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testimoni della passione
SETTE COLLOQUI CON I TESTIMONI DELLA PASSIONE
IL VOLTO DELLA MISERICORDIA
pro-manuscripto
stampato in occasione del
Giubileo della Misericordia
8 dicembre 2015 - 13 novembre 2016
Testi liberamente tratti dalle poesie di don Massimo Astrua
Immagini elaborate da particolari di opere di Alexander Ivanov (p. 14),
Eugène Burnard (p. 7), Eustache Le Sueur (p. 13), Beato Angelico (p. 11 e 17),
James Tissot (p. 15), Hieronymus Bosch (p. 10), Luca Signorelli (p. 5),
Maestro della Cattura (p. 6), Michelangelo Buonarroti (p. 18),
Michelangelo Merisi da Caravaggio (p. 8), Tiziano Vecellio (p. 12),
William-Adolphe Bouguereau (p. 9).
SETTE COLLOQUI...
SENZA RISPOSTA
“Gesù Cristo è il volto della misericordia
del Padre”*, così ci ricorda papa Francesco
nella bolla di indizione del Giubileo della
Misericordia.
Se c’è però un luogo dove questo volto è
più riconoscibile, questo luogo è la passione
e la croce.
Se infatti ha dell’incredibile il fatto che,
per la nostra salvezza, il Figlio di Dio si faccia
uomo, quanto lo è di più il fatto che muoia in
croce per noi in mezzo a due peccatori.
“Presso la croce, Maria insieme a Giovanni
è testimone delle parole di perdono che escono dalle labbra di Gesù. Il perdono supremo
offerto a chi lo ha crocifisso ci mostra fin dove
può arrivare la misericordia di Dio”*.
Dobbiamo allora provare a fermarci e contemplare lo spettacolo della croce, per entrare
nel mistero di questa infinita compassione che
non teme la morte, e scoprire che “la giustizia di Dio è la misericordia concessa a tutti
come grazia, che la Croce di Cristo ci offre la
certezza dell’amore e della vita nuova, che
Dio va oltre la giustizia con la misericordia
e il perdono”*.
Davvero abbiamo bisogno di contemplare
questo mistero di misericordia che è sempre
* Cfr. Francesco, Misericordiae Vultus, passim.
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più grande di ogni peccato. Solo “conoscendolo”, infatti, ci sentiremo compresi, amati,
perdonati, rinnovati.
Abbiamo bisogno di sperimentare l’amore misericordioso del Padre, questo amore
sovrabbondante, esagerato, scandaloso. Ne
abbiamo bisogno per diventarne a nostra volta
annunciatori credibili.
Per fare questo, interrogheremo i testimoni
diretti che ebbero la ventura di incrociare, sul
loro cammino, Gesù nella via della croce:
~ Giuda, che con un bacio lo ha tradito;
~ Pietro, che lo ha rinnegato;
~ Simone, costretto a portare la croce con lui;
~ il Ladrone, che al suo fianco sulla croce ha
rubato il paradiso;
~ la Maddalena, rimasta ai piedi della croce;
~ il soldato, che gli ha aperto il fianco con la
lancia...
~ e la Madre.
Saranno sette colloqui, detti in una forma
poetica semplice, ma vera, adatti alla preghiera.
Saranno sette colloqui, sette domande
senza risposte, perchè quelle dovremo darle
noi, contemplando quel volto che tanto ci ha
amato.
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Giuda
“Giuda con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?”
(Luca 22, 48)
Giuda,
scelto da Cristo
quando, puro di cuore,
l’incontrasti.
Gli dicesti:
“Signore,
se mi accetti,
voglio restare per sempre con Te!”
Lo baciasti.
E Gesù ti rispose:
“Resta, amico,
ed annuncia il Vangelo di Dio
finché venga il suo Regno.
Poi nel cielo
vivrai sempre con me”.
Oh!
Qual gioia profonda
ti discese nel cuore!
E pensasti:
“Il Signore m’ha amato
e m’ha accolto.
Io vivrò solamente per lui,
io per lui solamente morrò”.
Perché allora,
sventurato fratello,
tu gettasti nel fango tal dono?
Perché mai soccombendo ad indegne passioni
e all’amor del denaro
oscurasti nell’anima la visione di quel volto?
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Finché un giorno, calata la notte,
lo baciasti di nuovo.
Ma fu un bacio di morte:
redentrice per Cristo,
ma di morte dannata per te.
Ti pentisti.
Ma non confidasti
in quel cuore che ancora ti amava,
in quel cuore che in te sussurrava
“Giuda, amico, ritorna da Me!”
Respingesti l’Amore!
E allor Satana, in te penetrato,
ti condusse nel vallo dei morti,
dove a un cappio di rami ritorti
ti sospese e ti uccise...
Giuda, dimmi:
in quell’ultimo istante di coscienza
che a tutti è concesso,
non hai forse pensato a quel bacio,
quello primo, che desti a Gesù?
E non hai mormorato il suo nome
come un bimbo
che invoca la madre?
Non Gli hai detto:
“Il peccato mio è grande,
ma ricorda
che Tu sei l’Amore?”.
Lo speriamo,
fratello!
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Pietro
“E Pietro uscito fuori pianse amaramente”
(Luca 22, 63)
Simon Pietro,
vibrante d’amore sincero
verso il Rabbì
che, solo tra tutti,
t’ha prescelto e t’ha posto
quale pietra fondante del Regno.
Sai tu dirmi
qual merito in te vide
per donarti tal grazia?
Penso sia la tua cieca fiducia
nel gettare,
solo perché lui te lo chiese,
al di là d’ogni umana speranza,
la tua rete alla destra.
Penso sia quel saperti un indegno
che ti spinse a gettarti ai Suoi piedi
adorando in Gesù il tuo Signore
e gridandogli forte:
“Sta lontano da me
perché sono, tu lo sai, peccatore!”.
Ma perché, là nell’orto, dormisti
quando Cristo in quell’ora d’angoscia
ti pregò di vegliare in preghiera?
E perché, generoso, ma incauto,
desti mano alla spada?
Tu l’amavi,
ma troppo fidavi nelle umane risorse;
mentre Lui ti chiedeva
(quante volte te lo chiese!)
di affidare la sua, la tua sorte,
nelle mani del Padre...
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Lui ti ha amato.
E di te s’è fidato,
pur sapendo che giunta una notte
(e qual notte!),
per un nulla l’avresti tradito:
e a una serva che ti riconobbe,
“Non lo conosco
– dicesti –
non so di dov’è!”
Lui ti ha amato anche dopo il peccato,
quando uscendo legato e percosso dal sinedrio
il suo sguardo dolente volle figger nel tuo.
Solo allor comprendesti
il dolor lacerante arrecato al Maestro!
E scoppiasti in un pianto d’amore.
Fu un amore per lui che non venne mai meno
e che eterno divenne quando attinse il martirio:
Quando, stese le braccia,
ritenendoti indegno di morir come Cristo,
supplicasti e ottenesti che la croce,
la tua,
fosse volta
col capo all’ingiù!
Pietro caro,
tu che ora nei cieli
vivi accanto a quel Figlio dell’uomo
che quaggiù confessasti esser Figlio di Dio,
guida in terra la Chiesa
che lui t’ha affidata
e a lei dona il vigore
di annunciare
Gesù crocifisso,
ma di farlo
col capo all’ingiù.
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Simone
“Allora costrinsero un certo Simone di Cirene a portare la croce”
(Marco 15, 21)
O Simone,
forzato a portare,
riluttante,
una croce non tua;
una croce di un altro,
di un ignoto chiamato Gesù!
Ma allorquando
vedesti il suo volto
ricoperto di sangue e di sputi
solo allora capisti...
e con scelta voluta
sottraesti
il gran legno al Signore.
Anche noi,
nel cammin della vita,
siam forzati a portare la Croce.
Sono croci gli affetti spezzati,
le incertezze del nostro domani,
la salute colpita dal male,
il pensier della morte...
Ma son croci
anche i dubbi dell’anima,
il rimorso del male commesso,
il timor di un eterno destino
comminato con giusto rigore.
Se però
noi fissiamo lo sguardo
su quel volto rigato di sangue,
su quel legno che grava,
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pesante dei nostri peccati,
sulle spalle del Giusto,
ancor noi, come tu lo facesti,
sottrarremmo al Signore la croce
accettando, volenti, le nostre;
e compiendo così,
per la Chiesa,
quel che manca al patir di Gesù.
O Simone,
maestro d’amore,
che ora in cielo
contempli beato il suo volto
di sangue rigato e di gloria,
dona a noi di portar la sua croce;
poi, con te,
di raggiungerlo
in cielo.
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Ladrone
“«Gesù, ricordati di me…».
«In verità ti dico oggi stesso sarai con me in Paradiso»”
(Luca 23, 42-43)
Mio fratello ladrone,
la tua vita
di furti, bestemmie e uccisioni
è ormai giunta alla fine;
alla fine umiliante
della morte di croce
riservata alla feccia del mondo...
Mentre sali sul colle del Cranio
col compagno di tanti delitti
ed ancora, con lui, maledici il tuo Dio,
solo allora t’avvedi che un terzo ladrone
si trascina in silenzio,
poco dietro di te.
Il suo volto è coperto di sputi,
il suo capo è attorniato di spine,
la sua veste trasuda di sangue ancor vivo,
le sue spalle si piegan dolenti
sotto il peso di un legno.
Chi è quel reo
che sale alla morte
seviziato da servi romani,
beffeggiato dai capi di Giuda,
attorniato da un popolo ostile che impreca
e da un popol devoto che piange?
Lo saprai fra non molto,
fratello,
quando affissa sul sommo del legno
leggerai la sentenza di morte:
è Gesù Nazareno,
condannato qual re dei giudei.
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Ma sol quando lo udisti implorare:
“Padre mio,
perdona gli ignari di tanto delitto”,
solo allora il tuo cuor si riempì di fiducia;
e volgendo il tuo sguardo su lui,
gli dicesti:
“Gesù mio. Re del Cielo,
non scordarti di me!”.
E fu allora che il re crocifisso
a te volto (ma volto anche a noi!)
cancellò nel suo sangue
i tuoi molti peccati:
“Oggi stesso, o diletto,
oggi stesso e per sempre,
tu sarai in paradiso con me!”
O ladrone incallito,
dove hai appreso quest’arte
di rubare un tesoro infinito,
solo armato di cieca fiducia
in un re crocifisso?
Od invece quell’arte
appartiene al Ladrone regale
che ha rubato il suo primo tesoro?
Lassù in cielo stupiscono gli angeli
nel vedere il martirio subito da Cristo;
ma più ancora stupiscono
che insieme introduca
nel cielo
un ladrone
incallito...
Sì, incallito.
Ma armato
di cieca fiducia
in Gesù!
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Maddalena
“Maria di Magdala stava presso la croce di Gesù”
(Giovanni 19, 25)
Maddalena, sorella
graziata dal sangue di Cristo,
quanto poco di te conosciamo!
Sappiam solo che sette demoni
t’avevano spinta per strade di morte...
Ma sappiamo che un giorno beato
- ma quando, ma dove? –
t’incontrasti con lui:
e i demoni crudeli fuggirono
ed entrò nel tuo cuore la Pace.
Noi pensiamo, ne abbiamo certezza,
esser stata la madre di Cristo
a invitarti a seguire il suo figlio
e ad unirti nell’umil servizio
ch’ella stessa prestava a Gesù.
Fino a quando, con lei,
tu vedesti
il tuo Rabbì legato e percosso,
ricoperto di spine e di sputi
umiliato e deriso,
esser spinto al Calvario.
Là tu c’eri.
Non c’eran gli apostoli,
ma tu c’eri.
E accanto alla Madre
tu vedesti configgere
i chiodi nelle mani
e nei piedi
del corpo di Dio,
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e innalzarlo sul legno
a morire per noi!
Tu ascoltasti
la flebile voce di Gesù
perdonare il ladrone pentito
e donare a noi tutti, in Giovanni, la Madre.
Poi lo vedesti spirare,
e una lancia romana
ferirlo nel cuore...
Si è compiuto in quel mentre
il riscatto dei nostri peccati:
se però, come te,
ci accostiamo alla croce
e baciamo adoranti
quei piedi piagati per noi,
con l’amore,
o sorella,
che a te ardeva
nel cuore.
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Longino
“Uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia
e subito ne uscì Sangue e Acqua”
(Giovanni 19, 34)
O Longino, fratello pagano,
comandato a colpir con la lancia
il costato del nostro,
del tuo Salvatore!
Col ferire
quel Cuore divino,
benché ignaro
di tanta missione,
desti inizio alla nuova Alleanza
dischiudendo a noi tutti
la fonte
di quell’acqua
che lava i peccati,
di quel Sangue
che dona la vita.
Ora dal Cielo
ove regni glorioso
ferisci anche noi
con quel ferro
irrorato dal sangue
di Cristo, affinché,
a quel divino
contagio,
ci ammaliamo
noi pure
d’amore!
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La Madre
“Anche a te, Maria, una spada trafiggerà l’anima”
(Luca 2, 35)
O Maria,
Già in quel giorno
che all’angelo dicesti:
“Ecce Ancilla”, tu sapevi
che il Figlio d’Iddio
che in te carne divenne,
allevato l’avresti
a prestare il suo dorso ai flagelli,
il suo viso agli sputi,
il suo corpo alla croce!
Lo sapevi!
Sei secoli innanzi
il veggente Isaia lo descrisse
“disprezzato e reietto dagli uomini;
di dolori coperto e trafitto
dai nostri delitti...”.
Lo sapevi, e accettasti!
Accettasti accogliendo
il volere del Padre
che tal figlio
chiedeva da te.
Lo sapevi e accettasti!
Quando,
giovane mamma,
secondo la Legge
lo portasti nel tempio,
Simeone il vegliardo
profetò che la spada
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del suo e tuo dolore
l’alma sua, l’alma tua
fuse nel sacrificio,
trapassate le avrebbe.
E accettasti...
Ma ora
dimmi, Maria:
quale amore ti spinse
a divider con Cristo
la passione e la croce?
Fu l’amore materno per lui
che non fece peccato,
o fu insieme
l’amore per tanti tuoi figli
dal peccato avviati
all’eterno dolore?
Fu l’amore per entrambi.
Nel tuo cuore materno
c’è il Figlio,
ma ci siamo anche noi.
Non permettere
che abbiamo
a sfuggirti,
ma trattienici,
o Madre,
anche a forza,
nel tuo cuore,
vicino
a Gesù!
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Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi
come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore
liberò Zaccheo e Matteo
dalla schiavitù del denaro;
l’adultera e la Maddalena
dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa’ che ognuno di noi
ascolti come rivolta a sé
la parola che dicesti alla samaritana:
Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza
soprattutto con il perdono e la misericordia.
Fa’ che la Chiesa sia nel mondo
il volto visibile di Te,
suo Signore,
risorto e nella gloria,
e possa portare ai poveri il lieto messaggio,
proclamare ai prigionieri
e agli oppressi la libertà
e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria
Madre della Misericordia
a te che vivi e regni
con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli.
Amen
(dalla preghiera per il Giubileo di Papa Francesco)
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