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Apriamo le università agi studenti in carrozzella
FRANCO BOMPREZZI (CON PISAPIA) PENSA A UNA METROPOLI CON PERCORSI SENZA OSTACOLI Apriamo le università agi studenti in carrozzella 40.000 euro l'anno - MILANO - FRANCO Bomprezzi, 58 anni, giornalista e disabile, si candida nella lista civica Con Pisapia. Quale il suo tema chiave? «Occuparsi dei diritti dei disabili significa cambiare in modo radicale la qualità della vita a Milano per tutti. Io parto da una condizione di vita che conosco e che so quanto sia difficile per le persone e per le famiglie». Milano come è messa io materia? «Potrebbe in potenza essere la migliore metropoli europee. Oltre ad avere grandi risorse materiali, ha un 'attitudine e una storia di solidarietà e filantropia, una capacità di affrontare i problemi che altre città non hanno. Peccato che abbia dimenticato tutto questo». Cosa manca oggi? «Attenzione e ascolto. C'è molta sciatteria e un'ottica rivolta soprattutto ai grandi temi economici. Che ovviamente non vanno trascurati, Milano è una città di lavoro, senza le ricchezze non si cambia la città e nessuno la vuole povera. Ma l'occhio non deve essere rivolto a chi esegue i lavori. La regia deve essere comunale. Bisogna mettere in rete le esperienze e le competenze, del volontariato, che qui ha perfino grandi risorse economiche a disposizione». fi disabile non fa gola al business. «No, e sbagliando, perché la qualità dell'abitare, del muoversi, del lavoro, dello shopping perfino, potrebbero essere migliori se si partisse dal punto di vista di una città che include tutti. Chi si muove, muove ricchezza e interessi col- lettivi. E i disabili sono persone di buon livello. Milano è una città colta...» Ma coso manca? «Un'attenzione forte alla ricerca e alla cultura. Sulla disabilità, ad esempio, ci siamo dimenticati del tutto del patrimonio di progettazione dei giovani universitari disabili. A Milano ce ne sono centinaia, che faticano a muoversi e a trovare casa, hanno mille difficoltà in più, ma un giorno saranno classe dirigente». Alloro che fere? «Per esempio dei percorsi per garantire a tutti un facile accesso alle università. Se uno può venire a studiare bene alla Bicocca, vuol dire che si muove bene dal centro alla periferia. Lo stesso per lo lulm o Città Studi. Molte opportunità sono state delegate a una questione di salute. Ma la disabilità non è malattia. Lo dice la convenzione Onu, ma prima ancora lo dice la vita. E anche le disabilità intellettive sono poco esplorate. A Milano si preferiscono pagare le multe che assumere i disabili». Cosa prova al pensiero? «I milanesi erano diversi. Milano era don Gnocchi, stiamo parlando di un'altra epoca. Quando ho sentito la Moratti dire che con Pisapia il volontariato sarebbe mortificato, mi sono offeso. Sono portavoce di Ledha e sarei così cretino da andarci in lista? Sapendo che Pisapia ha fatto e fa volontariato. Il capitolo sulla disabilità nel programma l'ho scritto io. Nel centrodestra ci sono persone di valore e competenti, come Matilde Leonardi,che spero sia eletta. Ma poi difficilmente potrà far valere il pun- Pag. 1 to di vista dei disabili, perché gli interessi forti sono altri. Il suo contributo certo io lo cercherò. La differenza è nelle coalizioni: la nostra ha il sociale come priorità, l'altra gli affari». E le barriere architettoniche? «Siamo fermi a vent'anni fa». Enrico Fovanna Pag. 2