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La maLattia di essere costantemente occupati

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La maLattia di essere costantemente occupati
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Alessandria, via Vochieri, 108
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FEBBRAIO 2016
PENSARE GLOBALE, AGIRE LOCALE
MENSILE - Anno 1I FEBBRAIO 2016 - n° 05
06
EDITORIALE
La malattia di essere costantemente
occupati, di non avere tempo
tempo di lettura:
6 min
di Francesco Molan, [email protected]
“Every year is getting shorter,
never seem to find the time
Plans that either come to naught or half a page of
scribbled lines
Hanging on in quiet desperation is the English way
The time is gone, the song is over,
thought I’d something more to say
Time - Pink Floyd (1974)
Pochi giorni fa ho incontrato una cara amica. Le ho chiesto come stava. Lei ha alzato gli occhi e lo sguardo e con
calma ha sospirato: “Sono molto occupata… anzi, occupatissima... non ho tempo per nulla”. Poco dopo, chiedo
ad un altro amico: “Come stai?”. Anche in questo caso,
stesso tono e stessa risposta: “Sono molto occupato, ho
molto da fare.” E, per carità, si vedeva che era stanco,
quasi esausto.
Ma questo succede anche con i bambini, non è una prerogativa solo dei grandi. Le cattive abitudini iniziano presto,
a quanto pare. Ma come ci siamo ridotti a vivere così?
Quale forma di masochismo ci ha condotto a tutto ciò?
Quand’è che ci siamo dimenticati che siamo “esseri”
umani e non “macchine” (dis)umane?
Dov’è finito quel mondo in cui i bambini erano pieni di
fango e sbucciature, perché giocavano fuori in cortile e si
lamentavano ogni volta che si sentivano annoiati? Dov’è finito il mondo
in cui ci si poteva sedere a fianco delle persone che amiamo, in cui si
avevano lunghe conversazioni, senza fretta? Com’è che abbiamo creato
un mondo in cui abbiamo sempre più cose da fare e meno tempo libero
per farle? Ma anche e soprattutto per pensare, per stare da soli?
Socrate disse:“Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”. Ma
come facciamo, se siamo costantemente impegnati? Questa malattia di
essere “occupato” è distruttiva per la nostra salute, perché perdiamo la
capacità di concentrarci su coloro che amiamo e di diventare il tipo di
società che vorremmo.
Il progresso tecnologico iniziato con gli anni ‘50 ci aveva promesso vite
più facili, perché più comode, rapide e, quindi, più semplici. Mi pare che
le promesse non siano state mantenute. Per i più “privilegiati”, i confini tra lavoro e vita personale sono scomparsi: smartphone e tablet ci
obbligano a rimanere tutto il tempo “connessi”. È progresso culturale
questo? Per altri, invece, due lavori sottopagati sono l’unico modo per mantenere a galla la propria famiglia.
Io non ho soluzioni magiche (e chi ce le ha?).Tutto quello
che so è che stiamo perdendo la capacità di vivere una
vita piena. Mi piacerebbe che, quando chiediamo: “Come
stai?”, chiedessimo davvero come stai, perché io voglio
sapere come stai adesso. Dimmi cosa dice il tuo cuore.
Dimmi se sei felice o triste, se hai bisogno di parlare,
io ci metterò tutta la compassione di cui sono capace.
Ascoltiamo il nostro cuore, esploriamo la nostra anima
e abbassiamo le barriere nei confronti dell’altro. Solo in
questo modo ci ricorderemo di essere ancora degli esseri umani e non delle macchine che eseguono compiti.
Aiutiamoci a non disperderci e a riconnetterci con il nostro centro.
“Per essere liberi bisogna avere tempo: tempo da spendere nelle cose che ci piacciono, poiché la libertà è il
tempo della vita che se ne va e che spendiamo nelle cose
che ci motivano”, così diceva José “Pepe” Mujica, famoso
non solo per essere stato il presidente dell’Uruguay. Sappiamo tutti di aver bisogno di un diverso rapporto con il
lavoro e la tecnologia; di un diverso approccio individuale,
sociale e familiare. Se guardiamo in profondità, capiremo
che ciò che desideriamo è una vita piena di significato e
di umanità. Un’esistenza che valga la pena di essere vissuta. Da parte mia, voglio continuare a sporcarmi e ad annoiarmi come
facevo da bambino. Camminare scalzo su un prato. Salire su un albero.
E voglio fermarmi un momento, guardare negli occhi dell’amico che mi
risponde “Sono molto occupato,” e dirgli: “Lo so. Lo siamo tutti. Ma io
volevo sapere come stai”.
Questo numero di Febbraio lo dedichiamo ai nostri amici Animali: non
perdetevi lo Speciale di quattro pagine a pag. 11. Buona lettura!
E SE LI RIPARASSIMO?
I primi sono nati ad Amsterdam sette anni fa e si sono
diffusi in diverse
città europee.
Da alcuni mesi
si moltiplicano anche negli Stati uniti,
svuotando
di significato
la parola
discarica.
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Vivere Sostenibile.
SOMMARIO
pag 3
Alimentazione Consapevole
pag 4 - 5
Benessere Corpo e Mente
Famiglia ed Educazione
pag 6
Agri-Cultura
pag 7
Turismo Sostenibile
pag 8
Innovazione Sociale
pag 9
pag 10
Scelte Sostenibili
Risparmio
e
Quattro
Zampe
Autoproduzione
e un Becco
da pag
11 aa 14
14
11
da pag
15 a 18
Eco-Abitare
Amici Animali
pag 19
Febbraio2016
2016
Appuntamenti Gennaio
pag 20
Mercati Contadini
pag 20 - 21
Eventi
pag 21
Punti di distribuzione
pag 23
Direttore Responsabile
Silvano ventura
[email protected]
Ufficio Commerciale
Silvia Pastore
[email protected]
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204240/1996. Albo società cooperative: 116906 24/03/2005.
Vivere Sostenibile Basso Piemonte: Registrazione Tribunale di
Alessandria n.34 del 10/09/2015
Stampa:
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Grafica, impaginazione e redazione:
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Riequilibrarsi e disintossicarsi dopo le feste
tempo di lettura:
4 min
di Dealma Franceschetti - blogger de La via macrobiotica
Durante le feste è facile lasciarsi andare a qualche eccesso alimentare, a cibi piuttosto squilibranti e problematici come panettone,
pandoro, torrone, salumi, formaggi, alcolici, ecc.
Per rimediare agli eccessi, possiamo curare l’alimentazione nei giorni successivi, utilizzando cibi particolarmente benefici e disintossicanti per velocizzare il recupero.
Innanzi tutto è utile alleggerire l’alimentazione per qualche giorno,
puntando soprattutto su zuppe, minestre, cereali integrali in chicco,
legumi e verdure di stagione, vitando salumi, carne, formaggi, uova e
dolci. Per ristabilire l’equilibrio glicemico sono fondamentali i cereali in chicco, quindi non sotto forma di farina come pasta, pane, ecc.
e possibilmente integrali o semi-integrali. Le verdure ti aiuteranno
ad alcalinizzare il sangue. I legumi a ridurre il colesterolo.
Ci sono poi 3 alimenti particolarmente adatti in questi casi:
1) Il riso integrale: ha un marcato effetto disintossicante e dimagrante
2) Le alghe: sono disintossicanti, dimagranti e reintegrano i sali minerali persi con l’acidificazione del sangue (causata dagli zuccheri
raffinati, le farine raffinate e dal cibo animale)
3) Il miso: alcalinizza il sangue e aiuta l’intestino a riequilibrarsi
La zuppa di miso contiene verdure, miso e alghe, quindi è la regina dei
piatti disintossicanti e riequilibranti. Utilissima per “rimettere ordine”
nel corpo e in particolare a stomaco e intestino.
Zuppa di miso (per 2 persone)
1 cipolla piccola
1 carota piccola
1-2 foglie verdi (di broccolo, di ravanello, di porro, di sedano, di
prezzemolo, di insalata, di cipollotto, di cavolo cinese, cime di rapa,
catalogna, ecc.)
3 cm di alga wakame
2-3 tazze d’acqua
1 cucchiaio di miso (o più a piacere)
Aromi (cipollotto, prezzemolo, basilico, erba cipollina, succo di zenzero, di limone, ecc.)
Mettere in ammollo l’alga wakame per 10 minuti circa. Scaldare l’acqua
e, nel frattempo, tagliare le verdure sottili. Quando l’acqua bolle buttare le verdure e l’alga tagliata a striscioline e cuocere coperto per 5-10
minuti. Sciogliere il miso con un po’ d’acqua di cottura e aggiungerlo,
mescolare e spegnere. Aggiungere gli aromi.
Vegan: roba da ricchi? Smontiamo l’assunto
tempo di lettura:
5 min
di Roberto Castellucci
In seguito alle nuove fonti di informazioni meno istituzionali come la
rete, finalmente molte persone si sono avvicinate ad un’ alimentazione vegan o vegetariana.
La scelta è dettata principalmente da motivi di salute: è ormai assodato che, mentre i vegetali fanno bene al corpo, mangiare carne o
latticini non giovi per nulla alla salute.
Molto importante è, però, anche l’aspetto ecologico.
Mangiare carne è inefficiente in termini di Kcal. Per nutrirmi di carne
e derivati devo, infatti, nutrire prima l’animale. La quantità che serve
a creare 1 kg di carne di manzo equivale a 17 kg circa di cereali e
circa 17000 litri di acqua.
Se allevassi a patate un ettaro di terreno, potrei ottenere circa
20000 kg di patate, ma se lo destino a pascolo solo 150 kg di carne
di manzo.
Fatti questi brevi calcoli, è abbastanza chiaro che, per sfamare 2
miliardi di persone del mondo “ricco” con carne e derivati, devo utilizzare molte risorse del Pianeta, considerando che anche la crescita
economica asiatica porterà ad un aumento del benessere e, quindi,
ad un avvicinamento dello stile alimentare occidentale.
Circa il 30% delle terre emerse viene destinato ai pascoli o alle colture di cereali destinati all’alimentazione animale.
Alla luce di questi dati “fonte FAO”, non ci sarebbe motivo “se non il
peccato di gola” quindi, di eliminare carne e derivati o almeno ridurli
drasticamente dalla nostra dieta, se non di tipo economico.
Il luogo comune che l’alimentazione vegana sia molto costosa.
Curioso di capire se sia solo una banale scusa o se, effettivamente,
mangiare vegan potesse essere un problema per una famiglia di medio reddito, ho provato a stilare due tabelle: una con un’ alimentazione onnivora e l’altra vegana (vedi a fianco).
Entrambe le tabelle hanno le stesse percentuali di nutrienti: ho preso i prezzi dal sito di una nota catena di supermercati e ho scelto,
per entrambi i casi, prodotti di medio prezzo. Quindi non il top di
gamm, ma nemmeno i più economici.
Sono tabelle ideali, prese dai consigli nutrizionali medici: alcune porzioni sono leggermente esagerate e non sempre realistiche, ma lo
sono in entrambi i casi così che la differenza in percentuale, se non
reale, sia comunque la stessa.
Il risultato di questo piccolo esperimento è che una famiglia che si alimenta in modo tradizionale spende quasi il doppio di chi si alimenta
di prodotti esclusivamente vegetali.
Il grosso della spesa in un’ alimentazione normale” è, infatti, dato da
salumi, carni, pesce e formaggi. Per quanto possano essere costosi, i
fagioli biologici o il seitan, non sono nemmeno paragonabili al prezzo
del parmigiano, del branzino o del manzo.
La spesa, in realtà, potrebbe essere anche più bassa, almeno del 20%
se si comprassero solo verdure e frutta di stagione dai contadini
locali e se si cucinassero tutti i cibi in casa, evitando quelli pronti.
L’alimentazione vegan, quindi, non è solo la più sana, ma anche la più
ecologica e la più economica.
Se poi non avete mai visitato un mattatoio, fatelo, vi accorgerete
che, a parte i numeri, state facendo una scelta giusta, di felicità e
compassione.
Entità delle porzioni standard nell'alimentazione italiana e numero consigliato di porzioni
GRUPPO DI
ALIMENTI
CEREALI E
TUBERI
ALIMENTI
LATTE E
DERIVATI
GRASSI DA
CONDIMENTO
Numero di porzioni
al giorno o settimana
per un fabbisogno di
kcal 2100
Costo
al kg
costo a
porzione
volte
all’anno
costo annuo
50
1 rosetta piccola/
1 fetta media
5 al giorno
3
0,15
1825
273,75
Prodotti da forno
20
2-4 biscotti/
2,5 fette biscottate
1 al giorno
5
0,10
365
36,50
Pasta o riso (*)
365
365,00
80
1 porzione media
Pasta fresca all'uovo
(*)
120
1 porzione piccola
Pasta ripiena
180
1 porzione piccola
Patate
200
50
2 patate piccole
2,5
1 al giorno
7
0,20
0,84
2,16
= 1
12
2 a settimana
1 porzione media
(una ciotola da 500
ml)
2
0,40
108
43,20
3
0,15
365
54,75
3
0,75
365
273,75
2 al giorno
250
1 finocchio
1 peperone
2 cetrioli
2 carciofi
Frutta
150
1 arancia
1 mela
1 pera
2-3 albicocche o
mandarini
3 al giorno
3
0,45
1095
492,75
Carne fresca
100
1 fettina
4-5 a settimana
9
0,90
216
194,40
3 fette medie
prosciutto
1-2 a settimana
30
1,50
730
1095,00
1 sogliola
spigola
2-3 a settimana
16
2,40
730
1752,00
2-4 a settimana
0,35/pz 0,35
162
56,70
6
0,18
108
19,44
2,5
0,30
108
32,40
2
0,25
1095
273,75
5
0,50
81
40,50
16
0,80
81
64,80
8
0,08
1095
87,60
Ortaggi
Carne stagionata
(salumi)
CARNE, PESCE,
UOVA, LEGUMI
Esempio
Pane
Insalate
ORTAGGI E
FRUTTA
PESO
(g)
Prodotti della pesca
50
150
Uova
60
1 uovo
Legumi secchi
30
Fagioli, ceci,
lenticchie
3-4 a settimana
Legumi in scatola
120
Legumi bolliti e
scolati
Latte/ yogurt
125
Un bicchiere/un
vasetto
Formaggio fresco o
ricotta
100
Mozzarella, ricotta
Formaggio
stagionato
Parmigiano,
pecorino,
provolone, gruviera
3 a settimana
50
Olio/burro/margarina
10
1 cucchiaio
3 al giorno
2-3 al giorno
5156,29
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benessere corpo e mente
SITI per APPROFONDIRE:
www.noosoma.it
www.farmasubito.com
FEBBRAIO 2016
Perchè devo chiedere... e a chi?
tempo di lettura:
4 min
Del Dottor Mario Frusi
Inizia con questo numero una rubrica che speriamo ambiziosa: un
tentativo di instaurare un dialogo diretto tra una parte della redazione e i lettori, su temi salutistici.
Chi scrive è medico esperto di cosiddette “medicine alternative”,
dicitura che spera venga presto abbandonata in favore di “medicine
complementari”, proprio per connotare la volontà di NON contrapporre nulla, bensì di favorire il dialogo.
Partendo da un aneddoto (realmente accaduto). Durante un lungo
viaggio in India, un tale aveva contattato un medico ayurvedico per
i propri problemi di salute e, nel corso del dialogo, gli aveva chiesto
quali rimedi adottasse nei confronti della malaria: la risposta, frutto
di sagacia e ironia rare (“Per la malaria funziona meglio la medicina
complementare, cioè quella farmacologica occidentale!”), esprime
bene il concetto di interdipendenza fra le varie discipline.
In fin dei conti, la chirurgia occidentale è, a sua volta, una branca
complementare - per esempio - rispetto alla fisiokinesiterapia o alla
radioterapia! E tutte queste branche del sapere si arenano di fronte
a molti disturbi non ben inquadrabili nei tipici esempi di malattia, codificati nel diciannovesimo secolo a partire dall’anatomia patologica,
proprio perché il danno strutturale-anatomico NON è significativo:
Biodiversità
certi disturbi d’ansia, certi doloretti di schiena, certe disfunzioni intestinali… La lista potrebbe essere molto lunga, e i lettori di questa
rivista lo sanno bene, perché nelle sue pagine (virtuali o cartacee),
cercano proprio risposte al moderno bisogno di salute, intesa non
soltanto come “assenza di malattia”, ma come “piena fruizione del
proprio patrimonio di energia-vitalità”.
Come intendiamo muoverci, insieme? Proponendo una rubrica di
domande specifiche alle quali spero di saper dare una risposta. V’invito, pertanto, a SCRIVERE ALLA REDAZIONE (Bassopiemonte@
viveresostenibile.net) ponendo una vostra questione di salute; contiamo di innescare un dialogo sempre più fitto e produttivo. La discussione, ovviamente, si svolgerà mantenendo l’anonimato della
persona che ha inviato la domanda.
Come s’intitolerà? La intitolerete voi stesse/i, lettrici/lettori, secondo il vostro gradimento; e trovate qualcosa di più simpatico e stimolante, rispetto al vecchio e un po’ presuntuoso “Risponde l’esperto”,
proprio per ribadire che si tratterà di un lavoro che faremo collettivamente!
CHI è Mario Frusi
Medico dal 1981 (università di Torino), pratica l’attività di medico di base per 12 anni;
• formazione quadriennale in psicologia e
psicoterapia gestalt e di movimento;
• formazione triennale in posturologia e
correlati psicosomatici;
• formazione triennale in omotossicologia;
• formazione triennale in omeopatia unicista e omeopatia di risonanza;
• esperienza trentennale in floriterapia, nutrizionismo, aromaterapia;
• master biennale in fitoterapia (università di Siena);
• formazione biennale in Medicina ambientale clinica;
• docente ecm in discipline posturali, metaboliche, psico-comportamentali;
• autore del libro divulgativo “La malattia ha le sue buone ragioni” ed.
Tecniche-Graphedit;
• svolge attività privata a Cuneo.
A presto
Mario Frusi
– ecosistemi naturali in armonia con la natura e l’uomo
tempo di lettura:
5 min
di Laura Montanella, Green Food & Floriterapeuta
Cereali, Farina, Pane e Pasta Alimenti primari sempre più sostenibili
e compatibili con Madre Terra.
Se questi tipi di alimenti integri o semi-integri ci vengono consegnati
dall’agricoltura che utilizza metodi di coltivazioni naturali, in terreni
idonei, utilizzando semi di Antiche Varietà Alimentari “recuperate” con una genetica semplice, siamo certi che le loro “
forze interne” sono rispettate e mantenute integre, l’unione
di genetica antica e coltivazioni sostenibili ristabiliscono degli
ecosistemi naturali, in armonia con i ritmi dell’uomo e della
vita.
È stata condotta una ricerca su dei tipi di “Antiche Varietà di
Cereali” molto semplici dal punto di vista genetico. La tossicità delle proteine è scarsa e quindi più digeribile.
Tornare a coltivare anche le “Antiche Varietà Alimentari,” potrebbe essere un vantaggio per noi e l’ambiente (biodiversità).
Coltivando secondo le stagioni, assorbendone interamente
ogni influenza, si stabilisce così una grande armonia tra forze
cosmiche e terrestri, i prodotti alimentari che ne derivano
hanno un buon valore nutritivo perchè sono gustosi, saporiti
e hanno un forte legame con la terra, oltre ad essere fonte
di vitalità.
Nella produzione delle farine di cereale raffinate che si trovano maggiormente in commercio, il germe e la crusca del chicco
del cereale vengono eliminate prima del processo di macinazione. La
farina che si ottiene è molto bianca (denominata doppio zero “00”)
costituita prevalentemente dal corpo farinoso.
I rimedi naturali contro il raffreddore
tempo di lettura:
In passato si pensava che le parti esteriori del chicco del cereale
contenessero solo delle scorie inutili e si buttavano, cercando di ottenere una farina più bianca possibile.
Oggi la ricerca ha dimostrato che le parti esteriori (germe e crusca) sono ricche di PRINCIPI NUTRIZIONALI e ENERGIA VITALE.
Le FARINE INTEGRALI O SEMI-INTEGRALI prodotte dalla macinazione del chicco del cereale integro o semi-integro (con germe e
crusca) e le relative paste e pane, sono molto ricche di vitamine del
gruppo B, vitamina E, contengono niacina e minerali come calcio, fosforo magnesio, potassio, ferro, zinco e grassi polinsaturi, e facilitano
i processi digestivi grazie alle fibre.
Riconquistare un legame con la Madre Terra, attraverso la biodiversità, le tradizioni locali, la cultura, il territorio, ad esempio le
ANTICHE VARIETA’ ALIMENTARI “Recuperate” consumando alimenti INTEGRI o SEMI-INTEGRI così come vengono consegnati,
AIUTA NOI STESSI E IL NOSTRO PIANETA A CRESCERE.
Per maggiori informazioni, consulenze, prodotti di Bio
Nutrizione Alimentare Naturale
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Phone: +39 335 6823442
5 min
della Dott.sa Serena Minerdo
La medicina fitoterapica moderna e quella popolare sono ricche di
rimedi naturali per alleviare i sintomi del raffreddore. Quali tra i più
conosciuti sono davvero efficaci?
Vitamina C. Efficace ad alcune condizioni. È abbastanza comune
credere che un maggiore apporto di vitamina C, specialmente tramite gli agrumi, aiuti ad alleviare i sintomi del raffreddore. Sebbene la
vitamina C sia utile per il benessere generale della persona, esistono
studi clinici discordanti riguardo la sua efficacia contro il raffreddore:
alcuni sostengono che non serva, mentre altri ne lodano l’efficacia
purché assunta in dosi minime di 1 g al giorno. La dose giornaliera
consigliata dal ministero italiano della salute è invece di circa 0,6
grammi.
Zinco. Efficace. Normalmente utilizzato per scopi terapeutici, lo
zinco è un minerale che risulta efficace nella cura del raffreddore se
assunto non appena appaiono i primi sintomi della malattia. Ricordando che una cattiva o poco equilibrata alimentazione è tra le cause
più comuni della comparsa del raffreddore, anche in questo caso può
essere utile integrare o sostituire gli spray nasali e le pastiglie allo
zinco con alimenti che ne contengono una buona quantità, ovvero
Germe di Grano, Fegato, Formaggio Grana Padano, Cereali, Ostriche (l’alimento con il più alto apporto di Zinco con 39,3 mg ogni 100
grammi di ostriche) e, udite udite, anche il Cioccolato Fondente, che
contiene circa 9,63 mg di zinco ogni 100 grammi di alimento, ovvero
circa la dose giornaliera consigliata (10 mg).
Aceto di Mele. Non Efficace. L’utilizzo di aceto di mele per alleviare i sintomi del raffreddore è piuttosto popolare, ma le sue presunte
capacità antinfiammatorie del cavo orale non sono mai state dimostrate e l’utilizzo eccessivo di questo aceto può, anzi, causare danni
alla flora batterica, con conseguente diminuzione delle difese immunitarie e, paradossalmente, aumentato rischio di contrarre malattie.
Brodo di Pollo. Efficace. Nella migliore delle tradizioni casalinghe,
un piatto fumante di brodo di pollo è un vero toccasana per il raf-
freddore. Oltre a riscaldare il corpo ed aiutare così la fluidificazione
del muco in eccesso, contiene cisteina, un amminoacido utilissimo
per combattere l’eccesso di muco e le infezioni delle prime vie respiratorie.
Eucalipto. Efficace. Comunemente utilizzato in pastiglie, oli essenziali ed infusi, l’eucalipto è una pianta i cui principi attivi sono utilizzati per alleviare la febbre e fluidificare ed eliminare le secrezioni
bronchiali.
SITI per APPROFONDIRE:
FEBBRAIO 2016
benessere corpo e mente
La curcuma: condimento e rimedio di benessere
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4 min
di Alessandro Betti, Erborista, Farmacista, Chimico dell’Erboristeria La Verbena
La curcuma (rizoma di Curcuma Longa L.),
nota come componente essenziale del curry,
viene diffusamente impiegata dai popoli asiatici come condimento aromatico. Rappresenta,
inoltre, un rimedio tradizionale per i disturbi
gastrointestinali, epatici e delle vie biliari. Dal
sanscrito kum-kuma e indiano kur-kur; longa,
per la forma dei tubercoli, è una pianta tropicale erbacea, perenne, alta circa un metro;
originaria dell’India, regione di bihar a 18002000 metri, è coltivata nell’Asia tropicale (India, Pakistan, Thailandia, Sri Lanka, Cina meridionale). Si usa il rizoma, una sorta di grossa
radice di forma cilindrica che, dopo la raccolta,
viene essiccata, trattata in acqua bollente e riessiccata, per poi essere tagliata a piccoli pezzi
di colore bruno-giallastro, o ridotta in polvere.
La curcuma viene diffusamente usata dalle popolazioni dei paesi di origine, e recentemente
anche nei paesi occidentali, come condimento e colorante, oltre che per trattare disturbi
dell’apparato urinario e gastro-enterico/epato-biliare. Antichi testi Hindu (circa 3000 anni
fa) attribuivano alla curcuma proprietà aromatiche, stimolanti, carminative; la medicina
tradizionale indiana (ayurvedica) la considera,
tuttora, utile nelle malattie epatiche, tosse, sinusite e reumatismi e nell’anoressia, mentre quella cinese la consiglia
Europa dagli Olandesi che la importavano
dalle Indie orientali, per essere utilizzata per
combattere il vomito e alcune “debolezze”
dello stomaco, fegato e milza; più tardi le
verrà riconosciuta un’efficacia nell’itterizia e
nel mal di fegato. Nel 1905 la curcuma verrà
iscritta per la prima volta in una Farmacopea,
quella Olandese. Le proprietà della curcuma
sono molteplici e ancora studiate, soprattutto in India, e si possono riassumere in:
carminative, digestive, antiflogistiche (anche
in ambito gastrico), epatoprotettrici (e coleretico-colagoga), antimicrobiche. Proprietà
che vengono ascritte principalmente a componenti della “droga” quali la curcumina e
l’olio essenziale. Generalmente ben tollerata
(anche se, come sempre, il consiglio di un
professionista esperto sarà utile per valutare
caso per caso), tanto da essere considerata
sicura dalla FDA statunitense, può essere assunta tal quale in polvere (2-3 gr. al giorno),
in infuso 2-3 volte al dì, oppure, e meglio, in
preparati già pronti e standardizzati a maggior bio-disponibilità.
Info e contatti:
Erboristeria “La Verbena”
Piazza Addolorata, 25 - Acqui T. (AL)
tel. 0144 - 56909
nelle patologie associate a dolore addominale e nell’ittero. Sembra
che la curcuma sia stata introdotta, come rimedio “medicinale”, in
La Cosmesi Naturale, un mondo tutto da scoprire!
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5 min
di Paolo Fiscelli, responsabile della cooperativa “della Rava e della Fava”
… E anche creme, oli, sieri, saponi, bagnischiuma, shampoo e chi più ne
ha, più ne metta. Alla cooperativa “della Rava e della Fava” la cosmesi
naturale è di casa.
Il disciplinare del 2013 rende giustizia e sancisce, in maniera definitiva, l’identità di un settore oramai consolidato: quello della cosmesi
naturale. I prodotti con apposto il marchio certificato (ICEA e Natrue sono tra i principali enti certificatori) rispettano le regole imposte: la naturalezza dei componenti in primis ed il conseguente bando
dei prodotti sintetici utilizzati nella cosmesi convenzionale. Vengono impiegate sostanze naturali che, essendo tali, il corpo conosce
e riconosce e la pelle è predisposta ad assorbire. Un esempio? Le
creme a base di camomilla: nel caso della cosmesi naturale, l’ingrediente proviene effettivamente dalla pianta e porta con sé tutto il
bagaglio di vitalità e sapienza millenaria del vegetale, donando alla
pelle un apporto naturale prezioso. Molti prodotti convenzionali,
invece, sono frutto di lavorazioni in laboratorio di materie sintetiche e mirano alla copertura di imperfezioni, andando a creare un
film sopra la cute che la copre, occludendola e rendendola asfittica.
Non coprire, bensì curare e abbellire: questo lo scopo della cosmesi naturale certificata che fa bene a noi, ma anche all’ambiente: la
produzione non prevede scarti di lavorazione e sono banditi i test
sugli animali.
Alla cooperativa “della Rava e della Fava” sono disponibili più marchi, tutti certificati: andiamo a scoprirli insieme!
La storica azienda tedesca Weleda nata nel 1921 e da sempre
improntata alla cura della pelle. Crea prodotti ad hoc a seconda
delle stagioni della vita, delle condizioni atmosferiche, dei bisogni
di ognuno; sono frutto di complessi studi che danno vita a creme,
saponi, detergenti, peeling, scrub e tanto altro ancora, specifici e di
alto livello. Ottima qualità e prezzi medi; ideale per le pelli mature
che necessitano di interventi mirati. Una chicca: la quantità del prodotto, studiata per durare all’incirca un mese.
Alla bottega di Altromercato in via Cavour 83 ad Asti, è presente
Natyr, un marchio “buono” e che fa bene anche a chi produce gli
ingredienti: almeno il 50% dei componenti (per viso, corpo, capelli e
per bimbi) proviene dal Commercio Equo e Solidale ed i prodotti ha
un packaging comodo e pratico: un blister di plastica da portare sempre con sé, anche sotto la doccia. Vanta ingredienti naturali come
karitè e argan dalle note proprietà nutrienti, noci lavanti e creme a
base di the verde.
La cosmetica naturale certificata è anche make up, che fa bene alla
pelle e allo spirito.
Il brand Benecos strizza l’occhio alla moda, ai colori accesi e ai
trend di stagione. Ha un’immagine giovane e accattivante: creme
colorate (dalle bb cream, alle cc cream), mix di ombretti, matitoni
per labbra, kajal, matite per occhi, lip balm, rossetti e anche smalti
(l’unico prodotto non certificato, ma privo di toluene, canfora e formaldeide). Il range di prezzo è contenuto e ideale per le teenager ai
primi passi del mondo del trucco: l’azienda fornisce diversi opuscoli
informativi che aiutano la cliente a capire quali nuances scegliere,
come usare i pennelli (tassativamente “vegan”), in che modo abbinare i colori, ecc.
Lavera è un classico, adatto ad un pubblico più formale e tradizionale, soprattutto in termini di colori. È una casa tedesca ideale per
chi ama una cosmesi più adulta. I suoi prodotti sono anch’essi con
base minerale e le sue bb cream sono impalpabili, sottili e adatte al
periodo estivo, quando il caldo e l’afa non permettono l’utilizzo del
fondotinta e la pelle necessita di respirare.
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famiglia e educazione
Autobiografia e scambio generazionale
tempo di lettura:
SITI per APPROFONDIRE:
FEBBRAIO 2016
4 min
di Dott.ssa Francesca Lagomarsini (psicologa specializzata nel trattamento dei Disturbi dell’Apprendimento)
Il metodo autobiografico utilizza il racconto di sé nella forma verbale o scritta per facilitare la capacità di collegare esperienze, di
stabilire nessi, concordanze, contribuendo ad una pacificazione
con i propri vissuti. L’autobiografia (da autos-bios-graphein: scrivere la propria vita), qualsiasi sia il mezzo, lo strumento adottato per
realizzarla, contempla la ricostruzione della memoria personale,
attività che, in ogni caso, non esclude l’altro. Anche per le motivazioni esposte, sono convinta possa essere un ottimo strumento
di conoscenza di sé, a disposizione di adulti e anziani. Il recupero
e la tutela della memoriasono convinta possano, oltre a garantire una vita dignitosa per il singolo, connettendolo alle passate
esperienze e permettendo di conferire ad esse un senso, rendere
possibile la comunicazione tra generazioni, come ricorda Oliver
Sacks:
Senza memoria la vita non è vita.
La nostra memoria è la nostra coerenza, la nostra ragione,
il nostro sentimento, persino il nostro agire.
Autobiografia (del passato fino a quella del tempo attuale, tramite
l’uso di quaderni, appunti, diari, ecc) è secondo lo studioso Duccio
Demetrio non solo un tornare a vivere, ma un tornare a crescere
per se stessi e per gli altri, oltre a costituire un viaggio formativo,
la rivelazione di essere stati molti IO in successione e contemporaneamente negli anni o nella stessa giornata.
Il Racconto, e soprattutto il racconto di sé, è lo strumento basilare
per consentire di relazionarsi, scambiare elementi culturali, coinvolgere diverse generazioni. Inoltre, il racconto di sé, dal punto
di vista sistemico, (secondo l’insegnamento di Gregory Bateson)
permette di comprendere che l’identità di ognuno si struttura
all’interno di ruoli sociali, familiari, credenze e valori che appartengono ad un livello mitico che può variare da società a società,
da famiglia a famiglia, da individuo a individuo.
Lo strumento autobiografico può, quindi, essere usato a fini terapeutici e la Psicologia narrativa si occupa proprio di questi aspetti,
sottolineando, come il racconto biografico, come già evidenziato,
possa avere valore auto-formativo ed auto-terapeutico.
Marcel Proust (1928) affermava che, mentre ci rappresentiamo e
ricostruiamo la nostra storia, sviluppiamo i negativi della nostra
vita e ci riprendiamo tra le mani.
Secondo Rorty (2001) il piacere di fare autobiografia e di narrare
può essere inteso come l’illusione laica di eternità, un’ opportunità per rileggere la nostra storia, conferendo ad essa nuovi
significati.
In sintesi, fare autobiografia è prendere consapevolezza della molteplicità delle possibili versioni del Sé, porsi in contatto con parti
della nostra vita che fatichiamo a contattare o a descrivere:
“Quando legge la farfalla
Ciò che sta scritto
Sulle sue ali?”
P. Neruda
Tel. 3291038828, [email protected].
L’etnomedicina e la terapia del simbolo (parte 2) - Un rituale di guarigione
tempo di lettura:
5 min
di Pierpaolo Pracca, antropologo
Un interessante rituale di guarigione è quello praticato in Nepal presso gli sciamani Tamang. Per questa popolazione la malattia è il risultato dell’alterato equilibrio fra l’uomo e l’ambiente
socio-psico-spirituale; l’infrazione di un obbligo rituale, il mancato rispetto nei confronti di
una persona o di un oggetto sacro, l’inoltrarsi
in un campo o in una foresta, senza avere prima
chiesto la necessaria autorizzazione agli spiriti o divinità che li abitano, possono provocare
lo scatenamento di forze misteriose, che portano l’individuo ad ammalarsi (Romanò, 1997).
La malattia ha, quindi, sempre cause sovrannaturali.Si richiede, pertanto,l’intervento del Bombo per
curare una persona, mentre il rituale prevede una
drammatizzazione di eventi la cui carica simbolica agisce terapeuticamente sul malato. Nel corso
della cerimonia lo sciamano si avvale dell’ausilio di
particolari oggetti magici, suggerisce immagini, colori, proferisce suoni, il cui potere simbolico viene
amplificato dal contesto profondamente sacralizzato. In stato di trance, favorita da particolari tecniche meditative, dalla recitazione di mantra e dal
suono del tamburo, lo sciamano entra in contatto
con i mondi ultaterreni (Halifax, 1990), contrattando con spiriti e
demoni una soluzione pacifica del problema, in cambio di offerte
e sacrifici. Per mezzo del suo operato, le forze nascoste che, at-
traverso la malattia, insidiano la persona e la comunità, vengono
evocate e padroneggiate. Lo sciamano è in grado di contattare
l’organo o le diverse parti del corpo malate, cacciando gli spiriti
e i demoni che ne hanno preso possesso, aiutando il paziente,
attraverso la recitazione di mantra, formule magiche, soffiando o strofinando il corpo in corrispondenza della parte malata.
Queste operazioni magico-terapeutiche producono nel paziente
ciò che, da un punto di vista psicanalitico, è possibile definire una
dissociazione dal problema o dal male. L’organo malato, attraverso
esorcismi, viene simbolicamente trattato e trasferito ad un livello
altro di realtà, dove subirà le opportune manipolazioni da parte
del guaritore. Il male può essere identificato con un demone o
con uno spirito, i quali verranno invitati a lasciare la parte del corpo afflitta mediante operazioni complesse di medicina spirituale,
per certi versi simili a pratiche terapeutiche della nostra medicina popolare, diffuse ancora oggi nelle nostre campagne, dove per
cacciare il male dall’organo si utilizzano preghiere, strofinamenti,
musiche, rituali aventi la finalità di manipolare simbolicamente il
male e di sconfiggerlo. Un tipico esempio di manipolazione simbolica della malattia si ritrova tra i guaritori popolari in gran parte
d’Italia. In molte nostre campagne il fuoco di S. Antonio viene segnato con preghiere e con lo strofinamento della parte del corpo
colpita con una spazzola, o con una moneta antica. (continua…)
Stress e Alimentazione: un problema da non trascurare
tempo di lettura:
4 min
di Isabella Oliveri, naturopata
Qualsiasi sia la fonte di stress, fisica o emotiva, l’organismo reagisce producendo un ormone chiamato adrenalina. Sebbene la
maggior parte degli stress del giorno d’oggi non richiedano una
reazione fisica rapida, il nostro corpo continua a reagire seguendo
l’istinto, percui in meno di un secondo dopo la percezione di uno
stato di ansia, il battito cardiaco aumenta, la vista si fa più acuta e il
sangue confluisce verso i muscoli e si addensa. Oggigiorno, lo stile
di vita può a volte essere associato ad uno stress mentale di lungo
termine e ciò può far sì che l’organismo mantenga uno stato di
reattività allo stress per lunghi periodi di tempo.
Quando si è sotto stress alcune sostanze nutritive come le vitamine del gruppo B, necessarie per produrre energia e per la salute
del sistema nervoso centrale, la vitamina C, utile per combattere le infezioni, lo zinco necessario per ottimizzare l’efficienza del
sistema immunitario e per combattere le infezioni, il magnesio,
coinvolto nell’assorbimento dell’ossigeno da parte del cervello
e nei processi che trasmettono gli impulsi nervosi, i carboidrati
complessi che forniscono all’organismo un apporto di energia costante e un effetto calmante vengono esaurite più velocemente,
quindi l’organismo necessita di un apporto supplementare di esse
colore verde, frutta fresca e secca e legumi, in quanto ricchi di
quelle sostanze sopracitate di cui è necessario un apporto aggiuntivo. È bene inoltre che i pasti siano leggeri e poco laboriosi
e che siano consumati in un clima il più rilassato e confortevole possibile. Le carni bianche sono particolarmente indicate per
combattere stati di stress.
In aggiunta sarebbe bene fare passeggiate all’aria aperta perchè Il
contatto con la natura è un calmante naturale formidabile, oppure
esercizi di yoga che se abbinati alle tecniche di respirazione e alla
meditazione consentono ad una persona stressata di recuperare,
pian piano, la serenità. Mentre non va trascurato l’effetto positivo
degli animali domestici, chi ha la fortuna di possederli può approfittare dei benefici di accarezzare cani e gatti, perchè contribuisce
a regolarizzare il battito cardiaco, ad abbassare la pressione e, grazie al rilascio di endorfine, a diminuire lo stress.
con la dieta.
In linea generale, per combattere lo stress, è consigliata una dieta
il più possibile sana e varia con una prevalenza di alimenti vegetali,
in particolare carboidrati integrali e biologici, verdura specie di
Contatti:
Isabella Oliveri
[email protected]
www.isabellaoliveri.it
3337602870
SITI per APPROFONDIRE:
www.facebook.com/semingegno/
FEBBRAIO 2016
AGRI-CULTURA
La raccolta e la selezione dei semi
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7
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4 min
di Adriana Calderoni
Per almeno dodicimila anni i contadini hanno prodotto da sé i
loro semi, hanno migliorato, selezionato e creato nuove varietà
di cereali e ortaggi, frutta e piante da fibra. E lo hanno fatto
rispettando la Madre Terra.
Nei tempi antichi non si parlava di proteggere le risorse genetiche
né di agricoltura sostenibile: gli uomini sapevano, istintivamente,
che una civiltà che perde i suoi semi e distrugge il suo suolo è una
civiltà morente.
Affinché si possano autoprodurre le sementi, di anno in anno, dei
nostri cereali ed ortaggi, è utile rispettare alcune regole pratiche
su come selezionare le piante portaseme.
Selezionare non significa solo tenere i semi dai frutti più belli, la
capsula più grossa o il baccello più gonfio, ma comporta anche
l’eliminazione dei ceppi indesiderati.
Bisogna scegliere, possibilmente, piante che sopravvivano ad un
prolungato periodo di siccità o che sono resistenti ad attacchi
di insetti, quando altre piante sono visibilmente soggette ad essi.
Bisogna scegliere sempre SOLO piante forti e libere da malattie.
Con le specie che danno un certo numero di raccolti successivi,
come i fagiolini, non è una buona idea continuare a raccogliere
tutta la produzione fino a che non rimangono che pochi baccelli
sulla pianta e successivamente salvare i semi dai pochi rimanenti.
È meglio lasciare le piante migliori e raccogliere l’intera produzione,
quando i baccelli sono secchi per la conservazione dei semi.
Per la selezione delle piante portaseme di melone la misura del
frutto non è il fattore più importante, ma la mancanza di malattie
fungine, il gusto e la produttività.
Per il pomodoro, oltre a selezionare le piante con i frutti migliori, la
precocità della produzione e la resistenza alle malatti, si dovrebbe
tenere anche conto della densità fogliare complessiva che aiuta ad
ombreggiare i frutti durante il periodo torrido.
Queste caratteristiche che stiamo selezionando avranno bisogno,
poi, di un certo numero di anni per essere stabili nella nostra
varietà.
Altro importante fattore da considerare per una corretta
autoproduzione, è il numero di piante che dovremo coltivare e
dalle quali dovremo raccogliere i semi, che sarà argomento del
prossimo articolo.
Per informazioni
https://www.facebook.com/semingegno/
[email protected]
[email protected] - tel.348 9225331
il mio orto
IL GRUPPO SEMIINGEGNO ORGANIZZA
DOMENICA 14 FEBBRAIO 2016 DALLE
ORE 14 IL CONSUETO POMERIGGIO DI
SCAMBIO SEMI NELLA SALA CONSILIARE
DEL COMUNE DI VISONE (AL).
Ancora una volta siamo felici di incontrare altri
appassionati per lo scambio di semi, di esperienze e
informazioni all’insegna della Biodiversità.
La potatura degli arbusti
tempo di lettura:
4 min
di Daniela Cirio, de Il Piccolo Vivaio
delle fioriture piacevoli.
Dal mese di febbraio, se non fa troppo freddo, si può iniziare
ad eseguire la potatura degli arbusti ornamentali che, a
seconda della specie, vanno potati in modi e momenti diversi.
Lo scopo della potatura nelle piante ornamentali è, prima
di tutto, incrementare la produzione di fiori e, in secondo
luogo, mantenere un forma equilibrata. Oltre a ciò, è utile
provvedere a rimuovere i rami vecchi e malati per conservare
le piante in buona salute.
Si comincia a sentire l’avvicinarsi della primavera e, in giardino,
bisogna pensare ai lavori da fare per avere, nella bella stagione,
Si possono distinguere gli arbusti in due categorie: quelli a
fogliame persistente (sempreverdi) e quelli decidui. I primi,
in generale, se sono stati impostati bene durante la crescita,
hanno bisogno di potature minime. Di solito basta rimuovere
i fiori appassiti e i rami secchi o malati.Gli arbusti decidui si
possono ulteriormente suddividere in due gruppi:il primo
è quello degli arbusti a fioritura invernale- primaverile, al
secondo appartengono quelli che fioriscono in estate-autunno.
Del primo gruppo fanno parte, ad esempio, la Forsizia, il Cotogno
Gli sciroppi biodinamici di Agri.Bio
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tempo di lettura:
5 min
di Ivo Bertaina, presidente di Agri.Bio PIemonte
Dato che le erbe per i preparati biodinamici (achillea, camomilla,
equiseto, ortica, quercia, tarassaco e valeriana) sono piante
risanatrici del terreno ho pensato di usarle anche come piante
risanatrici e rigeneratrici del nostro terreno personale (corpo
fisico) in una forma subito pronta per l’uso e di facile conservazione:
questa mia idea è stata resa realtà dalla collaborazione con il
Laboratorio Eupithos. Alle sette erbe dei preparati biodinamici ne
abbiamo aggiunte altre undici (aloe, calendula, curcuma, gemme di
pino, geranio odoroso, malva, rosa canina e mirtillo, rosmarino,
salvia e zenzero) che ritengo utili ed interessanti per uso umano e
solitamente non disponibili come sciroppi.
Gli sciroppi biodinamici Agri.Bio possono essere miscelati nella
dose di 1/7 con acqua fredda e bevuti come bibita o come tisana
con aggiunta di acqua calda mescolandola bene con un cucchiaino.
Ogni sciroppo da 500 ml costa 15,00 € tranne il geranio odoroso
che costa 17,00, ed abbiamo scelto di usare come dolcificante il
fruttosio bd. Eccovi di seguito, a titolo informativo, alcuni cenni
sulle specificità e le azioni riconosciute di ogni essenza usata. Per
conoscere le proprietà e le azioni di ogni essenza usata, consultate
l’indirizzo www.agribionotizie.it/sciroppi-biodinamici-agri-bio/
Le proprietà descritte provengono dalla diffusa bibliografia storica
e popolare e non intendono suggerire schemi di terapia che sono
di esclusiva pertinenza medica.
Chi è Agri.Bio.Piemonte?
Agri.Bio.Piemonte Associazione di produttori e consumatori
biologici e biodinamici, nasce ufficialmente nel maggio del 1991.
L’Associazione nasce riunendo le esperienze e le realtà di alcune
associazioni che già operavano sull’agricoltura biologica a livello
da fiore, la Spirea Van Houttei, la Weigela, ecc. Nel secondo gruppo
ci sono: l’Ibisco siriaco,la Buddleia davidii, la Spirea bumalda, la
Lagerstroemia indica, ecc.
Gli arbusti a fioritura invernale-primaverile vanno potati dopo
la fioritura per favorire lo sviluppo di nuovi getti. Vengono
dapprima eliminati i rami deboli o malati, diradati i rami vecchi e
in soprannumero, accorciati i restanti rami che hanno fiorito.
AGRI.BIO.PIEMONTE
Gli arbusti che fioriscono
in estate-autunno sviluppano le gemme
a fiore durante
la primavera dello stesso anno, dopo l’emissione
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delle foglie. Anche
in questo caso si eliminano i rami secchi, deboli
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e in soprannumero, mentre quelli rimasti vanno accorciati con un
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taglio più o meno severo,
a seconda della specie e dell’età della
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pianta.
La tecnica migliore daM6BKLG%NLH=JK?FL8LJHJIL;LM:LI
adottare per una potatura a regola d’arte
è quella
del taglio di ritorno, cioè un taglio eseguito vicino ad una
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gemma o in prossimità di un ramo. Inoltre il taglio deve essere
Seguici su
Agri.Bio Notizie e AgriBio Piemonte &
#Agri.Bio.Piemonte
obliquo rispetto alla gemma, con inclinazione opposta alla gemma
stessa; in caso di arbusto con gemme opposte, inclinare in una
delle altre due direzioni.
locale (La Strada del Sale di Alessandria, l’Associazione Produttori
Biologici Cuneesi ed altri) per dare loro un risvolto, un’operatività
e una rappresentanza a livello regionale e per dare vita a servizi di
sostegno e promozione all’intero settore.
Le attività dell’associazione consistono in questi punti fondamentali:
A) Assistenza Tecnica specializzata in agricoltura biologica e
biodinamica alle aziende associate con connesse sperimentazioni
su temi di maggior interesse in collaborazione con Enti locali e
territoriali e l’Università e raccolta dati su caratteristiche aziendali.
B) Formazione professionale
come Ente Formativo B262,
attraverso corsi, stages, convegni, visite guidate su tematiche legate
all’agricoltura, alla salute, all’alimentazione e altri argomenti connessi.
Ogni anno presso la sede da settembre a luglio si svolge un corso
residenziale di agricoltura biodinamica con esperti nazionale ed
internazionali “L’Agricoltura del Domani”.
C) Diffusione mensile di notizie dal mondo dell’agricoltura biologica
e biodinamica con la news letter agribionotizie
D) Vendita di prodotti biologici e biodinamici, assistenza alla
vendita dei prodotti dei soci produttori, fornitura di mezzi tecnici,
preparati biodinamici, sementi e piantini certificati con il sito www.
agribioshop.it
E) Stampa di libri sull’agricoltura biodinamica con Agri.BioEdizioni e
distribuzione libri del settore, vedi www.agribioshop.it
F) Assistenza per la certificazione biologica e biodinamica
G) Conferenze mensili di antroposofia (Incontri per l’Anima) il
primo martedì del mese presso la sede
H) Allestimento e vendita di tutti i preparati biodinamici
TURISMO SOSTENIBILE
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SITI per APPROFONDIRE:
www.gecotravels.com
www.torri-superiore.org
In vacanza con amici a quattro zampe: tutti i consigli per chi viaggia con cani e gatti
FEBBRAIO 2016
tempo di lettura:
5 min
di Eliana Lazzareschi Belloni,Travel & eco blogger
VIAGGIO IN TRENO:
Tutti gli animali domestici di piccola taglia possono viaggiare in
un trasportino senza costi aggiuntivi. Animali di media e grande
taglia dovranno viaggiare accanto al padrone, muniti di museruola
e guinzaglio, pagando un biglietto ridotto al 50%.
VIAGGIO IN AEREO:
Se il peso del nostro animale rimane sotto i 10 kg, può viaggiare
al fianco del proprio padrone, sempre dentro un trasportino,
altrimenti in stiva. Si consiglia di consultare il sito della compagnia
aerea per maggiori informazioni.
NAVE:
Vigono gli stessi accorgimenti degli altri mezzi di trasporto.
Le soluzioni di viaggio, le regole da seguire sui mezzi di trasporto e le
migliori app per organizzare una vacanza pet-friendly.
Chi ha un animale domestico lo sa, non sempre è facile organizzare
una vacanza o un viaggio. Non tutte le strutture turistiche ricettive
accettano animali e, quindi, spesso, si è costretti a trovare qualcuno
che si occupi di loro o a rinunciare a spostarsi.
Le soluzioni, però, esistono: ecco una lista di consigli per tutti
coloro che non desiderano separarsi dal loro fedele amico a
quattro zampe.
VIAGGIO IN AUTO
CANE:
Se il nostro cane è particolarmente agitato, utilizzare qualche
goccia di olio essenziale di lavanda potrà essere d’aiuto per farlo
calmare.
Lasciarlo a digiuno almeno per le 6 ore che precedono il viaggio;
Se il tragitto è particolarmente lungo, fare più soste per fargli
sgranchire le zampe e permettergli di fare pipì;
Dare da bere poco, ma frequentemente, soprattutto nei periodi
caldi.
GATTO:
Il gatto è territoriale, non ama, quindi, gli ambienti poco familiari.
Tenetelo chiuso nel trasportino nell’abitacolo della macchina
ferma, ripetendo l’operazione per abituarlo poco alla volta;
Posizionare il trasportino nel sedile anteriore, accanto a quello
del conducente. I gatti, infatti, soffrono il mal d’auto a causa del
loro stomaco delicato.
Fare delle prove su brevi tragitti e vedere come reagisce l’animale.
APP UTILI:
AMICI 365, grazie alla geolocalizzazione, elenca tutte le strutture
pet-friendly più vicine alla posizione attuale; oppure effettua la
ricerca per parole chiavi.
TROVA IL VET di FrontlineCombo. Questa app ci consente
di individuare una struttura veterinaria più vicina alla nostra
posizione corrente.
Web content writer e travel blogger presso
www.gecotravels.com
Utilizzo degli animali da lavoro agricolo: l’esperienza dell’ Ecovillaggio Torri Superiore
tempo di lettura:
5 min
di Spinello Marco
La storia del recupero del borgo di Torri Superiore, a Ventimiglia
(IM), è lunga e appassionante. Un gruppo di ragazzi a fine anni ‘90 ha
ristrutturato un “paese fantasma” fatto di ruderi, trasformandolo
in un villaggio abitato da alcune famiglie di diverse provenienze
sia geografiche che d’esperienze di progetti collettivi in Italia e
all’estero.
Creando prima un’associazione, poi una cooperativa, oggi
l’ ecovillaggio è anche Casa per ferie con una struttura
ricettiva aperta tutto l’anno che dispone di camere con
bagno, ampie sale da pranzo, una piccola biblioteca con
internet point, terrazze e sale per incontri e seminari.
Ma il cuore energetico che mette in relazione le storie di
abitanti,ospiti, volontari e passanti è il ristorante dove i pasti
vengono serviti ad orari fissi ad un buffet a self-service e
consumati, o meglio vissuti, sedendo insieme in tavolate
collettive.
Una parte delle verdure servite al ristorante vengono
coltivate nelle serre, negli orti gestiti dai residenti, condotti
in gran parte in trazione animale con l’ausilio di due asini
di taglia medio-grossa e con le attrezzature moderne
fabbricate dall’associazione francese Prommata.
È, infatti, a partire dal 2009 che, organizzando un corso
di formazione indirizzato prevalentemente agli addetti alla
produzione orticola di Torri, arriva la trazione animale negli orti
terrazzati bagnati dal torrente Bevera. I risultati positivi in termini
di resa, fertilità del suolo e qualità dei prodotti hanno stimolato
l’Associazione Culturale Torri Superiore a spiegare e diffondere la
pratica, attraverso momenti formativi che si tengono tutti gli anni
in primavera.
Durante i corsi si apprendono le tecniche di trasporto a basto
e di coltivazione del suolo in trazione animale, partendo
dall’allevamento degli animali da lavoro, i finimenti e le attrezzature;
passando attraverso lo studio della fertilità del suolo e l’approccio
agro-ecologico delle produzioni orticole.
Il corso sulla trazione animale, in realtà, rientra in un programma
formativo più ampio chiamato “In viaggio verso la transizione, corsi
teorico-pratici per prepararsi al cambiamento” che propone una
serie di corsi, di incontri, orientati alla creazione di un mondo con
minor uso del petrolio, a minore impatto ambientale per imparare
a consumare meno, in modo responsabile,sviluppando le economie
locali, aumentando il benessere e la gioia di vivere:.... passi concreti
verso la Decrescita Felice.
Contatti e informazioni:
Associazione Culturale Torri Superiore
www.torri-superiore.org
[email protected]
Tel.0184.215504
Vivere Sostenibile Basso Piemonte:
il cambiamento passa (anche) da qui
Cosa: VIVERE SOSTENIBILE è un progetto divulgativo nato dai temi della Transizione.
Il giornale (cartaceo + web) approfondisce temi legati alla decrescita e alla
sostenibilità (ecologia, agricoltura naturale, alimentazione consapevole, energie alternative,
animali, riuso e riciclo, famiglia ed educazione, innovazione sociale, benessere corpo & mente,
ecc), promuovendone i valori all’interno della comunità. Il progetto é nato due anni fa a Bologna
ed ha riscosso un vero e proprio boom di consensi, autorevolezza e diffusione.
Perchè: VIVERE SOSTENIBILE nasce dall’idea, dalla volontà e dalla passione di un gruppo
di persone che sono alla ricerca di un nuovo modello di vita più consapevole
e rispettoso dell’uomo e dell’ambiente che lo circonda. Come in altre zone
d’Italia, anche nelle provincie di Alessandria, Asti e Cuneo il cambiamento è in atto: la rivista
ha l’ambizione di coinvolgere sempre più la comunità, diventando una piattaforma d’incontro
attraverso la quale divulgare i temi legati alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Dove: il format viene esteso al Basso Piemonte (provincie di Alessandria, Asti e Cuneo). Il
magazine verrà distribuito in occasione di eventi e manifestazioni locali legate ai temi della
sostenibilità, di mercatini contadini, presso biblioteche comunali, negozi biologici,
centri olistici, associazioni culturali e di promozione sociale, GAS e agriturismi
che sostengono il progetto.
Chi: Il magazine è rivolto ad un lettore che vuole essere informato delle iniziative e delle attività
virtuose e sostenibili all’interno del proprio territorio - Vivere Sostenibile promuove le aziende
che commercializzano prodotti e servizi che aumentino l’efficienza energetica, producano cibo
sano, equo e solidale, riducano il consumo di risorse ambientali. Il giornale è realizzato
grazie alla collaborazione dei tanti volontari che, per lavoro o per hobby, condividono la missione
e i valori del progetto.
Quando: a seguito del primo numero di Giugno 2015, da Ottobre dello stesso anno la rivista
ha una cadenza regolare mensile, per un totale di 11 uscite annuali. Inoltre, agli iscritti
alla newsletter viene inviato, ogni mese, il pdf scaricabile di ogni nuova edizione.
Come: I lettori potranno ritirare la propria copia omaggio nei diversi punti di distribuzione per
essere aggiornati circa le attività ecocompatibili sul territorio (per la lista aggiornata, vai alla
pagina bassopiemonte.wordpress.com/dove-siamo/); è presente una bacheca
annunci ed un calendario mensile degli appuntamenti sostenibili.
Il giornale basa la propria sostenibilità economica sulle inserzioni pubblicitarie e gli abbonamenti.
Dietro al magazine c’è un’etica commerciale che mira a selezionare accuratamente i
potenziali inserzionisti e a non sorpassare il 20% degli articoli in pubblicità.
Il progetto Vivere Sostenibile Basso Piemonte è promosso da Impressioni Grafiche (cooperativa
sociale di tipo B ONLUS e casa editrice), promotrice e protagonista dal 1996 di numerosi
progetti di solidarietà, ambiente e cultura nel territorio piemontese.
SITI per APPROFONDIRE:
www.crescere-insieme.it
FEBBRAIO 2016
innovazione sociale
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è nata l’U.P.E., Università Popolare Evoluzione Umana
tempo di lettura:
6 min
La disciplina chiave del nuovo percorso formativo è la C.U.I. la comunicazione umana interattiva
di Chiara Bolognini
Nel panorama formativo italiano c’è una novità: è la UPE,
Università popolare evoluzione umana, presentata ufficialmente ad
Asti, presso Università UNI-ASTISS, lo scorso novembre.
Si tratta di un Istituto approvato dall’ASI, Associazioni Sportive
e Sociali Italiane e riconosciuto dalla CNUPI, Confederazione
Nazionale Università Popolari Italiane. L’ASI e la CNUPI sono enti
legittimati e convalidati dalla Presidenza del consiglio dei Ministri
e afferiscono al Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, delle Pari
Opportunità, dello Sviluppo economico e al CONI, Comitato
Olimpico Nazionale Italiano.
L’obiettivo dell’UPE è promuovere corsi di formazione, seminari,
convegni e conferenze su discipline «differenti».
Prima fra tutte la C.U.I. la comunicazione umana interattiva,
disciplina che insegna all’uomo un diverso e profondo modo di porsi
a sé stesso e agli altri e, soprattutto, una comunicazione ottimale,
permettendogli di scoprire ciò che ancora non conosce della sua
natura.
La C.U.I. sviluppa il potenziale umano, composto da talenti, capacità,
attitudini e doni e consente esperienze che stimolano l’espansione
e l’evoluzione umana. L’insegnamento è il prodotto dei lavori di
ricerca portati avanti da celebri studiosi, tra cui Paul Watzlawick,
Avram Noam Chomsky, Kurt Koffka, Richard Wayne Bandler, Josef
Wenzel Mach, John Grinder, Eric Kandel.
Il dott. William Giangiordano, Rettore dell’UPE, ha definito per
primo la C.U.I. come marco teorico e la sviluppa e concretizza
attraverso sessioni di lavoro come fonte di sperimentazione. Qui di
seguito una breve intervista:
Dottor Giangiordano, cosa ha animato la sue scelte nel portare
questa disciplina ai singoli e a non limitarla al contesto aziendale
in cui è nata?
è stata la volontà di definire e applicare, su ampia scala, una
modalità per il conseguimento del proprio e altrui benessere.
Mi sembrava evidentemente riduttivo che questo fosse
appannaggio di pochi e di strutture dal così difficile impatto
umano. Il mio interesse è il bene dell’uomo, ovunque egli
operi.
Attualmente nel mondo quanti sono i formatori di questa
disciplina?... E in Italia?
Attualmente si stanno definendo i vari ambiti di intervento e
declinazioni dei vari ruoli di questa disciplina. Posso dire che
di operatori del benessere se ne contano a milioni nel mondo.
In Italia la disciplina è stata appena accreditata con apposite schede
tecniche dall’Ente Formativo ASI settore olistico e benessere ed è
in attesa dell’avvio delle pratiche per un riconoscimento formale
ministeriale. Il primo accreditamento formale è previsto per giugno
2016. Da quella data si prevede il riconoscimento di una cinquantina
di operatori.
Qual è il percorso di formazione previsto in Europa e in Italia?
Il percorso formativo è costituito da quattro livelli: operatore
junior; operatore; istruttore; docente. Gli anni previsti dal percorso
completo sono sette e contemplano materie di studio nell’ambito
della fisica, fisiologia, filosofia, comunicazione propriamente detta,
contemplando tecniche meditative e applicazioni energetiche.
Quali sono le tecniche formali della CUI?
Il colloquio, il focus e l’intervento. Per darle un cenno più chiaro
dell’intervento si tratta di registrazioni su vari piani: fisico, energetico
e mentale. Il colloquio si svolge in un ambiente consono al dialogo
e all’interazione, sia del singolo che del gruppo. Le sedute gruppali
favoriscono velocità diverse e maggiori rispetto all’interazione
singola. Esse enfatizzano esperienze emotive, portando l’individuo
a raffrontarsi con vissuti altrui e agiti nella realtà tangibile ed
esperibile. È dunque possibile cambiare la struttura del proprio
vissuto. Il raggiungimento dello stesso risultato, nella seduta singola,
richiede un dispendio di tempo ed energia certamente maggiore.
Informazioni e iscrizioni:
[email protected], 340/73.72.295.
È ri-nata, bilingue, la Scuola dell’Infanzia “Sacro Cuore”
tempo di lettura:
4 min
di Fulvio Giacobone - Educatore CrescereInsieme
“Dotty è il pupazzo didattico che aiuta i bimbi a sperimentare l’inglese”
Valorizzare la tradizione, guardando al futuro. Questa l’idea di
fondo che ha consentito di ridare vita ad Acqui Terme alla Scuola
dell’Infanzia Sacro Cuore,che da un paio d’anni aveva sospeso l’attività. Il progetto, promosso dalla cooperativa sociale CrescereInsieme,
è frutto della collaborazione con l’Ordine religioso delle Suore
Oblate di San Luigi Gonzaga che ha consentito di recuperare
un patrimonio culturale degli Acquesi, ma anche di portare su
questo territorio un’apprezzabile innovazione: la scuola è
caratterizzata dal bilinguismo, potendo vantare la
presenza di due insegnanti, una italiana ed una di
madrelingua inglese, che si alternano nell’effettuare
una specifica didattica, laboratori, momenti di gioco,
animazione e routine, consentendo di apprendere la lingua in
modo semplice e spontaneo.
La fascia di età 2-5 anni, cui si rivolge la scuola, è la
più proficua per l’apprendimento e la strutturazione
del bilinguismo nel bambino, mentre successivamente si
parla soprattutto di acquisizione di una seconda lingua. A questo
fattore importante si aggiunge il valore espresso dalla scuola
Sacro Cuore rappresentato da un contesto sereno e familiare che
ospita una ventina di bambini, consentendo a ciascuno di usufruire
di spazi e tempi adeguati, oltre all’attenzione delle insegnanti
che, nonostante la scuola sia neonata, vantano anni d’esperienza
pregressa. CrescereInsieme è, infatti, una realtà attiva sul territorio
da 25 anni, nei quali ha promosso molte esperienze educative
nell’area dell’infanzia e dei minori: asili nidi, servizi extrascolastici,
doposcuola, laboratori espressivi, centri estivi, comunità alloggio,
supporto genitoriale, ecc.
Col Sacro Cuore si è dato vita ad una Scuola di Infanzia privata, parificata alle scuole pubbliche, alla portata di quelle famiglie che scelgono di investire in un
progetto di qualità, pensando ad un futuro nel quale
la conoscenza dell’Inglese sarà una competenza ormai irrinunciabile.
La scuola è giunta a circa la metà del primo anno scolastico,
raccogliendo apprezzamenti dalle famiglie coinvolte, sia per le
attività proposte, sia per l’orario ampio e flessibile. Interesse vi
è stato anche tra la popolazione della zona che ha partecipato
con entusiasmo all’Open Day e alle attività di approccio alla scuola
e all’Inglese -organizzate in collaborazione con il Centro Infanzia
Girotondo- per raccogliere le iscrizioni per l’anno scolastico
2016/17. Insomma, la scuola merita una visita!
Contatti:[email protected] - 344.387.10.56
sacrocuoreacqui.
Contattaci Ora
Scrivendo a
[email protected]
o telefona al numero: 3357318873
per sapere come essere presente negli inserti
di Vivere Sostenibile
NEL NUMERO DI MARZO 2016
BAMBINO NATURALE
Pannolini lavabili, eco detergenti, fasceporta bebè,
giochi educativi, benessere e corsi dedicati.
NEL NUMERO DI APRILE 2016
ORTI E GIARDINI
Consigli per la cura dell’orto e delle piante in
modo naturale e rispettoso dell’ambiente,
per avere ottimi raccolti e grandi soddisfazioni.
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scelte SOSTENIBILi
è tempo di scambiarci i semi!
tempo di lettura:
SITI per APPROFONDIRE:
FEBBRAIO 2016
4 min
di Luisa Saffioti
Viviamo in un periodo storico complesso, è in crisi l’economia ma
non solo, sembra che in ogni direzione in cui si sposta il nostro
sguardo ci siano problemi, molti si scoraggiano e tendono ad
assopirsi, a rimanere immobili come in attesa di un cambiamento
dall’esterno che ci possa salvare. Invece questi tempi difficili ci
mostrano quanto sia necessario un cambiamento che provenga da
noi, ogni singolo individuo si deve mettere in moto per dare una
svolta positiva alla sua vita e di conseguenza alla sua comunità. Da
cosa possiamo cominciare? Dobbiamo essere consapevoli di ciò
che mangiamo ed essere liberi di scegliere come nutrirci, come
provvedere ai nostri bisogni fondamentali, abbiamo solo l’illusione
di farlo ma in effetti ci affidiamo ad altri. Perchè non cominciare
a poco a poco a ribaltare questa regola? Questo richiede un pò
di fatica e di impegno ma un passo alla volta si può fare e dà
moltissima soddisfazione. Negli ultimi tempi siamo in tanti ad aver
cominciato questo cammino: molti come me, vivevano in città
senza nemmeno un vaso sul poggiolo, e adesso siamo capaci di
coltivare un orto, fare conserve, autoprodurci diversi beni di prima
necessità. La coltivazione di piantine da orto, di aromatiche,....
rappresentano dei passi importanti per cominciare.
Quando si ha un seme, lo si mette nella terra e si aspetta. Quando
finalmente germoglia, diventa piantina. quando da i suoi primi
frutti, la gioia di aver atteso e poi assaggiare il nostro pomodoro,
la nostra fragola, la nostra zucca, risveglia qualcosa che era
addormentato nel profondo del nostro animo, una conoscenza
lontana, la tradizione del valore del nostro cibo. Viviamo la
nostra terra e ne siamo i custodi, abbiamo dimenticato come si
fa ma sentiamo la forte necessità di tornare uniti alla natura, di
reimparare a custodirla a proteggerla e desideriamo i suoi doni
per crescere e diventare persone migliori. Tutto comincia da un
seme, per questo sempre più persone si impegnano a raccogliere
e conservare i propri semi. Coloro che cominciano questo
percorso si incontrano almeno una volta all’anno per scambiarsi
esperienze e soprattutto semenze, recuperando una cultura
contadina di vitale importanza che stava scomparendo.
In questo mese si svolgerà l’ormai consueto scambio semi del
nostro territorio, un momento di confronto di consigli e di svago,
il primo passo verso la nuova stagione di semina.
https://www.facebook.com/semingegno/
Le mie 12 eco fatiche - #5 Ridurre l’usa e getta
tempo di lettura:
4 min
di Tatiana Maselli, Blogger di Idee tascabili
Una delle mie ecofatiche ha riguardato l’eliminazione quasi totale dell’usa e getta, in casa e fuori. Ve ne
parlo questo mese, perché in tema di animali domestici rinunciare del tutto all’usa e getta è abbastanza
complicato: chi ha un amico a quattro zampe sa bene
quanto uso si faccia di carta assorbente, di traversine
e quanti rifiuti si producano tra sacchetti e lettiera.
Per altri aspetti, questa ecofatica si è rivelata ben
poco faticosa. Infatti, finché si tratta di sostituire i fazzoletti e i tovaglioli di carta con quelli di
stoffa o di rinunciare all’utilizzo di pellicola e carta
argentata a favore dei contenitori per conservare
il cibo, ridurre l’usa e getta è un gioco da ragazzi. Anche fuori casa non è un’impresa così ardua,
basta attrezzarsi a seconda delle proprie esigenze: per esempio portando con sé una borraccia,
anziché ricorrere alle bottiglie di plastica, oppure
tenendo una tazza in ufficio per la macchinetta.
Tornando, invece, ai nostri amici a quattro zampe,
purtroppo non è possibile eliminare completamente
l’usa e getta, anche se sicuramente ci si può impegnare per ridurlo e scegliere prodotti biodegradabili e ecologici.
educare il micio all’utilizzo del wc, ma esistono
anche soluzioni ecologiche molto meno estreme,
come il pellet, la segatura o le lettiere ecologiche
ricavate dalla carta riciclata. Lo stesso discorso
vale per i sacchetti che si utilizzano per raccogliere i bisogni del cane: mantenere puliti parchi
e marciapiedi è segno di educazione e civiltà e
dovremmo farlo tutti, ma anziché utilizzare i comuni sacchetti di plastica, si possono acquistare
quelli in mater-bi, che si smaltiscono nell’umido.
Se avete da poco adottato un cucciolo e lo state educando a sporcare fuori casa, potete utilizzare le pagine dei troppi volantini che ognuno
di noi riceve nella cassetta postale e che, oltre
a sostituire egregiamente le traversine, sono
una buona alternativa alla carta assorbente.
Si tratta di piccoli gesti, di scelte semplici che non
costano nulla e che possono fare un’enorme differenza.
La sabbietta del gatto, ad esempio, va pulita spesso e non è
chiaramente riutilizzabile; i più coraggiosi possono tentare di
www.ideetascabili.it
[email protected]
Nuovi orari e nuovi collaboratori nella famiglia di Yoga Nomade
tempo di lettura:
3 min
a cura della Redazione
l’anno appena cominciato: Elena ha coinvolto
due nuovi collaboratori, che renderanno la
proposta yogica di Yoga Nomade ancora più
variegata e stimolante. In particolare, i principianti potranno usufruire dei nuovi corsi
del mercoledì e venerdì, “(ri)cominciando
da zero” insieme ad Emanuela Genesio e a
Francesco Molan.
Yoga Nomade si propone come Centro
Yoga in cui l’eterogeneità diventa ricchezza,
laddove la didattica proposta rimane all’insegna del rispetto del corpo e del coordinamento tra movimento e respiro. Asana,
Pranayama, Mudra, Mantra e Meditazione
sono strumenti per conseguire il benessere
psico-fisico, energetico e spirituale, senza
costituire, però, lo scopo finale per cui si
pratica. Essi rappresentano un aiuto straordinario per vivere con Gioia ogni momento
della nostra Vita.
Ad Alba il 2016 nasce sotto il segno dello Yoga! E come potrebbe essere altrimenti? Vi ricordate l’articolo apparso sul numero
di Dicembre, “Yoga Nomade ha trovato casa!” ? Ebbene, poco
tempo è passato d’allora, ma nuove collaborazioni si sono appena costituite!
Grazie all’entusiasmo ed intraprendenza di Elena Grosso, l’insegnante e titolare del Centro di Via Gazzano (a pochi passi
dall’Hammam di via Bertero), si sono aperti nuovi scenari per
A fianco i nuovi orari di Yoga Nomade, a
partire da Febbraio 2016.
Per maggiori info:
pagina FB *YogaNomade*,
via bertero angolo via gazzano - Alba (CN)
FEBBRAIO 2016
Quattro zampe
e un becco
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Ho incontrato il Lupo! … e Cappuccetto Rosso?!
tempo di lettura:
4 min
di Milena Ribero e il suo Tato
Per Natale, ho cercato in libreria letture utili per Tato, da assaporare insieme, la sera prima della nanna, ed è così che mi sono
trovata faccia a faccia con il Lupo di Cappuccetto Rosso!
Lì per lì ho accantonato il testo, (ho sempre tifato per il lupo, ma
non ditelo a nessuno!), poi, però, ho ripreso in mano il libro
“incriminato”, ed ho riflettuto.
Il Lupo è uno splendido ed elegante animale, che la maggior
parte delle persone conosce poco e/o male così da esserne
spaventata o diffidente, come accade tutte le volte che si
affronta l’ignoto. È con questo spirito che parlo a Tato del Lupo; infatti abbiamo iniziato questo lavoro a tema l’estate scorsa, proseguendo in autunno, partecipando a laboratori e a momenti
informativi proprio su questo meraviglioso animale. Abbiamo anche incontrato sinceri appassionati al Canis Lupus Lupus, e ne siamo così entusiasti da voler condividere con voi
quanto abbiamo conosciuto, anche se è un tema vasto ed
appassionante, non facile da ridurre in poche righe.
Intanto è bene far presente che il Canis Lupus Lupus e il
Canis Lupus Familiaris appartengono alla stessa specie: il
nostro cane tanto adorato è il Lupo addomesticato, e se
ci pensate, l’atteggiamento dell’uomo varia notevolmente a
seconda se viene a contatto con l’uno o con l’altro. Ovviamente
non potremmo pensare di poter accarezzare il Lupo, ma vi assicuro vale la pena conoscerlo.
Parlare del Lupo può risvegliare quella sensazione atavica di paura
nei confronti di questo predatore, nonostante ormai sia palese
che non attacchi l’uomo e che, all’apice della catena alimentare,
agisca in natura, facendo sì che tutte le specie ungulati, ma non
solo, siano in equilibrio con l’ambiente, selezionando le specie
eliminando i capi malati, deboli, evitando propagazione di
malattie.
Il Lupo (in branco 2/5 capi), che per vivere necessita di uno
spazio tra 150 /200 Kmq regolamenta la presenza di specie,
che, se concentrate, impatterebbero sulla vegetazione topica, disperdendole sul territorio.
Non è facile analizzare il punto di vista di tutti gli Attori che
“ruotano” attorno al Lupo: i Pastori, gli Appassionati, il Lupo
stesso, ma sarei felice di farlo strada facendo.
Uno, però, è il punto di vista che più mi preme anticipare:
quello dei Bambini, e sono felice di essermi resa conto che
editoria e cinematografia, oggi, (es. Petit Cristina “Chissà
se incontrerò il lupo oggi?” e “Lupo Alberto” episodio 27)
narrano del Lupo in altri termini rispetto al passato, raccontandoci di una Cappuccetto Rosso fortemente decisa a
mettersi in ascolto del Lupo.
Inoltre, sapete che il Lupo si innamora?
Continua...
Canapa Alimentare e medica in Veterinaria.
tempo di lettura:
4 min
di Fabrizio Manca, Medico Veterinario.
La pianta può essere usata totalmente per l’alimentazione degli
animali.
La parte verde e le radici, commestibili, sono tuttavia ancora
poco sperimentate in ambito zootecnico.
In medicina veterinaria come in quella umana, con canapa alimentare si intende principalmente il seme e i suoi derivati: la farina
e l’olio.
Il seme è ricco di omega 3,6 e di proteine.
Dopo la spremitura, gli omega si concentrano nell’olio che ne
contiene circa l’80%, per questo motivo è considerato uno dei
migliori integratori di acidi grassi essenziali, mentre le proteine si
concentrano nella farina (circa il 30%). La farina di canapa contiene tutti gli amminoacidi essenziali, ha un tenore proteico simile
alla carne e alla soia, con un migliore bilanciamento dei nutrienti
rispetto alla soia e una migliore digeribilità e assimilazione rispetto alla carne.
L’utilizzo del seme, olio e farine in zootecnia sembra dare ottimi
risultati,migliorando la salute generale degli animali e, quindi,la
produzione; oltre alla quantità, l’apporto di nutrienti essenziali
migliora la qualità dei prodotti, come sembrano dimostrare i
primi studi sul latte e le uova.
Le Ancore Emozionali
tempo di lettura:
di Roberta Cestaro educatore cinofilo e operatore olistico
Che cos’è un’ancora emozionale? Per definizione, un’ancora
è un oggetto che blocca da qualche parte. Le ancore emotive rappresentano il fenomeno per il quale un preciso segnale
esterno (un profumo, un gesto) ci “blocca” emozionalmente
in uno stato ben preciso. Hai mai notato come all’improvviso
sentendo un profumo, quello specifico profumo, vieni riportato istantaneamente in uno stato d’animo ben definito? Questi profumi possiamo definirli come interruttori emozionali.
Le ancore emozionali ci permettono di accedere con facilità
ad uno stato emotivo noto per poter affrontare o risolvere
determinate situazioni. Il nostro sistema stimolo-risposta, la
nostra neuro-associazione viene provocata quando un particolare evento risveglia uno o più dei nostri sensi, facendoci
accedere ad una sensazione ad essi precedentemente associata. Gli ancoraggi ci possono aiutare a ritrovare oppure a
creare stati emotivi particolari. Per i nostri cani vale la stessa
cosa… I cani hanno un olfatto incredibilmente sviluppato e
lo utilizzano in ogni situazione, per questo le ancore emotive “olfattive” sono le più utilizzate con loro. Ciascuna delle
narici dei cani percepisce l’odore di una distinta regione spaziale (cosa che permette al cane di localizzare la direzione di
provenienza di un odore). Una volta all’interno del tartufo
l’aria entra in contatto con 300 milioni di recettori olfattivi,
L’uso in zootecnica del seme è limitato dal prezzo, troppo alto in
un settore cronicamente in crisi.
La canapa medica in veterinaria non è ancora disponibile in Italia,
mentre negli Stati Uniti, dopo l’affermarsi del suo uso in ambito
umano per i suoi effetti analgesici, appetizzanti e antitumorali,
inizia a essere utilizzata anche nella pratica veterinaria.
Le esperienze in ambito umano sconsigliano i preparati a base di
cannabinoidi di sintesi per la scarsa efficacia a favore dell’uso del
fitocomplesso. I grandi benefici della canapa, infatti, sono dovuti
alla sinergia che si crea tra i diversi cannabinoidi, più le resine
sono complesse, più l’effetto terapeutico è profondo. I cannabinoidi conosciuti sono quasi un centinaio, tra i più studiati c’è il
Delta9- tetraidrocannbinolo (THC), la molecola con i maggiori
effetti psicoattivi e il cannabidiolo (CBD), quella più interessante
in ambito medico per i suoi effetti antinfiammatori e stimolanti
del sistema immunitario, inoltre sembra potenziare l’effetto degli altri cannabinoidi.
La varietà piemontese Carmagnola, rinomata in passato in tutto
il mondo per la qualità della sua fibra, oggi è ricercata anche per
le proprietà delle resine, tra le più ricche di CBD.
mentre l’uomo ne possiede solo 6 milioni. Ma se anche così
non fosse, mentre la corteccia olfattiva canina, che processa
le informazioni sugli odori, occupa il 12,5 % della massa totale
del cervello, quella umana ne ricopre solo l’1%.
Possiamo costruire nei nostri cani delle ancore emotive, collegando un odore a un evento positivo per poterle poi utilizzare, in seguito, in momenti critici per migliorare il suo stato
emotivo. Le sensazioni olfattive risvegliano facilmente sensazioni di piacere e di dispiacere: questa attività coinvolge profondamente l’atteggiamento dell’individuo. Le sensazioni olfattive sono le sole a non essere vagliate e filtrate dal sistema
nervoso centrale prima di pervenire alla corteccia cerebrale.
Questo spiega come mai un profumo o un odore possa evocare istantaneamente ricordi vividi di esperienze anche lontane.
Per costruire queste ancore possiamo utilizzare alcuni oli essenziali che, unendo le proprietà intrinseche dell’olio con una
situazione ambientale positiva, possono aiutare noi e i nostri
cani in situazioni d’ansia o di difficoltà.
Per info e consulenze:
Roberta [email protected]
Tel. 3662016559
http://wolfessence.weebly.com/
4 min
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12
Quattro zampe
e un becco
FEBBRAIO 2016
Il birdwatching
tempo di lettura:
10 min
di Andrea Tarozzi
Il birdwatching è, letteralmente, un’attività che consiste nel guardare gli uccelli. Non esiste una parola italiana per indicare questa
attività, un po’ ludica ed un po’ scientifica. D’altra parte, i popoli
che più praticano il birdwatching sono gli anglosassoni, inclusi i
nordamericani, oltre a tanti abitanti del nord Europa. Anche fra i
popoli mediterranei il birdwatching, assieme alla fotografia naturalistica, sono comunque fortunatamente in aumento, a discapito
magari della caccia.
Vediamo quali sono le basi per il birdwatching. Occorre di certo
una preesistente passione per la natura e gli animali selvatici... non
parliamo certo di andare ad osservare galline o disgraziati pennuti
nelle gabbie! Si tratta poi di osservare, quindi i nostri occhi, per
quanto buoni, non ci basteranno. Tassativo pertanto un binocolo
almeno discreto, sia come qualità che come caratteristiche di base,
diciamo un 8X42 o 10X42, niente a che vedere quindi con i binocoletti tipo teatro. L’eventuale passo successivo, mano al portafogli,
sarà poi un cannocchiale con treppiedi, per osservare gli uccelli
più lontani, dal momento che l’ingrandimento arriva mediamente
fino a 60X.
Una volta attrezzati ci si apriranno nuovi mondi, e non sarà necessario recarsi in chissà quali parchi esotici per divertirsi.Ad esempio,
non molti immaginano che, in pieno inverno, nella periferia di Bologna si possono vedere in mezz’ora una ventina di specie diverse
o più. Abbiamo poi a disposizione le campagne, le colline e gli Appennini, cui dobbiamo aggiungere le zone umide e le paludi, ricchissime di specie, così come la costa adriatica. Un esempio: mica
tutti i gabbiani sono uguali, con un po’ di esperienza se ne possono
vedere e distinguere 7-8 specie diverse. È proprio la grande varietà
di specie presenti, che fra l’altro variano parecchio a seconda delle
stagioni (mai sentito parlare di migrazione?) che fanno sì che il birdwatching non sia mai un’attività noiosa, se praticata correttamente. Le specie di uccelli che si possono vedere in una determinata
località infatti, in buona parte, cambiano con il passare dei mesi.
Nella stagione fredda abbiamo le specie cosiddette stanziali e anche le svernanti, che fra alcune settimane si andranno a riprodurre
quasi tutte in Nord Europa. In primavera inizieranno poi i massicci
spostamenti verso il nord, quando i nostri cieli saranno attraversati
da ondate migratorie di volatili, che dal bacino mediterraneo o
dall’Africa si sposteranno più o meno rapidamente: alcuni si fermeranno in Italia, mentre molte specie proseguiranno per il Nord
Europa o magari anche oltre.
Se pensiamo al variare delle stagioni, si possono ricordare innumerevoli esempi di biodiversità, come alcuni dei rapaci diurni che
popolano il territorio bolognese: tutto l’anno poiana e gheppio (in
inverno sono davvero tanti esemplari di queste due specie), oltre
a falco di palude, sparviere, falco pellegrino e magari anche l’aquila
reale in Appennino. Solo in autunno - inverno si può vedere invece
l’albanella reale, mentre la bella stagione vede la presenza di lodolaio, albanella minore, falco pecchiaiolo. Oppure possiamo ricordare gli aironi, che essendo relativamente grandi e visibili attirano
molto l’attenzione dell’osservatore; ebbene nel periodo invernale
nel nostro territorio ne possiamo contare ben sei diverse specie,
che diventano dieci in primavera - estate, col
ritorno delle specie che preferiscono svernare in Africa.
Un altro aspetto che aggiunge varietà all’osservazione degli uccelli è che molti cambiano
piumaggio a seconda della stagione, per non
dire dei piumaggi giovanili o della differenza
che ci può essere fra i sessi... chi non conosce
la differenza fra un fagiano ed una “fagiana”?
Ebbene sì, il birdwatching comporta anche
una buona dose di studio ed ovviamente tanta pratica, magari con qualche esperto che
ci affianchi. Dei manuali consigliati parleremo
poi di seguito.
L’etologia, cioè il comportamento degli uccelli, è un ulteriore aspetto molto intrigante, che sarà ovviamente una delle componenti
principali mentre si pratica il birdwatching. Molte soddisfazioni vengono date proprio dall’aver osservato particolari momenti della
vita dei volatili, quali ad esempio la predazione, il corteggiamento, i
modi per segnalare la propria presenza e le sfide per contendersi
il territorio.
A proposito, molto importante e appagante è anche un aspetto
solo apparentemente collaterale al birdwatching, ovvero il prestare
la massima attenzione ai versi, richiami e canti dei volatili che tanto ci interessano. Quindi, non solo occhi e binocolo, ma occorre
davvero cercare di allenare l’orecchio, ed in tal modo si aprirà un
vasto mondo di soddisfazioni naturalistiche, che fino a ieri magari
ignoravamo. A orecchio riusciremo quindi a riconoscere diverse
specie, magari mentre facciamo lavori in giardino o siamo impegnati in tutt’altro. E soprattutto, il prestare attenzione ai suoni ci farà
spesso girare il binocolo dalla parte giusta.
Si può dire che fino ad alcuni anni fa il birdwatching e la fotografia naturalistica fossero due faccende sostanzialmente separate. Con le fotocamere digitali sempre più leggere e tecnologicamente avanzate, è però da
tempo possibile anche al birdwatcher aggiungere alla propria dotazione
una fotocamera che consenta di documentare con buoni scatti le proprie
osservazioni. Da ricordare anche il “digiscoping”, cioè l’aggiunta di una
fotocamera compatta (e poco costosa) al cannocchiale ottico, altra possibilità quindi di fare foto digitali a soggetti molto lontani, senza ricorrere
a fotocamere pesanti e costose, che rimangono quindi appannaggio di
chi mette la qualità fotografica al primo posto, altra cosa rispetto al
birdwatcher classico.
Abbiamo prima accennato al territorio bolognese, va da sé che possiamo
fare birdwatching praticamente ovunque, a partire dalla stessa città, magari durante passeggiate in un parco urbano, ma anche in centro storico.
In piena Bologna ad esempio nidificano il falco pellegrino, così come due
specie di rondoni, diversi picchi e tante specie di passeriformi. Anche meglio poi se coltiviamo questa passione in contesti più o meno naturalistici,
fra cui possiamo elencare ambienti che vanno dalle nostre bellissime
montagne, alle coste marine, ai fiumi, per non dire di posti poco bucolici
quali una maleodorante discarica, dove svolazzano Gabbani e magari
anche Cicogne bianche!
La seconda vita di Ozzy
Ma approfondiamo: vediamo dove è più conveniente recarsi a fare birdwatching, in particolare per chi è alle prime armi, che giustamente si
incoraggerà potendo effettivamente vedere una certa varietà di volatili
a distanze magari non eccessive. I posti più indicati sono le cosiddette
“oasi” o aree protette che dir si voglia, con particolare riferimento a
quelle in pianura ed appositamente attrezzate. Parliamo in particolare
di paludi ed aree umide con canneti e vegetazione varia, in cui auspicabilmente enti o associazioni abbiano allestito punti di osservazione e
percorsi che consentano agli interessati di avvicinarsi agli uccelli senza
che questi siano spaventati dalla presenza umana. In Italia purtroppo gli
uccelli hanno un basso livello di “confidenza”, ovvero volano via quando
ci vedono, magari anche a decine di metri: probabilmente essere stati
da sempre presi a fucilate ha influenzato la loro memoria di animali selvatici. Tornando alle aree indicate per il birdwatching, ed avendo
come riferimento il nostro territorio, purtroppo non abbiamo una scelta
particolarmente vasta. In pianura, molte aree ricche di avifauna sono
private e addirittura deputate alla caccia, che per fortuna è comunque
limitata ad alcuni mesi in autunno – inverno, e solo per alcune specie.
Le opzioni migliori rimangono quindi l’ex risaia di Bentivoglio oasi “La
Rizza” (http://www.bentivoglioedintorni.com/), le aree protette del “SIC
ZPS” Manzolino e Tivoli (adiacenti ma curiosamente divise fra due province, essendo in parte sotto Castelfranco Emilia ed in parte sotto San
Giovanni in Persiceto). Per queste località ed altre ancora utili riferimenti si trovano in Internet: http://www.naturadipianura.it/luoghi; io stesso
tempo fa ho creato un’apposita mappa che copre tutta la Regione e
riporta decine di siti idonei al birdwatching: http://tinyurl.com/kddakqw.
Quest’ultima mappa mostra parecchie località situate nella porzione
orientale della nostra Regione, infatti esiste un Parco del Delta del Po
(http://www.parcodeltapo.it/) che racchiude parecchie aree interessanti,
sebbene distribuite a macchia di leopardo. Inoltre questo parco, già di
per sé dispersivo, non presenta ad oggi un numero adeguato di aree
attrezzate efficacemente per il birdwatching, in relazione al territorio
molto vasto ed interessante che ricopre. In ogni caso, le tante zone
umide come le Valli di Comacchio, le piallasse, le pinete ravennati e le
poche fasce costiere libere dagli stabilimenti balneari offrono grandi soddisfazioni agli amanti dei volatili. Per fortuna poi chi promuove il turismo
da anni si sta accorgendo della potenzialità del settore naturalistico,
fatto sta che diversi eventi sono programmati ogni primavera / estate e
non solo, con tanto di fiera del birdwatching ogni due anni a Comacchio
(http://www.primaveraslow.it/).
tempo di lettura:
4 min
di Claudia Barrel
Nell’articolo precedente vi avevo parlato del cagnolone adottato
dopo aver visto la sua foto su Facebook, che lo ritraeva triste,
sporco e magrissimo.Viveva per strada, nella provincia sud di Bue-
nos Aires. Una ragazza gli dava da mangiare, mentre gli cercava adozione.
È stato un colpo di fulmine. Me ne sono innamorata e, nonostante tutti i problemi logistici ed economici che mi avrebbe creato, ho deciso di adottarlo.
Ho mandato una mail a Fabiola. Il mio problema
principale era che, per qualche settimana, non
avrei potuto tenerlo in casa. Avevamo però paura che, lasciandolo per strada, avrebbe fatto una
brutta fine.
Chiamo Gustavo, l’educatore che ha anche una
pensione e gli chiedo se può tenere Ozzy e magari farmi anche un buon prezzo. Dopo varie mail e
telefonate, finalmente arriva il grande giorno.
Fabiola e suo marito, dopo aver tosato Ozzy, me
lo portano a casa. È tranquillo e remissivo. Un po’
spaesato, incredulo. Io chiamo subito un remise e
lo porto a Loma Verde, a casa di Gustavo. Mi piange il cuore abbandonarlo, ma almeno lì è al sicuro.
Dopo qualche settimana, finalmente, prendo possesso della casetta che avevo affittato in Loma Verde; posso finalmente occuparmi di Ozzy e dargli
la casa e l’amore che si merita. I primi giorni ho lasciato che si
ambientasse, senza stargli troppo addosso. Uscivamo a fare delle
passeggiate con Luna. In casa era tranquillo, fuori abbastanza spaventato.
Col tempo, ho cominciato a lasciarlo correre senza guinzaglio. Se
non rispondeva al mio richiamo, ci pensava Luna a corrergli dietro
e fermarlo. Si è ambientato velocemente alla sua nuova vita, anche
al gatto. Da allora ci ha accompagnato in tanti posti, tante avventure. In montagna a camminare, a fare corsi. Su e giù dalla macchina,
come se nulla fosse. Un vero guerriero.
Quando ospito cani nella nostra casa, all’inizio fa vedere i denti
e cerca di fare capire che è lui che comanda, ma basta una mia
occhiata e si tranquillizza. Adora i gattini di pochi mesi. Li accudisce come un vero papà. È molto coccolone, adora farsi grattare
la testa con il piede. Ogni tanto va a passare qualche giorno dal
mio vicino, si fanno buona compagnia. È felicissimo quando viene
gente a casa, fa le feste a tutti, saltando sul posto come un cavallo
impazzito.
Sono contenta di avere deciso di adottarlo. A volte avere due cani
mi complica un po’ le cose, ma vederlo così felice e tranquillo non
ha prezzo. Non so quanti anni possa avere, forse 12, forse meno…
chi lo sa?! L’importante è che tenga duro e ci faccia compagnia
ancora per tanti anni. Luna lo adora, quando stanno separati qualche giorno, lei lo riempie di baci e gli fa mille feste. Lui, da macho
argentino fa finta che non gli importi niente, ma, sotto sotto, gli fa
molto piacere, perché è un amore reciproco.
Quattro zampe
e un becco
FEBBRAIO 2016
Tutti gli animali sono uguali
tempo di lettura:
13
5 min
di Claudia Salvetti
Quando ho catturato il topolino che si era introdotto in casa mia,
ci sono riuscita con tanta pazienza e appostamenti quotidiani come
i felini. Su Facebook gli amici mi consigliavano di usare trappole
fatte con la colla o a scatto, qualcosa che lo uccidesse perché non
facesse danni, e questo mi sembrava immorale e crudele.
Nel frattempo ho avuto la disgrazia di trovare, nella legnaia di un
vicino, un altro topo intrappolato. Era malamente incollato a un
pezzo di cartone cosparso di pane e colla, e per un istante, mentre cercava di liberarsi invano, ci siamo guardati negli occhi. Non
potevo fare niente per lui, sperando solo che morisse in fretta. E
in quel momento sono stata male, malissimo per tutti gli animali
del mondo.
Davvero faccio una fatica pazzesca a concepire che molte persone
che sostengono di amare i cani e i gatti siano in grado di amare
in modo selettivo, considerando certi animali come amici e altri
come oggetti, alimenti, capi di abbigliamento.
Da quando ho cominciato a farmi delle domande sull’allontana-
mento dell’uomo dalla sua natura, che nell’ultimo secolo è stato
totale, non ho saputo affrontare tutto il dolore e la miseria che
milioni di animali subiscono ogni giorno se non con copiose lacrime, un senso di colpa fortissimo e la frustrazione di poter fare ben
poco per salvarli tutti.
Quand’è che abbiamo cominciato a considerarci padroni del mondo? Quando abbiamo perso la capacità di ringraziare la terra per
i suoi doni? Quand’è che siamo diventati così crudeli? Forse non
abbiamo mai smesso di esserlo. Forse l’uomo è stato progettato
così, tuttavia accettarlo mi viene molto difficile.
In questi momenti di riflessione mi vergogno di appartenere alla
razza umana, e nel profondo spero di non rinascere mai vitello o
maiale, per non conoscere mai il terrore e il dolore di una terrificante prigionia.
Rimango attonita scoprendo che spesso chi si introduce nei dialoghi sulla difesa degli animali, lo fa dichiarandosi in disaccordo a
prescindere, restando sulla difensiva e diventando addirittura of-
fensivo, ed è qualcuno che non ha mai aperto un libro, non ha mai
cercato informazioni, non si è mai fatto domande. Su questo come
su moltissimi altri temi che hanno a che fare con la solidarietà, la
compassione, il rispetto. E mi chiedo: se sappiamo essere così freddi di fronte alla sofferenza perpetrata e gratuita che infliggiamo agli
animali, così innocenti, come possiamo parlare di pace, altruismo,
onestà e amore?
Cos’è l’omeopatia e come utilizzarla sui nostri amici a quattro zampe
della Dott.ssa Deambrogio
Gloria
Lo scopritore dell’omeopatia fu il medico settecentesco Hahnemann, il quale, sfiduciato dall’inefficienza delle
tecniche terapeutiche dell’epoca, abbandonò la pratica
medica, lavorando in seguito come traduttore di testi
scientifici.
Traducendo un testo di medicina si trovò a domandarsi
quali fossero i principi del funzionamento dell’estratto
della corteccia di china per la cura della malaria, decise
così di studiarne gli effetti su se stesso assumendolo per
qualche giorno ed, incredibilmente, sperimentò gli stessi
sintomi della malaria: ipotizzò, quindi, che una sostanza
capace di dare determinati sintomi in una persona sana
fosse in grado di curare i medesimi sintomi in un malato.
L’intuizione fu quella di non considerare la malattia
come qualcosa di cattivo, bensì come reazione all’ambiente: dando all’organismo un’energia simile alla sua
sembrava, pertanto, possibile sostenerlo nel suo tentativo di ritrovare l’equilibrio.
Tuttavia Hahnemann non poteva sperimentare l’utilizzo
di tutte le sostanze somministrandole tal quali, in quanto alcune erano tossiche, provò così a diluirle.
Si accorse che, se ad ogni diluizione i flaconi venivano
scossi (processo in seguito definito ‘dinamizzazione’), i
rimedi non perdevano efficacia, ma ne acquistavano: Hahnemann,
con i limitati strumenti dell’epoca, sembrava aver scoperto il modo
di trasferire all’acqua l’energia elettromagnetica di ogni cosa.
Nonostante il funzionamento della medicina omeopatica segua ancora leggi poco conosciute, da allora, ovvero da più di 200 anni, essa
viene studiata nei suoi principi fisici ed utilizzata con ampio successo su persone ed animali di ogni specie, sia domestici che selvatici
ed addirittura sulle piante, con risultati non attribuibili al cosiddetto
‘effetto placebo’, in quanto spesso inversamente proporzionali allo
sviluppo mentale.
Non è inoltre raro che i nostri amici animali, ottimi percepitori
delle energie elettromagnetiche più sottili, non solo rispondano
meglio, ma tendano ad assumere un rimedio omeopatico più volentieri rispetto ad un farmaco chimico.
Occorre qui ricordare che la somministrazione di farmaci allopatici,
in alcuni casi necessaria, è associabile a quella di rimedi omeopatici,
fitoterapici e miglioramenti dietetici, in un approccio integrato atto
ad ottimizzare i risultati e minimizzare eventuali effetti collaterali.
tempo di lettura:
6 min
Anche se le vie classiche (orale e parenterale) sono, in
genere, le più efficaci, la semplicità di somministrazione
dei rimedi vibrazionali nei nostri amici non umani è dovuta soprattutto alla possibilità di assumerli attraverso vie alternative: spot on (cioè tra le scapole, dove si
mette l’antiparassitario), tramite aerosol, per diffusione
da un bruciaessenze (via molto sfruttata quando si utilizzano i fiori di Bach), mesoterapica, elettromagnetica
(ad esempio attraverso tappetini o penne cromoterapiche), etc
I rimedi utilizzati dall’omeopatia classica e dalle scienze
da lei derivate (omotossicologia, floriterapia,...) prendono origine dai regni della natura (minerale, vegetale
ed animale), ma vengono utilizzate con successo anche
frequenze estratte da farmaci allopatici, vaccini, allergeni, cibi, veleni, mediatori chimici, ormoni, patogeni o
tessuti patologici (nosodi), organi o tessuti sani (sarcodi), sangue o tessuti del paziente stesso (isoterapici),...
rendendo le possibilità terapeutiche infinite.
Chiunque ami gli animali ben sa che ognuno di loro,
come ognuno di noi, possiede carattere, emozioni e
modalità reattive differenti, meritando, quindi, una terapia personalizzata: l’omeopatia è in grado di curare
il paziente e non la malattia, sostenendo l’organismo nella sua intelligenza.
Per info e consulenze:
Ambulatorio Veterinario di medicina integrata
str. Torino, 22 - 15033 Casale Monferrato (AL) - tel 3391616026
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www.facebook.com/AmbulatorioVeterinarioDott.ssaDeambrogioGloria
http://medicinaveterinariaintegrata.blogspot.it
La sua ombra è nel prato
tempo di lettura:
6 min
di Paola Rossi
Fu lasciata, piccola cucciola appena svezzata, grassa e pulciosa, accanto alla porta di casa, la mattina di un lontano Natale. Una mano
amorevole l’aveva raccolta e...battezzata.Sí, proprio come il bambino aveva visto fare in chiesa, con l’acqua sul capo e la formula
di rito. Operazione che la mamma, subito accorsa, aveva giudicato, a dir poco, sacrilega. Rimbrotti, forse, per l’improvvisato celebrante, ma per Lola, definitivo e inconvertibile ingresso in seno ad
una famiglia con tre bambini, a cui fu sempre fedele e mansueta
compagna. Bel cucciolo, Lola, ma
non bella cagnolina! Corpo affusolato, pelo marrone, raso, ispido, muso allungato, non ha pedigree, ma trotterella, libera, felice,
su quattro zampe dietro ai padroncini; durante le corse nei
prati, partecipa su tre zampe, tenendo alzata una zampa posteriore fratturata e calcificata, che
le è di impiccio. Eccola presen-
te nei boschi ad annusare mucchietti di terra, sul greto asciutto
dell’Erro a condividere i giochi sempre vari e creativi delle gemelle di casa, instancabile; eccola scendere caracollando sul sentiero,
sulle rive del ruscello dove la mamma lava i panni, o appresso, nel
campo, nella vigna, sempre vigile e puntuale, come nelle notti fredde, quando, al caldo tepore della stufa in cucina, non dimentica di
ringhiare al minimo rumore. Attenta ad ogni evenienza, responsabile della sicurezza della casa, accoglie i componenti della famiglia” ridendo” scoprendo i denti (atteggiamento umano), fremendo e dimenando la coda. Di lei dicevano: “Le manca solo la parola”.
Quando le gemelle iniziano la scuola, le accompagna, solerte, su
per l’aspra salita che conduce al paese ed attende, paziente, accanto alla porta dell’aula la fine delle lezioni. È inverno, nevica, la maestra le permette di entrare a scaldarsi. Lola si accuccia, pacifica, tra
le due bambine, ma, all’improvviso, arriva la Direttrice Didattica e
lei abbaia minacciosa. È o non è...il custode diligente della scuola?
Ha tutti i diritti e i doveri di... non far differenza di ruoli! E, poi, non
ama gli estranei... In estate le gemelle vanno in colonia e lei manifesta tutta la sua tristezza ritirandosi sotto un armadio, da cui esce
solo saltuariamente. Graziosi, tenerissimi i suoi cuccioli partoriti
sul fienile, culla soffice e profumata; per allattarli e rifocillarsi Lola
non lesina una capatina furtiva nel pollaio per sorbirsi un uovo, le
cui tracce, liquide e gialle, impregnano i peli del muso. Un giorno, in
una sua numerosa cucciolata, spunta Bill, cagnetto bianco e nero...
senza coda, che proprio per questa sua tipicità viene adottato da
un cugino; gli sarà compagno assiduo, giocherellone per molti anni.
Lola attraversa tante stagioni: ha 16 anni, è stanca, lenta, estenuata
dagli innumerevoli parti; l’udito, prima finissimo, si è notevolmente
affievolito e lo stradale polveroso è diventato un pericolo per lei.
Un’auto la investe, la sbatte a terra come un cencio: un urto mortale, una pena infinita per i suoi “padroni” che l’hanno sempre amata. Le scavano una fossa nel prato, nell’erba, presso i ciliegi, davanti
ad un cespuglio di biancospino. Penso che la sua ombra sia ancora là. Il suo ricordo libera dalla nostra memoria pensieri, emozioni,
parole e silenzi, sentimenti autentici.
“Non c’è fedeltà che non tradisca almeno una volta,
tranne quella del cane” (K. Lorenz)
Quattro zampe
e un becco
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FEBBRAIO 2016
Breve storia dell’animalismo in Italia
tempo di lettura:
5 min
di Giancarlo Vescovi, Etico Etica Alessandria
Gli animali, creature presenti in ogni angolo
della Terra in tantissime specie, agglomerano
fra loro anche gli umani, qualche volta per
loro fortuna, ma, purtroppo sovente, per
loro sfortuna. Il rapporto uomo-animale si
perde nei tempi e, da sempre, è stato conflittuale fra sfruttamento e amore; l’empatia e la
tenerezza che suscitano gli animali hanno fatto sì che sempre più persone si schierassero
in loro difesa fino determinare la nascita di
associazioni e movimenti in loro tutela che,
con il tempo, hanno fatto la storia dell’animalismo. In Italia la prima associazione animalista nasce in Piemonte ed esattamente
a Torino nel 1871: Giuseppe Garibaldi, su
invito della nobildonna inglese Anna Winte,
indignata dal trattamento crudele sovente
riservato dagli Italiani a cavalli e asini, fondò
la “Società Protettrice degli Animali” che, successivamente, divenne “Ente Nazionale Protezione Animali”, rimanendo statale fino al
1979 e, in seguito, divenne un ente morale di diritto privato.
A pari passo, con il crescere della prima associazione animalista,
era cresciuto anche il numero delle persone schierate in difesa
degli animali; ciò determinò la nascita di associazioni e gruppi. In
particolare, fra gli anni ‘70 e ’80, grazie anche all’espansione delle nuove tecnologie dell’informazione, l’Italia vide un vero boom
di attivismo in favore degli animali; la nascita del movimento antivivisezionista e negli anni successivi l’animalismo, fino ad allora
informazioni, sempre più persone hanno capito che cosa siano gli allevamenti intensivi e
le tecniche di macellazione e hanno iniziato
ad avere un altro approccio con il cibo, scegliendo di cambiare la loro alimentazione.
Le associazioni e le grandi cause, sovente,
sono state attenzione dei media, ma il percorso animalista negli anni è cresciuto e si
è rafforzato anche grazie a instancabili persone che hanno dedicato la loro esistenza
agli animali, cercando quotidianamente di
dar loro voce, prendendosene cura in prima
persona, condividendo con loro la propria
esistenza in un grande esempio di amore
disinteressato.
concentrato in prevalenza sugli animali domestici o comunque più
vicini all’uomo, iniziò ad allargare le sue attenzioni a sempre più
specie e a condannare tante pratiche di sfruttamento fino ad allora
non prese in considerazione, come la caccia, i circhi con animali, i
palii, gli allevamenti di animali da pelliccia, ecc.
Forte anche dei tanti risultati ottenuti negli anni, l’onda animalista
ha continuato la sua crescita, allargando sempre più le sue attenzioni fino ad arrivare a fine anni ‘90, quando si iniziò a fare il collegamento fra cibo e animali, un binomio che non potrebbe essere
diverso ovvero animalismo e alimentazione vegetariana e vegana.
Negli anni 2000 l’avvento di internet ha semplificato l’accesso alle
Da grande vorrei diventare
volontario attivista della lav
tempo di lettura:
Al mio cane, Arina
4 min
di Dr Biologa Rigardo Luciana
Da grande vorrei che tutti gli animali avessero dei diritti e che
questi fossero rispettati; da grande vorrei non vedere più pellicce
indossate dalle persone, perché gli animali morti indossati mi fanno venire i brividi, non di freddo, ma di orrore; da grande vorrei
non dover più leggere sulle riviste che vengono fatti esperimenti
scientifici crudeli e dolorosi sugli animali; da grande vorrei che
mucche, vitelli, pecore, capre, asini, galline, conigli, tacchini, oche
etc, vivessero felici nei prati in collina o in pianura, senza essere
uccisi barbaramente; da grande non vorrei più vedere nessuna
locandina che pubblicizza il circo nelle città italiane e del mondo;
da grande vorrei non dover più assistere a spettacoli come il Palio
di Siena o il Palio di Asti, dove i cavalli vengono usati, maltrattati
e costretti a fare qualcosa con la forza; da grande vorrei che non
L’animalismo ha portato e sta portando
profondi cambiamenti culturali e, come tutti
i cambiamenti, vede sul suo percorso momenti facili e momenti
difficili,ma allo stesso tempo ha bisogno anch’esso di adattarsi ai
tempi che cambiano a volte nel bene a volte nel male, dovendo
anche deviare energie per isolare qualche mela marcia che, inevitabilmente, esiste in ogni movimento, ma allo stesso tempo guardare
al futuro, ad un rinnovamento che vedrà la trasformazione e l’espansione dell’antispecismo ovvero l’abbattimento delle barriere
create dall’essere umano per suddividere gli esseri viventi in specie
e far sì che tutti abbiano gli stessi diritti, per primo il diritto alla vita
libera secondo la propria etologia.
esistesse più la caccia, la pesca, perché ogni animale ha diritto alla
vita esattamente come me; da grande vorrei dimenticare che esistono uomini e donne che abbandonano gli animali come fossero
oggetti inanimati che non provano emozioni; da grande vorrei che
nessun animale venisse considerato pericoloso, lupi orsi e leoni e
non solo, hanno diritto di vivere nei loro habitat, senza che l’uomo diventi una minaccia.
Nel 2010 sono entrata a far parte del gruppo di volontari Lav,
Lega Antivivisezione, dopo aver partecipato a un congresso organizzato ad Alessandria, appunto da questa associazione, sulla
gestione degli animali selvatici. Quel giorno sono rimasta molto
colpita da tutto ciò che si era detto, ma ancor più dalla causa che
muoveva le anime dei volontari. Nei loro occhi c’era una luce, una
voglia immensa di trasmettere il messaggio che tutti gli
animali hanno diritti, sentimenti ed emozioni. Non ho
esitato un attimo a entrare
a far parte del gruppo, per
condividere le mie idee,
ascoltare quelle degli altri e
insieme scendere in piazza
a difendere tutti gli animali
appartenenti al Regno Animale. Ad oggi, sono fiera di
far parte della Lav, che ha
come fine l’abolizione della vivisezione, la protezione
degli animali, l’affermazione
dei loro diritti, la difesa della
biodiversità e dell’ambiente,
la lotta alla zoomafia, la Lav
si batte contro ogni forma di
sfruttamento e violenza sugli
animali umani e non umani,
sull’ambiente e gli ecosistemi, ed è la maggiore associazione antivivisezionista e animalista in Italia ed una delle
maggiori in Europa.
[email protected]
di Luisa Saffioti
Non credo a un Dio che sta su nel cielo
nemmeno a un ponte dell’arcobaleno
ma so che noi siam tutti intrecciati
dal male e il bene siam dominati.
Quando il tuo cuore,
ormai molto stanco,
si spegnerà,
col mio triste pianto,
tu volerai tra il tramonto e l’aurora
e anche allora non sarai mai sola
i giorni ora non son tutti andati
e per il tempo che ci è consentito
ringrazio te, mia dolce Arina
bella, sontuosa, una regina,
i nostri giorni ormai son contati
ma la tua storia non è finita
insieme in fondo non è solo vita...
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FEBBRAIO 2016
BUONE PRATICHE, BELLE IDEE E BUONA AMMINISTRAZIONE
Nuove Energie
Ambiente e Natura
M’illumino di Meno:
19 febbraio 2016
a cura della Redazione
TEMPO DI LETTURA:
Mobilità Sostenibile
Biodiversità:
bene comune da tutelare
4 min
M’illumino di meno è la più
grande campagna radiofonica
di sensibilizzazione sui consumi
energetici, ideata da Caterpillar, storico programma in onda
dal lunedì al venerdì su Radio
2 RAI dalle 17.30 alle 19.
Giunta alla dodicesima edizione, anche quest’anno la
campagna coinvolge una virtuosa varietà di soggetti: migliaia
di ascoltatori, centinaia di associazioni e i più importanti attori istituzionali (l’iniziativa si avvale da anni dell’Alto Patrocinio della
Presidenza della Repubblica, dell’adesione del Senato e della Camera dei Deputati, del Patrocinio del Parlamento Europeo, nonché
dell’adesione di centinaia di Comuni). In questa edizione si confermano i capisaldi dell’iniziativa: il racconto in onda delle migliori
pratiche nell’ambito del risparmio energetico in Italia e all’estero,
la mappatura radiofonica delle migliaia di adesioni alla campagna, gli spegnimenti che simbolicamente rappresentano un atto di
riduzione del consumo, con una diretta radiofonica dedicata il 19
febbraio 2016, giorno finale della campagna. Negli anni la Giornata di M’illumino di meno ha spento alcuni dei monumenti più in
vista d’Italia e d’Europa ed è diventata una vera e propria festa,
dando vita ad una sorta di gara nell’inventarsi nuovi modi per
aderire, non solo spegnendo le luci ma anche organizzando eventi
e manifestazioni a tema sul territorio.
Parallelamente, le novità dell’edizione di quest’anno sono molte:
la giornata del risparmio energetico viene anticipata da Bike The
Nobel, la campagna promossa da Caterpillar in cui candidiamo
la bicicletta a Premio Nobel per la Pace. Bike The Nobel aggrega
tutto il mondo del ciclismo: dai più grandi ciclisti professionisti italiani (hanno aderito il CT della Nazionale Davide Cassani, Paola
Gianotti, Vincenzo Nibali, Fabio Aru, ecc.) alle associazioni amatoriali (la Fiab, Cyclopride, le Critical Mass, ecc.), le ciclofficine e
tutti coloro che pedalano per andare al lavoro o per piacere. La
campagna prevede una doppia raccolta di firme: quelle di alcuni
Onorevoli che presenteranno la candidatura ufficiale e una più
popolare di firme che verranno consegnate a conclusione di
un viaggio comunitario e ciclistico da Milano a Oslo entro la scadenza ufficiale del 1 febbraio 2016.
L’invito a promuovere l’uso della bicicletta e di tutti i mezzi a
basso impatto energetico come simbolo di pace e di rispetto per
l’ambiente innerva l’edizione di quest’anno di M’illumino di meno,
in cui accanto alle consuete attività saranno valorizzate le pratiche
legate alla mobilità sostenibile nelle città (bike e car sharing, trasporto pubblico, ecc.).
La campagna comunicativa di M’illumino di meno quest’anno è
così articolata su vari fronti: Bike The Nobel, la presenza di Caterpillar alla Conferenza Mondiale sul Clima, la COP21 a Parigi a
dicembre 2015, e successivamente l’avvicinamento alla giornata
del 19 febbraio dedicata al consueto simbolico “silenzio energetico” in nome dell’efficienza e dell’uso intelligente dell’energia, che
si traduce nello spegnimento dell’illuminazione di monumenti,
piazze, vetrine, uffici, aule e private abitazioni.
Inoltre, dopo il successo dell’anno scorso Caterpillar ripropone uno
spazio dedicato al mondo della scuola con delle puntate incentrate
sul racconto delle adesioni delle scuole di ogni ordine e grado.
di Daniela Milano
TEMPO DI LETTURA:
Il car sharing elettrico
approda a Firenze
5 min
“Noi non dobbiamo considerare
che la Natura si accomodi a quello
che parrebbe meglio disposto a
noi, ma conviene che noi accomodiamo l’interesse nostro a quello
che essa ha fatto.” Galileo Galilei
Secondo stime recenti la biodiversità sta scomparendo ancor prima
che la si possa conoscere e le cause
non sono naturali, ma dovute al pesantissimo impatto delle attività
umane che agiscono sulle specie in modo sia indiretto che diretto. Abbiamo voluto approfondire la tematica insieme al professor Dario Sonetti,
biologo ed esperto in tutela della biodiversità
D: Quali sono le cause di questa devastazione?
R: La principale di queste è la distruzione ed il degrado degli habitat naturali su larga scala che frammenta e circoscrive sempre più gli spazi vitali per le specie. Altre cause del degrado sono un prelievo eccessivo
ed indiscriminato delle risorse che non permette neppure la rigenerazione delle rinnovabili, l’inquinamento e l’immissione di sostanze tossiche
nell’ambiente, la persecuzione diretta da parte dell’uomo, una caccia e
pesca eccessive, il commercio illegale, l’invasione/immissione di specie
alloctone estranee che introducono nella biosfera locale profonde alterazioni, e non per ultimo i cambiamenti climatici a cui l’uomo sta contribuendo con un’enorme immissione di gas serra in atmosfera. Una delle
barriere chiave per un comportamento più efficace per salvaguardare
la biodiversità è l’ignoranza della gente sui servizi che questa fornisce.
La biodiversità andrebbe salvaguardata se non altro per l’immenso valore economico dei servizi che rende all’uomo attraverso gli ecosistemi
e che è raramente compreso, perché tali servizi vengono considerati gratuiti a chi ne fa uso. Gli ecosistemi naturali forniscono supporto al ciclo
dei nutrienti, alla formazione del suolo, alla produzione primaria; forniscono cibo, acqua potabile, legno e fibre, combustibili; controllano il
clima, inondazioni ed esondazioni, la diffusione delle malattie, la purificazione dell’acqua. Senza dimenticare il valore culturale ed informativo
della biodiversità che si esprime attraverso l’estetica, la spiritualità, l’educazione e la ricreazione. Questi servizi vanno ad agire sui costituenti
del benessere umano, le sue basi materiali, la sicurezza, la salute, le
buone relazioni sociali.
D: Quale riflessione politica e sociale può essere fatta?
R: Io ritengo che ciò che guida le scelte decisionali a livello politico, sociale ed economico è ancora una concezione della natura e delle risorse
del pianeta finalizzata all’uomo in funzione prevalentemente utilitaristica
e di sfruttamento. Ma la verità è che i sistemi economici e sociali qualunque essi siano sono sempre e comunque un sottoprodotto della biosfera e non potrebbero esistere se non ci fosse questo pianeta a sostenerli
con risorse che non sono illimitate. E’ una verità spiacevole, ma c’è poco
posto per la biodiversità in un mondo che pone come parametri del
suo benessere, l’incremento dei consumi, la crescita industriale, il PIL e
ritiene si possa continuare illimitatamente la depredazione delle risorse
naturali. Il concetto fondamentale è che non ci può essere una crescita
illimitata. Il pianeta non potrà sostenere sei miliardi di persone che vogliono vivere nel modo in cui sta vivendo una parte privilegiata del
mondo e questa parte del mondo non può continuare a crescere senza
compromettere il futuro di tutta l’umanità. Ciò non vuole significare regredire a una “crescita zero” ma certo rivedere drasticamente il concetto
di benessere da un nuovo punto di vista che certo non può dare spazio
ad una visione consumistica e ad interessi egoistici ed accumulativi. La
vera democrazia compiuta non potrà che essere una democrazia ecologica. La scommessa è che si può centrare l’economia e lo sviluppo sociale garantendo a tutti un giusto grado di benessere partendo proprio
dall’ambiente. Un economia ecologica produttiva può esistere.
di Margherita Bruni
TEMPO DI LETTURA:
4 min
La crescita esponenziale dei numeri riguardanti il car sharing è
sintomatica di una rivoluzione nel modo di intendere la mobilità.
Il fatto di non avere un’auto di proprietà vuol dire infatti risparmiare sull’investimento iniziale, sul carburante, l’assicurazione,
la manutenzione... e rappresenta un antidoto all'annosa questione del parcheggio!
E il car sharing elettrico è fuor di dubbio l'ultima frontiera di questa mobilità ecologica e condivisa.
Tra le varie iniziative disseminate per tutto lo Stivale, innovativa
è interessante è quella di Share'NGO. Il progetto ha debuttato lo
scorso 19 maggio al Politecnico di Milano (dal 15 giugno le auto
circolano liberamente all'interno del capoluogo lombardo) e si
accinge ora a conquistare Firenze.
Nato da un progetto tutto italiano con ben 8 anni di sviluppo alle
spalle, il nuovo car sharing elettrico a flusso libero (free floating
- cioè a parcheggio e prelevamento libero dell’autoveicolo) ha
tra i suoi punti di forza un’automobile elettrica finalmente di
grandi qualità, prestazioni, comfort e facilità di guida che i fiorentini troveranno in strada sempre pronta all’uso, senza doversi
preoccupare della ricarica, che sarà gestita direttamente dalla
logistica di Share‘NGO.
Il nuovo sistema di mobilità elettrica urbana condivisa, promosso
da un bando del Comune di Firenze nel quadro del progetto europeo ELE.C.TRA (Electric City Transport), che si proponeva
l’obiettivo di potenziare e incentivare i servizi di mobilità sostenibile, riducendo gli impatti negativi del traffico sulla città (congestione inquinamento, occupazione dello spazio urbano) e
incentivando un uso più limitato di autoveicoli privati, in linea
con quanto si sta facendo in tutte le principali capitali europee.
Attraverso il sito web e la corrispondente app, SHARE‘NGO
mette a disposizione dell'utenza le sue equomobili alle quali nulla
manca per garantire una piacevole mobilità urbana e metropolitana: 80 Kmh di velocità massima, 2 posti, 300 litri di bagagliaio, servofreno, servosterzo, sensore posteriore di parcheggio,
condizionatore, sedili regolabili, l’invidiabile ripresa ai semafori
tipica delle macchine elettriche e un sistema di navigazione basato su un computer di bordo che compare per la prima volta su
un’auto di questa classe.
Ma ciò che differenzia davvero profondamente Share‘NGO
dagli altri servizi di car sharing è il costo del servizio: il prezzo
applicato, infatti, non è uniforme per tutte le tipologie di clientela.
Prima di registrarsi al servizio, vengono richiesti all'utente alcuni
dati che permetteranno di stabilire la natura e l'entità del suo bisogno, creando così un sistema tariffario e premiale ad hoc.
Questo perché SHARE ‘NGO abbraccia la filosofia del social
sharing, vale a dire di una equa distribuzione dei costi e dei benefici a livello della collettività.
Ecco perché le mamme, i pendolari, gli studenti fuori sede, quelli
che vivono nelle periferie delle città sono tra i cittadini più premiati, con sconti e servizi dedicati appositamente alle loro necessità. Le donne, ad esempio, possono usare gratuitamente
un’Equomobile dall’una di notte alle sei del mattino, libere di tornare a casa con maggiore sicurezza. Riduzioni sono previste
anche per chi svolge lavori di pubblica utilità.
Ecco come questo modello di car sharing, aggiunge agli attributi
di utile, solidale e sostenibile quello di democratico!
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BUONE PRATICHE, BELLE IDEE E BUONA AMMINISTRAZIONE
FEBBRAIO 2016
Ambiente
Intervista a Luca Lombroso al rientro da COP 21
TEMPO DI LETTURA:
12 min
di Giovanni Santandrea
A circa un mese dalla conclusione a Parigi di COP21, 21° conferenza
delle Parti, abbiamo voluto contattare Luca Lombroso, noto meteorologo
e divulgatore, nonché attivo sostenitore del movimento delle Transition
Town, per farci raccontare le sue impressioni e valutazioni quale testimone attivo dell’avvenimento.
E’ evidente a tutti che gli impegni sono ancora largamente insufficienti,
e viene anche quantificato l’ammontare del “GAP”, ovvero delle emissioni che mancano rispetto alla “traiettoria” che ci porterebbe alle emissioni nette zero nel 2070.
Quando parli di GAP, cosa intendi esattamente?
Questo GAP è di ben 15 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2030, veramente molte, e se è vero che ora praticamente tutti gli Stati, 188 su 196
(compreso USA, Cina, India, Brasile) hanno presentato i loro impegni
colmare questo GAP non sarà facile, così centrare l’obiettivo 2°C, e
ancor più quello 1.5°C.
Per colmare il GAP, occorrerà dunque che gli Stati prendano altri e ancor
più ambiziosi impegni, e che una parte della riduzione sia operata,
come io sostengo da tempo, dagli attori subnazionali.
Se capisco bene, per ridurre il gap di cui parli
non bastano solo gli impegni a livello nazionale.
Puoi farci qualche esempio di impegni che possono essere presi
da parte degli attori subnazionali?
Tu che eri presente alle fasi finali di COP21,
come valuti i risultati ottenuti?
Ho avuto la possibilità di partecipare a COP21 quale rappresentante
dell’Osservatorio Geofisico del DIEF (Dipartimento di Ingegneria “Enzo
Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia), nella delegazione
della fondazione Lombardia per l’Ambiente.
L’accordo è certamente “storico” dal punto di vista negoziale e diplomatico, perché tutti i paesi hanno aderito e preso impegni, ma non è
perfetto e soprattutto è ancora insufficiente negli impegni di riduzione,
peraltro volontari, delle emissioni.
L’accordo definisce prima di tutto stanziamenti economici consistenti per
aiutare i paesi in via di sviluppo. E’ previsto un impegno di 100 miliardi
di dollari all'anno dal 2020 a carico dei paesi industrializzati, anche
sotto forma di trasferimenti tecnologici.
Facendo alcuni esempio in ambito locale a noi vicini, posso citare la Regione Emilia Romagna che ad inizio novembre ha siglato in California
l’accordo internazionale per il controllo delle emissioni noto
come “Under 2 Mou”. E’ un accordo sottoscritto da 43 enti di governo
locali proprio in preparazione a COP21. Ma sempre in Emilia Romagna
circa 300 Comuni hanno aderito da tempo al progetto dell’Unione Europea “Patto dei Sindaci”. E’ un programma molto interessante perché,
coinvolgendo attivamente anche le imprese e le comunità locali, vuole
perfino superare l’obiettivo europeo del 20-20-20 fissato dall’UE in termini di efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione di emissioni.
Quali sono i settori industriali che potranno dare
un contributo significativo per il raggiungimento
degli obiettivi definiti a COP21?
Sicuramente il settore dell’edilizia. Il segnale è chiaro e vale per la progettazione e realizzazione delle nuove case e più in generale degli edifici
residenziali, ma vale anche per quelli commerciali, pubblici e di servizi. Il
futuro dell’edilizia è quello di edifici ad emissioni zero, o addirittura che
producano meno energia di quanta ne consumano.
Riconosce poi una serie di importanti principi di riconoscimento di vari
diritti, fra cui i diritti umani, l’equità di genere, dei bambini, dei popoli
indigeni, dei migranti ed equità intergenerazionale. Sembra una cosa
che dovrebbe essere scontata, eppure includerle in un trattato internazionale, oltre che un segnale, ha ovviamente una serie di ripercussioni
e lancia un chiaro segnale di monito che il clima non minaccia solo gli
orsi polari, ma soprattutto l’uomo, l’economia, la società e il futuro della
nostra società.
dustriale. Gli impegni dovranno essere aggiornati e resi più ambiziosi
ogni 5 anni, in modo da renderli più ambiziosi per colmare quel GAP
di cui dicevo. Gli obiettivi europei sono buoni, anche se si potrebbe far
meglio, ma devono essere realizzati e rispettati. Senza indugio e senza
contraddizioni, perché se da una parte si sviluppano politiche green e
dall’altra si insiste con la politica di grandi opere infrastrutturali o ricerche petrolifere, oltre al danno ambientale, si da un messaggio contraddittorio ai cittadini.
La firma degli accordi nella serata del 12 dicembre è stata
descritta come un momento carico di emozione, ben diverso
dal normale clima in cui si svolgono negoziati internazionali.
Tu che eri presente cosa puoi dirci?
Come l’hai vissuto da questo punto di vista?
Ho vissuto veramente con forte emozione le fasi conclusive di COP21.
Ho potuto seguire dal vivo le dichiarazioni dei grandi del pianeta terra,
da Ban Ki Moon che ha detto che “La conferenza di Parigi è un esito
fondamentale per tutta la storia del pianeta”, a Claudia Salerno, rappresentante del Venezuela, la quale fu molto critica alle conferenze di
Copenhagen e Cancun contro i paesi più ricchi, la quale questa volta
ha affermato che “Dobbiamo dare un riconoscimento al Santo padre
Papa Francesco I per l'ispirazione che ci ha dato con l'Enciclica Laudato
sì”, a John Kerry per gli Stati Uniti, il quale ha definito il testo finale “Un
accordo che ci consentirà di prepararci al cambiamento climatico”, alla
Segretaria esecutiva UNFCCC Christiana Figueres che ha così commentato l’evento “La COP migliore della storia, con un accordo di visione a
largo raggio, un accordo di compromesso per lo sviluppo, una chiamata
inequivocabile per il mondo”.
Si è parlato anche del modo assolutamente non convenzionale
di affrontare e sciogliere le ultime frizioni tra i negoziatori
utilizzando il metodo dell’Indaba, che ne pensi?
Ritieni che questi aspetti metodologici possano aprire
nuovi orizzonti a questi accordi internazioni?
Senz’altro, già un giorno, parlando con altri delegati, ho detto che i negoziati avrebbero dovuto svolgersi non nel metodo classico, inconcludente
e litigioso, ma con metodi nuovi, pensavo agli open space in particolare.
Poi appunto è stato adottato il metodo Indaba, tipico delle tribù Zulu africane. Fa riflettere. Il mondo occidentale ha schiacciato e spesso annientato
quelle culture, da cui invece abbiamo tanto da imparare.
Grazie Luca per questa intervista che hai voluto dedicare
ai lettori di Vivere Sostenibile.
Con quale frase di sintesi vuoi terminare…
Citerei la frase del Presidente francese Francois Hollande: “Il 12 dicembre 2015 eravamo a Parigi per fare l'accordo sul clima e ne saremo orgogliosi con i nostri figli, i nostri nipoti e le future generazioni, viva il
pianeta Terra, viva l'umanità, viva la vita".
L’obiettivo dell’accordo di Parigi è fare sì che l’ulteriore riscaldamento del
pianeta resti ben al di sotto dei 2°C rispetto all’era preindustriale. Anzi si
vuole fare ogni sforzo per limitarlo entro un aumento massimo di 1.5°C.
Ma queste tecnologie di cui parli sono già realtà,
o sono ancora sperimentazioni di laboratorio?
Sono assolutamente già la realtà. In COP 21 c’erano vari esempi di questo, compreso un modellino didattico interattivo dove si potevano testare
i consumi, le soluzioni energetiche e come gestire l’energia in una abitazione, dallo scaldarsi a illuminare, dagli elettrodomestici al cucinare.
Si è svolto un intero “Building day”, giorno degli edifici, oltre che varie
conferenze, anche pubbliche fuori COP 21.
Vi è poi tutto il tema, fondamentale, dell’edilizia esistente, perché è da
qui che vengono i consumi energetici attuali, ben il 40% dell’uso finale
di energia dipende da questi edifici. E il 30% circa delle emissioni di gas
serra sono attribuibili proprio ai consumi residenziali.
Ritieni che gli impegni sottoscritti dai paesi firmatari
siano adeguati a questi obiettivi ambiziosi?
Se andiamo a leggere il testo dell’accordo sottoscritto, vi troviamo importanti azioni e articoli sull’adattamento, sul trasferimento tecnologico, sugli
impegni finanziari e aiuti ai paesi in via di sviluppo per investire su energie
pulite e per il meccanismo compensativo definito “perdita e danni” (Loss
and Damage), sulle revisioni periodiche degli obiettivi degli impegni.
Luca Lombroso è tecnico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell'Ambiente
dell'università degli studi di Modena e Reggio Emilia. È responsabile tecnico dell'Osservatorio Geofisico e previsore (forecaster). Ha scritto e collaborato a centinaia di
articoli scientifici e divulgativi, partecipato a numerosi corsi e convegni e al grande
Basti pensare che in Italia il settore residenziale è l’unico, in controtendenza con gli altri settori, che vede un incremento delle emissioni serra
rispetto al 1990.
Come valuti la presenza e gli impegni presi
dal governo italiano a COP21?
L'Italia, insieme all'Unione europea, ha una road map che porterà alla
riduzione delle emissioni serra del 40% entro il 2030 rispetto all'era inesperimento "MAP Mesoscale Alpine Programme" nel 1999. ha partecipato e organizzato la logistica di campagne di misure scientifiche per rilevamenti meteorologi e
ambientali. socio della società Meteorologica Italiana Onlus e membro del Comitato
di Redazione della Rivista Nimbus, socio di ASPO Italia. Acquisita la notorietà con
la partecipazione alla trasmissione “Che Tempo Che Fa”, presentando simpaticamente
le previsioni, è spesso ospite a trasmissioni televisive (Kilimangiaro, Cominciamo Bene,
Le Storie, ecc.). Per radio ha collaborato con Le Scatole Cinesi ed è spesso ospite o
in collegamento a Caterpillar, l'altro lato ecc. su Radio 2 e a varie radio regionali.
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BUONE PRATICHE, BELLE IDEE E BUONA AMMINISTRAZIONE
FEBBRAIO 2016
R E C E N S I O N I
Libri & C.
TEMPO DI LETTURA DELLE SINGOLE RECENSIONI:
1 min
VALUTAZIONE DI VIVERE SOSTENIBILE:
OTTIMO ★★★★★ - SCARSO ★★★★★
Sugarless.
Sapori dolci
di una cucina naturale
di Romina Coppola
Editore: EIFIS Editore
pagine 120 - prezzo di copertina: 25 €
★★★★★
Se pensate che non si
possano fare dolci buonissimi senza uova o
burro, sappiate che vi
state sbagliando di
grosso. Le 51 ricette descritte in questo volume
sono vegane e frutto di
una passione autentica.
Ognuna delle ricette è
introdotta da una fotografia e brevi ricordi
dell’autrice, che cura
l'omonimo
blog
www.sugarless.it, e sono
ordinate per stagioni,
per usare quello che la
natura offre spontaneamente. La memoria è il
filo conduttore dei testi
che affiancano le ricette,
che evocano nel lettore
profumi, sapori e immagini. Accanto ai pochi
ingredienti che possono risultare non
molto familiari - tahin, semi di chia,
avocado - , si trovano ricette tradizionali come il tiramisù, lo strudel e
il panettone: la sfida è stata quella
di trovare un sostituto naturale e
della stessa consistenza dell'ingrediente della ricetta originale.
Particolarmente interessanti gli
smoothies, gli estratti e il procedimento per montare il cioccolato. In
molte foto compaiono le mani: offrono, manipolano, prendono i
piatti: possono essere lette come simbolo dell'incontro e scambio tra persone.
I canti dell’attesa
di Sabrina Giarratana (testi),
e Sonia Maria Luce Possentini (illustrazioni)
Editore: Il leone verde
Pagine: 56 - prezzo di copertina: 16 €
★★★★★
Che cosa significa nascere?
Ventuno poesie per accompagnare il viaggio
di chi sta per venire al
mondo e per rivivere,
attraverso la poesia,
l’esperienza del primo,
importante viaggio che
ognuno di noi ha compiuto nella sua vita. Un
libro per voce intima di
mamma, da condividere con chi è già al
mondo, la nostra famiglia e i nostri figli, per
comprendere a fondo il
miracolo di ogni attimo di gestazione e di
attesa, per non perdere
questa opportunità di
crescita condivisa. Un
dialogo vivo tra le meravigliose immagini di
Sonia Possentini e le parole di Sabrina Giarratana.
Con la prefazione di Beatrice Ben-
fenati, fondatrice della scuola di
yoga in gravidanza dell’Associazione Asia di Bologna.
Amore e Tantra.
Un percorso pratico
per la felicità di coppia
di Stefano e Corienne Ananda
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 287 – prezzo di copertina: 16 €
★★★★★
Il Tantra è una disciplina
vastissima, le cui origini
affondano nella tradizione dell'India, del Kashmir e del Tibet.
Essa tocca tutti gli aspetti
della vita e le relazioni
dell'essere umano con
l'Universo e le sue leggi,
tra cui l'utilizzo e la scoperta del proprio corpo
come strumento di conoscenza e consapevolezza di sé.
Insegnamenti semplici
ed efficaci per la felicità
nella coppia.
Nel nostro mondo moderno siamo sommersi
da ogni tipo di informazione, ci viene insegnato di tutto, ma
nessuno ci insegna veramente cos'è la sessualità e come svilupparla in un modo
armonioso. Gli autori, attingendo
ai testi tradizionali e alle interpretazioni di diversi studiosi delle discipline orientali, dopo anni di studio
e di pratica personale e in coppia,
hanno condiviso la loro esperienza
con i lettori attraverso la visione
tantrica dell'amore, offrendo spunti
per un arricchente percorso di svi-
luppo emotivo e mentale, sia personale che dentro la coppia, riscoprendo nel profondo il potere
dell'energia, anche sessuale, maschile e femminile. Chiaro, esauriente, illustrato e ricco di
informazioni pratiche, questo è un
libro da leggere per scoprire un affascinante modo di accostarci alla
nostra sessualità.
Ritorno all’origine.
L’evoluzione umana
non è a senso unico
di: Luca Madiai
Editore: Area51 Publishing
pagine 174 - prezzo di copertina 2,99 € - E-book
★★★★★
Questo interessante
saggio è una riflessione sul mondo d’oggi
e sulla strada da percorrere affinchè ci sia
una vera evoluzione
dell’uomo e della società. Si parte dall’esame
della
situazione attuale per
arrivare a definire un
futuro auspicabile, approfondendo i temi
della la spiritualità, la
cultura e la tecnica.
La spiritualità che
viene
abbracciata
porta a dichiarare che “riformare
il cuore umano è la condizione indispensabile per il successo di
qualsiasi tipo di rivoluzione”. Una
lettura intensa dell’uomo nel suo
aspetto interiore, una ricerca continua del proprio “io” per giungere alla comprensione della
realtà che ci circonda.
La
cultura – intesa da come cambio
culturale della società – si basa su
quattro punti fondamentali: il limite come un elemento essenziale
della vita, l’interconnessione delle
cose, nulla è permanente e tutto è
dinamico ed è sempre possibile
cambiare idea, cambiare rotta.
La tecnica, infine, deve essere coerente con quanto espresso dalla
spiritualità e dalla cultura, che
deve tornare a essere uno strumento al servizio della reale evoluzione dell’uomo e della società.
Invita a una riflessione su noi stessi
e sulla società di cui facciamo
parte: un ritorno alle origini, alla
natura, alla terra, alla sobrietà,
alla lentezza, alla tradizione antica e dimenticata di una vita più
a misura d’uomo.
Io lo faccio da me
di Giovanna Olivieri
Editore: Terra Nuova
Pagine: 208 - prezzo di copertina: 13 €
★★★★★
Il volume insegna a risparmiare denaro e risorse compiendo poche
e semplici scelte quotidiane: dall'impiegare
l’aceto invece dei detersivi tossici a riciclare
ombrelli e blue jeans per
costruire zainetti e
grembiuli scolastici. I numerosi disegni rendono
ancora più semplici le
istruzioni per il fai da te,
riguardanti, tra le tante
attività, l'autoproduzione di detersivi, conserve, giocattoli, la
tinteggiatura e piccole
riparazioni. Le indicazioni riguardano solo
prodotti e manufatti rigorosamente sperimentati in prima
persona dall'autrice; mettendo in
pratica i suoi consigli è davvero
possibile compiere svariate attività
quotidiane e non apportando migliorie e stimolando la creatività.
Questo interessante e utile volume è
rivolto a tutti coloro che hanno iniziato a compiere passi per vivere
una vita più resiliente e che abbia
meno impatto sull'ambiente, e che
credono nella decrescita felice sia
alle persone non hanno ancora intrapreso azioni pratiche ma che desiderano vivere in una casa non
infestata da prodotti tossici, vogliono mangiare alimenti sani e credono nella necessità di riciclare e
autoprodurre.
Detox completo
con succhi freschi
di Cherie Calbom
Editore: Macro
Pagine: 238 - prezzo di copertina: 16,50 €
★★★★★
Disintossicare il nostro
corpo,
recuperando
energia e forma fisica?
Con il giusto mix di succhi freschi, tante volte
detti estratti, oggi si
può! Ce lo racconta,
elencando ben fatte ricette, ma anche motivazioni e prassi, quella
che viene definita “the
juicy lady” Cherie Calbom. Mai assaggiata
una minestra di cetriolo
alla menta? O un
frappè verde al cocco?
Troverete come realizzarle e i benefici che ne
potete trarre, oltre a
strategie per purificare
efficacemente il colon, il
fegato, la colecisti, i reni
e altri organi. Il tutto privilegiando un sano stile
di vita e l’assimilazione di succhi,
frullati e passati di verdure. Proprio
queste vengono privilegiate, promuovendo l’uso dei succhi di verdura (e non di frutta) all’interno di
un piano dietetico quotidiano glo-
bale, grazie al quale si assumono
vitamine e minerali preziosi e contemporaneamente si eliminano
dall’organismo le sostanze chimiche nocive. Alla salute!
“Non lasciate che la giornata termini senza essere cresciuti un po’, senza aver sorriso molto,
senza aver alimentato i vostri sogni. Non fatevi vincere dallo scoraggiamento. Non permettete a nessuno di togliervi il diritto di esprimervi, che è
quasi un dovere. Non desistete dal desiderio di rendere la
vostra vita straordinaria.”
Walt Whitman
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BUONE PRATICHE, BELLE IDEE E BUONA AMMINISTRAZIONE
FEBBRAIO 2016
Eco Abitare
La Legge finanziaria 2016 e le detrazioni fiscali
per ristrutturazione e riqualificazione energetica,
la ristrutturazione e per l'acquisto
di elettrodomestici e mobili
a cura della Redazione - Fonte Unindustria
TEMPO DI LETTURA:
Detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica e acquisto di mobili
(commi 74,75, 87 e 88)
Il comma 74 della Legge di Stabilità 2016 estende fino al 31 dicembre 2016 la detrazione d’imposta al 65% per gli interventi
di riqualificazione energetica degli edifici e delle parti comuni
degli edifici condominiali, prevista dall’art. 1, comma 48, della
Legge n. 220/2010. Rispetto a quanto finora previsto, tale detrazione viene estesa (comma 87) anche agli istituti autonomi per
le case popolari, per le spese sostenute, dal 1° gennaio 2016 al
31 dicembre 2016, per interventi su immobili di loro proprietà
adibiti ad edilizia residenziale pubblica.
Inoltre (comma 74), i soggetti in no tax area Irpef, che sostengono
spese per interventi di riqualificazione energetica di parti comuni
degli edifici condominiali, possono optare per la cessione del corrispondente credito ai fornitori che hanno effettuato tali interventi,
con modalità che saranno definite da un successivo provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, da emanarsi entro 60 giorni
dalla data di entrata in vigore della legge.
5 min
La norma, inoltre, proroga al 31 dicembre 2016 la data entro
la quale bisognerà definire le misure e gli incentivi di carattere
strutturale finalizzati a favorire la realizzazione di interventi per
il miglioramento, l’adeguamento antisismico e la messa in sicurezza degli edifici esistenti, nonché per l’incremento dell’efficienza idrica e del rendimento energetico degli stessi. L’articolo
precisa che in attesa della definizione di tali misure si applicano
le disposizioni previste dagli articoli 14 e 16 del D.L. del 4 giugno
2013 n. 63. Il comma 88 precisa – in chiave innovativa, rispetto
alle proroghe introdotte negli ultimi anni - che, tra le spese sostenute per interventi di riqualificazione energetica che danno
diritto alla detrazioni fiscale, rientrano anche i costi per l’acquisto, l’installazione, e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento
o di produzione di acqua calda o di climatizzazione, sostenuti
per un migliore efficientamento energetico. In particolare, la detrazione spetta a condizione che il dispositivo mostri periodicamente, attraverso canali multimediali, i consumi energetici, le
condizioni di funzionamento e la temperatura di regolazione
degli impianti, consenta l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto.
Per quanto attiene agli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, il
comma 74, lett. c) dell’articolo unico in esame, estende a tutto il
2016 la detrazione di imposta per le spese di recupero del patrimonio edilizio nella misura del 50%. E’ stata prorogata fino al
31 dicembre 2016 anche la detraibilità al 65% delle spese sostenute per gli interventi in funzione antisismica di cui all’art. 16-bis
comma 1, lett. i) del TUIR. Allo stesso modo, è stata estesa fino al
31 dicembre 2016 la detrazione del 50% riconosciuta per le ulteriori spese sostenute e documentate, fino ad un massimo di
10.000 euro, per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici
destinati ad arredare l’immobile oggetto di recupero edilizio, precisando che tale incentivo è svincolato dall’entità della spesa sostenuta per l’intervento di ristrutturazione.
Osservazioni
La conferma della proroga anche per il 2016 dei bonus per le
ristrutturazioni edilizie, compreso l’acquisto dei mobili e dei
grandi elettrodomestici, e per gli interventi di riqualificazione
energetica degli immobili (c.d. eco bonus) è positiva ed accoglie
le sollecitazioni di Confindustria. In chiave prospettica, andrebbe
valutata la possibilità di rendere permanenti queste tipologie di
detrazione, inserendo la relativa disciplina all’interno del TUIR.
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economica e sociale. Settore in fortissima espansione, anche in questi anni di crisi.
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FEBBRAIO 2016
Istruzioni per far felici le orchidee
tempo di lettura:
3 min
di Marzia Cappuccio
C’era una volta, narra la leggenda dell’Epiro, un giovinetto bellissimo di nome Orchide, al quale, all’inizio dell’adolescenza, spuntarono due seni femminili... la sua ambiguità si rifletteva anche
nel carattere: talvolta timido e schivo come una ninfa, talaltra aggressivo e lussurioso come il dio Pan. (Florario di A. Cattabiani)
Così si presenta l’orchidea, uno tra i fiori più conosciuti del mondo, mostrandosi simbolo di eleganza e rivelandosi sinonimo di semplicità (nella manutenzione) e di adattabilità.
Le orchidee sono entrate nelle nostre case molti anni fa
con la varietà Cymbidium, ed oggi sono alla portata di tutti con le cugine Phalenopsis, Cambria, Dendrobium, Cattleya.
Molti nomi complicati, ma un solo, semplice modo di averne
cura per farle durare felici nel tempo: acqua una volta a settimana, meglio nel substrato piuttosto che nel sottovaso, per evitare di inzuppare troppo il “composto” nel quale sono invasate,
già miscelato per trattenere l’umidità; non travasare, se non in
caso di estrema necessità… meglio sostenerle con una concimazione specifica nel periodo della fioritura e poi lasciarle riposare (anche riducendo la dose di acqua e di luce) per almeno 3 o
4 mesi; esposizione luminosa, ma non sole diretto (soprattutto
se vengono tenute all’aperto nei mesi estivi); la temperatura può
essere variabile, ma non è consigliabile al di sotto dei 12 gradi.
Dilemma sulla potatura dei rami sfioriti dei Phalenopsis? Attendere almeno un mese e mezzo dalla caduta dell’ultimo fiore, nonchè il progressivo ingiallimento dello stelo floreale…
dopodiché, se nulla fa capolino dalle ascelline del ramo, si può
procedere al taglio alla base del medesimo, facilitando la pianta.
Ora avete le istruzioni basilari per far felici le orchidee di casa :)
Marzia per “Papaveri & Papere”, piante e fiori in
tel.3383577344 contatto FB Marzia Cappuccio
Stufa pirolitica: l’occasione giusta per metterla alla prova!
Cortemilia
tempo di lettura:
4 min
tempo di lettura:
5 min
di Matteo e Stefano, creatori del blog Versoluno.com
Cari lettori di Vivere Sostenibile, abbiamo approfittato di questi
giorni di sole per utilizzare la stufa pirolitica e fare un confronto
con un tradizionale barbecue a legna utilizzato in campeggio.
Invitati a casa di amici, subito tutti si sono incuriositi: non ci
credevano che si potesse sviluppare fuoco dalla legna senza fare
fumo!
I vantaggi della pirolisi rispetto al classico barbecue sono
lampanti:
1) In pochi minuti abbiamo spezzettato scarti di legna di bancale,
mentre loro hanno dovuto prendere dei tronchi, tagliarli e
accendere un fuoco a terra.
2) Mentre loro aspettavano con ansia da un quarto d’ora che si
sviluppassero braci, noi avevamo già raggiunto la pirolisi con una
fiamma senza fumo.
3) Mentre iniziavano a mettere le prime braci nel barbecue, noi
avevamo già appoggiato la padella sopra i supporti della stufa
pirolitica. Nessun odore e fumo! Tranne quello del loro barbecue!
4) Noi cucinavamo lentamente in padella e giravo il cibo con una
semplice forchetta, senza scottarmi e senza affumicarmi. Loro
respiravano tutto il fumo, stando ben attenti a non scottarsi. Loro
usavano una lunga forchetta stando attenti a spegnere i fuochi che
partivano per via del grasso che cadeva sulle braci.
5) Con qualche altro piccolo scarto di bancale noi mantenevamo
la pirolisi, loro erano indaffarati a rompere legna per il fuoco a
terra. 6) Non abbiamo mai avuto problemi con la cottura gestendola
come meglio ritenevamo. Loro hanno “bruciacchiato” diverse
pietanze...
7) Alla fine della grigliata abbiamo svuotato il biochar (carbone
bio-utilizzabile come concime) nel terreno del vicino (felice di
averlo, dato che stava preparando l’orto). Abbiamo preso in mano
la stufa dai comodi manici in legno (per niente caldi) e riversato
il contenuto senza scottarci. Loro hanno dovuto attendere che si
raffreddassero le braci per buttare la cenere.
8) A fine giornata, abbiamo caricato velocemente la stufa pirolitica
nel bagagliaio della macchina, mentre loro hanno dovuto smontare
la struttura metallica e pulirla.
9) Con la stufa pirolitica abbiamo fatto del bene all’ambiente
perché non abbiamo aumentato la CO2 nell’aria, avendola
riportata al suolo attraverso il biochar, mentre con il fuoco
tradizionale questo non è stato possibile.
La stufa pirolitica è illustrata in tutte le sue sfaccettature (c’è
anche chi se la autocostruisce!) all’interno del progetto Maverich
esposto nel nostro blog.
Eco abitare - Le 10 regole-base per scaldare risparmiando e inquinando meno
di Veronica Ventura
Preparato dagli esperti del ministero e dell’ENEA, ecco il
vademecum per scaldare al meglio le proprie case, evitando
però sprechi e brutte sorprese nella bolletta (o sanzioni
per non aver effettuato le revisioni di legge).
• Fare la manutenzione degli impianti. È la regola numero
uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni:
un impianto ben regolato e ben manutenuto consuma
e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione del
proprio impianto rischia una multa non inferiore a 500
euro, in base a quanto stabilisce il DPR 74/2013.
• Controllare la temperatura ambiente. Scaldare troppo
la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa
consente una temperatura di 20 - 22 gradi, ma 19° sono
più che sufficienti a garantire il comfort necessario.
Attenzione, inoltre, perché ogni grado abbassato si
traduce in un risparmio dal 5 al 10% sui consumi di
combustibile.
• Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo di
accensione giornaliero è indicato per legge e cambia
a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa
l’Italia.
• Usare i cronotermostati. Un aiuto al risparmio arriva dai
moderni dispositivi elettronici che consentono di regolare
temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere
l’impianto in funzione solo quando si è in casa.
• Applicare valvole termostatiche. Queste apparecchiature
aprono o chiudono la circolazione dell’acqua calda nel
termosifone e consentono di mantenere costante la
•
•
•
temperatura impostata, aiutando a concentrare il calore negli
ambienti più frequentati e a evitare sprechi.
Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. È un
‘trucco’ semplice ma molto efficace per ridurre le dispersioni
di calore.
Schermare le finestre la notte. Chiudendo persiane e tapparelle
o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore
verso l’esterno.
Fare il check up alla propria casa. L’isolamento termico su
pareti e finestre dell’edificio è un aspetto da non trascurare:
se la costruzione è stata fatta prima del 2008, probabilmente
non rispetta le attuali normative sul contenimento dei
consumi energetici e conviene valutare un intervento per
isolare le pareti e sostituire le finestre. Con nuovi modelli
che disperdono meno calore, il beneficio può essere doppio:
si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire
dei cosiddetti ecobonus, la detrazione fiscale del 65%.
• Impianti di riscaldamento innovativi. Se l’impianto ha più
di 15 anni, conviene valutarne la sostituzione ad esempio con
le nuove caldaie a biomasse, le pompe di calore, o con impianti
integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata
da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore
alimentata da impianto fotovoltaico. Per questi interventi si
può usufruire degli ecobonus per la riqualificazione energetica
degli edifici 65% e del patrimonio edilizio del 55%.
• Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni. Mettere
tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come
asciuga biancheria disperde calore ed è fonte di sprechi.
Inoltre attenzione a non lasciare troppo a lungo le finestra
aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti,
evitando inutili dispersioni di calore.
Da fine settembre diventa obbligatorio installare solo caldaie a
condensazione, in grado di recuperare gran parte del calore
contenuto nei fumi che, altrimenti, andrebbe disperso nel camino.
I produttori di caldaie non potranno più immettere sul mercato
quelle non a condensazione.
SITI per APPROFONDIRE:
EVENTI
20
www.bassopiemonte.viveresostenibile.net
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FEBBRAIO 2016
Dal 1 al 7
occasione speciale
EMOZIONI SOLIDALI 2016
Prosegue con un mondo di bomboniere artigianali del commercio equo e solidale per tutte le occasioni importanti: battesimo, matrimonio, laurea,
prima comunione, cresima. Ad Asti, Bottega di Via
Cavour 83.
giovedì 4 dalle ore 15,30
laboratorio
FEBBRAIO 2016
giovedì 11 e 25 ore 20.30 - 23.00
incontro
CARNEVALE CON CULINARIA
laboratorio preparazione dolci dal sapore originale
.... senza latte, uova e zucchero. Ad Asti, Bottega di
Via Cavour 83.
sabato 13 - ore 9 - 12
lunedì 15 ore 20.30
laboratorio
INCONTRO
Repair café
Un’occasione per provare insieme a riparare i vostri piccoli elettrodomestici rotti supervisionati dai
tecnici del laboratorio RiparAmi di Bistagno. Presso il bar Dante di Acqui Terme AL.
Riunione del G.A.S. di Dendros
Alla base della nostra scelta c’è la condivisione della
critica verso il modello di consumo e di economia
globale ora imperante, insieme alla ricerca di un’alternativa praticabile da subito.
Ass. Dendros, Centro San Paolo,V.le Italia 15, Canelli
[email protected] www.dendros.it
domenica 14 - ore 14
giovedì 4 e 18 ore 20.30-22.30
Giornata di scambio semi
Ancora una volta siamo felici di incontrare altri appassionati per lo scambio di semi, di esperienze e
informazioni all’insegna della Biodiversità. Presso la
Sala Consiliare di Visone AL
SCAMBIO REIKI
aperto a tutti i soci anche per chi vuole farsi trattare con il Reiki per sperimentarlo direttamente
da chi ha fatto già il 1 livello sotto la supervisione
della Master Reiki. Con Oriana Repetto 338 900
16 07. Associazione Sastoon, info@sastoon, via San
Martino 6 Acqui Terme.
giovedì 4 e venerdì 5
incontro
CONSULENZE NATUROPATICHE
Con Domenico Bassi. Per prenotazioni: Claudia Minetti 338 44 98 225. Associazione Sastoon, info@
sastoon, via San Martino 6 Acqui Terme.
sabato 6 e 20 ore 11.00 - 12.30
incontro
LABORATORIO COREOGRAFICO di
DANZA ORIENTALE
Con il velo di seta. Con Claudia Minetti 338 44 98
225. Associazione Sastoon, info@sastoon, via San
Martino 6 Acqui Terme.
domenica 7 ore 10.00-12.30
incontro
GUASHA
Ripasso trattamento viso. Con Claudia Minetti 338
44 98 225.Associazione Sastoon, info@sastoon, via
San Martino 6 Acqui Terme.
incontro
Domenica 14 ore 16.00 - 19.00
incontro
COSTELLAZIONI FAMIGLIARI
come creare il proprio albero genealogico - quali
sono gli eventi significativi? Con Claudia Stricker
347 05 131 75. Associazione Sastoon, info@sastoon, via San Martino 6 Acqui Terme.
DA GIOVEDI’ 21
lunedì 21 ore 19.30 davanti all’associazione
incontro
MEDITAZIONE E CAMMINATA SOTTO
LA LUNA PIENA
prenotarsi da Claudia Stricker 347 05 131 75. Con
Antonella e Oriana Repetto. Associazione Sastoon,
info@sastoon, via San Martino 6 Acqui Terme.
mercoledì 24 ore 20.00-23.00
incontro
COSTELLAZIONI FAMIGLIARI
Gli eventi traumi degli antenati e la loro ripercussione nel presente dei discendenti. Con Claudia Stricker 347 05 131 75. Associazione Sastoon,
info@sastoon, via San Martino 6 Acqui Terme.
sabato 27 ore 17.00 - 20.00
lunedì 8 ore 18.30-19.45
incontro
MEDITAZIONE NATARAJA (la danza
come meditazione)
Tutte le divisioni interiori scompaiono e rimane
una consapevolezza sottile e rilassata. Con Oriana Repetto 338 900 16 07. Associazione Sastoon,
info@sastoon, via San Martino 6 Acqui Terme.
mercoledì 10 ore 15.00 - 17.30
incontro
BENESSERE E LEGGEREZZA
“una tipologia alla volta”
Conoscere le tipologie della bioenergetica e imparare a fare un trattamento con oli essenziali specifici per tipologia cerebrale (seconda parte). Con
Claudia Stricker 347 05 131 75.Associazione Sastoon, info@sastoon, via San Martino 6 Acqui Terme.
laboratori
DO IN e PRATICA OHASHIATSU
con Claudia Minetti C.O.I. 338 44 98 225. Associazione Sastoon, info@sastoon, via San Martino 6
Acqui Terme.
Laboratorio di costruzione maschere con
materiale riciclato aperto a grandi e piccini. Ad Asti,
Bottega di Via Cavour 83.
incontro
sabato 6 - dalle ore 15,30
incontro
DO IN E PRATICA OHASHIATSU
Aperto a tutti soci per imparare l’auto-massaggio
Do In che armonizza il flusso energetico lungo i
meridiani dell’agopuntura e sperimentare una sessione di Ohashiatsu con la supervisione dell’insegnante; con Claudia Minetti C.O.I. 338 44 98 225.
Associazione Sastoon, info@sastoon, via San Martino 6 Acqui Terme.
domenica 28 ore 10.00 - 17.00 con pausa pranzo
incontro
GINNASTICA COMODA - per distendere le tensioni muscolari
Con Serena Rusin 338 25 65 496. Associazione
Sastoon, info@sastoon, via San Martino 6 Acqui
Terme.
Vuoi pubblicare i tuoi
“appuntamenti
sostenibili”?
Invia i tuoi comunicati a:
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La pubblicazione resta
ad insindacabile giudizio
dell’editore
Mercatini contadini
ogni giovedì • 8.30 ­12.30
Mercato di Agrinsieme
mercato settimanale dei produttori del territorio a
“km zero”, prodotti anche biologici.
Via Dossena, Alessandria.
ogni sabato (da settimana prima di Pasqua fino a
settimana prima di Natale) • 9-­13
Mercato dei contadini delle langhe
5/6 banchi, alcuni bio, all’esterno del mercato generico di abbigliamento ecc
Piazza delle Piane ­Novi Ligure (AL)
Gruppo di ca 20 coltivatori, allevatori e trasformatori della zona intorno a Dogliani (Cn.). Nocciole e
dolci con le Nocciole, frutta e verdura stagionale,
funghi, conserve, succhi di frutta, marmellate, carne
suina e bovina, formaggi freschi e stagionati, acciughe, tipi rari di sale con spezie, vino, birra, riso, polenta, ecc. Alcuni di noi hanno la certificazione bio.
Piazza Umberto I, Dogliani (CN)
www.mercatodeicontadinidellelanghe.it
ogni venerdì (da marzo a dicembre) • 8­-13
ogni 1° sab. del mese • 9­-13
ogni giovedì • mattino
Mercato settimanale
Mercato di produttori km 0
Frutta, verdura, formaggi, prodotti a base nocciola
es altri prodotti tipici, forniti da produttori locali
giovani (tutti under 40)
Pazza Statuto ­Asti
ogni sabato • 9-­13
Antico Mercato di Volpedo
FRUTTA, VERDURA, FARINE, PANE, PRODOTTI
DA FORNO, MIELE, FORMAGGI, SALUMI, VINO,
BIRRA E MOLTO ALTRO...
mercato della frutta,Volpedo (AL)
http://www.mercatodivolpedo.org/
ogni sabato • 9-­14
Mercato della Terra di Alba
grande varietà di prodotti in esposizione formaggi a latte crudo, vini, conserve e miele, trasformati,
ecc. Molti dei produttori sono di giovane età, tutti
dotati di grande sensibilità rispetto al tema delle
produzioni alimentari sostenibili, e provenienti dalle aree circostanti Alba.
Piazza Pertinace, Alba (CN)
http://www.mercatidellaterra.com/ita/network/
alba
ogni sabato • 9-13
Mercato della Terra Amica
A Calamandrana si possono acquistare frutta e
verdura di stagione, latte crudo, vino, miele, confetture, formaggi, salumi, erbe aromatiche. Inoltre, la
tradizionale farinata detta Bèlécauda, di ceci cotta
in forno a legna, e i presìdi Slow Food.
Piazza della Stazione, Calamandrana (AT)
http://www.mercatidellaterra.com/ita/network/calamandrana
Mercatino bio “il Paniere”
Ogni primo sabato del mese, ad Acqui si ritrovano
produttori biologici di vino, miele, farine, formaggi,
frutta e verdura, ecc.
Mercato ortofrutticolo, Acqui Terme (AL)
http://www.ilpaniere.it/
ogni 2° sab. del mese • mattino e pomeriggio
Mercatino biologico
Piazza San Secondo, Asti
ogni 3° sab. del mese • mattino e pomeriggio
Mercatino bio “il Paniere”
Prodotti alimentari e giochi in legno, lane tessute
a mano e tinte con colori vegetali, libri, pentole in
terracotta.
piazza Mazzini, Casale M.to (AL)
http://www.ilpaniere.it/
ogni sabato • pomeriggio
Mercatino biologico e contadino
Prodotti alimentari bio e contadini della zona
via Roma, Bubbio (AT)
ogni sabato • mattino
Mercatino biologico
prodotti alimentari bio
piazza Cereseto Ovada (AL)
ogni sabato • mattino
Mercato dei contadini di Fossano
Il mercato, gestito dal Comune, ospita produttori
provenienti dalla Provincia di Cuneo ed ha 20 postazioni fisse più 3 a rotazione
Viale Alpi, Fossano (CN)
SITI per APPROFONDIRE:
EVENTI
www.bassopiemonte.viveresostenibile.net
21
www.bassopiemonte.viveresostenibile.net
FEBBRAIO 2016
Un ricco Febbraio per il Centro YOGANATARAJA
tempo di lettura:
6 min
a cura di Cittadini volontari della Coalizione Clima
A Rocca d’Arazzo a pochi chilometri da Asti immersa nel verde delle colline, in un clima tranquillo e
accogliente il centro Yoganataraja propone corsi di
yoga, meditazione, corsi di massaggio, seminari di
crescita personale, counselling individuale.
Beppe Parodi è l’insegnante di questo centro e dedica la sua vita alla ricerca spirituale, allo scambio
e alla condivisione. Creare un ambiente vivo, che
si rinnovi, dove il mistero dell’esistenza venga percepito con il cuore e i sensi risvegliati, sono al centro del suo lavoro. “La scoperta di sè, della propria
natura autentica è la scoperta più importante della
vita. Scoprendo se stessi ci si unisce al flusso dell’esistenza, nasce una saggezza interiore basata sul fluire
più che sulla conoscenza acquisita. La consapevolezza è sufficiente, ma che viaggio incredibile spogliarla
di tutti gli abiti di cui si è coperta nel cammino della
nostra esistenza …”
ogni 2a domenica del mese • mattino
Prodotti e sapori
Produttori prevalentemente astigiani. Frutta, verdura, formaggi, salumi, conserve, miele, piante e
fiori
Piazza alfieri e portici anfossi ­Asti
segnalaci
il mercatino
biologico
o
a km 0
della tua zona
manda una email a:
[email protected]
Utilizzeremo le tecniche del testo di base Vijnana Bhairava Tantra
Due incontri al mese
Giovedì 11 e Giovedì 25
MINDFULNESS - Seminario esperienziale
Imparare a sentire la bellezza e la meraviglia del mondo attraverso semplici pratiche che ci donano silenzio, pace, capacità di ascolto e presenza
Domenica 20 Febbraio ore 10.00 - 13.00
Prenotazione obbligatoria
YOGA
Rocca d’Arazzo:
Lunedì ore 20.00; Giovedì ore 18.30 e
ore 20.00;Venerdì ore 9.30
Asti
Mercoledi ore 19.00;Venerdì ore 18.30
Presso associazione serenamente Olos
Agliano Terme
Lunedi ore 18.00
Presso stabilimento termale di Agliano
Canelli
Martedì ore 18.30 e ore 20.00
Dendros - presso biblioteca civica, ultimo
piano
NUOVO CORSO DI MASSAGGIO AYURVEDICO
Sabato 20 febbraio ore 15.30 -18.00
NUOVO CORSO DI MEDITAZIONE
Un percorso serio di meditazione e di lavoro interiore attraverso gli
insegnamenti del tantra.
TANTRA IN TOUR!! 2015/2016 Beppe Parodi sarà ad Albenga per il
ciclo di seminari:
“TANTRA IL RISVEGLIO DEL CUORE” - I Chakra e la Vita - ANAHATA - il Quarto Chakra
Il Tantra è la via che ci insegna a penetrare e conoscere con consapevolezza tutti gli stati mentali, emozionali e fisici dell’essere umano permettendo una naturale e consapevole evoluzione umana. Il cuore, nel Tantra
yoga è Kunda, la grotta dell’Anima. Il Nostro percorso insieme sarà un
viaggio nell’amore e nel rispetto di tutto ciò che incontreremo, in noi
e negli altri, e che ci insegnerà a danzare con ogni aspetto della vita.
Domenica 7 febbraio: ANAHATA CHAKRA presso ASS.Yoga del Cuore, Albenga.
Trance dance
26 febbraio ore 20.30. Percussioni dal vivo a cura di kaylan Giuseppe
Bianco.
Incontro sulla meditazione con Swami Satya Shivananda
Aperto a tutti. Giovedì 18 febbraio ore 21.15
Per info e prenotazioni (obbligatorie):
CENTRO YOGANATARAJA
Fraz.S.Anna 24 Rocca d’Arazzo
cell. 333 92 53 054
http://centroyoganataraja.wordpress.com/
mail :[email protected]
https://www.facebook.com/AssociazioneYoganataraja
Secondo appuntamento Repair café ad Acqui Terme
tempo di lettura:
4 min
di Virginia Bada
I Repair Café sono officine di riparazioni itineranti, dove le persone possono portare i
propri elettrodomestici
che non funzionano, e
provare a ripararli con
persone esperte che
offrono la loro collaborazione in modo del
tutto gratuito.
Il primissimo Repair
Café ha avuto luogo
nell’ottobre del 2009 a
Amsterdam; nel 2011
è nata la Repair Café
Foundation, e in seguito questi eventi si sono
diffusi rapidamente soprattutto nel Nord Europa e in Francia, per
poi espandersi anche
verso gli Stati Uniti.
Dietro a questa realtà, vi è la volontà di ridurre la quantità di rifiuti conferiti in discarica,
contrastando anche la politica di obsolescenza programmata messa in
pratica dalle case costruttrici di elettrodomestici.
Nei Repair Café le riparazioni sono completamente gratuite, e l’idea è
che i volontari non solo mettano a disposizione le proprie capacità di riparazione, ma cerchino di trasmettere le loro capacità a tutti coloro che
vi si recano. I Repair Café sono creati su base locale per la popolazione
locale, e sono particolarmente utili anche e soprattutto nelle cittadine
di dimensioni ridotte, dove per potere usufruire dei centri di riparazione “ufficiali” bisogna spostarsi su altre città. In Italia i Repair Café sono
ancora pochissimo diffusi: si stanno facendo i primi passi in questo senso
a Roma e Pavia, e alcuni tentativi ci sono stati anche in Emilia Romagna.
Proprio perché queste esperienze sono ancora di tipo pionieristico,
sorprende piacevolmente il fatto che sia offerto questo servizio ai cit-
tadini di un piccolo centro come Acqui. Promotore dell’iniziativa é la
cooperativa Impressioni Grafiche di Acqui, che dell’attenzione al recupero e al riutilizzo ha fatto un suo punto forte: basti pensare al negozio
del riuso solidale Solimarket oltre che, ovviamente, alla rivista in distribuzione gratuita Vivere Sostenibile. Con il Repair Café la cooperativa
vuole diffondere ulteriormente la cultura dell’attenzione all’ambiente;
l’invito è quindi quelloARCICONFRATERNITA
a non buttare gli elettrodomestici che non sono
NATIVITÀ
MARIA SS.
E SAN
funzionanti, ma
di portarliDI
al prossimo
Repair
Café,CARLO
che si svolgerà nella

mattinata
di sabato 13 febbraio presso il Bar Dante di Acqui Terme. Gli
Cooperativa
Rurale
S. Antonio
Ab.
esperti volontari
della cooperativa
cercheranno
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