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cottarelli: "mae primo nei tagli" e c`e`, ovviamente
FILP Farnesina Coordinamento Nazionale FILP Affari Esteri 000135 ROMA – P.le della Farnesina 1 sito internet: www.farnesino.eu www.farnesino.it Email: [email protected] COTTARELLI: "MAE PRIMO NEI TAGLI" E C'E', OVVIAMENTE ANCHE L'ISE Il Commissario Straordinario per la revisione della spesa Carlo Cottarelli ha riconosciuto al Ministero degli Affari Esteri il primato dei tagli. Nel suo documento "PROPOSTE PER UNA REVISIONE DELLA SPESA PUBBLICA (2014-16)", presentato al Senato ieri e base delle decisioni del Governo Renzi si dice che: "Tra le misure dei gruppi di lavoro ministeriali il contributo relativamente più elevato, rispetto al proprio bilancio, è stato dato dal Ministero degli Esteri (inclusa revisione indennità servizio all’estero)." Siamo orgogliosi che il MAE sia in prima linea nello sforzo di far pagare ai suoi dipendenti gli sprechi della classe dirigente italiana. Anche se l'Amministrazione ci ha voluto tenere all'oscuro di tutto, è facile pensare che i diplomatici MAE chiamati a far parte dei gruppi di lavoro di Cottarelli abbiano scelto di sacrificare l'ISE, unica speranza di campare per le qualifiche funzionali, e di difendere strenuamente privilegi e stipendi riservati ai diplomatici. Il MAE come al solito difende il ruolo dei diplomatici, e solo il loro, come anche recentemente sostenuto dal Segretario Generale, che ha difeso sulla stampa il concorso dei diplomatici ma non i concorsi degli altri dipendenti MAE, evidentemente considerati, come sempre, figli di un dio minore. Sta qui l'unica vera discriminazione al MAE! Prendiamo atto che l'Amministrazione ha deciso una fondamentale manovra di revisione e riduzione dell'ISE senza alcun autentico confronto con le parti sociali. Speriamo che ne prendano atto anche quelle parti sociali che amministrano tranquillanti via email agli iscritti. Sì, state calmi, non c'è proprio da preoccuparsi. C'è chi ai tavoli si occupa di noi. Fidiamoci dei nostri collaudati rappresentanti ai tavoli negoziali come abbiamo fatto nel 1999, quando ci hanno privatizzato così bene; nel 2001 quando ci hanno bloccato gli stipendi; nel 2003 quando il SNDMAE ha ottenuto aumenti strabilianti per i diplomatici e noi niente; nel 2009 quando hanno introdotto il triste carnevale della valutazione; nel 2010 quando si sono inventati le Direzione Centrali per moltiplicarsi col turbo i posti; nel 2013 quando hanno sforbiciato il nostro organico. E ora, 2014, tocca all'ISE. Sarà toccata l'ISE di tutti? In che proporzioni? Sarà salvaguardato il principio fondamentale che chi ha di più deve dare di più? Se invece il modello che si userà per il ridimensionamento dell'ISE sarà quello adottato quest'anno per i traslochi sappiamo che ci sarà chi ci potrà guadagnare, cioè i gradi più alti della carriera diplomatica, e chi sicuramente ci perderà e molto: tutti gli altri. L'ISE è un’indennità che segue un modello distributivo relativamente meno iniquo di altri, visto che il livello più alto della scala gerarchica percepisce 3,65 volte l'ISE rispetto a quella del livello più basso. Si potrebbe pensare di ridurre questo divario tra minimo e massimo dell'ISE, ma sicuramente sono gli stipendi al MAE che sono assurdamente iniqui rispetto a tutti i parametri, anche quelli europei. Infatti il livello stipendiale più alto è 15 volte quello percepito dal livello più basso. E poi non c'è alcun rapporto tra stipendio e risultati. Cottarelli ha fatto rilevare, invece, che gli stipendi dei dirigenti apicali in Germania sono più equi: lo stipendio massimo è solo cinque volte il reddito pro capite tedesco. E poi i risultati per i cittadini in Germania sono visibili: servizi, sanità, scuola, etc. Chissà che brutta fine faremo come paese se ridurremo lo stipendio ai diplomatici. Sicuramente scenderà l'export nazionale perché i diplomatici saranno meno motivati. Invece, proprio mentre il loro stipendio saliva alle stelle, con il loro fondamentale contributo l'export italiano è passato dal 4,5 % del 1998 al 3 % nel 2011. E chissà cosa succederà agli investimenti stranieri in Italia senza l'ingrata opera di seduzione che i diplomatici italiani svolgono verso il capitale mondiale. Non sia mai che l'Italia, grande potenza economicofinanziaria che di diritto siede nel G8, si privasse della spinta dei suoi diplomatici, perché potrebbe perfino scivolare al 35° posto della classifica mondiale nell'attrazione degli investimenti diretti. Mentre oggi l'Italia, anche grazie ai nostri bravissimi diplomatici, occupa il 36° posto. Ma non preoccupiamoci! Sempre allegri bisogna stare, cantava il premio Nobel Dario Fo! Roma, 20 marzo 2014