avviare a soluzione i problemi che derivano da una costante contrazione della spesa sociale e dalla frammentazione delle stesse politiche sociali serva, innanzitutto, sviluppare il Servizio Sociale Professionale di prossimità attraverso il lavoro di professionisti qualificati, eliminare le esternalizzazioni di funzioni istituzionali e ridurre progressivamente la piaga degli incarichi temporanei, perché è inaccettabile rispondere alla più grave crisi economica e sociale degli ultimi 50 anni, con servizi ed operatori connotati da precarietà, discontinuità, disorganizzazione e povertà di risorse. E’ anche importante – sostengono ancora nel Manifesto ­ valorizzare le risorse di cittadinanza attiva utilizzando il patrimonio di idee, progetti, esperienze che la comunità dei cittadini è in grado di mettere a disposizione realizzando così la sussidiarietà orizzontale prevista dall’articolo 118 della Costituzione; così come importante è favorire l’integrazione delle politiche sociali con le politiche sanitarie, perché non c’è salute dove ci sono gravi problemi sociali. Fondamentale, quindi, mettere sempre più al centro il Piano Regolatore Sociale di Roma Capitale e i piani sociali dei Municipi coinvolgendo tutti gli “attori” indicati nella Legge 328 del 2000 (enti locali, ASL, associazionismo, terzo settore ecc.) come strumento di ​
empowerment comunitario per la creazione di nuovo Welfare Generativo Partecipativo. 1 Senza dimenticare, ovviamente, la necessità di rilanciare quei servizi socio­sanitari che sostengono e valorizzano la famiglia, la genitorialità e la solidarietà intergenerazionale; combattere la piaga della disoccupazione, potenziando gli strumenti a vantaggio della imprenditorialità di genere e giovanile, dell’inclusione del lavoro dei cittadini extracomunitari, delle aggregazioni di lavoro a base cooperativa, rispondendo alla crisi con azioni di sviluppo; rilanciare gli interventi sulla disabilità, evitando di oscurare le reali esigenze dell’assistenza domiciliare e familiare sulla base di asserite necessità economiche che annichiliscono la dignità dei cittadini non autosufficienti e dei loro familiari. Per gli assistenti sociali del Lazio, inoltre, è importante affrontare il tema della casa per le fasce sociali deboli, a partire dalle giovani coppie, dalle coppie di anziani a basso reddito o degli anziani soli, dalle persone con disagio psichico o con disabilità, dalle famiglie immigrate, perché il tema­casa è un problema che spesso condiziona la soluzione di altri; altrettanto importante valorizzare e sostenere le iniziative di famiglie e associazioni che promuovono strutture residenziali di sostegno quali le case­famiglia e l’housing sociale. Da ultimo, molto impegno dovrà essere posto affinchè si giunga al più presto alla approvazione della legge regionale di riordino dei servizi sociali che recepisca i principi della riforma nazionale del Welfare del 2000. Ufficio Stampa, Silvia Renzi, 338.2366914 2 
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