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Paik e Godfrey - Arte Scienza e Conoscenza
HAPPYTECH, MACCHINE DAL VOLTO UMANO NAM JUNE PAIK E JOHN GODFREY Pioniere della videoarte, Nam June Paik (Seoul, 1932 – Miami, 2006) ha cominciato ad esplorare già dai primi anni Sessanta le potenzialità dell’immagine elettronica. Celebri sono le sue prime elaborazioni, nelle quali interviene direttamente sul tubo catodico del televisore con magneti in grado di alterare la trasmissione del segnale, ottenendo così immagini astratte e in movimento. In linea con la poetica del gruppo Fluxus, Paik sosteneva la possibilità di un’arte che, grazie anche all’ausilio delle nuove tecnologie, giungesse direttamente al fruitore e che in tale immediatezza si facesse strumento per una ridefinizione dell’ambiente socio-culturale. In Global Groove, realizzato con John Godfrey, si coglie sia la ricerca della bellezza formale che la vena utopistica che attraversa le sperimentazioni linguistiche della fine degli anni Sessanta. In particolare il riferimento è al villaggio globale di Marshall McLuhan, concetto che il teorico utilizza per descrivere come il mondo sia diventato ‘piccolo’ grazie all’avvento del satellite. Nel villaggio globale contenuti provenienti da ogni parte del mondo e relativi ad ogni disciplina possono essere condivisi in tempo reale; Global Groove si compone dunque di un mix di brani tratti da programmi televisivi, contributi di artisti (John Cage, Allen Ginsberg, Charlotte Moorman e Karlheinz Stockhausen), filmati di videoartisti come Jud Yalkut e Robert Breer, e brani tratti da precedenti video di Paik. Combinando immagini provenienti dai mass media e lavori video d’avanguardia, Paik sembra soffermarsi su un uso della tecnologia capace di annullare la distinzione tra cultura bassa e cultura alta. Didascalia immagine Nam June Paik e John Godfrey Global Groove, 1968 Video (copia in DVD) Courtesy MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Roma e Electronic Arts Intermix, New York