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Amleto
AMLETO:reLear.qxp 19/02/2009 9.59 Pagina 1 Piccolo Teatro Strehler dal 24 febbraio all’8 marzo 2009 foto Tommaso Le Pera Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica William Shakespeare Amleto regia Pietro Carriglio Teatro Biondo Stabile di Palermo AMLETO:reLear.qxp 19/02/2009 9.59 Pagina 2 QUANDO LA BANCA E LA CULTURA SI INCONTRANO A MILANO, AL PICCOLO TEATRO La Banca Regionale Europea è l'istituzione finanziaria di più antica tradizione a Milano: le sue origini risalgono al Monte di Pietà, fondato nel 1496. Il nome ne esprime la missione: una visione europea e aperta al nuovo, unita ad un localismo dinamico. La Banca è orgogliosa di far parte dell'Albo d'Oro dei Sostenitori del Piccolo Teatro di Milano. www.brebanca.it AMLETO:reLear.qxp 19/02/2009 9.59 Pagina 3 Amleto di William Shakespeare, traduzione Alessandro Serpieri regia, scene e costumi Pietro Carriglio musiche Matteo D’Amico, luci Gigi Saccomandi personaggi Gertrude, regina di Danimarca Claudio, re di Danimarca Cortigiano Ancelle Bernardo Francisco Orazio Marcello Laerte Polonio Amleto, principe di Danimarca Ofelia Spettro del re Amleto Rosencrantz Guildestern Valtemand, ambasciatore Compagnia di comici Primo becchino Secondo becchino Prete Osric Fortebraccio Percussioni interpreti (in ordine di entrata) Galatea Ranzi Luciano Roman Maurilio Giaffreda Anna Banfi, Aurora Falcone, Jennifer Schittino Sergio Basile Franco Barbero Paolo Musio Domenico Bravo Simone Toni Nello Mascia Luca Lazzareschi Eva Drammis Sergio Basile Marco Lorenzi Maurilio Giaffreda Lorenzo Bartoli Sergio Basile (Primo attore, Attore Re) Jennifer Schittino (Attrice Regina) Francesco Prestigiacomo (Musico) Franco Barbero (Prologo) Lorenzo Bartoli (Luciano) Domenico Bravo, Oreste Valente, Federico Zanghì, Anna Banfi Sergio Basile Franco Barbero Lorenzo Bartoli Oreste Valente Luigi Mezzanotte Francesco Prestigiacomo registi assistenti Sergio Basile, Umberto Cantone aiuto regista Luca D’Angelo assistenti alla regia Anna Banfi, Federico Zanghì direttore di scena Sergio Beghi assistente alla scenografia Giuseppe Accardo assistente ai costumi Marcella Salvo realizzazione maschere Fabrizio Lupo maestro d’armi Renzo Musumeci Greco allestimento scenico Antonino Ficarra capo reparto macchinisti Edoardo Pacera vice capo reparto macchinisti Raimondo Cammarata primo macchinista Mario Ignoffo macchinista Giuseppe Macaluso capo reparto elettricisti Nino Annaloro vice capo reparto elettricisti Giuseppe Baiamonte elettricista Raffaele Caruso vice capo reparto fonica Pippo Alterno capo sarta Carmela Rubino truccatrice e parrucchiera Ginevra Tessitore Prima rappresentazione: Palermo - Teatro Biondo 20 gennaio 2009 scene realizzate da C. G. Eventi di Giuseppe Calvaruso registrazione audio Panastudio di Francesco Panasci trasporti Sorrentino, Palermo amministratore di compagnia Antonino Emilio Gelsomino ufficio stampa Roberto Giambrone fotografi di scena Tommaso Le Pera, Carlo D’Agostino, Nino Annaloro, Franco Lannino, Federico Zanghì produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con Teatro Stabile di Catania AMLETO:reLear.qxp 19/02/2009 9.59 Pagina 4 Amleto, la crisi dell’uomo moderno Shakespeare, terzo di otto figli, nasce a Stratford-upon-Avon nel 1564. Nel 1583, a soli 18 anni, sposa Anne Hathaway, di otto anni più anziana, dalla quale ha tre figli. Intorno al 1586 lascia Stratford per Londra. Non si hanno notizie sicure sulla sua vita di questo periodo (secondo la leggenda lavora anche come guardiano di cavalli). Si ha certezza della sua presenza a Londra solo dal 1592, anno in cui è già un attore e drammaturgo affermato. Dopo aver lavorato per più committenti, si associa alla compagnia dei Lord Chamberlain’s Men, per la quale scrive, nel decennio che va dal 1589 al 1599, sette drammi storici (Enrico VI, Riccardo III, Tito Andronico, Riccardo II, Re Giovanni, Enrico IV, Enrico V); dieci commedie (La commedia degli errori, La bisbetica domata, I due gentiluomini di Verona, Pene d’amore perdute, Sogno di una notte di mezza estate, Il mercante di Venezia, Molto rumore per nulla, Le allegre comari di Windsor, Come vi piace, La dodicesima notte) e due tragedie (Romeo e Giulietta e Giulio Cesare). Negli anni a cavallo tra i due secoli Shakespeare esprime al massimo le sue potenzialità creative, facendo rappresentare al Globe moltissimi dei suoi drammi tra i quali Amleto, il problem play (dramma dialettico), che segna un nuovo modo di intendere la rappresentazione, in cui i personaggi esprimono compiutamente le contraddizioni umane, dando voce alle problematiche di un’epoca che si è ormai distaccata completamente dagli schemi medioevali. Il 1603 segna una svolta storica per il teatro inglese. Il re Giacomo I promuove un nuovo impulso delle arti sceniche, avocando a sé la migliore compagnia dell’epoca, i Chamberlain’s Men, che da quel momento si chiameranno The King’s Men. Sono di questo periodo alcune delle opere più importanti: Otello, Re Lear, Macbeth e La tempesta.Durante la rappresentazione del suo ultimo lavoro, Enrico VIII, il Globe prende fuoco bruciando fino alle fondamenta. Intorno al 1610 lascia Londra e si ritira a Stratford. Muore all’età di 52 anni, il 23 aprile del 1616. Nell’ormai lontano 1982 Pietro Carriglio concepì un singolare spettacolo shakespeariano dal titolo We Like Shakespeare, il cui filo portante era l’Amleto all’interno di una struttura drammaturgica cui prendevano parte altri grandi personaggi di quel teatro. Si trattava di una originale riflessione sulla crisi dell’uomo rinascimentale, sulla sua tormentata consapevolezza di un divario incolmabile tra il sembrare e l’essere, sulla sua ossessione di un tempo sospeso su una ormai incerta destinazione finale. Avvalendosi della mia traduzione, il regista inventò una scenografia di grande suggestione iconica, in cui le geometrie dell’ultimo Rinascimento venivano attraversate dalle turbolenze di un nuovo sofferto relativismo. A tanti anni di distanza, Carriglio riprende il suo discorso su tali temi e paradigmi volgendosi direttamente all’Amleto. Una prima sperimentazione su questo testo inaugurale del tragico moderno fu presentata il 21 luglio del 2006 a Gibellina e dedicata ad Agostino Lombardo. Si trattava di uno spettacolo di breve durata, ma di grande intensità, in cui poche scene accuratamente selezionate avviavano la ricognizione delle nervature profonde dell’opera. […] Il teatrale e il metateatrale contrassegnano molti drammi di Shakespeare, ma in particolare questa grande tragedia anomala in cui il travaglio della crisi epocale del sapere, e conseguentemente del valutare il senso dell’esistere e dell’essere, trova una straordinaria varietà di manifestazioni nella coscienza di un eroe che esprime una vertiginosa percezione della deriva della conoscenza. Cosicché si potrebbe individuare nella perdita, nel lutto, l’insegna fondamentale del dramma. Lutto al livello dell’azione, in quanto Amleto ha perduto il padre e viene presto a sapere dal suo spettro, sugli spalti del castello di Elsinore, che è stato ucciso a tradimento dal fratello fattosi quindi re - e poco dopo ha perduto, in altro modo, la madre unitasi allo zio assassino per una indebita e quasi incestuosa passione; e ad Amleto tocca il compito di farne vendetta. Ma il lutto emerge prepotentemente anche a un livello più ampio, quello che riguarda il tramonto del senso delle cose in un mondo ora dominato dalla finzione e dalla simulazione, un mondo falso che gli si sgretola davanti in tutte le sue componenti: affettive, conoscitive, fisiche e metafisiche. È proprio tra questi due piani - del lutto personale e fattuale, e del lutto epocale ed epistemologico - che si sviluppa un nuovo disegno tragico in cui il personaggio eponimo si pone le domande capitali sul senso del sembrare e dell’essere, del fare e dell’essere, e infine dell’essere e del non essere. L’azione drammatica, che dovrebbe seguire l’antico modello della tragedia di vendetta, è così destinata a sbandare e a sospendersi seguendo uno sviluppo non lineare, in cui una costante metadrammaticità (che è rispecchiamento tra azione e rappresentazione) e molteplici linee di fuga conferiscono all’opera un andamento pluriprospettico. Cosicché gli eventi passano quasi in secondo piano rispetto alla interrogazione che ne viene fatta dalla regia stralunata di Amleto, pazzo ad arte e pazzo di fatto in quanto straziato tra due modelli inconciliabili del mondo: l’antico simbolico e l’insorgente relativistico e illusionistico. […] Il pensiero, che già articolava la sensata scala delle idee e dei valori, ora gli offre soltanto prospettive parziali e relative “perché non c’è niente né di buono né di cattivo che non sia il pensiero a renderlo tale”. Ogni referente, insomma, dipende da angolature AMLETO:reLear.qxp 19/02/2009 9.59 Pagina 5 soggettive ed effimere: in sé non consiste, esposto com’è alla tangente dell’arbitrario o perfino dell’assurdo. […] Il linguaggio, contraddittorio e disperso, non cifra più il mondo, ma lo guarda di scorcio e lo deforma. La parola di una “follia” simulata ad arte asserisce e inganna, postula e depista, mettendo continuamente in scacco i suoi interlocutori (Polonio, il re, Rosencrantz e Guildenstern ecc.) che intendono sondarne le possibili temibili cause. Ma quella parola è anche un paradossale lucido delirio che lo condanna fino al limite dello sperdimento. Cui può fare da argine soltanto una nostalgia dell’Essere, e cioè il richiamo, nella sua dilaniata coscienza già “moderna”, di valori antichi, simbolici, che diano senso all’azione e alla ormai confusa rappresentazione del mondo. […] Lo strazio di un senso perduto, la deriva tra due modelli del mondo, il simbolico e il relativistico, conduce Amleto a una continua domanda sull’azione e sulla rappresentazione del mondo. Sperduto com’è, egli mette in questione non solo tutti gli altri personaggi e i loro falsi valori, ma anche se stesso, vedendosi di volta in volta come eroe e come codardo, fustigatore di falsità e falso, folle e unica persona sana nella follia del mondo; e recita molte parti, del malinconico e del lunatico, dell’innamorato disilluso, del figlio fedele all’ideale del padre, del figlio edipico, del predicatore, del profeta apocalittico, dell’attore, del drammaturgo. […] L’unica certezza cui approda è quella finale della morte, che tutti omologa e livella, eliminando qualsiasi differenza e qualsiasi valore. Nella grande scena del cimitero dove viene sepolta Ofelia, il politicante, il cortigiano, l’avvocato, il proprietario terriero, il clown Yorick, e infine gli stessi personaggi esemplari della storia eroica, Alessandro Magno e Giulio Cesare, vengono tutti ridotti alla misura foto - Franco Lannino foto - Franco Lannino foto - Franco Lannino AMLETO:reLear.qxp 19/02/2009 10.00 Pagina 6 AMLETO:reLear.qxp 19/02/2009 10.00 Pagina 7 di teschi e cenere, senza tempo e senza senso, in una stessa vanificazione metastorica. Letto da questa prospettiva finale, Amleto è la tragedia della morte, della drammaturgia della morte, il “personaggio” da sempre incombente sulle vicende umane per concluderne tutte le scene e le azioni, legittime e illegittime, sensate e insensate. […] A dispetto dell’usura dei secoli, Amleto rinasce continuamente nella modernità di tutte le sue traduzioni, linguistiche e teatrali. Innumerevoli volte è stato rivisitato, rifatto, adattato, parodiato, integrato o miniaturizzato. E sempre per cercare di afferrare il segreto di questo testo straordinario come se fosse il proprio segreto. “Vorreste suonarmi, vorreste pretendere di conoscere le mie chiavi, vorreste strapparmi il cuore del mio mistero”, dice Amleto a Guildenstern, uno dei due spioni, invitandolo a suonare un flauto, cosa di cui quello si dice incapace; e così prende in giro lui e il suo compagno sottraendosi ancora una volta alla loro investigazione. Decontestualizzata, questa battuta potrebbe essere rivolta a tutti i suoi interpreti, incapaci comunque di esaurire l’intero senso di questa rappresentazione che sprofonda nell’abisso della stessa rappresentabilità del mondo. Problema dei problemi in cui si sono rispecchiati gli artisti più disparati. E in cui getta ora lo sguardo la regia di Pietro Carriglio, per il quale teatro e metateatro sono da sempre al centro della fantasia scenica e dell’attenzione, per così dire, filosofica. Carriglio offre, con una magnifica compagnia di attori, una lettura teatrale molto ampia, limpidamente fedele al testo e allo stesso tempo ricca di invenzioni funzionalizzate alla esplorazione di quel “mistero” che Amleto rinserra nelle sue molteplici quinte. Web (testo tratto da La deriva tragica di Amleto di Alessandro Serpieri, per il programma di sala di Amleto, Teatro Biondo Stabile di Palermo) Piccolo Teatro di Milano http://www.piccoloteatro.org Il sito del Piccolo Teatro, con tutte le informazioni sugli spettacoli della stagione 2008/2009, ma anche approfondimenti, notizie, tournée e una ricca sezione “archivi”, per scoprire oltre 60 anni di storia in un click. Teatro Biondo Stabile di Palermo http://www.teatrobiondo.it Spettacoli, eventi, repertorio delle produzioni, fotografie e tutte le informazioni pratiche per raggiungere il teatro, acquistare un biglietto o un abbonamento. Liber Liber http://www.liberliber.it/ Libreria elettronica del progetto Manuzio che mette a disposizione numerosi classici della letteratura in vari formati scaricabili.Il testo integrale di Amleto è scaricabile in diverse versioni (pdf, rtf, ecc,) AMLETO:reLear.qxp 19/02/2009 10.00 Pagina 8