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Giacomo Stringhini Ciboldi

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Giacomo Stringhini Ciboldi
c’é qualcosa nell’aria
Demis Martinelli
Giacomo Stringhini Ciboldi
Fusion
Le Fusion di Stringhini Ciboldi e Martinelli raccontano la storia di un’amicizia dialettica, un
modo personale e intenso di vivere la scultura. Catturando l’energia vitale, Solletico e Fondendo emozioni fanno rivivere il rapporto di affiatamento e di collaborazione artistica tra i
due scultori che interagiscono magistralmente, pur intendendo l’arte e il lavoro sulla materia
in modo diverso. L’idea della Fusion riprende in qualche modo il cadavre exquis surrealista:
qui, nello specifico, viene eliminato l’elemento della casualità, ma resta quello ludico. Nella
genesi dell’opera uno dei due scultori realizza un pezzo e lo passa all’altro perchè lo completi
in totale autonomia di pensiero. Stringhini Ciboldi è l’interprete della natura, della metamorfosi leggera, nelle sue mani, del marmo e dei legni; Martinelli è, invece, l’artista che forgia
col fuoco il metallo, plasmandolo in astrazioni fitomorfe. Il risultato è intrigante: un trittico
che mette in luce gli elementi fondamentali della loro amicizia. Fondendo emozioni sembra
essere la dichiarazione di un affiatamento artistico sincero coltivato negli anni, Solletico
lascia trasparire il sottofondo di costante attrito, il continuo (e proficuo) pungolarsi dei due,
infine Catturando l’energia vitale, con la sua struttura aperta e quasi architettonica, sembra
delineare il comune impegno e interesse nello sviluppo del lavoro artistico.
N. V.
Fusion
Demis Martinelli e Giacomo Stringhini Ciboldi
ferro e marmo bianco di Carrara
25x25x60 cm - 2008
Solletico
Giacomo Stringhini Ciboldi e Demis Martinelli
legno, ferro e marmo Calacatta
90x70x25 cm - 2008
Catturando l’energia vitale
ferro e bambù - 2009
300x200x200 cm
Demis Martinelli e Giacomo Stringhini Ciboldi
Demis Martinelli
Osservando l’ultima natura
fotografie, ferro e legno
190 x 100 x 50 cm - 2008
Simbolo del capitalismo e dell’eccessivo sfruttamento delle risorse, l’albero
di Demis rappresenta un’opera di protesta. L’uomo della nostra attuale società si allontana sempre più da tutto ciò
che è naturale, che porta al sudore, al
lavoro, al rispetto delle altre creature e
a condividere con loro l’ambiente. Per
non rinunciare alle nostre comodità,
per non perdere i piccoli lussi che tutti
i giorni ci viziano, preferiamo chiudere gli occhi e fingere che non esista il
disboscamento equatoriale, piuttosto
che la lottizzazione della natura per
costruire case, muri che stringeranno
ulteriormente i nostri confini.
B. Z.
Osservando la perversa ipocrisia
fotografie, ferro, legno e rame
200 x 50 x 50 cm (x3) - 2011
Le figure rappresentano spettatori passivi, osservatori che
giudicano la realtà seguendo
modelli e schemi preimpostati.
Le sculture scarne delineano
corpi con la testa deformata da
strani copricapo, emblema del
clichè seguito. Gli osservatori ipocriti si nascondono dietro
commenti chiusi, bigotti, fittizzi
solo per potersi sentire migliori
e più coerenti verso il loro stile
perbenista quotidiano. I corpi
nudi e sensuali delle fotografie
vengono esposti per essere osservati, non per essere criticati
moralmente, ma l’ipocrisia fa
parte dell’uomo tanto quanto il
suo cuore e ognuno di noi, anche inconsciamente, attribuisce
giudizi a ciò che osserva.
B. Z.
Demis Martinelli
Demis Martinelli
Autodistruggendosi per il denaro
ferro, legno e rame
80 x 80 x 80 cm - 2010
Il mondo è infinito, noi no. L’uomo è solo
di passaggio, fa parte di un’era geologica
e quando arriverà il momento, la Terra si
rivoluzionerà cancellando la maggior parte
delle specie viventi.
Attualmente l’uomo sta depredando, spolpando e impoverendo il sottosuolo per trarne profitto, sta rendendo impossibile la vita
alle altre specie animali e sta inquinando il
Pianeta alla velocità della luce.
Queste due opere raccontano entrambe la
stessa storia ponendo l’accento su aspetti
diversi.
‘Vivendo nel mondo dei potenti’ si concentra sul tema dell’inquinamento dovuto alla
commercializzazione di qualsiasi bene.
‘Autodistruggendosi per il denaro’ denuncia invece lo sfruttamento delle risorse
comandato da un’oligarchia che domina il
Mondo.
B. Z.
Vivendo nel mondo dei potenti
materiali di recupero, ferro e alberi
400 x 150 x 180 cm - 2011
Demis Martinelli
Osservando la mia anima
ferro e rame - 2009
190 x 50 x 50 cm
L’artista vuole mostrarsi senza scoprirsi. In quest’opera Demis rappresenta la
complessità della sua anima, il dualismo che lo divide in materia e spirito.
La materia si lega al suo corpo, ai suoi
istinti, alle necessità fisiche che lo rendono ‘uomo animale’.
Lo spirito, simboleggiato dal rame
fuso, è la parte più preziosa, quella in
cui risiedono le sue idee e la sua vita
artistica. Solo chi ha l’animo sensibile
riesce a comprendere la sua intimità,
leggendo la profondità delle sue opere.
Demis Martinelli
B. Z.
Demis Martinelli
Osservando ricordi
ferro e granito - 2007
diverse dimensioni
Soncino, la città natale dell’artista,
è stata teatro di tragici incidenti
stradali che hanno bruscamente
interrotto numerose giovani vite.
L’opera, che fa parte di un’istallazione di cinque sculture, è dedicata a questi ragazzi, alla memoria
di questi amici che hanno dovuto soccombere troppo in fretta e
troppo velocemente alla morte. Le
figure richiamano momenti di vita
felice, spensierata, quasi volessero
suggerire all’osservatore: “Carpe
diem, che la vita è un dono”.
B. Z.
Fierro fiorito
Ferro - 2007-2012 - Diverse dimensioni
Con la colaboraciòn de soldador
Renè Edgar Murga Vargas
Giacomo Stringhini Ciboldi
“...dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fiori...” (FDA)
Giacomo Stringhini Ciboldi
Giacomo Stringhini Ciboldi
Dedicata alla città di Cremona, al suo motto e all’agricoltura
un tempo padrona delle nostre terre e tradizioni
“...la falce non fa più pensare al grano,
il grano fa pensare solo ai soldi...” (FB)
Fortitudo mea in brachio
legno, ferro, ottone e corda
300x300x300 cm - 2011
Fortitudo mea in rota
legno,ferro,corda e marmi colorati
300x300x300 cm - 2011
Dedicata alla città di Carrara, al suo motto e alla
forza della ruota come consapevolezza del fatto
che tutto gira e tutto cambia, così come la gente,
la città e le cave, tutto passa e cambia.
Qui dove il marmo viene spacciato per eterno,
non si hanno sicurezze e certezze, si vive giorno
dopo giorno e la parte centrale dell’opera parla
di tante direzioni, tanti materiali diversi e paralleli che creano questa tonda armonia che è la
caratteristica di questa zona, operaia e turistica,
marittima e montana, dove tutti sono liberi di
accettare lo scorrere rotondo del tempo.
Giacomo Stringhini Ciboldi
Giacomo Stringhini Ciboldi
Anima
ferro, legno, corda e onice verde
400x350x380 cm - 2008
Innamorato + Uomo
legno, ferro, ottone e borchie
45x15x45 cm - 2011
Giacomo Stringhini Ciboldi si racconta nella scultura come se scrivesse un romanzo di formazione. Il suo lavoro è un percorso iniziatico
verso la Conoscenza e, per lui, approdare a possedere il Tutto nella
mente equivale a innamorarsi di esso. L’approccio razionale diventa
stupore che si espande in amore panico: la ragione intersecata al cuore. La rotta verso il sapere inizia dalla ricerca della materia: pezzi,
brandelli di reale destinati un tempo ad altri usi e poi gettati via. Il
cammino si compie nell’intrico denso della composizione molecolare. Lo scultore penetra la massa e le sostanze gli si svelano, come terre
inesplorate e gli insegnano i misteri della vita e del cosmo. Partendo
da solide fondamenta egli ascende all’interiorità e si incontra con la
prima Rivelazione, lacera la maschera delle chimere per raggiungere
il nocciolo tenero e permeabile del legno. Qui il viaggio è tracciato,
basta percorrere le spire degli anni, una a una, per comprendere che
tutto è un ciclo. Nella rassicurante e naturale circolarità degli eventi,
riassumibile nel continuum vita-morte-vita, vi è un punto d’equilibrio, il centro. L’esistenza non è caos, dunque, anzi, il reale ci offre gli
strumenti per orientarci in esso e per pacificarci con esso. Il traguardo
è la serenità della saggezza: raggiungerlo significa al tempo stesso
sprofondare negli abissi e inerpicarsi sulla vetta. Da lì si può osservare il Tutto e il Tutto acquista un senso intellegibile e umano. Nella sua
poetica ricorre il tema del pendolo, il respiro ampio del tempo che tutto lenisce e tutto cura. Vi sono piramidi di sostanze naturali consunte
e lavorate da altri usi con semi fessurati d’onice o segmenti di legni e
metalli appesi a scandire il trascorrere degli attimi. Il tempo, quindi,
ridimensiona l’onnipotenza dell’uomo.
N. V.
Giacomo Stringhini Ciboldi
Demis Martinelli si accosta alla lavorazione del ferro tramite
il padre Valerio, artigiano. Capisce subito di avere un certo
feeling con il materiale e si avvia per un percorso autonomo.
Decide di frequentare una scuola per la lavorazione del ferro
battuto (Francesco Ricchino di Rovato (BS) e affianca alla
fabbricazione di oggetti di uso comune, sedie-sculture e in
seguito vere e proprie sculture. Nel 2001 organizza, insieme
a Pietro Spoto, la prima Biennale di Soncino intitolata “...”,
dove espone per la prima volta e comprende il significato
della parola installazione. Nel corso dei due anni successivi
continua a esprimersi nelle due forme artistiche, esponendo
in varie occasioni e approdando alla “II Biennale di Soncino A Marco” dove installa Nel giardino, un’opera realizzata
con tappi di bottiglia in ferro. Gli stessi saranno utilizzati
nei primi quadri tridimensionali. Grazie all’aiuto di Luca
Bray nel 2003 parte per la Spagna, dove vive e lavora fino al
2004, esponendo a Barcellona e a Madrid. Dopo aver portato la propria arte anche in Messico, rientra a Soncino (CR),
suo paese natale, dove continua a collaborare con il padre
e con il fratello Eros (www.laridulada.it). Apre uno studio
privato ed elabora un nuovo metodo di lavorazione del ferro battuto, che modella in forme elastiche. Parallelamente
a installazioni e sculture si dedica alla fotografia, sempre
presente nella sua vita grazie alla passione della madre, Andreina, e degli zii. A partire dal 2004 studia una tecnica
per esprimere i propri pensieri incidendo fotografie di nudo
femminile, che battezza “scrittura emozionale”. Frequentando l’ambiente artistico entra in contatto con due persone
– il tatuatore Jan Zuttion e lo scultore Giacomo Stringhini Ciboldi – che ne forgeranno le tecniche di espressione
artistica. Il primo porta Demis all’utilizzo del rosso nelle
proprie fotografie, tonalità cromatica che farà da sfondo ai
molti ritratti fotografici di personaggi di spicco della scena
culturale italiana e internazionale. Inoltre, lo avvicina alle
fusion, un metodo pittorico in voga tra i tatuatori. A Giacomo Stringhini Ciboldi, ideatore dell’associazione culturale Quartiere 3 (www.quartiere3.org) di Castelleone CR,
Demis propone delle fusion di scultura, oltre a collaborare
attivamente con l’associazione. Oggi Demis, coltiva le sue
passioni per scultura e fotografia e pianifica un’esperienza
in Centro e Sud America.
Giacomo Stringhini Ciboldi nasce il 19 settembre 1976
a Cremona.
Fino all’età di 20 anni vive con la sua famiglia a Castelleone -Cremona- , paese agricolo a 55 km da Milano.
Dopo il ciclo di studi superiori si trasferisce a Carrara
-Massa- dove vive tra il 1996 e il 2000 frequentando
l’accademia di belle arti e lavorando presso una bottega
di artigianato artistico.
Finiti gli studi sceglie per etica professionale di non partecipare a concorsi e simposi di scultura, ma organizza
e cura personalmente le sue mostre in ogni piccolo dettaglio.
Dopo il 2000 alterna il suo lavoro tra la scultura e l’agricoltura, lavorando presso l’azienda di famiglia dove allestisce il suo studio artistico.
Questo mix di lavoro lo porterà ad utilizzare, per le sue
opere, esclusivamente materiali naturali: pietra, legno
e ferro.
Nel 2005 con l’amico Luca Lombardini, realizza e pubblica in 1000 copie il suo “libro d’artista” intitolato:
UOMO VITA AMORE GENTE MATERNITA’ .
Nello stesso anno incontra Renè Edgar Murga Vargas,
amico col quale lavora fianco a fianco sia in studio che
in campagna e che diventerà il suo abile artigiano.
Nel 2007 pratica, per la prima volta, la tecnica di meditazione Vipassana insegnata da S.N.Goenka nella tradizione del maestro birmano Sayagyi U Ba Khin, questa
esperienza influenzerà le tematiche delle future opere
scultoree.
Nel 2008 apre il piano terra della sua abitazione in via
Quartiere 3 a Castelleone creando uno spazio espositivo
ospitando un circuito di mostre d’arte contemporanea
dove invita scultori, pittori e fotografi.
Nascono così collaborazioni artistiche con il designer
Matteo Tosoni e con lo scultore Demis Martinelli.
Nel 2009 fonda l’Associazione Culturale Quartiere 3
di cui è presidente, trasformando l’esperienza dell’anno precedente in uno spazio che ospita periodicamente
diversi eventi artistici che attualmente vengono organizzati in altri spazi in tutto il territorio circostante.
Oggi vive e lavora a Castelleone.
Questo documento fotografico, è stato realizzato in occasione dell’esposizione: “c’è qualcosa nell’aria”, avvenuta a Castagneto Carducci (Li),
ospiti di Massimo Bacchetta, che ringraziamo, presso lo spazio della Tenuta Sant’Agata in localita Sant’Agata 160; in loco sono state esposte,
nell’estate 2012, solo parte delle sculture pubblicate in queste pagine. www.tenutasantagata.it
Ringraziamo inoltre Natalia Vecchia (N. V.) e Benedetta Zuccotti (B. Z.) per aver scritto i testi che accompagnano le fotografie e il designer
Matteo Tosoni per l’impaginazione grafica del catalogo
Demis e Giacomo
Demis Martinelli - www.demismartinelli.com
Giacomo Stringhini Ciboldi - www.gsc-forme.com
Finito di stampare nel luglio 2012
© Martinelli - Stringhini Ciboldi 2012
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