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Pensavo di partire… - Parrocchia Gesù a Nazaret

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Pensavo di partire… - Parrocchia Gesù a Nazaret
Ottobre 2009 • n. 88
PRO MANU SCRIPTO
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FESTA DELLA PRESENZA 2009
LE PERSONE CHE VIVONO SI INCONTRANO
Pensavo di partire…
er la settimana di vacanza con la parrocchia e invece mi sono trovato sull’elicottero del soccorso alpino!
I miei nipoti che erano al Corno Bianco lo hanno visto passare a quell’ora e hanno fatto saluti di gioia! Ci sono rimasti male quando hanno scoperto la coincidenza!
Dai piedi del “Viezzena”, la cima sopra il Lusia, dove ero come
morto (dicono)… a Cavalese, a Trento, ad Arco di Trento, a
Noli, quasi tutti conoscete questi passaggi…
Il ricordo più significativo è quello di un tunnel luminoso e
soffocante (della morte) da cui esco, e di una vita ricca di affetto
e amicizia, la vostra, che mi avete seguito con la preghiera, l’interessamento,. la partecipazione, la responsabilità nella vita della parrocchia.
Adesso è più concreta in me la consapevolezza che
ogni istante può essere l’ultimo… ed anche la
tentazione di lasciare correre tutto, di lasciare
perdere,… ma non voglio sia così!
Aiutatemi perché Gesù, quando verrà nell’ora definitiva, mi trovi impegnato con
tutto me stesso nella realtà.
Per questo pensando a tutti noi, alla nostra Chiesa, per quest’anno pastorale pensavo di “partire da Antiochia”.
Mi ha dato lo spunto il nostro Vescovo
che, chiudendo il Sinodo Diocesano dei sacerdoti, ricordava che questa Chiesa, dei primissimi tempi del cristianesimo, non era stata
fondata dagli apostoli, ma dai cristiani fuggiti da
Gerusalemme dopo l’uccisione di Stefano.
Questi laici formarono una comunità così significativa che per
la prima volta i seguaci di Gesù vengono chiamati “cristiani”
(At. 11, 19-26).
Cosa significa “Chiesa di laici” oggi?
Laici e famiglie interessate alla conoscenza di Gesù attraverso
momenti proposti per questo: allora si ritrovavano e si invitavano nelle case.
Laici e famiglie desiderose di annunciare Gesù come risposta
al senso della vita a tutti a partire dalle persone del proprio caseggiato e dai luoghi di lavoro.
Con un’attenzione particolare ai piccoli, ai figli, ai giovani perché imparino ad amare la vita come il dono più grande quoti-
P
dianamente ricevuto dal mistero di Dio, Amore, che chiede a
tutti ed anche ai ragazzi, ai giovani, di non vivere il quotidiano
che “piace”, ma la vita come chiamata alla felicità che solo Dio
ci sa dare in pienezza.
Laici e famiglie che con letizia e cordialità celebrano il mistero
della morte e resurrezione di Gesù nel giorno della speranza, la
Domenica, e si sentono responsabili della liturgia, segno della
“Bellezza”.
Charles de Foucauld era devoto alla festa della Visitazione perché è la festa di Gesù portato da Maria a Giovanni.
La missione nasce dall’Amore a Gesù.
Per questo occorre amare Gesù presente nel tabernacolo: adesso è al centro della Chiesa come “pietra angolare”, una “roccia”
da cui partire.
Ripartire tutti per essere “pietre vive” nella nostra
famiglia, nel quartiere, nella società, nella vita
politica.
Il mondo non lo sa, ma solo se incontra
Gesù, attraverso noi credenti e credibili,
potrà vivere il bene comune con libertà e
nella verità.
Questo è il compito dei laici “pietre vive”
come hanno fatto i primi ad Antiochia.
E i sacerdoti? Anno sacerdotale, perché?
Perché possano esserci questi laici “pietre vive”, occorre che Gesù sia presente nella Chiesa e perciò “alcuni”, i sacerdoti, svolgono questo “misterioso” servizio, rendendo Gesù presente
nella Cena del Signore come “Corpo dato e Sangue
sparso”, e richiamano per la nostra vita quotidiana la Sua Proposta, la Sua Parola senza smarrimenti e perplessità, come fecero
Barnaba e Paolo di Antiochia.
Pensavo di partire … pensavo “del giorno giunto al termine”…
Penso di poter vivere con serenità questa Chiesa di pietre vive
e, con l’esempio e l’intercessione del beato Charles de Foucauld,
di avere Gesù come “maestro dell’impossibile” e “fratello universale”.
“Il giorno del Signore, comunque, verrà come un lampo!” (1 Pt,
3.10)… e “quel giorno si farà una grande festa”!
evs
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“Con Gesù pietre
Durante la settimana di vacanza “comunitaria” di fine agosto, quest’anno
vissuta senza Don Egidio, tra le varie passeggiate, giochi, momenti di preghiera, ci siamo anche fermati a riflettere sulla vita e sulla testimonianza
di tre persone “ordinariamente fuori dall’ordinario”.
Ecco qualche accenno sul cammino di fede di questi “santi della quotidianità”, come li aveva definiti il cardinale Martini, descritti con l’aiuto del
materiale previdentemente approntato dal Don, che non c’era… ma c’era!.
Ugo
Giuseppe Tovini (1841-1897)
n un’ Italia che
usciva dal Risorgimento e in
cui l’anti-cattolicesimo era l’ideologia imperante, la
“santità laicale” di
Giuseppe Tovini
fu una risposta
esemplare all’invito della Chiesa ai
cattolici di impegnarsi “sul campo”, nelle singole realtà locali, per riportare la società a Cristo e Cristo
alla società.
La perdita del padre lo costrinse a diventare
adulto precocemente, con cinque fratelli di
cui occuparsi.
Visse il proprio matrimonio con un amore
intenso e totale, vedendo nella moglie l’amore che Dio gli assegnava su questa terra. Accolse i suoi dieci figli come preziosissimi doni di Dio, trovando sempre il tempo per giocare e pregare insieme a loro nonostante una
vita freneticamente impegnata nel servizio
agli altri. Fu infatti un apostolo nei campi
più diversi del sociale: la scuola, l'avvocatura, il giornalismo, le banche, la politica, le
ferrovie, le società operaie, l'università.
Innumerevoli le cariche che Tovini ricoprì e
le istituzioni cui diede vita: sindaco, consigliere provinciale e comunale, presidente del
Comitato diocesano dell'Opera dei congressi; fondatore del quotidiano «Il Cittadino di
Brescia» e della rivista «Scuola italiana moderna», di Casse rurali, della Banca San Paolo di Brescia.
Durante il suo intervento alla prima assemblea degli azionisti, spiegò che la banca era
nata per “obbedire al precetto di Gesù di
amarci scambievolmente, che deve caratterizzare tutte le nostre opere”. Chissà in quante assemblee degli azionisti si sentono queste parole nella nostra società di oggi, così
“progredita” e “moderna”…
I
Mariam Baouardy (1846-1878)
ra l’epoca in cui si diffondeva l’ idea
della scienza come la nuova religione:
solo la scienza faceva “miracoli” (la bicicletta, l’automobile, il telefono, la radio e
tante altre invenzioni risalgono a quel periodo) ed era in grado di soddisfare i bisogni dell’uomo.
Mariam Baouardy fu senz’altro, seppur involontariamente, un elemento di rottura in
questo contesto, con la sua vita che sconvolse la presunzione e l’arroganza di potenti e
pseudo-sapienti.
Mariam rimase sempre analfabeta e il suo
unico desiderio era servire Dio negli altri, desiderio che realizzò entrando in convento e
svolgendo le mansioni più umili per le consorelle e per i più poveri.
Amava definirsi “un piccolo nulla”, ma la sua
vita fu costellata di eventi straordinari, come
l’apparizione delle stimmate, visioni mistiche che le permisero di salvare il Papa da alcuni attentati, o il sopravvivere ad un fendente di scimitarra (in seguito al suo rifiuto
di rinnegare la fede cattolica) che le tranciò
la trachea.
Mariam fondò anche alcuni monasteri in India e in Terra Santa.
Uno scrittore che definì la sua vita come una
delle più meravigliose della storia del cattolicesimo, propose la
“piccola araba analfabeta” come patrona degli intellettuali, in quanto
“ben qualificata
per liberarli dall’orgoglio”.
La “piccola araba” è stata proclamata Beata il 13 novembre 1983, da papa
Giovanni Paolo II, con il
nome di Santa Maria di Gesù Crocefisso.
E
Don Carlo Gnocchi verrà proclamato Beato
qui a Milano il prossimo 25 ottobre, anniversario della sua nascita avvenuta a San Colombano al Lambro nel 1902.
Ordinato sacerdote nel 1925, don Carlo fu assistente di oratorio prima a Cernusco sul Naviglio,
poi nella parrocchia di san Pietro in Sala a Milano e nel 1936 venne nominato direttore spirituale all’Istituto Gonzaga dei “Fratelli delle
Scuole Cristiane”.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, arruolato come cappellano degli alpini, partecipò
alla campagna di Albania e di Russia. Il suo animo rimase profondamente segnato dalla tragica
ritirata di Russia, durante la quale ebbe modo di
prodigarsi con eroica dedizione ad assistere gli
alpini feriti e morenti, raccogliendone le ultime
volontà e accompagnandoli all’incontro con Dio.
Questa esperienza di dolore fece maturare in lui
il progetto di dedicarsi pienamente ai sofferenti. Nacque così la “Fondazione Pro Juventute”,
ora “Fondazione don Carlo Gnocchi”, nella quale furono accolti tantissimi ragazzi provati dal
dolore e da lui curati con amore paterno, delicato e forte. Erano ragazzi vittime innocenti della devastazione della Seconda guerra mondiale:
bimbi mutilati, orfani di quegli alpini che aveva
accompagnato e assistito nel gelo della steppa
russa, bambini abbandonati, ragazzi sofferenti
a causa della poliomielite, esplosa drammaticamente proprio in quegli anni.
In tutta la sua vita, don Gnocchi fu “seminatore
di speranza” – così lo definì Giovanni Paolo II -,
tracciando così un luminoso sentiero di amore
nel buio del dolore innocente. Fu un prete che in
anni assai tormentati seppe con convinzione ed
entusiasmo dare fiducia ai giovani.
Era un uomo innamorato dell’uomo, la sua vita
sempre di corsa, che fosse in treno o con la sua
Topolino o con il mitico Galletto, era all’insegna
dell’incontro con l’altro uomo, dell’amore a tutto l’uomo, la cui piena verità è la croce di Cristo.
L’ultimo suo gesto profetico, quando in Italia il
trapianto di organi non era ancora diffuso, fu la
donazione delle cornee a due ragazzi non vedenti. L’anno dopo sarà varata la legge italiana
sulla donazione degli organi, dopo che anche
Pio XII avrà legittimato e sostenuto i trapianti
sotto il profilo dell’etica cristiana.
v
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e vive nel mondo”
“VANGELO SENZA CONFINI”
È lo slogan, scelto dalla Chiesa Italiana, per
questo Ottobre Missionario.
Il Santo Padre, nel Messaggio per la prossima
Giornata Missionaria Mondiale scrive:
“La Chiesa universale, senza confini e senza
frontiere, si sente responsabile dell’annuncio
del Vangelo di fronte ai popoli interi.
Essa, germe di speranza per vocazione, deve
continuare il servizio di Cristo al mondo. La
sua missione e il suo servizio non sono a misura dei bisogni materiali o anche spirituali
che si esauriscono nel quadro dell’esistenza
temporale, ma di una salvezza trascendente,
che si attua nel Regno di Dio”.
“La Giornata dedicata alle missioni - è anche
occasione per ricordare le Chiese locali e i
missionari e le missionarie che si trovano a
testimoniare e diffondere il Regno di Dio in
situazioni di persecuzione, con forme di oppressione che vanno dalla discriminazione sociale fino al carcere, alla tortura e alla morte.
Non sono pochi quelli che attualmente sono
messi a morte a causa del suo ‘Nome’… La
partecipazione alla missione di Cristo, infatti, contrassegna anche il vivere degli annunciatori del Vangelo, cui è riservato lo stesso
destino del loro Maestro”.
Portare Gesù agli altri,
questo il compito della missione.
Riflessione di Charles de Foucauld
“Ciò che va a fare la santa Vergine nella
visitazione non è una visita ad una cugina per consolarsi ed edificarsi a vicenda con il racconto delle meraviglie di Dio
in loro; ancor meno è una visita di carità materiale per aiutare sua cugina negli
ultimi mesi della sua gravidanza e nel
parto; è assai più di tutto questo. Ella
parte per santificare san Giovanni, per
annunziare la buona novella, per evangelizzarlo e santificarlo, non con le sue
parole, ma portando Gesù presso di lui,
nella sua casa.
Così fanno i religiosi e le religiose votate
alla contemplazione nei paesi di missione. Essi vi vengono per evangelizzare e
santificare i popoli infedeli, senza parole,
portando Gesù in mezzo a loro nella santa Eucaristia, e portandolo nella loro vita, la vita evangelica di cui danno
l’esempio e di cui sono le immagini viventi.”
Il mese di ottobre è tradizionalmente associato alla riflessione e all’animazione missionaria della Chiesa e delle sue comunità sparse su
tutta la terra. Anche quest’anno è scandito dalla riflessione, preghiera e approfondimento su cinque tematiche.
TB
CONTEMPLAZIONE
“La contemplazione è la condizione essenziale di Quale Buona Notizia portiamo se non “conosciamo” Gesù attraverso la contemplazione assidua della
Sua persona?”
VOCAZIONE
“Il tema della vocazione è molto ampio
in quanto tocca la sfera personale di
ognuno. C’è un dato, però, che accomuna qualsiasi singola chiamata: la dimensione missionaria.
RESPONSABILITÀ
“Responsabilità” è una parola che diventa sempre più difficile trovare nelle
nuove edizioni del vocabolario della vita moderna: “la responsabilità è sempre
degli altri e non è mai la nostra”!... Letta in chiave missionaria, ogni. cristiano
è in prima persona responsabile dell’an-
nuncio evangelico che esige l’attenzione
al prossimo e all’ambiente nel quale viviamo.
CARITÀ
“Non ci può essere tema più vasto di
questo, dal momento che stiamo parlando dell’essenza stessa di Dio: la carità, cioè l’amore. D’altra parte, è anche
la ragione di vita di ogni uomo, continuamente alla ricerca, nel corso della sua
esistenza, di amare e di essere amato.”
RINGRAZIAMENTO
“Non è facile ringraziare. Ce ne accorgiamo nei rapporti di ogni giorno. Tutto quello che ci circonda, specialmente
le persone e l’ambiente, ci sembra dovuto. Ormai tutto fa parte della nostra vita e delle nostre abitudini, per cui esprimere il nostro ringraziamento al Signore per ciò che abbiamo e che siamo, non
è così spontaneo.”
BENEDETTO XVI:
L’Africa immenso polmone spirituale per l’umanità in crisi
L’Africa, “immenso ‘polmone’ spirituale per
un’umanità, che appare in crisi di fede e di speranza”.
Così si è espresso Benedetto XVI celebrando il 4 Ottobre nella Basilica Vaticana, la
messa di apertura del II Sinodo per l’Africa
sul tema “La Chiesa in Africa a servizio della
riconciliazione”.
L’Africa è “depositaria di un tesoro inestimabile per il mondo intero: il suo profondo senso di Dio”. I tesori del continente non sono
solo le risorse materiali, che spesso causano
sfruttamento, conflitti e corruzione, ma c’è
un “polmone spirituale”, che va preservato
da quella “pericolosa patologia” già diffusa nel mondo occidentale, ovvero “il materialismo pratico, combinato con il pensiero relativista e nichilista”. Un secondo “virus” che potrebbe colpire l’Africa è “il fondamentalismo religioso, mischiato con interessi politici ed economici”: “Gruppi che si rifanno a diverse appartenenze religiose si stanno diffondendo nel continente africano; lo fanno nel nome di Dio, ma secondo una logica opposta a quella divina, cioè insegnando e praticando non amore e rispetto della libertà, ma intolleranza e violenza”.
“Con la sua opera di evangelizzazione e promozione umana, la Chiesa può certamente dare in Africa un grande contributo a tutta la società, che purtroppo conosce in vari paesi povertà, ingiustizie, violenze e guerre. La vocazione della Chiesa è quella di essere profezia e
fermento di riconciliazione tra i vari gruppi etnici, linguistici ed anche religiosi”.
La riconciliazione è “fondamento stabile sui cui costruire la pace”.
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Santiago: la meta
è il cammino
lcuni mesi fa riflettevo su come avrei poA
tuto trascorrere quest’anno le ferie estive.
Quando due amici mi invitarono a compiere
con loro un’esperienza di pellegrinaggio a piedi, capii che avevo trovato la mia risposta.
Il Camino de Santiago parte da Roncisvalle, sul versante spagnolo dei Pirenei, e si sviluppa per quasi 800 Km attraversando 4 regioni e terminando in Galizia, dove si trova
Santiago de Compostela.
I preparativi sono molto rapidi: in una
mattina individuo e compro i voli aerei per
raggiungere la Spagna; non mi occupo degli alloggi perché la guida spiega chiaramente che
le prenotazioni non sono ammesse! Anche lo
zaino è semplice: appena 7 chili e mezzo, eppure non mi mancherà nulla.
All’aeroporto di Madrid faccio i primi incontri: due pellegrine partono come me da León, perciò decidiamo di viaggiare insieme.
Dal mattino seguente le giornate hanno un
nuovo ritmo: sveglia alle 5.30-6 con il buio,
prima colazione e poi di fretta a camminare,
fino all’ora di pranzo. Le ore di cammino passano veloci, scandite da eventi costanti ma
ogni giorno differenti: l’alba, paesaggi ora di
colture ora di verdissimi boschi, città e villaggi, persone... Nel pomeriggio non mancano i
momenti piacevoli: un fiume dove alleviare il
dolore a piedi, un bagno in piscina, una cena
con piatti tipici del luogo. Poi c’è sempre occasione per incontrare altri pellegrini, di ogni
parte del mondo, e condividere esperienze ed
emozioni.
L’arrivo a Santiago è denso di emozione: ci
abbracciamo sotto una cattedrale
dall’aspetto severo, ma che sentiamo come fosse casa nostra.
Gli amici pellegrini ci aspettano nella piazza, con gli zaini
posati a terra: il pellegrinaggio è finito, ma vinco la nostalgia restando
convinto che il Cammino continui nelle vicende e nelle persone di ogni giorno.
Maurizio
VOCAZIONE
“Era un’alba triste e senza vita e Qualcuno mi
chiamò...”
Così dice il canto e così mi trovai a partire quella mattina per Lourdes con un gruppo organizzato, accompagnando due persone invalide a me
care. Non capivo il perché di quel viaggio.
Ero senza entusiasmo, scettico, demotivato.
Ma poi in quei giorni di permanenza e di preghiera in un luogo, dove chi è in difficoltà ha la
precedenza su tutto, ho sentito cambiare qualcosa dentro di me.
“Qualcuno mi chiamò”.
Tornerò a Lourdes ancora. Forse da solo. Farò il
barelliere, stavolta davvero con entusiasmo.
Luca
Una settimana “davvero speciale”
…dal diario di Luigi
21/8/09
La settimana-vacanza si apre in anticipo. Subito dopo
l’incidente al don si è scatenato un movimento incredibile. Tutti gli vogliono bene, ma c’è qualcosa che va oltre. Quello che sta accadendo è un fenomeno di una tenerezza mai vista: la tenerezza di Dio nei confronti della
nostra povertà.
Chi è Costui che può far fiorire tutto questo da un fatto
di per sé così drammatico?
23/8/09
Oggi ci siamo lasciati guidare dal nostro amico Marco –
nato qui – per le vie di Fiera. Sono stupito della disponibilità di tutti a seguire.
Ugo ha ragione: questa potrebbe essere l’occasione per
tutti di fare i laici corresponsabili.
24/8/09
Pomeriggio tranquillo nei prati sopra l’albergo, dove abbiamo formato le squadre, presentato i nuovi e fatto il
primo incontro sui santi dell’800.
In serata, successo del ‘cruciverbone’ della Simo: si fermavano a rispondere anche altri ospiti dell’albergo!
25/8/09
Camminata lunga alle Pale di San Martino: paesaggio a
tratti lunare e un sole che spaccava le pietre . Ma c’è di
più: la corrispondenza di una comunità che non sono
certo io a mettere insieme.
Giacomo e la Roberta che straparlano, Gaetano che tira
il gruppo, Fabio che fa le foto e poi i bambini che ci seguono tantissimo!
In particolare mi colpisce il dialogo con Lorenzo sul suo
futuro. La vita è un ‘andare verso’ (Santa Maria di Gesù
Crocifisso)..
26/8/09
Concerto ‘Suoni delle Dolomiti’. Dopo pochissimi minuti i canti ‘sufi’ – corrente dell’islam – ci uscivano dalle orecchie e così tutto il gruppo, salvo pochi coraggiosi,
si è trasferito nei pressi di un laghetto lì vicino. Bello ma
ghiacciato! Solo Luca e Gianmarco potevano tuffarsi!
Alle 19.00 la telefonata tanto attesa: l’intervento al cuore del don è andato bene.
Tutto dipende da Dio, senza di Lui non puoi fare niente (San Giuseppe Tovini).
27/8/09
Giornata al maso Stadel. I gestori dell’albergo hanno organizzato una grigliata apposta per noi. Inutile dire quanto fosse incantevole il posto. E quando Danilo attacca a
suonare la chitarra, tutt’intorno è festa! La bellezza di oggi la esprime Riccardo con un brindisi prima di iniziare
a mangiare: “Era proprio quello che volevo io!”.
28/8/09
La cosa più eclatante di oggi è sicuramente questa: che al
Rifugio Treviso sono saliti anche i non camminatori (mio
papà, Chiara e…la Rinella).
Il segno di una Presenza che smuove anche le montagne!
UFFICIO PARROCCHIALE – via Trasimeno, 53 – Milano
Egidio Villani sacerdote - Telefono 02.272.00.882
Giornalino Parrocchiale: [email protected][email protected] – sito internet: www.gan.mi.it
CELEBRAZIONI LITURGICHE
DOMENICA
“Cena del Signore”
GIORNI FERIALI “Cena del Signore”
“Cena del Signore”
SABATO
“Riconciliazione”
ore 9,30, 11,00, 18,30 (prefestiva ore 18,30)
Lunedì, Mercoledì, Venerdì: ore 18,45 - Martedì: ore 21,00
Martedì (sospesa in luglio e agosto), Giovedì, Sabato: ore 09,00
ore 16,00 (anche tutti i giorni chiedendolo al Sacerdote)
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