...

Arpa e aziende alleati per ripulire la falda

by user

on
Category: Documents
26

views

Report

Comments

Transcript

Arpa e aziende alleati per ripulire la falda
Provincia 35
L’ECO DI BERGAMO
VENERDÌ 20 GENNAIO 2012
a
Arpa e aziende alleati
per ripulire la falda
Vertice in Regione contro l’inquinamento dell’acqua nella Bassa
Primi risultati positivi. L’assessore Raimondi: acceleriamo i tempi
A
Bassa
PATRIK POZZI
ni, saranno coordinati con quelli dell’Arpa che avrà poi anche il
compito di validare i dati ottenuti dalle analisi delle due aziende.
Dati che, secondo la prassi fino
ad ora seguita dall’Arpa per tutte
le analisi effettuate, verranno poi
inviate per opportuna conoscenza alla Procura della Repubblica.
Aziende responsabili delle contaminazioni e Arpa uniranno le
forze per potenziare il monitoraggio della falda acquifera. È
questa la decisione più importante assunta ieri dal tavolo tecnico convocato al Palazzo LomProposte concrete
bardia per discutere
La collaborazione fra
della questione dele aziende decisa
l’inquinamento di
Tenere alta Arpa
ieri è stata giudicata
cromo VI (esavalente)
che interessa il terrila guardia positivamente dall’asregionale altorio fra Verdellino e
di fronte a sessore
l’Ambiente Marcello
Treviglio.
Al tavolo erano
problemi Raimondi: «È un
segno che questi
presenti Arpa, Procosì seri buon
tavoli non siano semvincia e gli amminiplici incontri ma incustratori comunali di
batori di proposte
Treviglio, Castel Rozconcrete». Ieri è stato
zone, Arcene, Ciseraaffrontato anche il
no e Verdellino. Qui si
problema della contatrovano le due aziende, la Cromoplastica MARCELLO RAIMONDI minazione di nichel di
International e la
ASSESSORE cui, in un piezometro
a Verdellino, è stata
Nuova IGB individuate dall’Arpa come responsabili trovata una concentrazione sudella contaminazione in corso periore a 100 volte i limiti di legdella falda acquifera. È stato de- ge. Questo piezometro si trova a
ciso nel tavolo tecnico di ieri che valle della Nuova IGB che effetentrambe le ditte collaboreran- tua lavorazioni industriali oltre
no con l’Arpa per un monitorag- che di cromatura anche di nichegio più preciso e più ampio dei li- latura. Le due cose secondo l’Arvelli di inquinanti nella falda: i pa sono collegate fra di loro. I
campionamenti effettuati dalla suoi tecnici hanno comunque
Cromoplastica e dalla Nuova rassicurato che l’inquinamento
IGB, per evitare sovrapposizio- di nichel «è localizzato» e che la
nuova IGB «sta già provvedendo
alla messa in sicurezza della perdita». Rassicurazioni anche sulla contaminazione di cromo VI
le cui concentrazioni sono ritenute in calo. Segno che la barriera idraulica installata dalla Cromoplastica per intercettare il
cromo VI e aspirarlo fuori dalla
falda acquifera sta funzionando
(in alcuni dei suoi pozzi sono stati comunque ancora trovati valori di cromo VI alti: raggiungono
picchi di 940 microgrammi. Il limite per la potabilità è di 50).
La sperimentazione funziona
Sta funzionando anche la tecnica sperimentale che la Cromoplastica ha commissionato a una
azienda di Torino e che consiste
nell’immissione nella falda di
una miscela che trasforma il nocivo cromo VI nell’innocuo cromo III (trivalente). Secondo l’assessore regionale all’Ambiente è
arrivato il momento di stringere
i tempi su questa sperimentazione «per capire – ha affermato –
se è possibile estenderla a tutto
il territorio interessato». Così si
ritiene che la bonifica sarebbe
meno costosa e più veloce «ed il
tempo in questi casi – ha sottolineato Raimondi – è un fattore
decisivo».
Negli ultimi giorni si è parlato
anche di cloroformio sostanza
inquinante trovata anche a livel-
li profondi della falda acquifera,
dove pescano i pozzi pubblici. Le
concentrazioni di cloroformio
sono irrisorie se confrontate ai
limiti della potabilità. Secondo
l’Arpa indicano però che lo strato di roccia argillosa che separa
la falda profonda da quella superficiale non è così isolante.
Vigilare sulle perforazioni
Ieri dalla Regione è venuto l’input per Comuni e Provincia di vigilare sulle perforazioni che possono danneggiare lo strato di
roccia argillosa mettendo in collegamento le due falde e favorendo il passaggio degli inquinanti
in profondità. «Bisognerà vigilare in maniera particolare – ha
spiegato l’assessore regionale all’Ambiente – su attività come la
realizzazione di nuovi pozzi o
l’installazione delle pompe di calore degli impianti geotermici».
Il tavolo tecnico si è concluso
con l’impegno unanime a non
abbassare la guardia. «Di fronte
a problemi così seri – ha concluso Raimondi – non possiamo
permettercelo neanche a fronte
del miglioramento dei dati. È nostro dovere fare il possibile, perché, in un’area così delicata e soggetta a pressioni ambientali, ci
siano tutti gli strumenti, per gli
enti locali, di poter vigilare e, per
i cittadini, di godere della propria
acqua in tutta tranquillità». ■
Dal vertice in Regione rassicurazioni sulla lotta all’inquinamento della falda
I numeri
A
2,20
Cloroformio È la concentrazione
massima, in milligrammi, di cloroformio che è stata riscontrata in
tre pozzi pubblici della Bassa, due a
Treviglio e uno ad Arcene (i valori
vanno dallo 0,19 al 2,20). Nonostante l’allerta dell’Arpa, la situazione è
sotto controllo. Infatti se in caso di
bonifica le concentrazioni soglia di
contaminazione per questa sostanza sono fissate in 0,15 microgrammi
per litro, il limite perl a potabilità è di
30 microgrammi per litro.
2.500
Nichel È la concentrazione, in microgrammi, di nichel rilevata in un pie-
zometro in via Vienna a Verdellino:
il limite per la potabilità è 20 microgrammi. Questo dato, reso noto dall’Arpa, ha fatto suonare un campanello d’allarme rendendo necessarie
nuove verifiche e l’adozione di procedure specifiche per contrastare la
diffusione di questo inquinante nella falda.
5
Cromo È la concentrazione media, in
microgrammi per litro, del cromo rilevato nelle acque di Treviglio. La
punta massima è stata riscontrata
alla frazione Battaglie con 10 microgrammi per litro. Anche in questo caso la potabilità è assicurata visto che
la soglia limite è di 50 microgrammi.
a
È polemica sulla «caccia»
alla latitudine dei capanni
a Come dire, meglio non perdere la bussola. Se per molti di noi i
termini «latitudine» e «longitudine»
rievocano solo qualche reminiscenza
scolastica, in questi giorni a riportarle in auge (con relativo botta e risposta) è una missiva della Provincia ai
cacciatori.
Un passo indietro: una sentenza
del Tar di Brescia chiede a via Tasso di «georeferenziare» i circa
quattromila capanni della Provin-
cia, rilevando per ognuno le coordinate satellitari. Per farlo, l’amministrazione ha inviato a tutti i
titolari di postazioni da appostamento fisso apposita scheda, da
compilare con le coordinate
«espresse in gradi primi e secondi di latitudine e longitudine». Un
modo per semplificare la prassi,
secondo via Tasso. Che però complica la vita, sostengono le doppiette, che, frugato nella memo-
ria tra sestanti e meridiano di
Greenwich, in un comunicato del
Cupav, il coordinamento delle associazioni venatorie, rispediscono la richiesta al mittente. «I titolari di appostamento fisso dovrebbero trasformarsi in provetti topografi. Se si considera che
l’età media dei praticanti questa
forma di caccia supera i 65 anni,
si stenta a capire la pretesa della
Provincia», scrivono i cacciatori.
a
Qualcuno ha infranto il vetro dell’auto, poi ha gettato all’interno del
liquido infiammabile e ha dato fuoco. È successo ieri in pieno giorno a
Calcinate, in un parcheggio.
Sull’incendio, di chiara origine
dolosa, stanno ora indagando i
carabinieri di Calcinate e della
compagnia di Bergamo. Il fatto
è successo verso metà pomeriggio, in un’area di sosta di via Ninola, dove si trovano diverse
aziende e un ristorante self ser-
dare che «la Provincia di Brescia
ha 80 agenti di Polizia provinciale, noi 15. In un’ottica di semplificazione e ottimizzazione delle risorse, abbiamo scelto di organizzarci così, chiedendo direttamente agli interessati di fornire i dati.
Non servono strumenti particolari, è sufficiente un cellulare. E
infatti alcune risposte sono già arrivate». Ciò detto, «se qualcuno è
in difficoltà, le nostre porte sono
sempre aperte». La mappatura
serve a ottemperare la sentenza
del Tar, ma dice Bosio, «sarà anche strategica per la pianificazione faunistico-venatoria. Si tratta
di un lavoro tecnicamente ineccepibile». ■
Un capanno di caccia orobico
Fausta Morandi
a
Calcinate, danno fuoco
a un suv nel parcheggio
A
Calcinate
Secondo cui la mappatura satellitare va eseguita da via Tasso
stessa, e non dal singolo capannista: «Nella vicina Brescia – sostiene il portavoce del Cupav, Fortunato Busana – il compito è stato
assolto con l’impegno del personale dell’amministrazione».
Quindi, l’appello al vertice (con
captatio benevolentiae): «Il Cupav confida nella riconosciuta
competenza e buon senso del
presidente Ettore Pirovano, al fine di rivedere tale procedura».
Ma davvero trattasi di «mission impossible»? Non la vede così il dirigente del settore Caccia di
via Tasso, Giancarlo Bosio: «Per il
rilevamento col Gps basta un telefonino», ribatte. Per poi ricor-
vice. Qualcuno, senza essere
notato, si è avvicinato a un’auto
parcheggiata, un suv Mercedes
ML, e ha infranto un finestrino,
per poi gettare all’interno del liquido infiammabile o, forse, addirittura una bottiglia molotov.
Pochi istanti dopo, dalle aziende vicine gli impiegati hanno
udito uno scoppio e si sono affacciati alle finestre: la macchina aveva preso fuoco ed era avvolta dalle fiamme. Qualcuno
avrebbe anche notato un’auto
allontanarsi in tutta fretta: pro-
babilmente si trattava dell’autore del gesto, che stava scappando.
I primi a intervenire sono
stati alcuni dipendenti di una
ditta che si occupa di sicurezza
sul lavoro. Utilizzando un estintore sono riusciti a domare le
fiamme, in attesa dell’arrivo dei
vigili del fuoco – subito avvisati – e dei carabinieri.
Il suv ha riportato gravi danni ed è stato caricato su un carro attrezzi. I carabinieri di Calcinate hanno avviato indagini
per cercare di risalire al responsabile. Il primo passo sarà quello di sentire il proprietario della macchina, per capire se abbia
subito minacce o abbia conti in
sospeso con qualcuno. ■
V. A.
Altra frana in strada
a Camerata Cornello
A
Camerata Cornello
Nuova frana a Camerata Cornello.
Dopo lo smottamento di lunedì
mattina, mercoledì sera un nuovo
cedimento si è verificato sempre
all’altezza del precedente, sulla ex
statale ora provinciale 29 bis.
Si tratta della strada comunale
che entra nell’abitato di Camerata Cornello e, nello specifico,
della località Orbrembo. La
centrale dei carabinieri ha raccolto la segnalazione della presenza di detriti sulla carreggia-
La frana di lunedì sull’ex statale
ta. Sul posto è arrivata una pattuglia da San Pellegrino. Una
volta sul posto, i militari hanno
regolato la circolazione stradale e atteso l’arrivo dei tecnici
della Provincia. Questi ultimi,
dopo un veloce sopralluogo,
hanno deciso di chiudere alla
circolazione la strada per il rischio di ulteriori cedimenti durante le ore notturne. Nel corso della mattinata di ieri il personale della Provincia è tornato sul posto, insieme ai carabinieri di San Giovanni Bianco e
gli operai della ditta «L’Orobica» di Zogno, che ha provveduto a rimuovere le rocce cadute
in strada e bonificare il versante. Così è stato possibile riaprire al traffico, anche se a senso
unico alternato. ■
Fly UP