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Leggi sulle armi nel mondo – funzionano?
proTELL Gesellschaft für ein freiheitliches Waffenrecht Société pour un droit libéral sur les armes Società per un diritto liberale sulle armi 28.08.2010 Leggi sulle armi nel mondo – funzionano? di Don. B. Kates, tradotto dall'inglese da Richard Gasser Le società pacifiche non hanno bisogno di divieti generali di armi e le società violente non beneficiano in alcun modo di quest'ultimi. Fate attenzione ai fatti di cui secondo gli oppositori delle armi non dovremmo venire a conoscenza. Suicidi e omicidi in un confronto internazionale (classificati in base al numero più elevato di omicidi e suicidi) Estonia 39.99 Russia 26.6 Lettonia 26.0 Lituania 26.0 Finlandia 22.11 15.3 9.2 7.5 27.3 3.3 Ucraina 20.6 Danimarca 22.0 Austria 22.3 Svizzera 20.8 1.1 Francia 20.2 1.1 Belgio USA 8.0 5.0 1.5 19.3 11.5 Svezia 1.4 7.3 17.2 1.3 Germania 15.8 1.8 Lussemburgo 15.1 2.1 Nuovo Zelanda 13.9 Canada 12.9 Israele 7.3 Suizidi Omicidi per 100‘000 habitanti 1.9 1.2 1.2 Gli americani sono stati "ingannati" sulla questione della detenzione di armi, della severità e dell'efficienza dei divieti di armi in altri paesi. L'affermazione „gli USA hanno più libertà sulle armi e decisamente meno limitazioni rispetto a qualsiasi altra nazione industrializzata" non è assolutamente vera. Europa Altrettanto ingannevole è l'impressione che in Europa ci sia una legislazione sulle armi uniforme, in realtà è molto variata. Il Lussemburgo vieta ogni tipo di detenzione di armi privata. Francia, Belgio e Germania permettono la detenzione di pistole ma sono più restrittivi della maggior parte degli stati americani. In Austria ogni cittadino rispettoso della legge ha il diritto di acquistare armi da fuoco portatili e solo ca. il 10% della popolazione sfrutta questa possibilità mentre negli USA si tratta del 16%. Svizzera Qui le leggi sono simili a quelle vigenti in Israele e la disponibilità di armi è paragonabile a quella negli USA, ogni cittadino rispettoso della legge ha il diritto di acquistare un'arma. Oltre a queste libertà ogni milite integerrimo riceve un'arma da fuoco che custodisce al proprio domicilio e che utilizza per adempiere agli obblighi militari. Nella maggior parte dei casi l'arma è un "FASS90" in grado di sparare colpi singoli o in serie. Gli ufficiali o i sottoufficiali ricevono invece una pistola 9mm SIG Sauer P210 o P220. I militi che hanno terminato il servizio obbligatorio possono acquistare l'arma personale. Omicidi in Europa Il tasso di omicidi rilevato nella tabella degli stati citati in precedenza è relativamente basso. Il tasso in Lussemburgo è tuttavia decisamente più elevato rispetto agli altri paesi. 2.1 su 100‘000 abitanti rispetto a 1.2 in Israele e 1.1 in Svizzera, paese quest'ultimo con il tasso più basso di tutti . L'Europa occidentale da sempre presenta dei tassi di omicidi decisamente più bassi rispetto agli USA, tutto ciò non ha però nulla a che vedere con la legislazione sulle armi più severa. Questo aspetto esiste già da prima che venissero introdotte le leggi. I tassi bassi si presentano anche in Svizzera e in Austria dove le leggi sono molto più liberali. In Europa le leggi restrittive e i divieti si sono sviluppati dopo la prima guerra mondiale e non sono stati introdotti per combattere la criminalità. Sono stati invece causati da violenza politica nell'era tumultuosa degli anni dal 1918 al 1939. Tutto ciò probabilmente è stata la base per i divieti europei e le restrizioni che hanno miseramente fallito. Quest'ultimi non proteggono dagli omicidi, dal terrorismo e dai problemi di violenza politica, com'era il caso negli USA. Dalla secondo Guerra mondiale i crimini in Europa hanno subito un continuo aumento. Nel frattempo l'eminente storico Dr. C. Vann Woodward dell'Università di Yale cerca una risposta alla domanda "perché in Europa il tasso dei crimini è molto più basso che negli USA". Lo storico ha scritto "tra le guerre napoleoniche e la prima guerra mondiale 35 milioni di europei sono emigrati negli USA. L'importanza dell'occidente quale valvola di sicurezza per la società americana è stata senza dubbio sopravvalutato. Tuttavia è importante tenere in considerazione anche l'importanza dell'America quale valvola di sicurezza così come dell'effetto della chiusura della valvola dopo la prima Guerra mondiale“. Suicidi in Europa Infine, tuttavia, le restrizioni e i divieti non sono stati in grado di evitare l'alto numero di suicidi che per l'Europa rappresenta un problema sempre più grande che per gli USA. A questo riguardo confrontiamo le relative disposizioni di legge sulle armi europee con quelle americane, in questo modo possiamo osservare un'inefficacia particolare ma costante. Gli oppositori delle armi mettono sempre l'accento sui casi di suicidio e di omicidio. Negli ultimi 25 anni i casi di suicidio negli USA sono aumentati mentre quelli di omicidio sono diminuiti. Poco tempo fa gli oppositori delle armi hanno cominciato a "combinare" questi due tassi. In questo modo nascondono che i casi di omicidio diminuiscono e si soffermano in modo esagerato sui cosiddetti "costi sociali della società" dovuti alla detenzione di armi. Questo atteggiamento si presenta soprattutto negli ultimi anni dove i casi di omicidio sono diminuiti nonostante un aumento del 100% della quantità di armi da fuoco portatili. Nel paragone USA –Europa vengono poi confrontati in modo poco conseguente solamente i casi di omicidio. Se gli oppositori alle armi dichiarassero la cifra totale dei suicidi e degli omicidi confuterebbero completamente la loro argomentazione. Infatti si può notare che le cifre totali in Europa sono tutte superiori a quelle negli USA. Omicidi e suicidi La tabella all'inizio dell'articolo mostra che nel confronto internazionale i tassi USA si trovano a metà e sono più bassi rispetto a 8 paesi europei e si trovano solo poco più in alto rispetto agli altri stati rimanenti. La quota più bassa dei 18 paesi è quella dell'Israele, il Paese con la detenzione privata di armi più liberale, vale addirittura anche per i teenager. Il mio punto di vista è che una minore disponibilità di armi da fuoco non riduce il numero dei suicidi e degli omicidi; le statistiche mostrano che i paesi con una criminalità relativamente bassa non hanno bisogno di leggi severe e non ne traggono benefici. Europa occidentale Indipendentemente dalle loro leggi sulle armi gli stati dell'Europa occidentale presentano più o meno tutti gli stessi tassi di omicidi e suicidi. Tutto ciò non è da far ricadere solamente su severe restrizioni in materia di armi da fuoco portatili. I tassi di omicidio più alti li detengono i paesi con le leggi più severe come il Lussemburgo, la Danimarca e la Germania. In questi paesi il tasso di omicidi è di 2.73 per 100‘000 abitanti, più del doppio rispetto alla media di 1.26 in Svizzera, Israele e Austria, paesi nei quali le leggi sono meno severe. La Russia e i paesi baltici Anche in questi paesi nonostante severe leggi la criminalità non diminuisce, vedi ad esempio in Russia e negli allora "sottostati" Estonia, Lettonia, Lituania e Ucraina. Inoltre nella ex URSS la detenzione di armi era rigorosamente vietata. L'Unione sovietica ha introdotto, oltre ai divieti di armi, un proiettile unico (9x18mm) per le armi da fuoco portatili. Questa munizione è troppo corta e per questo motivo non può essere utilizzata nelle armi da fuoco portatili di standard europeo che prevedono un proiettile 9x19mm (9mm Parabellum o 9mm Luger). Chi contrabbandava armi da fuoco nell'ex URSS non trovava le munizioni corrispondenti. Tuttavia già ai tempi dell'ex URSS il numero degli omicidi era più alto rispetto a quello negli USA. A partire dallo scioglimento dell'Unione sovietica il numero degli omicidi in Russia e nelle precedenti repubbliche supera quello negli USA. Nell'Unione sovietica le armi utilizzate per gli omicidi erano soprattutto coltelli e bastoni. Nonostante il fatto che oggigiorno per i cittadini russi è praticamente impossibile procurarsi un'arma in modo legale, il numero di omicidi resta alto. Gli omicidi vengono eseguiti da criminali per i quali risulta facile procurarsi illegalmente armi da fuoco russe o straniere e le relative munizioni. Violenza in una qualsiasi società Le statistiche internazionali mostrano che i divieti di armi sono insensati. Nella società i criminali rappresentano una minoranza e sappiamo che i cittadini "stabili" e rispettosi della legge non commettono crimini. Tuttavia sappiamo anche che i criminali non si preoccupano delle leggi e non si lasciano distogliere dall'utilizzare strumenti che possono uccidere per commettere i loro crimini. È palese e dimostrato che in ogni società la quantità dei crimini non dipende dalla disponibilità delle armi, bensì da fattori culturali, socioeconomici e istituzionali che spingono le persone a commettere i crimini. Il numero di crimini in una società dipende dal tasso di persone violente in relazione alla totalità della popolazione. In questo modo le società pacifiche non necessitano di divieti di armi mentre nelle società violente questi non hanno alcun effetto. Don B. Kates vive a San Francisco ed è criminologo, Professore e avvocato. I suoi articoli sono stati pubblicati anche sotto il nome del Pacific Research Institute e della Florida State School of Criminology Nel 2010 ripubblicato dalla National Rifle Association of America ( NRA ). L'articolo è stato pubblicato la prima volta nell'ottobre 1997 nel giornale "The American Guardian“. Questo articolo è stato tradotto a senso e sono stati apportati alcuni tagli. La fonte delle cifre citate nell'articolo sono note al servizio internet di proTELL. Eventuali interessati possono trovare l'articolo in lingua originale sul nostro sito internet alla voce English-Publications