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mari e oceani soffocati dalla plastica
mari e oceani soffocati dalla plastica SEMPRE PIÙ GRANDE ~ È chiamata in modi diversi: “minestrone di plastica”, “il gorgo dell’immondizia del Pacifico”, ma in sostanza è un’enorme isola spazzatura, formata in prevalenza da rifiuti di plastica, che galleggia su un’area grande due volte la superficie degli Stati Uniti. È tenuta insieme dalle correnti sottomarine, cresce a un ritmo vertiginoso e costituisce di fatto la più grande discarica del mondo. COM’È NATA L’ISOLA SPAZZATURA? ~ L’isola galleggiante, scrive l’Independent, inizia a formarsi 500 miglia al largo della California, attraversa il Pacifico meridionale, oltrepassa le Hawaii e arriva fin quasi al Giappone. Ma da dove può essere nata una tale marea di plastica e rifiuti non biodegradabili? Di sicuro non può essere semplicemente frutto del rilascio di oggetti o scarti da parte di navi in transito nei mari del Pacifico. Forse si tratta di rifiuti domestici che nessuno voleva, provenienti da parti del mondo dove lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti rappresenta un grosso problema. Nella sterminata discarica si può trovare un po’ di tutto, dai palloni da calcio ai mattoncini del Lego, fino ai famigerati sacchetti di plastica. E quando si avvicina alla terraferma, come succe- dal mare e, quindi, anche per noi esseri umani. Purtroppo le condizioni di salute del nostro Mar Mediterraneo non sono migliori, secondo il dossier di Arpa e Legambiente “L’impatto della plastica e dei sacchetti sull’ambiente marino”, il Mediterraneo è letteralmente invaso da rifiuti plastici, in gran parte sacchetti. Le stime parlano di circa 500 tonn. su tutta la superficie, con una concentrazione, davvero allarmante, di 892.000 frammenti di plastica rinvenuti in ogni chilometro quadrato di mare intorno all’Isola d’Elba, contro una media di 115.000. I dati sono confermati da Arpa Toscana, secondo cui 4 Kg di rifiuti emergono in superficie per ogni sessanta minuti di pesca a strascico, il 73% dei quali è composto da materiale plastico, in gran parte raccolti dai corsi d’acqua affluenti durante il loro percorso. La plastica si disintegra in pezzi sempre più piccoli e inganna i molluschi che se ne nutrono scambiandola per zooplancton. La busta di plastica che qualcuno ha gettato SITUAZIONE in mare un anno fa potrebbe riDRAMMATICA comparire nel nostro piatto sotto forma del pesce che stiamo ~ Qualcuno potrebbe pensare che per mangiare. E che dire delle tutto sommato il mare è talmen- povere tartarughe che muoiono te grande che prima o poi rias- per aver inghiottito sacchetti di sorbirà anche l’odiata plastica. plastica scambiati per meduse? Ma il problema vero è che la O di quella balena trovata morplastica non si distrugge mai ta sulla spiaggia che aveva nello completamente, si trasforma in stomaco ben 800 kg di sacchetti polvere di plastica tossica che di plastica? viene ingerita dagli animali marini, con un effetto nocivo per la catena alimentare che nasce de all’arcipelago delle Hawaii, considerato un autentico paradiso ecologico, le conseguenza sono drammatiche. Dall’analisi delle correnti marine gli esperti ritengono che possa provenire solo da nord e più esattamente dal Mare di Bering dove si affacciano solo lo Stato americano dell’Alaska e la Federazione Russa. L’Alaska è sempre stato molto attento all’ambiente, oltretutto il mare di Bering è da sempre un’importante risorsa ittica per gli Stati Uniti e il governo americano ha creato diverse aree marine protette. È difficile pensare che si siano disfatti dei rifiuti vicino alle proprie coste. Dall’altra parte del mare di Bering, invece, c’è la Russia, che da anni riceve numerosi ammonizioni internazionali per la scarsa attenzione all’ambiente. È possibile che i russi, in qualche maniera, siano responsabili di questo disastro ecologico? Non possiamo saperlo ma ci auguriamo che le agenzie ambientali internazionali facciano le opportune indagini. 29 i tempi di degrado dei rifiuti ATTENZIONE AI GESTI DISTRATTI ~ Basta solo un secondo per gettare un rifiuto e abbandonarlo in strada, ma quello che può sembrare il gesto distratto di un attimo ha il potere di creare seri danni all’ambiente. La salvaguardia del nostro Pianeta passa anche dai comportamenti e dalle azioni che compiamo quotidianamente. Per esempio, uno dei rifiuti più comuni è il mozzicone di sigaretta, da quando è entrata in vigore la legge che impone il divieto di fumare nei locali pubblici, negli uffici e sui treni se ne vedono molti di più nelle strade. Esistono rifiuti che non subiscono alcun degrado e restano lì a sporcare e a inquinare l’ambiente per sempre, altri invece hanno un processo di decomposizione solitamente molto lungo e, anche loro, per tutta la durata di quel tempo, contribuiscono a sporcare il suolo, l’acqua e l’aria. Per comprendere meglio gli effetti di questi gesti incauti (e incivili) basterebbe considerare i tempi in cui si degradano, sporcando e contaminando, alcuni oggetti d’uso comune. In questa scheda segnaliamo i tempi di decomposizione di alcuni rifiuti, sono solo indicativi perché dipendono fortemente dalle condizioni ambientali. Infatti, la degradazione può essere influenzata, ad esempio, dall’azione del sole, dell’acqua salata o dolce, dagli esseri viventi, dai batteri, dai funghi, ecc. A seconda dei fattori coinvolti si parla di decomposizione fisica, chimica o biologica. Per darti un’idea più concreta e permetterti di fare un confronto ecco i tempi di degrado degli stessi rifiuti nel caso in cui siano abbandonati sul terreno o nel mare. Rifiuti abbandonati nel terreno Tempi medi di degradazione nel terreno Tempi medi di degradazione nel mare Gomma da masticare 5 anni 5 anni Lattina alluminio 10-100 anni 500 anni Contenitore polistirolo Oltre 1000 anni 100-1000 anni Scheda ricarica telefonica Oltre 100 anni 1000 anni Mozzicone di sigaretta 1-2 anni 2-5 anni Torsolo di mela 3 mesi 3-6 mesi Fiammiferi 6 mesi 6 mesi Giornali 6 mesi 2 mesi Riviste Oltre 10 anni 2 mesi Bottiglia di vetro 400 anni 1000 anni Bottiglia o sacchetto di plastica 100-1000 anni 450-1000 anni Piatti e posate di plastica 100-1000 anni 10-1000 anni Pannolino usa e getta 400 anni 200 anni Indumento di lana o cotone 1 anno 8-10 mesi Fazzoletti e tovaglioli di carta 3 mesi 3 mesi Cartone di latte o succo 1 anno 1 anno Scatola di cartone 2 mesi 1 mese Fonte: legaambienteonline - www.ecowarriors.it 30 arriva la plastica biodegradabile EVVIVA! ~ La notizia è di quelle che ti fanno fare un salto sulla sedia: scoperto il modo per rendere biodegradabile la plastica. Fantastico! Abbiamo risolto buona parte dei problemi creati dai rifiuti plastici. La parola magica all’origine di questa scoperta sensazionale è “biopo- ecc. , mentre i biopolimeri sono ricavati da materie prime di origine vegetale, quindi biodegradabili e non tossici. Approfondendo meglio l’argomento, però scopriamo che i biopolimeri si conoscono da molto tempo (cellulosici, nylon 11, gomme naturali) ma con lo sviluppo delle più economiche tecnologie basate su risorse fossili avevano progressivamente perso d’importanza. Dagli anni ’90, grazie alla crescente sensibilità ambientale, si è cercato di sviluppare materiali recuperabili e, in effetti esistono prodotti riservati al mercato alimentare che si possono definire biodegradabili e compostabili. Allora dov’è il problema? SI CREA UN ALTRO PROBLEMA ~ limeri”. Per capire meglio di cosa si tratta bisogna fare un paragone con i polimeri che, in sostanza, sono il materiale base con il quale si produce la plastica e che si ricava dalla lavorazione del petrolio, quindi di origine sintetica, non biodegradabili, inquinante, L’argomento è complesso ma, semplificando, prendiamo come esempio i biopolimeri ricavati dal mais e proviamo a immaginare quanti milioni di ettari di coltivazioni a mais sarebbero necessari per produrre la stessa quantità di plastica che utilizziamo oggi. Forse non basterebbe tutta la Terra e a sostegno di questa verità, in Messico, il costo del mais è andato alle stelle creando non pochi problemi alle tasche dei messicani, abituati a mangiare tortillas, prodotte appunto col mais. E stiamo parlando di una produzione molto limitata di plastica biodegradabile. Ma il problema 31 è ancora più ampio perché per produrre le materie prime di origine agricola si utilizzano fertilizzanti e pesticidi, si consuma molta energia nelle pratiche di coltivazione e si sottrae suolo alla coltivazione alimentare. Allora la questione non è solo la biodegradabilità della plastica ma la sua sostenibilità. NON È SOSTENIBILE ~ Uno sviluppo sostenibile è quello capace di garantire una migliore qualità della vita per tutti, nel presente e per le generazioni future, quindi se per produrre una grande quantità di plastica biodegradabile avveleno l’ambiente con i pesticidi, inquino l’aria con elevati consumi energetici e provoco uno squilibrio economico, dov’è il vantaggio rispetto all’impiego del petrolio? Stiamo vivendo un momento di svolta e gli sforzi devono concentrarsi verso l’individuazione di processi che siano ecocompatibili per tutto il ciclo di lavorazione e di smaltimento. È accettabile produrre plastica biodegradabile utilizzando solo gli scarti vegetali esistenti, mentre non lo è in condizioni diverse. IL GIOCO VALE LA CANDELA LA RETE DELLA VITA ~ Fritjof Capra, nel suo libro “La rete della vita” parla della natura e degli esseri viventi (uomini, piante, animali) non come entità isolate, ma come “sistemi viventi” dove il singolo è in stretto rapporto di interdipendenza con i suoi simili e con tutto ciò che lo circonda. La somma di queste relazioni è una rete: la rete della vita. Solo se l’uomo riuscirà a comprendere l’importanza di questa trama invisibile, nella quale anche il gesto apparentemente più insignificante ha un peso fondamentale per la sopravvivenza della Terra e dei suoi abitanti, allora potrà vincere la sfida del vero cambiamento. Sarà un uomo nuovo, più felice e responsabile, pronto a rifiutare qualsiasi azione che possa distruggere la natura, aperto all’amore e a un nuovo senso della vita. Credere nella rete della vita significa dare sempre il proprio contributo senza condizioni, così i nostri comportamenti avranno un valore ben più importante per noi e per gli altri. IL NOSTRO CONTRIBUTO ~ Vediamo in concreto come si può tradurre il nostro impegno nell’immediato. Al primo posto c’è sicuramente la raccolta differenziata che, ad oggi, rappresenta il modo migliore per preservare e mantenere le risorse naturali, favorendo un sostanzioso risparmio di petrolio e di CO2. Separare plastica, carta, cartone, vetro, organico, alluminio, pile scariche e farmaci, è un’attività che sicuramente la tua famiglia già pratica ma che, con un po’ più di attenzione, potrebbe essere aumentata differenziando meglio le singole categorie di rifiuti. Forse non sai che i Consorzi incaricati della raccolta of- sorzi sono costretti a portarli in discarica, rendendo inutili gli sforzi dei cittadini, danneggiando l’ambiente e aumentando le spese dei Comuni per lo smaltimento. A COSA PUOI RINUNCIARE? ~ Non è così difficile modificare alcune abitudini quotidiane, per esempio andando a fare la spesa con borse riutilizzabili; bere l’acqua del rubinetto che è ottima e controllata, evitando di acquistare l’acqua minerale confezionata in bottiglie di plastica; sostituire le bevande gassate (che fanno male) con succhi e sciroppi preparati in casa, e imparare ad acquistare il latte crudo alla spina; non usare stoviglie usa e getta in occasione di feste e pic-nic; acquistare per le pulizie di casa detersivi e detergenti alla spina; riscoprire il piacere della saponetta, molto più ecocompatibile, per l’igiene personale; evitare i prodotti con troppi imballaggi e acquistare frutta e verdura sfuse evitando quelle già pesate e imballate in vaschette di polistirolo. Avrai notato che queste abitudini riguardano esclusivamente contenitori di plastica, ebbene frono ai Comuni un contributo se riuscirai a metterle tutte in in denaro per il ritiro dei rifiuti pratica risparmierai almeno 20 separati. Chiedono però che la kg di plastica l’anno. Non sempercentuale di “impuro” non su- bra anche a te che il gioco valga peri certi limiti, significa che se la candela? i rifiuti sono sporchi o mescolati ad altre tipologie non possono essere riciclati, così i Con32 CURIOSITA’ LA PLASTICA ORA SI iti all’80% da lolla del riso e al plastica e generici), devono essere buttati dai cittadini in 15% di impasto vegetale. PUÒ RIPARARE Hanno una durata variabile da 1 colonnine sparse lungo le stra~ a 24 mesi, consentono alla pianA Pescara c’è un’azienda che ha brevettato la tecnologia “Ecorepair”. Attraverso questo brevetto particolarmente innovativo, che permette la saldatura a caldo della plastica, può riparare tutti quei grandi oggetti di plastica che fino ad oggi restavano inutilizzati e abbandonati perché rotti. Per il momento si possono riparare: cassette, contenitori per l’agricoltura, cassonetti per i rifiuti RSU (di qualsiasi dimensione e tipologia), contenitori per l’industria, contenitori in genere, cisterne, serbatoi, vasche e qualsiasi oggetto realizzato in PE (polietilene) e PP (polipropilene). Stanno studiando miscele saldanti per aggiustare anche i paraurti delle auto e, sicuramente, in futuro saranno in grado di riparare qualsiasi tipo di plastica. Un bel risparmio, soprattutto se si ta di respirare e, soprattutto, non pensa a quanta plastica viene inquinano e sono biodegradabiutilizzata per questo genere di li. Al termine del loro ciclo di contenitori. vita si buttano nell’umido o si rinvasano, con tutta la pianta, in GIARDINI E un altro vaso green. BALCONI ECOLOGICI ~ Nelle nostre aree verdi è sempre più frequente l’impiego di vasi, vasetti e vasoni di plastica che offrono l’indiscutibile vantaggio, rispetto a quelli in cotto, d’essere infrangibili e leggeri. Per limitare il consumo di plastica oggi possono essere sostituiti con vasi ecologici costitu- IN SCANDINAVIA LA RACCOLTA RIFIUTI FUNZIONA COSÌ ~ Alcune città scandinave hanno creato una rete di immondizia sotterranea. Funziona così: i sacchi dei rifiuti, opportunamente differenziati (tra carta, 33 de (una ogni 150 abitanti), che sono poi i punti di accesso alle condotte sotterranee. I sacchi arrivano in contenitori speciali dotati di sensori che mandano un segnale quando sono colmi, a quel punto si attiva il sistema di aspirazione che trascina i rifiuti nei tubi sotterranei, facendoli viaggiare a 70 chilometri orari. I rifiuti arrivano in una centrale di smistamento, dove i mezzi degli spazzini li aspettano per portare tutto alla discarica o a termovalorizzatore o al centro di riciclaggio. Lungo il percorso speciali filtri provvedono a eliminare polveri e cattivi odori dall’aria prima di restituirla all’ambiente. Mentre dai computer, a distanza, gli addetti controllano che tutto funzioni a dovere. I vantaggi sono evidenti: il traffico dei camion dei rifiuti si riduce del 90%, così diminuisce l’inquinamento atmosferico prodotto dai mezzi di trasporto ma anche quello dei rifiuti stessi, che non marciscono più nei cassonetti. Si elimina il rumore di tutti i camioncini carichi di immondizia, si eliminano i problemi che questi causano al traffico e ai parcheggi. Spariscono i cassonetti e al loro posto compaiono le molto più gestibili colonnine. 1 Rinunceresti a dormire 15 minuti in meno per andare a scuola a piedi o in autobus? 2 Ti preoccupi di spegnere le luci, il computer e la televisione quando non ti servono più? 3 Se ti dicessero che puoi scegliere un modo per non produrre CO2 spendendo 10 euro in più al mese di corrente elettrica, lo adotteresti? Passarono parecchie settimane e presto mi dimenticai degli strani sogni e del mistero racchiuso nella testolina metallica di Pettibot. Il tempo scorreva veloce e io ero completamente assorbito dallo studio per la fine del quadrimestre, oltre che dalla imminente partita di Pallavolo, durante la quale avrei finalmente potuto dimostrare a MariaBella (si, sempre quella) che non ero solo un Nerd tutto occhiali e cervello, ma che avevo anche un fisico, e che fisico!! (ehm...) Quel pomeriggio la mamma mi stava portando in palestra per il consueto allenamento pre-partita, quando improvvisamente l’automobile si fermò. “Accidenti alla crisi!! – sbottò la mamma – per colpa sua restiamo a piedi noi!! Mi dispiace Giovannino: te la devi fare a piedi per oggi”. “Ma come? – feci io – non possiamo andare dal benzinaio a prenderne una tanica? Come hai fatto quella volta al mare...” “Purtroppo no Giò, se oltre ai cartoni animati guardassi anche il Telegiornale qualche volta, sapresti che c’è il razionamento della benzina, perché i pozzi arabi si stanno prosciugando! Mi spiace, ma oggi si va a piedi. Adesso andiamo che se perdo il turno per l’uso della corrente elettrica la tua divisa per la partita la devo lavare dopodomani! A dopooo”. Così dicendo la mamma se ne andò correndo verso casa, mentre io mi preparai psicologicamente ai 3 chilometri di strada fino alla palestra. Camminando rimuginai a lungo sull’accaduto: la carenza di energia era ormai un problema quotidiano, tutte le materie prime usate dall’uomo si stavano velocemente esaurendo. Entro 50 anni il petrolio sarebbe finito e allora? L’uomo dovrebbe studiare una nuova forma di energia pulita e sostenibile, invece di studiare nuove armi o nuovi modi per fare soldi!!! Uno strano ticchettio proveniva dalla mia borsa, mi sedetti su una panchina, la aprii e, tra scarpe sportive, asciugamani e tuta da ginnastica mi ritrovai tra le mani... Pettibot! “Ma tu che ci fai qui? sono sicurissimo di non averti messo in borsa... hey, ma cosa succede, oh no, ancoraa???” Gli occhi dell’uccellino-robot mi assorbirono in un vortice di colori, l’ormai familiare odore di muschio mi riempì le narici mentre la strada, le case, la panchina stessa svanirono in un nulla lattiginoso... poi svenni. Quando riaprii gli occhi capii subito che ero capitato in un altro dei miei sogni, e che questa volta avevo davvero esagerato! La piazza era piuttosto piccola, faceva freddo ed era tutto buio. Alcune figure stavano seduta qua e là, in silenzio. Quando mi avvicinai mi accorsi che non erano “umani” ma delle specie di... Blob gelatinosi con occhi naso e tutto il resto. Mi avvicinai e chiesi “Buongiorno signore, posso sapere dove mi trovo?”, tra le lacrime quello rispose “Nella piazza centrale di Bacionia, sigh, sigh...”. Sembrava davvero disperato e, guardandomi intorno, mi resi conto che tutti i presenti stavano piangendo sconsolati, allora mi avvicinai a quella che sembrava una signora e chiesi “posso fare qualcosa per lei? Mi dispiace vederla così triste...” “Non puoi fare niente figliolo, a meno che tu possa restituirci il nostro amato Re!”. “Ehm... il RE? ...cioè quello con la corona e tutto il resto?” chiesi incredulo. “Si, il nostro Re Amo, il gentile e amato sovrano di Bacionia, rapito tre giorni fa sigh sigh, tutto il regno in lutto, senza di lui siamo perduti bhuaaaaaaaa...” e così piangendo se ne andò lasciandosi dietro una pozzanghera di lacrime. “Psssst, pssssst, hey tu...” Da un vicolo oscuro mi giunse un sussurro “Hey tu, coso, vieni qui dài, non avere paura” mi avvicinai alla figura alta e scura 34 35 che si nascondeva tra le ombre umide del viottolo. Non aveva l’aspetto degli altri abitanti di Bacionia, era magrissimo, con un volto quasi umano e due occhi scuri e penetranti. “Tu non sei di qui vero? – disse con una vocetta stridula – io vengo da pianeta Cahos e sono uno scienziato. Senti Coso, che ne dici di un affarone?” “Ehm, mi scusi ma veramente io…” “OK, OK, ti spiego: ho per le mani una fonte di energia rinnovabile eterna e a costo zero! Eh? Vedi che adesso ti interessa?” “Si ma io...” “Seguimi bamboccio, te la faccio vedere e poi parliamo di affari!”, così dicendo il losco figuro mi prese per il braccio trascinandomi in un labirinto di stradine oscure. Camminavamo da parecchio, faceva freddo e il selciato bagnato dalla pioggia rifletteva le pareti degli innumerevoli viottoli che attraversavamo. “Ma perché vuoi vendere proprio a me questa cosa?”, chiesi dubbioso , “Nessuno ha parlato di vendere bamboccio, la mia è una proposta di collaborazione!!” disse mentre tirava un calcione ad una porta di legno tutta sbrecciata. Entrammo in una stanza spoglia e gelida, senza finestre e completamente buia. “Ecco, ci siamo – pensai – adesso mi dà una botta in testa e... addio Giovannino!!”. Invece, dopo aver chiuso la porta alle sue spalle il tipaccio accese una torcia che, evidentemente, aveva preparato in precedenza: “TA-TAAAAAA, ecco qui il mio tesoro!!”. In un angolo sudicio della stanza c’era una piccola sedia e su di essa, legato e imbavagliato, un piccolo Blob (così ormai avevo soprannominato gli abitanti gelatinosi di quello strano luogo)... con una corona in testa! “M-Ma questo è un essere vivente, mica una fonte di energia...!!!” dissi incredulo e frastornato, “eh no Coso, ti sbagli, - fece il tipaccio - questa che vedi è l’unica fonte di energia di tutto questo stramaledetto pianeta!! Capisci?? Tutto qui dentro!!!” disse picchiettando sulla testa del povero Blob. “Tu sei pazzo - feci io - e poi… quella corona…non mi dirai che è il Re Amo??? L’hai rapito tu ??!!” “Ehm, si, diciamo che l’ho preso in prestito... a tempo indeterminato. Ma bando alle ciance: hai notato che tutta la città è al buio?” “Si” feci io , “Ebbene questo accade esattamente da tre giorni, e cioè da quando l’ho rapito! È la dimostrazione lampante della mia teoria: l’unica fonte di energia del pianeta è proprio lui!! Da quando è sparito non funziona più niente, tutto fermo, tutto spento!! È lui che fa funzionare tutto!!” “Te lo ripeto: tu sei pazzo!! – dissi io – e poi che cosa vuoi da me??” “Solo collaborazione fratellino! – la sua voce si fece mielosa – vedi, ho un piccolo problema: non riesco a capire cosa devo fare per fargli produrre energia! Ma ci pensi? Se riusciamo a farlo “funzionare” lo potremo vendere al miglior offerente, saremo ricchissimi!!!! Che ne dici, eh, … socio?” Stavo per urlargli in faccia tutto il mio disprezzo quando accadde una cosa stranissima: sentii qualcosa muoversi nel cappello che avevo in testa, come un fruscio e, di colpo, persi completamente l’uso del mio corpo. Ero perfettamente lucido e presente ma non potevo muovermi né parlare. Qualcosa invece, come una forza estranea che si era insinuata nel mio corpo, di colpo disse (con la mia voce): “Ok amico, affare fatto, però voglio il 50%!!” “Ah ah ah, lo sapevo! Ho capito subito che eri un tipo tosto – sghignazzò il “rapitore di Blob” – allora che facciamo socio? Cosa suggerisci?” “Mmmm, - disse la mia voce - hai già provato a chiederglielo?” “Ovvio, per chi mi hai preso?!!” “Analisi del sangue? Analisi chimica? Radiografia?” “SIIII, fatto tutto ma nessun risultato, sembra un Bacioniano come tutti gli altri, anche se Re.” “OK – fece la mia voce – allora non resta che una cosa da fare: aprirlo!” “Aprirlo???”, chiese incredulo il tipaccio, “Ovvio: una bella vivisezione! Ci guardiamo dentro e vedrai che ne scopriremo il segreto!!” ribatté la mia voce con leggerezza. A questo punto avrei voluto urlare, scalciare, scappare… insomma fare qualcosa e, invece, fui costretto a restare lì incredulo e inorridito. A dire il vero anche il tipaccio non sembrava proprio a suo agio: era diventato pallido e disse con voce incerta “eehm, o-ok, mi sembra una buona idea socio, p-però vedi, ecco, …io non sono molto bravo coi bisturi, forse ci vorrebbe un chirurgo…” “Macchè chirurgo, ci penso io, ne ho squartati di poveracci sul mio pianeta!!!” la mia mano estrasse con abilità il coltello dalla cintura del rapitore e lo fece girare due volte tra le dita con incredibile velocità. “Allora socio – feci io (“io” per modo di dire ovviamente) – prendilo e legalo al soffitto, poi me lo tieni fermo e lo squartiamo” “Ah si, lo farei vo-volentieri – fece lui sudando copiosamente – ma ecco, 36 37 “Amo Re! Amo Re! Amo Re!” vedi, mi sono ricordato proprio adesso che ho lasciato acceso il gas in cucina! Devo scappare solo un attimo. Se vuoi cominciare tu, poi ti raggiungo, ok?”, così dicendo si precipitò fuori dalla stanza lasciandomi solo con il povero Re ancora imbavagliato. Essere posseduto era davvero una cosa terrificante, ma sapere quello che il mio “possessore” si accingeva a fare mi faceva infuriare al punto che mi sentivo esplodere di rabbia. Il mio corpo, guidato da chissà quale volontà, si mosse verso il poverino col coltello spianato, lo raggiunse in tre falcate, sollevò la lama e... ZAC, con un preciso fendente tagliò le corde in un colpo solo,... liberandolo!! Incredulo sentii la mia voce dire: “Giovannino, smet- E fu allora che accadde una cosa incredibile: i corpi dei popolani festanti iniziarono a luccicare debolmente, poi sempre di più, fino a che sfavillarono di luci colorate. Di colpo i lampioni della piazza si accesero, tutti assieme e subito dopo le finestre dei palazzi intorno brillarono, in breve tempo tutta la piazza era un meraviglioso luccichio di colori e urla di gioia e, di seguito, tutta la città, a perdita d’occhio, si accese come un albero di Natale. “Ma allora è vero, sei davvero tu la fonte di energia di Bacionia!” dissi al Re, “No mio caro – disse con un sorriso indicandomi il popolo festante – sono loro, non io, che con il loro amore creano l’energia che fa funzionare la città. L ’ unica fonte di energia del nostro pianeta è… l’ amore!” tila di ribollire di rabbia. La mia era solo una “messa in scena” per mandare via quell’allocco. Adesso ti restituisco il tuo corpo e vedi di correre più che puoi, mentre tu, signor Re, ci dovrai guidare il più in fretta possibile al tuo Palazzo, dove saremo finalmente al sicuro!” Tac. “Che carinoo, un uccellino robot! Ma funziona? Cinguetta?” Pro- prio lei, MariaBella, mi si era fermata accanto, attratta da Pettibot, che tenevo ancora in mano. Avvertii una forte sensazione di... scollamento e fui di nuovo padrone di me stesso! “Presto amico mio – disse il Re – “Uè TerraTerra, ti sei imbambolato qui in mezzo alla strada?” mi disse, vedendomi lì fermo in silenzio “Ehm no – risposi io ancora intontito dal brusco “ritorno” alla realtà – cioè, ecco vedi... stavo cercando...” “Ok, sei il solito con la testa nelle NuvoleNuvole! hihihihi” e così dicendo si girò, in una cascata di riccioli biondi e se ne andò ridacchiando con le sue amiche Marta e Poppy. Avevo sprecato l’unica occasione di dire qualcosa che la colpisse e la facesse interessare a me!! Che idiota!!! Quella sera, a casa, ripensai al sogno. Sarebbe davvero geniale riuscire a ricavare energia dall’amore, sarebbe stata di sicuro energia pulita e soprattutto... infinita! Del resto, pensai, l’amore è effettivamente una forma di energia: quando penso a MariaBella mi viene un caldo pazzesco e mi diventano le orecchie rosse, anche quando la mamma mi abbraccia sento il suo calore che mi riscalda il cuore! Iniziai a fare calcoli sempre più complessi e continuai per un mese intero, ma alla fine avevo messo le basi per quella che oggi viene chiamata la: “batteria ricaricable universale a energia affettiva”. Una sola cosa mi assillava e mi toglieva il sonno: durante i VeroSogni (così avevo chiamato quei sogni così reali) c’era “qualcosa” nel cappello che portavo sulla testa. Un qualcosa che sapeva parlare con la mia voce e poteva prendere possesso del mio corpo... e la cosa non mi piaceva per niente! dobbiamo scappare prima che quel delinquente ritorni, seguimi!” Non ebbi tempo di chiedermi cosa fosse successo e chi mi avesse manovrato così pazzescamente perché il Re mi prese per mano e iniziò una corsa disperata tra vicoli e palazzi, androni umidi e porticati antichi, sempre nell’ombra e sempre col terrore di incappare nell’oscuro rapitore. Ci fermammo più volte, ansimando, nascosti in un portone o dietro una siepe, ascoltando nel buio lo scalpiccio frettoloso di qualcuno o l’abbaiare improvviso di chissà quale Blob-cane. Ma finalmente giungemmo all’ampia scalinata che conduceva al Palazzo Reale e alla salvezza! La sorpresa delle guardie e dei Ciambellani di corte fu superata solo dalla gioia di riavere il loro amatissimo Re Amo di nuovo sul trono. In brevissimo tempo furono inviati veloci Messi Reali ad annunciare la lieta novella in tutto il regno, e in men che non si dica una folla enorme si raccolse nella piazza ai piedi del Balcone Reale, chiedendo di vedere il Re. Amo fu molto gentile con me, mi ringraziò mille volte per il “mio” coraggio e la “mia” scaltrezza, chiedendomi di affacciarmi con lui al Balcone Reale, in veste di Salvatore del Re. Quando uscimmo un boato riempì l’aria fredda della sera: mille voci intonarono un festoso “Hurrà” di gioia che si trasformò in un altrettanto gioioso coro: 38 39 STORIA DELLE FONTI DI ENERGIA NEL PASSATO FUOCO, VENTO E ACQUA ~ La prima fonte di energia scoperta dall’uomo è stato il fuoco, ben un milione di anni fa. All’inizio lo raccoglieva dagli incendi provocati dai fulmini e lo conservava nella fiamma del villaggio, successivamente l’uomo scopre la possibilità di accendere il fuoco con la pietra focaia. Nasce così la prima fonte energetica della storia. Da allora passò molto tempo prima che si potessero sfruttare altri tipi d’energia, perché mancavano la conoscenza e i supporti tecnologici. Finalmente, circa 4.000 anni fa si inizia a sfruttare la forza del vento per la navigazione fluviale e marittima, e l’impiego del vento resterà l’unico modo per solcare i mari fino al XIX secolo. Senza il vento Cristoforo Colombo non avrebbe mai scoperto l’America. Gradualmente l’uomo impara a sfruttare il vento anche per muovere la macine, compito affidato fino ad allora agli animali da tiro (asini e cavalli). I primi mulini a vento compaiono in Persia nel 644 a.C. a cui seguiranno in Europa, circa mille anni dopo, i mulini a vento a pale verticali. Un’altra fonte di energia del passato è la forza dell’acqua. Nel 100 a.C. compaiono in Anatolia i primi mulini ad acqua. Pochi anni dopo i romani sviluppano e ingegnerizzano la scoperta realizzando la ruota ad acqua che sarà diffusa in tutto l’impero romano. Nel mondo antico la combustione del legno (oggi si chiamerebbe biomassa) è stata la prima fonte di energia termica, utilizzata per riscaldare l’ambiente interno o per cuocere i cibi, prima ancora della costruzione delle prime palafitte. Queste fonti di energia resteranno tali e quali fino alla fine del Medioevo. Hai fatto caso che questo genere di energie sono le stesse che oggi chiamiamo “rinnovabili”? Chissà, forse gli antichi erano più saggi di noi e avevano già capito che la Terra offre tutto ciò che ci serve, basta saper usare bene i suoi doni. NEL PRESENTE PETROLIO, CARBONE E GAS ~ La scoperta delle fonti di energia fossile è un capitolo molto recente nella storia dell’uomo. Nel 1300 il carbone inizia ad essere utilizzato come sostituto della legna da ardere. Nel 1650 il petrolio viene distillato per la prima volta per ottenere un prodotto sgrassante delle ruote dei carri o per alimentare le prime lampade a combustibile. Ma la vera rivoluzione energetica comincia con l’invenzione della pentola a vapore di Papin nel 1680 e della macchina a vapo40 re di Watt nel 1765. Le nuove macchine si sostituiscono alla forza animale ed in parte alla forza lavoro. Le botteghe artigianali sono soppiantate dalle prime fabbriche. La società si trasforma diventando sempre più dipendente dal consumo delle materie prime energetiche, necessarie per alimentare il funzionamento delle macchine di produzione. Nell’Ottocento il progresso tecnologico è ulteriormente accelerato dall’invenzione del primo motore elettrico di J.Henry nel 1831 e delle prime turbine. Nel 1882 l’energia vapore viene utilizzata per generare elettricità nelle prime centrali elettriche di Londra e New York. La produzione dell’elettricità consente di distribuire l’energia su un territorio molto ampio rispetto ai combustibili fossili e al gas. Consente, inoltre, di slegare la produzione di energia dal luogo di consumo finale. Nell’Ottocento sono sviluppate anche le prime centrali idroelettriche ai piedi delle cascate, la prima in assoluto è realizzata negli Stati Uniti alle cascate del Niagara nel 1895. Il Novecento si apre con un grande ottimismo dell’uomo nei confronti della scienza e della tecnologia. La commercializzazione dell’automobile nel primo Novecento spingerà ulteriormente al consumo del petrolio per produrre benzine e carburanti. Con la scoperta della turbina a gas negli anni ‘30 entrano in funzione le prime centrali elettriche a gas che si affiancano a quelle a carbone e ad olio combustibile (petrolio). SOTTO TERRA C’È L’ENERGIA CHE FINIRÀ no (nelle miniere) ed è pronto all’uso. Questo combustibile consente di produrre circa un quarto dell’elettricità in tutto il mondo. INQUINAMENTO E DIFFICOLTÀ ~ ENERGIA FOSSILE ~ L’estrazione e la combustione di queste fonti energetiche danneggiano l’ambiente e generano un elevato inquinamento. Quando il petrolio entra in combinazione con l’ossigeno produce anidride carbonica (CO2) che si disperde nell’atmosfera, diventando la causa principale degli attuali mutamenti climatici (gas serra). Stessa cosa accade per l’impiego del carbone la cui richiesta è, purtroppo, in continuo aumento da parte di paesi come la Cina e l’India, nuovi consumatori d’energia. Contrariamente a quanto è stato detto nel passato, il gas naturale non può essere classificato come fonte di energia pulita, anch’esso produce una certa quantità di emissioni inquinanti. Infine, un’ulteriore causa d’inquinamento è dovuta alle navi petroliere che, in caso di incidenti, sversano in acqua decine di migliaia di tonnellate di petrolio. Negli ultimi 50 anni si sono verificati ben 1300 incidenti che hanno danneggiato fragili ecosistemi in tutto il mondo, dall’Alaska alla Spagna. L’energia che oggi usiamo impiega fonti di natura prevalentemente fossile che si formano, nell’arco di milioni di anni, sotto la superficie terrestre, per decomposizione di organismi marini e di piante che crescono sui fondali oceanici. Le principali fonti sono: Petrolio: un liquido denso e infiammabile, la cui estrazione danneggia pesantemente l’ambiente, in particolare il fondale marino, le alghe e gli organismi fondamentali nella catena alimentare marina. Per essere utilizzato “il greggio” deve essere inviato in una raffineria e sottoposto a un processo di raffinazione dal quale si ottengono anche altri prodotti (chiamati “derivati”) come la benzina, il gasolio, gli oli lubrificanti, il catrame, ecc. Gas naturale: si trova spesso assieme al petrolio o in giacimenti naturali che si trovano in Olanda, in Siberia e in Algeria FONTI NON oppure si produce dalla fermenRINNOVABILI tazione dei rifiuti (biogas). Dal ~ gas naturale si estrae il metano. Le risorse petrolifere sono in Carbone: di colore nero o bruno scuro, si estrae dal terre- mano a pochi Paesi, il più gran41 de produttore è l’Arabia Saudita, seguito dalla Russia e dagli Stati Uniti, mentre i Paesi che si possono definire petrolio-dipendenti sono praticamente quasi tutti, sia quelli ricchi, sia quelli emergenti, anzi questi ultimi sono diventati grandi divoratori d’energia e per raggiungere velocemente un buon livello di benessere sono fortemente legati ai consumi, senza alcuna attenzione agli sprechi. Ai ritmi di consumo attuale gli esperti hanno stimato che le riserve di petrolio potranno garantire altri 50 anni di disponibilità, ma probabilmente è un dato destinato a scendere perché, prima o poi, ci sarà una ripresa economica, India, Cina e Russia aumenteranno il proprio bisogno energetico ed è ipotizzabile che lo stesso accadrà per tanti altri Paesi destinati a crescere sopra l’attuale soglia di povertà. Quindi resteremo senza petrolio perché questo tipo di energia non è rinnovabile. Il processo di fossilizzazione delle sostanze organiche, infatti, è molto lungo (milioni di anni) e la quantità che si fossilizza è minima rispetto al fabbisogno energetico dell’uomo. Tutto sommato questa non è una brutta notizia, se ci impegneremo a sviluppare di più le energie rinnovabili e impareremo a consumare energia in modo intelligente, senza sprechi, non correremo il rischio di rendere invivibile la Terra e avremo uno sviluppo sostenibile per l’intera umanità. ENERGIE ALTERNATIVE E RINNOVABILI NON SONO LA STESSA COSA DI COSA STIAMO PARLANDO? ~ Energie alternative ed energie rinnovabili, c’è differenza? In effetti facciamo tutti un po’ di confusione e a volte si utilizzano entrambi i termini come se fossero sinonimi. Per far chiarezza è bene sapere che le energie rinnovabili sono generate da fonti che non sono esauribili e il cui utilizzo non ne riduce la disponibilità in futuro, perché si rinnovano continuamente. Ci riferiamo al sole, al vento, all’acqua e al calore della terra. Invece si parla di energie alternative quando si vuol fare riferimento, in modo più generico, a tutte le fonti energetiche esistenti, nucleare compreso, eccetto quelle fossili, cioè il petrolio, il carbone e il gas naturale. Quindi, quando si parla di energie alternative sono comprese anche quelle pulite e rinnovabili. LE RINNOVABILI SONO PULITE ~ La nostra società ha una dipendenza eccessiva dai combustibili fossili per la produzione di energia: per fare qualsiasi cosa in casa o per trasferirci a scuola o in ufficio, dobbiamo impiegare energia che inquina ed è destinata ad esaurirsi. Le energie rinnovabili, invece, vengono impiegate “tali e quali” la natura le crea, senza essere trasformate dall’uomo e, quindi, non producono scorie e rifiuti nocivi, o per lo meno in misura molto contenuta. Le principali fonti rinnovabili sono: Energia idroelettrica: molti anni fa l’acqua era l’unica fonte energetica esistente, già le civiltà greca e romana conoscevano la sua forza e la usavano per far girare i mulini e macinare il grano. Poi qualcuno scoprì che quando l’acqua di un fiume “cade” da una cascata, libera una grande quantità di energia che, se collegata a una turbina, si trasforma in energia elettrica. Allora l’uomo iniziò a costruire le dighe e a provocare ampi salti, imitando le cascate vere, ottenendo così una quantità di energia costante. Purtroppo la richiesta di energia è andata sempre più crescendo e l’acqua disponibile è troppo poca per coprire tutto il fabbisogno degli uomini. Ma pur quel poco è importante perché significa usare meno petrolio. Energia solare: il sole ha un’energia fortissima, riesce a inviare sulla Terra, in qualsiasi momento, più di mille WATT di energia per metro quadrato. Il problema è che tutta questa energia bisogna concentrarla e conservarla per usarla quando serve. Per questo sono stati inventati pannelli speciali, chiamati fotovoltaici, che trasformano la “forza del sole” in elettricità. Oppure ci sono i pannelli solari termici che usano il sole per scaldare speciali liquidi che, a loro volta, scaldano e accumulano in un apposito serbatoio l’acqua da utilizzare per usi domestici e industriali. Energia eolica: anche il vento 42 quando ci si mette ha una grande forza e per sfruttarla l’uomo ha costruito dei pali speciali, alti come un palazzo di 35 piani e ha montato sulle punte ventole giganti, grandi come campi di calcio. Si chiamano pali eolici che vengono sistemati, in gran numero, in territori molto vasti, i parchi eolici; quando il vento soffia le eliche girano fortissimo producendo un’energia che viene raccolta e custodita. Il suo contributo è importante per ridurre l’impiego di combustibili fossili, ma anche questa risorsa non può coprire tutta la richiesta di energia perché non tutti i luoghi sono molto ventosi, inoltre il vento non è sempre costante e a volte non c’è per niente. Energia geotermica: il cuore della Terra ha una struttura simile a quella di un uovo. Il tuorlo rappresenta il nucleo centrale, l’albume è il mantello e il guscio la crosta terrestre. Lo strato superiore del mantello, su cui poggia la crosta, è costituito da un fluido caldo chiamato magma che, quando trova una via d’uscita verso la superficie, dà origine ai vulcani e prende il nome di lava. Quando piove l’acqua penetra in profondità nel terreno fino ad arrivare al magma che la riscalda producendo vapore, l’energia geotermica non è altro che il recupero di questo vapore incanalato in tubi e collegato a una turbina per produrre energia elettrica oppure calore per riscaldare le abitazioni (teleriscaldamento). EFFETTO SERRA E BUCO NELL’OZONO ALLE PIANTE È CONSENTITO, ALL’UOMO NO ~ Quando si parla di attività dannose per l’ambiente si fa sempre riferimento all’anidride carbonica: “bisogna eliminare tutti i combustibili fossili perché producono troppa CO2”, “se lasciamo a casa la macchina e usiamo la bicicletta ci sarà meno CO2 nell’aria”, “sarebbe meglio non bruciare la legna per evitare di produrre CO2”. E così via. Tutto vero, è proprio lei, l’anidride carbonica, la principale imputata e dunque ci mettiamo d’impegno e tentiamo di eliminare o ridurre qualsiasi attività che ne favorisca la formazione. A un certo punto, però, può accadere di ritrovarsi un po’ confusi, per esempio studiando la respirazione delle piante scopriamo che anche loro producono anidride carbonica, ma non producevano ossigeno? Nell’acqua frizzante c’è anidride carbonica, farà male? Anche gli uomini e gli animali, quando espirano, buttano fuori anidride carbonica. Un dubbio potrebbe insinuarsi nella nostra mente: se tagliassimo tutte le piante e smettessimo di respirare, potremmo dare una mano all’ambiente e ridurre questa caspita di anidride carbonica? Prima che accada l’irreparabile è meglio fare chiarezza. L’anidride carbonica è un prodotto di scarto che si crea quando bruciamo qualcosa, un combustibile, un oggetto o lo stesso ossigeno che respiriamo; ma è anche un gas presente in piccola concentrazione nell’atmosfera terrestre, un gas completamente innocuo per l’uomo, ma in concentrazioni elevate contribuisce alla formazione del cosiddetto effetto serra. Fino a quando le attività dell’uomo erano ridotte o prevalentemente manuali, il processo naturale della respirazione delle piante e della decomposizione di materia organica, con la conseguente produzione di anidride carbonica, era in totale equilibrio con la capacità della vegetazione terrestre di assorbirla. Purtroppo, nel tempo sono diminuite le aree boschive (deforestazione) e aumentate tutte quelle attività umane responsabili di circa l’80% (25 miliardi di tonnellate l’anno) delle emissioni di CO2 della nostra società (riscaldamento, raffrescamento, trasporti, industrie, attività agricole, ecc.) e ora le piante non ce la fanno più, non sono in grado di assorbire una quantità così grande di CO2. Tocca a noi produrne meno. te per riscaldare la Terra, ma a causa di un’eccessiva quantità di CO2, e di altri gas, questo effetto viene prolungato e diventa responsabile del surriscaldamento, che a sua volta agisce pericolosamente sul clima, provocando disastri ambientali, distruggendo l’ecosistema, causando la desertificazione e mettendo a rischio la salute degli uomini per un eccesso di radiazioni. BUCO NELL’OZONO ~ L’ozono è un gas naturale instabile, di colore azzurro, con un odore pungente e penetrante, pericoloso da respirare perché attacca le mucose. Negli strati alti dell’atmosfera ha il compito di proteggere la vita sulla Terra creando uno scudo protettivo che filtra i raggi ultravioletti del sole. La dispersione nell’aria di prodotti chimici inquinanti danneggia lo strato di ozono, assottigliandolo pericolosamente e producendo quello che chiaEFFETTO SERRA miamo “il buco nell’ozono”. ~ Gli esseri viventi (tra cui l’uoNe sentiamo parlare così tanto mo), senza lo scudo dell’ozono che è diventato un argomento non sono in grado di difendersi noioso, ma sappiamo esatta- dall’azione dei raggi UV non mente cosa significa? Intanto è filtrati, perché danneggiano la bene stabilire che l’effetto serra salute, favorendo lo sviluppo di è un fenomeno benefico e na- gravi malattie della pelle e deturale (sissignori!), il proble- gli occhi. Per questo è sempre ma sta nel fatto che l’uomo lo buona norma proteggersi con le sta facendo crescere troppo e il creme protettive, cappelli e octroppo fa sempre male. chiali da sole. L’effetto serra ha il compito di trattenere le radiazioni e il calore del sole il tempo sufficien43 BIOMASSA: IERI UN COSTO, OGGI UN COMBUSTIBILE DOVE SI TROVA? ~ Pensa ai campi agricoli, alle segherie, alle serre, ai vigneti, agli oliveti, alla coltivazione degli ortaggi e immagina quanti scarti producono queste attività. Ecco, la biomassa è esattamente questo: tutti gli scarti vegetali che non hanno subito alcun trattamento chimico. La trovi in grande quantità anche nei boschi perché tutto il legno è considerato biomassa, anzi si fanno addirittura opere di riforestazione, recuperando terreni abbandonati, per produrne in grande quantità e, contemporaneamente, migliorare la qualità dell’aria grazie alla funzione di “polmone verde” delle piante. E puoi aggiungerne all’infinito, dalla paglia, ai gusci di frutta secca, agli scarti dell’industria agroalimentare ai batteri. In un metroquadro. di prato sono presenti circa 2 kg di biomassa sotto forma di batteri, funghi e alghe, mentre in un bosco vi sono circa 10 kg per metroquadro di biomassa, principalmente sotto forma di alberi, cespugli e piante erbacee. DIVENTA COMBUSTIBILE ~ Dunque, la biomassa è una fonte di energia pulita, un combustibile a tutti gli effetti ed è sempre più utilizzato per sostituire i tradizionali e inquinanti petrolio, carbone e gas naturale, riducendo così la dipendenza dalle fonti di natura fossile. Quando si brucia la biomassa non si producono ulteriori emissioni nocive, perché la CO2 liberata durante la combustione corrisponde esattamente alla quantità della CO2 che avrebbero prodotto quelle piante se non fossero morte e diventate, quindi, scarti vegetali. ALTRI IMPORTANTI VANTAGGI ~ Il fatto che l’energia dalle biomasse si basi soprattutto sugli scarti di produzione delle varie attività è un’ulteriore vantaggio economico e sociale perché riutilizza e smaltisce rifiuti in modo ecologico. In pratica, quello che un tempo era un costo da sostenere (smaltimento), oggi si è trasformato in un’opportunità da non perdere e sfruttare per produrre preziosa energia elettrica. Un bell’esempio di questo recupero è rappresentato dalla Finlandia, perché gran parte degli scarti di lavorazione della carta e del legno dell’industria finlandese sono destinati alle centrali termiche per pro44 durre energia da biomassa. Evitando, in questo modo, di dover portare gli scarti in discarica o pagare per il loro incenerimento. Per evitare qualsiasi forma di inquinamento si tende a utilizzare biomassa proveniente da colture locali, così non c’è neanche il problema delle emissioni prodotte dal trasporto. I PRINCIPALI IMPIEGHI ~ La biomassa è utilizzata prevalentemente per la produzione di energia termica (acqua calda, riscaldamento, industria), di energia elettrica e come biocarburante. Alcuni di questi impieghi utilizzano direttamente la biomassa allo stato naturale, senza modifiche alla sua struttura originaria, (ad esempio la legna), altri usi invece, richiedono dei “processi di trasformazione” a forme liquida o gassosa, per consentire una maggiore versatilità del suo utilizzo. In Italia si fa molto uso di biomassa per produrre sia energia termica, sia energia elettrica e la fonte più utilizzata è il legno; seguono gli scarti dell’agricoltura (solidi e liquidi) e gli scarti dell’industria del legno. Si può affermare con decisione che, se utilizzata in modo corretto, la biomassa rappresenta, allo stato attuale, una fonte di energia rinnovabile e disponibile localmente che offre un contributo decisivo alla sostenibilità. CHI INQUINA DI PIU’? LE PAGELLE ~ Ma chi saranno i Paesi che inquinano di più? Credevamo d’esserci posti una domanda semplice, addirittura un po’ banale, fino a quando non abbiamo messo il naso nelle statistiche e nelle classifiche degli istituti di rilevazione di inquinamento ambientale. Un caos! Il problema non è la mancanza di dati, ma proprio la sovrabbondanza di rilevazioni e classifiche che tengono conto di parametri differenti. Abbiamo rinunciato ad assegnare le eco-pagelle perché è praticamente impossibile individuare un valore assoluto e, cercando di semplificare, abbiamo tenuto conto di due parametri, sui quali c’è il maggiore consenso: la quantità totale di emissioni inquinanti e le emissioni procapite (per ogni abitante). In pratica si contendono il podio le grandi potenze che, proprio perché molto industrializzate, hanno più fame di energia e le nazioni emergenti che invece hanno fretta di crescere. Per quanto riguarda le emissioni totali, stando ai dati 2009 della National Energy Administration americana, al primo posto c’è la Cina con 7.711.000 tonnellate (molto più di tutta l’Europa) di anidride carbonica, l’astro nascente dell’economia globale, seguita da USA e India. Il calcolo è stato fatto sommando tutti i combustibili fossili utilizzati e convertiti in CO2. Ma è un valore che può ingannare, perché non tiene conto del consumo pro capite che nel caso di Cina e India, paesi molto popolosi, risulta decisamente più basso. Infatti utilizzando questo criterio ogni abitante USA produce 17,7 tonnellate di CO2 annue, mentre la Cina solo (si fa per dire) 5,8 tonnellate. Così la classifica pro capite vede schizzare ai primi posti piccoli paesi ricchi e scarsamente abitati, come il Qatar e il Bahrein (se ti sfugge la loro posizione geografica consulta l’atlante). Se volessimo essere pignoli dovremmo prendere in considerazione tutti i gas che alterano il clima, non solo l’anidride carbonica, allora in questo caso vediamo al primo posto Cina, Brasile e Indonesia. Volendo aggiungere un pizzico di pignoleria in più valutiamo anche la CO2 emessa nel passato, perché purtroppo resta nell’atmosfera per secoli e quindi quelle emissioni sono importanti tanto quanto quelle attuali; quindi sommando passato e presente (dal 1850 al 2009) al primo posto ci sono gli USA, staccati di parecchi punti percentuali dalla Russia e dalla Cina che seguono a pari merito. Però se si incrociano i dati con i consumi procapite la classifica cambia ancora, al primo posto c’è il Lussemburgo (!!!), al secondo l’Inghilterra e al terzo gli USA. Ok, basta! Tutti questi dati ci fanno girare la testa e l’unica cosa che sembra essere abbastanza chiara è che USA e Cina sono i principali inquinatori mondiali, perché tra i più grandi e popolati Paesi del mondo. Restiamo con un pensiero che ci tormenta: quando Cina 45 e India raggiungeranno il grado di industrializzazione degli USA (manca poco) riusciremo ancora a respirare o dovremo rifugiarci tutti ad Antigua o alle Barbados, i Paesi più “verdi”? E L’ITALIA? ~ Altra faticaccia. In questo caso le statistiche sono state effettuate dal World Resources Institute e l’International Energy Statistics. Non si trovano molti dati sul nostro Paese perché, fortunatamente, non essendo ai primi posti non riceve le stesse attenzioni delle grandi Nazioni. In ogni caso i risultati non sono per nulla confortanti perché l’Italia inquina più di tanti altri Paesi diverse volte più grandi. In questa classifica l’Italia arriva diciassettesima con un’emissione di CO2 pari a circa 407 milioni di tonnellate, leggermente in calo rispetto agli anni precedenti. Numeri alti se pensiamo che altri come i Paesi Bassi emettono la metà di quanto emette l’Italia, o la Spagna emette quasi 100 milioni di tonnellate di CO2 in meno. Ma è sul totale delle emissioni di gas serra (quindi non solo CO2) che l’Italia dà il peggio di sé, dato che prendendo in considerazione anche il metano, l’ossido di diazoto, i perfluorocarburi, l’HFC e l’esafluoro di zolfo, il nostro Paese sale fino alla posizione numero 13 dietro ovviamente la Cina e gli Stati Uniti, ma anche il Brasile, l’Indonesia, la Russia e l’India. 1 Quando fai una gita in montagna ti accorgi che l’aria è più pulita? Come ti senti? 2 Hai mai proposto ai tuoi genitori di passare una serata in casa senza utilizzare l’energia elettrica? Solo candele per illuminare e tutti gli elettrodomestici spenti. Potresti scoprire che è molto divertente. 3 Quando la mamma fa la spesa consigliale di acquistare solo prodotti locali e di stagione. È un gesto importante per limitare i trasporti e ridurre l’inquinamento. “Brooooooom”, un enorme TIR passò nella stradina davanti casa scuotendomi dai miei pensieri. Un fetido puzzo di gas di scarico ammorbò la mia camera, costringendomi a chiudere le finestre. Pensai che ormai eravamo tutti abituati all’aria inquinata, del resto i trasporti sono necessari, come potremmo farne a meno? Certo che sarebbe bello inventare una fonte di energia alternativa, che non inquini l’aria e l’acqua della Terra! L’idea mi piaceva e, reso sicuro di me dalle tante invenzioni che avevo già elaborato, mi misi a cercare la soluzione: il Professor TerraTerra avrebbe risolto il problema! Purtroppo però, dopo molte ore di studio ed esperimenti non avevo ancore risolto niente… guardai Pettibot, tranquillamente appoggiato alla mensola, e gli chiesi: “Tu cosa faresti amico mio? Mi puoi aiutare a trovare una soluzione?” Gli occhioni metallici brillarono, compresi subito che, in qualche modo, il giocattolo robot aveva capito. Mi sentii cadere in basso, mentre tutto diventava trasparente, chiusi gli occhi e mi abbandonai a quella sensazione ormai così familiare….…un nuovo VeroSogno stava iniziando. Mi risvegliai in una stanza grandissima… e puzzolente. Sembrava la sala di aspetto dell’aeroporto in cui ero stato con mamma e papà l’anno scorso. Una enorme vetrata lasciava vedere uno spettacolo mozzafiato: una città sterminata si estendeva fino all’orizzonte, sotto un cielo cupo e triste. I palazzi erano altissimi, strani veicoli volavano in ogni dove emettendo sordi brontolii e spruzzi di fumo nero. Al centro della vetrata campeggiava un palazzo di dimensioni inimmaginabili, a forma di cono rovesciato, percorso da una fitta rete di tubi di cemento. Alla sua sommità vi era una voragine tonda, da cui usciva una colonna di fumo nero e denso. Nell’insieme ricordava un enorme vulcano… ma fatto dall’uomo. Ai piedi della torre nera migliaia di veicoli di ogni dimensione percorrevano un dedalo di strade su più livelli. Il fumo si innalzava fino al cielo e, compresi, generava quella cappa di smog che oscurava persino il sole. Nella stanza alcune persone stavano in piedi davanti alla vetrata. Uomini grandi e grossi, vestiti elegantemente di grigio o di nero, e tutti portavano una maschera ad ossigeno sul volto. Uno di loro si girò verso di me e disse: “E tu da dove salti fuori? Chi ti ha fatto entrare?” “Ehm, ecco, io sono…” non feci in tempo a rispondere che un altro, anch’esso mascherato, disse con voce squillante: “Credo sia il signor Y, il nuovo Consulente Per L’aria signor Presidente, l’ho convocato proprio stamattina!” “AH, bene bene – disse il Presidente – allora mettiamoci subito al lavoro: ha portato le statistiche sulla CO2? A che punto siamo, quanto ci resta?” Decisi che era meglio stare al gioco, fingendo di essere questo “signor Y” e dissi: “… A dire il vero non ancora, potreste aggiornarmi sulla situazione intanto?” “Che razza di consulente ha convocato signor H? – fece il Presidente stizzito – non dovrebbe esse- re lui ad aggiornarci??” “Si, vostra Vastità, - rispose il signor H – ma sa, questi consulenti amano sempre farsi desiderare… ci penso io!” Rivolgendosi a me con uno sguardo di disapprovazione disse: “ Allora: la situazione è critica, come sapete. L’aria è ormai irrespirabile e tutte le misure precauzionali che abbiamo provato non hanno dato risultati! La nostra Gloriosa Tecnologia non riesce a far fronte all’emergenza aria. I cittadini di Tecnopoli stanno cominciando ad ammalarsi, le riserve di ossigeno si assottigliano e quei maledetti selvaggi continuano ad abbattere le loro foreste per toglierci l’ossigeno e finalmente distruggere la nostra civiltà. Dobbiamo assolutamente fare qualcosa!!” “Ah, ehm – dissi io – mi parli dei “selvaggi”, non che non sappia già tutto ovviamente, ma preferisco avere una relazione da voi, signor H” “Ci fa perdere tempo prezioso!! Ma dove l’ha scovato questo saccentone, eh H?”. Il Presidente era visibilmente irritato, ma non potevo farci niente, non avevo ancora capito cosa succedeva in questo strano mondo inquinato. “Come sapete – continuò H irritato – da millenni i selvaggi, poco più che animali senzienti, vivono nelle foreste intorno a Tecnopoli, vogliono distruggerci perché sono invidiosi della nostra tecnologia così evoluta e del nostro altissimo tenore di 46 47 vita. Del resto, che il Sacro Pistone mi perdoni l’eresia, posso anche capirli: hanno a malapena da vivere, non hanno nemmeno delle case vere e proprie, si vestono di stracci e, soprattutto, non hanno mezzi di trasporto… SI SPOSTANO A PIEDI, ma ve lo immaginate?? Ovvio che ci odino! E così, dopo millenni di tentativi per superare le Sacre Porte di Tecnopoli hanno trovato la strategia vincente: distruggere le foreste che ci procurano l’ossigeno!” “E quale aspetto hanno? – chiesi io – voglio dire: sono umani ? parlano la nostra lingua?” “Ma che domande fate? – urlò il Presidente – come fac- ciamo a saperlo?? Non ne vediamo uno da millenni, se solo provassero ad avvicinarsi alle Porte della Città li ammazzeremmo senza pietà! Altro che parlarci!! LORO SONO IL NEMICO!” “Non adiratevi Vostra Saggezza – disse H – forse il signor Y intendeva solo provocarvi, sapete come sono questi consulenti” “Scusate le mia arroganza signor Presidente – dissi io, temendo il peggio – volevo solo dire che anche sul mio pianet….. pianerottolo ci sono persone che non conoscevo e che credevo fossero degli idioti, ma poi quando li ho finalmente conosciuti ho scoperto che mi ero ingannato! E poi ragionate, vostra Grandiosità: se distruggessero le foreste che producono ossigeno ne resterebbero senza anche loro… non vi sembra una cosa sciocca?” “Sciocca? SCIOCCA? MI STATE DANDO DELLO SCIOCCO? Venite qui a dirmi che i selvaggi, quelle… BESTIE, non ci vogliono distruggere? State dicendo che la SACRA STORIA DI TECNOPOLI È FALSA? Vorreste magari farci credere che sono amici? O forse siete una loro spia? MA CERTO, VI HANNO MANDATO QUI PER CONFONDERCI E FARCI PERDERE TEMPO PREZIOSO! GUARDIE!! PRENDETE QUESTO ERETICO E BUTTATELO FUORI DALLE MURA, IMMEDIATAMENTE!!”. In quattro e quattr’otto due energumeni mi presero in malo modo e mi trascinarono fuori dalla sala mentre il povero signor H cercava di calmare il Presidente furioso. Fui sbattuto su uno strano veicolo a sei ruote, che partì a razzo in una nuvola di fumo nero schizzando su una strada a otto corsie tra veicoli di tutti i tipi e di tutte le forme. Durante il tragitto riuscii a vedere un pezzo di città: cemento e asfalto, acciaio e plastica ovunque. Nessuno camminava per le strade, non c’erano alberi o parchi o aiuole ad abbellire quel grigiore. Solo l’onnipresente fumo nero che avvolgeva tutto e, incombente come un incubo, la torre nera che eruttava fumo e polveri tossiche. Questa gente si era affidata completamente alla tecnologia e ora ne pagava, inconsapevole, le conseguenze. Quando le porte della città si aprirono restai sorpreso: mi aspettavo altro cemento e invece mi ritrovai, solo, su una grande spianata di terra, la città alle spalle e davan- ti, all’orizzonte, alberi a perdita d’occhio. Mi incamminai timoroso di incontrare questi “selvaggi” ma pensando che, in fondo, peggio di così non sarebbe potuta andare. Dopo molte ore giunsi ai primi alberi della foresta e vidi qualcosa di inquietante: molti tronchi erano coperti da una strana patina nera e oleosa, le foglie erano avvizzite e bruciate, tanti alberi erano crollati al suolo, non abbattuti dall’uomo, ma essicati e svuotati da quella orribile sostanza nera. Continuai a camminare, il paesaggio era triste e desolato, tutta quella vita prosciugata e distrutta. Mano mano che mi allontanavo dalla città il fenomeno si affievoliva, erano sempre più gli alberi ancora vivi e verdi e sempre meno quelli malati e morenti. Cominciai a scorgere alcuni animali: conigli, uccellini, persino una volpe. Mi sentivo meglio, l’aria non puzzava più di smog ma era dolce e profumata di mille essenze, la mia testa, che aveva cominciato a dolere (forse a causa della mancanza di ossigeno), si schiarì di nuovo e cominciai a canticchiare. “ALTOLÀ” il comando perentorio mi fece trasalire, un ragazzo magro e seminudo era comparso dal nulla, tra le felci basse, davanti a me. Aveva la carnagione scura di chi vive all’aperto, indossava molte collane di bacche, semi e fiori intrecciati ed era coperto dalla vita in giù da una pelliccia. La lancia rudimentale che mi puntava contro mi suggerì di andarci cauto e quindi dissi: “Salve amico, io sono Giovannino TerraTerra e … vengo in pace”. Altri uomini uscirono dalle felci alte, tutti seri e silenziosi, tutti armati. “È un Tecnopoliano: uccidiamolo subito!” disse uno minacciosamente, “Si, è un nemico, facciamolo a fette!” rispose un altro, ed altri ancora assentirono avvicinandomi le lance appuntite. “Fermi! – il ragazzo levò la voce sul brusio – per adesso non lo uccidiamo, lasceremo decidere all’Anziano”. Fui legato e bendato, poi iniziò una lunghissima camminata, resa faticosa dalla mia temporanea cecità e dal terreno sempre più accidentato. Dopo un tempo interminabile iniziai a sentire diversi rumori di gente, di stoviglie e animali domestici, e quando fui sbendato mi avvidi di essere all’interno di un villaggio. Capanne di tronchi e fango con tetti di foglie, piante e fiori dappertutto, cani, gatti, galline e conigli gironzolavano liberamente tra le case, assieme a frotte di bambini urlanti che giocavano a rincorrersi. Molte donne e uomini si affollavano intorno a me, tutti vestiti di pelli o tessuti grezzi dai colori sgargianti, tutti curiosi di vedere questo Tecnopoliano improvvisamente giunto tra loro. Fui condotto alla capanna più grande del villaggio: evidentemente la casa dell’Anziano. All’interno l’ambiente profumava di fiori e muschio, la luce, del mattino che entrava da un foro nel soffitto, rischiarava a sprazzi la penombra fresca e accogliente. Al centro della grande sala, seduto su un tappeto di erba e fiori, c’era un vecchio magro ed emaciato, 48 49 che emanava un’aura di grande saggezza e serenità. “Siediti Tecnopoliano - mi disse gentilmente - Vieni da noi rischiando la tua vita: il tuo popolo ci sta uccidendo, giorno dopo giorno, senza pietà. Perché sei qui?” “In veri- tà …non sono un Tecnopoliano, - risposi - sono giunto qui da un altro mondo e gli uomini della città mi hanno cacciato perché ho detto cose per loro sbagliate…i Tecnopoliani pensano che voi stiate uccidendo loro, abbattendo la foresta per rendere l’aria irrespirabile e, in effetti, è quello che ho visto succedere: il loro ossigeno sta finendo” “Ma questa è un’eresia! Il fumo emesso dalla loro puzzolente città sta uccidendo gli alberi della nostra foresta, lo hai visto coi tuoi occhi. Si stanno uccidendo da soli con la loro maledetta tecnologia trascinando anche noi e tutto il pianeta nella loro follia… e osano dare la colpa a noi??” “Ma cosa possono fare? – chiesi io – hanno bisogno del petrolio per far �nzionare le macchine che amano tanto e venerano come Dei, non hanno alternativa!” “L’alternativa c’è sempre – rispose stancamente l’Anziano – da millenni cerchiamo di parlare con loro, ma appena ci avviciniamo alla città veniamo uccisi dalle loro armi, come cani. Da millenni cerchiamo di svelare loro il modo per vivere meglio, senza distruggere la vita, ma non ci ascoltano, ci odiano troppo” “E quale sarebbe questo modo? – domandai incuriosito – dovrebbero anche loro vivere nella foresta come voi? Non credo sia possibile, la loro civiltà è diversa, non ci riuscirebbero mai!” “Questo pianeta è coperto d’acqua, acqua che dà la vita a tutti noi. Moltissimi anni fa, quando fummo scacciati dalla città perché volevamo vivere secondo natura, cercammo un modo per produrre l’energia che ci serviva senza rovinare la natura. Fu così che scoprimmo che l’acqua, opportunamente trattata, può liberare un’energia molto più potente del petrolio, senza inquinare l’ambiente e senza produrre sostanze tossiche. Creammo una batteria che può muovere macchine anche più grandi di quelle dei Tecnopoliani, ne costruimmo persino una, in grado di volare, … ma non riuscimmo mai a portarla nella città: l’odio reciproco ci allontanò sempre più, fino a che tutti si dimenticarono dell’esistenza della batteria ad acqua, troppo presi a farsi la guerra.” “Ma allora è semplice! Ci penso io a svelare il segreto ai Tecnopoliani! - dissi io entusiasta – dov’è questa macchina volante?” “È proprio qui, sotto il villaggio, ma se tornerai ti uccideranno, proprio come fanno con noi!” “Nei miei viaggi – risposi - ho imparato una cosa: ci vuole coraggio per fare ciò che è giusto! Datemi la macchina e li costringerò ad ascoltarmi!” E così fecero: a bordo del velivolo, silenzioso come il vento, volai sulla città. Non mi sentirono arrivare e quando atterrai sul tetto del Palazzo Presidenziale furono talmente sconvolti nel vedermi tornare che dimenticarono le loro armi. Parlai a lungo col Presidente e gli spiegai che era il loro stesso smog a uccidere la foresta e a togliere loro l’ossigeno prodotto dalle piante. Gli spiegai che i “selvaggi” erano molto più evoluti di loro, perché avevano trovato il modo per produrre energia senza rovinare la natura e glielo offrivano in dono in cambio della pace. Non feci in tempo a vedere tutto questo realizzato, il VeroSogno era finito e fui catapultato di nuovo a casa, alla mia scrivania. Ma tra le mani mi ritrovai un piccolo oggetto cilindrico pieno d’acqua, e capii subito cosa era! Questa volta, pensai, nessuno si era intrufolato nei miei pensieri o mi aveva rubato la voce… forse avevo fatto la cosa giusta e non era stato necessario. Guardai Pettibot sulla mensola e per un istante mi sembrò sorridere… ma forse era solo la mia fantasia. 50 51 I PAESI CHE HANNO A CUORE L’AMBIENTE IL PROTOCOLLO DI KYOTO ~ come la Cina e l’India. Questi Paesi non furono coinvolti nel trattato perché considerati in via di sviluppo e, quindi, essendo meno industrializzati degli altri, si riconobbe che contribuissero in forma minore all’inquinamento. Gli Stati Uniti, invece, vedono Cina e India come una minaccia per la propria economia, la loro concorrenza non sarebbe ad armi pari visto che per ridurre l’inquinamento le industrie devono investire denaro che si traduce in un aumento dei costi. Anche il Canada si è ritirato dal trattato, facendo due conti ritiene di non poter diminuire le emissioni nocive se non eliminando tutti i veicoli a motore e tagliando il riscaldamento degli edifici. Se aderisse, vista l’impossibilità di ridurre le emissioni, come imposto dal protocollo, dovrebbe pagare 14 miliardi di dollari di multa. Nel 1997, a Kyoto in Giappone, si riunirono oltre 160 Paesi per affrontare il problema dell’inquinamento ambientale e, in particolare, il preoccupante riscaldamento globale e i cambiamenti climatici che stanno interessando il nostro Pianeta. Si decise di firmare un accordo (trattato) internazionale che impegnasse ogni Paese industrializzato a ridurre almeno del 5%, dal 2005, la quantità di emissioni nocive, cioè tutti quegli elementi inquinanti che industrie e veicoli disperdono nell’aria. Il trattato sarebbe stato valido se l’avessero sottoscritto almeno 55 Nazioni, raggiungendo così il 55% di riduzione totale delle emissioni. Ad oggi sono 184 i Paesi che hanno firmato il “protocollo di Kyoto” e che producono il 61,6% delle emissioni globali di gas serra. Non tutti, A CHE PUNTO però, l’hanno ratificato, in praSIAMO tica si sono presi genericamente ~ l’impegno ma non l’hanno anCon l’adesione della Russia cora convalidato. è stata raggiunta la soglia del 55%, ma i risultati tardano a I PAESI CHE NON farsi sentire e nel frattempo il ADERISCONO clima peggiora. Gli Stati con~ tinuano a discutere per cercare Gli Stati Uniti rappresentano nuove proposte che possano acun ampio territorio altamente contentare tutti. In parole poveindustrializzato e sono responre il cuore del problema sta nel sabili di circa ¼ delle emissioni fatto che, per ridurre gli agenti nocive mondiali; inizialmente inquinanti, bisogna rinunciasottoscrissero il trattato, ma poi re all’impiego di combustibili ritirarono la propria adesione fossili o penalizzare le industrie giudicandolo ingiusto perché con un danno insostenibile per escludeva Paesi molto popolosi, l’economia. Per questo motivo 52 si vorrebbe studiare un nuovo accordo, con obblighi per tutti i grandi Paesi inquinatori, che permetta sia di creare occupazione, sia di avere una crescita economica. Su questa linea si trovano d’accordo molti Paesi (Stati Unti, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Russia, alcuni paesi dell’Ue, anche alcuni Stati in via di sviluppo), ma il problema non è di facile soluzione, allo stato attuale, ricorda un po’ troppo il proverbio: “voglio la botte piena e la moglie ubriaca”. I climatologi sono molto sconfortati, sostengono che non serve ridurre le emissioni del 5%, per avere risultati interessanti ci vorrebbero tagli molto più significativi, attorno al 60%. Concludendo, tra una discussione e tante nuove proposte si è giunti al termine della prima fase del trattato di Kyoto il quale prevede, dal 2012 in poi, che gli Stati proseguano nell’impegno di riduzione dei gas serra su basi volontarie, in attesa che in sede Onu si riesca mettere a punto un nuovo trattato vincolante. Fino ad allora ci auguriamo che il nostro ambiente riesca a trovare la forza per resistere. L’IMPRONTA AMBIENTALE Un recente studio australiano classifica 228 nazioni in base alla loro impronta ambientale, calcola il consumo umano di risorse naturali sulla base della capacità della Terra di rigenerarle. In pratica misura il grado di sostenibilità, cioè di quanta Terra uno Stato avrebbe bisogno per sostenere i consumi totali. Lo studio si basa su sette parametri: deforestazione, trasformazione di habitat naturali in zone residenziali, agricole o industriali, volumi di pesca, utilizzo di fertilizzanti chimici, inquinamento delle acque, emissioni di CO2 e le specie animali a rischio. Il primo risultato evidenzia che i paesi più ricchi sono anche quelli che hanno l’impatto più devastante sull’ambiente. Con l’aumento del benessere dovrebbe aumentare la coscienza ecologica invece sembra che non sia così. Ecco la classifica dei 10 Paesi che, per un motivo o per l’altro, costituiscono una minaccia per la sostenibilità ambientale. 10a posizione: Perù Si è guadagnato questa posizione per la pesca indiscriminata e il commercio illegale di animali protetti. 9a posizione: Australia È il settimo paese al mondo di balena, ne uccide circa 1000 per conversione degli habitat e esemplari l’anno. 6° Paese al il decimo per perdita di foreste mondo per emissioni di CO2 e 5° per conversione degli habinaturali. tat. 8a posizione: Russia Meno di metà della popolazione russa ha libero accesso all’acqua potabile perché le falde e le sorgenti sono inquinate dai liquami delle discariche di immondizia e da scorie radioattive. 4° paese al mondo per contaminazione delle acque. Ma anche l’aria è pessima: in oltre 200 città i livelli di inquinamento sono altissimi. Inoltre è il 7° Paese al mondo per volumi di pescato. 7a posizione: India 2° posto per l’uso di concimi artificiali, tanto che la resa di alcuni cereali sta diminuendo. Le attività agricole e industriali, e il consumo di energia stanno riducendo le risorse idriche e le poche acque disponibili sono inquinatissime: è tra i tre paesi con le acque più sporche al mondo. 4a posizone: Indonesia In 50 anni le foreste indonesiane si sono ridotte del 40%, è al 2° posto nella classifica dei paesi più colpiti dalla deforestazione. 4° posto per numero di animali a rischio ed emissioni di CO2. 3a posizione: Cina Ha le acque più inquinate al mondo. Più di 20 milioni di cinesi non hanno accesso all’acqua potabile e il 70% delle acque del paese è contaminato. Nonostante questo è il primo paese al mondo per volumi di pescato. 2° produttore mondiale di CO2. 2a posizione: USA 1° posto per utilizzo di fertilizzanti chimici ed emissioni di CO2, 2° per inquinamento delle acque e 3° per volumi di pescato: grazie a questi record sono la 6a posizione: Messico 2^ nazione con l’impronta amPossedeva la più grande biodi- bientale più pesante. versità (animali e piante), ora è al primo posto per il numero di 1a posizione: Brasile specie in via di estinzione e per 1° posto per deforestazione, 3° l’elevata deforestazione che mi- per conversione degli habitat e per uso di fertilizzanti, 4° per naccia i loro habitat. numero di specie a rischio e per 5a posizione: Giappone emissioni di CO2, 8° per inqui4^ nazione per volumi di pesca- namento delle acque. to, detiene il 25% del commer- Ma l’aspetto più preoccupante è cio mondiale delle 5 più gran- lo sterminio della foresta amazdi specie di tonno in pericolo zonica. di estinzione. È anche uno dei principali consumatori di carne 53 LE STRADE DEL RISPARMIO sia in netto aumento il numero di visitatori alle fiere per l’edilizia che propongono novità nel campo dell’efficienza energeNon c’è dubbio che per mantica e della sostenibilità. È un tenere le nostre abitudini consegnale positivo, significa che sumiamo parecchia energia; si sta diffondendo una maggiore non possiamo rinunciarvi persensibilità a questo problema. ché ne abbiamo bisogno noi e ne avranno bisogno anche quei popoli che ancora non godono del privilegio di vivere bene e a lungo come noi occidentali. È quindi immaginabile che la richiesta di energia continuerà a crescere, il problema è che non potremo produrne all’infinito, ecco perché è importante cercare nuove soluzioni per ridurre i consumi e imparare a eliminare gli sprechi, affinché si possa far fronte alle richieste di tutti e salvaguardare il nostro ecosistema. SEMPRE PIU’ RICHIESTA ~ COME SI RISPARMIA L’ENERGIA? ~ La risposta a questa domanda non è facile perché coinvolge i cittadini, le aziende, i progettisti, gli amministratori dei condomini, le istituzioni, ecc. C’è bisogno di uno sforzo comune in modo che con il contributo di tutti si possano raggiungere risultati significativi. Esistono, però, settori attraverso i quali si ottengono risparmi maggiori, come l’illuminazione pubblica e l’edilizia residenziale che comprende la gestione del riscaldamento, dell’illuminazione, della bioedilizia (intesa come materiali e tecniche di costruzione); a questo proposito non è un caso che negli ultimi anni no ridurre i consumi energetici del 40%. Ma il dato più sostanzioso riguarda il riscaldamento che “brucia” il 76% delle spese totali (cioè di quel 44% che abbiamo citato sopra), per questo motivo sono state studiate soluzioni in grado di garantire un risparmio interessante, tra queste c’è il Teleriscaldamento. COS’È IL TELERISCALDAMENTO? ~ È un sistema di riscaldamento a distanza che, attraverso una rete di condutture sotterranee, trasporta il calore, generato da una sola grande centrale di teleriscaldamento, alle case. La centrale di cogenerazione produce energia elettrica e recupera il calore, che si sprigiona durante questo processo, per scaldare l’acqua distribuita dalle condutture. Nelle centrali elettriche tradizionali il calore viene disperso nell’atmosfera come “scarto”, in questo caso, invece, è utilizzato per scaldare le abitazioni. Per rispettare QUALCHE DATO l’ambiente circostante, la cen~ trale può utilizzare un combuIl Comune nel quale abiti spenstibile ecologico costituito o da de per l’illuminazione pubblibiomasse (scarti di origine veca dal 15% al 25% delle spese getale organica) o dalla termoenergetiche complessive, è tanvalorizzazione dei rifiuti solidi to vero? Mentre i consumi del urbani. I vantaggi sono molti: settore abitativo costituiscono il riduce l’inquinamento locale, 44% del fabbisogno energetico sfrutta le risorse naturali evicomplessivo, un dato così signitando l’impiego di combustibili ficativo spiega meglio l’interesfossili, costa meno ed elimina se che ruota attorno alle nuove qualsiasi rischio di esplosione o tecniche edilizie, infatti adotdi intossicazione da fumi perché tando sistemi di costruzione e in casa non serve più la caldaia. di isolamento avanzati si posso- 54 I CONSUMI DOMESTICI INUTILI Se ascoltiamo le discussioni spicciole, quelle tipiche da bar, sulle soluzioni che si potrebbero adottare per migliorare le condizioni dell’ambiente, c’è la tendenza sbagliata a sostenere che i singoli cittadini possano fare ben poco per ridurre l’inquinamento, perché la colpa è delle industrie. È vero, le industrie sono sicuramente al primo posto, ma subito dopo vengono i trasporti e poi il riscaldamento delle abitazioni e così via fino a coinvolgere ognuno di noi in questo danno ambientale che peggiora anno dopo anno. È fuori discussione che anche noi semplici cittadini possiamo ridurre le emissioni di CO2 nell’aria, basta solo che ci impegniamo a rendere più sostenibili le nostre abitudini quotidiane. Sarebbe bello poterti dire quanta CO2 potrebbe “risparmiare” la tua famiglia, ma gli esperti hanno modi così complicati di fare i conti con tanti zeri che la nostra semplice calcolatrice non è neanche in grado di registrarli. Ti basti sapere che se riducessimo di un solo grado il riscaldamento di casa, ogni abitazione non produrrebbe 300 kg di CO2 l’anno. Se volessimo sapere quanta anidride carbonica potrebbe risparmiare l’Europa, dovremmo partire dal numero di abitanti (731.000.000) che potrebbero tradursi in 245.000.000 di famiglie, che moltiplicate per 300 kg danno 75.000.000.000… uff…l’avevo detto che ci sono troppi zeri. Beh, continua tu che sei fresco di scuola, poi leggi questi semplici ma preziosi sug- gerimenti e cerca di metterne in pratica il più possibile. staccare i carica batterie di telefoni, computer, ecc quando hanno terminato il caricamento; staccare qualsiasi presa inutilizzata e installare prese con interruttore per gli elettrodomestici, gli apparecchi lasciati in standby continuano a consumare, spegnendo l’interruttore si risparmia il 10% di elettricità; prima di acquistare un elet- trodomestico controllare sempre l’etichetta che riporta l’efficienza energetica (A+); tenere il riscaldamento a una temperatura media di 20° di giorno e 16° di notte, fare la manutenzione della caldaia una volta l’anno e il controllo fumi ogni due anni, sostituire la vecchia caldaia con un modello più recente e con elevati rendimenti, aerare gli ambienti al mattino e per pochi minuti, sostituire scaldabagni elettrici con caldaie a gas e regolare il termostato a 55 45° in estate e 60° in inverno; usare più spesso i mezzi di trasporto pubblici; fare la doccia anziché il bagno; chiudere l’acqua quando ci si lava i denti; utilizzare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico, non eccedere col detersivo, spegnere la lavastoviglie prima del programma di asciugatura, evitare il ciclo di prelavaggio della lavatrice; applicare a rubinetti e doccia i filtri che aumentano la quantità d’aria e fanno risparmiare acqua; se il rubinetto o lo scarico del water perdono chiamare subito l’idraulico; regolare i termostati del frigorifero e del congelatore su una posizione intermedia, tenere aperti gli sportelli il meno possibile, controllare che le guarnizioni chiudano bene, non posizionarli vicino al forno, sbrinarli con una certa frequenza e tenere pulite le serpentine sul retro, se impolverate sprecano il 30% di elettricità; evitare di scongelare gli alimenti nel microonde, toglierli dal congelatore la notte precedente. spegnere gas e forno un po’ prima di aver terminato la cottura; cuocere in forno più alimenti contemporaneamente; mettere sempre il coperchio alle pentole. COSA POTREBBE ACCADERE ALLA TERRA? L’AMBIENTE È UN ORGANISMO ~ Si parla di degrado ambientale e di come sia legato alla sopravvivenza dell’uomo, ma non tutti sanno esattamente che cos’è l’ambiente: “è la natura” oppure “è il verde che ci circonda”. Invece si tratta di una realtà ben più complessa perché l’ambiente funziona come un organismo, nel quale un singolo intervento locale ha conseguenze sull’int e r o sistema. Poiché i vari elementi sono collegati tra loro da una stretta rete di relazioni si parla di rete della vita e se si rompe questo equilibrio il sistema viene distrutto. L’uomo svolge un ruolo fondamentale all’interno di questo organismo, facendo scelte che hanno trasformato la Terra in un mondo costituito più da cemento che dal verde, contribuendo a creare il degrado ambientale che è strettamente collegato al degrado della vita di tutti gli esseri viventi, uomo compreso. ANDIAMO VERSO L’ESTINZIONE? ~ Il problema dell’inquinamento ha assunto proporzioni drammatiche. L’estensione delle zone contaminate sta per raggiungere tutto il pianeta e stiamo avvelenando tutta la Terra. Oggi scopriamo che la natura non è un bene inesauribile, al contrario è un bene di cui vi è molta scarsità e non è affatto gratuito. Per proteggerlo è necessario mettersi in una posizione assai diversa da quella che ci è stata imposta negli ultimi due secoli: si è avuto un culto per il progresso scientifico e tecnico, una grande fiducia nei vantaggi dell’urbanizzazione ed entusiasmo per il progresso industriale. Tutte le preoccupazioni dell’umanità dovrebbero concentrarsi sulla ricerca di nuovi metodi e di nuove tecniche che permettano il progresso dell’uomo senza recare danno all’ambiente naturale. L’effetto serra nel passato ha causato un’estinzione di massa e oggi molti scienziati mettono in guardia da quello che potrebbe succedere se continuiamo a immettere anidride carbonica nell’atmosfera. Incendi, oceani acidificati e temperature elevatissime furono le principali cause dell’estinzione del 95% delle specie marine e del 70% di quelle terrestri, 252 milioni di anni fa. 56 Lo afferma Charles Henderson, professore di geologia presso l’Università di Calgary, che sostiene che questa fase critica durò per ben 20mila anni. La causa di questi cambiamenti è riconducibile a molte eruzioni vulcaniche che hanno rilasciato nell’atmosfera ingenti quantità di CO2. Le preoccupazioni attuali sul riscaldamento globale sono legate ai gas serra e siamo diventati noi il ‘nuovo vulcano’; ci sono voluti almeno 20.000 anni per raggiungere livelli di CO2 tali da provocare la più grande estinzione nella storia della Terra. I gas serra hanno ucciso (e potrebbero farlo ancora) la maggior parte delle specie terrestri; per scatenare una reazione a catena potrebbe bastare una prolungata emissione di CO2, proprio come stiamo facendo da troppo tempo. L’ONU, in un recente studio, sostiene che bisogna investire quasi 2.000 miliardi di dollari l’anno in tecnologie verdi se vogliamo evitare una catastrofe globale. “Nei prossimi 30/40 anni, l’umanità dovrà intraprendere cambiamenti tecnologici fondamentali nei processi produttivi, paragonabili a quelli delle prima rivoluzione industriale”. Non possiamo più far finta di niente.