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Per tutte le letture che ti verranno proposte, dovrai essere in grado di
ALLEGATO A 1. Identificare la tipologia testuale proposta individuandone gli elementi caratterizzanti anche a livello linguistico. 2. Identificare l’argomento del testo. 3. Identificare lo scopo del testo 4. Distinguere gli elementi narrativi da quelli riflessivi. 5. Cogliere gli stati d’animo del protagonista e i cambiamenti che intervengono nel corso della narrazione. 6. Cogliere i rapporti tra il protagonista e la realtà che lo circonda (altri personaggi, ambiente, periodo storico). 7. Identificare il modo in cui il protagonista interviene sulla realtà che lo circonda. 8. Esprimere il proprio punto di vista (motivato) sul comportamento del protagonista. Mela verde di Daniela Gilli 1)Si tratta di un racconto autobiografico scritto in prima persona. Il fatto che la voce narrante rifletta su se stessa al presente e non racconti avvenimenti passati, unito all’uso di un linguaggio informale fa pensare che il brano sia tratto da una pagina di diario. 2)Il testo parla delle difficoltà legate alla crescita: la protagonista esprime il suo disagio per il corpo che cambia, per i suoi improvvisi sbalzi d’umore, per i rapporti spesso difficili con chi le sta intorno. 3)Lo scopo del testo è quello di dare libero sfogo ai propri sentimenti e ai propri pensieri. 4)Elementi narrativi presenti nel testo. La protagonista dice di essersi trasferita da poco in una casa che non le piace perché ha un brutto giardino. Traslocare inoltre ha comportato lasciare i propri punti di riferimento (amici, vicini di casa ). Ha degli scontri con la professoressa di francese che, secondo lei è razzista e se la prende con i più deboli; i genitori decidono di mandarla a ripetizioni da una giovane insegnante che riesce a farle amare la lingua. La protagonista trascorre le vacanze al mare anziché in montagna e ne è felice 5)Le emozioni, gli stati d’animo che emergono dal testo sono i seguenti. Senso di estraneità alla nuova casa, al nuovo ambiente che la circonda; la protagonista si sente a suo agio solo nella propria stanza perché dalla finestra vede il mare. Il disagio per il corpo che cambia e cresce a spigoli. Disagio per i continui sbalzi d’umore: a volte piange senza motivo, alterna momenti di felicità e di tristezza, ha voglia di litigare e di polemizzare con gli adulti. 6)In generale emerge una certa difficoltà da parte della protagonista a gestire il rapporto con gli adulti, soprattutto con la professoressa di francese e, di conseguenza, con i genitori che la puniscono e sembrano non capire il disagio della figlia. Diversamente instaura buoni rapporti con la nonna, che capisce i suoi sbalzi d’umore e non le fa pressioni, e con la giovane insegnante che le dà ripetizioni di francese e riesce a farle apprezzare questa lingua. 7)La protagonista cerca di combattere quelle che giudica ingiustizie: difende infatti una compagna bruttina, non troppo sveglia e figlia di povera gente che, a suo dire, viene maltrattata dall’insegnante di francese. 8)Davide: “La protagonista del brano “Mela verde”comincia ad avvertire i primi problemi legati all’adolescenza. Strano fenomeno quello dell’adolescenza: si diventa più che bambini e meno che uomini, gli ormoni danno origine a sbalzi d’umore e a nervosismi improvvisi. Io, sinceramente, ho vissuto pochissimi problemi di questo genere, forse perché sono sempre indaffarato o forse perché sono ancora troppo piccolo. Sta di fatto però che sull’adolescenza mi hanno ripetuto più volte che si piange e si ride …per non parlare di tutto il resto e devo dire che comincio ad avere paura! Paura di perdere tutto, di invecchiare, di impazzire. Con la protagonista del racconto condivido soprattutto il desiderio di cambiare il sistema; lei vuole aiutare i più deboli, io voglio aiutare il mondo a distruggere le gerarchie sociali.” Claudia: “La protagonista del racconto è a disagio per i cambiamenti che sta vivendo, ha spesso sbalzi d’umore e combatte contro quelle che giudica ingiustizie. Io mi identifico in lei perché mi capita di avere repentini sbalzi d’umore e, se c’è qualcosa che non mi sta bene, insisto finchè gli altri non riconoscono che ho ragione. A volte mi sento capita, altre mi sento più sola che mai.” ALLEGATO B 9. Identificare la tipologia testuale proposta individuandone gli elementi caratterizzanti anche a livello linguistico. 10.Identificare l’argomento del testo. 11.Identificare lo scopo del testo 12.Distinguere gli elementi narrativi da quelli riflessivi. 13.Cogliere gli stati d’animo del protagonista e i cambiamenti che intervengono nel corso della narrazione. 14.Cogliere i rapporti tra il protagonista e la realtà che lo circonda (altri personaggi, ambiente, periodo storico). 15.Identificare il modo in cui il protagonista interviene sulla realtà che lo circonda. 16.Esprimere il proprio punto di vista (motivato) sul comportamento del protagonista. Un fastello di contraddizioni di Anna Frank 1)Si tratta di una pagina di diario. Lo capisco dal fatto che reca la data di composizione, l’intestazione (“Cara Kitty”), la firma(“La tua Anna”) e in essa l’autrice riflette su di sé, evidenziando i propri stati d’animo. 2-3)Questa pagina di diario può essere considerata uno sfogo, l’autrice infatti esprime liberamente i propri sentimenti ed evidenzia le contraddizioni insite nella sua personalità. 4)Il testo è a predominanza riflessiva: Anna non racconta episodi specifici della propria vita quotidiana, ma riflette su di sè e sulle reazioni che gli altri hanno di fronte ai suoi comportamenti spesso irriverenti. 5)Anna è confusa, non a caso parla di sé come di un “fastello di contraddizioni”; si sente come se fosse divisa in due: da una parte c’è l’Anna più superficiale, quella che prende tutto alla leggera, con allegria, esuberante, che vuole avere sempre l’ultima parola e che non si adatta all’opinione altrui. Dall’altra parte invece c’è un Anna più pura e più profonda che rimane nascosta e quindi resta sconosciuta a tutti. La parte “leggera” prende sempre il sopravvento e impedisce alla parte più profonda di emergere, Anna infatti teme di non essere presa sul serio e sa che non lo sopporterebbe. Questa situazione la fa soffrire perché non riesce a esprimere veramente se stessa e si sente estranea all’ambiente che la circonda (anche quello familiare) che non sa interpretare correttamente i suoi comportamenti e si limita ad esprimere giudizi. 6)In generale Anna evidenzia rapporti difficili con le persone che le stanno intorno e pare che si aspettino da lei comportamenti allegri e beffardi. Soprattutto la sua famiglia sembra non fare alcuno sforzo per capirla meglio: quando lei si mostra più seria e tranquilla, le chiedono se è malata e cercano di curarla con delle pastiglie. Il risultato è che Anna si sente triste e diventa più impertinente e confusa al tempo stesso perché non trova un modo per dimostrare com’è davvero. 7)Anna non interviene sulla realtà che la circonda, sceglie di non uscire allo scoperto e di non rivelare agli altri le proprie emozioni, si tiene tutto dentro. Non è pronta a rompere “la maschera” da pagliaccio che ogni giorno si sente costretta ad indossare. 8)Lucrezia:”Penso che Anna dovrebbe esprimere senza paura i propri sentimenti, senza sentirsi costretta ad indossare una “maschera” per far piacere agli altri. Non riesce a capire, infatti, che, con il passare del tempo, mostrarsi diversa da come realmente è le renderà la vita difficile. Io, al contrario di Anna, non cambio il mio comportamento per far piacere alle persone che mi circondano perché la mia personalità è in un modo e se gli altri non l’accettano non è un problema. Cambiare la propria natura, secondo me, è stupido.” Camilla:”Io mi sento libera di esprimere me stessa con i miei cari, ma a volte mi rendo conto che tendo ad indossare una “maschera”. Molti pensano che io sia una bambina che non capisce nulla, in realtà mi pongo domande molto profonde e mi sento più grande dei miei coetanei. Ogni tanto, come Anna, mi sento incompresa e sola, magari è colpa mia perché non mi voglio aprire con le persone. Devo dire, però, che se mia madre mi vede triste, mi chiede cosa c’è che non va e non si arrende fino a quando non capisce cosa sto provando; io vorrei dirle tutto, ma non sempre ci riesco perché talvolta la parte adolescenziale che sta maturando in me mi fa rimanere in silenzio o mi spinge a correre in camera mia.”. Marco: “Secondo me, Anna non è ancora matura perché il suo carattere si sta formando e quindi la ragazza non ha ancora raggiunto una personalità ben definita. Ha bisogno di aiuto e di consigli, soprattutto da parte dei suoi familiari con i quali dovrebbe avere un rapporto di confidenza e di dialogo. Io non sempre mi sento libero di essere me stesso perché penso alle possibili conseguenze dei miei comportamenti, ma a volte mi lascio comunque trascinare dalle idee dei miei amici per non essere “contestatore” e per non sentirmi diverso. Anche quando devo prendere delle decisioni importanti non mi sento del tutto libero perché preferisco seguire i consigli dei miei genitori: a questa età, infatti, non credo di essere in grado di fare scelte responsabili e giuste”. Martina: “Diciamo che anche la mia anima, come quella di Anna, è divisa in due. Quando sono con le persone che conosco, rido, scherzo e prendo tutto alla leggera, invece, quando sono da sola o con persone che non conosco, sono timida e silenziosa, praticamente l’opposto. Qualche volta vorrei provare a mostrare il mio lato più sentimentale, poi penso che le persone, abituate al mio io più scherzoso, non riuscirebbero ad apprezzare la mia parte più profonda. Comunque a me va bene convivere con tutte e due le parti della mia anima ..” Klara: “Il comportamento di Anna non mi è piaciuto perché non è intervenuta per cambiare la realtà che la circonda. Ho trovato molto scorretto anche il comportamento dei genitori verso la propria figlia perché avrebbero potuto fare qualche sforzo in più per capirla meglio. Io, a differenza di Anna, ho una famiglia molto affettuosa, soprattutto una madre eccezionale che mi capisce e mi aiuta con i suoi consigli a superare momenti e situazioni difficili. Come Anna, però, talvolta indosso una maschera; a scuola infatti mi comporto in modo diverso da come sono realmente perché ho paura di essere rifiutata dal gruppo.” ALLEGATO C Caro diario, mi dispiace se non ti scrivo da tanto tempo, ma non ne ho avuto l’occasione. Oggi vorrei sfogarmi con te su tutto il periodo che sto vivendo. Mi sento cambiata, non sono più quella di prima, ho continui sbalzi d’umore e ogni minima cosa mi fa innervosire; mia madre dice che è normale, ma non si sforza di capirmi. Se fosse al mio posto, sicuramente saprebbe cosa vuol dire non sentirsi a proprio agio con se stessi e non solo a livello caratteriale. Anche il mio corpo infatti è cambiato: i capelli non sono più quelli di una volta e non so se sia un bene o un male visto che non mi piacevano nemmeno prima; un giorno vorrei essere più alta, un altro più bassa, non voglio più gli occhiali e mi sembra assurdo perché quando ero piccola, invece, mi affascinavano e speravo di portarli. Oltretutto, continuo a litigare con le persone che mi vogliono bene, mi sento persa e sola, non so più con chi confidarmi. Sono come un castello di carte, basta soffiare e crollo; non che sia così fragile ma le critiche non mi fanno di certo bene, mi chiuderei in una stanza e non uscirei per un po’ di tempo. La scuola mi tiene sempre occupata e, se mi capita un giorno libero, ci sono altri impegni, non c’è mai un momento per le cose più semplici e banali. A tal proposito, mi piacerebbe fermare il tempo, niente più paranoie e potrei fare ciò che voglio. Mi mancano i poteri da supereroe però!! Da ciò che ti ho scritto ti sembrerà che la mia vita sia noiosa, ma non è così; a parte per una piccola frazione della giornata e la mattina davanti allo specchio, passo il tempo a ridere e scherzare. Basta non pensarci per far sembrare la vita più bella e far svanire tutti i problemi. Ora ti saluto. Ti scriverò presto, baci. Veronika Caro Diario, non scrivo da molto tempo e mi dispiace, ma finalmente sono riuscita a ritagliare un po’ di tempo per te. Con il passare del tempo mi sono accorta di essere cambiata sia nel corpo che nel carattere; parlando appunto della mia forma fisica, ho preso una decisione da cui sono irremovibile: mi metterò a dieta perché al momento non mi piaccio e credo di essere troppo grassa. Per questo mi sento impacciata e fuori posto in qualsiasi situazione; ho sempre paura di fare la scelta sbagliata e m sento come se fossi messa sotto esame dagli altri. Anche il mio carattere sta cambiando: prima ero molto più solare e attiva, amavo divertirmi, ora, invece, preferisco la pace e la tranquillità e ogni minimo rumore mi fa venire il mal di testa (per questo mia madre mi dice che sembro una vecchia zitella); sono anche diventata più riservata e non mi piace parlare delle mie emozioni e dei miei sentimenti perché mi fa sentire fragile e indifesa. Trovo difficile parlare tutto questo ai miei genitori che potrebbero fraintendere le mie parole e così mi farebbero stare ancora più male. Con i miei coetanei il rapporto si deteriora ogni giorno di più: odio parlare con loro, mi sento fuori posto, diversa, e l’unica che mi fa compagnia è la solitudine in cui mi posso chiudere tutte le volte che voglio, senza dare fastidio a nessuno. Per giunta ho molti sbalzi d’umore che, oltre a dare fastidio alle persone che mi circondano, sono orribili anche per me. Dalla rabbia alla tristezza, dalla felicità alla delusione, non so neanche io quello che provo, mi confondo sempre di più e ho pure dei tic nervosi (come muovere il piede o la penna di continuo). Non capisco perché mi siano venuti, so soltanto che sono fastidiosi sia per me che per gli altri. Ed ora, dopo averti stordito con tutte queste stupidaggini, ti saluto. Spero di poterti scrivere presto. Un bacione Francesca Caro diario, in questi ultimi mesi ho notato che sto crescendo sia fisicamente che psicologicamente. Il mio corpo è decisamente cambiato; prima, quando ero più piccola, non mi importava del mio aspetto e mi mettevo i primi abiti che mi capitavano tra le mani. Adesso i vestiti che ho non vanno più bene, ne voglio sempre di nuovi, alla moda e purtroppo molto costosi. Davanti allo specchio non sto minuti, ma ore, non riesco mai a trovare il “look” giusto per me. Qualche volta, nelle occasioni importanti, per farmi notare e per sentirmi più grande, mi trucco un po’. Per quanto riguarda il mio carattere, invece, vorrei essere migliore, ma non ci riesco; in casa sono abbastanza gentile, in giro prevale la mia parte più esuberante e snob. Quando guardo la gente, mi fermo subito alle apparenze, invece prima vedevo le persone per quello che erano, non per quello che sembravano. Mi sono accorta che le apparenze a volte ingannano: una persona può non essere carina o vestirsi male, ma può avere un cuore d’oro, per questo vorrei cambiare. Certe volte piango, non so nemmeno il perché, forse per le ingiustizie o forse per le troppe emozioni che mi sovrastano ogni giorno. Quando vedo le cose terribili che accadono quotidianamente, mi arrabbio moltissimo e vorrei far di tutto per fermare queste crudeltà. Non sopporto le persone che sparlano della gente alle loro spalle perché, se hai qualcosa da dire, puoi farlo apertamente, senza essere codardo. Qualche volta sono infantile, mi arrabbio molto spesso con mio fratello e, se mia mamma mi sgrida, mi arrabbio anche con lei. Che periodo critico…Ogni giorno mille emozioni diverse e ogni giorno qualcosa di nuovo da scoprire nel mio corpo. Alle mie amiche dico cosa sto passando, ma voglio scrivere anche a te quello che mi succede perché, quando sarò grande, mi piacerebbe rileggere queste pagine e magari riderci sopra. Ci sentiamo domani, per raccontarti qualche nuovo cambiamento! Tua Martina Caro diario, oggi ti voglio raccontare dei cambiamenti fisici e psicologici che ho riscontrato in me stessa negli ultimi mesi. Sono molto cambiata dell’anno scorso; il mio corpo si è riempito di peli, mi sembra di essere un gorilla! Adesso mi importa del mio aspetto fisico e del mio peso (mi sento una BALENA !!). Anche il mio carattere è molto cambiato: prima ero quasi sempre sorridente e adesso mi arrabbio per niente, a volte sembro una pazza perché l’attimo prima sono felicissima e l’attimo dopo vorrei piangere. Oltre al mio corpo e al mio carattere, che mi fanno sentire a disagio, si aggiunge mia madre con i suoi “discorsi da donna a donna”. Che orrore, li odio!!! Per complicare il quadretto, ci sono anche le mie amiche con cui l’anno scorso andavo d’accordo e ora non mi parlano più. Mi sembra quasi che solo tu e Claudia (la mia migliore amica) capiate quello che sto provando. Tutte queste cose sommate mi fanno arrabbiare, vorrei urlare, ma non posso, mi sembra di essere una bomba ad orologeria che sta per scoppiare. Claudia dice che tenersi tutto dentro fa male, infatti ogni tanto vorrei andare dalla psicologa che c’è a scuola, ma ho paura che tutti mi dicano che sono matta e comunque non riuscirei ad aprirmi con una persona che non conosco. Tutti sostengono che sto attraversando una fase di passaggio, però ho paura che non passi velocemente. In più adesso penso ai ragazzi (che prima per me erano solo una specie sotto sviluppata), ma nessuno di quelli che conosco è il mio “tipo”, sono tutti sciocchi e ti prendono in giro e questo manda la tua autostima sotto i piedi; a loro piacciono solo le ragazze belle e senza cervello, io non sono così. Lo so che non sono bella, però riesco a coniugare un congiuntivo e un condizionale e riesco a formulare una frase di senso compiuto! Che rabbia che mi fanno!!!! Mi dispiace, ma ora devo andare. Sei sempre d’aiuto perché mi sai ascoltare nei momenti peggiori. Un abbraccio Camilla Cara Lizzie, so che è un bel po’ di tempo che non ti scrivo, ma oggi mi farò perdonare. Ti voglio parlare un po’ dei miei problemi, dei miei sbalzi d’umore improvvisi, delle domande che mi pongo, ma a cui non ho ancora trovato risposta. Innanzitutto la scuola, ah….la scuola! Anche sotto questo aspetto le cose stanno cambiando. Sai, è difficile trovare la forza e il coraggio di andare a scuola tutte le mattine sapendo di essere obbligata a vedere i miei compagni. Questo perché a volte la loro indifferenza è causa della mia sofferenza. I miei compagni, non tutti ma quasi, sono un po’ snob e, se non sei come loro, ti considerano diversa, strana, insomma….una PERDENTE! Credo che non siano capaci di immedesimarsi negli altri e di provare i loro stati d’animo, ma a volte mi consola il fatto che io stessa faccio fatica a capirmi. Non riesco inoltre a sopportare i cambiamenti fisici ed emotivi dovuti a questa fase della vita che sto attraversando. Non capisco. Perché il corpo deve cambiare? Perché ci riempiamo di brufoli? E perché siamo sempre insoddisfatti di noi stessi? A volte penso che una soluzione facile e veloce sia immedesimarsi in qualcuno che stimiamo molto. Ad esempio a me capita spesso di sognare di essere Brenda Asnicar, cioè Antonella ne “Il Mondo di Patty”. E’ bellissima, stratosferica, in gamba. Le ragazze la invidiano e i ragazzi fanno fatica a non essere abbagliati quando passa. Poi….puff! La magia è finita e ritorno ad essere ma stessa, quella strana, impacciata, diversa, distratta. A volte mi chiedo se riuscirò mai a realizzare il mio sogno: diventare una famosa popstar. Ma è inutile illudersi. Non serve passare tutta la vita a inseguire qualcosa che sai che non si potrà realizzare. Mi rendo conto inoltre che il mio carattere sta cambiando, mi ritrovo infatti a piangere senza motivo e spesso mi sento strana, diversa ed estranea ad ogni ambiente. A volte, prima di fare la doccia, gioco a far finta di essere una cantante e canto ogni cosa che mi passa per la testa, poi, quando finisco e il “pubblico-specchio” non applaude, mi arrabbio molto e gli tiro addosso tutto quello che mi ritrovo nelle mani. Ogni tanto mi trucco perché ho sempre pensato che chi si trucca è più bella, ma solo ora mi rendo conto del contrario. Non lo so, ci sono momenti in cui mi sembra di avere il mondo intero contro! Ho paura, mi sembra di essere cambiata dall’oggi al domani. Credo comunque di non essere l’unica a sentirmi così, in fondo siamo tutti uguali: lottiamo per qualcosa! In questo momento, però, credo di averti raccontato solo gli aspetti negativi dell’adolescenza. Sai Lizzie, a volte è anche bello cambiare. È bello cominciare a sentirti grande: si possono fare cose che prima non si potevano fare perché i tuoi genitori sanno che stai maturando e ti affidano maggiori responsabilità. Seconde me, comunque, il modo migliore per affrontare l’adolescenza è sapersi accettare così come si è. Si, è vero, a volte è difficile e ne sono consapevole, ma una volta ho sentito dire che il modo migliore per piacere agli altri è piacere a se stessi, ignorando i commenti e le battutine velenose di chi non ti vuole bene e non ti apprezza. Per concludere Lizzie, ti voglio ringraziare per avermi ascoltata e sappi che rimarrai sempre la mia migliore amica. Con affetto.Ti voglio bene. Sarah Caro diario, certe volte accendo la televisione, infilo una videocassetta e inizio a guardarla. Scelgo sempre i soliti filmati, ovvero quelli delle mie recite scolastiche, soprattutto quelle di prima e seconda elementare. Quando finiscono, mi raggomitolo su me stessa e inizio a piangere: piango perché mi accorgo di essere cambiata sia nell’aspetto fisico che nel carattere. Piango quando mi vengono in mente i bei ricordi della scuola primaria, ma anche quelli brutti in realtà, per esempio quando mi facevo male oppure quando piangevo per delle sciocchezze. Anche adesso piango per delle scemate, come il mio corpo ad esempio. Non me ne ero mai curata fino ad ora, ma in questo periodo mi sono accorta che la mia faccia è molto cambiata: prima la mia pelle era morbida, bella, senza nessuna imperfezione, ora invece è piena di brufoli e punti neri. Quanto li odio!! Quando vedo il viso delle mie compagne, mi arrabbio moltissimo, la loro pelle è bellissima, senza un misero segno. Sto cercando delle creme per eliminare questi difetti, ma ora come ora sono al punto di partenza. Credo che la colpa sia del mio sistema nervoso, infatti mi agito per qualsiasi cosa, per esempio per le amiche. In questo periodo mi sento molto sola, invece fino all’anno scorso non avevo problemi di relazione. Io non sono brava a scuola, non sono brava in nessuno sport, non sono neanche molto bella, insomma la mia vita non è un granchè. Certe volte vorrei essere come una ragazza che, fino alla quinta elementare, è stata per me una grande amica: lei è bella, intelligente, ha tanti amici, è molto brava a danza e tutti i ragazzi pagherebbero oro per essere fidanzati con lei. Forse però mi sbaglio, forse se fossi come lei vorrei comunque essere diversa! Forse la mia vita non è poi così male, magari sono io che in questo periodo vedo tutto nero. Ora che mi sono sfogata un po’ con te, infatti, mi sento già meglio. A presto allora…Baci Eleonora Caro diario, in questo periodo dell’adolescenza sto riscontrando in me molti cambiamenti, più che altro a livello caratteriale. Proprio per questo ho deciso di scrivere questa pagina di diario: per riflettere su cambiamenti che, speso, generano disagi e tensioni, sia con me stessa che con le persone che mi stanno accanto. Per esempio, ultimamente, non sono mai tranquilla e totalmente serena. C’è sempre qualcosa che mi turba. Probabilmente è perché sto entrando nel mondo degli adulti; inizio a capire tutti i problemi che affliggono il mondo del giorno d’oggi, quelli della mia famiglia che, anche se non sono gravi, mi preoccupano sempre un po’. Inoltre, ora mi rendo conto dei disagi che si possano riscontrare a quest’età. Per esempio, molti miei coetanei giudicano solo per l’aspetto. Se quello non è gradito, non tentano neanche di conoscere più a fondo quella persona. Per questo motivo, infatti, ci sono molti ragazzi e ragazze, almeno per quanto riguarda la mia scuola, che vivono isolati dal resto del mondo, sempre chiusi nel loro guscio che né loro né gli altri tentano mai di aprire. Ma, per fortuna, non è il mio caso. Per quanto mi riguarda, nel campo “amicizie”, non mi posso lamentare. Infatti, anche se in questo periodo sto cambiando molte delle vecchie amicizie, ho sempre qualcuno pronto ad aiutarmi, qualcuno su cui posso contare in qualsiasi momento. Questo penso che sia molto importante, e me ne sto sempre più rendendo conto. Quando si hanno dei problemi o delle difficoltà, infatti, il modo più efficace per sconfiggerle o, quantomeno, alleviare il dolore che provocano, è parlare a un amico di cui ti puoi fidare e che ti sa ascoltare e, magari, dare anche dei consigli. Dal punto di vista fisico, incede, ai miei occhi non sto cambiando granché, mentre, a quelli degli altri, sto crescendo a vista d’occhio, cambiando molto velocemente. Comunque, a mio parere, questo è un periodo molto difficile ma, allo stesso tempo, bellissimo, in cui sto facendo molte esperienze nuove. Con affetto, Elisa Caro diario, sono in una fase della mia vita in cui non capisco un accidenti; in poche parole non so dove sbattere la testa. Il motivo è molto semplice: sto cambiando. E questi cambiamenti mi procurano una specie di “stordimento” perché mi accorgo che molte cose che prima mi interessavano adesso non mi interessano più e viceversa. Il primo scombussolamento è dato dal mio corpo e da come mi vedo; fino a tre anni fa non mi interessavo di quello che gli altri pensavano di me o di come io apparivo davanti alle persone, ma all’improvviso è come se avessi mangiato il frutto proibito del giardino dell’Eden! Ho aperto gli occhi, da lì ho cominciato a preoccuparmi di come mi vedevano gli altri esteriormente. Come conseguenza sono arrivate le prime vere liti con mia mamma. L’argomento principale erano i vestiti, perché lei voleva che indossassi abiti che secondo i miei canoni erano troppo infantili e banali e di conseguenza con quelli addosso non mi sentivo abbastanza “alla moda”. Quindi cominciai a non indossarli più e a convincere mia madre ad andare a fare shopping per comprare quello che mi piaceva e che ritenevo “alla moda”. Quando mia mamma ha compreso quello che stava succedendo mi ha lasciato fare. Ma, ahimè, i vestiti non erano l’unico problema. Cominciavo anche a giudicare il mio aspetto fisico quindi a dire a me stessa “sono grassa” e a chiedere a mia madre di aiutarmi a dimagrire. Il fatto era che non praticavo alcuno sport, così ne ho scelto uno e da allora mi sono sentita meglio. Nel mio benessere, però, si sono intromessi i capelli, orribili e senza alcun ordine e così cominciai ad assillare mia mamma per portarmi dal parrucchiere e per fortuna anche questa volta lei mi capì. Devo dire che sono proprio fortunata ad avere una madre così comprensiva . Comunque, anche nel settore capelli mi sistemai, ma c’era ancora qualcosa che mi scombussolava anche se non capivo bene cosa provocasse questo disagio. Poi, dopo circa quindici giorni la risposta fu chiara. Il fatto era che crescendo mi vennero le mestruazioni, anche se un po’ in anticipo, e fu un grosso problema perché avevo sempre la sensazione che le persone, da fuori, lo capissero e la cosa mi procurava molta vergogna; tale impressione persiste perfino adesso dopo tre anni. Poi il secondo problema, ma meno grave, è stata la crescita del seno il quale mi faceva e mi fa diventare rossa(ma credo che sia solo una mia impressione)perché i ragazzi mi guardano con occhi diversi. Una cosa di cui non ho mai dovuto preoccuparmi sono i brufoli, acerrimi nemici delle ragazze, perché essendomi sviluppata prima del tempo questi “esseri maligni” non hanno potuto assalirmi il viso. Ora però passiamo ai problemi psicologici che affollano la mia testa di domande e pensieri confusi. Il primo luogo ci sono i ragazzi(perché esistono?!), i quali prima non avevano importanza, invece adesso appaiono dal nulla e mi fanno ammattire, perché cerco di apparire “carina” per non farmi giudicare male da loro; ma a volte ho paura di sembrare un po’ sciocca e infantile. Poi c’è un altro pensiero che mi assilla, cioè che le mie amiche mi dicono che sono carina e piaccio ai ragazzi, ma io continuo a ripetere che non è vero e che ci crederò solo quando dei ragazzi me lo diranno; cosa che non è ancora successa. In seguito ci sono altre miriadi di pensieri e sensazioni che come quelli precedenti mi affollano la testa e non so ancora come e quando riuscirò a metterli in ordine e a sbarazzarmi dei più banali e insignificanti. In mezzo a tale massa torreggia la figura imponente di mio papà o di mio fratello che continuano a trattarmi come una bambina di sei anni senza preoccupazioni o pensieri su cui riflettere, che ha bisogno di protezione; ho anche cercato di parlargliene, ma non capiscono che sto crescendo e mi hanno detto che ciò che fanno è per il mio bene. In verità mi stanno solo “soffocando” (in senso metaforico); ho paura che questo influenzerà la mia vita sociale, soprattutto con i ragazzi! Così non fanno altro che bloccare la mia crescita, ma non mi arrenderò finché non sarò riuscita a liberarmi da questa “maledizione”. Martina Caro Gennaro, oggi ti scrivo per “avvertirti” dei piccoli cambiamenti che sto subendo. Io sento che sto cambiando, mi sento confuso, non riesco più a studiare bene come prima perché ho sempre la sensazione di avere la mente offuscata, annebbiata da qualcosa che non se ne vuole andare. Forse sono soltanto fuori di testa… Inoltre mi sembra che quasi tutti i miei compagni crescano, mentre io rimango indietro come una macchina senza benzina su un’autostrada. Noto questo solo parlando con i miei amici: le loro voci sono diverse, profonde, mentre la mia assomiglia ancora a quella di un bambino di nove anni. Sono inoltre quasi tutti più alti di me. I miei parenti mi dicono che crescerò presto… ehi, ma quanto devo aspettare?! Non sono cresciuto da due anni a questa parte! Fisicamente mi vedo un po’ grasso, abbastanza brutto e basso, ma fortunatamente non ho brufoli e peli che puzzano schifosamente di sudore. Credo che l’unica cosa che sta cambiando sia il mio carattere: sono più lunatico di quanto non lo sia mai stato prima. Infatti, mentre l’anno scorso cercavo di invitare amici a casa mia ogni giorno, ora a volte ho soltanto voglia di stare solo a casa a leggere e ad ascoltare musica. Ecco, le uniche cose che ho perennemente voglia di fare sono: ascoltare la canzone del momento, più comunemente chiamata “il Tormentone” e giocare ai videogame. Prima mi piaceva leggere e la voglia di farlo era istintiva, adesso mi devo costringere ad aprire un libro quando non so cosa fare, ma, per fortuna, quando termino la prima pagina non riesco più a smettere. L’anno scorso ero sempre in giro con i miei amici, adesso stiamo in casa. È cambiato anche il comportamento con i miei genitori e dall’anno scorso rispondo alle loro sgridate con frasi “deficienti” e provocatorie, mentre in quinta elementare ero talmente immobilizzato dalla paura da non riuscire quasi a respirare. Insomma, mi considero un quasi adolescente, a cui però mancano i peli sotto le ascelle, i brufoli in faccia, la voce profonda e… l’altezza! Spero di non dover aspettare ancora molto per crescere, comunque… Arrivederci Ludovico Caro diario, voglio confidarti tante cose che non ho mai detto a nessuno… La prima è che odio la mia età! Vorrei essere più grande e più bella. Da quando ho compiuto gli 11 anni il mio corpo è cambiato. Mi sono cresciuti i peli che brucerei uno dopo l’altro e i brufoli che odio troppo, però, c’è una cosa positiva: mi è cresciuto il seno, ma visto che sono “sfigata” ne ho meno delle mie amiche! Aggiungo anche che ormai sono “signorina”, sono sviluppata! In realtà prima non vedevo l’ora di diventare signorina, ora vorrei non esserlo più! Al compiere dei miei 12 anni ho cominciato a truccarmi, cosa che prima non mi passava neanche per la mente; ora invece ogni mattina devo lisciare, pettinare o cotonare i capelli e truccarmi perché altrimenti non mi sento a mio agio. È come se ora mi importasse solo di apparire e essere bella: è un periodo un po’ strano. Posso dirti che sono veramente “diversa”, me lo dico anche da sola pensa un po’! Il mio carattere non posso dire che sia “solo”cambiato perché ti mentirei, mi sembra proprio quello di un’altra persona! Il perché è semplice perché vorrei essere come quelle belle ragazze formose a cui tutti fanno i complimenti, vorrei essere quel tipo di ragazza che con un “tic” ottiene tutto, ma anche sforzandomi non riesco a diventarlo. Ogni volta dalla mia bocca escono parole senza senso e tutti ridono, ma io dentro di me non rido e mi chiedo il perché, di queste cretinate! Ora anche mia mamma è un’altra persona, vuole sempre sapere tutti i miei intrallazzi, legge tutte le mie cose: perché lo fa? Anche i miei interessi sono cambiati ora non gioco più con le bambole o con i giocattoli, ma riesco a divertirmi solo con gli amici. Uscire con i miei genitori non è più come quando avevo sei anni, ora mi sento a disagio. Che brutto! Mi sento troppo strana! Diario, sto sognando? Dimmi di sì! Ti prego! Baci baci Ary…! Caro diario, è da qualche mese che mi sento strano. Sento qualcosa che è scattato dentro di me, penso, a causa dell’adolescenza. Ad esempio quando ero piccolo in qualunque modo mi vestissero andava sempre bene. Al contrario, adesso, posso definirmi un po’ schizzinoso o forse è meglio dire che tengo alla mia persona. Mi chiedo ancora come facevo a mettere quella robaccia; solo al pensiero mi vengono i brividi! Devo dire che sono cambiato anche nel carattere, infatti quando i miei genitori mi rimproverano ho sempre il vizio di rimbeccare e poi divento una “iena”! C’è anche qualcosa di positivo, come il fatto che sono diventato abbastanza autonomo. Anche fisicamente sono cambiato. Mi sono allungato molto, ma di costituzione mi sa che uno stuzzicadenti è più “robusto” di me e poi quegli schifosi brufoli!!! Ho notato degli altri cambiamenti come ad esempio la crescita dei peli nelle parti intime e su tutto il resto del corpo e poi quegli orribili baffetti. Mi viene già voglia di strapparli via! Mi fanno sentire vecchio. Per non parlare dei capelli che la mattino, quando mi sveglio, sono talmente scompigliati che sembra mi abbiano messo su una sedia elettrica. Invece quando li taglio corti mi sento persino più pulito perché mi dà l’idea che la cute e il capello “respirino” di più e mi sento anche più “carino”. Spero che questa fase di crescita si sbrighi ad andarsene, però, non sono affatto dispiaciuto del mio aspetto, anzi ne vado fiero. Ora ti devo salutare. Ci vediano! Marco 14 dicembre 2009 Mio Signore, ormai mancano dieci giorni a Natale! Non so cosa mi regaleranno i miei genitori: vorrei una maglia di ferro, oppure una spada ad una mano medioevale.Non noto nessun cambiamento fisico o psicologico negli ultimi mesi, a dire il vero sono diventato più …….medioevale !!!Mia madre comincia ad assillare me e mia sorella perché facciamo il presepe. 15 dicembre 2009 Mi sono accorto che il basket non è forse il mio sport, ci vuole grinta, della quale non sono particolarmente dotato, ci vuole coraggio, cosa che ho solo quando combatto con spada, archi e lance, e conoscere, cosa “facoltativa”, almeno qualche giocatore famoso, ma io conosco solo qualche condottiero del “Signore degli Anelli” o medioevale.Vorrei essere più “giusto” per il basket, più aggressivo, e mi sento strano perché a basket sono meno bravo, anche perché ho una sorta di paura nell’”entrare in area”. 16 dicembre 2009 E’ arrivata la nuova cucina in vetroceramica; mio padre, per inserirla, ha bucato con il trapano il tubo dell’acqua: c’era un lago in cucina !!! Poi di sera è riuscito a sostituire il pezzo di tubo rotto.Stiamo facendo, per la “gioia” di mia madre, il presepe. E’ un macello ! Vuole farlo con le cortecce dell’albero che c’era sul tetto, L’idea è buona, ma è difficile da “montare”.Io intanto, quando la speranza di completare degnamente il lavoro è svanita, ho guardato la partita di calcio.Non conosco quasi nessun giocatore, neanche della mia squadra,, anche se mi piace guardarla.Non capisco come i miei amici possano conoscere così tanti giocatori; beh, io ho i miei condottieri medioevali e Legolas del “Signore degli Anelli”. Quando loro parlano di calcio per me è arabo; mi sento isolato e, se parlo del Medioevo, mi mandano, anche se per gioco, a quel paese.Se non altro c’è il mio migliore amico Dany, che di calcio non se ne intende. 17 dicembre 2009 Oggi nevica !!! Meglio, nevicava. La battaglia s’infuria ! Si potrebbe inventare un arco che lancia frecce di neve. Spero che la battaglia sia, all’andata, calma e furente al ritorno a casa. Ma come diceva Publius Renatus: “Si vis pacem, para bellum”, cioè “se vuoi la pace, preparati alla guerra”. Oppure “non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam” cioè la frase che i Templari gridavano in guerra. Oggi è il 17, cioè il giorno sfortunato, ma pochi sanno il perché. Il 17 ottobre del 1307, Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro del Templari, prima di essere messo al rogo, maledì il re di Francia Filippo il Bello, il Papa Clemente V ed il cancelliere, suoi complici. Un anno dopo, morirono tutti e tre. Vorrei parlare del problema del basket con qualche adulto, perché non vorrei sentirmi escluso, parlandone con i miei amici.La mia personalità è divisa in due: quella appassionata di letture, non molto studiosa e neanche tanto pigra, e quella più palese, dispettosa e più attiva. Manifesto con i miei amici quella attiva, più simile alla loro, per paura di essere “scartato”.Beh, mio Signore, la ricompensa è grande quanto la sfida che mi attende !!! Pietro ALLEGATO D 17.Identificare la tipologia testuale proposta individuandone gli elementi caratterizzanti anche a livello linguistico. 18.Identificare l’argomento del testo. 19.Identificare lo scopo del testo 20.Distinguere gli elementi narrativi da quelli riflessivi. 21.Cogliere gli stati d’animo del protagonista e i cambiamenti che intervengono nel corso della narrazione. 22.Cogliere i rapporti tra il protagonista e la realtà che lo circonda (altri personaggi, ambiente, periodo storico). 23.Identificare il modo in cui il protagonista interviene sulla realtà che lo circonda. 24.Esprimere il proprio punto di vista (motivato) sul comportamento del protagonista. L’ora di ginnastica di Bruce Balan 1)Il brano appartiene alla categoria dei testi narrativi. Il racconto è scritto in terza persona. 2)Il testo parla del disagio di Becky, una ragazza che frequenta il primo anno di liceo e subisce occhiate, bisbigli, battute da parte delle sue compagne che la fanno sentire inadeguata perché è sovrappeso. 3)Questo racconto insegna a non lasciarsi condizionare negativamente dai giudizi altrui, a non subire passivamente le critiche degli altri pensando di essere inferiori, inadeguati. Il brano ci fa riflettere sull’importanza di valorizzare la propria personalità, il proprio carattere, la propria forza intellettuale. 4)Becky racconta di essere passata dalla scuola media al liceo Bennington-Carver grazie ad una borsa di studio. Quì si trova a vivere tra compagni spocchiosi e poco socievoli e, soprattutto, è senza la sua amica Kim, con la quale era stata in classe fin dall’età di otto anni. Becky ha la passione per la storia e sogna di diventare un’archeologa, per questo non ha mai dato peso al suo aspetto fisico, ritenendo che si trattasse di una questione del tutto secondaria. 5)Becky è entusiasta perché ha preso il massimo dei voti nel compito di storia, mentre i compagni hanno avuto delle valutazioni negative. In generale però Becky prova un profondo senso di solitudine perché l’amica Kim non è più con lei e non l’aiuta a difendersi dalle cattiverie delle nuove compagne. Queste, con i loro risolini e le loro occhiate, la fanno sentire a disagio con il proprio corpo, grassa e senza le carte in regola per poter far parte di quel nuovo ambiente. 6)Becky ha un buon rapporto con l’insegnante di storia che la considera la sua migliore allieva e quindi la stima e la gratifica. I rapporti invece sono difficili con gli altri ragazzi della scuola che hanno un atteggiamento snob e fanno di tutto per farla sentire inadeguata. L’amica Kim invece resta il suo punto di riferimento, quella a cui rivolgersi per esporre i propri problemi e per avere consigli; Kim dimostra attenzione verso l’amica e l’aiuta a ridimensionare i propri problemi facendola riflettere sul fatto che ciò che conta in una persona non è l’aspetto fisico, ma l’interiorità. Lo stesso fanno i suoi genitori che però non si rendono conto fino in fondo che l’aspetto fisico per Becky sta diventando un motivo di sofferenza. Becky, nel complesso, è una ragazza socievole ed empatica, che si interessa agli altri, a quello che fanno e che dicono e non è assolutamente abituata a giudicare gli altri sono in base all’esteriorità. 7)Becky non reagisce alle provocazioni dei compagni che la chiamano “cicciona” né alle cattiverie più subdole delle compagne negli spogliatoi, preferisce chiedere consiglio alla sua amica del cuore. ALLEGATO E Cara Becky… Cara Becky, posso capire come ti senti, non deve essere facile convivere con le provocazioni e le offese dei tuoi compagni di scuola: essere chiamata “cicciona” non è bello, soprattutto quando ti senti sola perché non puoi più stare con la tua più cara amica. La cosa migliore da fare è ignorare le offese perché persone così superficiali non possono certo capire come tu sia fatta dentro; se loro preferiscono giudicarti solo dall’aspetto esteriore, allora non ti perdi niente, anzi, tanto meglio che quei ragazzi non siano tuoi amici. Per capire come sono fatti gli altri, infatti, bisogna imparare a “scavare” nel profondo e non fermarsi all’esteriorità perché non basta essere carini per essere belli anche interiormente. Posso solo consigliarti di tenerti stretta le persone che ti vogliono bene, come la tua amica Kim che non si è fatta influenzare dai giudizi altrui, ma ha sempre cercato di capire come sei veramente, ti ascolta e ti consiglia. Non è facile trovare un’amica come lei, ricordatelo quando sei giù di morale. Un bacio Veronika Cara Becky, ho saputo da Kim, la tua migliore amica, che frequenti il liceo Bennington-Carver grazie alla borsa di studio che hai ottenuto. So che i rapporti con le tue compagne sono difficili perché sei presa in giro a causa del tuo sovrappeso. Sei appassionata di storia e in questa materia meriti voti eccellenti e le lodi del tuo insegnante, tutte cose belle che ti fanno gioire; al contrario, le tue compagne esprimono giudizi negativi su di te e l’ora di ginnastica sta diventando un vero incubo. Proprio negli spogliatoi, infatti, le altre ragazze, sciocche e vanitose, ti osservano e poi si lanciano occhiate e si scambiano risolini e bisbigli. Tu sai che l’aspetto esteriore non conta, quello che vale è ciò che c’è dentro di noi e tu hai tante doti: l’intelligenza, l’umiltà, la bontà e l’autocontrollo. Per questo fai bene a non reagire alle provocazioni. Ti consiglio di mantenere questo atteggiamento perché, così facendo, le tue coetanee, che si divertono a deriderti, capiranno che i loro giudizi non ti interessano, anche se dentro di te ti senti offesa. Può darsi che con il tempo, di fronte alla tua indifferenza, la smetteranno. Per i chili di troppo ti suggerisco di non fare una vita sedentaria, ma di praticare qualche sport e di seguire i consigli di un dietologo per quanto riguarda l’alimentazione. Mangi troppi dolci? Attenta! Fanno ingrassare… Spero che la tua situazione cambierà in meglio. Mandami presto tue notizie. Tanti saluti Marco Cara Becky, dopo aver letto la tua storia, voglio dirti che sei una bellissima persona, intelligente, socievole, perciò non ti deve importare quello che dicono quelle sciocche snob delle tue nuove compagne di scuola e ricorda sempre che nessuno è perfetto, nemmeno loro. Comunque, secondo me, dovresti parlare di queste prese in giro con un professore, magari il signor Optol, e devi rimanere impassibile di fronte a quelle terribili ragazze che ti fanno sentire a disagio. Inoltre voglio suggerirti di guardarti allo specchio perché potresti notare dei particolari del tuo aspetto fisico che non hai mai colto; magari, osservandoti meglio, ti accorgerai che hai bellissimi occhi oppure che hai dei capelli fantastici e può darsi che, quando ti faranno notare quel tuo insignificante difetto, pensando ai tuoi pregi, non ti importerà più niente di quelle cattiverie. Ora ti devo salutare. Spero di ricevere presto tue notizie. Con affetto Camilla Cara Becky, mi fa stare veramente male la situazione in cui ti trovi, quelle ragazze sono delle vere vipere, ma, a parer mio, sono invidiose di te perché sei davvero speciale: brillante, intelligente, molto simpatica e riesci sempre a dare il meglio di te; insomma Becky, sei super! Loro invece sono solo delle snob viziate e ti vedono come una minaccia. Sei meravigliosa così come sei; avanti, tira fuori la ragazza simpaticissima che ho conosciuto e vai a conquistare il mondo a testa alta, altrimenti finisce che diventi una vecchia zitella come me! Lascia perdere tutti quelli che dicono che sei grassa, sono solo superficiali e non riescono a vedere al di là del loro naso; Becky, sul serio, lasciali stare perché, prima o poi, la loro superficialità gli si ritorcerà contro e si ritroveranno da soli, mentre tu, che sei una persona splendida, sarai circondata da amici pronti ad aiutarti, come Kim. Anche se è lontana da te fisicamente, ti starà sempre vicina, stanne certa! Né io né lei ti abbandoneremo mai, ti vogliamo troppo bene e tu sei davvero speciale per noi. Anche a me una volta è capitata una vicenda simile, per la verità ho passato quasi tutto l’anno scorso a deprimermi ogni volta che si doveva andare in palestra perché facevo tutto (e dico proprio tutto) in modo orribile. Anch’io, proprio come te, ero presa in giro da alcuni miei compagni, fortunatamente non tutti altrimenti adesso sarei un ammasso di nervi e depressione. Vuoi sapere com’è finita? Hanno smesso perché si sono stufati, visto che non davo loro la minima soddisfazione! Se fai vedere che ti arrabbi, i tuoi compagni andranno avanti e tu ti isolerai e la Becky meravigliosa che conosco sparirà per sempre. Ti prego, non cambiare mai! Sei una ragazza meravigliosa ed io sono fortunata ad averti come amica. Ti abbraccio Francesca Cara Becky, come stai? Spero bene e spero anche che tu riesca a far fronte alle difficoltà che ti si stanno presentando a scuola. A tutti capita di essere presi in giro, ma…non ti abbattere, vedrai che prima o poi tutto si aggiusterà. Sai Becky, il modo migliore per far tacere gli altri è proprio quello che stai usando tu, cioè lascirli perdere. E’ una fortuna che tu abbia una grande passione per la storia, quindi procedi nel tuo percorso, fatti la tua vita e vedrai…quando un giorno sarai diventata una famosa archeologa, i tuoi compagni spocchiosi rimpiangeranno di averti derisa ingiustamente. Secondo me, devi continuare a batterti per ciò in cui credi! Coltiva dunque il tuo amore per la storia e segui i consigli che ti danno Kim, tua mamma, tuo papà e, se credi, anche i miei. Non sentirti diversa solo perché non sei magra come le tue compagne, in fin dei conti tutti abbiamo i nostri difetti, ovviamente qualcuno ne ha di più e qualcuno ne ha di meno, ma cosa ci sarebbe di bello se fossimo tutti uguali? Per concludere Becky, ti do un ultimo consiglio: rimani sempre te stessa e non lasciarti condizionare dal giudizio negativo dei tuoi coetanei! Ciao, a presto Sarah Cara Becky, come te sono una ragazza alle prese con l’adolescenza. Anche a me è capitato di essere presa in giro per il mio aspetto fisico, più precisamente per la mia statura. A mie spese ho scoperto che, più ti arrabbi, più fanno apposta a scherzarti, quindi ti consiglio di far finta di niente, come se nulla fosse. Quello che ti serve, cara Becky, è un’amica a scuola che ti aiuti a difenderti e possa anche darti buoni consigli per affrontare questa difficile situazione. Forse sei così presa dal tuo problema che non ti accorgi che qualche altra ragazza sta vivendo il tuo stesso dilemma e si sente poco integrata con il resto del gruppo. Per l’ora di ginnastica, ti consiglio di far finta di niente, ignora quelle occhiate e quei risolini, cammina sempre a testa alta. Se proprio ti senti a disagio a doverti cambiare di fronte a quelle simpaticone delle tue compagne, potresti indossare la tuta sotto gli abiti “normali”, così eviteresti di spogliarti davanti a loro. Secondo me, comunque, è meglio che tu affronti il problema perché, usando questo stratagemma che ti ho suggerito, lo eviteresti, ma senza risolverlo. Ricorda poi che, anche se l’aspetto fisico è molto importante, quello che hai nel cuore lo è ancora di più. Fammi sapere come va…Baci Eleonora Cra Becky, purtroppo è difficile in questa società convivere con i propri difetti fisici perché sembra che si debba essere tutti belli e piacenti. Non si guarda più la sostanza di una persona: se ha un bel carattere, se è generosa, altruista, paziente… Dovrai aspettare che, con il maturare delle persone, i punti di vista cambino. Il consiglio che ti posso dare, almeno fino a quando le cose non miglioreranno, è di ignorare i giudizi poco intelligenti di persone troppo superficiali. Forse è poco, ma spero ti possa bastare. Con affetto Pietro ALLEGATO F Papà e mamma non mi capiscono di Anna Frank 1) Cosa dice Anna a proposito dei genitori? Come si sono comportati verso di lei? Anna dice che i suoi genitori non la capiscono. Dice che l’hanno viziata molto, che sono stati cari con lei, l’hanno difesa e hanno fatto tutto ciò che possono fare dei genitori. 2) Le considerazioni di Anna sui genitori sono coerenti con lo stato d’animo della ragazza? Perché? No, non sono coerenti perché inizialmente lei dice cose belle su di loro, che sono stati buoni e l’hanno viziata, ma dice anche che non hanno mai cercato di capirla veramente, hanno solo cercato di moderare il suo impeto ribelle e questo ha fatto in modo che lei si sentisse sola, esclusa, abbandonata e incompresa. 3) Cosa ha cercato di fare il papà di Anna? Perché, secondo lei, ha fallito? Il papà di Anna ha sempre cercato in ogni modo di moderare l’impeto ribelle della figlia, ma ha fallito perché non ha mai capito che Anna stava crescendo e le serviva una guida, un modello, un amico. L’ha sempre trattata come una bambina che deve superare una fase difficile dell’infanzia e questo ha infastidito la ragazza. 4) Cosa avrebbe voluto Anna da lui? Anna avrebbe voluto che Pim, l’appoggiasse nella sua lotta per emergere. Non l’ha trattata da ragazza, ma da bambina. Desiderava inoltre che Pim le parlasse di sé, dei suoi segreti, un po’ come avrebbe fatto un amico. 5) Perché per Anna è difficile entrare in confidenza con il padre? Per Anna è difficile entrare in confidenza con il padre perché non vuole dar confidenza a chi non le racconta molto di sé e, visto che del padre conosce pochissimo, pensa di non poter parlare con lui di cose private. 6) Cosa, di preciso, ha evitato di confidargli? Anna ha evitato di confidargli tutto ciò che riguarda il suo intimo, le sue idee, le sue teorie sul mondo e sulla vita in generale. L’ha volutamente e consciamente estraniato da sé. 7) Con chi, invece, si è confidata? Anna afferma di essersi confidata con Kitty, il suo diario e solo una volta con la sorella maggiore Margot. 8) Cosa pensa di poter perdere Anna, se si confidasse con il padre? Anna pensa che, se si confidasse con il padre, perderebbe la sua pace interiore e la sua fiducia in se stessa. 9) Perché? Cosa non potrebbe sopportare? Anna non potrebbe sopportare le critiche del padre. 10) Ti sembra che Anna sia consapevole di avere avuto spesso atteggiamenti scorretti verso il padre? Riporta la frase del testo che ti ha permesso di rispondere. “Non soltanto l’ho tenuto all’oscuro della mia vita intima, ma spesso l’ho respinto ancor più lontano con la mia scontrosità”. 11) Quella che hai di fronte a te è una pagina di diario o una lettera personale? Come hai fatto a rispondere? Quella che ho di fronte a me è una pagina di diario. Lo capisco dal fatto che il destinatario è Kitty, il nome che Anna ha scelto di dare al suo diario. Anna ha scelto di dare questo nome al suo diario perché le serviva “un’amica” del cuore a cui confidare i suoi segreti e i suoi pensieri più intimi. 12 Nella prima parte del testo è riscontrabile un’introduzione? Giustifica la tua risposta. Nella prima parte del testo manca un’introduzione perché Anna inizia subito a parlare dell’argomento centrale del testo, ossia il suo rapporto difficile con i genitori, soprattutto con il padre. 13) Quali altri elementi di questo genere letterario mancano? Gli elementi mancanti sono: l’introduzione, la conclusione e la firma con i saluti. 14) Quali osservazioni puoi fare a proposito del linguaggio? Il linguaggio è informale, ma lontano dal gergo giovanile che ci si potrebbe aspettare leggendo la pagina di diario di un’adolescente. 15) Qual è l’argomento centrale del testo? L’argomento centrale del testo è il rapporto di Anna con i genitori, soprattutto con il padre. ALLEGATO G Due +due non fa ancora quattro di M.G.Cancrini-l. Harrison Signora S. Si lamenta del fatto che i tre figli non facciano nulla, passino la giornata ad ascoltare musica, a leggere fumetti, a guardare la televisione e, soprattutto, non le raccontino niente di sé. Signor C. Lamenta le difficoltà di trovare una giusta misura nel rapporto con figli: se si occupa troppo di loro si sentono soffocare, se invece si dedica a qualche interesse personale, glielo rimproverano. Signora V. Manifesta una certa difficoltà ad accettare che i propri figli stiano crescendo e provino interesse e simpatia per altri. Ammette di aver sofferto molto nel momento in cui ha scoperto che sua figlia aveva più confidenza con la zia che con lei. Signor F. Afferma che bisogna amare i propri figli per quello che sono, non cercare di renderli simili all’immagine ideale che ci si è costruiti di loro ed evitare quindi di soffocarli con pretese eccessive. Signor F. Bisogna imparare a rispettare le scelte dei figli, anche quelle relative agli amici, cercando però di mantenere sempre vivo il dialogo. Signor A. Se è giusto che i figli facciano le loro esperienze, è altrettanto giusto che i genitori intervengano per correggere i loro sbagli. Non sempre è facile dosare gli interventi perché spesso i figli si lamentano di genitori soffocanti, anche quando solo loro per primi a chiedere aiuto. ALLEGATO H Cara Lucrezia, desidererei che osservassi con attenzione i suggerimenti che sto per darti in questa lettera. Per prima cosa vorrei che diventassi un po’ più ordinata, come dovrebbe essere una persona che ha cura delle proprie cose. Mi piacerebbe anche che la smettessi di non fare niente tutto il giorno, mi aiutassi di più in casa e imparassi a non impuntarti e a non tenere il broncio quando discuti con papà. Vorrei inoltre che non ti sentissi soffocata se ti diamo troppe attenzioni, noi lo facciamo perché sei la nostra unica figlia e ti vogliamo molto bene. Dovresti imparare ad aprirti di più e a parlarmi un po’ più di te, di ciò che pensi e di ciò che provi. Spero che le mie parole possano darti qualche spunto di riflessione e ti facciano capire, ancora una volta, l’amore che io e papà proviamo per te. Un abbraccio Mamma Cara Veronica, ti scrivo perché vorrei chiederti di modificare alcuni tuoi atteggiamenti che non mi piacciono. A volte mi sembra che non mi ascolti e, quando ti chiedo qualcosa, devi sempre ribattere perché non vuoi mai che abbiano ragione gli altri; non riusciamo a parlare tranquillamente perché c’è sempre qualcosa che non va e per questo ti ho sempre detto di cercare di ascoltare prima di esprimere la tua opinione. Vorrei inoltre, anzi mi farebbe piacere, che qualche volta mi aiutassi in cucina o nelle faccende domestiche, senza bisogno che io te lo chieda esplicitamente e che ogni volta tu debba sbuffare. Spero che le mie parole non ti abbiano irritato, un bacio Mamma Cara Sarah, è un po’ di tempo che noi due non parliamo, forse perché stai crescendo e cominci a dimenticarti di me e della mamma e, nella maggior parte dei casi, preferisci dedicare più tempo agli amici anziché a noi. Ad ogni modo, ho voluto scriverti questa lettera per parlarti di qualcosa. Sai, ormai sei grande e dato che hai tutto il tempo che vuoi per divertirti e per coltivare i tuoi passatempi preferiti, credo sia giusto che tu trovi anche un po’ di tempo per sistemarti la cameretta e pulirla ogni settimana. Considera che, se mettessi un po’ meno in disordine, dovresti dedicare a queste attività, non certo piacevoli, poco tempo. Dovresti migliorare anche per quanto riguarda lo svolgimento dei compiti. Sarebbe opportuno che ti facessi un programma su cui annotare quante ore dedichi allo studio, quante alla televisione, quante agli impegni di scuola; se farai come ti suggerisco, i tuoi voti miglioreranno, darai un ottimo esempio ad Abby, non sarai sempre stanca eci darai prova di essere una figlia matura e responsabile. Grazie per avermi ascoltato, ti voglio bene Papà Cara Bea, questa lettera dovrebbe servire a farti capire il disagio che provo quando ti comporti in un certo modo. Devi sapere che, quando non mi ascolti, mi fai venire una tale rabbia che mi verrebbe voglia di darti due ceffoni, ma, per tua fortuna, ho abbastanza autocontrollo. Sembra che non serva metterti in punizione perché, appena finisce, torni come prima e, oltretutto, non so più quale dei tuoi passatempi preferiti posso ancora toglierti! Infatti, anche quando ti requisisco ogni singolo oggetto elettronico, riesci a trovare qualcos’altro da fare, qualsiasi cosa, basta non siano i compiti da svolgere o un libro da leggere. Hai sempre la testa tra le nuvole, ti chiedo un favore e in meno di un minuto sei già tornata a chiedermi cosa ti avevo domandato. Non ubbidisci mai! Lo so che per te sono troppo pesante, ma lo faccio per il tuo bene. Ad esempio, quando ti chiedo di andare a letto presto (massimo 10:15), non lo fai mai, ti chiudi sì nella tua camera, ma mi chiedo sempre cosa starai mai facendo… Stai sempre al computer a parlare con delle amiche che hai salutato 20 minuti prima: cosa sarà successo di così importante in quei 20 minuti che dovete assolutamente dirvi?! Non so più cosa fare con te. Se pensi che ti dica tutto questo perché non ti voglio bene, ti sbagli, te ne voglio un mondo…è che a volte mi fai davvero impazzire! Scusa, ora devo andare perché senza di me questa casa non va avanti e, come sai, ho una montagna di cose da stirare. Un abbraccio La tua mamma Cara Deborah, ho deciso di scriverti questa lettera per chiederti di modificare qualche comportamento fastidioso che adotti nei momenti di maggiore difficoltà. Sei una ragazzina molto attiva, con un carattere forte e deciso, ti relazioni in modo sicuro con tutti e sai sempre far diventare felice una persona triste. L’unica cosa che per te è difficile accettare è crescere. Molte volte vorresti “uscire dal mondo” e stare sola a pensare, vorresti addirittura tornare bambina perché, come è giusto e normale che sia, si è trattato di una fase molto spensierata della tua vita. Infatti, proprio quando iniziano i primi problemi inerenti la scuola, la crescita, alla tua quotidianità, tu non vuoi più pensare, ascoltare perché vorresti una vita senza ostacoli e senza preoccupazioni. Cara Deborah, vuoi guardare in alto e vedere un cielo pieno di stelle luminose che ti fanno brillare gli occhi, ma non vuoi scoprire un cielo con qualche nuvola che però è passeggera e che tu sapresti di certo allontanare facendo tornare tutto sereno. Molte volte non vuoi ascoltare i miei consigli e fai tutto il contrario di quello che ti ho suggerito. Spesso discutiamo per motivi veramente futili, perché sei testarda e vuoi pensarla alla tua maniera e mi contraddici in continuazione per regole che non vuoi accettare. Leggendo questa lettera , vorrei che tu facessi una riflessione su te stessa per provare a modificare certi aspetti del tuo carattere…vedrai che saresti più serena. Fidati La tua mamma Caro Davide, sono tua mamma Nicoletta. Ti scrivo perché vorrei parlarti delle cose che, secondo me, dovresti cambiare nel tuo modo di comportarti. Per prima cosa, tu non fai niente, non mi aiuti mai a pulire o a preparare la tavola. Mi fai letteralmente impazzire perché ti metti sempre ad ascoltare la musica ad alto volume oppure stai attaccato per ore al computer o alla televisione. Inoltre non mi racconti mai nulla di te, soprattutto di quello che succede a scuola, cosa avete fatto o se è stata una giornata bella o brutta e questo mi fa soffrire. Vorrei anche che tu ti vestissi in modo diverso, come quando eri più piccolo e indossavi delle semplici magliette e un paio di jeans, mentre adesso vuoi tutto firmato e, a questo proposito, devo aggiungere che mi piacerebbe che cambiassi anche pettinatura. Vorrei infatti che tenessi i capelli corti come una volta, non lunghi come quelli dei ragazzi che vedi in televisione : sembra che abbiano in testa un casco! Comunque sei sempre mio figlio e qualunque scelta farai, per me andrà bene ugualmente. Un salutone Mamma Caro Matteo, in questi ultimi mesi ci sono alcuni dei tuoi atteggiamenti che non mi piacciono, perciò ti invito a moderare il tuo comportamento. Per esempio, ti chiedo di non litigare più con tuo fratello perché i vicini di casa non ne possono più di sentire le vostre urla, inoltre, quando è sera, anziché stare sul divano a guardare la televisione, potresti preparare la tavola, visto che io e la mamma dobbiamo già cucinare, oppure potresti chiudere tutte le persiane, cosa che non fai mai! Di pomeriggio, invece, al posto di “blambanare” per la casa, potresti studiare o fare i compiti, di certo non guasterebbe al tuo rendimento scolastico. Infine ti chiedo un’ultima cosa: vorrei che ti tagliassi quei capelli perché così lunghi a me non piacciono proprio!! Ciao Papà ALLEGATO I Papà di Marco Ormai sono sei anni che sono divorziato e mi sono reso conto che la forza di andare avanti l’ho trovata in mio figlio. E’ bello ritrovarlo alla sera, chiacchierare insieme, fare le faccende di casa, la spesa, la passeggiata e guardare la televisione insieme…. Spero come padre di dargli sempre la parte migliore di me affinché lui un giorno possa fare altrettanto con i suoi figli. Mamma di Antonio L’argomento non è per niente facile…. Il rapporto genitori-figli di oggi è molto diverso da quello che ho avuto con i miei genitori. Tutto sommato i principi e i valori che mi sono stati insegnati sto cercando di insegnarli ai miei figli…. Non è sempre facile capire. A volte ci scontriamo anche per colpa mia, mi rendo conto che sono troppo apprensiva, vorrei che mi raccontassero tutto per stare più tranquilla, ma capisco che è giusto che anche lui abbia i suoi pensieri e che faccia le proprie esperienze come io ho fatto le mie…. Non credo molto nel rapporto di amicizia tra madre e figlio: per me è sbagliato, io sono sempre la mamma, io gioco, scherzo, partecipo alla loro vita, ma non sono loro amica, sono la loro mamma. Mamma di Francesca Francesca da un anno a questa parte è diventata aggressiva e spesso svogliata: non è che non riconosco in lei le sue qualità, ma in certi momenti mi sembra un’altra persona. Spesso perde il controllo, soprattutto quando la mettiamo di fronte alle sue responsabilità…. In fondo lei sa quando sbaglia e la sua aggressività è un’arma di difesa. Mamma di Andrea Andrea è un ragazzo altruista, buono anche se da un anno circa è un po’ difficile da gestire, perché è diventato ribelle, disubbidiente e irrispettoso…. Con lui ho un buon rapporto fondato soprattutto sul dialogo. Sa che ci sono sempre quando ha voglia di parlare con me. Quello che mi spaventa è la consapevolezza che sta crescendo. Ho paura che mi sfugga e non possa proteggerlo. Genitori di Ginevra Mio papà pensa che certe volte sono un po’ svogliata e che mi piace stare tranquilla a fare niente. Mia mamma conferma quello che dice mio papà e aggiunge che sono molto disordinata. I miei genitori trovano soddisfacenti i rapporti famigliari perché siamo in sintonia e dialoghiamo, infatti mia mamma dice sempre che dialogare e parlare è la cosa più importante per essere sereni in famiglia. Mamma di Martina Ho due figli, un maschio di 17 anni, Alessandro, e una femmina di 13 anni, Martina. Sono due ragazzi difficili da capire e molte volte non fanno quello che chiedo loro, anche le minime cose, come fare il letto, mettere in ordine la cucina e altri piccoli gesti che mi aiutano per tenere ordinata la casa. Inoltre passano gran parte del tempo davanti alla televisione. Sono bravi figli anche se litighiamo molto spesso per cose futili. Papà di Patrick Ho cercato sempre di capirlo, ma non ci sono riuscito, è molto difficile accettare le sue scelte, ma ho capito una cosa: basta stare vicino a lui e parla con facilità e molta sincerità. Genitori di Matteo Penso che il nostro bambino non sia più un bambino, che sia in “crescita”, che desideri essere autonomo in tante cose. E’ un momento delicato e difficile per lui, ma anche per noi perché ci sta chiedendo di dargli fiducia. Per noi genitori non è sempre facile “ fidarsi” perché questo vuole dire non avere più controllo della situazione e questo ci spaventa…. Nostro figlio sta cambiando. Ci sembra più chiuso, in certi momenti pensieroso e noi abbiamo la sensazione di non capire fino in fondo…. A volte ci stupisce la sua sensibilità, a volte ci arrabbiamo per certe debolezze, soprattutto quando non si prende le proprie responsabilità e non è onesto con se stesso. ALLEGATO L Due + due non fa ancora quattro di G.Buratti-I.Castoldi Marina si lamenta della difficoltà di esprimere il proprio punto di vista con i genitori che spesso non la lasciano parlare perché la giudicano troppo piccola per certe cose. Giuseppe si lamenta perché i genitori sono pronti a rimproverarlo se sbaglia, ma non sono altrettanto pronti a gratificarlo quando fa qualcosa di buono, per questo ha scelto di non confidarsi con loro perché è convinto che non lo capiscano. Maria riferisce che la madre la giudica cambiata, un’estranea, incapace di dimostrare riconoscenza. La ragazza sente su di sé il peso di questa idea del “sacrificio” che la madre le rinfaccia continuamente e che lei non ha in nessun modo richiesto. Marco dice che la madre non sa accettare che il figlio stia crescendo e lo fa sentire ingiustamente in colpa perché il ragazzo non sempre ha voglia di confidarsi con lei, di raccontarle quello che fa, ma ciò non significa che lui non continui a volerle bene come quando era un bambino e tutto il suo mondo gravitava intorno a lei. Jessica si lamenta perché il padre non ammette mai di avere sbagliato. Gioia vuole essere ascoltata dai genitori e detesta che le diano ragione solo per farla tacere. Rivendica, all’interno della famiglia, uno spazio di intervento e discussione in cui poter liberamente esprimere il proprio punto di vista. Beatrice si confida con la madre perché pensa di potersi giovare della sua esperienza. Parla di tutto anche con le amiche, ma è convinta che per gli argomenti più delicati sia meglio far riferimento alla mamma. Marco pensa che i genitori non debbano limitare l’esperienza dei figli facendo sempre riferimento agli errori che hanno commesso loro da giovani. E’ convinto che l’esperienza dei genitori non debba diventare un limite a quella dei figli e ritiene inoltre che i ragazzi di oggi siano più maturi di un tempo perché abituati a confrontarsi tra loro e più informati grazie alla televisione e al web. Matteo si lamenta del fatto che il padre vorrebbe decidere per lui e critica il suo modo di organizzarsi nello studio: vorrebbe che il figlio si impegnasse si più e avesse risultati migliori. Irene si lamenta del fatto che la madre non è mai contenta di quello che fa: se studia si lamenta e se non studia si lamenta comunque. ALLEGATO M I miei genitori… I miei genitori mi rimproverano spesso, a loro dire per il mio bene, anche se a volte questo mi dà molto fastidio. Mia mamma mi ripete sempre di studiare di più perché non studio mai quando mi viene assegnata la lezione, ma faccio tutto in una volta, il giorno prima della verifica e quindi i risultati non sono dei migliori. In altre occasioni invece mi dice che non so organizzarmi perché il sabato svolgo solo i compiti per il lunedì, mentre lei vorrebbe che svolgessi tutti gli esercizi che mi sono stati assegnati per la settimana successiva, così da portarmi avanti con il lavoro. Mio padre, dal canto suo, continua a dirmi di non comportarmi come una sciocca perché certe volte faccio le cose senza pensarci molto e non mi so controllare. Per il resto papà non mi rivolge altri rimproveri. Io penso che mia mamma a volte sia noiosa perché, quando continua a ripetermi “studia, studia, studia”, mi rende nervosa tanto che vorrei sparire e andare via, mentre, quando mi dice che non so organizzarmi, non la ascolto, è come se avessi due tappi di sughero nelle orecchie! Questo perché lei non capisce quale sia il mio metodo di lavoro e vorrebbe impormi il suo. Comunque, nonostante tutti i rimproveri che mi rivolgono i miei genitori, posso ritenermi fortunata perchè con loro ho un ottimo rapporto. Chiara Io e mia mamma molto spesso discutiamo, per esempio quando lei mi dà un consiglio e io non lo ascolto, se poi mi ritrovo nei pasticci, mi ripete “Te lo avevo detto!” e questo mi fa innervosire. A volte mi sgrida perché non faccio niente e mi dice di aiutarla perché lei fa tante cose per me e anch’io devo dare il mio contributo in casa. Quando litighiamo, la maggior parte delle volte finisce che urliamo perché io non sto zitta e rispondo e, se sono molto arrabbiata, vado in camera e sbatto la porta. Non mi piace il mio comportamento perché, invece di alzare la voce, dovrei capire il motivo per cui mi ha sgridato e provare a trovare un punto d’accordo con lei. Martina Non sopporto i miei genitori perché a volte mi sgridano per niente. Mi innervosisco quando mi dicono una cosa e la ripetono mille volte, in quei casi mi viene da rispondere male e quindi finisco in castigo. Dicono che studio poco e su questo non posso contraddirli perché hanno ragione. Sbagliano invece quando danno sempre ragione a mio fratello, solo perché è più piccolo e, anche se mi fa i dispetti, non posso reagire perché altrimenti danno la colpa a me. In generale i miei genitori si lamentano di tutto quello che faccio e mio papà mi ha già detto che, se sarò bocciato, mi manderà in collegio. Nicholas Io penso che i genitori siano tutti uguali, non ti lasciano esprimere le tue opinioni e ti sgridano per qualunque cosa, dalla scuola alle faccende di casa. Quando mi rimproverano, cado in depressione per qualche giorno e, se potessi, vorrei tornare indietro e non nascere in questa famiglia, ma purtroppo non si può e allora mi tocca sopportarli fino a quando avrò diciotto anni. Penso che i genitori non servano a niente, fanno schifo e non ti capiscono mai, ti stanno attaccati come delle sanguisughe e non ti lasciano fare niente di ciò che ti piace. Comunque, senza genitori non si può vivere, sia che ti facciano sentire una merda o la persona più felice della Terra. Credo, in ogni caso, che tutte queste sgridate servano a qualcosa per la mia vita futura e per educare mio figlio, se ne avrò uno. Mattia I miei genitori non mi rimproverano come quando ero piccola perché, essendo cresciuta, non combino più grossi guai. Mio padre, da quando frequento la scuola media, è diventato assillante con la scuola: ripete sempre le stesse cose, soprattutto quando gli dico che ci sono in programma delle verifiche. Il problema è che se gli chiedo di non essere ossessivo, passo immediatamente dalla parte del torto perché si arrabbia e mi rinfaccia subito qualche voto basso che ho preso o in un compito in classe o in un’interrogazione. La cosa che mi dà più fastidio è che mia madre è sempre d’accordo con lui! Tra i due, comunque, le discussioni sono più frequenti con la mamma che, ogni volta, pensa di aver ragione su tutto. Io di solito mi chiudo in camera a pensare a come mi sono comportata e spesso finisce che le chiedo scusa e facciamo pace. In ogni caso, i miei genitori sono unici e non li cambierei mai, anche se qualche volta mi fanno arrabbiare. Angela I miei genitori, come tutti, mi rimproverano e, quando succede, io li ascolto in silenzio per capire se hanno torto o ragione; nel primo caso, cerco di far valere le mie ragioni, nel secondo, provo a spiegare perché mi sono comportata in un certo modo. Subito dopo, se ho sbagliato, arrivano i sensi di colpa e mi sento talmente male da non avere neanche il coraggio di rivolgere loro la parola perché ho il vago presentimento che potrei solo peggiorare la situazione. Devo ammettere, però, che i rimproveri dei genitori sono utili perché ci aiutano a non commettere gli stessi errori e ci fanno capire, anche se magari in modo un po’ brusco, che ci vogliono bene. Francesca Mia mamma mi dice sempre che devo aiutarla nella pulizia della casa. Io, alcune volte, mi arrabbio e mi rifugio nella mia stanza. Lì ragiono e, dopo un po’ di tempo, ritorno da lei per scusarmi. Per quanto riguarda la scuola, non mi rimprovera molto, tranne quando prendo voti un po’ bassi, ma mi premia se i miei risultati sono buoni. Con mia mamma parlo molto, posso esprimere liberamente le mie opinioni e i miei sentimenti e spesso lei mi dà utili consigli. Questo invece non succede con mio papà che, se provo a dire una parola, specialmente se sta guardando la televisione, mi sgrida e io non parlo più. Solo ogni tanto, strano ma vero, mi chiede com’è andata a scuola e che voti ho preso. Io mi sento felice e penso che sia una fortuna avere un papà così. Quando invece non mi lascia parlare, vado a nascondermi in camera mia. Alessandra Ultimamente non mi sento più capita come prima: tutto quello che faccio non va mai bene. In casa la mia opinione non viene quasi mai chiesta. Se posso o non posso andare in gita sono loro a deciderlo, se andiamo fuori a cena sono loro a scegliere il ristorante, se devo comprare dei vestiti nuovi l'ultima opinione spetta sempre alla mamma. Vorrei essere ascoltata di più, vorrei dire la mia sulle decisioni che mi riguardano e sulle cose che posso o non posso fare. Martina Io penso che i genitori siano i primi e principali educatori di noi figli e che condividano la loro missione educativa con altre persone come gli insegnanti. I miei genitori sono impegnati tutto il giorno per via del loro lavoro, tuttavia hanno in comune il fatto dell'attenzione verso di me. Mi sento capita perché dialoghiamo molto, ci confidiamo, ci ascoltiamo e ci confrontiamo. Camilla Sono contenta dei miei genitori perché, in confronto ad altri, non sono troppo protettivi, ma non mi trascurano. Ovviamente molte volte non li sopporto. Vogliono sempre avere ragione e non mi ascoltano neanche. Oppure quando sono arrabbiati per il lavoro o per altri motivi diventano molto nervosi e rispondono male anche a me. Ginevra Sto molto bene con la mia famiglia, mi piace, mi sento abbastanza capita, molto coccolata; non ci sono grossi problemi in casa e tutto va avanti in armonia anche se con le solite liti tra figli e genitori Martina S. I miei genitori sono speciali perché ogni giorno mi devono sopportare, ma sono anche contenti di avermi perché li rendo “felici”. Io so che farebbero tutto per me anche se io non sempre li ricambio nel modo più appropriato. Mattia Io mi trovo bene in famiglia, anche se i miei genitori sono separati fin da quando ero piccolo. A volte non mi sento capito: non mi ascoltano oppure vogliono avere ragione anche quando hanno torto. Inoltre penso che loro ogni tanto mi “vizino” un po' troppo e a volte mia madre mi tratta come un bambino. Ludovico Credo che i miei genitori siano troppo severi e troppo puntigliosi e che non abbiano mai ragione! Mi danno sempre contro. Io non mi sento per niente capita. Però quando mi trovo in qualche situazione difficile sono sempre presenti e in fondo in fondo mi vogliono bene. Elisa Quando la mamma si arrabbia vorrei mettermi delle cuffie e sparire! Incomincia a urlare e non finisce più. Ti fa venire dei sensi di colpa!!! Arianna Il rapporto con i miei genitori è complesso e abbastanza “brutto”. Loro mi giocano sempre contro e ogni volta che cerco di dialogare mi chiudono la porta in faccia! Se solo qualcuno provasse a non sgridarmi... Francesca Io nella mia famiglia mi trovo benissimo e mi sento capita Alexia Io credo che i genitori non ci possano capire, perché quando loro avevano la nostra età era tutto diverso Matteo I miei genitori hanno entrambi 40 anni e sono divertenti e spassosi, ma allo stesso tempo noiosi e “rompiscatole”. Devo stare alle regole, ma non va mai bene lo stesso!! La mia vita fa schifo perché sono il maggiore e quindi devo prendermi cura di mio fratello e proteggerlo dai guai. Mia mamma dice sempre che devo essere un esempio per lui, che purtroppo mi imita in tutto, anche nelle cose più stupide e allora piovono rimproveri e urla, come una tempesta in pieno autunno Andrea ALLEGATO M I miei genitori… I miei genitori mi rimproverano spesso, a loro dire per il mio bene, anche se a volte questo mi dà molto fastidio. Mia mamma mi ripete sempre di studiare di più perché non studio mai quando mi viene assegnata la lezione, ma faccio tutto in una volta, il giorno prima della verifica e quindi i risultati non sono dei migliori. In altre occasioni invece mi dice che non so organizzarmi perché il sabato svolgo solo i compiti per il lunedì, mentre lei vorrebbe che svolgessi tutti gli esercizi che mi sono stati assegnati per la settimana successiva, così da portarmi avanti con il lavoro. Mio padre, dal canto suo, continua a dirmi di non comportarmi come una sciocca perché certe volte faccio le cose senza pensarci molto e non mi so controllare. Per il resto papà non mi rivolge altri rimproveri. Io penso che mia mamma a volte sia noiosa perché, quando continua a ripetermi “studia, studia, studia”, mi rende nervosa tanto che vorrei sparire e andare via, mentre, quando mi dice che non so organizzarmi, non la ascolto, è come se avessi due tappi di sughero nelle orecchie! Questo perché lei non capisce quale sia il mio metodo di lavoro e vorrebbe impormi il suo. Comunque, nonostante tutti i rimproveri che mi rivolgono i miei genitori, posso ritenermi fortunata perchè con loro ho un ottimo rapporto. Chiara Io e mia mamma molto spesso discutiamo, per esempio quando lei mi dà un consiglio e io non lo ascolto, se poi mi ritrovo nei pasticci, mi ripete “Te lo avevo detto!” e questo mi fa innervosire. A volte mi sgrida perché non faccio niente e mi dice di aiutarla perché lei fa tante cose per me e anch’io devo dare il mio contributo in casa. Quando litighiamo, la maggior parte delle volte finisce che urliamo perché io non sto zitta e rispondo e, se sono molto arrabbiata, vado in camera e sbatto la porta. Non mi piace il mio comportamento perché, invece di alzare la voce, dovrei capire il motivo per cui mi ha sgridato e provare a trovare un punto d’accordo con lei. Martina Non sopporto i miei genitori perché a volte mi sgridano per niente. Mi innervosisco quando mi dicono una cosa e la ripetono mille volte, in quei casi mi viene da rispondere male e quindi finisco in castigo. Dicono che studio poco e su questo non posso contraddirli perché hanno ragione. Sbagliano invece quando danno sempre ragione a mio fratello, solo perché è più piccolo e, anche se mi fa i dispetti, non posso reagire perché altrimenti danno la colpa a me. In generale i miei genitori si lamentano di tutto quello che faccio e mio papà mi ha già detto che, se sarò bocciato, mi manderà in collegio. Nicholas Io penso che i genitori siano tutti uguali, non ti lasciano esprimere le tue opinioni e ti sgridano per qualunque cosa, dalla scuola alle faccende di casa. Quando mi rimproverano, cado in depressione per qualche giorno e, se potessi, vorrei tornare indietro e non nascere in questa famiglia, ma purtroppo non si può e allora mi tocca sopportarli fino a quando avrò diciotto anni. Penso che i genitori non servano a niente, fanno schifo e non ti capiscono mai, ti stanno attaccati come delle sanguisughe e non ti lasciano fare niente di ciò che ti piace. Comunque, senza genitori non si può vivere, sia che ti facciano sentire una merda o la persona più felice della Terra. Credo, in ogni caso, che tutte queste sgridate servano a qualcosa per la mia vita futura e per educare mio figlio, se ne avrò uno. Mattia I miei genitori non mi rimproverano come quando ero piccola perché, essendo cresciuta, non combino più grossi guai. Mio padre, da quando frequento la scuola media, è diventato assillante con la scuola: ripete sempre le stesse cose, soprattutto quando gli dico che ci sono in programma delle verifiche. Il problema è che se gli chiedo di non essere ossessivo, passo immediatamente dalla parte del torto perché si arrabbia e mi rinfaccia subito qualche voto basso che ho preso o in un compito in classe o in un’interrogazione. La cosa che mi dà più fastidio è che mia madre è sempre d’accordo con lui! Tra i due, comunque, le discussioni sono più frequenti con la mamma che, ogni volta, pensa di aver ragione su tutto. Io di solito mi chiudo in camera a pensare a come mi sono comportata e spesso finisce che le chiedo scusa e facciamo pace. In ogni caso, i miei genitori sono unici e non li cambierei mai, anche se qualche volta mi fanno arrabbiare. Angela I miei genitori, come tutti, mi rimproverano e, quando succede, io li ascolto in silenzio per capire se hanno torto o ragione; nel primo caso, cerco di far valere le mie ragioni, nel secondo, provo a spiegare perché mi sono comportata in un certo modo. Subito dopo, se ho sbagliato, arrivano i sensi di colpa e mi sento talmente male da non avere neanche il coraggio di rivolgere loro la parola perché ho il vago presentimento che potrei solo peggiorare la situazione. Devo ammettere, però, che i rimproveri dei genitori sono utili perché ci aiutano a non commettere gli stessi errori e ci fanno capire, anche se magari in modo un po’ brusco, che ci vogliono bene. Francesca Mia mamma mi dice sempre che devo aiutarla nella pulizia della casa. Io, alcune volte, mi arrabbio e mi rifugio nella mia stanza. Lì ragiono e, dopo un po’ di tempo, ritorno da lei per scusarmi. Per quanto riguarda la scuola, non mi rimprovera molto, tranne quando prendo voti un po’ bassi, ma mi premia se i miei risultati sono buoni. Con mia mamma parlo molto, posso esprimere liberamente le mie opinioni e i miei sentimenti e spesso lei mi dà utili consigli. Questo invece non succede con mio papà che, se provo a dire una parola, specialmente se sta guardando la televisione, mi sgrida e io non parlo più. Solo ogni tanto, strano ma vero, mi chiede com’è andata a scuola e che voti ho preso. Io mi sento felice e penso che sia una fortuna avere un papà così. Quando invece non mi lascia parlare, vado a nascondermi in camera mia. Alessandra Ultimamente non mi sento più capita come prima: tutto quello che faccio non va mai bene. In casa la mia opinione non viene quasi mai chiesta. Se posso o non posso andare in gita sono loro a deciderlo, se andiamo fuori a cena sono loro a scegliere il ristorante, se devo comprare dei vestiti nuovi l'ultima opinione spetta sempre alla mamma. Vorrei essere ascoltata di più, vorrei dire la mia sulle decisioni che mi riguardano e sulle cose che posso o non posso fare. Martina Io penso che i genitori siano i primi e principali educatori di noi figli e che condividano la loro missione educativa con altre persone come gli insegnanti. I miei genitori sono impegnati tutto il giorno per via del loro lavoro, tuttavia hanno in comune il fatto dell'attenzione verso di me. Mi sento capita perché dialoghiamo molto, ci confidiamo, ci ascoltiamo e ci confrontiamo. Camilla Sono contenta dei miei genitori perché, in confronto ad altri, non sono troppo protettivi, ma non mi trascurano. Ovviamente molte volte non li sopporto. Vogliono sempre avere ragione e non mi ascoltano neanche. Oppure quando sono arrabbiati per il lavoro o per altri motivi diventano molto nervosi e rispondono male anche a me. Ginevra Sto molto bene con la mia famiglia, mi piace, mi sento abbastanza capita, molto coccolata; non ci sono grossi problemi in casa e tutto va avanti in armonia anche se con le solite liti tra figli e genitori Martina S. I miei genitori sono speciali perché ogni giorno mi devono sopportare, ma sono anche contenti di avermi perché li rendo “felici”. Io so che farebbero tutto per me anche se io non sempre li ricambio nel modo più appropriato. Mattia Io mi trovo bene in famiglia, anche se i miei genitori sono separati fin da quando ero piccolo. A volte non mi sento capito: non mi ascoltano oppure vogliono avere ragione anche quando hanno torto. Inoltre penso che loro ogni tanto mi “vizino” un po' troppo e a volte mia madre mi tratta come un bambino. Ludovico Credo che i miei genitori siano troppo severi e troppo puntigliosi e che non abbiano mai ragione! Mi danno sempre contro. Io non mi sento per niente capita. Però quando mi trovo in qualche situazione difficile sono sempre presenti e in fondo in fondo mi vogliono bene. Elisa Quando la mamma si arrabbia vorrei mettermi delle cuffie e sparire! Incomincia a urlare e non finisce più. Ti fa venire dei sensi di colpa!!! Arianna Il rapporto con i miei genitori è complesso e abbastanza “brutto”. Loro mi giocano sempre contro e ogni volta che cerco di dialogare mi chiudono la porta in faccia! Se solo qualcuno provasse a non sgridarmi... Francesca Io nella mia famiglia mi trovo benissimo e mi sento capita Alexia Io credo che i genitori non ci possano capire, perché quando loro avevano la nostra età era tutto diverso Matteo I miei genitori hanno entrambi 40 anni e sono divertenti e spassosi, ma allo stesso tempo noiosi e “rompiscatole”. Devo stare alle regole, ma non va mai bene lo stesso!! La mia vita fa schifo perché sono il maggiore e quindi devo prendermi cura di mio fratello e proteggerlo dai guai. Mia mamma dice sempre che devo essere un esempio per lui, che purtroppo mi imita in tutto, anche nelle cose più stupide e allora piovono rimproveri e urla, come una tempesta in pieno autunno Andrea ALLEGATO N Cara mamma, in questi ultimi tempi i nostri rapporti sono abbastanza instabili. Infatti, fino a poco tempo fa, eravamo in conflitto totale, per diversi motivi che io ritenevo inutili. Per esempio, a te non piaceva la compagnia che frequentavo, nonostante non avessi mai neanche provato a parlare con le persone che ne facevano parte. Sarei stata anche d’accordo con te se avessi visto che cominciavo ad assumere comportamenti sbagliati, ma, secondo me, avevo sempre mantenuto lo stesso carattere, per cui non vedevo in queste amicizie dei particolari pericoli. Per fortuna, però, le mie amiche mi hanno fatto capire come frequentare quelle persone mi stava cambiando. Così, anche se con molta fatica, sono riuscita a ritornare quella di prima e questo ha fatto riemergere i nostri buoni rapporti. Ma, di questo mio cambiamento, devo ringraziare prima di tutto te, che mi hai capito e mi hai fatto capire prima di tutto che quella non era la strada giusta per me e che sarei solo peggiorata se fossi andata avanti così. Io, ovviamente, non ti ho dato ascolto e non sono riuscita a capire il messaggio che mi volevi trasmettere. Pensavo solo che mi stavi pressando e che ti stavi preoccupando inutilmente . In realtà, però, tu non sei mai stata oppressiva nei miei confronti, perché sai e riconosci che è un mio diritto e bisogno avere una vita mia, iniziare a costruirmela, soprattutto in questo periodo dell’adolescenza. So che per te, come per papà, è difficile riuscire a capire che devo iniziare a staccarmi da voi. A costruirmi una mia vita. So che è difficile accettare il fatto che sto crescendo e devo trovarmi un posto nel mondo. Nonostante questo, però, proprio perché tenete davvero a me, state cercando di lasciarmi più spazio per permettermi di lanciarmi verso il futuro. Credo che questa sia la cosa migliore che potete fare. Mamma, noi non abbiamo mai avuto dei rapporti molto profondi come li hanno di solito una madre e una figlia, ti ho sempre raccontato poco dei miei sentimenti o dei miei problemi. Questo, secondo me, è dovuto al fatto che, prima di tutto, sono una persona molto timida e riservata su certi argomenti e,in secondo luogo, al fatto che, essendo tati in famiglia, non c’è mai tempo per avere dei momenti tranquilli e riservati. C’è sempre qualcuno di mezzo. Nonostante tutti i piccoli conflitti ed i momenti difficili che possiamo avere, però, so che tu tieni a me e che mi vuoi un gran bene, tanto quanto te ne voglio io. Grazie di tutto. La tua Elisa Cara mamma, so che in questi ultimi mesi ti ho fatto arrabbiare con le mie marachelle e perché litigo sempre con mia sorella Karol e con il tuo compagno Marco. Cerca però di capire la mia sofferenza. Ricordi che quando ero piccola andavamo in giro e cantavamo per strada come due matte? Forse quelli sono stati ti giorni più belli della mia vita, non ci importava niente del giudizio degli altri, ci importava solo che la nostra vita fosse felice, avevamo tanti progetti io e te. Ricordo il tuo sorriso stampato sulla faccia piena di orgoglio e felicità. Eravamo felicissime con la nostra casetta ben arredata e il nostro cagnolino. Ma tu avevi un dubbio nei tuoi pensieri e ne soffrivi molto: ritrovare tuo fratello. Ma è arrivato finalmente il giorno in cui te lo sei trovato davanti. Mi ricorderò sempre di quella puntata di “Chi l’ha visto”, in cui hanno trasmesso la nostra puntata. Ho pianto di gioia, perché per la seconda volta ti vedevo felice. Però, dopo qualche anno, è arrivato Marco. In passato ti ho rivolto sempre domande sul mio vero padre, ma tu sorvolavi per non farmi soffrire, tu cercavi un compagno che ci amasse entrambe, ma io ero sempre gelosa di tutti gli uomini che ti si avvicinavano, perché li vedevo come il male che mi voleva rubare il mio punto di riferimento. Però con marco le cose mi sembravano al loro posto ed ho accettato l’idea che vi foste messi insieme. Dopo qualche mese, con imbarazzo, mi sono avvicinata a lui e gli ho chiesto se potevo chiamarlo “papà”. Però, con il passare del tempo, Marco continuava a cambiare atteggiamento , dicendomi cose con parole che parevano nuove. Da quel momento, mi resi conto che non faceva per te, ma ormai era troppo tardi. Poi è nata Karol, la mia splendida e amata sorellina e il rapporto tra me e Marco è peggiorato, tanto che non ci parliamo quasi più. Nella mia vita ci siete voi due. Voi che illuminate la mia strada ogni giorno. Anche se i bei giorni sono solo un ricordo, spero che potremo riviverli come una famiglia migliore. Ti abbraccio con tutto il cuore. La tua Desy Allegato O Caro diario, io mi chiamo Christian, ho dodici anni e purtroppo la mamma non c’è più, è morta quando io avevo nove anni e questo mi rende triste. Certe volte, vorrei andare in paradiso a prenderla e riportarla sulla terra, ma purtroppo non si può fare. Non avrei mai voluto che accadesse questa cosa e mi dispiace molto. Da quando mia mamma non c’è più la mia vita è diventata un inferno e lo sarà per sempre, ne sono sicuro. Carissimi Massimo e Chri, mi mancate moltissimo, non avrei voluto mai e poi mai allontanarmi da voi e adesso, per colpa della mia morte, la vostra vita è cambiata per sempre, diventando un inferno dal quale non potrò mai farvi uscire.Questa lontananza anche per me è difficile da sopportare, ma purtroppo l’unico posto in cui potremo rivederci è l’Aldilà, quando verrete qui anche voi. Caro diario, io con i miei genitori vado abbastanza d’accordo, a parte piccoli screzi per cose futili come il computer o la TV. Loro sono magnifici: sono sempre pronti ad aiutarmi e soprattutto non mi asfissiano con raccomandazioni da genitori apprensivi, penso proprio che vogliano darmi fiducia. Ad esempio oggi, per la prima volta, io e Arianna siamo andate da sole in bicicletta, non ci potevo credere. Mi avevano negato il permesso di girare da sola per gambolò solo qualche settimana prima e proprio quando io miero rassegnata e avevo smesso di chiederlo, loro mi hanno dato il permesso di farlo… penso che abbiano notato in me un cambiamento, credo che non mi abbiano più vista come la “preadolescente” che sa aspettare, che capisce le loro preoccupazioni da adulti e le rispetta. Penso che io e miei genitori andiamo d’accordo anche perché, quando voglio stare da sola in camera mia, loro mi lasciano in pace, se invece devo parlargli hanno sempre tempo per me. Insomma, sanno rispettare i miei diritti pur mettendo dei paletti ben visibili, da non oltrepassare. Secondo me, è anche più difficile di quanto si creda fare il genitore, perché bisogna porre dei limiti, farli rispettare, aiutare i figli in ogni campo sempre con la paura di sbagliare, di dare un consiglio errato. A proposito di regole, ora è meglio che io vada a letto. 19 luglio 2009 Ieri Serena e la sua amica sono uscite da sole in bicicletta per Gambolò. E’ da un po’ di tempo che chiedeva il permesso per poterlo fare, non so cosa darei per rivedere l’espressione di felicità dipinta sul suo viso, quando ha preso il cellulare dalla borsa ed è salita in sella alla sua bici, la gioia le usciva da tutti i pori. Io e mio marito Vittorio avevamo già parlato di queste uscite da miniadulte che lei desiderava ardentemente, infatti si paragonava a suo fratello che ha cominciato a girare e uscire con gli amici un po’ prima di lei. Noi continuavamo a ribadire che erano tempi diversi. Penso proprio che lei si fosse annoiata a sentire quella frase, forse è per questo che ha smesso di chiederlo…Comunque, quando ha smesso di chiedere, noi le abbiamo dato il permesso. Spero che abbia conquistato ancor più fiducia in sé stessa. Allegato O Caro diario, io mi chiamo Christian, ho dodici anni e purtroppo la mamma non c’è più, è morta quando io avevo nove anni e questo mi rende triste. Certe volte, vorrei andare in paradiso a prenderla e riportarla sulla terra, ma purtroppo non si può fare. Non avrei mai voluto che accadesse questa cosa e mi dispiace molto. Da quando mia mamma non c’è più la mia vita è diventata un inferno e lo sarà per sempre, ne sono sicuro. Carissimi Massimo e Chri, mi mancate moltissimo, non avrei voluto mai e poi mai allontanarmi da voi e adesso, per colpa della mia morte, la vostra vita è cambiata per sempre, diventando un inferno dal quale non potrò mai farvi uscire.Questa lontananza anche per me è difficile da sopportare, ma purtroppo l’unico posto in cui potremo rivederci è l’Aldilà, quando verrete qui anche voi. Caro diario, io con i miei genitori vado abbastanza d’accordo, a parte piccoli screzi per cose futili come il computer o la TV. Loro sono magnifici: sono sempre pronti ad aiutarmi e soprattutto non mi asfissiano con raccomandazioni da genitori apprensivi, penso proprio che vogliano darmi fiducia. Ad esempio oggi, per la prima volta, io e Arianna siamo andate da sole in bicicletta, non ci potevo credere. Mi avevano negato il permesso di girare da sola per gambolò solo qualche settimana prima e proprio quando io miero rassegnata e avevo smesso di chiederlo, loro mi hanno dato il permesso di farlo… penso che abbiano notato in me un cambiamento, credo che non mi abbiano più vista come la “preadolescente” che sa aspettare, che capisce le loro preoccupazioni da adulti e le rispetta. Penso che io e miei genitori andiamo d’accordo anche perché, quando voglio stare da sola in camera mia, loro mi lasciano in pace, se invece devo parlargli hanno sempre tempo per me. Insomma, sanno rispettare i miei diritti pur mettendo dei paletti ben visibili, da non oltrepassare. Secondo me, è anche più difficile di quanto si creda fare il genitore, perché bisogna porre dei limiti, farli rispettare, aiutare i figli in ogni campo sempre con la paura di sbagliare, di dare un consiglio errato. A proposito di regole, ora è meglio che io vada a letto. 19 luglio 2009 Ieri Serena e la sua amica sono uscite da sole in bicicletta per Gambolò. E’ da un po’ di tempo che chiedeva il permesso per poterlo fare, non so cosa darei per rivedere l’espressione di felicità dipinta sul suo viso, quando ha preso il cellulare dalla borsa ed è salita in sella alla sua bici, la gioia le usciva da tutti i pori. Io e mio marito Vittorio avevamo già parlato di queste uscite da miniadulte che lei desiderava ardentemente, infatti si paragonava a suo fratello che ha cominciato a girare e uscire con gli amici un po’ prima di lei. Noi continuavamo a ribadire che erano tempi diversi. Penso proprio che lei si fosse annoiata a sentire quella frase, forse è per questo che ha smesso di chiederlo…Comunque, quando ha smesso di chiedere, noi le abbiamo dato il permesso. Spero che abbia conquistato ancor più fiducia in sé stessa. ALLEGATO P Cara Linn di Liv Ullmann 1)Chi sono il mittente e il destinatario di questa lettera? Riporta i loro nomi e spiega quale rapporto c’è tra loro. Il mittente è Liv Ullmann, il destinatario è Linn. Sono madre e figlia. 2) Che età ha secondo te Linn? Riporta la frase del testo che ti ha permesso di rispondere. Linn è una bambina. Lo si capisce quando la madre dice che, affacciandosi alla finestra, la vede scavare in giardino con i pantaloncini consumati sul sedere e sulle ginocchia . 3)Che cosa si rimprovera la scrittrice nei confronti della figlia ? La madre si rimprovera di aver trascurato la figlia, di essere stata spesso stanca e nervosa, di non aver mantenuto le promesse fatte. 4) Quali sono i motivi che hanno costretto la madre a dedicare poco tempo alla figlia? I motivi per cui la madre dedica poco tempo alla figlia sono: il lavoro e la ricerca del successo personale. Liv Ullmann infatti è un’attrice molto nota a livello internazionale. 5)In quale modo, a volte, l’autrice manifesta alla figlia il suo nervosismo e la sua tensione ? La madre mostra il suo nervosismo abbracciando in fretta la figlia, ascoltandola tamburellando le dita sul tavolo, chiedendole di non essere troppo insistente con le sue richieste. 6)Di cosa ha paura l’autrice riguardo al suo rapporto con la figlia ? L’autrice ha paura che quando avrà tutto il tempo da dedicare alla figlia sarà troppo tardi per recuperare il loro rapporto. 7)Quali sono i sentimenti che Liv Ullmann esprime nei confronti della figlia? La madre ama la figlia, ma esprime anche profondi rimorsi nei suoi confronti. 8)Quali sono i gesti della bambina che suscitano maggiore tenerezza nella madre? La bambina intenerisce la madre quando si appoggia a lei e le accarezza la guancia. 9) In che modo la bambina conforta la madre ? La bambina conforta la madre dicendole di non essere triste perché c’è lei al suo fianco. 10)Quale desiderio esprime la madre nell’ultima parte della lettera ? La madre vorrebbe avere tempo per seguire la figlia da vicino. 11)Che cosa intende dire, secondo te, l’autrice affermando di essersi sforzata di capire “chi è ’’ e “perché è ’’ ? Con queste espressioni Liv Ullmann spiega alla figlia di aver cercato di capire chi fosse come donna, di realizzarsi dal punto di vista professionale, dando cioè un significato alla propria vita a prescindere dal proprio ruolo di madre. 12) Che cosa intende dire l’autrice alla figlia quando afferma “Tu sei rimasta sola con ciò che con tanto piacere avevamo progettato di fare insieme’’? L’autrice intende dire che lei e la figlia avevano progettato di fare delle cose insieme, ma i loro programmi erano sfumati a causa degli impegni lavorativi della madre che, non avendo mantenuto le promesse fatte alla figlia, sicuramente le aveva causato una profonda delusione. 13)Che cosa intende dire l’autrice alla figlia quando afferma “”Tu hai pensieri e avventure ai quali non prenderò mai parte’’? Con questa espressione l’autrice riconosce che c’è una certa distanza tra lei e la figlia. Le sue ripetute assenze da casa hanno fatto sì che tra loro non si creasse quella complicità e quella confidenza normali tra madre e figlia, quindi Linn ha pensieri e vive “avventure” interiori di cui non rende partecipe la mamma. 15)L’espressione “avere i nervi a fiori di pelle” cosa significa? L’espressione “avere i nervi a fior di pelle” significa essere molto tesi, irritabili. ALLEGATO Q Zenzele: lettera per mia figlia di N.J.Maraire 1)Chi sono il mittente e il destinatario di questa lettera? Il mittente è una madre che scrive alla figlia lontana. 2)Perché Zenzele non vive più con la sua famiglia? Dove si trova ora? Zenzele non vive più con la sua famiglia ad Harare, nello stato africano dello Zimbabwe, perché ha deciso di andare a studiare ad Harvard, negli Stati Uniti. 3)In che modo la figlia cercava di consolare la madre preoccupata per la sua decisione di andare a studiare negli Stati Uniti? Per consolare la mamma, Zenzele le diceva che sarebbe stata lontana solo quattro anni, che avrebbe telefonato tutte le settimane e, non appena ci fosse stata una vacanza, avrebbe preso il primo volo per tornare a casa. 4)Perché all’autrice della lettera, ora che la figlia è lontana, piace rifugiarsi in cucina? L’autrice ama rifugiarsi in cucina perché lì il ricordo di sua figlia è più forte. Quello infatti era il palcoscenico di Zenzele e il rifugio della mamma la quale, ora che la figlia è lontana, ama stare nella luce gialla dell’alba che inonda la stanza. 5)La madre si sofferma sulle differenze tra la sua vita e quella della figlia, evidenziando anche le diversità di carattere. Spiega. La madre era stata una ragazza tranquilla, riservata, piuttosto chiusa, desiderosa di vivere lontano dal mondo e dalle sue pene; Zenzele invece è una ragazza curiosa del mondo che la circonda, ambiziosa, pronta a lasciare il suo universo famigliare per studiare lontano da casa e costruirsi così un futuro. Mentre la madre ha scelto una vita semplice che ricalcava i modelli tradizionali, Zenzele ha scelto la via dell’emancipazione. 6)Cosa significa l’espressione contenuta nella lettera “Di tutti i miei figli , tu sei la sola che ha saputo creare se stessa” ? Questa espressione significa che Zenzele è sempre stata indipendente e determinata nelle sue scelte, non ha avuto paura di affrontare una realtà del tutto estranea a quella in cui era cresciuta pur di costruire il futuro che desiderava per sé. 7)Nonostante la madre sia perfettamente consapevole della distanza “culturale” che la divide dalla figlia, pensa di poterle comunque dare importanti consigli di vita, perché? La madre è consapevole di aver percorso un “viaggio”, talvolta maldestro, che l’ha portata a diventare la donna che è e le ha fatto raggiungere, attraverso le esperienze vissute in prima persona, una saggezza che vorrebbe trasmettere alla figlia. Parla, molto efficacemente, di “un distillato di insegnamenti tradizionali africani, , osservazioni di carattere sociale e preoccupazioni materne”. 8)Qual è, a tuo avviso, lo scopo con cui viene scritta questa lettera? Questa lettera rappresenta uno sfogo. La madre dà libero corso a pensieri e ricordi e ripercorre le tappe, per lei dolorose, che hanno portato la figlia Zenzele a maturare la decisione di andare a studiare all’estero. Al tempo stesso l’autrice riflette sul fatto che lei e la figlia rappresentano due modelli femminili antitetici perché l’una ha scelto di rimanere ancorate ai modelli culturali e sociali della tradizione, l’altra invece ha scelto la strada dell’indipendenza e dell’autodeterminazione, in assoluta libertà. Allegato R Mia mamma è sempre stata per me un modello da seguire fin da quando ero piccola. Lei è sempre stata molto dolce nei miei confronti e, nel tempo, siamo diventate migliori amiche, infatti ci confidiamo tutto e tra noi non ci sono segreti. Mia madre mi ha insegnato molte cose e, se ho una grande passione per la lettura, è proprio merito suo! Mi ha educato, inoltre, al rispetto per l’ambiente insegnandomi a praticare la raccolta differenziata e a ridurre il più possibile il nostro contributo all’inquinamento (non a caso usiamo di rado l’automobile) e mi ha trasmesso l’amore per gli animali. Mia mamma fa la casalinga da quando avevo tre anni, prima lavorava come impiegata in una grossa società alimentare a Milano e quindi passava la maggior parte del suo tempo seduta ad una scrivania. Io, al contrario, preferirei un lavoro più movimentato. Comunque, dopo al mia nascita, ha deciso di dedicarsi alla famiglia, una scelta che condivido e che mi sembra giusta. Anch’io avrei fatto lo stesso. Eleonora Mia mamma si chiama Elena. Quando diventerò grande, vorrei seguire alcuni dei suoi insegnamenti perché li ritengo molto importanti per il mio futuro. Vorrei essere per i miei figli un mentore, proprio come lei lo è per me. Inoltre vorrei assomigliarle per l’ordine e la pulizia con cui riesce a tenere la nostra casa e per la sua capacità di giudicare le persone non per l’aspetto fisico, ma per la loro interiorità, cioè per quello che hanno da trasmettere, mentre adesso non sono ancora in grado di farlo. Mia mamma, inoltre, mi ha insegnato molte cose per le quali le sono grata, ad esempio che, quando avrò bisogno del mio “spazio” dovrò parlarne con i miei genitori, senza agire d’impulso e mi ha fatto anche imparare cose pratiche come: cucinare, fare il bucato ed essere un po’ più autosufficiente in alcune situazioni. Ci sono alcuni aspetti, invece, per i quali non vorrei affatto assomigliarle: il primo è relativo al lavoro che svolge; mia mamma infatti è responsabile amministrativa di una importante azienda di import-export nel settore delle calzature, mentre io vorrei diventare notaio o insegnante. Comunque, la mamma mi dice sempre che, qualunque lavoro deciderò di fare, per lei andrà bene, l’importante è che mi soddisfi e che mi dia molte gratificazioni, anche economiche. Il secondo aspetto riguarda una sua pessima abitudine che ci fa spesso litigare. Mia madre, infatti, vuole sempre decidere come devo vestirmi perché pensa che io sia troppo piccola per prendere certe iniziative. Quando anch’io sarò mamma, mi sono ripromessa di non interferire nel modo in cui i miei figli decideranno di abbigliarsi, anche se so che, tutto sommato, la mamma fa così solo per il mio bene! Lucrezia Mia mamma non rappresenta per me un modello da seguire sul piano umano perché abbiamo caratteri molto diversi e trovo che molti dei suoi atteggiamenti nei miei confronti siano sbagliati, ad esempio lei è molto impulsiva, cosa che a me non piace affatto. Abbiamo un bel rapporto madre-figlia, ma spesso ci troviamo in disaccordo su molti punti e non riusciamo a chiarirci, perciò ognuna rimane del proprio pensiero. Sul piano professionale, non saprei: non ho ancora deciso, infatti, cosa fare da grande, ma credo che mi discosterò dalla sua professione; lei è un’insegnante di matematica, ma attualmente fa l’impiegata e nessuno dei due lavori mi piace molto. Veronika Parlare di mio papà per me non è difficile perché con lui ho un bel rapporto di confidenza e di dialogo. Non lo chiamo “papà” né Pietro (che è il suo nome), ma mi piace chiamarlo “Ciccio”, non so il perché. Sul piano umano è per me un modello da seguire, soprattutto per il suo ottimismo che gli consente di sdrammatizzare le situazioni difficili e affrontarle con razionalità, senza perdere il controllo. E’ molto socievole e simpatico e sta volentieri in compagnia degli amici. Ama lo sport, specialmente il calcio che ha praticato con buoni risultati in gioventù e sa anche sciare bene, infatti mi ha trasmesso questa passione. Gli piace tanto viaggiare e insieme abbiamo visitato molte località in diverse parti del mondo. Si interessa dei miei studi e ha nei miei confronti parole di incoraggiamento e di lode. Sul piano professionale ammiro la sua competenza, la sua serietà e l’onestà con cui svolge il suo lavoro presso una ditta che si occupa di vendita, consegne, esposizione, riparazione di macchinari agricoli. Per me è un bravissimo papà. Da imitare. Marco Mia mamma si chiama Silvana ed è una commercialista. E’ una persona molto tranquilla e, allo stesso tempo, molto energica, sempre pronta ad occuparsi di me e dei miei fratelli. E’ sempre disponibile ad aiutare gli altri ed è quindi molto generosa, lo dimostra il fatto che ha deciso di adottarci e di prendersi cura di noi. Non può che essere un buon esempio per me avendomi trasmesso dei valori importanti per la vita. Non è troppo severa né permalosa, è molto riflessiva e penso che questa sia una qualità da imitare. L’unica cosa che non imiterei di mia mamma è la professione che svolge. Nonostante mi piaccia molto la matematica, preferirei lavorare nell’ambito delle nuove tecnologie. Yogita Mi ritengo molto fortunato perché ho un padre fantastico! Lo apprezzo veramente sotto tutti gli aspetti, sia umani che professionali. E’ una persona gentile ed educata, molto affettuosa, verso mia madre e verso noi figli. Dedica alla famiglia tutto il suo tempo libero ed è sempre disposto ad ascoltare i nostri problemi per aiutarci a risolverli. Mi piacerebbe, da grande, avere la sua calma e la sua sicurezza. Apprezzo molto il fatto che si fidi di me non mi tratti come un bambino piccolo. E’ per me un ottimo esempio e mi piacerebbe diventare un adulto simile a lui nel carattere e nella forza di volontà che mette in tutto ciò che fa. Anche professionalmente infatti è molto bravo. Ha una azienda tutta sua e ama il suo lavoro. Sa trattare con i clienti e per questo motivo, anche in un periodo di crisi come questo, ha molto lavoro. Non so se seguirò le sue orme perché amo ancora troppo giocare e non ho le idee chiare sul mio futuro, certamente però prenderò esempio da lui per quanto riguarda professionalità e senso di responsabilità. Andrea Mia madre è casalinga. Ogni giorno sistema la casa e si occupa di mio fratello che ha quasi due anni. E’ molto affettuosa e protettiva e sinceramente ha qualche paura a lasciare uscire me e mia sorella da sole per la città. Lei ci sgrida raramente e, quelle poche volte che lo fa, poi dialoghiamo con calma. Al contrario di mio padre, non ci mette mai in punizione impedendoci di guardare la televisione, il computer o il cellulare. Da grande, quando anch’io avrò dei figli, mi comporterò allo stesso modo con loro, ma, al contrario di mia madre, vorrei lavorare fuori casa perché vorrei contribuire al mantenimento della famiglia. Alice Mia mamma per me è molto importante.Ha un carattere dolce, sincero e mi trasmette serenità; lei è anche il mio punto di riferimento: quando ho bisogno di confidarle i miei problemi, infatti, è sempre disponibile. Mi dà molto affetto e, soprattutto quando non sto bene, mi riempie di attenzioni; sa essere, però, anche sicura e forte, infatti mi rimprovera quando sbaglio, quando mi ribello a certe sue regole che, in quel momento, non voglio capire. Mia mamma è sicuramente un modello da seguire, i suoi consigli li porterò dentro di me per sempre, insieme ai valori che mi ha trasmesso. Io però ho un altro carattere e un’altra personalità e farò sempre ciò che crederò giusto, sapendo comunque che il suo affetto per me non avrà mai fine. A livello professionale, si occupa di assistenza agli anziani e ai disabili. Io non ho ancora le idee chiare su cosa farò da grande, ma sono consapevole che qualsiasi lavoro intraprenderò, darò il meglio di me stessa. Deborah Mia mamma è per me una cara amica. Lei mi insegna molte cose, mi aiuta e mi guida, specialmente in questo periodo della mia vita. Da quando siamo nate io e mia sorella, ha smesso di lavorare perché ha preferito stare con noi ogni giorno, accompagnarci a scuola e vederci crescere. Io apprezzo tutto questo, ma, quando sarò grande, non seguirò la sua strada. Secondo me, anche se ammiri una persona, non devi imitarla, sia per il tuo bene che per il suo. Questo perché magari quella persona ha lottato per essere quello che è diventata e, se ti limiti ad imitarla, non solo non ti crei una tua personalità, ma non lotti per ciò che realmente desideri per te stesso. E’ giusto avere dei modelli da seguire, ma è meglio che ognuno crei se stesso e, per ottenere ciò che vuole, si impegni con tutte le sue forze. Quindi ho imparato che devo intraprendere una strada solo mia e “farmi le ossa”. Ancora non so di preciso cosa farò da grande…so però che, se anche sbaglierò, come è normale che sia, mia mamma mi sarà vicina e, grazie al suo affetto, potrò impegnarmi di più per andare avanti, seguendo la strada che ho scelto di percorrere. I miei vorrebbero che facessi la parrucchiera o l’estetista e questo va bene per mia sorella, per me no. Io voglio decidere da sola, voglio sbagliare da sola…non importa perchè sbagliando si impara! Insomma, per concludere, creerò da ma il mio futuro, senza seguire l’esempio degli altri e questo lo faccio per me, per crescere emotivamente, nonostante io continui a voler molto bene alla mia mamma. Sarah Mio padre ha quarantadue anni, è robusto, abbastanza alto e i capelli sopra la fronte sono inesistenti, mentre io sono di statura media, un po’ robusto e ho ancora tutti i miei capelli. Io e mio padre, pur essendo quasi identici sul piano fisico, siamo molto diversi dal punto di vista psicologico. Questo si può capire dai lavori che svolgiamo, o meglio che lui svolge e che io vorrei svolgere un domani. Mio padre fa il pizzaiolo ed è un lavoratore onesto e infaticabile, io invece vorrei diventare l’uomo politico più potente della Terra e il più grande genio che il mondo abbia conosciuto. Direi che questo basti a far capire la nostra diversità. Inoltre mio padre vuole la pace, la tranquillità e da mangiare per il giorno dopo, io desidero la cultura e la gloria, bramo il potere e l’immortalità. Oltre che per i nostri desideri, io e mio padre siamo diversi anche caratterialmente: lui è tranquillo e allo stesso tempo impetuoso, io sono cinico e paranoico al limite della follia. Mio padre desidera riposare, magari sul divano, io non voglio sprecare nemmeno un millesimo di secondo del mio tempo e della mia vita. Un’altra differenza sostanziale tra noi riguarda il nostro rapporto con le donne: mio padre litiga in continuazione con mia madre, ma quando vanno d’accordo sono “pappa e ciccia”, io invece sono più timido e distaccato con le ragazze. Tutto considerato, quindi, gli voglio un gran bene ma non posso definirlo un modello. Davide Alfonso Tutti affermano che assomiglio a mio papà. Ha i capelli scuri e gli occhi castani come me, ma lui non è magro, anzi è un po’ cicciotto. Mio papà è una persona molto paziente e mi piacerebbe tanto essere come lui. Andiamo molto d’accordo. Quando ero piccolo, appena rientrava a casa, si “buttava” subito a giocare insieme a me, con le macchinine o a fare costruzioni, nonostante fosse molto stanco per il suo lavoro che è pesante e impegnativo. E’ una persona che ama lavorare, infatti si impegna molto nella sua attività. La mattina lo sento uscire di casa alle 6.00 e torna a casa alla sera alle 8.30, ma, appena riesce, mi viene a prendere a scuola alle 13.30. E’ sempre contento, scherza di frequente e non urla mai. Ha un look sportivo, infatti di solito indossa jeans e maglietta. Siamo interisti tutti e due, ma lui in realtà non si interessa molto di calcio. Mio papà è una persona buona e mi piacerebbe avere il suo ottimismo e la sua voglia di fare. Pietro ALLEGATO S Caro Edoardo, come stai? Io bene e spero anche tu. Ti scrivo questa lettera per raccontarti che ho trovato una persona che ammiro particolarmente e che per me rappresenta un modello a cui vorrei assomigliare, almeno in parte. Questa persona è di nazionalità portoghese ed è l’allenatore dell’Inter: Josè Mourinho. È arrivato in Italia due anni fa, mettendosi subito al centro dell’attenzione nella sua prima conferenza stampa. Dopo un mese aveva già vinto la Supercoppa italiana e subito dopo il campionato. Da quando è arrivato all’Inter, è riuscito ad infondere nella squadra la sua grinta, la sua tenacia e la sua sicurezza. Mourinho non pensa mai di perdere o tanto meno di pareggiare, lui vuole solo vincere, infatti dopo due mesi l’avevano soprannominato lo “special-one”. Mourinho è stato anche al centro di molte polemiche per il suo carattere scontroso, un po’ offensivo e sempre pronto a protestare, ma ha superato ogni critica “zittendo” tutti alla sua solita maniera, cioè dimostrando che è il numero uno e a volte, pur di difendere la squadra, si assume tutte le colpe. Da quando è arrivato in Italia, Josè detiene il record dell’allenatore più espulso in un anno. Mourinho è un personaggio capace di buttarsi in mezzo al campo ridendo ironicamente perché non è d’accordo sulle decisioni dell’arbitro, oppure di fargli il segno delle manette davanti alla faccia. Durante le conferenze stampa ne ha per tutti, nessuno escluso, ma, quando vuole, può essere anche simpatico. Molte frasi dette da lui sono passate alla storia e su di esse hanno fatto anche delle canzoni come: “Milan più Juve più Roma uguale zerou tituli”. Anche il suo modo di allenare e di fare delle scelte è molto personale. Per esempio, se la partita rimane sul risultato di parità, Josè fa giocare quattro giocatori in attacco e due in difesa, non pensando che potrebbe anche perdere perché lui vuole solo vincere. Nella maggior parte dei casi viene premiato per le sue scelte con la vittoria della squadra, anche negli ultimi minuti di gioco. Mourinho ormai è diventato un personaggio storico dell’Inter ed è nel cuore di tutti i tifosi. A me piacerebbe essere come lui per il suo carattere e la sua bravura, per la sua grinta e la sua determinazione nel perseguire gli obiettivi che si prefigge di raggiungere, in questo credo sia davvero un esempio da tener ben presente. Quest’anno Mourinho sta tenendo l’Inter in corsa per tutte le competizioni, chissà se riuscirà a vincerle? Ora ti devo salutare perché è tardi e devo finire i compiti…Spero di ricevere presto tue notizie! Con affetto Matteo Caro Giovanni, come stai? Io molto bene e spero che lo stesso valga per te. In questo periodo non ti ho scritto di frequente a causa dei miei impegni scolastici e delle partite di basket che, tra parentesi, continuiamo a vincere! A proposito di sport, vorrei parlarti di una persona che è diventata per me un modello da seguire; anche se pratica una disciplina diversa dalla mia, rappresenta per me un esempio importante. Si tratta di Valentino Rossi. Lo conoscerai sicuramente, ma nel caso non fosse così, ti spiego qualcosa di lui e, soprattutto, perché mi piace tanto. E’ un celebre motociclista che non si arrende mai. Vorrei assomigliare a lui perché è famoso e perché con la sua moto “vola” sulla pista, non fermandosi davanti a nulla. Inoltre mi piace la sua spensieratezza coinvolgente e mi divertono i modi bizzarri che inventa per esultare quando vince una gara; è una persona davvero simpatica, mi ricordo che una volta in cui era arrivato tardi ad una gara, ha indossato una maglietta con scritto “SCUSATE PER IL RITARDO” e il disegno di una sveglia. Sono comunque le sue doti da sportivo quelle che mi affascinano maggiormente, il fatto che per arrivare primo ce la metta sempre tutta e, se cade dalla moto o si rompe qualcosa, cerca di ritornare subito in pista per riabilitarsi agli occhi dei tifosi. A differenza di altri motociclisti, anche quando perde, dice che è andata bene perché è un ottimista, uno che vede il bicchiere sempre mezzo pieno. Mi piacerebbe essere come lui e provare il brivido della velocità in sella ad una moto potente come la sua, ma fino a sedici anni non potrò guidare una 125! Adesso però ti devo salutare: sta per iniziare una gara e Valentino parte al primo posto! Con affetto Gualtiero P.S: Scrivimi presto e raccontami se anche tu hai una persona-modello. Cara Gina, è da tanto che non ti scrivo una lettera per informarti di quello che mi sta succedendo, ma oggi mi farò perdonare. Qui è tutto ok e da te? Va tutto bene? Spero di sì. Oggi vorrei parlarti di una persona a cui desidero assomigliare per le sue doti sia umane che sportive: Michael Jordan. Lui per me rappresenta l’ABC del basket e un modello da seguire al 100% perché nelle partire metteva il cuore e l’anima e, anche quando era sfinito, cercava sempre di caricare la squadra, dicendo ai compagni di non disperare e di non darsi per vinti. Inoltre è un modello da seguire per le sue doti balistiche e tattiche. Essendo molto alto, era bravissimo a schiacciare ed essendo anche robusto sapeva farsi valere sugli altri giocatori. Michael, pur essendo un personaggio famoso, non si è mai dato arie e ha sempre cercato di godersi la sua vita e di dedicarsi serenamente alla sua famiglia, anche se spesso è perseguitato dai paparazzi. Di lui ammiro tutto, soprattutto la sua sportività perché, anche quando subiva un fallo molto evidente che l’arbitro però non aveva notato, non urlava per protestare, ma proseguiva il gioco e, se era lui a commettere fallo a sua volta, chiedeva subito scusa all’avversario e gli tendeva la mano. Adesso che ti ho raccontato del modello che mi piacerebbe seguire (e magari arrivare, come lui, a giocare nell’NBA), vorrei che tu mi rispondessi parlandomi di te, di cosa ti succede e che mi raccontassi se hai anche tu un idolo a cui ispirarti. Baci Davide Cara Lara, è da molto tempo che non ci sentiamo. Sono ormai passati due anni dall’ultima volta in cui ci siamo viste e proprio ieri ho trovato il tuo indirizzo e ho deciso di scriverti. In tutto questo tempo passato lontane, io sono cambiata molto e credo che lo stesso sia successo a te. Sono diventata talmente diversa da non riuscire neppure a capire chi sono veramente ed è appunto questo mio modo di essere che mi ha spinta a cercare un modello da seguire, un punto di riferimento a cui “aggrapparmi” quando non riesco più a capire me stessa. Trovo che la persona più adatta a rivestire questo ruolo sia mia nonna materna, una donna testarda e indipendente che sa cavarsela da sola in ogni situazione grazie alla sua intelligenza e, qualche volta, grazie anche alla sua furbizia. Ha una parlantina sciolta e per questo, devo ammetterlo, la invidio un po’. Riesce a dare buoni consigli a chiunque gliene chiedo uno e lei stessa, con le sue scelte di vita e il suo comportamento, è un modello da seguire per la sua indipendenza, la sua spiccata intelligenza e la sua forza d’animo. E tu? Come stai? Cosa ne pensi di ciò che ti ho raccontato? Spero tu mi risponda presto. Un abbraccio Francesca Cara Frensy, come stai? Spero che tu stia bene e lo stesso vale per il tuo fratellino. Nella tua risposta a questa mia lettera dovrai assolutamente scrivermi di te e delle atre ragazze perché è già da tre settimane che non vi vedo! Oggi ti vorrei raccontare di una persona che ammiro molto e cioè mia zia. E’ una donna di bell’aspetto, ha due begli occhi verdi che cambiano colore e diventano castani quando c’è brutto tempo, è magra (anche se adesso è incinta di un altro bimbo), ha un viso dai lineamenti affilati e porta i capelli lunghi. E’ una persona vivace, simpatica e adesso che è incinta è più dolce che mai. Lei sostiene che sarà una femminuccia, ne è più che convinta, anche se allo stato attuale della gravidanza non può esserne certa. Comunque ha già comprato delle tutine rosa, con la disapprovazione di mia mamma che teme possa nascere un maschio. Mia zia ha una grande forza di volontà, è decisa, non teme nessuno e, anche se litiga spesso con la suocera, non si lascia mettere mai i piedi in testa, né da lei né da nessun altro. Inoltre è una donna intelligente, ha una grande bontà d’animo e una straordinaria voglia di vivere. Per questo l’ammiro molto e spero un giorno di diventare come lei. Noi stiamo bene insieme, ci prendiamo in giro a vicenda e ridiamo sempre; quando vado da lei, però, dedico molto tempo anche a mio cugino Diego che per me è un fratello minore perché siamo cresciuti insieme, come tu ben sai. Il tempo a mia disposizione è finito. Spero che mi racconterai come sono andati questi ultimi giorni in cui non sei stata con me…TVB Rebecca Cara Elena, come va? Io sto bene e spero anche tu. Cosa hai fatto in questo periodo? Io mi sono annoiata un po’ perché le mie giornate sono state abbastanza monotone. Ultimamente ho trascorso i momenti più divertenti con mia cugina Ilaria che, fin da quando ero piccola, ha rappresentato per me un modello da imitare perché è una persona fantastica. Io cerco di essere come lei perché è impeccabile in ogni cosa che fa. Inoltre ha sempre idee nuove ed originali e non si arrende mai. Ha un grande spirito d’avventura e vorrebbe viaggiare per tutto il mondo, infatti le piacciono i posti nuovi e questo l’ha portata a scegliere sempre mete diverse. Pensa che ha già visitato quasi tutta l’Europa! Nelle sue decisioni è irremovibile e, se vuole qualcosa , anche se costa impegno e fatica, riesce comunque a raggiungere il suo obiettivo. E’ simpatica, allegra e porta sempre con sé il buon umore. Talvolta è un po’ fanatica dello sport, forse perché si tratta del suo lavoro e quindi è sempre in movimento. Ama e rispetta la natura e gli animali, preferisce stare all’aria aperta che chiusa tra quattro mura. E’ molto intelligente e desidera sempre imparare cose nuove; non fa mai brutte figure perché non si impiccia negli affari degli altri, è educata e sta anche parecchio attenta al suo look! Mi piace stare con lei e vorrei assomigliarle perché ogni parola che esce dalla sua bocca non è mai sciocca o superficiale; secondo me è la persona più perfetta che esista sulla faccia della Terra! In base a ciò che ti ho raccontato di lei non ti sarà difficile capire perché rappresenta per me un modello a cui ispirarmi…e tu? Hai un esempio da seguire? Se sì, di chi si tratta? Scrivimi presto perché voglio sapere tutto! Mi manchi molto, con affetto Martina ALLEGATO T Doveri dei genitori 1. Accudire i figli. 2. Educarli. 3. Garantire loro un’istruzione adeguata. 4. Rispettare le loro inclinazioni. 5. Rispettare i loro pensieri e i loro punti di vista. 6. Sforzarsi di comprenderli. 7. Rispettare la loro privacy. 8. Ascoltarli. 9. Indirizzarli senza prevaricarli. 10.Curarsi della loro salute. 11.Passare del tempo con loro. 12.Proteggerli dai pericoli. 13.Aiutarli quando hanno bisogno. 14.Fornire loro occasioni di svago e divertimento. Diritti dei genitori 1. Educare i propri figli e trasmettere loro dei valori. 2. Preoccuparsi e informarsi sulla vita dei figli. 3. Essere autoritari quando serve. 4. Sentirsi estranei e quindi lamentarsi un po’ quando i figli crescono. 5. Avere dei progetti per i figli. 6. Essere amati e rispettati. 7. Avere interessi propri, amicizie e spazi di libertà. Doveri dei figli 1. Rispetto. 2. Obbedienza. 3. Amore. 4. Aiuto. 5. Sincerità. 6. Ascoltare i consigli. 7. Impegnarsi nello studio. 8. Non escludere i genitori dalla propria vita. 9. Sostenere moralmente i genitori. Diritti dei figli 1. Diritto a un nome e una nazionalità 2. Avere la propria vita. 3. Fare i propri sbagli. 4. Avere la propria privacy. 5. Essere rispettato. 6. Studiare. 7. Esprimere la propria opinione. 8. Essere amato. 9. Essere indeciso, malinconico, talvolta scontroso. 10.Essere stimato nonostante qualche insuccesso scolastico. 11.Seguire le proprie inclinazioni e i propri interessi. 12.Essere perdonato. Allegato U Amici per sempre Luogo di ambientazione della vicenda: una cittadina degli Stati Uniti. Epoca di ambientazione della vicenda: la vicenda è ambientata ai giorni nostri, ma non ci sono riferimenti a date precise. Protagonisti della vicenda: Dexter: è un ragazzino di undici anni affetto da AIDS, malattia contratta a causa di una trasfusione di sangue. Abita in una villa con giardino insieme alla madre che si occupa al figlio e teme che i medici non trovino una cura in tempo. Quando la madre è al lavoro, Dexter trascorre il suo tempo giocando da solo perchè i suoi coetanei lo evitano pensando di potersi ammalare stando vicino a lui e lo prendano in giro accusandolo di essere omosessuale. Prima dell’amicizia con Eric, Dexter è malinconico e chiuso in se stesso, poi, attraverso la forza dell’amico, scopre la gioia di vivere e la voglia di lottare. Mamma di Dexter: è una donna buona e generosa e una madre attenta e affettuosa. É felice dell’amicizia tra i due ragazzi e tratta Eric come se fosse un figlio. É infatti pronta a proteggerlo dalla cattiveria di sua madre. Alterna allegria e tristezza: è felice quando vede il figlio sorridere, piange in solitudine quando pensa alla possibilità che lui muoia. Eric: abita nella villetta accanto a quella di Dexter e trascorre gran parte della giornata da solo perchè non va d’accordo con i ragazzi del paese e perchè ha appena cambiato città in seguito alla separazione dei genitori. Sfidando i luoghi comuni e le dicerie dalla gente, inizia un rapporto d’amicizia con Dexter che lo porta a scontrarsi duramente con la madre, contraria a questo rapporto e totalmente insensibile verso i sentimenti del figlio. Eric si dimostra sempre più attento e protettivo verso Dexter, lo difende dai bulli del paese che vorrebbero picchiarlo e si dà da fare per trovare una cura alla malattia dell’amico. Sa comunicare a Dexter la voglia di non perdersi d’animo, di lottare per vivere, ma sa anche confortarlo nei momenti peggiori, stando vicino a lui anche nell’imminenza della morte. Mamma di Eric: è una donna amareggiata della recente separazione del marito che l’ha lasciata per una donna più giovane. Trascura il figlio, rimanendo fuori casa fino a tardi o rifugiandosi nell’alcool. É contraria all’ amicizia dei due ragazzi e fa di tutto per ostacolarla, dimostrandosi egoista e insensibile verso i sentimenti del figlio. I bulli del paese: i ragazzi del paese sono aggressivi sia verso Eric, che si è appena trasferito nella loro città, sia nei confronti di Dexter perché è ammalato di AIDS. Sono ignoranti e ragionano per luoghi comuni. Quando Eric spiega loro il modo in cui Dexter ha contratto la malattia, cambiano atteggiamento. Breve riassunto del trama Il film racconta la storia di due ragazzi che abitano vicino e, sfidando i pregiudizi della gente, iniziano un rapporto di amicizia che cambierà profondamente la loro vita e il loro modo di essere. Eric infatti riesce a rompere l’isolamento in cui vive Dexter, che è evitato da tutti i ragazzi del paese perché affetto da AIDS, e riesce, con la sua allegria, il suo ottimismo e la sua voglia di vivere a trasmettere a Dexter la voglia di divertirsi e di lottare contro la malattia. I due giocano insieme, si divertano, si confortano a vicenda e provano a trovare una cura all’AIDS. In un primo tempo saccheggiano il supermercato del paese acquistando un gran numero di merendine perché Eric è convinto che Dexter, abituato a mangiare solo cibi sani, possa trarre beneficio da un cambio repentino di alimentazione. In realtà l’effetto che ottengono è quello di procurarsi una grande indigestione. Passano quindi ad un altro metodo: gironzolano nei dintorni del paese e raccolgono foglie e fiori con cui Eric prepara infusi che Dexter deve bere e, anche questa volta, il risultato è negativo perché Dexter viene avvelenato, ma l’intervento tempestivo del 911 lo salva. A questo punto, dopo aver letto su un giornale che un medico di New Orleans ha trovato una cura per la malattia, i due ragazzi decidono di scappare di casa per poterlo raggiungere da soli, visto che non sono riusciti a convincere la madre di Dexter ad accompagnarli. Costruiscono una zattera e partono lungo il Mississipi. Si rendono presto conto che, con quel mezzo, impiegheranno troppi giorni per arrivare a destinazione e quindi chiedono un passaggio a due ragazzi in barca che riusciranno ad estorcere ai due amici tutto il denaro di cui dispongono. Durante il viaggio le condizioni di Dexter peggiorano, Eric gli sta vicino e lo conforta nei momenti in cui viene colto dalla paura della morte, ma alla fine decide di chiamare la mamma di Dexter affinché li venga a prendere e li porti a casa. Il ragazzo viene ricoverato in ospedale e, anche qui, i due amici trovano il modo di divertirsi insieme facendo spaventare i medici. Eric infatti finge che l’amico non respiri più e chiama il dottore perché lo soccorra. Quando questi arriva nella stanza, Dexter si alza di scatto e urla. Purtroppo però il gioco finisce e Dexter muore. Al suo funerale Eric infila nella bara dell’amico la propria scarpa da ginnastica in modo che Dexter, ovunque sia, non si senta solo e, presa una scarpa dell’amico, l’abbandono alla corrente del fiume. Dexter continuerà a vivere nel ricordo di chi lo ha amato, così come il fiume continuerà a scorrere per sempre. Morale del film: la storia di Eric e Dexter è una storia di vera amicizia che aiuta lo spettatore a capire che essere amici significa non solo giocare e divertirsi insieme, ma anche aiutarsi e sostenersi nei momenti difficili, combattere insieme contro i pregiudizi della gente. ALLEGATO V L’estate scorsa, in piscina, ho conosciuto una ragazza della mia età di nome Giada. E’ abbastanza alta, mora e con occhi scuri come la pece. Abbiamo subito fatto amicizia perché si tratta di una persona molto socievole e simpatica. Abbiamo persino scoperto di abitare abbastanza vicine e così, da un po’ di tempo, io vado a casa sua e lei viene da me. Riconosco che ultimamente il mio carattere è cambiato notevolmente e questo proprio grazie a Giada, infatti mi ha aiutata a non essere timida con le persone che non conosco e a dire la mia opinione su tutto ciò che riguarda me e i miei interessi. Inoltre, mentre in passato preferivo stare in casa ad annoiarmi, ora lei mi invita sempre a fare lunghe passeggiate insieme e qualche volta anche delle “biciclettate” per Gambolò. Giada è molto simpatica e se c’è una cosa che non rientra nel suo carattere è la timidezza; con la sua grinta mi ha aiutata a superare le mie paure e di questo le sono davvero grata perché ora mi sento decisamente più coraggiosa e, come lei, più sicura di me stessa. Tante volte, sia i professori che i miei genitori mi hanno detto di avere più fiducia in me stessa e, grazie alla mia nuova amica, sento di essere più sicura delle azioni che compio. Sono sempre stata una bambina un po’ malinconica, qualche volta mi definivano pigra e svogliata, ma ora non è più così perché Giada, soprattutto in quest’ultimo periodo, mi sta facendo capire che la vita è bellissima e vale la pena di viverla in tutto e per tutto e sto anche capendo che è ancora più bella se vissuta insieme a persone speciali, proprio come lei. Insomma, da questa estate ad oggi riconosco che Giada mi sta aiutando sempre di più a correggere i miei difetti e di questo le sono davvero grata. Eleonora In prima media ho conosciuto una persona speciale: Camilla, la mia migliore amica. E’ una persona sensibile, affettuosa e molto divertente. Ho imparato davvero tanto da lei, infatti Camilla mi ha insegnato a non vedere il male dappertutto e a pensare più positivamente. Inoltre mi ha aiutata ad affrontare paure che non credevo fosse possibile superare e ora, grazie a lei, mi sento decisamente più forte. Ciò che mi piace maggiormente del nostro rapporto è che ci piace confrontarci su qualsiasi argomento; confrontiamo i nostri punti di vista e li rispettiamo e devo ammettere che molte volte ho cambiato idea grazie alle sue osservazioni. Ho anche corretto alcuni miei difetti perché Camilla me li ha fatti notare e io mi sono impegnata a modificare certi miei atteggiamenti. Da quando la conosco sono maturata, infatti sono sempre stata una persona che non si espone molto, ma con lei ho imparato a mettere da parte la mia timidezza e a non sentirmi sempre goffa, scoprendo così anche gli aspetti positivi del mio carattere. Camilla non mi lascia mai sola, è sempre accanto a me quando sono in difficoltà ed è una delle poche persone che mi conosce veramente bene e capisce anche i motivi di alcuni miei comportamenti strani. Se non è d’accordo con me lo dice apertamente, facendomi anche notare alcune mie cattive abitudini, come il fatto di arrabbiarmi per niente o di allontanare le persone più care quando sono in difficoltà. Le devo davvero molto. Claudia Grazie alla mia amica Claudia, ho imparato a non giudicare gli altri per come appaiono, bensì per come sono dentro e ho imparato anche a non massificarmi. L’anno scorso pensavo che se mi fossi vestita secondo la moda del momento, se avessi seguito il “gregge”, forse sarei stata accettata, ma non sarei più stata io. Claudia, trasferitasi a Gambolò da meno di un anno, visto che non aveva la mentalità da paesino degli altri, mi ha aiutata ad essere sempre me stessa, senza subire troppi condizionamenti. Quando siamo diventate amiche, mi ha spiegato che non si devono giudicare le persone per il loro aspetto fisico, ma per le loro qualità interiori e che ognuno si deve vestire come vuole. All’inizio non volevo ascoltarla, poi ho riflettuto sulle sue parole e ho capito che aveva ragione. Allora ho iniziato a vestirmi secondo il mio gusto ed il mio look, quindi, è diventato un modo per mostrare agli altri chi sono. Non a tutti piace, qualcuno mi giudica negativamente, ma, grazie a Claudia, ho imparato a fregarmene e, soprattutto a percorrere una strada che sia solo mia. Camilla Trovare un amico vero non è facile e, se lo trovi, a volte non te ne accorgi subito, forse perché siamo abituati solo a pensare al divertimento e non ci soffermiamo dunque a riflettere su queste questioni. Quando però provi ad affrontare argomenti più seri, capisci che gli amici veri non sono quelli che annuiscono ad ogni cosa che dici, ma quelli che cercano di dirti sempre la verità, anche se certe volte è difficile da mandare giù. Posso affermare di aver trovato un’amica così. Si chiama Francesca e ha la mia stessa età. L’ho conosciuta circa due anni fa al parco e siamo diventate subito amiche, trascorrendo insieme bellissime giornate delle nostre vacanze estive; facevamo lunghe passeggiate in bicicletta, giocavamo a pallavolo, a beach-volley e ci divertivamo un mondo. Neanche il tempo di conoscerci e subito siamo diventate migliori amiche; io non potevo fare a meno di lei e lei di me, ma, una volta finite le vacanze, non riuscivamo più a vederci ogni giorno e questo ha sicuramente influito sul nostro rapporto. Un giorno Francesca è venuta a casa mia a trovarmi; all’inizio abbiamo parlato delle solite cose, poi mi ha chiesto cosa pensassi davvero di lei. Non sapevo se risponderle sinceramente, e cioè sottolineare i tratti del suo carattere che non mi piacevano, oppure dirle semplicemente che era la mia migliore amica e fare qualche battuta sui suoi difetti più insignificanti. Alla fine ho optato per la seconda possibilità ed è stato l’errore che ha rovinato la nostra amicizia perché Francesca mi ha risposto che non dico mai quello che penso veramente e per questo avrebbe preferito interrompere il nostro rapporto. Oggi, a distanza di più di un anno, mi rendo conto che quell’esperienza e, soprattutto le parole pronunciate da Francesca, mi hanno aiutata a fare passi in avanti; ora, infatti, cerco sempre di dire la mia anche quando so che potrei causare dispiacere a qualcuno. Veronika C’è un proverbio che dice “Chi trova un amico, trova un tesoro” , infatti un vero amico ti aiuta nei momenti del bisogno, ti difende dai pericoli, ti fa notare i tuoi difetti per cercare di farti migliorare il tuo comportamento. Le sue osservazioni possono metterti in crisi, ma, allo stesso tempo, ti inducono a riflettere sulle tue cattive abitudini e a me è capitato proprio così. In estate Andrea, un mio amico di Pavia, trascorre le vacanze al mio paese, a casa di sua nonna. Nei pomeriggi caldi ci incontriamo nella piscina di mio zio per giocare e passare del tempo insieme. Andrea ha 15 anni ed è un ragazzo tranquillo, socievole ed educato. La sua grande passione è il ping-pong ed è molto bravo a giocare, anche perché si allena costantemente. Anche a me piace tanto questo gioco in cui dimostro capacità e determinazione. Le prime volte in cui abbiamo giocato insieme, mi arrabbiavo quando perdevo e cercavo di truffare, contestando sempre la vittoria del mio amico e inventando delle scuse a mio favore. Lui ci rimaneva male perché sapeva di aver ragione e diceva che il mio comportamento non era corretto; mi consigliava di cambiare atteggiamento, di rispettare le regole altrimenti non avrebbe più giocato con me. Io non mi sono offeso, anzi ho capito che avrei dovuto abbandonare quella brutta abitudine di voler vincere ad ogni costo. Ora tutti i nostri incontri (non solo a ping-pong, ma anche a carte o in piscina) avvengono serenamente e nel rispetto delle regole. Alla fine dei giochi discutiamo in modo pacato sugli errori commessi da entrambi. Il mio amico Andrea mi ha veramente aiutato a maturare. Marco Gli amici? Ti aiutano a crescere, a cambiare, a maturare, a pensare con il punto di vista degli altri e a non comportarti da egoista…solo che ci ho messo un po’ di tempo a capirlo! Circa due anni fa sono andata qualche giorno in vacanza in Liguria con la mia famiglia. Una mattina, in spiaggia, ho conosciuto un gruppo di ragazzi tra cui Eleonora. Lei era simpaticissima e insieme ci divertivamo molto: andavamo al parco, al cinema, alle giostre. Entrambe eravamo contente di esserci conosciute e stavamo vivendo appieno questa avventura che sarebbe durata ancora dieci giorni. Dopo poco, Eleonora era diventata la mia migliore amica ed io la sua e insieme avevamo fondato il club “Ele & Sarah’s club” . Ci sembrava di conoscerci da una vita. Un giorno però Eleonora ha iniziato ad ignorarmi, faceva finta che non esistessi, non mi rispondeva al telefono, non mi salutava e non capivo proprio cosa le avessi fatto. Sentivo che tra noi era cambiato qualcosa, ma non sapevo quale fosse il motivo. Arrivai alla conclusione che l’unico modo per risolvere la questione fosse scrivere una lettera e così presi carta e penna e provai, ma non trovavo le parole giuste. Stetti una notte intera senza dormire e, alla fine, riuscii ad esprimere ciò che avevo nel cuore. Nel pomeriggio mi armai di tutto il coraggio che avevo e andai ad infilare la lettera nella sua cassetta della posta. Non passarono nemmeno venti minuti che sentii squillare il telefono: era Eleonora. Si scusò per avermi ignorata e per non avermi detto chiaramente come stessero le cose e mi propose di incontrarci la sera stessa. Alle 19.30 si presentò a casa mia. Questa volta era decisa, non perse tempo a girare intorno alla questione e mi disse chiaramente che c’erano alcuni aspetti del mio carattere che non sopportava, per esempio il fatto che non riesco a mantenere i segreti molto a lungo, che in certe occasioni avevo lasciato in disparte mia sorella e l’avevo anche trattata mele oppure il fatto che, a volte, mentre passeggiavamo per la città, mi ero messa a cantare a squarciagola. Aggiunse che teneva alla mia amicizia e, se io tenevo alla sua, avrei dovuto migliorare, evitando di mettere i miei interessi al primo posto e tenendo conto anche dei sentimenti degli altri. Appena udii queste parole, mi si strinse il cuore e scoppiai a piangere in camera mia. Non mi sarei aspettata che Eleonora pensasse questo di me. Vedendo la mia reazione, la mia amica se ne and, pensando che fossi arrabbiata con lei. In quel momento capii che aveva ragione, che mi ero comportata male, così le telefonai, le chiesi scusa e andai a casa sua per godere insieme a lei di quel poco tempo che ancore mi restava da trascorrere in Liguria. Appena suonai, Eleonora uscì dalla porta e mi strinse in un abbraccio. Dopo aver parlato un po’, mi invitò a restare a dormire a casa sua. Quella notte il tempo volò. Eleonora mi diede molti consigli che, al momento, non mi piacquero affatto, ma capii di aver trovato un’amica vera. Tornata a casa, mi ripromisi di seguire i suoi suggerimenti e devo ammettere che con il tempo li sto trovando molto utili. Ho imparato infatti a non escludere gli altri, a non dare nulla per scontato, ma soprattutto ho imparato che chi trova un amico, trova un tesoro e non deve lasciarselo scappare perché sono pochi quelli che mantengono i segreti e ti dicono le cose in faccia, senza parlare alle tue spalle. Sarah Penso che l’amicizia sia un sentimento forte e che avere amici ti faccia sentire sicuro di te. Un vero amico non ti dice quello che vorresti sentire, ma ti costringe a confrontarti con un punto di vista diverso dal tuo e, magari, a cambiare opinione. Con i miei amici mi confido liberamente e riesco a parlare di qualsiasi argomento perché non mi sento giudicato. In particolare ho un’amica di nome Giulia, che un anno più di me, con la quale mi confido spesso e parliamo dei nostri difetti cercando insieme di correggerli nel migliore dei modi. Una volta, al mare, siamo andati a fare dei tuffi con altri ragazzi della sua età; eravamo tutti gasati e pronti a buttarci quando lei ha iniziato a fare la guastafeste, dicendomi che ero il più piccolo e che avrei rischiato di fami male. Sul momento l’ho zittita, poi, quando sono arrivato sulla punta dello scoglio, ci ho ripensato e, anche se mi sono preso del “fifone” dagli altri, sono sceso e ho ringraziato Giulia. Gli altri ragazzi, dopo essersi tuffati, mi hanno detto che avevo fatto la scelta giusta perché l’acqua non era così profonda come sembrava. Sono contento di avere degli amici perché i loro consigli sono insostituibili! Diego La mia amica si chiama Francesca. L’ho conosciuta due anni fa. E’ la ragazza che aiuta me e i miei fratelli a svolgere i compiti scolastici pomeridiani. Ci siamo avvicinate molto l’estate scorsa quando ho dovuto studiare per recuperare il “debito” di storia. Potrebbe sembrare strano che l’amicizia nasca tra un adulto e un’adolescente, ma non riconosco tra i miei coetanei persone che meritino l’appellativo di “amici”, per lo meno nel senso più profondo del termine. L’amico vero, infatti, è colui che dà consigli, aiuta e soprattutto sa ascoltare. Tanti ragazzi invece non concepiscono l’amicizia in questo modo, mentre Francesca ha tutte queste qualità e quindi riconosco in lei una vera amica. Mi critica spesso, dice che sono pigra e devo avere più fiducia in me stessa e le sue parole mi fanno riflettere e mi aiutano a modificare il mio atteggiamento. Grazie a lei sento di essere maturata molto; le sue osservazioni, anche se dure, mi aiutano a crescere. Ad esempio, solo qualche mese fa non avrei mai pensato di studiare pagine di storia da sola, ora invece non solo impiego tutte le mie forze per riuscirci, ma lo faccio anche volentieri. Capitano giorni in cui le sue parole mi mettono in crisi e dal nervoso piango; dopo che mi sono sfogata, rifletto sul mio comportamento e spesso mi accorgo di avere torto. Non c’è bisogno che io le dica niente perché il giorno dopo è come se non fosse successo nulla. Francesca, però, sa anche elogiarmi quando me lo merito e i suoi complimenti mi riempiono di gioia perché mi conosce bene e so che le sue parole sono sincere. So di essere ancora piccola e di dover maturare molto, ma con accanto un’amica più grande e con più esperienza di me il mio percorso sarà più facile. Yogita Ho avuto e ho ancora degli amici veri, che mi aiutano nelle difficoltà e mi danno dei consigli su come cambiare i miei aspetti più negativi. Queste persone sono: Alessia, Martina, Ludovico e Camilla. Alessia è molto simpatica e solare. Anche quando qualcosa la rende triste, lei non lo fa pesare a nessuno per tenere allegra l’atmosfera. A lei posso confidare ogni segreto, e posso essere certa che non lo rivelerà mai a nessuno senza il mio permesso. Inoltre, se vede che mi sto comportando male o che in me c’è qualcosa che dovrei modificare, me lo dice, ma senza offendermi, perché sa usare un modo per dire le cose molto comprensivo. Un esempio è quella volta che avevo uno cosa dentro, un segreto da confidare e mi sono affidata ad Alessia. Oggi quel segreto è rimasto ancora solo fra noi due. Ed ora parliamo di Martina. Lei è una ragazza un po’ strana, ma simpatica. Anche lei, come Alessia, è leale nel tenere i segreti e i problemi che le confido e se c’è qualcosa che non va me lo dice. Inoltre non sa raccontarmi le bugie, infatti ci raccontiamo sempre tutto. L’unica è che è molto timida e si agita per ogni minima cosa. certe volte mette in agitazione anche me! Una cosa in cui Martina mi fece capire un mio errore è stato quando mi disse che ero troppo scontrosa con lei e con altri due o tre compagni. Prima io rimasi un po’ in crisi, ma poi capii che avevo sbagliato. Così rimediai all’errore che avevo causato grazie al suo avvertimento. Ed ora è il momento di Ludovico. È un ragazzo originale, diverso da tutti gi altri. Non si preoccupa di quello che fa, di quello che dice, dell’opinione degli altri. Non si vergogna ad essere chi è veramente. Lui è l’unico maschio con cui posso parlare e confidarmi, infatti è il mio migliore amico maschio. Ci conosciamo fin da piccoli e condividiamo molte cose belle e divertenti. Un caso di quando mi aiutò da vero amico è stato quando io ero i crisi per un’amica con cui avevo litigato. Non sapevo cosa dirle. Allora lui mi diede dei consigli su come spiegarle la situazione e chiarirmi con lei, anche se a lui stava molto antipatica. Io li seguii e feci subito pace con quelle ragazza. Ed ora parlerò di Camilla. La conosco almeno da dieci anni e siamo amiche per la pelle, quasi come due sorelle. Ci confidiamo ogni cosa e quando litighiamo riusciamo sempre a chiarirci con facilità. Condividiamo tutto. Camilla è una persona allegra e divertente, che sa sempre mettermi di buon umore. L’unico problema è che siamo molto impegnate a causa della scuola e di altri vari impegni come lo sport e altra cose, e per questo non possiamo trovarci per fare un giro molto spesso. Un episodio in cui ha notato il mio comportamento sbagliato è stato quando un volta io l’avevo trascurata un po’ e lei me lo disse subito. Si era offesa, e mi spiegò i motivi per cui era stata male. Così capii il mio sbaglio e dopo un breve chiarimento facemmo pace e ritornammo unite come prima. Mi sento molto fortunata ad avere degli amici veri; sono molto importanti per me queste persone e spero che non ci divideremo mai, per non dimenticare questa nostra bellissima unione. Ginevra Per rispondere alla domanda che il tema mi pone mi servirebbero due fogli o più per scrivere un enorme “SI”. Infatti molte persone hanno ( almeno) cercato di farmi notare il più possibile i miei brutti difetti; e dico “almeno” perché sono completamente cosciente di essere una persona con un carattere assai cocciuto. Tutto è cominciato dalle elementari, più precisamente dalla 4°/5° elementare; nella mia “ex” classe stavo simpatica quasi a tutti, ma nessuno mi aveva ancora dimostrato di essere davvero un amico/a. Ci sono stati solo una ragazza e due ragazzi davvero tanto coraggiosi da cercare di aiutarmi a modificare il mio carattere, ma abbiamo interrotto ogni contatto dall’inizio delle medie. Tutti e tre mi facevano notare quanto io fossi antipatica usando alcuni atteggiamenti, ma da buona testa dura mettevo sempre il broncio anche per diversi giorni. Poi, però, mia madre mi fece ragionare su questa cosa e capii che le “prediche” che mi facevano questi compagni erano per il mio bene e non per farmi sentire a disagio o per ferirmi, come credevo io. Da allora ogni volta che qualcuno commenta un mio atteggiamento o un mio modo di essere non mi arrabbio, bensì mi porto dietro questo commento e la sera nella mia stanza ci rifletto su e constato sempre che quelle persone hanno ragione. E’ solo grazie a queste riflessioni che ora sono così, cioè più simpatica e meno pesante. Nonostante tutto, però, credo che ci siano ancora molte cose da modificare in me. Ritorniamo ora al presente. Attualmente nella mia vita è presente una persona molto speciale e il suo nome è Sara. Secondo me solo dal nome si capisce che un tipo solare, molto attivo e forse anche un po’ “fuori di testa”, ma è la persona più simpatica e unica in tutto l’universo. Siamo d’accordo su quasi tutti gli argomenti e quando non riteniamo corretta l’affermazione di una delle due non litighiamo ma, invece, cominciamo a scherzarci sopra come due bambine. Molte volte critichiamo alcuni atteggiamenti l’una dell’altra e questo è, alcune volte, un buon motivo per ridere e divertirci; eh sì perché noi scherziamo sui nostri difetti, è un modo secondo noi di prenderli più alla leggera. Questo è uno dei punti forti della nostra amicizia. Siamo anche molto unite nello sport e nelle attività; infatti tutte e due amiamo andare a cavallo e coccolare questi animali, a tutte e due piace la musica e suoniamo uno strumento. Poi ci piace molto uscire per andare in piazza o in oratorio a divertirci con gli altri. Senza di lei io mi sento spaesata, perfino a disagio perché solo con lei riesco ad essere me stessa senza preoccuparmi di piacere o meno alle persone, perché con i conoscenti io tengo un specie di maschera per apparire quello con sono. Con lei invece sento di poter fare qualsiasi cosa senza alcuna paura e senza vergogna. Il nostro è un legame unico perché è come se fossimo legate da filo invisibile e all’apparenza debole e fragile, ma in realtà resistente come una catena. La cosa che preferisco della nostra amicizia è il fatto che in tre anni non abbiamo mai litigato seriamente, magari delle piccole discussioni, ma che dopo cinque minuti sono risolte con un sorriso e magari un po’ di solletico. Cerchiamo di vederci molto spesso e appena possiamo l’una và a casa dell’altra o viceversa e lì ci divertiamo un mondo a parlare del gossip della scuola e di qualsiasi altro argomento di cui ci piace discutere. Poi sappiamo reciprocamente i segreti l’una dell’altra anche i più intimi o strani. Io non mi sognerei mai di tradirla e credo che per lei sia lo stesso. In totale è l’amicizia più fantastica e perfetta che io abbia mai avuto in vita mia. Inoltre ho incontrato molte persone a cui sto simpatica ma io le definisco come conoscenti, cioè persone che mi sono vicino, ma solo per simpatia e a cui non direi tutti i miei segreti come faccio con Sara. Noi tutti, per abitudine, chiamiamo i nostri conoscenti “amici”, ma bisogna distinguere gli Amici, con la “A” Maiuscola, dai conoscenti. Detto questo invito tutti a stare attenti a riconoscere se una persona è davvero un’amica o è solo una conoscente; e dico questo perché a me è capitata la situazione in cui credi che una persona ti voglia bene davvero e poi ti tradisce o ti ferisce gravemente. Martina Allegato Z1 Diario di bordo 12 Aprile 2010 Caro diario, oggi è stata una fantastica giornata. Per qualche settimana, infatti, ogni lunedì verranno a trovarci Ernesto ed Elena: due psicologi che ci aiuteranno a combattere il bullismo, un tema molto attuale di questi tempi. Questa è sembrata a tutti un'esperienza molto utile che di certo ci servirà anche per il nostro futuro. All'inizio pensavamo che ci avrebbero fatto la solita lezione noiosa, invece... hanno lasciato emergere tutta la nostra creatività facendoci disegnare e ritagliare immagini a nostro piacimento per darci la possibilità di esprimere noi stessi e la nostra interiorità, quella parte di noi cioè, che di solito non mostriamo alle altre persone. Elena ed Ernesto hanno distribuito a ciascuno di noi un foglio A3 e un giornale dal quale dovevamo ritagliare le immagini che più rappresentavano la nostra personalità. Quelle che abbiamo scelto sono state incollate sul foglio accompagnate da una breve descrizione con la quale spiegavamo le nostre passioni e come ci sentivamo in determinate circostanze. Dopo aver terminato il nostro collage, i due psicologi hanno invitato ciascuno di noi a leggerlo davanti a tutta la classe. E' stato davvero incoraggiante sapere che i sentimenti e le emozioni degli altri sono simili a quelle di ognuno di noi. Verso l'1.00h Ernesto è dovuto andare via, lasciandoci con Elena che, dopo aver ritirato i nostri lavori, ci ha distribuito un fogliettino ciascuno che conteneva le seguenti domande: Secondo te chi è un bullo della televisione? Secondo te chi è un bullo della letteratura? Secondo te chi è un bullo dello sport? Dopo aver risposto a queste domande, la lezione si era conclusa. Eravamo entusiasti di questa giornata e non vediamo l'ora di ripetere questa fantastica esperienza. Questo primo incontro ci ha fatto riflettere sull'importanza di conoscere i nostri amici per quello che sono veramente e ci ha fatto capire che spesso l'apparenza inganna perché potremo essere amici di persone che non conosciamo veramente. Alla prossima... 26 Aprile 2010 Carodiario, oggi, dopo due settimane, sono tornati a farci visita gli psicologi: Ernesto e non più Elena ma Andrea. Questa è stata la seconda lezione sul bullismo; la scorsa volta, come ti avevo già raccontato, abbiamo creato un collage che in un certo modo ci rappresentasse e poi l’abbiamo letto davanti a tutta la classe. Oggi invece Ernesto ed Andrea ci hanno distribuito un foglio bianco ciascuno, da piegare in due e sul quale dovevamo scrivere due storie di bullismo vere o inventate. Abbiamo avuto all’incirca un’ora, dopodiché abbiamo consegnato i nostri elaborati ai due psicologi. Questi ragazzi hanno scelto tra i nostri racconti i più belli. Leggendoli ad alta voce abbiamo scoperto che in questa classe il bullismo è più diffuso di quanto pensassimo. Ci siamo concentrati soprattutto sul “Bullismo Telematico” perché proprio in questo ambito c’erano delle questioni in sospeso tra due dei nostri compagni: Niccolò e Deborah. Niccolò, infatti, ha scritto un brutto commento su Facebook contro Deborah e questo è stato visto da tutto il mondo. I due psicologi ci hanno fatti ragionare su come ci saremmo sentiti se fosse successa a noi una cosa del genere. Alla fine Niccolò ha chiesto scusa e tutto si è risolto. Verso l’una, Ernesto se n’è andato e ci ha lasciati con Andrea che ci ha fatto spostare i banchi dividendoci in due gruppi, ognuno dei quali composto da circa tredici persone. Ha diviso la classe con una linea immaginaria e, per farci capire dove si trovasse, ha attaccato al pavimento un pezzetto di scotch colorato. Ognuno di noi, appena sentiva una domanda alla quale avrebbe risposto affermativamente, doveva avvicinarsi alla linea immaginaria. Da questo gioco abbiamo scoperto alcune cose, tipo che tre di noi sono fidanzati; che quasi tutti hanno giocato almeno una volta al gioco della bottiglia, ecc… e che tutti pensano che nella classe non ci siano né bei ragazzi, né belle ragazze. È stato fantastico!! Questa seconda lezione ci ha divertito tantissimo, inoltre abbiamo imparato che è bullismo anche trattare male i compagni o sparlare di loro con altri. Siamo davvero contenti di questo ausilio fornitoci dalla scuola per prevenire e sconfiggere il bullismo. Non vediamo l’ora che arrivi Lunedì 10 maggio quando finalmente avremo il terzo incontro. Con affetto, alla prossima! 10 maggio 2010 Caro diario, anche oggi sono venuti a farci visita gli psicologi: Andrea e, non più Ernesto, ma un ragazzo di nome Thomas . Questo è stato il terzo incontro previsto dal progetto “star bene a scuola” finalizzato a prevenire e sconfiggere il bullismo. Come ti abbiamo già raccontato, durante lo scorso incontro abbiamo scritto delle storie vere o inventate sull’argomento, mentre questa volta la lezione è stata più intrigante del solito. Innanzitutto abbiamo scelto due volontari per simulare una scena di bullismo e Niccolò ha interpretato il ruolo del bullo, mentre Marco si è immedesimato nella parte della vittima. Tutti noi ci siamo comportati come spettatori che assistono a una scena di questo genere senza intervenire, anzi con il loro comportamento incoraggiano il bullo a trattare male e a prendere in giro la povera vittima che, non sapendo come difendersi, sopporta tutto in silenzio. Nell’inscenare questa situazione ormai ben nota nella scuola, Marco si è lasciato prendere dalle emozioni e non riusciva a fare meno di ridere. Di comune accordo si è deciso così di sostituire la “vittima” e senza esitare, si è offerto volontario Nader. Questa scelta ci ha un po’ sorpresi perché nella nostra giornata tipo a scuola, Nader è proprio quello che prende in giro gli altri. Comunque è stato capace di adattarsi al suo ruolo come se fosse davvero una vittima. Alla fine Marco ha raccontato la storia di un ragazzo soprannominato “lo zozzo” che viene preso in giro da tutti e non ha amici, a parte un solo ragazzo che lo difende. Questo significa che esistono persone che proteggono quei coetanei che, spaventati, non parlano di questi atti di violenza con i genitori o con gli insegnanti che potrebbero in qualche modo aiutarli (forse)… Anche questo incontro ci ha fatto riflettere molto su tali situazioni che ormai si ripetono quotidianamente e ci ha fatto capire che è molto importante intervenire a favore della vittima che viene presa di mira senza una vera ragione. Bisogna allearsi contro i bulli e, quando si assiste ad una lite, chiamare gli insegnanti. Siamo davvero contenti della possibilità che ci ha dato la scuola di prevenire il bullismo e non vediamo l’ora che ci sia il prossimo incontro. 17 maggio 2010 Caro diario, questa è l’ultima volta che ti scriveremo: infatti c’è stato l’ultimo incontro con gli psicologi. Ci hanno insegnato molto: come prevenire e sconfiggere il bullismo, facendoci anche divertire. Stamattina è venuto solo Ernesto che, dopo averci chiesto cosa avessimo fatto la volta precedente, ci ha distribuito dei fogli bianchi A3 come nel primo incontro. Sotto sua indicazione, li abbiamo divisi in tre parti: bulli, vittime, soluzioni; per ognuna avremmo dovuto scrivere un breve racconto, una specie di “identikit” relativo a questi tre punti. Ci ha lasciato circa un’ora per svolgere il nostro compito e, alla fine, ci ha chiamati uno per uno a leggere che cosa avessimo scritto. Abbiamo riflettuto soprattutto sulle soluzioni: alcuni sostenevano che non bisogna ignorare la vittima, come spesso accade, lasciando che venga presa in giro. Secondo altri, invece, l’unica soluzione per risolvere questo problema è allearsi contro il bullo perché l’unione fa la forza. Un pensiero comune è che la vittima sia una persona ignorata, senza amici e che si veste male. Pochi invece sostengono giustamente che sia una persona qualunque presa di mira dal bullo quasi sempre senza motivo. Alla fine, prima di andare via, Ernesto ci ha distribuito un questionario ciascuno nel quale c’erano domande a risposta multipla sui vari incontri. Le domande erano di questo tipo: - Quale incontro ti è piaciuto di più? - Sei contento di questa possibilità che ti ha offerto la scuola? - Preferiresti che ci fossero altre lezioni o saresti più contento che il progetto finisse così? Dopo averci dato il tempo di rispondere, Ernesto ha raccolto i nostri questionari e ci ha salutati, raccomandandoci di mettere in pratica tutti i consigli che lui e i suoi colleghi ci hanno dato in queste settimane. In conclusione, siamo davvero contenti che questi psicologi ci abbiano aiutato a riflettere sul bullismo, ma siamo dispiaciuti che questi incontri così divertenti siano già terminati. Questo progetto ci ha insegnato a sconfiggere i bulli dando il buon esempio per primi e a non comportarci come quegli spettatori che assistono alla scena, ridono e non hanno la minima intenzione di intervenire per fermare il bullo. All’anno prossimo…Saluti la II B … la 2° B!