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Campanili gemelli Nell`ambito della tipologia di

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Campanili gemelli Nell`ambito della tipologia di
CAMPANILI ABRUZZESI
Campanili gemelli
Nell’ambito della tipologia di campanile posto in facciata,
oltre ai più semplici e più comuni esempi di torre campanaria
collocata lateralmente al prospetto, anche per l’Abruzzo è
importante citare la tipologia dei campanili gemelli posti
simmetricamente ai lati della facciata; li troviamo a L’Aquila
nel Duomo (fig. 1) e nella chiesa di San Marco (figg. 2, 3).
fig. 1 - Campanili del
Duomo, Cattedrale dei SS.
Giorgio e Massimo a
L’Aquila – foto tratta dal
sito www.ing.univaq.it
L’antico Duomo dell’Aquila dedicato ai Santi Giorgio e
Massimo fu completamente distrutto dal terremoto del 1703
ad eccezione del fianco settentrionale. Nel 1711, affidando
l’incarico all’architetto romano Sebastiano Cipriani, si diede
inizio ai lavori di ricostruzione della chiesa, lavori che, prolungandosi fino al 1780,
furono ostacolati da alterne vicende e riguardarono solo le parti interne. Anche la
ricostruzione della facciata, rimasta incompiuta fino al 1851, subì notevoli ritardi
causati dalla sospensione dei lavori in seguito ai moti risorgimentali. Il prospetto
principale su progetto di Giambattista Benedetti, fu eseguito parzialmente solo
nella parte inferiore, in cui viene adottata una delle tipiche composizioni
neoclassiche che, a ripresa di temi cinquecenteschi palladiani, adatta la facciata del
tempio classico a quella della chiesa. Delimitata ai lati da lesene angolari, poste
anche ad inquadrare quattro semicolonne ioniche, la parte inferiore è conclusa da
una trabeazione con cornice a dentelli che, in corrispondenza delle semicolonne, si
corona con un timpano classico. La parte superiore si compone, al centro, di una
finestra termale che sia apre proprio sul vertice del frontone. Ai lati, due orologi
sono posti alla base di due torri campanarie gemelle le cui celle si aprono, ciascuna
su ogni lato, con quattro monofore ad arco a tutto sesto e si concludono in alto
con copertura a cupola. Questo assetto superiore fu completato nel 1928, data
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incisa sulla balaustra di coronamento della facciata, balaustra che raccorda anche le
due celle campanarie.
Sempre a L’Aquila sono da citare i due piccoli campanili che aggiunti
simmetricamente alla facciata della Chiesa di San Marco (fig. 2, 3), intorno alla
metà del Settecento, trasformarono e al tempo stesso conservarono in parte, nelle
linee portale, l’originario assetto romanico del prospetto principale.
Entrambe le chiese del capoluogo aquilano sono state danneggiate dal recente
terremoto del 2009 accusando gravi danni in particolare alle strutture interne.
figg. 2, 3 – Chiesa di San Marco a L’Aquila – foto tratte dal sito www.inabruzzo.it
Rimanendo nel territorio dell’Abruzzo interno, in provincia dell’Aquila, troviamo
l’imponente facciata barocca della Basilica di Santa Maria Assunta a Castel di
Sangro (AQ) (fig. 4), posta in posizione dominante, nella parte alta del nucleo
antico dell’Alta Civita e visibile da lunga distanza. L’aspetto attuale è frutto di
diverse ricostruzioni dovute a eventi distruttivi eccezionali subiti nel corso dei
secoli, quali incendi e terremoti di cui l’ultimo alla fine del Seicento quando,
successivamente, la facciata venne riedificata per l'ultima volta in forme barocche,
precisamente tra il 1695 e il 1725. Artefice di questa ricostruzione fu Francesco
Ferradini, artista di origini comasche che risiedeva da anni a L'Aquila ed aveva
svolto lavori di decorazione nella Collegiata di Pescocostanzo, centro montano
non lontano da Castel di Sangro. Egli avviò i lavori di rifacimento da solo già nel
1695 per essere affiancato, qualche anno dopo, da Giovan Battista Gianni.
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Il prospetto principale si sviluppa con un motivo ricorrente: quello di un modulo
composto da una coppia di lesene, poste su un alto basamento, inframmezzata da
nicchia ad arco a pieno centro entro la quale è collocata una statua. Ai lati della
facciata vi è un modulo (coppia di lesene con nicchia) posto ad inquadrare la parte
centrale, lievemente aggettante, che si articola con doppio modulo al cui centro si
colloca il portale d’ingresso; quest’ultimo è sormontato da un timpano spezzato e
da un’edicola contenente lo stemma cittadino. Questa disposizione si ripete,
separata da un’alta trabeazione, in doppio ordine: nella parte superiore al centro si
apre una finestra con timpano mistilineo e più su, entro una cornice circolare, vi è
un orologio. Un timpano classico conclude la parte centrale della facciata mentre,
ai suoi lati e a coronamento delle ali laterali, più arretrate, trovano posto le celle
campanarie gemelle sormontate da cupolette a cipolla.
fig. 4 – Basilica di Santa Maria Assunta a Castel
di Sangro (AQ) – foto tratta dal sito
www.inabruzzo.it
fig. 5 – Santuario della Madonna della Libera a
Pratola Peligna (AQ) – foto tratta dal sito
www.parrocchiasantafamiglia.it
A Pratola Peligna (AQ), troviamo il Santuario della Madonna della Libera
(fig. 5), edificato nel 1860 su una preesistente cappella cinquecentesca, secondo
l'idea artistica dell'architetto Eusebio Tedeschi, che disegnò la facciata in stile
neoclassico, a differenza dell'interno della chiesa che è riccamente decorata in stile
barocco. La facciata, realizzata con pietra della Majella, appare tripartita e
movimentata da un corpo centrale collocato in posizione più avanzata rispetto alle
simmetriche ali laterali, sulle quali si elevano due campanili. Il corpo centrale è
suddiviso in due ordini da coppie di lesene che, anche qui come a Castel di
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Sangro, inquadrano una nicchia semicircolare contenente, solo nell'ordine
inferiore, una statua. Al centro della facciata vi è il portale sormontato da un
timpano mentre nell'ordine superiore, in linea con il portale, si apre una finestra
rettangolare posta tra le due coppie di lesene, lesene che sostengono un
coronamento a timpano. Affiancate alle statue del corpo centrale, appaiono
simmetricamente altre due statue, una per lato nella zona inferiore delle ali laterali,
zona delimitata da larghi cantonali bugnati che si protendono verso l'alto, oltre la
trabeazione, con i due campanili gemelli. Le celle campanarie, che si aprono
ognuna con quattro fornici ad arco a pieno centro e inquadrati da lesene binate,
poggiano su basamenti posti in linea con i larghi cantonali, basamenti che si
collegano al corpo centrale mediante una balaustra. Le quattro statue sono state
collocate in facciata nel 1911, opere a firma dell’artista popolese Nazareno Di
Renzo.
Di mole notevole è anche l'antica Chiesa dei SS. Valentino e Damiano a San
Valentino in Abruzzo Citeriore (PE) che, già in rovina nel 1771, fu ricostruita
tra gli anni 1777-1791 da maestranze di scuola vanvitelliana (fig. 6); ma il
terremoto del 1915 ne distusse la facciata che venne ricostruita tra il 1920 e il
1931, con due torri campanarie, da Giuseppe Maranca su progetto di Antonino
Liberi, architetto affermatosi a Pescara. Qui, a San Valentino, il Liberi propone
una facciata di ispirazione “eclettica”, caratterizzata dalla coesistenza di motivi
stilistici del repertorio tradizionale appartenenti a epoche diverse. Si va dalle
rustiche paraste bugnate di gusto manierista dell’ordine inferiore, con la classica
trabeazione dorica, alla quattrocentesca trifora composta da arcate a tutto sesto su
colonne, alla superiore finestra neoclassica semicircolare. Lateralmente emergono,
dall’articolato impianto di facciata composto da ordini sovrapposti, due celle
campanarie di gusto barocco le cui aperture, concluse da arco a tutto sesto, sono
inquadrate da lesene coronate da timpano mistilineo. Due cupolette, terminati con
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piccole lanterne, sono poste a copertura e a coronamento delle celle campanarie
(fig. 7).
figg. 6, 7 – Chiesa dei SS. Valentino e Damiano a San Valentino in Abruzzo Citeriore (PE)- Autore foto: M.P.
Ottoni
Poco distante da San Valentino e precisamente a Torre de’ Passeri (PE) si può
citare la Chiesa Madre della Beata Vergine Maria delle Grazie (fig. 8), databile
fine XVIII sec., in cui due torri campanarie gemelle laterali, lasciate in muratura a
vista, dominano sulla facciata. Quest’ultima è rifinita da un apparato decorativo a
lesene binate che inquadrano, nella parte inferiore il portale, contornato anch’esso
da lesene e da un coronamento mistilineo; l’ordine inferiore si raccorda con la
parte superiore con un motivo a volute.
A Pescara si trova la Chiesa dei SS. Giovanni Battista e Silvestro Papa (fig. 9)
costruita in tempi più recenti intorno al 1850.
Sempre nella provincia di Pescara, a Collecorvino (fig. 10) troviamo un'altra
imponente facciata, quella della Chiesa di Sant’Andrea, di origine benedettina ed
elevata a collegiata nel 1572 ma completamente trasformata in epoca barocca.
L’imponente facciata, rifinita da un paramento di mattoni lasciati a vista è
inquadrata da svettanti da campanili gemelli di ispirazione atriana posti in
posizione lievemente arretrata rispetto al corpo centrale coronato da un timpano
mistilineo.
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fig. 8 – Chiesa della Beata Vergine Maria delle
Grazie a Torre de’ Passeri (PE) – foto tratta dal sito
www.flickr.com
fig. 9 – Chiesa di San
Silvestro a Pescara–
foto tratta dal sito
www.parrocchiasansil
vestro.it
Campanili gemelli
fig. 10 – Chiesa di
Sant’Andrea Apostolo
a Collecorvino (PE) –
foto tratta dal sito
www.inabruzzo.it
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