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Tratto montano - Autorità di bacino del fiume Po

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Tratto montano - Autorità di bacino del fiume Po
Carta Ittica del Fiume Po
5. Tratto montano
5.1
Ambiente
5.1.1
Figura 7
Caratteristiche generali
Da sinistra: Fiume Po a Crissolo (CN), in località Pian della Regina e in Località
Ponte Riondin; Fiume Po a Oncino (CN), poco a monte della confluenza del
Torrente Laità.
Il tratto montano del Fiume Po si estende per circa 11 km, scorrendo in direzione NO-SE con
percorso irregolare, dalle sorgenti sul Monviso, in località Pian del Re (2020 m s.l.m.), fino alla
confluenza del Torrente Laità.
Il Pian del Re forma una conca di origine glaciale, a 2020 metri s.l.m., dove numerose sorgenti,
alimentate dai ghiacci del Monviso, si raccolgono in un piccolo torrente. Il corso prosegue quindi in
un ambiente di prateria alpina, con grandi massi ed immensi depositi detritici ai margini del
torrente. Scendendo verso valle, il Po riceve numerosi piccoli affluenti così che in breve acquista
dimensioni e fisionomia di torrente alpino. Concluso a valle di Pian Melzè lo spazio della prateria
alpina, il fiume riprende a scendere verso Crissolo. Le aumentate pendenze accrescono l’energia
delle acque. In questo tratto il fiume attraversa, soprattutto in sponda destra, boschi dominati dal
larice, ricco in un primo tratto di cascatelle ed anche salti (cascade) che costituiscono vere e proprie
barriere naturali alla libera percorribilità fluviale. Superato Crissolo il paesaggio muta nuovamente,
la valle si fa stretta, le rive incombono sull’acqua e nei boschi, scomparsi i larici, appaiono le
latifoglie, con la faggeta. In questo ulteriore tratto, fino alla confluenza del Laità, diviene dominante
la tipologia idraulico-morfologica dello step and pool, un’alternanza di cascatelle e buche, con un
substrato di fondo prevalente a massi, rocce e ciottoli.
Il regime idrologico naturale del Fiume Po in questo tratto è di tipo nivoglaciale fino a Crissolo (CN):
qui circa l’1% del bacino sotteso è occupato da serbatoi nivali. Lo scioglimento delle nevi e dei
ghiacciai avviene nei mesi caldi, facendo registrare le portate più elevate nei periodi di giugno-
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Carta Ittica del Fiume Po
luglio, mentre le portate più modeste si registrano nel periodo invernale (Pascale et al., 2005). Già
Figura 8
Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine
(grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna
2007).
ad Oncino l’estensione delle fasce altimetriche più elevate diminuisce, determinando il passaggio ad
un regime idrologico naturale di tipo nivopluviale.
Il Fiume Po in questo tratto fluviale scorre all’interno del territorio del Parco del Po Cuneese, in cui
Cottidae
20%
rientrano i comuni di Crissolo, Oncino, Ostana e Paesana.
5.2
Fauna Ittica
5.2.1
autoctoni specie ordinarie
100%
Comunità ittica potenziale
Trattandosi di un ambiente tipicamente torrentizio e poco produttivo, il Po in questo tratto esprime
una vocazione potenziale a Salmonidi, quantomeno per il segmento fluviale che da Crissolo si
estende fino al suo limite inferiore. Nel primo segmento il “Torrente” Po si manifesta poco adatto,
Salmonidae
80%
anche in condizioni di assoluta naturalità, ad ospitare una comunità ittica stabile, per via delle
dimensioni ridotte e della produttività del corso d’acqua ancora estremamente scarsa.
Per il tratto successivo, invece, la comunità ittica potenzialmente presente in condizioni di massima
naturalità raggiungibile è costituita da due sole specie, come tipico per gli ambienti poco produttivi
Figura 9
Somma dei valori di abbondanza numerica stimata (indice di Moyle modificato) per
la comunità a specie autoctone e a specie esotiche, per ciascuna stazione
(campagna 2007).
ed ostili quali sono i torrenti alpini: trota fario e scazzone. Entrambe le specie sono attese con
popolazioni stanziali, abbondanti ed in grado di automantenersi, per questo entrambe sono
Comunità ittica potenziale del tratto montano del Fiume Po.
Specie ordinaria / straordinaria Specie (nome comune)
Specie (nome scientifico)
Famiglia
Origine
Cottidae
autoctono
Specie ordinaria
scazzone
Cottus gobio
Specie ordinaria
trota fario
Salmo (trutta) trutta
5.2.2
Salmonidae Para-autoctono
Comunità ittica attuale
5.2.2.1 Quadro conoscitivo sulla base dei censimenti ittici
La campagna di censimenti ittici ha interessato il tratto montano in quattro stazioni, poste a
Crissolo (CN), in località Pian della Regina (ID stazione: 138 – a 1680 m s.l.m.), in località Ponte
7
6
5
4
abbondanza stim ata
esotici e traslocati
Tabella 6
8
abbondanza stim ata
autoctoni
classificate, ai fini della zonazione del Fiume Po, come specie “ordinarie” per il tratto montano.
3
2
1
0
Riondin (ID stazione 137 – a 1530 m s.l.m.) e a valle dell’abitato di Crissolo (ID stazione 1 – a 1080
Crissolo (CN)
m s.l.m.) ed infine a Oncino (CN), poco a monte della confluenza del Torrente Laità.
Le due stazioni più di monte sono state indagate nel settembre 2007, mentre le seconde due
ID stazione 138
Distanza dalla
sorgente (km)
2,3
Crissolo (CN)
Crissolo (CN)
Oncino (CN)
137
1
2
3,8
8,1
10,6
nell’aprile dello stesso anno. In tutti i casi i campionamenti ittici sono stati eseguiti tramite
elettropesca, percorrendo il fiume a piedi a risalire e coprendo tutta la sezione dell’alveo.
Tabella 7
In tutto il tratto è stata rinvenuta la trota fario, con nuclei sempre piuttosto numerosi, ma situazioni
Abbondanza numerica stimata delle singole specie ittiche rinvenute nei censimenti
(campagna 2007) nelle diverse stazioni (in ordine monte-valle).
autoctoni
demografiche e faunistiche differenti, procedendo da monte verso valle. Nella stazione più di
monte, a Pian della Regina, è stato rinvenuto un nucleo piuttosto numeroso, costituito per lo più da
individui giovani (verosimilmente frutto di semina) e qualche soggetto adulto (dalle evidenti
caratteristiche fenotipiche proprie del materiale di semina, comunemente definito “pronta pesca”).
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Distanza dalle
ID Stazione
specie ordinarie
Comune (Prov)
sorgenti (km)
scazzone
2,3
138
3,8
8,1
10,6
trota fario
Crissolo (CN)
4
137
Crissolo (CN)
4
1
Crissolo (CN)
5
2
Oncino (CN)
2
5
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Carta Ittica del Fiume Po
In località Ponte Riondin, la situazione pare invariata: anche in questo caso, infatti, non è possibile
5.2.2.2 Altre segnalazioni
parlare dell’esistenza di una vera “popolazione” di questa specie, dal momento che tutti gli
Per questo tratto non si registrano ulteriori segnalazioni riguardo alla presenza di altre specie di
esemplari campionati sono risultati essere soggetti al primo anno di vita (classe d’età 0+),
fauna ittica.
evidentemente oggetto di semina (come è stato anche confermato dalle guardie provinciali che
hanno partecipato al campionamento).
5.3
Pressioni e impatti sulla fauna ittica
A valle dell’abitato di Crissolo l’ambiente di torrente diviene più ospitale nei confronti della fauna
5.3.1
ittica ed effettivamente in questo caso è stata riscontrata la presenza di una popolazione molto
Alterazioni ambientali
abbondante di trota fario, ben strutturata in classi d’età, con anche evidenti caratteristiche di
selvaticità dei soggetti. Tutto ciò fa ritenere che in questa stazione sia presente una popolazione
selvatica di trota
fario in grado di automantenersi. L’ambiente si presterebbe anche alla
Tabella 9
Fiume Po a Crissolo, in località Ponte Riondin (a sinistra). Prima derivazione
idroelettrica a valle della abitato di Crissolo (a destra).
colonizzazione da parte dello scazzone, di cui però non sono stati trovati esemplari.
Lo scazzone compare invece nella stazione più di valle, a Oncino. Qui, oltre confermarsi la presenza
di una popolazione abbondante e ben strutturata di trota fario, è stato rinvenuto anch’esso, con una
rappresentanza di pochi esemplari che non consente di avanzare ipotesi sulla stabilità della
presunta popolazione, comunque definibile “scarsa”.
Confrontando i dati dei censimenti compiuti nel 2007, con i dati pregressi disponibili, si è in grado di
confermare, rispetto ai dati del Monitoraggio Ittico compiuto dalla Regione Piemonte nel 2004
(Regione Piemonte, 2004), la perdurante presenza dello scazzone nel tratto montano del Po;
mentre si prende atto del riscontro di presenza della trota marmorata, effettuato in occasione della
Carta Ittica del Piemonte del 1992. Si ritiene comunque che, per la tipologia ambientale e per le
caratteristiche autoecologiche della trota marmorata, essa non sia da considerarsi specie nativa di
questo tratto e, con buona certezza, nemmeno migrata spontaneamente dal fondovalle, ma più
verosimilmente sia ascrivibile a pratiche di ripopolamento, non certo deprecabili, visto il pregio della
specie in oggetto, in confronto alla meno pregiata popolazione di trota fario (ampiamente
rimaneggiata), ma sicuramente votate all’insuccesso. Per questo motivo si ritiene che la trota
marmorata sia da considerarsi “specie traslocata” in questo tratto fluviale e che dunque non siano
opportuni ripopolamenti con questa specie in questo tratto, dove la trota fario è stabile e dove, al
massimo si potrebbe ottenere l’effetto di alimentare ulteriormente il fenomeno dell’incrocio tra le
due trote.
Tabella 8
Confronto dei dati dei censimenti ittici compiuti nel 2007, relativi alla consistenza
delle popolazioni (indice di abbondanza di Moyle modificato), con i dati pregressi
disponibili (rif. Paragrafo “Fonti dei Dati”). Un valore di abbondanza pari a 1,5 non
ha alcun significato quantitativo, ma rappresenta esclusivamente il dato di
“presenza” della specie riportato dalla Fonte.
anno
scazzone
trota fario
2007
2
5
2004
1990
- specie traslocate
insediamenti abitativi e produttivi. Da Crissolo, a monte dell’abitato, per tutto il tratto, il Po è
trota marmorata
frammentato da una serie impressionante di briglie, per la gran parte non valicabili dai pesci in
risalita, che, come si vede dalla foto sopra, in periodi di magra possono anche fermare il corso delle
acque superficiali, consentendo esclusivamente lo scorrimento in subalveo. In questa situazione è
2
1,5
1,5
di contenimento e imbrigliamento del corso d’acqua, tese a rallentare la violenza della corrente, in
funzione chiaramente dell’antropizzazione del territorio, e a favore della sua occupazione con
autoctoni
- specie ordinarie
Fin dai primi chilometri di percorso, il Fiume Po risente dell’antropizzazione e soprattutto delle opere
1,5
evidente il danno alla fauna ittica selvatica, la cui mobilità è un elemento fondamentale per la
sopravvivenza, per di più per una specie vagile quale è la trota fario.
A valle dell’abitato di Crissolo (CN) insiste sul torrente la prima presa per scopi idroelettrici che
riduce il corso d’acqua ai minimi termini e che, con l’opera di sbarramento realizzata, costituisce
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una vera interruzione alla continuità fluviale e un ostacolo alla libera percorribilità da parte della
ambientale e che (evidentemente proprio per questo motivo) risulta estremamente rarefatta
fauna ittica.
in tutto il tratto di fiume ad esso vocazionale.
5.3.2
Alterazioni faunistiche
Non si rileva la presenza attuale di specie esotiche in questo tratto. Anche la possibile minaccia
derivante dalla diffusione degli uccelli ittiofagi pare non riguardare, attualmente, il tratto.
3. È evidente che la frammentazione fluviale costituisce un limite ed un ostacolo forte alla
conservazione delle specie ittiche native del corso d’acqua. In questo caso si auspica il
recupero della piena percorribilità fluviale, quantomeno nel segmento di valle, dove è
presente una popolazione selvatica di trota fario. Riguardo alle caratteristiche strutturali
delle briglie, che le vedono classificare tra gli esempi peggiori (dal punto di vista ecologico e
5.4
Indicazioni gestionali
Per il tratto montano le indicazioni gestionali riguardano i principali elementi di criticità per la fauna
ittica emersi dalle indagini:
faunistico) di interventi di ingegneria idraulica “vecchio-stile”, dettati unicamente da obiettivi
di “governo” sulla natura e di “sfruttamento” della risorsa idrica e del territorio, pur
sostenendo l’obiettivo di ripristino della naturale morfologia dell’alveo e delle dinamiche
naturali di evoluzione del suo profilo, si ritiene quantomeno imperativa l’adozione delle più
1. La gestione dei ripopolamenti ittici di trota e della pesca;
moderne tecniche di ingegneria naturalistica proprie della riqualificazione fluviale, ogni
2. La conservazione dello scazzone;
qualvolta si presenti l’occasione di un intervento strutturale (di manutenzione o di altro
3. La frammentazione dell’habitat fluviale;
4. Il prelievo idrico.
genere) sul fiume.
4. Per quanto concerne il prelievo idrico, urge la necessità di rendere ecosostenibile da parte
del fiume e della fauna ittica il prelievo idrico operato. Per questo si auspica quanto prima la
definizione più opportuna del DMV basata sull’applicazione di modelli che utilizzino le curve
1. Per quanto concerne i ripopolamenti ittici di trota, questi dovrebbero essere programmati
unicamente a supporto della trota fario, preferibilmente utilizzando come materiale di
semina trote con caratteristiche di rusticità che ne favoriscano l’adattamento all’ambiente
naturale. I ripopolamenti con materiale pronta-pesca dovrebbero essere limitati al tratto
superiore, comunque poco vocato da ospitare ittiofauna e puramente in risposta alla
domanda alieutica. Non si ritiene opportuno, per i motivi già espressi, tentare il
di preferenza per la trota fario. A tale proposito si suggerisce di valutare la trasferibilità della
curva di preferenza per la trota fario, elaborata per la popolazione dell’Adda valtellinese , di
cui si riportano i riferimenti di letteratura: Vismara R., Azzellino A., Bosi R., Crosa G., Gentili
G., 2001. Habitat suitability curves for brown trout (Salmo trutta fario L.) in the River Adda,
Northern Italy: comparing univariate and multivariate approacches. Regulated Rivers:
Research & Management. Volume 17, Issue 1: 37-50.
ripopolamento di questo tratto (evidentemente ascrivibile alla cosiddetta “zona della trota
fario”, secondo la classificazione Huet) con soggetti di trota marmorata. Riguardo poi
all’attività di pesca, si sottolinea che, come emerso dall’approfondimento sull’accrescimento
lineare individuale, elaborato per la presente popolazione di trota fario (riportata nel
paragrafo dedicato a questa specie, all’interno della Sezione “I pesci del Po”, a cui si rimanda
per un approfondimento), l’attuale misura minima di cattura per la trota fario fissata a 20
cm, risulta assai poco cautelativa per la conservazione della popolazione stessa, tutelando
solo una parte di adulti alla prima riproduzione.
2. Trattandosi di una specie di grande interesse faunistico, probabilmente unica nativa del
tratto montano del Fiume Po, lo scazzone merita particolare riguardo e misure studiate ad
hoc per la sua conservazione. Si evidenzia la necessità di approfondire le conoscenze
riguardo alla reale consistenza della popolazione della specie e all’individuazione delle
principali cause del suo depauperamento, per poi, eventualmente, programmare interventi di
rimozione o mitigazione delle minacce e programmi di recupero, anche attraverso
reintroduzioni che, stando ai risultati delle più moderne indagini di genetica molecolare,
potrebbero essere effettuate senza danni anche utilizzando materiale proveniente da altri
bacini vicini, dove la specie risulti in buono stato di conservazione. Si ritiene che, peraltro,
potrebbe costituire un obiettivo pertinente con la propria missione di Area Protetta, per
l’Ente di Gestione del Parco del Po Cuneese, quello di occuparsi direttamente del problema
della salvaguardia di questa specie, che tra l’altro costituisce un ottimo indicatore di qualità
.
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