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rachide dorsale approccio manuale osteopatico

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rachide dorsale approccio manuale osteopatico
SESSIONE PARALLELA: RACHIDE DORSALE
APPROCCIO MANUALE OSTEOPATICO
Dott. VIRGILIO SALUTARI Medico Fisiatra, Osteopata
Dott. VALERIO NATALE Fisioterapista, Osteopata
INTRODUZIONE
“Ci sono quelli che quando sono scorticati
hanno l’impressione di sentire il solletico e altri
che, quando si fa loro il solletico, hanno
l’impressione di essere scorticati…”
MONTESQUIEU
(filososofo francese)
DOLORE
• SEGNALE DI ALLARME E DI PROTEZIONE CHE
CONTRIBUISCE ALLA DIFESA DELL’INTEGRITA’
FISICA DELL’INDIVIDUO, SEMBRA QUINDI
ESSERE UN “MALE NECESSARIO”.
TASSE
Sintomo DOLORE
• IL DOLORE E’ IN PRIMIS UN SINTOMO E NON
BISOGNA CONFONDERLO, PER UNA DATA
PATOLOGIA, CON L’INSIEME DELLA
PATOLOGIA.
• BISOGNERA’ QUINDI TENERE SEMPRE A
MENTE IL POSTO DEL DOLORE NELLA
GERARCHIA DEI DIVERSI SEGNI CLINICI.
“IN ALCUNE PATOLOGIE IL DOLORE PUO’ ESSERE ASSENTE
O INVERSAMENTE, COSTITUTIRE L’UNICO SINTOMO”
QUANDO GLIESAMI CLINICI E PARACLINICI SONO NEGATIVI, DI
FRONTE AL SINTOMO DOLORE IL PAZIENTE è SPESSO CATALOGATO
COME FUNZIONALE O PSICOSOMATICO E LA TERAPIA SI TRADUCE
ALLA RICETTA O AL TRATTAMENTO ANSIOLITICO.
IL DOVERE DEL TERAPEUTA E’ DARE SOLLIEVO
CON TUTTI I MEZZI.
TRA QUESTI MEZZI LA
MEDICINA FUNZIONALE
OSTEOPATICA E’ UNO
DEI TRATTAMENTI PIU’
BENEFICI PER LE ALGIE
SOMATICHE E
VISCERALI, QUANDO
L’EZIOLOGIA E’
SOPRATUTTO
MECCANICA.
…CONOSCENZA DELLA FISIOPATOLOGIA E DELLA CLINICA
MEDICA… DIAGNOSI DIFFERENZIALE - INTERPRETAZIONE DEI
SEGNI CLINICI E DEGLI ESAMI - CAPIRE SE IL QUADRO CLINICO
Può ESSERE CATALOGATO COME “FUNZIONALE” OPPURE IL
PAZIENTE NECESSITI DI ULTERIORI ACCERTAMENTI PRIMA CHE GLI
VENGANO “MESSE LE MANI ADDOSSO…”
GLOBALITA’
Rachide DORSALE come espressione della
POSTURA, intesa come il nostro stato esistenziale,
ovvero la nostra condizione di salute in un rapporto
tra il nostro equilibrio interno e l’ambiente in cui
viviamo…
E’ IMPORTANTE CONOSCERE..
TUTTI I RAPPORTI ANATOMICI
CHE FANNO RIFERIMENTO ALLA
COLONNA DORSALE Sì DA
POTERSI INDIRIZZARE NELLA
FASE ANAMNESTICA E DI
DIAGNOSI DIFFERENZIALE SU
UNA CAUSA NERVOSA,
VASCOLARE O VISCERALE…
RAPPORTI
ANATOMICI
Rapporti fasciali
RAPPORTI NERVOSI
• CATENA GANGLIARE SIMPATICA LATEROVERTEBRALE:
Globalmente le branche superiori sono
destinate, circa le branche viscerali, al
mediastino posteriore, mentre le branche
inferiori si dirigono verso l’addome.
• Riposa vicino la testa delle coste e quindi
l’articolazione costo-vertebrale…
CATENA GANGLIARE ORTOSIMPATICA
BRANCHE COLLATERALI
• RAMI OSTEOMUSCOLARI
• RAMI VISCERALI
a. Il gruppo superiore per i plessi esofagei e
polmonari (si anastomizzano con il vago)
b. Il gruppo inferiore costituiscono i nervi
splancnici o addominali.
RAMI COMUNICANTI
• Vanno dai gangli ai nervi intercostali, sono situati tra le coste
all’indietro e la fascia endotoracica avanti.
CORRISPONDENZE ORGANICHE
D1: occhio, naso ,faringe ,esofago ,tonsille ,trachea , bronchi
D2 : come D1 + tiroide e cuore
D3: esofago polmoni
D4: fegato,VB, esofago, faringe, tiroide, tonsille, polmoni
D5: fegato,VB, stomaco, polmoni
D6: fegato,VB, stomaco
D7: fegato,VB, polmoni, stomaco, duodeno
D8: fegato, pancreas, milza
D9: pancreas, milza, surrenali
D10: rene
D11: intestino tenue, rene, uretere, peritoneo
D12: intestino tenue, peritoneo
La STRUTTURA GOVERNA LA
FUNZIONE (J.T. STILL)
… L’ASPETTO SQUISITAMENTE
MECCANICO e BIOMECCANICO
RELATIVO A QUESTA PARTE DELLA
COLONNA VERTEBRALE.
COLONNA DORSALE
D1
F
D12
ORIENTAMENTO FACCETTE ARTICOLARI DORSALI
Vertebra Dorsale
… sono vertebre più deputate al movimento che
al carico, con faccette disposte su un piano
parafrontale…
Vertebra Dorsale
Vertebra Cervicale
Vertebra Lombare
CURVA PRIMARIA
Bisogna considerare il
rachide DORSALE sotto un
aspetto molto più globale.
Zona adattativa
Zona rigida
PROTEZIONE!!!
Influenza DELLE COSTE sul
movimento vertebrale dorsale
RAPPORTO COSTO-VERTEBRALE
INFLUENZA SULLA RESPIRAZIONE
RICHIAMO ANATOMICO
LA VERTEBRA
LA VERTEBRA DORSALE
PARTICOLARITA’ SEGMENTARIE
• D1 (VERTEBRA DI TRANSIZIONE)
D1
PARTICOLARITA’ SEGMENTARIE
• D10 (NESSUNA FACCETTA
COSTALE INFERIORE)
D10
PARTICOLARITA’ SEGMENTARIE
• D11 (UNA SOLA FACCETTA
COSTALE AL CENTRO)
D11
PARTICOLARITA’ SEGMENTARIE
• D12 (VERTEBRA DI TRANSIZIONE, SPINOSA
DI TIPO LOMBARE PIU’ GROSSA E MENO
OBLIQUA, TRASVERSE CORTE, APOFISI
ARTICOLARI INFERIORI ORIENTATE AVANTI
FUORI SU UN PIANO PARASAGITTALE)
D12
NB. Per la PARTE PRATICA
da ricordare…
• L’APOFISI SPINOSA DELLE DORSALI E’ MOLTO ASSOTTIGLIATA E
VA VERSO IL BASSO, SPINOSE MOLTO VICINE CON SPAZIO
INTERVERTEBRALE STRETTO
• DIFFERENZA TRA SPINOSA DI C7 E D1
• LE ZONE CERNIERA SONO MOLTO IMPORTANTI C7-D1 e D12-L1
perché SE SONO IN DISFUNZIONE CONDIZIONANO IN MANIERA
ASCENDENTE O DISCENDENTE TUTTA LA ZONA
• TRA D1 E D4 CI SONO I LEGG. VERTBRO-PERICARDICI
• D11 – D12 CORRISPONDONO AI PILASTRI DEL DIAFRAMMA
• D12 VA CONSIDERATA COME UNA LOMBARE DATO LE SUE
APOFISI ARTICOLARI INFERIORI
• SULLA ZONA DORSALE CHE E’ ORIENTATA IN FLESSIONE SARA’
PIU’ FASTIDIOSA UNA DISFUNZIONE DI ESTENSIONE, PEGGIO SE
BILATERALE.
LA DISFUNZIONE DI D4 è MOLTO FREQUENTE perché IL CULMINE
DEI TRIANGOLI SUP E INF ED E’ SOTTOPOSTA A NUMEROSE
TORSIONI, ED E’ ANCHE IL PUNTO TERMINALE DEI MOVIMENTI
DI ROTAZIONE DELLA TESTA.
D4
Punti di repere Anatomici
DECALÂGE
• D1 D2 D3 apofisi spinose con le
estremità site allo stesso livello
delle trasverse omologhe
• Da D4 a D10 le apofisi spinose
sono situate a livello delle apofisi
trasverse delle vertebre sottostanti
• D11 la sua spinosa è a metà tra le
proprie trasverse e quelle di D12
• D12 la spinosa è sullo stesso piano
delle trasverse.
Punti di repere Anatomici
•
•
•
•
La forchetta sternale è a livello di D2
L’incisura infrasternale è a livello di D9
La spina della scapola corrisponde a D3
L’angolo inferiore della scapola è a
livello della spinosa di D7 (trasverse e
corpo di D8 per il decalage)
• D12 si reperisce da K12.
D3
D7
LEGAMENTI VERTEBRALI
v
LEGAMENTI VERTEBRALI
LEGAMENTI
GIALLI
LEGAMENTI
INTERTRASVERSARI
LEGAMENTO
LONGITUDINALE
ANTERIORE
LEGAMENTO
LONGITUDINALE
POSTERIORE
LEG. COSTOTRASVERSARIO
LEG. COSTOTRASVERSARIO
LATERALE
LEG. COSTOTRASVERSARIO
SUPERIORE
LEG. RAGGIATO
DELLA TESTA DELLA
COSTA
LEGAMENTI COSTOVERTEBRALI
MUSCOLI
INSERZIONI MUSCOLO-VERTEBRALI
• A LIVELLO DEL CORPO
-
Il Lungo del collo da D1 a D3
Lo Psoas su D12
• SULL’APOFISI SPINOSA
-
Il TRAPEZIO da D1 a D11
Il Gran Dorsale da D7 a D12
Lo Splenio da D1 a D5
Il Piccolo Dentato postero-superiore da D1 a D3
Il Romboide da D1 a D5
Il Piccolo Dentato postero-inferiore da D11 a D12
• SULL’APOFISI TRASVERSA
-
Il Trasverso del collo da D1 a D11
I Sopracostali
Il muscolo lunghissimo del corpo, da D1 a D2
FISIOLOGIA ARTICOLARE
Movimenti del Rachide Toracico
FLESSO-ESTENSIONE
INCLINAZIONE
LATERALE
ROTAZIONE
Concetti di base Fisiologia vertebrale
• Leggi di Fryette (1950)
• Vertebra tipo: corpo anteriore, peduncoli, masse articolari,
dove sopra e sotto troviamo le faccette articolari superiori e
inferiori, lamine che si uniscono a formare le apofisi spinose.
Legenda dei movimenti fisiologici vertebrali
•
•
•
•
•
N: neutralità
E estensione
F flessione
R rotazione
S side-bending (inclinazione laterale)
Neutralità vertebrale
La vertebra si definisce in posizione di Neutralità
quando, senza imprimere né movimento di
flessione né di estensione, la forza peso passa da
una vertebra all’altra e la fisiologia è discale
MOVIMENTO DI FLESSIONE
• Nella FLESSIONE la vertebra soprastante effettua un movimento di scivolamento, di
traslazione su un piano sagittale, rispetto la vertebra sottostante.
• Il corpo scivola in avanti , il nucleo polposo scivola verso dietro e si avvicina al muro
posteriore, le faccette articolari hanno uno scivolamento verso l’alto e in avanti
(Anteriorità, Divergenza, Disembricazione), tensione legg. Posteriori.
RICORDA
• Si parla sempre della vertebra soprastante rispetto la
sottostante quindi si vanno a vedere le faccette
articolari inferiori rispetto le superiori della vertebra
sottostante.
MOVIMENTO DI ESTENSIONE
Nell’ ESTENSIONE la vertebra ruota e trasla rispetto la sottostante verso
dietro su un piano sagittale.
Le faccette articolari scivolano dietro e in basso, il nucleo polposo viene
spinto in avanti le spinose limitano il movimento.
Il movimento di estensione delle articolari viene anche denominato
Posteriorità, Convergenza, Embricazione.
INCLINAZIONE LATERALE (SIDE-BENDING)
• Avviene su un piano frontale, è dato da scivolamenti differenziali delle
faccette articolari posteriori quindi sono movimenti veicolati dalle faccette
che si abbassano dal lato della concavità e si elevano dal lato della
convessità.
• A causa della forma e dell’inclinazione delle faccette sarà favorita la
inclinazione laterale (rachide dorsale).
• Inclinazione dx = convergenza dx e divergenza sx
MOVIMENTO DI ROTAZIONE
• Si effettua globalmente su un piano orizzontale,
dipendono dal centro di rotazione che varia a
seconda del piano vertebrale.
• Rotazione destra = scivolamento in posteriorità dx +
scivolamento in anteriorità sx
RIASSUMENDO
• MOVIMENTI SEMPLICI E SIMMETRICI:
Movimenti di Flessione ed Estensione
• MOVIMENTI COMBINATI E ASIMMETRICI:
Movimenti di Rotazione e Inclinazione
Laterale in associazione con Flessione
Estensione o Neutralità.
LEGGI DI FRYETTE
ROTAZIONE E INCLINAZIONE DX
LEGGI DI FRYETTE
• 1^ LEGGE
Quando il rachide è in una condizione di
Neutralità e viene indotta una inclinazione
laterale, essa è automaticamente seguita da
una rotazione dei corpi vertebrali in senso
opposto.
NSR dove S ≠ R
LEGGI DI FRYETTE
• 2^ LEGGE
In condizioni di flessione di II grado o in
iperestensione (quando le faccette articolari
sono impegnate), l’inclinazione laterale è
preceduta da una rotazione dei corpi
vertebrali dallo stesso lato.
FSR o ERS con R = S
2^ LEGGE DI FRYETTE
2 lei de fryette.mp4
LEGGI DI FRYETTE
• 3^ LEGGE
Un movimento iniziale di una articolazione
intervertebrale in uno dei piani dello spazio,
inibisce o diminuisce forzatamente la mobilità
di questa articolazione negli altri due piani
dello spazio.
FoE>R>S
FISIOLOGIA
• MOVIMENTI SIMMETRICI:
-
FLESSIONE BILATERALE
ESTENSIONE BILATERALE
• MOVIMENTI ASIMMETRICI
-
I MOVIMENTI DI FLESSIONE O ESTENSIONE, RIGUARDANO IL MOVIMENTO
DI UNA SINGOLA VERTEBRA, NELLA QUALE L’INCLINAZIONE VERTEBRALE E’
PRECEDUTA DA UNA ROTAZIONE NELLO STESSO LATO: ERS o FRS CON S = R
Disfunzioni OSTEOPATICHE DORSALI
A partire dai movimenti fisiologici vengono a
determinarsi le disfunzioni osteopatiche.
Per convenzione
• La disfunzione osteopatica si denomina nel
senso della maggiore ampiezza di movimento.
FLEX
FLEX
EST
X
DISFUNZIONE DI FLESSIONE
EST
Disfunzioni Osteopatiche
A livello dorsale, a seconda della perdita di
mobilità, avremo disfunzioni
SIMMETRICHE e ASIMMETRICHE,
BILATERALI o UNILATERALI.
Disfunzioni Osteopatiche
• Disfunzioni BILATERALI
- Simmetriche:
FLESSIONE (F) o ESTENSIONE (E) BILATERALE
- Asimmetriche:
ROTAZIONE DX o SX
• Disfunzioni UNILATERALI (sempre asimmetriche):
- Disfunzione in FLESSIONE ed ESTENSIONE (ERS o FRS)
Si denominano nel senso della maggiore ampiezza.
Si considera la vertebra rispetto la sottostante.
DISFUNZIONI BILATERALI
SIMMETRICHE E ASIMMETRICHE
DISFUNZIONI BILATERALI SIMMETRICHE
Si hanno quando la restrizione
di mobilità e su entrambe le
faccette articolari.
F
• Entrambe le faccette sono
bloccate in anteriorità
(Flessione bilaterale) o in
posteriorità (Estensione
bilaterale)
E
DISFUNZIONI BILATERALI SIMMETRICHE
• Anteriore (Flessione bilaterale):
la spinosa è più affossata,
meno palpabile, spazio
interspinoso + aperto
rispetto il sottostante, sulla
linea mediana.
F
• Posteriore (Estensione
bilaterale): spinosa più
sporgente e palpabile, sulla
linea mediana, trasverse più
sporgenti, spazio
interspinoso + chiuso rispetto
al sottostante, sulla linea
mediana.
E
DISFUNZIONI BILATERALI ASIMMETRICHE
Una faccetta è bloccata in anteriorità ed una in
posteriorità. Quindi la vertebra è ruotata e
inclinata da un lato. Si denomina dal lato della
Rotazione (Dx o Sx)
DISFUNZIONI UNILATERALI
(SOLO ASIMMETRICHE)
• (E.R.S. o F.R.S.): Segue la 2^ legge di Fryette
quindi faccette bloccate in convergenza o
divergenza, interessano un singolo segmento
vertebrale, sono mantenute dai muscoli corti
restrittori.
• 4 tipi:
ERSDX, ERSSX,
FRSDX,
FRSSX
DISFUNZIONI UNILATERALI
2^ legge di
Fryette con R=S
ERSdx=posteriorità DX
Estensione Convergenza
FRS dx = anteriorità SX
Flessione Divergenza
PALPAZIONE e TEST DI MOBILITA’
Faccetta articolare in convergenza dx
Estensione - posteriorità - ERSdx
Dove sarà la trasversa più dura e più
prominente?
Che succede in flessione?
Che succede in estensione?
Che succede in rotazione?
PALPAZIONE e TEST DI MOBILITA’
Faccetta articolare in divergenza dx
(Flessione – anteriorità - FRSsx):
dove sarà la trasversa più dura e più prominente
(posteriorità relativa) ?
Che succede in flessione?
Che succede in estensione?
Che succede in rotazione?
PRINCIPI DI TRATTAMENTO
Tecniche strutturali e Tecniche a
energia muscolare o miotensive:
• Dopo la palpazione e l’effettuazione dei test di
mobilità la normalizzazione delle disfunzioni
viene effettuata per inversione dei parametri
lesionali cioè:
• FRS dx → ERS sx
• ERS sx → FRS dx
PRINCIPI DI TRATTAMENTO
• LE DISFUNZIONI PRIMARIE vengono
normalizzate prima di quelle
SECONDARIE o ADATTATIVE.
• A seconda dei segmenti vertebrali può
essere difficile o impossibile invertire i 3
parametri, per cui se ne inverte uno o
due e si farà un buon tensionamento.
CONCLUSIONE
•
•
•
•
•
EFFICACIA (ANATOMIA E FISIOLOGIA E MECCANICA ARTICOLARE)
TEST DI PRESSIONE (DENSITA’ per individuare la DISFUNZIONE)
TEST DI MOBILITA’ (per individuare e definire la DISFUNZIONE)
DEFINIZIONE DELLA DISFUNZIONE
TECNICA CORRETTIVA
La tecnica correttiva è molto semplice, la difficoltà risiede
nel riconoscimento di una disfunzione e nel definire il
posizionamento della vertebra nello spazio.
CONCLUSIONE
• MALGRADO LA STABILITA’ DEL RACHIDE DORSALE
GRAZIE AL TORACE ESSO PRESENTA NUMEROSE
DISFUNZIONI:
• VERTEBRO-VERTEBRALI
• VERTEBRO-VISCERALI
• VISCERO-VERTEBRALI
LA RICCHEZZA E LA COMPLESSITA’ DEL RACHIDE DORSALE
PROVENGONO IN GRAN PARTE DALLA PRESENZA DEL SISTEMA
NEURO-VEGETATIVO SIMPATICO CHE SI DISTRIBUISCE ALLA
MAGGIOR PARTE DEGLI ORGANI (CORRISPONDENZE
ORGANICHE) QUINDI QUANDO SI APPLICA UNA TECNICA…
FINE PARTE TEORICA
PAUSA CAFFE’ DI 10 MINUTI…
PARTE PRATICA
(OSSERVAZIONE IN PIEDI)
• STATICA
• DINAMICA
(ARMONIA CURVE, SHIFT BAIONETTE ZONE
PIATTE, SCOLIOSI)
PROBLEMATICA DORSALE ALTA MEDIA BASSA
PARTE PRATICA
(PAZIENTE SEDUTO)
A. CONTARE LE VERTEBRE PER DELIMITARE IL
TRATTO DORSALE (D1 – D12)
B. TEST DI MOBILITA’ (TERAPEUTA SEDUTO
DIETRO IL PZ. TEST IN ROTAZIONE DA
ENTRAMBI I LATI)
C. PALPAZIONE SPECIFICA x DEFINIRE LA
DISFUNZIONE (PZ. CON GOMNITI INCROCIATI
– OSTEOPATA DIETRO IL PZ CON MANO
SOTTO I GOMITI DLE PZ E INDICI NEGLI SPAZI
I.V. SOPRA E SOTTO LA SPINOSA x F/E.
PARTE PRATICA
(TECNICHE DI RIDUZIONE)
• DOG STRUTTURALI (PROTOCOLLO)
• T.E.M. (TECNICHE A ENERGIA MUSCOLARE
SEC. MITCHELL)
PROTOCOLLO TECNICHE DOG
•
•
•
•
POSIZIONE LETTINO
POSIZIONE PAZIENTE (DECUBITO, BRACCIA)
POSIZIONE OSTEOPATA
SEQUENZA OSTEOPATA (AGGANCIO SULLA
SPALLA, APPOGGIO AVAMBRACCIO, BLOCCO
GOMITI CON LA PANCIA, APPOGGIO MANO
SULLA TRASVERSA, CARICO SULLA MANO,
SOSTEGNO DELLA TESTA, TEMPO
RESPIRATORIO).
ADATTAMENTI
•
•
•
•
SUPINAZIONE AVAMBRACCIO
SOLLEVAMENTO BACINO PZ
SOLLEVAMENTO TESTA PZ PER DORSALI ALTE
PIEGARE LE GAMBE PER DORSALI BASSE
TEM PER LE DORSALI
• INVERTO I PARAMETRI LESIONALI E CERCO LA
BARRIERA MOTRICE → CONTRAPPOGGIO →
CHIEDO SPINTA VERSO LA DISFUNZIONE E
GUADAGNO VERSO LA CORREZIONE.
• IMPORTANTE ARRIVARE ALLA BARRIERA
MOTRICE (ES. PER D3 MOBILIZZO FINO A
SENTIRE MUOVERE D3 E NON D4 QUINDI HO
L’APPOGGIO SU ENTRAMBE)
• POSIZIONE SEDUTA A CAVALCIONI PER LE
DORSALI BASSE
TEST DI MOBILITA’:
• Si effettuano essenzialmente sulla Flessione e
l’Estensione durante le quali l’osteopata deve
apprezzare gli spostamenti laterali verticali
delle apofisi spinose ma anche le
modificazioni degli spazi interspinosi.
• Metodica passiva.
REGIONE DORSALE ALTA (D1-D5)
• PZ. SEDUTO MANI INCROCIATE DIETRO LA
NUCA, LA TESTA RILASCIATA, OSTEOPATA
AFFERRA CON UNA MANO I GOMITI DEL
PAZIENTE E CON L’ALTRA (INDICE MEDIO E
ANULARE) PALPA GLI SPAZI INTERSPINOSI
INTERESSATI E VALUTA GLI SPOSTAMENTI
LATERALI E VERTICALI DELLE SPINOSE.
• FINO A D4 SI POSSONO TESTARE ANCHE CON I
MOVIMENTI DEL CAPO.
REGIONE DORSALE MEDIA E BASSA
(D5-D12)
• IL PRINCIPIO E’ LO STESSO, ECCETTO CHE IL PZ
SI POSIZIONA CON GLI AVAMBRACCI
INCROCIATI, MANI ALLE SPALLE.
• CON LO STESSO CONTATTO POSTERIORE
L’OSTEOPATA APPREZZA I DIVERSI MOVIMENTI
DELLE SPINOSE.
SEQUENZA DIAGNOSTICO-CORRETTIVA
• OSSERVAZIONE (DORSALE E SAGITTALE):
- STATICA a luce radente (baionette-zone di
appiattimento)
- DINAMICA (sb o flex anteriore) curva spezzataarmomia
SEQUENZA DIAGNOSTICO-CORRETTIVA
• DISFUNZIONE
• Controprova (conferma) CON SPINTA
SULLE TRASVERSE E RISCONTRO SULLE
SPINOSE.
TECNICHE IN DOG
• DORSALI ALTE
• DORSALE MEDIE
• DORSALI BASSE
• GOMITI INCROCIATI (L’ESTERNO IN ALTO) O
INCROCIO MOLTO AMPIO DELLE BRACCIA
• OSTEOPATA CONTROLATERALE ALLA
POSTERIORITA’ della TRASVERSA
• TEMPO ESPIRATORIO
• ATTENZIONE ALLA SCAPOLA
DORSALI ALTE 4 POSSIBILITA’
1. CHIUSURA CLASSICA CON PZ. CHE ALZA LA TESTA
DOPO che osteopata ha GIA’ INVERTITO I
PARAMETRI
2. MANI NON INCROCIATE DIETRO LA NUCA GOMITI
UNITI INVERTO I PARAMETRI ATTRAVERSO I GOMITI
DEL PZ APPOGGIO E TRUST A FINE ESPIRAZIONE
3. COME LA PRIMA SENZA PARTECIPAZIONE ATTIVA
4. SE DIFFICOLTA’ SUPINAZIONE DELL’ AVAMBRACCIO
5. PER LE DISFUNZIONI DI E PORTO IL PZ
DALL’ESTENSIONE ALLA FLESSIONE E VICEVERSA
PER LA F
Fly UP