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Il iripremier. li abbiamo distrutti

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Il iripremier. li abbiamo distrutti
iri
Il premier. li abbiamo distrutti
e non andremo sotto
neanche a Palazzo Madama
Il segretario ai suoi: ora dobbiamo occuparci dee tasse troppo alte
dell'Italicum e dimostrando
che non è vero quello che si dice di lui, ossia che promette e
non mantiene: «Avevamo detto che questa era una riforma
fondamentale, dalla quale si
di Maria Teresa Mel!
poteva partire per portare
avanti le altre, e siamo stati di
ROMA «Abbiamo stravinto, li parola».
abbiamo distrutti: così andiaDunque, non possono essemo tranquilli fino al 2018». Alla
terza fiducia Matteo Renzi non re certo l'Italicum, e le polemiriesce a trattenere l'entusiasmo che che lo accompagnano, raper l'esito della vicenda dell'Ita- gioni di cruccio per il presidente del Consiglio.
licum.
Semmai, Renzi è preoccupaLa parola fine verrà pronunciata lunedì prossimo, ma il to per la decisione della Corte
presidente del Consiglio, fa- costituzionale. Quella sì che
cendo il punto con i fedelissi- non ci voleva. Trovare tutti quei
soldi, con la situazione economi, dà già per vinta la partita.
Non solo. Il premier fa mo- mica che è quella che è, non sastra di non temere nemmeno rà un passeggiata. Lo ammette
le prove del Senato, dove i nu- lo stesso premier, che pure è
meri sono ballerini e la mino- solito spandere ottimismo:
ranza del Partito democratico «Non sarà una prova facile.
potrebbe rivelarsi determinan- Dobbiamo verificare quale imte per il governo. Renzi scruta i patto può avere la sentenza delsommovimenti in quel ramo la Consulta sui conti pubblici».
Dopodiché l'indole ottimista
del Parlamento e nota come
Forza Italia è il «Movimento ,5 di Renzi prevale anche in occastelle» continuino a «perdere sioni complicate come questa.
pezzi». «Secondo me
spie- E il premier tenta perciò di rasga il premier ai suoi non an- sicurare i suoi, preoccupati per
dremo sotto nemmeno a Pa- le possibili conseguenze della
lazzo Madama. I senatori non sentenza della Corte costituzioseguono Bindi, Bersani e Letta nale. «Calma e gesso, ragazzi,
in questo potenziale suicidio». vediamo di studiare bene la
Insomma, l'inquilino di Pa- sentenza e vedrete che troverelazzo Chigi non sembra temere mo una soluzione anche queil «dopo strappo» sulla rifor- sta volta», è l'esortazione che
ma elettorale. Il che non signi- Renzi ha rivolto ai suoi. «Io
fica che sul disegno di legge ha spiegato il premier
non
costituzionale non aprirà a sono molto preoccupato. Non
delle modifiche. Ma lo farà ce n'è motivo. Siamo al governo
non tanto per ricostruire un proprio per risolvere questioni
complesse, per dare risposte
canale di comunicazione con i chiare e certe, per trasformare
suoi oppositori interni, quanto le eventuali criticità in opporperché ha capito che potrebbe- tunità. Quindi non fasciamoci
ro essere anche altri i voti che la testa».
mancano all'appello per manParla così, Matteo Renzi, pedare in porto quella riforma.
rò questa sentenza della ConIntanto Renzi si accontenta
di aver segnato il punto. Si può
presentare alle elezioni regionali, sbandierando il risultato
sulta giunge come un fulmine
a ciel sereno nel momento in
cui il premier già pensava a come affrontare il problema dei
problemi, ossia la situazione
economica. t su quella che il
presidente del Consiglio si
vuole concentrare, una volta
L'oc
L'obiettivo di arrivare
al 2018: nei prossimi 12
mesi l'economia crescerà
e ci giocheremo tutto
passata la boa della riforma
elettorale. Ci sta riflettendo sopra da tempo, convinto che la
mossa vincente può essere solo
in quel campo. Secondo lui ser
virà anche a fugare le polemiche di questi giorni sull'Italicum e a far dimenticare divisioni e contrapposizioni.
«Dobbiamo occuparci del
problema delle tasse che sono
troppo alte» è il ritornello dell'inquilino di Palazzo Chigi.
Con questa aggiunta: «Perciò
dobbiamo vedere come sostenere i tagli». Sì, la questione è
«tagliare nella pubblica amministrazione per poi tagliare le
tasse. t una cosa su cui dobbiamo lavorare seriamente».
Ovviamente non sarà questa
la priorità. O, meglio, non verrà
indicata pubblicamente come
tale, perché questo è un punto
più che delicato. Ma Renzi sa
che per «arrivare fino al 2018» è
necessario operare in quel
campo. «Nei prossimi dodici
mesi
ha spiegato il presidente del Consiglio ai suoi collaboratori
l'economia crescerà e noi non possiamo per
dere questa occasione. E su
questo che ci giocheremo tutto, governo e faccia».
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Divisioni
II 15 aprile
all'assemblea
dei deputati
dem passa la
linea di Renzi:
la legge
elettorale non
si cambia. Ma
su 310
parlamentari i
sì sono 190: la
minoranza non
vota la
relazione dei
segretario.
Speranza si
dimette da
capogruppo
1 deputati
della
minoranza nei
giorni
successivi
continuano a
chiedere
modifiche
all'Italicum, a
presentare
emendamenti
e a premere
perché non sia
posta la fiducia
Alla prova
dell'Aula però
la minoranza si
divide: 38
deputati pd
non votano la
fiducia; circa 50
nuovi
«filorenziani»
dicono sì, Area
riformista,
corrente di
Speranza, è
spaccata. I
dissidenti
accusano:
pressioni dal
governo. E c'è
chi pensa a
gruppi
autonomi
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