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strategia di anca - e-Lite
ASPHI
Fondazione Onlus
Postura e deambulazione
Tecnologie per la disabilità – A.A. 2010/2011
Sommario
Controllo della postura eretta
La deambulazione
Tecniche di analisi del cammino
Analisi dinamica inversa




2
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Controllo della postura eretta
Postura e deambulazione
Modello del
pendolo inverso
Il controllo della postura eretta può essere
descritto riferendosi al modello del pendolo
inverso.
Le variabili che intervengono nel fenomeno
sono:
• Centro di massa (COM) la cui posizione in
un piano orizzontale è indicata da y
• Centro di pressione (COP) la cui
posizione in un piano orizzontale è
indicata da u
• Forza di gravità (applicata al COM)
• Reazione del terreno F (applicata al COP)
• Coppia muscolare alla caviglia m
4
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Dinamica della
postura eretta
L’accelerazione del COM è
proporzionale alla differenza u-y:
y  k ( y  u )
dove la costante k dipende dalle
caratteristiche fisiche del soggetto e
dall’accelerazione di gravità.
L’instabilità deriva dal fatto che u e y
non coincidono mai perfettamente.
L’accelerazione del COM genera una
forza d’inerzia che viene equilibrata
dalla componente orizzontale della
reazione del terreno FH.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Centro di massa e
centro di spinta
Anche durante il mantenimento
della postura eretta in condizioni di
quiete ci sono oscillazioni del COM
e del COP sulla base di appoggio.
Le variazioni del COM implicano
un effettivo movimento di tutta la
massa corporea.
Le variazioni del COP sono
proporzionali alla coppia
muscolare della caviglia e quindi
non implicano alcun movimento.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Meccanismo di controllo
Il controllo della postura eretta richiede continuamente un
inseguimento reciproco di COM e COP.
Proiezione di COM e COP sul piano di base
7
Variazione della posizione di COM e
COP nel piano sagittale
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Strategie di controllo dell’equilibrio
Per portare a coincidere COM e
COP si possono attuare due
principali strategie di controllo:
1)Agire sul COP modulando
l’attivazione dei muscoli della
caviglia (strategia di
caviglia).
2) Agire sul COM mediante
spostamenti relativi di parti del
corpo (strategia di anca).
Strategia di caviglia
8
Tecnologie per la disabilità
Strategia di anca
A.A. 2010/2011
Strategia di caviglia
La modulazione della
coppia muscolare alla
caviglia controlla
direttamente e
velocemente il COP;
l’azione sul COM è
meno importante.
Permette di compensare
minime perturbazioni
dell’equilibrio.
Richiede una buona
capacità muscolare.



9
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Strategia di anca

Lo spostamento di parti
superiori del corpo
controlla direttamente la
posizione del COM.

Permette di compensare
moderate perturbazioni
dell’equilibrio.

Richiede un minore sforzo
muscolare.
10
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Strategia del passo

Per compensare maggiori
perturbazioni dell’equilibrio
viene attuata la strategia del
passo.
11
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Meccanismi di stabilizzazione posturale
Esistono 3 possibili meccanismi di stabilizzazione, che
intervengono contemporaneamente:

Meccanismo fisico, legato alla stiffness muscolare.

Meccanismo reattivo, si tratta di un controllo in
catena chiusa o a feedback, che agisce in reazione
a diversi tipi di riflessi agenti in modo indipendente.

Meccanismo anticipativo, si tratta di un meccanismo
di controllo in catena aperta o a feedforward basato
su un modello interno di fusione sensoriale e di
predizione della dinamica.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
La stiffness muscolare
E’ la rigidezza elastica propria dei tessuti
muscolari.
Si può confrontare la coppia fornita alla
caviglia dalla stiffness muscolare con la
coppia statica gravitazionale (valore di
riferimento):
Cg=mgh
(dove h è l’altezza del COM).
Indicativamente la stiffness angolare dei
muscoli della caviglia è inferiore al valore di
riferimento di circa il 50%.
La stiffness muscolare non è quindi
sufficiente a stabilizzare la postura eretta.
13
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Controllo a feedback

Questo meccanismo cerca
di mantenere l’equilibrio
basandosi su informazioni
sensoriali (afferenze)
riguardanti la posizione
delle varie parti del corpo.

Le azioni muscolari
vengono generate sulla
base di informazioni visive,
vestibolari, propriocettive e
tattili.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Controllo feedforward
Nel controllo feedforward le afferenze
sensoriali non sono direttamente inviate al
sistema neuromotorio ma ad un centro
neurale associativo che si basa su un
modello interno della biomeccanica e della
fisica del mondo esterno.
Le diverse azioni muscolari sono generate
in anticipo rispetto agli eventi, in previsione
degli effetti presunti.
E’ un controllo basato su meccanismi di
apprendimento e di memoria ed è adattabile
alle diverse condizioni ambientali.
La predizione è efficace soltanto se i disturbi
sono prevedibili e la loro dinamica è stata
appresa.
15
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Effetti dell’età sul controllo posturale

Il controllo della postura eretta, così come di ogni
altra funzionalità motoria, richiede l’intervento di tre
sistemi fisiologici:



Il sistema sensoriale
Il sistema di controllo centrale
Il sistema di azionamento muscolare

I tre sistemi sono complessi ed interfacciati.

Nell’età anziana la funzionalità dei tre sistemi
degrada determinando varie difficoltà.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Effetti dell’età sul controllo posturale

Con l’avanzare dell’età la funzionalità dei tre sistemi
fondamentali nel controllo posturale tende a ridursi:
 la visione diminuisce in acutezza, sensibilità del contrasto e
percezione della profondità;
 il sistema vestibolare subisce cambimenti che determinano
vertigini e instabilità;
 ci può essere una diminuzione delle capacità propriocettive;
 le informazioni sensoriali sono rallentate;
 la velocità della conduzione nervosa è rallentata;
 la forza muscolare diminuisce;
 aumenta la rigidità dei tessuti connettivi;
 diminuisce la mobilità delle articolazioni.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Effetti dell’età sul controllo posturale

Negli anziani una diminuita capacità del controllo posturale è una
causa molto comune di cadute.

Il 30% delle persone con più di 65 anni e il 50% degli over-80
registra almeno una caduta all’anno

Le cadute rappresentano la sesta causa di morte negli over-65

Nel totale dei casi di morte per caduta il 60% si riferisce ad anziani
con più di 75 anni.

Il 25% di anziani oltre i 75 anni che si fratturano l’anca in una caduta
muore entro un anno

Negli anziani il costo delle prestazioni sanitarie relative a cadute
ammonta al 70% del totale riferito ad incidenti.

Il costo medio indicativo riferito ad un infortunio da caduta ammonta
a €10.000
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
La deambulazione
Postura e deambulazione
La deambulazione
Quando pensiamo al modo in
cui il corpo umano cammina,
viene alla mente l’analogia con
una marionetta.
E’ come se esistesse un
burattinaio che tira i fili e
controlla i nostri movimenti,
una specie di ―omuncolo‖ che
governa completamente le
nostre funzioni locomotorie.
Questa idea è rappresentata in modo umoristico ma efficace dalla figura:
un omuncolo controlla i muscoli flessori dorsali e plantari della caviglia, in
questo modo agisce sulla traiettoria del ginocchio.
Sebbene possa sembrare semplicistico, basandosi su questa idea è
possibile costruire un modello che aiuta a capire come si può effettuare
l’analisi della deambulazione.
20
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Analisi della deambulazione
Finalità:
• Conoscenza delle relazioni tra il sistema di controllo del moto e la
dinamica del cammino;
• Migliore comprensione dei meccanismi che traducono le azioni
muscolari delle articolazioni nel movimento;
• Analisi clinica delle situazioni patologiche, al fine di individuare
adeguati trattamenti (terapie, ortesi, interventi chirurgici, …);
• Miglioramento delle prestazioni in campo sportivo e riduzione di
numero e gravità degli infortuni.
21
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Fasi della deambulazione
Appoggio – (60% del ciclo) inizia all’impatto di un piede col terreno e
termina al distacco dello stesso piede. Il piede è sempre a contatto col
terreno e sopporta tutto o parte del peso.
Pendolamento – (40% del ciclo) inizia al distacco del piede e termina
quando lo stesso piede impatta successivamente il terreno.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Suddivisione del ciclo di deambulazione
Durante un ciclo il peso del corpo è supportato a volte da entrambi gli arti,
a volte da uno solo:


Nel 20% del tempo il peso è supportato da entrambi gli arti
Nell’80% del tempo il peso è supportato da un solo arto
23
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Suddivisione del ciclo di deambulazione
Le due fasi principali si articolano in 8 sotto-fasi o eventi
Per definire gli 8 eventi si possono usare termini generici, che si
riferiscono anche a deambulazioni irregolari o patologiche, oppure termini
attinenti ad una deambulazione normale.
24
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Terminologia della deambulazione
% del
ciclo
Terminologia per una deambulazione normale
Terminologia
generica
Impatto del tallone – inizio del ciclo, rappresenta il
momento in cui il baricentro del corpo è più in basso
Contatto iniziale
0-8%
Piede piatto – l’istante in cui la pianta del piede è tutta a
contatto col terreno
Caricamento
Appoggio pieno
8-30%
Appoggio pieno (intermedio) – quando l’arto controlaterale
(in pendolamento) supera il piede in appoggio e il baricentro
è al punto più alto
Scaricamento
30-40%
Distacco del tallone – il tallone perde contatto col terreno e
il polpaccio inizia la fase di spinta comandando la flessione
plantare della caviglia
40-60%
Distacco delle dita – termina la fase di appoggio e il piede
si distacca dal terreno
Prependolamento
60-75%
Accelerazione – il soggetto attiva i flessori dell’anca per
accelerare la gamba in avanti
Pendolamento
iniziale
Pendolamento centrale – il piede supera il corpo
Pendolamento
centrale
Decelerazione – i muscoli rallentano la gamba e
stabilizzano il piede in preparazione del successivo appoggio
Pendolamento
finale
0%
75-85%
85-100%
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Tecniche di analisi del cammino
Postura e deambulazione
Analisi del cammino
Per l’analisi della deambulazione possono essere utilizzate
diverse tecniche:
• Misure del movimento (lunghezza del passo, velocità di
cammino)
• Misure di movimenti angolari relativi dei segmenti nelle
articolazioni
• Rilievo della posizione nello spazio di alcuni punti notevoli
(motion capture - stereofotogrammetria)
• Misura delle forze di reazione del terreno (dinamometria)
• Rilievo dell’attività muscolare (ElettroMioGrafia)
• Misura dell’energia metabolica utilizzata (calorimetria indiretta)
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Laboratorio per gait analysis
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Tempi delle fasi del cammino
La misura del tempo che il singolo arto trascorre in appoggio o in pendolamento
permette di identificare eventuali patologie.
Esempio: confronto fra il ciclo del cammino di un uomo normale e due pazienti
con differenti patologie unilaterali dell’anca.
29
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Descrittori geometrici del cammino
L’osservazione di determinati parametri permette una valutazione della
correttezza della deambulazione
lu n g h e z z a d e l
p a s s o s in is tro
lu n g h e z z a d e l
p a s s o d e s tro
a n g o lo p ie d e
s in is tro
la rg h e z z a p a s s o
a n g o lo p ie d e
d e s tro
lu n g h e z z a
c o m p le s s iv a d e l p a s s o
30
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Descrittori geometrici del cammino
Si rilevano tramite l’osservazione delle impronte.

Lunghezza complessiva – distanza tra due successivi
contatti del tallone dello stesso piede

Semi-passo – distanza tra successivi contatti dei talloni dei
due diversi piedi

Larghezza del passo – distanza laterale tra I centri dei
talloni di due impronte consecutive (normalmente 7-9 cm)

Angolo di piede – angolo di orientamento esterno o interno
(normalmente circa 7 gradi verso l’esterno)
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Analisi strumentale del cammino
Tramite determinati
strumenti è possibile
rilevare ed acquisire in
tempo reale diverse
grandezze relative alla
deambulazione.
I corrispondenti segnali
vengono riportati in
funzione della percentuale
del ciclo del cammino.
32
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Misura dei movimenti angolari
• I movimenti angolari possono essere
rilevati tramite gli elettrogoniometri.
• Gli elettrogoniometri misurano l’angolo tra
due segmenti corporei.
• Un tempo era necessario connettere
l’elettrogoniometro al sistema di
acquisizione tramite dei fili
(alimentazione, trasporto dei segnali);
oggi ciò non è più necessario grazie alla
tecnologia wireless.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Misura dei movimenti angolari
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Posizione spaziale di punti notevoli
Richiede una tecnica di motion capture realizzata tramite
opportuni sistemi ottici.
Un sistema di motion
capture è costituito da un
set di videocamere che
riprendono la scena
dove il soggetto si
muove.
Le videocamere sono
almeno due, calibrate e
fisse.
35
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Posizione spaziale di punti notevoli
• Numerosi marker sferici, ricoperti
da materiale riflettente, sono fissati
al soggetto e illuminati da flash.
• La luce uscente dal flash viene
riflessa dal marker.
• Grazie all’utilizzo combinato di flash e
marker riflettenti, è possibile generare
immagini ad alto contrasto dove è
facile identificare i marker.
• Il movimento di ogni marker viene
calcolato tramite la
stereofotogrammetria, elaborando i
dati (immagini) acquisiti dalle
videocamere.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Posizione spaziale di punti notevoli
Stereofotogrammetria
Tramite la ripresa di due telecamere si individua la posizione dei marker
nello spazio 3D.
La registrazione e l’elaborazione delle posizioni permette di ricavare le
velocità e le accelerazioni dei punti lungo la traiettoria
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Posizione spaziale di punti notevoli
Esempio: posizione verticale del malleolo laterale destro di
un maschio adulto normale, rilevata tramite
stereofotogrammetria.
Posizione in funzione della
percentuale del ciclo:
RHS : impatto del tallone
destro;
LHS : impatto del tallone
sinistro;
RTO : distacco delle dita
del piede destro.
38
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Forze di reazione
del terreno
Dinamometria
Le forze di reazione del terreno
possono essere rilevate in tempo
reale per mezzo di una pedana
dinamometrica.
Il complesso delle azioni
scambiate col terreno comprende
una forza risultante, che può
essere valutata secondo le
componenti lungo tre assi
fondamentali, più un momento
risultante, a sua volta
scomponibile secondo le stesse
direzioni.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Forze di reazione del terreno
Per mezzo della pedana dinamometrica si può ricavare un
―vettogramma‖ delle forze di reazione del terreno durante
la fase di appoggio
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Forze di reazione del terreno
Il vettogramma può essere proiettato lungo le direzioni normali ai tre piani
principali
L’esempio riporta
le proiezioni della
sola forza
risultante.
Analoghe
indicazioni si
possono ricavare
anche per il
momento
risultante.
41
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Forze di reazione del terreno
Esempio: componente verticale della forza (N) in un maschio
adulto con paralisi cerebrale.
Forza in funzione della
percentuale del ciclo:
RHS : impatto del tallone
destro;
LHS : impatto del tallone
sinistro;
RTO : distacco delle dita
del piede destro.
42
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Forze di reazione del terreno
Le forze di reazione
del terreno
determinano
sollecitazioni nelle
articolazioni, che
vengono equilibrate
dalle azioni muscolari.
Durante la
deambulazione
intervengono anche
azioni dinamiche
determinate dal
movimento dei vari
segmenti.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Elettromiografia EMG
L’elettromiografia è una tecnica che permette di misurare l’attività
muscolare tramite l’acquisizione di segnali rilevati da speciali elettrodi.
Gli elettrodi sono di due tipologie: di superficie o intramuscolari (ad ago).
Esempi di elettrodi di
superficie
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Elettromiografia EMG
Esempi di elettrodi ad ago.
Sono poco usati nell’analisi del cammino
perché invasivi.
45
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Elettromiografia EMG
Esempio: segnale EMG (in µV) del retto femorale in una donna
adulta normale .
Segnale EMG in funzione
della percentuale del ciclo:
RHS : impatto del tallone
destro;
LHS : impatto del tallone
sinistro;
RTO : distacco delle dita
del piede destro.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Attività muscolare durante la deambulazione
Nelle slide seguenti sono riportate le immagini relative
all’attivazione dei muscoli durante le due fasi della deambulazione.
La colorazione indica il grado di attivazione dei muscoli:
nero = maggiormente attivo;
grigio = mediamente attivo;
bianco = a riposo.
I muscoli considerati sono:
• Gluteo massimo
• Gluteo medio
• Grande adduttore
• Quadricipite
• Bicipite femorale
• Tibiale anteriore
• Gastrocnemio
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Attività muscolare durante la deambulazione
Attività rilevata
tramite EMG
durante la fase
di appoggio
48
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Attività muscolare durante la deambulazione
Attività rilevata
tramite EMG
durante la fase
di
pendolamento
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Analisi dinamica inversa
Postura e deambulazione
Analisi dinamica inversa
• Consiste nella realizzazione di un modello dinamico del corpo umano, in
grado di simulare la deambulazione.
• Questa tecnica può in realtà essere utilizzata per analizzare qualsiasi
movimento, non solo la deambulazione.
• Ha come obiettivo la determinazione di forze e momenti intersegmentali
nelle articolazioni.
• Richiede la conoscenza dei dati antropometrici del soggetto (dimensioni,
masse e momenti d’inerzia dei segmenti).
• Richiede la determinazione in tempo reale della cinematica dei segmenti
(posizioni, velocità e accelerazioni) tramite la stereofotogrammetria.
• Richiede la rilevazione in tempo reale delle forze d’interazione con
l’ambiente (tramite piattaforme dinamometriche).
• I risultati possono essere confrontati con la verifica dell’attività muscolare,
tramite elettromiografia.
51
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Analisi dinamica inversa
Tensioni nei
muscoli
Elettromiografia
Fj
Forze
intersegmentali
F  m a
Equazioni del
moto
Masse e
momenti
d’inerzia dei
segmenti
Antropometria
dei segmenti
mi
Velocità e
accelerazioni
Posizione
dei segmenti
Forze di
reazione del
terreno
analisi dinamica inversa espressa a parole
52
Ai
d
dt
Pi
Fo
Analisi dinamica inversa
espressa in simboli
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Analisi dinamica inversa
Modello meccanico del corpo umano
Si possono costruire modelli
di varia complessità
I segmenti sono considerati
rigidi
I parametri fisici dei segmenti
sono: lunghezza, massa,
posizione del baricentro,
momenti d’inerzia.
53
Stick model:
modello a segmenti
monodimensionali
Tecnologie per la disabilità
Hatze: modello a
17 segmenti
tridimensionali
A.A. 2010/2011
Analisi dinamica inversa
I parametri dei diversi segmenti corporei possono essere
identificati in vari modi:
• Rilievo di valori medi su cadaveri, adattati al soggetto in esame
tramite il rapporto delle masse totali.
• Tecniche di “scanning” radiografico (TC). Sono costose e dannose
per la salute del soggetto.
• Tecniche antropometriche, basate sulla misura di alcune
dimensioni caratteristiche del soggetto in esame. L’identificazione
così effettuata risulta essere:
− Personalizzata sull’individuo;
− Rapida da eseguire;
− Economica e sicura;
− Sufficientemente accurata.
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Analisi dinamica inversa
Cinematica dei segmenti
Ad ogni segmento corporeo è
associata una terna di
riferimento ad esso solidale.
Tramite la stereofotogrammetria
è possibile ricostruire istante per
istante la posizione nello spazio
di ogni segmento.
Per successiva derivazione si
ricavano anche la velocità e
l’accelerazione dei segmenti in
ogni istante.
Note velocità e accelerazioni si
calcolano le forze d’inerzia
agenti sui segmenti.
55
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Analisi dinamica inversa
Misura della forza di reazione del terreno
Mediante una pedana dinamometrica è possibile registrare la forza
scambiata tra piede e terreno.
Per un’analisi tridimensionale del cammino è necessario acquisire sia la
forza sia il momento nelle tre direzioni
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Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Analisi dinamica inversa
Determinazione delle forze intersegmentali
Si segue un procedimento ricorsivo, partendo
dal segmento distale (piede);
1. Equazioni di equilibrio delle forze applicate al
piede
 forze note: forza e momento del terreno,
peso, forze d’inerzia
 si calcolano la forza e il momento
scambiati con la gamba alla caviglia
2. Stesso procedimento per la gamba: si
calcolano la forza e il momento scambiati
con la coscia al ginocchio.
3. Stesso procedimento per la coscia: si
calcolano la forza e il momento scambiati
con il bacino all’anca.
57
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Analisi dinamica inversa
Scomposizione delle forze intersegmentali
Una volta calcolate, le forze e i momenti intersegmentali possono essere
scomposte secondo gli assi anatomici delle articolazioni.
L’esempio seguente è relativo al ginocchio.
asse medio-laterale del segmento
prossimale:
 forza medio-laterale
 momento di flessione-estensione
asse longitudinale del segmento
distale:
 forza prossimale-distale
 momento di rotazione internaesterna
asse perpendicolare ai due
precedenti:
 forza antero-posteriore
 momento di abduzione-adduzione
58
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Riferimenti e link

Vaughan C.L. , Davis B.L. , O’Connor J.C. ,
Dynamics of Human Gait (2nd edition), 1999, ISBN:
0-620-23558-6.
59
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
Licenza d’uso


Queste diapositive sono distribuite con licenza Creative
Commons ―Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo
stesso modo 2.5 Italia (CC BY-NC-SA 2.5)‖
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


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



di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in
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di modificare quest'opera
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se la usi per crearne un'altra, puoi distribuire l'opera risultante solo
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http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/
60
Tecnologie per la disabilità
A.A. 2010/2011
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