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In cammino verso il Giubileo: “Ricordatevi del Principale!”

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In cammino verso il Giubileo: “Ricordatevi del Principale!”
END Milano
Giornalino dell'Équipes Notre Dame - Settore di Milano
Anno 18° n° 3 - Ottobre 1999
In cammino verso il Giubileo:
“Ricordatevi del Principale!”
Sere fa eravamo tutti e due molto stanchi della lunga
giornata di lavoro e di impegni: alle 21 a Monza c’era un
incontro con il card. Tonini e con Enzo Biagi proprio sul
Giubileo. Non potevamo proprio perderlo e, con un piccolo
sforzo, siamo andati.
La coppia era una garanzia di una serata fuori dal comune
e così è stato. Richiesti di cosa c’era da salvare del vecchio
secolo Tonini ha detto “mio padre
e mia madre, per prima cosa”, e Biagi
“don Mazzolari, don Zeno e don
Milani”. Poi ancora Tonini ha citato
come grandi eventi del secolo
uscente l’Europa unita e la globalizzazione economica, considerando
entrambi i processi, col superamento degli interessi particolari, come
vera garanzia della pace, conquista
faticosa, pur qualche eccezione,
degli ultimi cinquant’anni.
Siamo partiti da questa citazione
per dirvi che le grandi cose sono
spesso le più piccole, le grandi conquiste sono quelle che non fanno
Giotto - La nascita di
notizia: crediamo possa essere lo
stesso nella nostra vita di coppia, nel cammino del nostro
movimento.
Le cose da portare nel 2000 sono allora le nostre conquiste spirituali, l’approfondimento del nostro amore, le
aperture al prossimo. Sono ancora per il Settore di Milano
le due équipes di giovani sposi che iniziano il pilotaggio,
sono altri giovani sposi che chiedono informazioni, che
sentono il bisogno di rinsaldare il loro vincolo sacramentale, sono la generosità del nostro tempo donato
gratuitamente, sono l’aiuto offerto ad altri équipiers con la
raccolta delle quote a cui ci prepariamo per la fine anno,
siamo tutti noi che operiamo, spesso in silenzio e senza
clamore, nella vigna del Signore.
E cerchiamo di lasciare nel vecchio secolo che muore,
con le guerre, le pulizie etniche, le ideologie spersonalizzanti,
anche le nostre pochezze, le nostre chiusure, le nostre
cadute di tensione spirituale.
Abbiamo da mettere in cantiere, nel Settore di Milano,
tanti progetti: la divisione in due Settori per evitare che il
numero elevato di équipes impedisca un profondo scambio spirituale; la ristrutturazione di quelle équipes che
hanno perso per strada qualche coppia ma dove i superstiti
credono nel movimento e vogliono proseguire; il nostro
interrogarci sulle domande posteci dal Card. Martini nell’incontro di Eupilio dello scorso novembre; il raduno
internazionale di Santiago de Compostela ed il Giubileo
delle famiglie. Non avremo certo il
tempo per annoiarci.
Fra gli impegni immediati, di cui
troverete notizia all’interno del giornale, l’incontro di preghiera in
favore delle coppie in difficoltà che
terremo il prossimo 14 novembre,
alle ore 21, nel santuario giubilare
delle Grazie a Monza: sarà il nostro
modo per dare al nostro vescovo
una prima risposta alle sue sollecitazioni. Vi chiediamo di estendere
l’invito a questa veglia di preghiera
agli amici, ai vostri parrocchiani, ad
altri movimenti.
Altro momento forte sarà il ritiro
Gesù
che all’inizio della quaresima (11 e
12 marzo 2000) tutti i settori del movimento in Italia terranno
in contemporanea: il tema sarà “Sei tu, Signore, la mia
speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinezza” (Si 71,5).
“Ricordatevi del Principale!” ci ha ripetuto l’altra sera il
card. Tonini, citando un’affermazione del card. Biffi.
Che quindi il nostro Giubileo non si fermi alle agenzie
turistiche, alle grandi adunate seguite in televisione, od alla
furtiva visita in un qualche santuario per lucrare quell’oggetto misterioso che è un’indulgenza.
Sia invece il ricordo del compleanno di Cristo. Ed il
ricordo sia nell’incontro con lui nella preghiera. Come per
il profeta Elia sull’Oreb (Re 19, 11-14) il Signore non è nel
vento impetuoso, nel terremoto o nel fuoco: è nella brezza
lieve e soave. E’ dentro di noi, nelle piccole cose che
affollano il nostro quotidiano: fermiamoci, a dispetto del
tumulto che ci circonda, ad ascoltarlo.
Buon Giubileo a tutti, un abbraccio
Paolo e Lidia Avesani
2 - Ottobre 1999
END milano
Eutrapelia
L’eredità di padre Henri Caffarel riscoperta nei suoi scritti
Eutrapelia... No, non è un nome di battesimo perché non
è il nome di una santa, ma di una virtù. Questa strana parola
si insinua timidamente nel catalogo delle virtù pomposamente redatto dai grandi moralisti. Dalla poca attenzione
che le concedono, appare con evidenza che l’eutrapelia ai
loro occhi di uomini saggi non è che una fanciullina burlona
che per caso si è smarrita in un’assemblea di regine.
Ma io penso che voi, cari lettori, non siate austeri
moralisti, perciò vi invito a fare una buona accoglienza alla
mia piccola eutrapelia. Se lo desiderate, troverete utili
ragguagli sul suo conto nella Somma Teologica, IIa, IIae, q. 168, a. 2.
Indubbiamente non tutti frequentate S. Tommaso. Eppure a
voi tutti è nota l’eutrapelia, sebbene il suo nome dotto vi sia
sconosciuto: la chiamate molto
semplicemente buon umore. Ma
forse dimenticate troppo spesso
che è una virtù e omettete di interrogarvi a proposito nei vostri esami
di coscienza. Eppure la sua pratica
è di grande importanza nella vita
sociale e in modo tutto particolare
nella vita di famiglia.
Le forme di buon umore sono
molto varie: il buon umore della
giovinezza, sovrabbondanza di
vitalità; il buon umore dei giorni
felici, figlio del sole piuttosto che
della virtù; il buon umore “viscerale” dei temperamenti felici; il buon
umore esuberante assai più spesso importuno che utile; e infine un
tipo di buon umore ascetico che assomiglia più a una
smorfia che a un sorriso, se lo si guarda da vicino.
Ma noi vogliamo fare l’elogio, non di una funzione della
salute o del tempo o delle circostanze, ma di una virtù che
ha la sua sorgente nel centro dell’anima. Anche così intesa,
possiede però sfumature diverse; discreta, si offre come
una luce; allegra, vi trascina nella sua scia; prorompente,
vi strappa alla noia; penetrante, riscalda le plaghe gelate.
E’ impossibile definirla; straordinariamente mobile come
certi volti, essa sfugge a chi vuol fissarne i tratti.
Non crediate che il buon umore sia la virtù degli indifferenti o di coloro che non colgono l’aspetto serio della
vita, i drammi umani, i dolori del corpo e dell’anima. Se la
giudicate superficiale, riflettete piuttosto sulle virtù di cui
essa è segno e frutto.
Esige innanzi tutto qualità di spirito: un’intelligenza dei
veri valori, che si rifiuta di drammatizzare soggetti d’operetta; uno sguardo ottimista sugli uomini e sulla vita e
anche quel senso di umorismo che percepiamo in tono
discreto in molti pensieri di Cristo.
Il buon umore suppone anche numerose virtù, più ancora che qualità dello spirito: quella fede e quell’ amore di
Dio che stabiliscono i cuori nella pace, quella fiducia di
un’anima abbandonata al suo Signore “come il bastone
nelle mani del viaggiatore’’. Mentre l’umore lacrimoso
tradisce quasi sempre una presenza dell’egoismo o dell’orgoglio, il buon umore è una vittoria dell’oblio di sè. Il buon
umore però nasce dall’amore evangelico del prossimo più
che da ogni altra virtù; è come il sorriso che illumina il volto.
Il buon umore è gentilezza del cuore.
Eutrapelia non è una virtù insignificante se ha dietro di
sè una simile scala di grandi virtù; ma la sua importanza è
giustificata anche da ciò che essa
opera. Il suo potere è grande. Pochi mezzi sono altrettanto efficaci
per acquistare la padronanza di
sè. Con un curioso riflusso di influenza facilita la pratica delle virtù
donde è sorta: senza di lei tutto è
faticoso, con lei tutto diviene facile. Frutto dell’amore e della vera
felicità, è creatrice di amore e di
felicità nella famiglia grazie al suo
potere di unione e di riconciliazione. E se non si può sempre parlare
di riconciliazioni, nel senso stretto della parola, molto spesso vi
sono leggeri malcontenti da dissipare; essa compie il miracolo,
innanzi tutto pacificando gli esseri con se stessi, primo tempo della
pace con gli altri, poi riconciliandoli con la vita, con i suoi piccoli
compiti quotidiani e i suoi grandi
doveri. Chi la pratica, merita davvero la Beatitudine rivolta a coloro
che operano la pace: “Beati i pacifici perchè saranno
chiamati figli di Dio”.
Se dunque la piccola Eutrapelia regna nella vostra casa,
essa comunicherà il suo tono alle persone e alle cose. Le
altre virtù parteciperanno della sua grazia; l’opera di educazione sarà facilitata e più efficace; durante tutta la loro
vita i bambini allevati nel suo clima serberanno un capitale
di equilibrio e di serenità.
Spero comprendiate perchè pur nel grave momento in cui
viviamo, non ho esitato a parlarvi di una virtù che può
sembrare leggera ad una valutazione superficiale. Come
praticate il dovere di sedervi, di cui vi parlavo precedentemente, cosi interrogate voi stessi anche sulla pratica del
dovere di buon umore. E si tratta proprio di un dovere ed
anche di una conquista, poichè i suoi germi che sono in
ogni uomo si sviluppano solo mediante un lungo e paziente
sforzo. La sua pratica perseverante esige talvolta un vero
e proprio eroismo. Il buon umore è dunque un’ascesi, per
quanto possa parere paradossale, ma un’ascesi che non
pesa su chi ci vive accanto. E questo non si può dire
davvero di ogni esercizio di penitenza!
Padre Henri Caffarel
END milano
Ottobre 1999 - 3
Il grande Giubileo del 2000 e noi
Abbiamo bisogno di essere perdonati
Parlando precedentemente del Giubileo, abbiamo cercato
di consegnare al lettore almeno un’idea, ma che volevamo
fosse ben chiara. Un’idea, non di più, perchè quando si dice
troppo, non rimane poi nulla nella mente di chi legge o di
chi ascolta.....
L’idea che volevamo consegnare ai lettori era che il
Giubileo è un’occasione che la santa madre Chiesa ci dà per
avere la remissione di ogni nostro debito verso la giustizia
divina. L’indulgenza che si può ottenere nel Giubileo, è
appunto questa remissione totale di tutti i debiti in cui siamo
incorsi e incorriamo in conseguenza dei nostri peccati.
Occorre lasciarsi prendere da questa verità, senza pensare
a tanti risvolti e contorni del Giubileo, a cui la mentalità laica
dei giornali e dei mezzi di comunicazione ci condiziona,
perché essi pensano “secondo gli uomini”, invece di pensare “secondo Dio”.
Benedetta, invece, la sensibilità e la sapienza cristiana
che con vero senso di realismo ci ricorda la nostra condizione di peccatori, con una chiarezza di visione che va ben
al di là di quelle fumose ed esoteriche teorie che oggi si
diffondono in tutti gli ambienti, per cui l’uomo finisce col
non capire più niente né di sé, né del mondo in cui vive, e
tanto meno del destino a cui è diretto.
La sapienza cristiana, invece, inchioda l’uomo alla sua
realtà esistenziale, gli dice che cosa è come “creatura”, e cioè
un povero peccatore, un essere quindi che ha bisogno di
perdono, che ha sempre bisogno di essere perdonato.
Ecco allora un primo frutto “morale” del Giubileo: quello
di farci coscienti che abbiamo sempre bisogno di essere
perdonati. Ma per accogliere questo alto stimolo che ci
viene dal Giubileo, abbiamo bisogno di fare violenza sopra
noi stessi: la consapevolezza di essere peccatori va sentita
nell’intimo della nostra coscienza, in quell’intimo a cui non
siamo più abituati a penetrare, perché nel clima odierno
veniamo continuamente rubati all’intimità e siamo costretti
a vivere in superficie, protesi all’esterno, al di fuori di noi.
Tanto “superficializzati” che al solo sentirci ricordare che
dobbiamo guardarci dentro, ne rimaniamo infastiditi, contrariati. Tale è la disabitudine nostra all’interiorità. Toglierci
un po’ da questa nostra superficialità, farci pensare seriamente alla condizione morale della nostra vita, è un altro
benefico frutto della celebrazione del Giubileo.
Andare verso il perdono
Di coloro che leggono qui, non sappiamo quanti faranno
il pellegrinaggio a Roma per il solenne Giubileo del 2000. Ma
non è necessario fare il pellegrinaggio a Roma: lo si può fare
in altri luoghi e in altri santuari, come viene indicato in
ciascuna diocesi del mondo. Ma il “pellegrinaggio” si deve
fare. Esso è uno dei “segni” che caratterizzano il Giubileo.
Simbolicamente, il pellegrinaggio riporta - come dice il
Santo Padre Giovanni Paolo II - “alla condizione dell’uomo
che ama descrivere la propria esistenza come un cammino.
Dalla nascita alla morte, la condizione di ognuno è quella
peculiare dell’homo viator, l’uomo pellegrino. Nella Sacra
Scrittura vediamo attestato il valore del mettersi in cammino
per raggiungere i luoghi sacri: ad esempio, anche Gesù con
Maria e Giuseppe si fece pellegrino alla città santa di
Gerusalemme (cfr. Lc 2,41).
E la pietà cristiana, quasi di istinto, ha sempre portato a
recarsi in pellegrinaggio verso gli antichi e nuovi santuari
dedicati alla Madonna e ai Santi. Rientra quindi perfettamente nello spirito della pietà cristiana l’obbligo del
pellegrinaggio in occasione del Giubileo. Ma come dicevamo, non è necessario farlo a Roma: per agevolare a tutti
questa bella pratica umana e cristiana, il Santo Padre concede che lo si faccia anche in luoghi e santuari più vicini,
che vengono indicati nella propria località di residenza.
Anticamente, il pellegrinaggio a Roma o in Terra Santa o
a San Jacopo di Compostella, era un vero esercizio di
penitenza per tutti i disagi che si dovevano affrontare; tanto
è vero che talvolta il pellegrinaggio veniva imposto come
“penitenza” a chi era responsabile di certi peccati contro la
società cristiana.
Questi antichi pellegrinaggi erano frequenti e molto partecipati, e hanno rivestito nelle varie epoche espressioni
culturali diverse, come osserva il Santo Padre nella bolla di
indizione di questo Giubileo.
Se, come abbiamo intitolato questa pagina, col Giubileo
“andiamo verso il perdono”, entriamo davvero nel suo
significato spirituale che può essere vissuto da tutti, anche
da chi non può fare materialmente il pellegrinaggio. Ed è
proprio quello che deve prevalere, sia per chi si mette in
cammino per andare a Roma, sia per chi non si può muovere
dalla sua abitazione.
L’”andare” verso il perdono, è un disporsi man mano
all’incontro con l’amore infinito di Dio che ci vuole dare il
perdono delle nostre colpe. “Desiderare” questo perdono,
desiderarlo fino a quasi non poterne fare più a meno, è
certamente un “andare” verso il perdono, è un fare il vero
“pellegrinaggio” dello spirito, che è la realtà a cui ci invita
la Chiesa con la celebrazione del Giubileo.
Padre Remo Bessero Belti
(tratto da “Charitas”, bollettino dei Rosminiani)
Ricordiamo a tutti gli Équipiers che il nostro
giornalino nasce da contributi spontanei, che gli
articoli vengono impaginati in modo artigianale e
che l’ordine in cui essi compaiono è solo casuale.
Solo gli articoli firmati “Équipe di Settore” esprimono la posizione del Settore: tutti gli altri sono
proposte che possono essere oggetto di riflessione e
confronto, nel rispetto di un fraterno pluralismo
Paolo e Lidia Avesani
4 - Ottobre 1999
END milano
Camminare nelle END
tra dono e responsabilità
Si tratta del tema di un incontro dedicato alle équipes
“giovani” (meno di 5 anni di appartenenza al Movimento)
tenutosi il 12 e 13 Giugno a Villa Pace a Gussago (BS).
Occasione sempre utile per riflettere su alcuni punti della
metodologia END, e nello stesso tempo momento di incontro con altre coppie di settori diversi che vivono tale
esperienza.
Quando la nostra coppia responsabile ci ha informati
della possibilità di parteciparvi, abbiamo pensato che poteva essere l’occasione di approfondire la nostra conoscenza
del movimento END ed anche di sperimentare un fine
settimana di preghiera e di riflessione di coppia.
Appena arrivati a Villa Pace ( complimenti per la scelta del
luogo!), siamo stati subito accolti con amicizia da Mirco e
Rita Pizzoli; poi, via via, abbiamo conosciuto le altre coppie,
grazie anche alle equipes miste e alle grandi tavolate ai
momenti dei pasti.
Il ritmo si presentava piuttosto sostenuto: al sabato
pomeriggio, dopo l’accoglienza e la preghiera, la meditazione di Don Silvano Caccia (consigliere spirituale di regione),
dal titolo “L’itinerario spirituale di Pietro illumina il nostro
cammino”, poi la riflessione in coppia e, dopo cena, le
equipes miste. Alla domenica mattina la preghiera, la relazione di Carlo e Maria Carla Volpini (Responsabili nazionali),
le equipes miste, la S. Messa e, dopo pranzo, l’assemblea e
i saluti.
Fin qui la cronaca, molto concisa; passiamo ad una breve
sintesi delle nostre impressioni.
Piacevole ed accattivante la relazione di Don Silvano, che
ci cattura subito con la sua capacità di esposizione ed un
affascinante parallelo tra la vita di Pietro - e la sua risposta
alla chiamata di Gesù - e la nostra vita - come coppia END
e come cristiani.
Dalla sua esposizione è nato un dovere di sedersi per
riflettere su “che tipo di coppia siamo”, per comprendere
con quale spirito affrontiamo l’impegno delle END, quanto
siamo disposti a mettere in gioco e cosa ci aspettiamo come
riscontro.
Altrettanto interessante, al mattino seguente, la relazione
dei Volpini, dal titolo “Camminare nelle END tra dono e
responsabilità”.
La loro chiave di lettura è stato un parallelo tra le “case”
e le diverse situazioni che si incontrano nel Vangelo e i
principali aspetti del Metodo, con riferimenti alla propria
esperienza personale, che hanno reso ancora più vivace la
relazione.
Si tratta di grandi stimoli per la riflessione di coppia, prima,
e di équipe, poi, per rinnovare il nostro slancio interiore e
compiere costantemente nuovi passi nella nostra vita di
fede e familiare, per riscoprire l’importanza della preghiera
individuale e di coppia, che è il mezzo d’elezione per sentirci
in comunione con il Padre e ricevere costantemente il suo
aiuto e la sua Benedizione.
Quello che abbiamo riportato a casa da questa minisessione sono: l’ulteriore motivazione a proseguire nel
cammino END, l’esempio di spiritualità familiare che traspariva dalle testimonianze di altre coppie, lo stimolo a non
sentire più la nostra casa come una proprietà privata ed
inviolabile, ma come un luogo di ritrovo amichevole e
fraterno.
Incontri di questo tipo rafforzano la consapevolezza di
appartenenza al Movimento allargando l’orizzonte che si
può vedere dalla propria équipe.
Un arricchimento interiore, insomma, che ci proponiamo
di rinnovare alla prima occasione e che consigliamo
caldamente alle altre coppie.
Roberto e Susanna Gardella
Milano 9
Proposte
RITIRI ED ESERCIZI SPIRITUALI
11-12 dicembre 1999
VITA FAMILIARE E ATTESA DEL REGNO
(don Silvano Caccia)
6-7 maggio 2000
GIOIA E SOFFERENZA NELLA VITA
DEGLI SPOSI
(don Silvano Caccia)
Due giorni di spiritualità, dalle ore 9.30 del sabato
alle ore 16.00 della domenica
Luogo:
Salesianum Don Bosco
Tavernola (CO)
Iscrizioni: Centro Diocesano (tel. 02-5839.1313)
Si possono portare anche i bambini.
Le iscrizioni vanno fatte entro il martedì precedente l’inizio
dei corsi e si ricevono fino ad esaurimento dei posti.
Ricordarsi di portare la Bibbia ed un quaderno per
gli appunti.
END milano
Ottobre 1999 - 5
Gussago, 12 Giugno 1999
Incontro per le giovani équipes
Nei primi giorni di Giugno quando occorreva dare la
conferma circa la partecipazione alla 2 giorni di Gussago
avevamo ancora in mente le riflessioni fatte a seguito degli
ultimi incontri di settore, infatti in tali occasioni ci si era
soffermati soprattutto sulla necessità, anche dal punto di
vista spirituale, di dare forma a quella “casa comune” di cui
si parla tanto riferendosi all’Europa. Da parte nostra eravamo persuasi della bontà di questo orientamento perché
siamo sempre stati convinti che la nostra fede necessiti di
aperture, di confronto da ricercare al di là delle nostre
famiglie, delle nostre parrocchie, delle nostre Equipes.
Per queste ragioni abbiamo aderito con gioia alla proposta END, che in effetti si inseriva in quella dinamica di
incontri allargati, che ci permettono durante l’anno di venire
a conoscenza di altre realtà: riunioni di settore, Equipes
miste, e occasione privilegiata, sessione nazionale.
Questa volta oltretutto era diverso, ci era offerta la
possibilità di partecipare ad una sessione regionale dedicata alle Equipes Giovani per un intero fine settimana;
avevamo l’occasione di incontrare coppie provenienti da
Lombardia, Veneto, Friuli, che aderivano al movimento END
da non più di cinque anni.
Purtroppo il nostro entusiasmo è stato frenato dal fatto
di poter presenziare soltanto il secondo giorno a causa di
un impegno inderogabile. Comunque, la mattina siamo
arrivati per l’inizio della preghiera che è stata modulata sul
brano dei discepoli di Emmaus (Lc. 24, 13-32) ed è stata
conclusa con l’invocazione di riuscire a riconoscere il
Signore nelle esperienze che avremmo vissuto quel giorno.
Il pezzo forte della giornata è stata la coinvolgente relazione dei coniugi Volpini, coppia responsabile dell’Equipe
Italia; il titolo della relazione dei coniugi Volpini “camminare
nelle END fra dono e responsabilità” faceva trasparire la
particolare importanza dell’argomento proposto. I coniugi
Volpini non hanno voluto realizzare un incontro “didattico”
o “conferenziere”, le loro parole sono state cariche di
esperienza vissuta in prima persona nell’impegno di cercare
un significato per tutto quanto stavano vivendo.
Per rafforzare la loro esposizione e per renderla familiare
a tutti quanti, hanno voluto utilizzare l’icona della Casa
come “specchio” della famiglia. Con questa “chiave di
lettura” sono state visitate le varie “case”, che si incontrano
nel Nuovo Testamento e, per ognuna di esse, i coniugi
Volpini hanno compartecipato la loro esperienza personale
recuperando gli aspetti del metodo END.
Abbiamo visitato così la “Casa di Cana”, dove si celebrava un matrimonio con molti invitati. Quella casa è il luogo
della gioia, dell’amore che tanto ci ricorda la riunione
mensile di Equipe. Siamo passati poi alla “Casa di Betania”
dove incontriamo Marta e Maria. Ecco che il richiamo è
corso al Dovere di sedersi, momento in cui il fare di Marta
si trasforma nell’ascolto di Maria.
Eccoci poi arrivati alla “Casa di Simone”. La prostituta che
lava i piedi a Gesù e li asciuga con i suoi capelli, permette a
Gesù di insegnarci il primato del perdono, il valore della
franchezza e dell’apertura agli altri, valori che si vivono
all’interno di ogni Equipe.
Siamo passati alla “Casa di Gerico” (Zaccheo). L’affermazione di Gesù: ‘‘... oggi devo fermarmi a casa tua” ci viene
presentata personalmente nel momento della compartecipazione.
La tappa successiva è stata la “casa dei Discepoli”
(Cenacolo). Gesù è morto, alcuni dicono di averlo visto. C’è
fame di parole per capire e una fame di silenzio per approfondire. E’ il momento del tema di studio, momento prezioso
per far entrare la storia nella nostra vita, consapevoli che
il nostro essere ha senso solo nella relazione con gli altri.
Abbiamo ultimato il nostro “viaggio” con la “Casa di
Nazareth” dove Gesù è vissuto con Maria e Giuseppe per
quasi tutta la sua vita. L’icona della sacra famiglia ha sempre
ispirato molteplici riflessioni. Le END prendono ad esempio
questa famiglia per riscoprire il momento della preghiera,
una preghiera di abbandono come quella di Giuseppe e di
Maria che nel turbine degli eventi che li ha coinvolti si
affidano all’unico “timone” che li può guidare verso acque
tranquille: la parola di Dio. Dopo un momento di riflessione
di coppia su queste “case” che abbiamo subito adottato
come “stanze” della nostra casa, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con altre coppie in un’Equipe Mista.
Attorno allo stesso tavolo, c’erano coppie della Monza 4,
della Foppenico 1, della Foppenico 3, della Padova 5, della
Pordenone, del Lago d’Endine. Il clima che si è creato è stato
subito di intesa, condivisione anche per noi che non
eravamo stati presenti il giorno precedente. Tutti quanti
siamo stati toccati profondamente dalla relazione dei coniugi Volpini. tanto che la compartecipazione sui temi proposti
è entrata subito nel vivo.
La stessa esperienza positiva è stata vissuta nell’altra
Equipe Mista, tanto che il momento finale di preghiera e
scambio è stato molto partecipato.
Ancora oggi ricordando quel giorno proviamo un poco
di nostalgia, allora riprendiamo gli appunti, rileggiamo le
riflessioni e ci soffermiamo sulla lunga lista di indirizzi delle
coppie che hanno partecipato all’incontro, dispiacendoci
per non essere riusciti ancora ad onorare la promessa di una
visita.
Luigi e Cinzia Brambilla
Monza 4
6 - Ottobre 1999
END milano
La sessione estiva di Ciampino 1999
“Briciole di Ciampino”
Ciampino: la nostra prima sessione nazionale, dopo cinque anni di équipe. Ci avevano suggerito più volte di farne
esperienza. Non c’era mai riuscito.
Ciò che immaginavamo fosse la sessione è stato di gran
lunga superato da quanto abbiamo vissuto in quei giorni.
Intanto, arrivando, una sorpresa inaspettata: dai rubinetti sgorgava acqua frizzante. Era il preludio ad altre sorprese
piacevoli?
Sono stati intensamente vissuti i momenti delle relazioni
sul tema “Vivere il tempo, abitare la storia” che ogni relatore
ha svolto nella propria chiave di lettura e che ha finito per
coinvolgerci ed entusiasmarci, rendendoci ancora più chiaro che “suddividere il cammino che stiamo percorrendo e il
tempo di cambiamento che stiamo vivendo in momenti, può
essere utile in un processo di continue verifiche della
propria crescita spirituale. Questi momenti, briciole di tempo appunto, sono lievito per vivere cristianamente e
coerentemente il quotidiano, per costruire rapporti
umanizzanti per vivere con gusto e slancio, per accrescere
la propria dimensione spirituale, per accogliere la forza di
vita che il Signore ci offre, aderendo al Suo progetto di
costruire l’alleanza con la vita” .
Abbiamo conosciuto coppie provenienti da ogni parte
d’Italia, che avevano però una cosa in comune, il sorriso
dell’accoglienza. Di esse, abbiamo apprezzato l’entusiasmo
trascinante e la grande umanità espressa nella serata di
amicizia e nei canti durante la S. Messa, specialmente da
parte dei tanti amici provenienti dalla Puglia.
Una delle persone che ci ha colpito per la sua umanità è
stata un Consigliere Spirituale di una équipe della Calabria,
non più giovane, di origine ligure. Ha espresso un entusiasmo trascinante per le END, conosciute solo due anni fa, che
lo hanno fatto cambiare nel modo di parlare ai suoi parrocchiani.
I bambini, numerosi, hanno animato la serata di amicizia,
cantando, e coinvolgendo anche noi adulti.
Ricordiamo in modo particolare la S. Messa dell’ultimo
giorno, nella quale, al momento dell’offertorio, le 15 équipe
di formazione hanno preparato un segno da portare all’altare o una preghiera. L’équipe di formazione, di cui facevamo
parte, traendo occasione dalla coincidenza del nostro 27°
anniversario di nozze, ha voluto che noi offrissimo le fedi
nuziali a testimonianza dell’Amore di tutte le coppie.
Per noi è stato molto bello festeggiare l’anniversario alla
sessione con le coppie della nostra équipe di formazione,
con le quali abbiamo costruito un rapporto di fraterna
amicizia, sintetizzato nel pensiero, che qui riportiamo, con
cui hanno accompagnato un piccolo ma grande regalo, un
libro (Storie di coppie, tracce di Dio): “C’erano 14 sedie in
circolo e piacere di riflettere e gioia di scoprire e voglia di
crescere.
Saliva la nostra amicizia che non finirà a testimonianza
della nostra passione di vivere il tempo e abitare la storia.
La nostra piccola storia di tutti i giorni.
C’erano 1 4 sedie in circolo e con voi c’eravamo noi ....”
Grazie di cuore, quindi, a Lucio e Lucia, Stefano e Nunzia,
Tonino e Neria, Daniele e Giovanna, Umberto e Lucia, Paolo
e Maria, con cui abbiamo condiviso dei giorni così arricchenti. Quell’ultimo giorno, all’improvviso, ci siamo accorti
che la sessione di Ciampino era finita. Peccato....! Fino alla
prossima volta!
Dina e Michele Dicorato
Pavia 2
P.S. Nei giorni di fine Settembre ci sono arrivate per
posta le fotografie del gruppo di coppie della nostra
équipe di formazione, inviateci da una coppia di amici di
Bologna, Tonino e Neria. Ciampino continua!
La pasta acerba
Intervista a Pietro, Laura e Giovanna
Savarè sulla sessione vista dai bambini
Cos’è questo Ciampino?
E’ un paese vicino a Roma: ci siamo arrivati in aereo da
Milano. Poi treno, metropolitana (di Roma), visita a San
Pietro (col passeggino ha ricordato GioGiò), poi ancora
treno: ed abbiamo anche sbagliato stazione, dovendo
tornare indietro a piedi lungo i binari. Una vera avventura!
Biagio, Biagio!... Come eravate organizzati?
I più piccoli sono rimasti sempre nella loro stanza. Noi
grandi (dai 6 ai 14 anni) eravamo divisi in quattro squadre,
ognuna con un maestro che era un personaggio della
favola di mago Merlino: il mago appunto, la maga Magò,
Semola ed Anacleto, il gufo, che era il nostro capo.
Come giocavate?
Facevamo il gioco dell’oca, con tante prove a ciascuna
delle quali era associato un punteggio: chi superava la
prova andava avanti.
Mi era sembrato di vedervi girare per il parco con delle
bandiere...
Si, certo, ogni gruppo ne aveva dipinta una, con figura
suggerite dal maestro e che ricordavano la favola.
Ricordate altro?
Si, le prove dell’orchestrina di trombette, tromboni,
chitarrine e tamburi per la serata di amicizia, dove abbiamo poi sfidato i genitori. Ma eravamo più bravi noi. E
continuiamo a rifare anche a casa la stessa musica:
“Perepèpepèpepè, taratàtatàtatà, zuruzù-zuzùzuzù...”
Come si mangiava?
Bene, anche se la pasta pizzicava (il peperoncino...) ed
era un po’ acerba...
Marina, la colla lasciala fare a Biagio!...
Crediamo proprio che non si siano potuti annoiare,
come noi genitori, del resto. (n.d.r.)
Ottobre 1999 - 7
END milano
Il ritiro spirituale di settembre
Aiutarsi fra équipiers oggi, nella società del 2000
In occasione degli esercizi spirituali a Somasca, in settembre, nella riunione finale (al termine del periodo di
raccoglimento) per uno scambio tra i partecipanti, è emerso,
tra i vari commenti fatti, il problema della difficoltà di
partecipazione a questi incontri a causa dei figli, per la
necessità di affidarli in custodia per un giorno e mezzo.
E’ stata fatta una osservazione derivante da esperienze
fatte con coppie straniere, in particolare con Equipiers
francesi: l’abitudine spontanea di richiedere, in tutta semplicità, ad altre coppie END di ricevere qualcuno dei propri
figli, quando vi è una necessità, e per non perdere una
opportunità. Semplicità nel chiedere, e semplicità anche nel
declinare l’accettazione quando questo pone dei problemi
alla famiglia ospitante. Si è rilevato che in Italia questo
sistema è molto meno usato: l’abitudine non sembra essere
molto diffusa tra le coppie italiane. Ci si è chiesti il perchè.
Da una parte è abbastanza in uso, e anche relativamente
facile, il rivolgersi ai nonni; e quando questi non sono
disponibili non si hanno alternative adatte. Dall’altra parte
vi è forse una forma di reticenza, una certa ritrosia nel
chiedere, perché è un disturbo; forse vi è anche una componente di mancanza di umiltà. E’ necessario mettersi in una
disposizione d’animo che riconosce il proprio bisogno,
ammettendolo con semplicità, superando il riserbo, la discrezione, o un falso ritegno, che ci trattiene dal chiedere per
non disturbare gli altri. In questo atteggiamento vi è anche
un aspetto meritevole, ma nell’arnbito delle Equipes si
dovrebbe superare la reticenza, in atteggiamento di umiltà
e nel pieno senso di comunità e di comunione che ci unisce,
come cristiani e nello stesso movimento, e proprio di coppie.
Tra l’altro non è trascurabile l’apporto positivo che può
venire ai figli, che vanno a fare una esperienza del vivere
certi atteggiamenti cristiani di fondo in una famiglia diversa
dalla propria; siamo tutte famiglie che condividono motivazioni e atteggiamenti. I figli possono fare l’esperienza di
verificare che non si è isolati, e magari possono recepire
qualche aspetto particolare nuovo. Una riflessione da fare,
sull’equilibrio tra i differenti valori: discrezione, semplicità,
umiltà. In vista dei nostro cammino di coppia e famiglia nel
movimento, approfittando il più possibile di quanto il movimento stesso ci propone come mezzi.
Giorgio e Carla Beghi
Milano 10
Non a caso abbiamo ripreso questo tema nell'incontro
annulale fra l'équipe di Settore e le coppie responsabili
di équipe. (n.d.r.)
La prima volta non si scorda mai...
L’anno dell’Èquipe Notre-Dame del Settore di
Milano si è aperto a
Somasca presso i padri
Somaschi con la partecipazione di don Colzani.
É la prima volta che partecipiamo ad un ritiro di due
giorni e desideriamo
esprimere le nostre impressioni.
Il tema presentatoci da
don Gianni: “Dio Padre ci
chiama sempre” si è articolato su tre meditazioni
partendo dalla creazione
del- l’uomo a cui viene
affiancata la donna, la separazione da Dio dovuta al peccato originale e la coppia Abramo-Sara.
Gli argomenti già di per sé erano interessanti, ma don Gianni
ha saputo coinvolgerci e catturare la nostra attenzione con
una esposizione avvincente e simpatica; abbiamo potuto
meditare e riflettere su quanto ascoltato durante i momenti
di pausa e silenzio.
La prima giornata si é conclusa con una veglia di preghiera
con tema il “Padre misericordioso”; é stato un momento di
riflessione sull’immenso
amore che Dio ha per noi.
Durante l’offertorio della Messa domenicale le
coppie sono state invitate a presentare ed offrire
un simbolo che avesse
un significato particolare nella propria vita. Per
noi è stato un momento
molto forte e sentito perché ci ha fatto riscoprire
quante benedizioni abbiamo ricevuto da Dio
Padre negli anni trascorsi insieme.
E’ stata un’esperienza indimenticabile e ringrazia- mo il Signore per averci fatto
conoscere un nuovo modo di pregare in coppia.
Esprimiamo la nostra gratitudine a Lidia e Paolo per l’efficiente organizzazione: abbiamo molto apprezzato, al termine
del ritiro, l’incontro tra le coppie per uno scambio delle
proprie esperienze di équipe. Questo ha favorito una migliore conoscenza ed affiatamento tra i partecipanti.
Giorgio e Franca Boselli
Cormano 1
8 - Ottobre 1999
END milano
IL “DOVERE Dl SEDERSI”
IN OCCASIONE DELLE NOZZE D’ORO
Durante i festeggiamenti per le nostre nozze d’oro, in una
rustica cascina trasformata per l’agriturismo, mentre brindavamo coi nostri familiari, gli équipiers e il gruppo della S.
Vincenzo parrocchiale, si è avvicinata a noi una coppia
giovane che festeggiava il matrimonio, con una folla di
amici, nella sala attigua.
La coppia ci ha chiesto quale era il segreto per vivere a
lungo insieme felici. Lidia ha risposto sorridendo che occorre molta pazienza, accettazione del coniuge, con tutti i suoi
difetti, fiducia e molta donazione reciproca. Patrizio ha
aggiunto che occorre dialogare continuamente su tutto per
accordarsi su un progetto comune, accettando le diversità
come un arricchimento, affrontando uniti, con tenacia, ogni
momento della vita in comune, con una chiara visione delle
scelte fondate sui valori.
Nel “dovere di sedersi” prima della riunione d’équipe,
ripensando ai cinquanta anni passati insieme e a tutte le
vicende lieti e tristi affrontate, ci chiedemmo quale è il mezzo
più efficace che ci è stato di sostegno in tutti questi anni.
Da 28 anni facciamo parte delle END. Abbiamo praticato
con costanza ed impegno il “dovere di sedersi” che è
diventato il “piacere di sedersi”. In esso abbiamo cercato
insieme di fare il punto della situazione. Con la preghiera,
ispirata dalla Parola di Dio e con l’aiuto del C.S. e degli amici
d’équipe, abbiamo potuto compiere delle revisioni di vita
approfondite che ci hanno permesso di camminare uniti e
gioiosi in tutte le difficoltà.
Quello che abbiamo compreso e attuato con grande
felicità è la comunione di coppia, di famiglia, di équipe, di
Chiesa.
Il dono più grande che possiamo avere e che cerchiamo
di conservare è la comunione di coppia. La Bibbia dice:
“L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua
donna e saranno una carne sola”. (Gn. 2, 24)
“E' un’unione che dà l’immagine completa di Dio nel-
l’umana natura” dice don Carlo Gnocchi in “Restaurazione
della persona umana”. La coppia è ad immagine di Dio trino.
Infatti nella Genesi 1, 26 è detto: “Poi Iddio disse: FACCIAMO l’uomo a NOSTRA immagine secondo la NOSTRA
somiglianza”. Don Gnocchi prosegue: “Nell’intima unione
dei sessi consiste la perfezione ontologica della natura
umana. L’uomo perfetto è l’uomo + donna. Questa unione
dei due sessi si realizza nell’amore che fa di due esseri “un
corpo solo”, per fare di due vite una vita sola e quasi
un’anima sola”.
Ci sentiamo inoltre uniti a Cristo nell’attuare la Sua
volontà e in queste condizioni sentiamo che Egli è in mezzo
a noi a sostenerci. Non ci sentiamo solo simili alla Trinità ma
con Cristo e tutta la Trinità in comunione con noi. Insomma,
insieme un’entità più completa e solida. Tanto è vero che la
lontananza di uno di noi ci fa sentire più vulnerabili e
diminuiti. Per questo, tutto quello che abbiamo fatto di
importante in tutti questi anni, lo abbiamo fatto insieme. E’
il frutto non di una singola persona ma della coppia. Anche
se a volte ad agire è uno solo, nel dovere di sedersi c’è la
collaborazione e l’incoraggiamento nel progettare e verificare insieme.
Tutto questo ci dà una grande fiducia per l’avvenire
perché sappiamo, per esperienza acquisita, di poterci fidare
della collaborazione del coniuge, che sentiamo come una
ricchezza unica ed immensa.
Ci rattrista solo il pensiero che un giorno potremmo
ritornare ad essere metà uomo, solo fisicamente, per la morte
di uno di noi, ma crediamo nella vita dello spirito e troveremo, nella preghiera, la forza di praticare ancora “il piacere di
sedersi” insieme. Chissà se lo potremo attuare anche in
Paradiso?
Patrizio e Lidia Peduzzi
Pavia 1
Veglia di preghiera
14 novembre 1999: un anno dall'incontro di Eupilio
Ricordate il discorso del Card. Martini? La sua pressante richiesta al nostro movimento, specificamente
chiamato alla pastorale della famiglia, di farsi carico dei problemi legati alla crisi che sta sempre più colpendo
questo pilastro della vita sociale? Non abbiamo risposte pronte, non abbiamo soluzioni da proporre, ma
abbiamo la precisa volontà di impegnarci a fondo, con il magistero della Chiesa, su questo fronte. Ci è stato
chiesto, prima di tutto, di pregare.
Ad un anno esatto dall'incontro dei responsabili regionali col Cardinale, ci troveremo domenica 14
novembre 1999, alle ore 21, al Santuario delle Grazie, via Montecassino - Monza, per una veglia di preghiera.
Vi preghiamo di estendere l'invito a vostri amici, ai vostri parrocchiani, alle altre associazioni cattoliche.
A Monza l'invito alla veglia verrà esteso al decanato.
La veglia sarà presieduta da don Maurilio Frigerio, consigliere spirituale del settore, e da don Silvano
Caccia, consigliere dell'équipe Monza 1 e responsabile diocesano per la pastorale della famiglia.
La veglia durerà fino alle 22,30. Vi aspettiamo numerosi.
END milano
Ottobre 1999 - 9
UNA PREGHIERA INSIEME
Pubblichiamo su ogni numero del giornalino una preghiera che riteniamo significativa: riportata da un giornale o recitata in comunità o durante una veglia o ad un ritiro
ci può aver fatto pensare e meditare e quindi vogliamo proporla a tutti.
Per questo vi invitiamo a farci pervenire quelle preghiere che volete condividere con
gli altri, saranno sicuramente pubblicate.
Preghiera per la famiglia
Ti preghiamo, Signore, per la nostra famiglia:
perchè ci conosciamo sempre meglio
e ci comprendiamo nei nostri desideri e nei nostri limiti;
perchè ciascuno di noi senta e viva i bisogni degli altri;
perchè a nessuno sfuggano i momenti di stanchezza,
di disagio, di preoccupazione dell’altro;
perchè le nostre discussioni non ci dividano,
ma ci uniscano nella ricerca del vero e del bene;
perchè ciascuno di noi nel costruire la propria vita
non impedisca all’altro di vivere la sua;
perchè viviamo insieme i momenti di gioia di ciascuno
e guardiamo a Te, che sei la fonte di ogni vera gioia;
perchè soprattutto conosciamo Te e Colui che ci hai mandato, Gesù Cristo;
perchè la nostra famiglia non si chiuda in se stessa,
ma sia disponibile ai parenti, aperta agli amici, sensibile ai bisogni dei fratelli;
perchè ci sentiamo sempre parte viva della Chiesa in cammino,
e possiamo continuare insieme in cielo il cammino,
che insieme abbiamo cominciato sulla terra. Amen.
END milano
10 - Ottobre 1999
Il Vangelo in ottonari: per i più, e per i meno, piccini
IL CIECO NATO
Gesù un dì vide accucciato
uno ch’era cieco nato:
dai discepoli a lui tosto
il quesito fu proposto
quai peccati fatto avesse
o qual colpe fur commesse,
per aver tanti dolori,
dai suoi avi o genitori.
E Gesù fe’ lor pacato:
“Qui nessun fece peccato,
la disgrazia fu permessa
quasi fosse una premessa
Dio per poi glorificare
e di cuore ringraziare.
Debbo al mondo io operare
finché il giorno non scompare,
perché son la luce io,
figlio in terra del gran Dio”.
Poi, appena detto ciò,
ecco in terra Lui sputò,
e di fango una pallina
impastò di polver fina,
poi, sugli occhi un vel plasmando,
diede al cieco sto comando:
“Vai di Siloe al vascone
e poi lì fai l’abluzione”.
Colà quegli tosto andò
e vedente ritornò,
con sorpresa d’ogni astante
che vedea lui mendicante
ogni giorno lì a sostare
l’elemosina a impetrare.
Con stupor qualcun dicea:
“Questo qui nulla vedea,
come ha fatto qui a guarire
dopo anni nel soffrire?”
Qualcun altro diffidente:
“Non è lui, proprio per niente!”
e qualc’altro, da distante,
“E’ uno solo somigliante!”
Ma ecco quello, grato a Dio,
a strillar: “No! Sono io!”
E poi prese a raccontare
di Gesù, e quel ch’ebbe a fare.
Era sabato quel giorno
e ci fu trambusto intorno
perché tosto i farisei,
che un capello fanno in sei,
or volevano affermare
che nessuno può operare,
proprio in nome di Jahvé
se quel giorno festa è:
perché il sabato è osservato
da colui che è timorato.
Ed al cieco nuovamente
disser con far insistente:
“Sei sicuro, proprio tu,
che a guarirti fu Gesù?”
Poi, chiamati i genitori,
si calmarono gli ardori,
perché quelli disser solo
d’esser quello il lor figliolo,
e da sempre menomato
perché lui cieco era nato.
Disser poi di non sapere
come fece a rivedere,
ma di porgere il quesito
al figliolo lor guarito,
che, negli anni già avanzato,
era adulto e vaccinato!
Così disser per timore
dei Giudei che, con livore,
dicean già: “E’ tipo tristo
chi in Gesù vedesse il Cristo!
Nelle colpe questi affoga:
dalla nostra sinagoga
venga espulso immantinente
un sì grande miscredente!”
Ed il cieco ormai guarito
da Gesù fu convertito:
“Io, Signore, ora ti vedo
ed in te io certo credo!”
E chiudendo il tu per tu
disse al cieco il buon Gesù:
“Io qui in terra son venuto
per dar nuovo contenuto
al giudizio universale
che divide bene e male.
E così succederà
che ogni cieco ben vedrà
e color che son vedenti
saran ciechi e pien di stenti”.
Sto miracolo importante
è davvero illuminante:
noi crediamo di sapere
e ogni cosa di vedere,
ma da Dio viene la luce
che ogni giorno ci conduce.
Chi volesse, temerario,
far da sol tutto, al contrario,
finirebbe immantinenti
a far come i non vedenti,
che, se non son ben guidati,
a finir vanno impastati.
(Gv 9,1-41)
Ottobre 1999 - 11
END milano
Spulciando in libreria
“I santi sposati” - Comunità di Caresto
‘‘La via del silenzio’’
Per chi, come noi che apparteniamo alle END, cerca di
vivere in modo pieno il suo essere cristiano in coppia con
la grazia del sacramento del matrimonio è interessante
cercare delle figure che siano diventate sante non tanto e
non solo per quello che hanno fatto “fuori” dal matrimonio
o “dopo” la scomparsa del coniuge, ma per quello che
hanno fatto “dentro” la famiglia e durante il loro rapporto
coniugale.
Il libro “I Santi Sposati” rappresenta un momento di
questa ricerca (ancora in corso) di santi ed è uno stimolo
per riscoprire quegli atteggiamenti cristiani che ci piacerebbe fare entrare e crescere nel nostro vivere di sposi ed in
famiglia.
In questa seconda edizione molte figure, anche grazie ai
contributi dei lettori, sono state approfondite ed altre
(persone in attesa di canonizzazione) sono state aggiunte,
anche se vi è ancora da fare per scoprire, in completezza,
la vita di molti santi tra le pareti di casa.
Il quadro che si presenta è, comunque, ricco.
Tra le tante belle figure in particolare colpiscono quelle
figure di santi (Giovanna Francesca di Chantal; Monica;
Thomas More, Anna Maria Taigi) o di persone in attesa di
canonizzazione (i coniugi Maritain, Conchita Cabrera per
es.) che hanno vissuto intensamente con il loro coniuge la
vita della famiglia (sapendolo aiutare ed essendone aiutati). Quando sono state illustrato le difficoltà, le
incomprensioni ed inimicizie che loro hanno dovuto affrontare, che bell’esempio è stata l’intelligenza e la discrezione
con cui hanno saputo farvi fronte.
Infine, quale conforto e guida hanno trovato nei momenti
del dolore quando (magari soli e senza il coniuge) hanno
avuto l’aiuto di un padre spirituale capace di portare quel
buon consiglio nella difficoltà. Che dire altro.
Sicuramente questo libro è uno stimolo per approfondire, non un punto di arrivo.
Buona lettura!
Francesco Pignataro
Milano 10
Il tema di questo libro è incentrato sulla meditazione e la
preghiera del profondo e, di conseguenza, parla di silenzio.
Il libro delinea l’inizio di un viaggio, e colui che lo intraprende deve prepararsi a un pellegrinaggio che lo condurrà, di
tappa in tappa, fino al punto più profondo di Sé, lì dove la
parola umana non sa dire nulla (ma “la Divinità è un nulla”
dice Silesius), se non per pallide immagini, timide icone di
una realtà eternamente presente ma occulta a chi non abbia
intrapreso con serietà il cammino. “Strannik” in russo
significa “pellegrino”. E Dio deve amare i pellegrini, se a
Tobia mandò angeli a guidarlo: non è stato forse l’essersi
fatto errante a condurre l’anonimo pellegrino russo a
divenire presenza vivente del divino, attraverso i villaggi
e le steppe dell’immenso paese? E’ quindi un pellegrinaggio che padre Schnoller delinea con la chiarezza che gli
deriva dall’essere egli stesso uno “strannik” assai avanzato nella “via del ritorno”, capace perciò di guidare altri
viandanti. Uno strano viaggio, uno strano pellegrinaggio
per tentare di disincantarci da quell’io in cui albergano tutti
i desideri, le illusioni e le infinite effimere richieste, per
riscoprire il Sé silenzioso e profondo.
Andrea Schnoller è un frate della provincia capuccina
svizzera. Risiede al Santuario della Madonna del Sasso
sopra Locarno dove tiene corsi regolari di meditazione.
Ordinato sacerdote, ha compiuto studi di giornalismo
all’Università Cattolica di Milano. Da una quindicina di
anni anima diversi gruppi di ricerca meditativa in Ticino ed
in Italia in particolare a Milano presso il centro San Fedele.
La via del silenzio (meditazione e consapevolezza)
Andrea Schnoller
Edizioni Appunti di Viaggio,
Roma, 1997
Tullio Galleno
Monza 2
Équipe Italia ospite
del nostro Settore
La sera del 29 gennaio 2000 all'oratorio di San Biagio,
via Manara 10 - Monza incontreremo i responsabili
nazionali.
L'incontro inizierà alle ore 18 con una assemblea.
Alle 19,15 Santa Messa seguita da una cena con
condivisione.
Chiediamo agli équipiers di Monza e dintorni di
comunicare la loro disponibilità all'ospitalità per le
notti del venerdì e del sabato.
Sarà un momento di crescita per tutti noi: guardare al
di là del nostro orticello è sempre arricchente.
Dare a Dio il tempo che non si ha
Ho trascorso ore e giornate nel deserto, senza sapere
che cosa facessi veramente.
Senza essere sicuro che quella fosse preghiera. Mi
accontentavo di dare del tempo a Dio.
Laggiù ne avevo tanto. E la cosa, anche se pesante,
non comportava particolari rinunce.
Adesso, rituffato nell’attività, strangolato dagli impegni e dalle scadenze, cerco di vivere la preghiera nella
stessa prospettiva: dare del tempo a Dio.
Nel deserto, però, offrivo del tempo che avevo in
abbondanza.
Qui, devo dare del tempo che non ho.
E’ questa, probabilmente, la povertà più difficile da
realizzare nella preghiera.
Presentarsi dinanzi a Lui, e rimanere a lungo, come
“povero del tempo”.
Signore, avrei tante altre cose da offrirti, ma voglio
darti ciò che non ho, ciò che mi manca sempre: il tempo.
LE NOSTRE RUBRICHE
PROGRAMMA
ANNO 1999/2000
Incontro dell’équipe di Settore con le coppie responsabili di équipe 16 ottobre 1999
Oratorio di San Biagio - Monza, ore 17.
Tema: la messa in comune e l'aiuto reciproco
NUOVI ARRIVI!
Giornata di Settore 24 ottobre 1999
Suore Misericordine - Monza, ore 08,45
Tema: In cammino verso il Giubileo
Relatrice: Maria Cristina Boffelli
Giovanni Lecce, nato il 28 maggio 1999 figlio
di Mario e Barbara, dell’équipe Pavia 3, viene a
far compagnia a Pietro, Susanna e Marco.
Serata di preghiera per le coppie in difficoltà, nell'anniversario dell'incontro di Eupilio, 14 novembre 1999
Santuario delle Grazie - Monza, ore 21
Giulia Nino, nata il 10 giugno 1999, figlia di
Pietro e Rossana, dell’équipe Monza 4. Viene a
far compagnia a Daniele di 3 anni.
Equipe Italia 29-30 gennaio 2000
Ospite del settore di Milano: incontro col nostro settore
la sera di sabato 29 ore 18 a Monza (S. Messa e cena)
Mattia Costantini, nato il 13 settembre 1999,
figlio di Marco ed Enrica, dell'équipe Monza 4.
Ritiro di Settore 12 marzo 2000 in comunione col
movimento italiano
Suore Misericordine - Monza
Équipes miste 15 aprile 2000
Sessione Regionale per le coppie di "servizio" 29-30
aprile 2000
Luogo da stabilire, possibilmente vicino al basso Garda
Tema: "A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune" (1 Cor 12,7)
Giornata di Settore 28 maggio 2000
Giornata d'amicizia
Incontro CRS con i consiglieri spirituali 19 giugno
2000
Casa Avesani - Monza
Ritiro Spirituale 9-10 settembre 2000
Raduno Internazionale 18-23 settembre 2000
Santiago de Compostela
Giubileo delle famiglie 13-15 ottobre 2000
Roma
Redazione: Biagio e Marina Savarè
Équipe Milano 10
Via Ippolito Nievo 28/1 - 20145 MILANO
Tel. 02-48007432
Fax. 02-43980432
Segretario telefonista: Pietro Savarè
NOZZE D'ORO!
Patrizio e Lidia Peduzzi, circondati da parenti, amici e dagli équipiers della Pavia 1,
hanno festeggiato il 26 settembre 1999 il 50°
anniversario del loro matrimonio. Augurissimi!!!
Sommario
Argomento
Pag.
In cammino verso il Giubileo - P. e L. Avesani
1
Eutrapelia - Padre Henri Caffarel
2
Il grande Giubileo del 2000 - P. Remo Bessero Belti 3
Camminare nelle END - Roberto e Susanna Gardella 4
Incontro per le giovani équipes - L. e C. Brambilla 5
Briciole di Ciampino - Michele e Dina Dicorato
6
La pasta acerba
6
Aiutarsi oggi, nel 2000 - Giorgio e Carla Beghi
7
La prima volta non si scorda mai - G. e F. Boselli
7
Dovere di sedersi per le nozze d'oro - P. e L. Peduzzi 8
Una preghiera insieme
9
Il cieco nato
10
I santi sposati- Francesco Pignataro
11
La via del silenzio- Tullio Galleno
11
Il programma di Settore 1998-99
12
Le nostre rubriche
12
Cittadini del mondo - P. Cristobal Sarrias Nell'inserto
Lettera da Ciampino - Paolo e Lidia AvesaniNell'inserto
A tutti gli équipiers dopo la due
giorni nazionale di Ciampino
Carissimi,
quest’anno il consueto incontro di inizio anno fra i responsabili italiani del movimento si è aperto con la
relazione di padre Cristobal Sarrias, consigliere dell'E.R.I. (e quindi, come dice lui, di tutte le équipes del mondo)
che riportiamo nell’inserto centrale del giornalino.
Il contenuto è certamente in linea con quanto propostoci dal card. Martini l’anno scorso ad Eupilio: il grande
problema della crisi del matrimonio nella società moderna. Abbiamo riproposto al movimento italiano,
distribuendone anche 70 copie, il discorso di Eupilio: certamente merita una riflessione che travalichi i confini
della regione Nord-Est.
Sono state tracciate le linee di fondo per la partecipazione del nostro movimento al Giubileo: i momenti forti
saranno un tema di studio unico, preparato dalla Super-Regione Brasile, per tutto il movimento mondiale. Il tema
è arrivato in ritardo e ci è stato distribuito su file. L'abbiamo reimpaginato e stampato: le équipes che
intendessero adottarlo ce ne facciano richiesta. Riprenderemo comunque questo tema, facendone una sintesi,
per la serata delle équipes miste.
Altro momento forte è quello di un ritiro spirituale, di cui parliamo anche nell’articolo di prima pagina, di due
giorni all’inizio della prossima quaresima, 11 e 12 marzo 2000: tutto il movimento italiano lo terrà in
contemporanea. Da noi il sabato è l’ultimo del carnevale ambrosiano, il sabato grasso. Vedremo come
organizzarci, tenendo conto anche della possibilità di mantenere l’ormai tradizionale ritiro di due giorni a
settembre. Anticiperemo quindi la giornata di Settore già prevista per il 26 marzo 2000, limitando il ritiro ad
un giorno. Ci hanno raccomandato di fare ampio spazio al silenzio, anche come contrapposizione allo strepito
che quotidianamente ci circonda, ed al quale spesso contribuiamo non poco. Il silenzio dovrebbe diventare per
noi il digiuno del 2000, dato anche che il digiuno fisico per molti è diventato semplicemente dieta.
Ultima notazione: la Regione Nord-Est verrà divisa nel corso dell’anno. I Radaelli, assenti da Ciampino per
un banale quanto serio incidente occorso a Riccardo (auguri di pronta e piena guarigione senza complicazioni),
hanno accettato la proroga di un anno del loro mandato proprio per preparare al meglio la divisione. Il probabile
confine sarà all’Oglio.
La regione è ormai troppo numerosa: l’équipe responsabile è formata da 13 coppie. Il rischio è che diventi
luogo esclusivamente organizzativo e perda la dimensione pastorale.
Stesso rischio corriamo qui a Milano: alla fine dell’anno potremmo toccare le 20 équipe. Urge pensare alla
divisione. Lo stesso problema si pone in altri Settori, segno che il movimento cresce.
Ricordiamo a tutti, inoltre, che presto saremo chiamati a corrispondere le quote, secondo le indicazioni della
Carta. Facciamo sì che il gesto, ricco di significato, non passi distrattamente, quasi fosse una bolletta della luce
o del gas da pagare, una seccatura insomma; ma sia il segno tangibile della nostra solidarietà e della nostra piena
appartenenza al movimento.
Per il raduno mondiale di Santiago verrà lanciata un'iniziativa di raccolta di offerte ad hoc, che tenga conto
della solidarietà in Italia, e di quella dell'Italia col resto del mondo.
Hanno chiuso i lavori i Volpini con una toccante relazione sulle loro esperienze di "viaggio": un racconto lieve
e commosso delle loro esperienze di coppia, del passaggio attraverso momenti di gioia e di crisi, di speranza
e di angoscia, di fede sicura e di dubbio. Ci hanno testimoniato che il servizio non si fa con la buona
organizzazione o con una relazione dotta: si fa spendendosi fino in fondo, mettendo se stessi a disposizione dei
fratelli, si fa, in una parola, amando. Grazie.
Un abbraccio affettuoso a tutti
Paolo e Lidia Avesani
P.S. Chi avesse intenzione di partecipare al raduno di Santiago nel settembre 2000 è pregato di
effettuare una pre-iscrizione, senza impegno alcuno, comunicandocela entro il 15 novembre prossimo:
sarà nostra cura compilare la scheda apposita inoltrandola a Nino e Angela De Ruvo di Genova, soli
responsabili per la raccolta delle iscrizioni in Italia.
La quota prevista per il soggiorno di 6 giorni e di Lire 1.400.000 per coppia.
21 marzo1999
Ritiro Spirituale di Settore:
In coppia verso il
Padre
Meditazioni: don Maurilio
Frigerio
Programma
8,45
9,30
10,00
10,30
11,00
11,30
12,30
14,30
15,15
16,30
Accoglienza
Preghiera
Prima meditazione
Pausa di meditazione individuale
Seconda meditazione
Dovere di sedersi
Pranzo al sacco
Comunicazione dal Settore
Santa Messa (don Maurilio Frigerio)
Magnificat e saluti
ISTITUTO MADDALENA DI CANOSSA - MONZA
Viale Francesco Petrarca, 4 Tel. 039-322662/322688
Confermare la partecipazione entro il 14 marzo 1999 a Paolo e Lidia Avesani - Tel. 039-389729
specificando il numero di adulti e di bambini (organizzazione delle Baby-sitters)
SERVIZI Accoglienza: Monza 1 - Liturgia: Milano 9
Viale Petrarca costeggia i Boschetti Reali, sul lato sud (destra guardando la facciata) della Villa Reale. Per chi giunge dal Viale Cesare
Battisti girare a destra al semaforo della Villa; al secondo diritto fino a Piazza Citterio. Viale Petrarca si imbocca fra i due distributori.
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