In cammino verso il Giubileo: “Ricordatevi del Principale!”
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In cammino verso il Giubileo: “Ricordatevi del Principale!”
END Milano Giornalino dell'Équipes Notre Dame - Settore di Milano Anno 18° n° 3 - Ottobre 1999 In cammino verso il Giubileo: “Ricordatevi del Principale!” Sere fa eravamo tutti e due molto stanchi della lunga giornata di lavoro e di impegni: alle 21 a Monza c’era un incontro con il card. Tonini e con Enzo Biagi proprio sul Giubileo. Non potevamo proprio perderlo e, con un piccolo sforzo, siamo andati. La coppia era una garanzia di una serata fuori dal comune e così è stato. Richiesti di cosa c’era da salvare del vecchio secolo Tonini ha detto “mio padre e mia madre, per prima cosa”, e Biagi “don Mazzolari, don Zeno e don Milani”. Poi ancora Tonini ha citato come grandi eventi del secolo uscente l’Europa unita e la globalizzazione economica, considerando entrambi i processi, col superamento degli interessi particolari, come vera garanzia della pace, conquista faticosa, pur qualche eccezione, degli ultimi cinquant’anni. Siamo partiti da questa citazione per dirvi che le grandi cose sono spesso le più piccole, le grandi conquiste sono quelle che non fanno Giotto - La nascita di notizia: crediamo possa essere lo stesso nella nostra vita di coppia, nel cammino del nostro movimento. Le cose da portare nel 2000 sono allora le nostre conquiste spirituali, l’approfondimento del nostro amore, le aperture al prossimo. Sono ancora per il Settore di Milano le due équipes di giovani sposi che iniziano il pilotaggio, sono altri giovani sposi che chiedono informazioni, che sentono il bisogno di rinsaldare il loro vincolo sacramentale, sono la generosità del nostro tempo donato gratuitamente, sono l’aiuto offerto ad altri équipiers con la raccolta delle quote a cui ci prepariamo per la fine anno, siamo tutti noi che operiamo, spesso in silenzio e senza clamore, nella vigna del Signore. E cerchiamo di lasciare nel vecchio secolo che muore, con le guerre, le pulizie etniche, le ideologie spersonalizzanti, anche le nostre pochezze, le nostre chiusure, le nostre cadute di tensione spirituale. Abbiamo da mettere in cantiere, nel Settore di Milano, tanti progetti: la divisione in due Settori per evitare che il numero elevato di équipes impedisca un profondo scambio spirituale; la ristrutturazione di quelle équipes che hanno perso per strada qualche coppia ma dove i superstiti credono nel movimento e vogliono proseguire; il nostro interrogarci sulle domande posteci dal Card. Martini nell’incontro di Eupilio dello scorso novembre; il raduno internazionale di Santiago de Compostela ed il Giubileo delle famiglie. Non avremo certo il tempo per annoiarci. Fra gli impegni immediati, di cui troverete notizia all’interno del giornale, l’incontro di preghiera in favore delle coppie in difficoltà che terremo il prossimo 14 novembre, alle ore 21, nel santuario giubilare delle Grazie a Monza: sarà il nostro modo per dare al nostro vescovo una prima risposta alle sue sollecitazioni. Vi chiediamo di estendere l’invito a questa veglia di preghiera agli amici, ai vostri parrocchiani, ad altri movimenti. Altro momento forte sarà il ritiro Gesù che all’inizio della quaresima (11 e 12 marzo 2000) tutti i settori del movimento in Italia terranno in contemporanea: il tema sarà “Sei tu, Signore, la mia speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinezza” (Si 71,5). “Ricordatevi del Principale!” ci ha ripetuto l’altra sera il card. Tonini, citando un’affermazione del card. Biffi. Che quindi il nostro Giubileo non si fermi alle agenzie turistiche, alle grandi adunate seguite in televisione, od alla furtiva visita in un qualche santuario per lucrare quell’oggetto misterioso che è un’indulgenza. Sia invece il ricordo del compleanno di Cristo. Ed il ricordo sia nell’incontro con lui nella preghiera. Come per il profeta Elia sull’Oreb (Re 19, 11-14) il Signore non è nel vento impetuoso, nel terremoto o nel fuoco: è nella brezza lieve e soave. E’ dentro di noi, nelle piccole cose che affollano il nostro quotidiano: fermiamoci, a dispetto del tumulto che ci circonda, ad ascoltarlo. Buon Giubileo a tutti, un abbraccio Paolo e Lidia Avesani 2 - Ottobre 1999 END milano Eutrapelia L’eredità di padre Henri Caffarel riscoperta nei suoi scritti Eutrapelia... No, non è un nome di battesimo perché non è il nome di una santa, ma di una virtù. Questa strana parola si insinua timidamente nel catalogo delle virtù pomposamente redatto dai grandi moralisti. Dalla poca attenzione che le concedono, appare con evidenza che l’eutrapelia ai loro occhi di uomini saggi non è che una fanciullina burlona che per caso si è smarrita in un’assemblea di regine. Ma io penso che voi, cari lettori, non siate austeri moralisti, perciò vi invito a fare una buona accoglienza alla mia piccola eutrapelia. Se lo desiderate, troverete utili ragguagli sul suo conto nella Somma Teologica, IIa, IIae, q. 168, a. 2. Indubbiamente non tutti frequentate S. Tommaso. Eppure a voi tutti è nota l’eutrapelia, sebbene il suo nome dotto vi sia sconosciuto: la chiamate molto semplicemente buon umore. Ma forse dimenticate troppo spesso che è una virtù e omettete di interrogarvi a proposito nei vostri esami di coscienza. Eppure la sua pratica è di grande importanza nella vita sociale e in modo tutto particolare nella vita di famiglia. Le forme di buon umore sono molto varie: il buon umore della giovinezza, sovrabbondanza di vitalità; il buon umore dei giorni felici, figlio del sole piuttosto che della virtù; il buon umore “viscerale” dei temperamenti felici; il buon umore esuberante assai più spesso importuno che utile; e infine un tipo di buon umore ascetico che assomiglia più a una smorfia che a un sorriso, se lo si guarda da vicino. Ma noi vogliamo fare l’elogio, non di una funzione della salute o del tempo o delle circostanze, ma di una virtù che ha la sua sorgente nel centro dell’anima. Anche così intesa, possiede però sfumature diverse; discreta, si offre come una luce; allegra, vi trascina nella sua scia; prorompente, vi strappa alla noia; penetrante, riscalda le plaghe gelate. E’ impossibile definirla; straordinariamente mobile come certi volti, essa sfugge a chi vuol fissarne i tratti. Non crediate che il buon umore sia la virtù degli indifferenti o di coloro che non colgono l’aspetto serio della vita, i drammi umani, i dolori del corpo e dell’anima. Se la giudicate superficiale, riflettete piuttosto sulle virtù di cui essa è segno e frutto. Esige innanzi tutto qualità di spirito: un’intelligenza dei veri valori, che si rifiuta di drammatizzare soggetti d’operetta; uno sguardo ottimista sugli uomini e sulla vita e anche quel senso di umorismo che percepiamo in tono discreto in molti pensieri di Cristo. Il buon umore suppone anche numerose virtù, più ancora che qualità dello spirito: quella fede e quell’ amore di Dio che stabiliscono i cuori nella pace, quella fiducia di un’anima abbandonata al suo Signore “come il bastone nelle mani del viaggiatore’’. Mentre l’umore lacrimoso tradisce quasi sempre una presenza dell’egoismo o dell’orgoglio, il buon umore è una vittoria dell’oblio di sè. Il buon umore però nasce dall’amore evangelico del prossimo più che da ogni altra virtù; è come il sorriso che illumina il volto. Il buon umore è gentilezza del cuore. Eutrapelia non è una virtù insignificante se ha dietro di sè una simile scala di grandi virtù; ma la sua importanza è giustificata anche da ciò che essa opera. Il suo potere è grande. Pochi mezzi sono altrettanto efficaci per acquistare la padronanza di sè. Con un curioso riflusso di influenza facilita la pratica delle virtù donde è sorta: senza di lei tutto è faticoso, con lei tutto diviene facile. Frutto dell’amore e della vera felicità, è creatrice di amore e di felicità nella famiglia grazie al suo potere di unione e di riconciliazione. E se non si può sempre parlare di riconciliazioni, nel senso stretto della parola, molto spesso vi sono leggeri malcontenti da dissipare; essa compie il miracolo, innanzi tutto pacificando gli esseri con se stessi, primo tempo della pace con gli altri, poi riconciliandoli con la vita, con i suoi piccoli compiti quotidiani e i suoi grandi doveri. Chi la pratica, merita davvero la Beatitudine rivolta a coloro che operano la pace: “Beati i pacifici perchè saranno chiamati figli di Dio”. Se dunque la piccola Eutrapelia regna nella vostra casa, essa comunicherà il suo tono alle persone e alle cose. Le altre virtù parteciperanno della sua grazia; l’opera di educazione sarà facilitata e più efficace; durante tutta la loro vita i bambini allevati nel suo clima serberanno un capitale di equilibrio e di serenità. Spero comprendiate perchè pur nel grave momento in cui viviamo, non ho esitato a parlarvi di una virtù che può sembrare leggera ad una valutazione superficiale. Come praticate il dovere di sedervi, di cui vi parlavo precedentemente, cosi interrogate voi stessi anche sulla pratica del dovere di buon umore. E si tratta proprio di un dovere ed anche di una conquista, poichè i suoi germi che sono in ogni uomo si sviluppano solo mediante un lungo e paziente sforzo. La sua pratica perseverante esige talvolta un vero e proprio eroismo. Il buon umore è dunque un’ascesi, per quanto possa parere paradossale, ma un’ascesi che non pesa su chi ci vive accanto. E questo non si può dire davvero di ogni esercizio di penitenza! Padre Henri Caffarel END milano Ottobre 1999 - 3 Il grande Giubileo del 2000 e noi Abbiamo bisogno di essere perdonati Parlando precedentemente del Giubileo, abbiamo cercato di consegnare al lettore almeno un’idea, ma che volevamo fosse ben chiara. Un’idea, non di più, perchè quando si dice troppo, non rimane poi nulla nella mente di chi legge o di chi ascolta..... L’idea che volevamo consegnare ai lettori era che il Giubileo è un’occasione che la santa madre Chiesa ci dà per avere la remissione di ogni nostro debito verso la giustizia divina. L’indulgenza che si può ottenere nel Giubileo, è appunto questa remissione totale di tutti i debiti in cui siamo incorsi e incorriamo in conseguenza dei nostri peccati. Occorre lasciarsi prendere da questa verità, senza pensare a tanti risvolti e contorni del Giubileo, a cui la mentalità laica dei giornali e dei mezzi di comunicazione ci condiziona, perché essi pensano “secondo gli uomini”, invece di pensare “secondo Dio”. Benedetta, invece, la sensibilità e la sapienza cristiana che con vero senso di realismo ci ricorda la nostra condizione di peccatori, con una chiarezza di visione che va ben al di là di quelle fumose ed esoteriche teorie che oggi si diffondono in tutti gli ambienti, per cui l’uomo finisce col non capire più niente né di sé, né del mondo in cui vive, e tanto meno del destino a cui è diretto. La sapienza cristiana, invece, inchioda l’uomo alla sua realtà esistenziale, gli dice che cosa è come “creatura”, e cioè un povero peccatore, un essere quindi che ha bisogno di perdono, che ha sempre bisogno di essere perdonato. Ecco allora un primo frutto “morale” del Giubileo: quello di farci coscienti che abbiamo sempre bisogno di essere perdonati. Ma per accogliere questo alto stimolo che ci viene dal Giubileo, abbiamo bisogno di fare violenza sopra noi stessi: la consapevolezza di essere peccatori va sentita nell’intimo della nostra coscienza, in quell’intimo a cui non siamo più abituati a penetrare, perché nel clima odierno veniamo continuamente rubati all’intimità e siamo costretti a vivere in superficie, protesi all’esterno, al di fuori di noi. Tanto “superficializzati” che al solo sentirci ricordare che dobbiamo guardarci dentro, ne rimaniamo infastiditi, contrariati. Tale è la disabitudine nostra all’interiorità. Toglierci un po’ da questa nostra superficialità, farci pensare seriamente alla condizione morale della nostra vita, è un altro benefico frutto della celebrazione del Giubileo. Andare verso il perdono Di coloro che leggono qui, non sappiamo quanti faranno il pellegrinaggio a Roma per il solenne Giubileo del 2000. Ma non è necessario fare il pellegrinaggio a Roma: lo si può fare in altri luoghi e in altri santuari, come viene indicato in ciascuna diocesi del mondo. Ma il “pellegrinaggio” si deve fare. Esso è uno dei “segni” che caratterizzano il Giubileo. Simbolicamente, il pellegrinaggio riporta - come dice il Santo Padre Giovanni Paolo II - “alla condizione dell’uomo che ama descrivere la propria esistenza come un cammino. Dalla nascita alla morte, la condizione di ognuno è quella peculiare dell’homo viator, l’uomo pellegrino. Nella Sacra Scrittura vediamo attestato il valore del mettersi in cammino per raggiungere i luoghi sacri: ad esempio, anche Gesù con Maria e Giuseppe si fece pellegrino alla città santa di Gerusalemme (cfr. Lc 2,41). E la pietà cristiana, quasi di istinto, ha sempre portato a recarsi in pellegrinaggio verso gli antichi e nuovi santuari dedicati alla Madonna e ai Santi. Rientra quindi perfettamente nello spirito della pietà cristiana l’obbligo del pellegrinaggio in occasione del Giubileo. Ma come dicevamo, non è necessario farlo a Roma: per agevolare a tutti questa bella pratica umana e cristiana, il Santo Padre concede che lo si faccia anche in luoghi e santuari più vicini, che vengono indicati nella propria località di residenza. Anticamente, il pellegrinaggio a Roma o in Terra Santa o a San Jacopo di Compostella, era un vero esercizio di penitenza per tutti i disagi che si dovevano affrontare; tanto è vero che talvolta il pellegrinaggio veniva imposto come “penitenza” a chi era responsabile di certi peccati contro la società cristiana. Questi antichi pellegrinaggi erano frequenti e molto partecipati, e hanno rivestito nelle varie epoche espressioni culturali diverse, come osserva il Santo Padre nella bolla di indizione di questo Giubileo. Se, come abbiamo intitolato questa pagina, col Giubileo “andiamo verso il perdono”, entriamo davvero nel suo significato spirituale che può essere vissuto da tutti, anche da chi non può fare materialmente il pellegrinaggio. Ed è proprio quello che deve prevalere, sia per chi si mette in cammino per andare a Roma, sia per chi non si può muovere dalla sua abitazione. L’”andare” verso il perdono, è un disporsi man mano all’incontro con l’amore infinito di Dio che ci vuole dare il perdono delle nostre colpe. “Desiderare” questo perdono, desiderarlo fino a quasi non poterne fare più a meno, è certamente un “andare” verso il perdono, è un fare il vero “pellegrinaggio” dello spirito, che è la realtà a cui ci invita la Chiesa con la celebrazione del Giubileo. Padre Remo Bessero Belti (tratto da “Charitas”, bollettino dei Rosminiani) Ricordiamo a tutti gli Équipiers che il nostro giornalino nasce da contributi spontanei, che gli articoli vengono impaginati in modo artigianale e che l’ordine in cui essi compaiono è solo casuale. Solo gli articoli firmati “Équipe di Settore” esprimono la posizione del Settore: tutti gli altri sono proposte che possono essere oggetto di riflessione e confronto, nel rispetto di un fraterno pluralismo Paolo e Lidia Avesani 4 - Ottobre 1999 END milano Camminare nelle END tra dono e responsabilità Si tratta del tema di un incontro dedicato alle équipes “giovani” (meno di 5 anni di appartenenza al Movimento) tenutosi il 12 e 13 Giugno a Villa Pace a Gussago (BS). Occasione sempre utile per riflettere su alcuni punti della metodologia END, e nello stesso tempo momento di incontro con altre coppie di settori diversi che vivono tale esperienza. Quando la nostra coppia responsabile ci ha informati della possibilità di parteciparvi, abbiamo pensato che poteva essere l’occasione di approfondire la nostra conoscenza del movimento END ed anche di sperimentare un fine settimana di preghiera e di riflessione di coppia. Appena arrivati a Villa Pace ( complimenti per la scelta del luogo!), siamo stati subito accolti con amicizia da Mirco e Rita Pizzoli; poi, via via, abbiamo conosciuto le altre coppie, grazie anche alle equipes miste e alle grandi tavolate ai momenti dei pasti. Il ritmo si presentava piuttosto sostenuto: al sabato pomeriggio, dopo l’accoglienza e la preghiera, la meditazione di Don Silvano Caccia (consigliere spirituale di regione), dal titolo “L’itinerario spirituale di Pietro illumina il nostro cammino”, poi la riflessione in coppia e, dopo cena, le equipes miste. Alla domenica mattina la preghiera, la relazione di Carlo e Maria Carla Volpini (Responsabili nazionali), le equipes miste, la S. Messa e, dopo pranzo, l’assemblea e i saluti. Fin qui la cronaca, molto concisa; passiamo ad una breve sintesi delle nostre impressioni. Piacevole ed accattivante la relazione di Don Silvano, che ci cattura subito con la sua capacità di esposizione ed un affascinante parallelo tra la vita di Pietro - e la sua risposta alla chiamata di Gesù - e la nostra vita - come coppia END e come cristiani. Dalla sua esposizione è nato un dovere di sedersi per riflettere su “che tipo di coppia siamo”, per comprendere con quale spirito affrontiamo l’impegno delle END, quanto siamo disposti a mettere in gioco e cosa ci aspettiamo come riscontro. Altrettanto interessante, al mattino seguente, la relazione dei Volpini, dal titolo “Camminare nelle END tra dono e responsabilità”. La loro chiave di lettura è stato un parallelo tra le “case” e le diverse situazioni che si incontrano nel Vangelo e i principali aspetti del Metodo, con riferimenti alla propria esperienza personale, che hanno reso ancora più vivace la relazione. Si tratta di grandi stimoli per la riflessione di coppia, prima, e di équipe, poi, per rinnovare il nostro slancio interiore e compiere costantemente nuovi passi nella nostra vita di fede e familiare, per riscoprire l’importanza della preghiera individuale e di coppia, che è il mezzo d’elezione per sentirci in comunione con il Padre e ricevere costantemente il suo aiuto e la sua Benedizione. Quello che abbiamo riportato a casa da questa minisessione sono: l’ulteriore motivazione a proseguire nel cammino END, l’esempio di spiritualità familiare che traspariva dalle testimonianze di altre coppie, lo stimolo a non sentire più la nostra casa come una proprietà privata ed inviolabile, ma come un luogo di ritrovo amichevole e fraterno. Incontri di questo tipo rafforzano la consapevolezza di appartenenza al Movimento allargando l’orizzonte che si può vedere dalla propria équipe. Un arricchimento interiore, insomma, che ci proponiamo di rinnovare alla prima occasione e che consigliamo caldamente alle altre coppie. Roberto e Susanna Gardella Milano 9 Proposte RITIRI ED ESERCIZI SPIRITUALI 11-12 dicembre 1999 VITA FAMILIARE E ATTESA DEL REGNO (don Silvano Caccia) 6-7 maggio 2000 GIOIA E SOFFERENZA NELLA VITA DEGLI SPOSI (don Silvano Caccia) Due giorni di spiritualità, dalle ore 9.30 del sabato alle ore 16.00 della domenica Luogo: Salesianum Don Bosco Tavernola (CO) Iscrizioni: Centro Diocesano (tel. 02-5839.1313) Si possono portare anche i bambini. Le iscrizioni vanno fatte entro il martedì precedente l’inizio dei corsi e si ricevono fino ad esaurimento dei posti. Ricordarsi di portare la Bibbia ed un quaderno per gli appunti. END milano Ottobre 1999 - 5 Gussago, 12 Giugno 1999 Incontro per le giovani équipes Nei primi giorni di Giugno quando occorreva dare la conferma circa la partecipazione alla 2 giorni di Gussago avevamo ancora in mente le riflessioni fatte a seguito degli ultimi incontri di settore, infatti in tali occasioni ci si era soffermati soprattutto sulla necessità, anche dal punto di vista spirituale, di dare forma a quella “casa comune” di cui si parla tanto riferendosi all’Europa. Da parte nostra eravamo persuasi della bontà di questo orientamento perché siamo sempre stati convinti che la nostra fede necessiti di aperture, di confronto da ricercare al di là delle nostre famiglie, delle nostre parrocchie, delle nostre Equipes. Per queste ragioni abbiamo aderito con gioia alla proposta END, che in effetti si inseriva in quella dinamica di incontri allargati, che ci permettono durante l’anno di venire a conoscenza di altre realtà: riunioni di settore, Equipes miste, e occasione privilegiata, sessione nazionale. Questa volta oltretutto era diverso, ci era offerta la possibilità di partecipare ad una sessione regionale dedicata alle Equipes Giovani per un intero fine settimana; avevamo l’occasione di incontrare coppie provenienti da Lombardia, Veneto, Friuli, che aderivano al movimento END da non più di cinque anni. Purtroppo il nostro entusiasmo è stato frenato dal fatto di poter presenziare soltanto il secondo giorno a causa di un impegno inderogabile. Comunque, la mattina siamo arrivati per l’inizio della preghiera che è stata modulata sul brano dei discepoli di Emmaus (Lc. 24, 13-32) ed è stata conclusa con l’invocazione di riuscire a riconoscere il Signore nelle esperienze che avremmo vissuto quel giorno. Il pezzo forte della giornata è stata la coinvolgente relazione dei coniugi Volpini, coppia responsabile dell’Equipe Italia; il titolo della relazione dei coniugi Volpini “camminare nelle END fra dono e responsabilità” faceva trasparire la particolare importanza dell’argomento proposto. I coniugi Volpini non hanno voluto realizzare un incontro “didattico” o “conferenziere”, le loro parole sono state cariche di esperienza vissuta in prima persona nell’impegno di cercare un significato per tutto quanto stavano vivendo. Per rafforzare la loro esposizione e per renderla familiare a tutti quanti, hanno voluto utilizzare l’icona della Casa come “specchio” della famiglia. Con questa “chiave di lettura” sono state visitate le varie “case”, che si incontrano nel Nuovo Testamento e, per ognuna di esse, i coniugi Volpini hanno compartecipato la loro esperienza personale recuperando gli aspetti del metodo END. Abbiamo visitato così la “Casa di Cana”, dove si celebrava un matrimonio con molti invitati. Quella casa è il luogo della gioia, dell’amore che tanto ci ricorda la riunione mensile di Equipe. Siamo passati poi alla “Casa di Betania” dove incontriamo Marta e Maria. Ecco che il richiamo è corso al Dovere di sedersi, momento in cui il fare di Marta si trasforma nell’ascolto di Maria. Eccoci poi arrivati alla “Casa di Simone”. La prostituta che lava i piedi a Gesù e li asciuga con i suoi capelli, permette a Gesù di insegnarci il primato del perdono, il valore della franchezza e dell’apertura agli altri, valori che si vivono all’interno di ogni Equipe. Siamo passati alla “Casa di Gerico” (Zaccheo). L’affermazione di Gesù: ‘‘... oggi devo fermarmi a casa tua” ci viene presentata personalmente nel momento della compartecipazione. La tappa successiva è stata la “casa dei Discepoli” (Cenacolo). Gesù è morto, alcuni dicono di averlo visto. C’è fame di parole per capire e una fame di silenzio per approfondire. E’ il momento del tema di studio, momento prezioso per far entrare la storia nella nostra vita, consapevoli che il nostro essere ha senso solo nella relazione con gli altri. Abbiamo ultimato il nostro “viaggio” con la “Casa di Nazareth” dove Gesù è vissuto con Maria e Giuseppe per quasi tutta la sua vita. L’icona della sacra famiglia ha sempre ispirato molteplici riflessioni. Le END prendono ad esempio questa famiglia per riscoprire il momento della preghiera, una preghiera di abbandono come quella di Giuseppe e di Maria che nel turbine degli eventi che li ha coinvolti si affidano all’unico “timone” che li può guidare verso acque tranquille: la parola di Dio. Dopo un momento di riflessione di coppia su queste “case” che abbiamo subito adottato come “stanze” della nostra casa, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con altre coppie in un’Equipe Mista. Attorno allo stesso tavolo, c’erano coppie della Monza 4, della Foppenico 1, della Foppenico 3, della Padova 5, della Pordenone, del Lago d’Endine. Il clima che si è creato è stato subito di intesa, condivisione anche per noi che non eravamo stati presenti il giorno precedente. Tutti quanti siamo stati toccati profondamente dalla relazione dei coniugi Volpini. tanto che la compartecipazione sui temi proposti è entrata subito nel vivo. La stessa esperienza positiva è stata vissuta nell’altra Equipe Mista, tanto che il momento finale di preghiera e scambio è stato molto partecipato. Ancora oggi ricordando quel giorno proviamo un poco di nostalgia, allora riprendiamo gli appunti, rileggiamo le riflessioni e ci soffermiamo sulla lunga lista di indirizzi delle coppie che hanno partecipato all’incontro, dispiacendoci per non essere riusciti ancora ad onorare la promessa di una visita. Luigi e Cinzia Brambilla Monza 4 6 - Ottobre 1999 END milano La sessione estiva di Ciampino 1999 “Briciole di Ciampino” Ciampino: la nostra prima sessione nazionale, dopo cinque anni di équipe. Ci avevano suggerito più volte di farne esperienza. Non c’era mai riuscito. Ciò che immaginavamo fosse la sessione è stato di gran lunga superato da quanto abbiamo vissuto in quei giorni. Intanto, arrivando, una sorpresa inaspettata: dai rubinetti sgorgava acqua frizzante. Era il preludio ad altre sorprese piacevoli? Sono stati intensamente vissuti i momenti delle relazioni sul tema “Vivere il tempo, abitare la storia” che ogni relatore ha svolto nella propria chiave di lettura e che ha finito per coinvolgerci ed entusiasmarci, rendendoci ancora più chiaro che “suddividere il cammino che stiamo percorrendo e il tempo di cambiamento che stiamo vivendo in momenti, può essere utile in un processo di continue verifiche della propria crescita spirituale. Questi momenti, briciole di tempo appunto, sono lievito per vivere cristianamente e coerentemente il quotidiano, per costruire rapporti umanizzanti per vivere con gusto e slancio, per accrescere la propria dimensione spirituale, per accogliere la forza di vita che il Signore ci offre, aderendo al Suo progetto di costruire l’alleanza con la vita” . Abbiamo conosciuto coppie provenienti da ogni parte d’Italia, che avevano però una cosa in comune, il sorriso dell’accoglienza. Di esse, abbiamo apprezzato l’entusiasmo trascinante e la grande umanità espressa nella serata di amicizia e nei canti durante la S. Messa, specialmente da parte dei tanti amici provenienti dalla Puglia. Una delle persone che ci ha colpito per la sua umanità è stata un Consigliere Spirituale di una équipe della Calabria, non più giovane, di origine ligure. Ha espresso un entusiasmo trascinante per le END, conosciute solo due anni fa, che lo hanno fatto cambiare nel modo di parlare ai suoi parrocchiani. I bambini, numerosi, hanno animato la serata di amicizia, cantando, e coinvolgendo anche noi adulti. Ricordiamo in modo particolare la S. Messa dell’ultimo giorno, nella quale, al momento dell’offertorio, le 15 équipe di formazione hanno preparato un segno da portare all’altare o una preghiera. L’équipe di formazione, di cui facevamo parte, traendo occasione dalla coincidenza del nostro 27° anniversario di nozze, ha voluto che noi offrissimo le fedi nuziali a testimonianza dell’Amore di tutte le coppie. Per noi è stato molto bello festeggiare l’anniversario alla sessione con le coppie della nostra équipe di formazione, con le quali abbiamo costruito un rapporto di fraterna amicizia, sintetizzato nel pensiero, che qui riportiamo, con cui hanno accompagnato un piccolo ma grande regalo, un libro (Storie di coppie, tracce di Dio): “C’erano 14 sedie in circolo e piacere di riflettere e gioia di scoprire e voglia di crescere. Saliva la nostra amicizia che non finirà a testimonianza della nostra passione di vivere il tempo e abitare la storia. La nostra piccola storia di tutti i giorni. C’erano 1 4 sedie in circolo e con voi c’eravamo noi ....” Grazie di cuore, quindi, a Lucio e Lucia, Stefano e Nunzia, Tonino e Neria, Daniele e Giovanna, Umberto e Lucia, Paolo e Maria, con cui abbiamo condiviso dei giorni così arricchenti. Quell’ultimo giorno, all’improvviso, ci siamo accorti che la sessione di Ciampino era finita. Peccato....! Fino alla prossima volta! Dina e Michele Dicorato Pavia 2 P.S. Nei giorni di fine Settembre ci sono arrivate per posta le fotografie del gruppo di coppie della nostra équipe di formazione, inviateci da una coppia di amici di Bologna, Tonino e Neria. Ciampino continua! La pasta acerba Intervista a Pietro, Laura e Giovanna Savarè sulla sessione vista dai bambini Cos’è questo Ciampino? E’ un paese vicino a Roma: ci siamo arrivati in aereo da Milano. Poi treno, metropolitana (di Roma), visita a San Pietro (col passeggino ha ricordato GioGiò), poi ancora treno: ed abbiamo anche sbagliato stazione, dovendo tornare indietro a piedi lungo i binari. Una vera avventura! Biagio, Biagio!... Come eravate organizzati? I più piccoli sono rimasti sempre nella loro stanza. Noi grandi (dai 6 ai 14 anni) eravamo divisi in quattro squadre, ognuna con un maestro che era un personaggio della favola di mago Merlino: il mago appunto, la maga Magò, Semola ed Anacleto, il gufo, che era il nostro capo. Come giocavate? Facevamo il gioco dell’oca, con tante prove a ciascuna delle quali era associato un punteggio: chi superava la prova andava avanti. Mi era sembrato di vedervi girare per il parco con delle bandiere... Si, certo, ogni gruppo ne aveva dipinta una, con figura suggerite dal maestro e che ricordavano la favola. Ricordate altro? Si, le prove dell’orchestrina di trombette, tromboni, chitarrine e tamburi per la serata di amicizia, dove abbiamo poi sfidato i genitori. Ma eravamo più bravi noi. E continuiamo a rifare anche a casa la stessa musica: “Perepèpepèpepè, taratàtatàtatà, zuruzù-zuzùzuzù...” Come si mangiava? Bene, anche se la pasta pizzicava (il peperoncino...) ed era un po’ acerba... Marina, la colla lasciala fare a Biagio!... Crediamo proprio che non si siano potuti annoiare, come noi genitori, del resto. (n.d.r.) Ottobre 1999 - 7 END milano Il ritiro spirituale di settembre Aiutarsi fra équipiers oggi, nella società del 2000 In occasione degli esercizi spirituali a Somasca, in settembre, nella riunione finale (al termine del periodo di raccoglimento) per uno scambio tra i partecipanti, è emerso, tra i vari commenti fatti, il problema della difficoltà di partecipazione a questi incontri a causa dei figli, per la necessità di affidarli in custodia per un giorno e mezzo. E’ stata fatta una osservazione derivante da esperienze fatte con coppie straniere, in particolare con Equipiers francesi: l’abitudine spontanea di richiedere, in tutta semplicità, ad altre coppie END di ricevere qualcuno dei propri figli, quando vi è una necessità, e per non perdere una opportunità. Semplicità nel chiedere, e semplicità anche nel declinare l’accettazione quando questo pone dei problemi alla famiglia ospitante. Si è rilevato che in Italia questo sistema è molto meno usato: l’abitudine non sembra essere molto diffusa tra le coppie italiane. Ci si è chiesti il perchè. Da una parte è abbastanza in uso, e anche relativamente facile, il rivolgersi ai nonni; e quando questi non sono disponibili non si hanno alternative adatte. Dall’altra parte vi è forse una forma di reticenza, una certa ritrosia nel chiedere, perché è un disturbo; forse vi è anche una componente di mancanza di umiltà. E’ necessario mettersi in una disposizione d’animo che riconosce il proprio bisogno, ammettendolo con semplicità, superando il riserbo, la discrezione, o un falso ritegno, che ci trattiene dal chiedere per non disturbare gli altri. In questo atteggiamento vi è anche un aspetto meritevole, ma nell’arnbito delle Equipes si dovrebbe superare la reticenza, in atteggiamento di umiltà e nel pieno senso di comunità e di comunione che ci unisce, come cristiani e nello stesso movimento, e proprio di coppie. Tra l’altro non è trascurabile l’apporto positivo che può venire ai figli, che vanno a fare una esperienza del vivere certi atteggiamenti cristiani di fondo in una famiglia diversa dalla propria; siamo tutte famiglie che condividono motivazioni e atteggiamenti. I figli possono fare l’esperienza di verificare che non si è isolati, e magari possono recepire qualche aspetto particolare nuovo. Una riflessione da fare, sull’equilibrio tra i differenti valori: discrezione, semplicità, umiltà. In vista dei nostro cammino di coppia e famiglia nel movimento, approfittando il più possibile di quanto il movimento stesso ci propone come mezzi. Giorgio e Carla Beghi Milano 10 Non a caso abbiamo ripreso questo tema nell'incontro annulale fra l'équipe di Settore e le coppie responsabili di équipe. (n.d.r.) La prima volta non si scorda mai... L’anno dell’Èquipe Notre-Dame del Settore di Milano si è aperto a Somasca presso i padri Somaschi con la partecipazione di don Colzani. É la prima volta che partecipiamo ad un ritiro di due giorni e desideriamo esprimere le nostre impressioni. Il tema presentatoci da don Gianni: “Dio Padre ci chiama sempre” si è articolato su tre meditazioni partendo dalla creazione del- l’uomo a cui viene affiancata la donna, la separazione da Dio dovuta al peccato originale e la coppia Abramo-Sara. Gli argomenti già di per sé erano interessanti, ma don Gianni ha saputo coinvolgerci e catturare la nostra attenzione con una esposizione avvincente e simpatica; abbiamo potuto meditare e riflettere su quanto ascoltato durante i momenti di pausa e silenzio. La prima giornata si é conclusa con una veglia di preghiera con tema il “Padre misericordioso”; é stato un momento di riflessione sull’immenso amore che Dio ha per noi. Durante l’offertorio della Messa domenicale le coppie sono state invitate a presentare ed offrire un simbolo che avesse un significato particolare nella propria vita. Per noi è stato un momento molto forte e sentito perché ci ha fatto riscoprire quante benedizioni abbiamo ricevuto da Dio Padre negli anni trascorsi insieme. E’ stata un’esperienza indimenticabile e ringrazia- mo il Signore per averci fatto conoscere un nuovo modo di pregare in coppia. Esprimiamo la nostra gratitudine a Lidia e Paolo per l’efficiente organizzazione: abbiamo molto apprezzato, al termine del ritiro, l’incontro tra le coppie per uno scambio delle proprie esperienze di équipe. Questo ha favorito una migliore conoscenza ed affiatamento tra i partecipanti. Giorgio e Franca Boselli Cormano 1 8 - Ottobre 1999 END milano IL “DOVERE Dl SEDERSI” IN OCCASIONE DELLE NOZZE D’ORO Durante i festeggiamenti per le nostre nozze d’oro, in una rustica cascina trasformata per l’agriturismo, mentre brindavamo coi nostri familiari, gli équipiers e il gruppo della S. Vincenzo parrocchiale, si è avvicinata a noi una coppia giovane che festeggiava il matrimonio, con una folla di amici, nella sala attigua. La coppia ci ha chiesto quale era il segreto per vivere a lungo insieme felici. Lidia ha risposto sorridendo che occorre molta pazienza, accettazione del coniuge, con tutti i suoi difetti, fiducia e molta donazione reciproca. Patrizio ha aggiunto che occorre dialogare continuamente su tutto per accordarsi su un progetto comune, accettando le diversità come un arricchimento, affrontando uniti, con tenacia, ogni momento della vita in comune, con una chiara visione delle scelte fondate sui valori. Nel “dovere di sedersi” prima della riunione d’équipe, ripensando ai cinquanta anni passati insieme e a tutte le vicende lieti e tristi affrontate, ci chiedemmo quale è il mezzo più efficace che ci è stato di sostegno in tutti questi anni. Da 28 anni facciamo parte delle END. Abbiamo praticato con costanza ed impegno il “dovere di sedersi” che è diventato il “piacere di sedersi”. In esso abbiamo cercato insieme di fare il punto della situazione. Con la preghiera, ispirata dalla Parola di Dio e con l’aiuto del C.S. e degli amici d’équipe, abbiamo potuto compiere delle revisioni di vita approfondite che ci hanno permesso di camminare uniti e gioiosi in tutte le difficoltà. Quello che abbiamo compreso e attuato con grande felicità è la comunione di coppia, di famiglia, di équipe, di Chiesa. Il dono più grande che possiamo avere e che cerchiamo di conservare è la comunione di coppia. La Bibbia dice: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e saranno una carne sola”. (Gn. 2, 24) “E' un’unione che dà l’immagine completa di Dio nel- l’umana natura” dice don Carlo Gnocchi in “Restaurazione della persona umana”. La coppia è ad immagine di Dio trino. Infatti nella Genesi 1, 26 è detto: “Poi Iddio disse: FACCIAMO l’uomo a NOSTRA immagine secondo la NOSTRA somiglianza”. Don Gnocchi prosegue: “Nell’intima unione dei sessi consiste la perfezione ontologica della natura umana. L’uomo perfetto è l’uomo + donna. Questa unione dei due sessi si realizza nell’amore che fa di due esseri “un corpo solo”, per fare di due vite una vita sola e quasi un’anima sola”. Ci sentiamo inoltre uniti a Cristo nell’attuare la Sua volontà e in queste condizioni sentiamo che Egli è in mezzo a noi a sostenerci. Non ci sentiamo solo simili alla Trinità ma con Cristo e tutta la Trinità in comunione con noi. Insomma, insieme un’entità più completa e solida. Tanto è vero che la lontananza di uno di noi ci fa sentire più vulnerabili e diminuiti. Per questo, tutto quello che abbiamo fatto di importante in tutti questi anni, lo abbiamo fatto insieme. E’ il frutto non di una singola persona ma della coppia. Anche se a volte ad agire è uno solo, nel dovere di sedersi c’è la collaborazione e l’incoraggiamento nel progettare e verificare insieme. Tutto questo ci dà una grande fiducia per l’avvenire perché sappiamo, per esperienza acquisita, di poterci fidare della collaborazione del coniuge, che sentiamo come una ricchezza unica ed immensa. Ci rattrista solo il pensiero che un giorno potremmo ritornare ad essere metà uomo, solo fisicamente, per la morte di uno di noi, ma crediamo nella vita dello spirito e troveremo, nella preghiera, la forza di praticare ancora “il piacere di sedersi” insieme. Chissà se lo potremo attuare anche in Paradiso? Patrizio e Lidia Peduzzi Pavia 1 Veglia di preghiera 14 novembre 1999: un anno dall'incontro di Eupilio Ricordate il discorso del Card. Martini? La sua pressante richiesta al nostro movimento, specificamente chiamato alla pastorale della famiglia, di farsi carico dei problemi legati alla crisi che sta sempre più colpendo questo pilastro della vita sociale? Non abbiamo risposte pronte, non abbiamo soluzioni da proporre, ma abbiamo la precisa volontà di impegnarci a fondo, con il magistero della Chiesa, su questo fronte. Ci è stato chiesto, prima di tutto, di pregare. Ad un anno esatto dall'incontro dei responsabili regionali col Cardinale, ci troveremo domenica 14 novembre 1999, alle ore 21, al Santuario delle Grazie, via Montecassino - Monza, per una veglia di preghiera. Vi preghiamo di estendere l'invito a vostri amici, ai vostri parrocchiani, alle altre associazioni cattoliche. A Monza l'invito alla veglia verrà esteso al decanato. La veglia sarà presieduta da don Maurilio Frigerio, consigliere spirituale del settore, e da don Silvano Caccia, consigliere dell'équipe Monza 1 e responsabile diocesano per la pastorale della famiglia. La veglia durerà fino alle 22,30. Vi aspettiamo numerosi. END milano Ottobre 1999 - 9 UNA PREGHIERA INSIEME Pubblichiamo su ogni numero del giornalino una preghiera che riteniamo significativa: riportata da un giornale o recitata in comunità o durante una veglia o ad un ritiro ci può aver fatto pensare e meditare e quindi vogliamo proporla a tutti. Per questo vi invitiamo a farci pervenire quelle preghiere che volete condividere con gli altri, saranno sicuramente pubblicate. Preghiera per la famiglia Ti preghiamo, Signore, per la nostra famiglia: perchè ci conosciamo sempre meglio e ci comprendiamo nei nostri desideri e nei nostri limiti; perchè ciascuno di noi senta e viva i bisogni degli altri; perchè a nessuno sfuggano i momenti di stanchezza, di disagio, di preoccupazione dell’altro; perchè le nostre discussioni non ci dividano, ma ci uniscano nella ricerca del vero e del bene; perchè ciascuno di noi nel costruire la propria vita non impedisca all’altro di vivere la sua; perchè viviamo insieme i momenti di gioia di ciascuno e guardiamo a Te, che sei la fonte di ogni vera gioia; perchè soprattutto conosciamo Te e Colui che ci hai mandato, Gesù Cristo; perchè la nostra famiglia non si chiuda in se stessa, ma sia disponibile ai parenti, aperta agli amici, sensibile ai bisogni dei fratelli; perchè ci sentiamo sempre parte viva della Chiesa in cammino, e possiamo continuare insieme in cielo il cammino, che insieme abbiamo cominciato sulla terra. Amen. END milano 10 - Ottobre 1999 Il Vangelo in ottonari: per i più, e per i meno, piccini IL CIECO NATO Gesù un dì vide accucciato uno ch’era cieco nato: dai discepoli a lui tosto il quesito fu proposto quai peccati fatto avesse o qual colpe fur commesse, per aver tanti dolori, dai suoi avi o genitori. E Gesù fe’ lor pacato: “Qui nessun fece peccato, la disgrazia fu permessa quasi fosse una premessa Dio per poi glorificare e di cuore ringraziare. Debbo al mondo io operare finché il giorno non scompare, perché son la luce io, figlio in terra del gran Dio”. Poi, appena detto ciò, ecco in terra Lui sputò, e di fango una pallina impastò di polver fina, poi, sugli occhi un vel plasmando, diede al cieco sto comando: “Vai di Siloe al vascone e poi lì fai l’abluzione”. Colà quegli tosto andò e vedente ritornò, con sorpresa d’ogni astante che vedea lui mendicante ogni giorno lì a sostare l’elemosina a impetrare. Con stupor qualcun dicea: “Questo qui nulla vedea, come ha fatto qui a guarire dopo anni nel soffrire?” Qualcun altro diffidente: “Non è lui, proprio per niente!” e qualc’altro, da distante, “E’ uno solo somigliante!” Ma ecco quello, grato a Dio, a strillar: “No! Sono io!” E poi prese a raccontare di Gesù, e quel ch’ebbe a fare. Era sabato quel giorno e ci fu trambusto intorno perché tosto i farisei, che un capello fanno in sei, or volevano affermare che nessuno può operare, proprio in nome di Jahvé se quel giorno festa è: perché il sabato è osservato da colui che è timorato. Ed al cieco nuovamente disser con far insistente: “Sei sicuro, proprio tu, che a guarirti fu Gesù?” Poi, chiamati i genitori, si calmarono gli ardori, perché quelli disser solo d’esser quello il lor figliolo, e da sempre menomato perché lui cieco era nato. Disser poi di non sapere come fece a rivedere, ma di porgere il quesito al figliolo lor guarito, che, negli anni già avanzato, era adulto e vaccinato! Così disser per timore dei Giudei che, con livore, dicean già: “E’ tipo tristo chi in Gesù vedesse il Cristo! Nelle colpe questi affoga: dalla nostra sinagoga venga espulso immantinente un sì grande miscredente!” Ed il cieco ormai guarito da Gesù fu convertito: “Io, Signore, ora ti vedo ed in te io certo credo!” E chiudendo il tu per tu disse al cieco il buon Gesù: “Io qui in terra son venuto per dar nuovo contenuto al giudizio universale che divide bene e male. E così succederà che ogni cieco ben vedrà e color che son vedenti saran ciechi e pien di stenti”. Sto miracolo importante è davvero illuminante: noi crediamo di sapere e ogni cosa di vedere, ma da Dio viene la luce che ogni giorno ci conduce. Chi volesse, temerario, far da sol tutto, al contrario, finirebbe immantinenti a far come i non vedenti, che, se non son ben guidati, a finir vanno impastati. (Gv 9,1-41) Ottobre 1999 - 11 END milano Spulciando in libreria “I santi sposati” - Comunità di Caresto ‘‘La via del silenzio’’ Per chi, come noi che apparteniamo alle END, cerca di vivere in modo pieno il suo essere cristiano in coppia con la grazia del sacramento del matrimonio è interessante cercare delle figure che siano diventate sante non tanto e non solo per quello che hanno fatto “fuori” dal matrimonio o “dopo” la scomparsa del coniuge, ma per quello che hanno fatto “dentro” la famiglia e durante il loro rapporto coniugale. Il libro “I Santi Sposati” rappresenta un momento di questa ricerca (ancora in corso) di santi ed è uno stimolo per riscoprire quegli atteggiamenti cristiani che ci piacerebbe fare entrare e crescere nel nostro vivere di sposi ed in famiglia. In questa seconda edizione molte figure, anche grazie ai contributi dei lettori, sono state approfondite ed altre (persone in attesa di canonizzazione) sono state aggiunte, anche se vi è ancora da fare per scoprire, in completezza, la vita di molti santi tra le pareti di casa. Il quadro che si presenta è, comunque, ricco. Tra le tante belle figure in particolare colpiscono quelle figure di santi (Giovanna Francesca di Chantal; Monica; Thomas More, Anna Maria Taigi) o di persone in attesa di canonizzazione (i coniugi Maritain, Conchita Cabrera per es.) che hanno vissuto intensamente con il loro coniuge la vita della famiglia (sapendolo aiutare ed essendone aiutati). Quando sono state illustrato le difficoltà, le incomprensioni ed inimicizie che loro hanno dovuto affrontare, che bell’esempio è stata l’intelligenza e la discrezione con cui hanno saputo farvi fronte. Infine, quale conforto e guida hanno trovato nei momenti del dolore quando (magari soli e senza il coniuge) hanno avuto l’aiuto di un padre spirituale capace di portare quel buon consiglio nella difficoltà. Che dire altro. Sicuramente questo libro è uno stimolo per approfondire, non un punto di arrivo. Buona lettura! Francesco Pignataro Milano 10 Il tema di questo libro è incentrato sulla meditazione e la preghiera del profondo e, di conseguenza, parla di silenzio. Il libro delinea l’inizio di un viaggio, e colui che lo intraprende deve prepararsi a un pellegrinaggio che lo condurrà, di tappa in tappa, fino al punto più profondo di Sé, lì dove la parola umana non sa dire nulla (ma “la Divinità è un nulla” dice Silesius), se non per pallide immagini, timide icone di una realtà eternamente presente ma occulta a chi non abbia intrapreso con serietà il cammino. “Strannik” in russo significa “pellegrino”. E Dio deve amare i pellegrini, se a Tobia mandò angeli a guidarlo: non è stato forse l’essersi fatto errante a condurre l’anonimo pellegrino russo a divenire presenza vivente del divino, attraverso i villaggi e le steppe dell’immenso paese? E’ quindi un pellegrinaggio che padre Schnoller delinea con la chiarezza che gli deriva dall’essere egli stesso uno “strannik” assai avanzato nella “via del ritorno”, capace perciò di guidare altri viandanti. Uno strano viaggio, uno strano pellegrinaggio per tentare di disincantarci da quell’io in cui albergano tutti i desideri, le illusioni e le infinite effimere richieste, per riscoprire il Sé silenzioso e profondo. Andrea Schnoller è un frate della provincia capuccina svizzera. Risiede al Santuario della Madonna del Sasso sopra Locarno dove tiene corsi regolari di meditazione. Ordinato sacerdote, ha compiuto studi di giornalismo all’Università Cattolica di Milano. Da una quindicina di anni anima diversi gruppi di ricerca meditativa in Ticino ed in Italia in particolare a Milano presso il centro San Fedele. La via del silenzio (meditazione e consapevolezza) Andrea Schnoller Edizioni Appunti di Viaggio, Roma, 1997 Tullio Galleno Monza 2 Équipe Italia ospite del nostro Settore La sera del 29 gennaio 2000 all'oratorio di San Biagio, via Manara 10 - Monza incontreremo i responsabili nazionali. L'incontro inizierà alle ore 18 con una assemblea. Alle 19,15 Santa Messa seguita da una cena con condivisione. Chiediamo agli équipiers di Monza e dintorni di comunicare la loro disponibilità all'ospitalità per le notti del venerdì e del sabato. Sarà un momento di crescita per tutti noi: guardare al di là del nostro orticello è sempre arricchente. Dare a Dio il tempo che non si ha Ho trascorso ore e giornate nel deserto, senza sapere che cosa facessi veramente. Senza essere sicuro che quella fosse preghiera. Mi accontentavo di dare del tempo a Dio. Laggiù ne avevo tanto. E la cosa, anche se pesante, non comportava particolari rinunce. Adesso, rituffato nell’attività, strangolato dagli impegni e dalle scadenze, cerco di vivere la preghiera nella stessa prospettiva: dare del tempo a Dio. Nel deserto, però, offrivo del tempo che avevo in abbondanza. Qui, devo dare del tempo che non ho. E’ questa, probabilmente, la povertà più difficile da realizzare nella preghiera. Presentarsi dinanzi a Lui, e rimanere a lungo, come “povero del tempo”. Signore, avrei tante altre cose da offrirti, ma voglio darti ciò che non ho, ciò che mi manca sempre: il tempo. LE NOSTRE RUBRICHE PROGRAMMA ANNO 1999/2000 Incontro dell’équipe di Settore con le coppie responsabili di équipe 16 ottobre 1999 Oratorio di San Biagio - Monza, ore 17. Tema: la messa in comune e l'aiuto reciproco NUOVI ARRIVI! Giornata di Settore 24 ottobre 1999 Suore Misericordine - Monza, ore 08,45 Tema: In cammino verso il Giubileo Relatrice: Maria Cristina Boffelli Giovanni Lecce, nato il 28 maggio 1999 figlio di Mario e Barbara, dell’équipe Pavia 3, viene a far compagnia a Pietro, Susanna e Marco. Serata di preghiera per le coppie in difficoltà, nell'anniversario dell'incontro di Eupilio, 14 novembre 1999 Santuario delle Grazie - Monza, ore 21 Giulia Nino, nata il 10 giugno 1999, figlia di Pietro e Rossana, dell’équipe Monza 4. Viene a far compagnia a Daniele di 3 anni. Equipe Italia 29-30 gennaio 2000 Ospite del settore di Milano: incontro col nostro settore la sera di sabato 29 ore 18 a Monza (S. Messa e cena) Mattia Costantini, nato il 13 settembre 1999, figlio di Marco ed Enrica, dell'équipe Monza 4. Ritiro di Settore 12 marzo 2000 in comunione col movimento italiano Suore Misericordine - Monza Équipes miste 15 aprile 2000 Sessione Regionale per le coppie di "servizio" 29-30 aprile 2000 Luogo da stabilire, possibilmente vicino al basso Garda Tema: "A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune" (1 Cor 12,7) Giornata di Settore 28 maggio 2000 Giornata d'amicizia Incontro CRS con i consiglieri spirituali 19 giugno 2000 Casa Avesani - Monza Ritiro Spirituale 9-10 settembre 2000 Raduno Internazionale 18-23 settembre 2000 Santiago de Compostela Giubileo delle famiglie 13-15 ottobre 2000 Roma Redazione: Biagio e Marina Savarè Équipe Milano 10 Via Ippolito Nievo 28/1 - 20145 MILANO Tel. 02-48007432 Fax. 02-43980432 Segretario telefonista: Pietro Savarè NOZZE D'ORO! Patrizio e Lidia Peduzzi, circondati da parenti, amici e dagli équipiers della Pavia 1, hanno festeggiato il 26 settembre 1999 il 50° anniversario del loro matrimonio. Augurissimi!!! Sommario Argomento Pag. In cammino verso il Giubileo - P. e L. Avesani 1 Eutrapelia - Padre Henri Caffarel 2 Il grande Giubileo del 2000 - P. Remo Bessero Belti 3 Camminare nelle END - Roberto e Susanna Gardella 4 Incontro per le giovani équipes - L. e C. Brambilla 5 Briciole di Ciampino - Michele e Dina Dicorato 6 La pasta acerba 6 Aiutarsi oggi, nel 2000 - Giorgio e Carla Beghi 7 La prima volta non si scorda mai - G. e F. Boselli 7 Dovere di sedersi per le nozze d'oro - P. e L. Peduzzi 8 Una preghiera insieme 9 Il cieco nato 10 I santi sposati- Francesco Pignataro 11 La via del silenzio- Tullio Galleno 11 Il programma di Settore 1998-99 12 Le nostre rubriche 12 Cittadini del mondo - P. Cristobal Sarrias Nell'inserto Lettera da Ciampino - Paolo e Lidia AvesaniNell'inserto A tutti gli équipiers dopo la due giorni nazionale di Ciampino Carissimi, quest’anno il consueto incontro di inizio anno fra i responsabili italiani del movimento si è aperto con la relazione di padre Cristobal Sarrias, consigliere dell'E.R.I. (e quindi, come dice lui, di tutte le équipes del mondo) che riportiamo nell’inserto centrale del giornalino. Il contenuto è certamente in linea con quanto propostoci dal card. Martini l’anno scorso ad Eupilio: il grande problema della crisi del matrimonio nella società moderna. Abbiamo riproposto al movimento italiano, distribuendone anche 70 copie, il discorso di Eupilio: certamente merita una riflessione che travalichi i confini della regione Nord-Est. Sono state tracciate le linee di fondo per la partecipazione del nostro movimento al Giubileo: i momenti forti saranno un tema di studio unico, preparato dalla Super-Regione Brasile, per tutto il movimento mondiale. Il tema è arrivato in ritardo e ci è stato distribuito su file. L'abbiamo reimpaginato e stampato: le équipes che intendessero adottarlo ce ne facciano richiesta. Riprenderemo comunque questo tema, facendone una sintesi, per la serata delle équipes miste. Altro momento forte è quello di un ritiro spirituale, di cui parliamo anche nell’articolo di prima pagina, di due giorni all’inizio della prossima quaresima, 11 e 12 marzo 2000: tutto il movimento italiano lo terrà in contemporanea. Da noi il sabato è l’ultimo del carnevale ambrosiano, il sabato grasso. Vedremo come organizzarci, tenendo conto anche della possibilità di mantenere l’ormai tradizionale ritiro di due giorni a settembre. Anticiperemo quindi la giornata di Settore già prevista per il 26 marzo 2000, limitando il ritiro ad un giorno. Ci hanno raccomandato di fare ampio spazio al silenzio, anche come contrapposizione allo strepito che quotidianamente ci circonda, ed al quale spesso contribuiamo non poco. Il silenzio dovrebbe diventare per noi il digiuno del 2000, dato anche che il digiuno fisico per molti è diventato semplicemente dieta. Ultima notazione: la Regione Nord-Est verrà divisa nel corso dell’anno. I Radaelli, assenti da Ciampino per un banale quanto serio incidente occorso a Riccardo (auguri di pronta e piena guarigione senza complicazioni), hanno accettato la proroga di un anno del loro mandato proprio per preparare al meglio la divisione. Il probabile confine sarà all’Oglio. La regione è ormai troppo numerosa: l’équipe responsabile è formata da 13 coppie. Il rischio è che diventi luogo esclusivamente organizzativo e perda la dimensione pastorale. Stesso rischio corriamo qui a Milano: alla fine dell’anno potremmo toccare le 20 équipe. Urge pensare alla divisione. Lo stesso problema si pone in altri Settori, segno che il movimento cresce. Ricordiamo a tutti, inoltre, che presto saremo chiamati a corrispondere le quote, secondo le indicazioni della Carta. Facciamo sì che il gesto, ricco di significato, non passi distrattamente, quasi fosse una bolletta della luce o del gas da pagare, una seccatura insomma; ma sia il segno tangibile della nostra solidarietà e della nostra piena appartenenza al movimento. Per il raduno mondiale di Santiago verrà lanciata un'iniziativa di raccolta di offerte ad hoc, che tenga conto della solidarietà in Italia, e di quella dell'Italia col resto del mondo. Hanno chiuso i lavori i Volpini con una toccante relazione sulle loro esperienze di "viaggio": un racconto lieve e commosso delle loro esperienze di coppia, del passaggio attraverso momenti di gioia e di crisi, di speranza e di angoscia, di fede sicura e di dubbio. Ci hanno testimoniato che il servizio non si fa con la buona organizzazione o con una relazione dotta: si fa spendendosi fino in fondo, mettendo se stessi a disposizione dei fratelli, si fa, in una parola, amando. Grazie. Un abbraccio affettuoso a tutti Paolo e Lidia Avesani P.S. Chi avesse intenzione di partecipare al raduno di Santiago nel settembre 2000 è pregato di effettuare una pre-iscrizione, senza impegno alcuno, comunicandocela entro il 15 novembre prossimo: sarà nostra cura compilare la scheda apposita inoltrandola a Nino e Angela De Ruvo di Genova, soli responsabili per la raccolta delle iscrizioni in Italia. La quota prevista per il soggiorno di 6 giorni e di Lire 1.400.000 per coppia. 21 marzo1999 Ritiro Spirituale di Settore: In coppia verso il Padre Meditazioni: don Maurilio Frigerio Programma 8,45 9,30 10,00 10,30 11,00 11,30 12,30 14,30 15,15 16,30 Accoglienza Preghiera Prima meditazione Pausa di meditazione individuale Seconda meditazione Dovere di sedersi Pranzo al sacco Comunicazione dal Settore Santa Messa (don Maurilio Frigerio) Magnificat e saluti ISTITUTO MADDALENA DI CANOSSA - MONZA Viale Francesco Petrarca, 4 Tel. 039-322662/322688 Confermare la partecipazione entro il 14 marzo 1999 a Paolo e Lidia Avesani - Tel. 039-389729 specificando il numero di adulti e di bambini (organizzazione delle Baby-sitters) SERVIZI Accoglienza: Monza 1 - Liturgia: Milano 9 Viale Petrarca costeggia i Boschetti Reali, sul lato sud (destra guardando la facciata) della Villa Reale. Per chi giunge dal Viale Cesare Battisti girare a destra al semaforo della Villa; al secondo diritto fino a Piazza Citterio. Viale Petrarca si imbocca fra i due distributori.