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SCELGO ANCORA TE
19F 175 Queste pagine vogliono aiutare le coppie a recuperare un dialo- go autentico che permetta loro di affrontare i problemi che le hanno portate alla situazione di crisi o di separazione e da qui avviare un’auten- tica riconciliazione. Le storie e le Scelgo ancor a te rienziale offerto a coppie sposate o conviventi con fi gli che soffrono gravi problemi di relazione, che sono in procinto di separarsi o già separate o divorziate, che intendono ricostruire la loro relazione d’amore lavorando per salvare il loro matrimonio in crisi, ferito e lacerato. Retrouvaille è una parola francese che significa “ritrovarsi”. Vuole essere un segno di speranza per queste coppie, un raggio di luce in una società dove i media propongono come unica alternativa ai problemi di coppia la separazione o il divorzio. R ETROU VA ILLE SCELGO A NCOR A TE R E T R O U VA I L L E Retrouvaille è un servizio espe- R ITROVAR SI esperienze condivise desiderano solo testimoniare che è possibile rico- minciare una vita a due, che non sempre tutto è perduto, che la speranza collabora con la volontà di fare nuovi passi verso il coniuge che, come noi, è deluso o ferito. dopo l a cr isi di coppia Essere coppia non significa es- sere due single che vivono accanto, stringono delle alleanze e trovano dei compromessi funzionali. Essere coppia è complementarietà di vita, accoglienza dell’altro. La vita del mio partner è già una storia, ha già una storia passata che lo ha reso unico e irripetibile. Solo chiudendo la porta alle nostre spalle possiamo trovarci nella totalità, possiamo tentare di costruire un “noi” che è una nuova storia, frutto delle storie di entrambi. Questa è la verità di ognuno: una storia, una realtà, fatta di cose belle e di cose brutte, di lati luminosi e di lati oscuri. Donare tutto me stesso è la cosa più bella e preziosa che io possa fare. Lasciare che l’altro mi ami e mi accolga. Accogliere tutto per come l’altro è e mi è stato donato, affi nché la storia del nostro “noi” sia il tesoro più prezioso da custodire insieme. € 12,00 9 788821 598029 ScelgoAncoraTe_BrossurAlette.indd 1 In copertina: © Fona2/Thinkstock 29/02/16 16.13 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 2 29/02/16 16.32 Retrouvaille SCELGO ANCORA TE Ritrovarsi dopo la crisi di coppia ScelgoAncoraTe_Interno.indd 3 29/02/16 16.32 © EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2016 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-215-9802-9 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 4 29/02/16 16.32 INTRODUZIONE Questo libro nasce perché avvertiamo un dovere. Il dovere di raccontare ciò che abbiamo visto e ascoltato in questi anni: ogni storia d’amore può essere recuperata. L’amore, anche quando sembra ormai finito, può risorgere e rilanciarsi e, se lo si vuole, evitare di morire. La nostra intenzione è quella di scardinare i tanti luoghi comuni che portano a credere che la crisi di coppia sia sinonimo soltanto di separazione e divisione. Luoghi comuni che fanno coincidere la crisi con la fine di una relazione. Certo, i dati parlano chiaro: la situazione del matrimonio e della famiglia nella società attuale è a dir poco disastrosa. La paura di sposarsi e di sigillare il “per sempre” serpeggia tra i nostri giovani proprio perché due coppie su tre, mediamente, scelgono di interrompere il loro legame. Purtroppo, la notizia che una coppia si separa non desta più sorpresa e preoccupazione. Anzi, è diventato un fenomeno praticamente “normale”, all’ordine del giorno. Basti pensare che nelle classi delle nostre scuole i figli di genitori separati sono più numerosi dei figli che appartengono 5 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 5 29/02/16 16.32 a una famiglia in cui madre e padre hanno una relazione stabile e duratura e che, addirittura, rappresenta ancora la “prima”. Bisogna ricordare, inoltre, che negli ultimi vent’anni le separazioni sono aumentate del 70,7% e i divorzi sono quasi raddoppiati. Ma non finisce qui. Due single che vivono l’uno accanto all’altra non formano necessariamente una “coppia”. Il dialogo profondo che giunge fino alla condivisione dei sentimenti più intimi non è una banalità. Non si impara in poco tempo. Non si acquisisce solo con lo stare insieme. Ha bisogno di essere assimilato, praticato, vissuto, desiderato e coltivato. Tra l’altro, non possiamo pensare che tutta la vita matrimoniale si dipinga, sempre e continuamente, come una spensierata allegria. E, soprattutto, non possiamo pensare che l’altro o l’altra sarà per me, e con me, solo la causa e la fonte della mia gioia infinita. La realtà presuppone che io non sia perfetto/a e che sia sposato/a con un partner che non è perfetto/a. Nessuna coppia, nel momento in cui si promette amore e cura reciproca nel ribadire il suo “per sempre”, vorrebbe mai immaginare un divorzio o una separazione. Purtroppo, però, i dati mettono nero su bianco e non lasciano scampo. Allora: cosa succede ai coniugi? Quali sono gli elementi che minano il rapporto di coppia nella società attuale? Non è affatto facile rispondere a queste domande. Se, tuttavia, riuscissimo a comprendere che il dialogo va sempre mantenuto, che la relazione di coppia va sempre custodita, che non sempre tutto va avanti con le 6 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 6 29/02/16 16.32 ali di Peter Pan, forse qualcosa si potrebbe migliorare. E poi ancora: il Sacramento del matrimonio? È dato solo per chi lo celebra? Oppure è fatto anche per allargare il Regno di Dio? Se Dio entrasse nella nostra relazione d’amore come Sposo fedele costituirebbe una risorsa? Potrebbe darsi il fatto che se noi coltivassimo la relazione con Lui, Lui potrebbe insegnarci qual è l’amore duraturo che sa andare oltre i nostri limiti, i nostri difetti, errori e peccati? Noi crediamo di sì! Le pagine che seguono costituiscono pezzi di vita che noi vogliamo mettere a vostra disposizione. Non c’è nulla di inventato. Sono la nostra esperienza di vita. Vita di persone che hanno fatto concretamente esperienza di dolore e di risurrezione. Che si sono scelte un’altra volta. Che si sono fidate l’una dell’altra riattivando l’ascolto reciproco e la comprensione. Sono storie piene di sofferenza che, nella realtà, hanno attraversato il dolore per poi sfociare in una rinascita. Vi parleremo di Retrouvaille, un programma per coppie in crisi portato avanti da coppie che sono state in crisi ma che, con l’impegno e la grazia di Dio, sono risorte. Presente in Italia a partire dal 2001, Retrouvaille nasce in Canada nel 1977 e, attualmente, è diffuso in numerosi Paesi del mondo. Più precisamente, si tratta di un servizio offerto a coppie sposate o conviventi che vivono gravi problemi di relazione, che sono in procinto di separarsi o che sono già separate e/o divorziate. Nella maggior parte dei casi, queste coppie hanno smesso di “discutere insieme” dei loro disagi 7 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 7 29/02/16 16.32 e tendono a percepirsi fredde, sole e distaccate. Allo stesso tempo, però, desiderano “ricostruire” la loro relazione d’amore ferita e lacerata, lavorando per salvarla dalla crisi. Il programma si fonda su due pilastri fondamentali: l’esperienza di vita di chi è già passato da certe situazioni dolorose e una tecnica di dialogo. Praticamente, prevede un weekend iniziale e 12 incontri distribuiti nei tre mesi successivi chiamati post weekend. Il weekend, di tipo residenziale, è presentato e animato da tre coppie che a loro volta hanno vissuto le stesse difficoltà nella relazione, e da un sacerdote. Il weekend non consiste in un ritiro spirituale, in una terapia di gruppo o di coppia, in un seminario o in una consulenza. Alle coppie che scelgono di partecipare non viene chiesto di condividere i loro problemi con nessun altro. Il percorso del programma prosegue con i 12 incontri settimanali di post weekend che iniziano, generalmente, la settimana successiva al weekend iniziale. In questi incontri vengono approfonditi i temi abbozzati nel primo step. La fase del post weekend è la fase cruciale, il cuore stesso del programma per il superamento della crisi relazionale, dove inizia il vero cambiamento. Il programma di Retrouvaille non è gestito da esperti e non intende elargire “ricette” o “soluzioni prefabbricate”. Le coppie animatrici, nel condividere le loro vite con i momenti di grave crisi e il superamento di questi, danno speranza alle coppie partecipanti. 8 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 8 29/02/16 16.32 L’obiettivo alla base del percorso è, prima di tutto, recuperare nelle coppie un dialogo autentico che permetta loro di affrontare i problemi che le hanno portate alla situazione di crisi o di separazione e da qui avviare un’autentica riconciliazione. Le esperienze condivise desiderano solo testimoniare che è possibile ricominciare una vita a due, che non sempre tutto è perduto, che la speranza collabora con la volontà di fare nuovi passi verso il coniuge che, come noi, è deluso o ferito. Sentendosi accolti e non giudicati, coloro che vivono in difficoltà riescono, a poco a poco, a riconquistare la fiducia e a credere che è possibile uscire dal tunnel non solo attraverso l’avvocato che legalizza la separazione! Ma, in alternativa, attraverso un programma che ha come metodo il “processo” di ascolto, di perdono, di comunicazione e di dialogo, e che offre “strumenti” che diventano potenti mezzi per la riconciliazione e la ricostruzione del rapporto di coppia. Certo, non è una bacchetta magica. Non sarebbe serio! Ma è una proposta, è una mano tesa a chi non vuole arrendersi, a chi non vuole cedere di fronte alle difficoltà. Vogliamo essere testimoni che il conflitto non necessariamente porta alla separazione. Anzi, proprio la crisi può essere una risorsa per nuovi passi in avanti di bellezza e di fortezza. Retrouvaille è un programma in cui il Sacramento del matrimonio e il Sacramento dell’ordine esprimono la loro missione propria e specifica. Già nella Costitu9 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 9 29/02/16 16.32 zione Pastorale Lumen Gentium del Concilio Ecumenico Vaticano II si afferma che la Chiesa ha ricevuto dal Signore due Sacramenti per la costruzione del Regno di Dio: l’ordine e il matrimonio. Da ciò si ricava con chiarezza che gli sposi, al pari dei presbiteri, anche se con modalità differenti sono, in forza del loro Sacramento, veri e propri soggetti di pastorale. Il Sacramento del matrimonio svolge un ruolo vitale per la Chiesa e, come tale, qualifica il laicato “titolare” di una precisa azione pastorale, in accordo con tutto il corpo della Chiesa (quindi anche con i vescovi e i presbiteri). Fa eco all’insegnamento del Concilio un articolo del Catechismo della Chiesa Cattolica, che così dice: «Due altri Sacramenti, l’Ordine e il Matrimonio, sono ordinati alla salvezza altrui. Se contribuiscono anche alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono all’edificazione del popolo di Dio» (cfr. CCC 1534). È in forza del Sacramento che le coppie presentatrici offrono la loro vita come testimonianza di risurrezione. Questo è un modo specifico e particolare di costruire il Regno di Dio. Alcune storie le troverete nelle prossime pagine. Vi preghiamo di farne buon uso… Giulia e Simone Fatai e don Maurizio Del Bue Retrouvaille Italia 10 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 10 29/02/16 16.32 Anna&Giulio ALLA FERMATA DELL’AUTOBUS Né vittime, né carnefici. La causa di una rottura di matrimonio non può essere un evento grave come un tradimento. Quel fatto, come tanti altri possibili fatti, sono semmai la conseguenza: la conseguenza di una relazione che non sta funzionando, che si è ammalata. È scandaloso pensare e proporre un modello, uno stile d’amore in cui non sia previsto il perdono. Nella relazione d’amore coniugale, come in tutte le relazioni d’amore, il perdono è una sottocartella dell’amore. Tantissime volte nelle relazioni ferite, che ci fanno anche soffrire, non esiste né una vittima né un carnefice. La colpa e la responsabilità non sono da una sola parte. La relazione si è deteriorata e questo ha provocato atti e situazioni estremamente dolorose. L’uomo, quando non vive l’amore, quando non è amato e non ama, scappa. E, purtroppo, scappando, si va da tante parti. Ma non è il “dove sono andato” il problema. Il problema è che la mia relazione non funziona e ciò genera in me sofferenza e dolore. Le nostre debolezze ci possono spingere a fuggire e a non avere più la voglia di tornare lì dove io sento dolore. Se ci limitiamo a credere che l’amore sia solo un sentimento, allora sarà naturale abbandonare quella relazione che, per me, è fonte di dolore. Anna Una mattina d’autunno. Ero in ritardo, come ogni giorno. Avrei sicuramente perso il pullman che mi 11 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 11 29/02/16 16.32 portava alla scuola superiore. Arrivata trafelata, chiesi a un ragazzo: «È passato il 67?». Mi rispose di no e cominciammo a parlare. Rimasi colpita dal suo sguardo e dall’interesse che provava per me. Si chiamava Giulio. Da quel giorno arrivai sempre puntuale alla fermata del bus! Giulio Ogni mattina la aspettavo con ansia, carico di entusiasmo. L’accoglievo con un sorriso. Prendevamo posto in fondo all’autobus e restavamo abbracciati, incuranti degli sguardi e dei commenti. Esistevamo noi due soli e il nostro mondo. Anna Tremavo all’idea di non vederlo per quindici giorni, durante le vacanze di Natale, ma lui mi diede un appuntamento, il primo, nel giorno della vigilia. Abbiamo pattinato e da quel giorno è cominciata la nostra storia. Era il periodo in cui Questo piccolo grande amore di Baglioni aveva avuto un grande successo ed era diventata la nostra canzone, da ascoltare e cantare insieme. Mi scriveva poesie e mi spiegava la matematica. Trascorrevamo molto tempo insieme in parrocchia: condividevamo lo stesso desiderio di vivere il Vangelo, dedicandoci agli altri. Un giorno gli rivelai il mio sogno più grande: partire per l’Africa come missionaria. Anche lui desiderava un’esperienza di servizio civile e così decidemmo di sposarci e partire per il Senegal. 12 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 12 29/02/16 16.32 Giulio La nostra vita di giovani sposi iniziò con la preparazione alla partenza per il periodo di volontariato in Senegal. Anna visse con un certo disagio quel momento. Cercò in me conforto e appoggio, ma io non vedevo in quel disagio un problema così grande e non vi diedi alcun peso. Si sentì trascurata da me. Non so se fu quella la vera motivazione, ma qualcosa nel nostro rapporto cambiò. Anna Durante gli incontri quotidiani di formazione, Giulio tendeva a mettersi in mostra, ad accentrare la riunione, ma quello che mi faceva soffrire maggiormente era che mi ignorasse completamente: in quel contesto io non esistevo più, come se si dimenticasse che eravamo una coppia. Mi sentivo poco importante ai suoi occhi. Nelle mie difficoltà mi aspettavo sostegno, comprensione, protezione! Invece quando gli chiedevo aiuto e cercavo il suo appoggio per affrontare un problema, lui interpretava questa richiesta come una lamentela. Con il passare del tempo, mi sono resa conto che questo atteggiamento diventava abituale in ogni situazione: ero vissuta come la rompiscatole di turno che lo scocciava. Dov’era andato l’uomo aperto, disponibile, sensibile che io credevo di aver sposato? Il sogno che avevamo stava diventando motivo di allontanamento. 13 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 13 29/02/16 16.32 Giulio Sei mesi dopo il matrimonio siamo partiti per due anni di volontariato in Senegal. Nonostante il fascino del paesaggio e l’accoglienza della gente, ci sentivamo emotivamente soli, incapaci di dialogare serenamente. Il più grande disagio fu sentirle dire, dopo aver fatto l’amore, che non provava nulla per me, di non desiderarmi. Non riconoscevo più in lei la persona di cui mi ero innamorato alla fermata dell’autobus, così dolce e pronta ad ascoltarmi. Mi trovavo con un’Anna fredda, poco comprensiva e che mi desiderava diverso. Anna Gli ideali sui quali volevamo fondare il nostro matrimonio cristiano sembravano essere crollati. Prima di sposarmi pregavo ogni sera: un felice appuntamento che avevo con il Signore. Credevo che con il matrimonio avremmo continuato la preghiera insieme. Invece ogni tentativo falliva, sia che leggessi un salmo o dicessi una preghiera spontanea, lui inesorabilmente si addormentava. Alla fine mi sono fermata anche io. Lo stesso accadeva se organizzavo momenti o serate insieme agli amici: lui era sempre stanco, se ne andava in camera ed io mi ritrovavo da sola a vivere questi momenti. A lui interessavano la politica, le riunioni organizzative, ma non era disposto a vivere nulla che coinvolgesse i sentimenti e le emozioni. Tutto era svanito! 14 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 14 29/02/16 16.32 Giulio Al nostro ritorno dal Senegal, la nostra vita familiare cominciò a prendere forma con l’arrivo di due bambini. Ma era sempre tutta apparenza, in realtà il nostro matrimonio non riusciva a partire in alcun modo. C’era un freno a mano continuamente tirato che non permetteva all’autobus di partire e portarci a casa. I suoi rimproveri, la pressione per la mancanza di soldi, i continui paragoni con altri uomini che faceva mi infastidivano al tal punto da reagire violentemente, alzando persino le mani su di lei. Anna L’amarezza e il risentimento verso Giulio erano diventati i miei sentimenti più frequenti. Ero convinta che il nostro matrimonio fosse stato un grande errore e che Giulio non era la persona giusta. Ma avrei dovuto fermarmi prima! Il fondo si toccò con la morbosa gelosia. Era un incubo essere continuamente controllata: cellulare, agenda, km in auto, tempo di percorrenza, appuntamenti, orari ecc. Anche se non c’erano elementi sospetti, venivo comunque accusata e insultata. Quando rientravo a casa facevo più volte il giro dell’isolato con l’auto, prima di decidermi a tornare in quell’inferno, dove venivo accolta a volte con insulti, a volte con uno schiaffo. Volevo separarmi, ma c’erano i figli che non volevo assolutamente lasciare. Lui mi invitava ad andarmene, ma avrei dovuto rinunciare a casa e figli: era mia la responsabilità della separazione! 15 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 15 29/02/16 16.32 Mi sentivo sola e disperata. Cercavo di sopravvivere trovando aiuto in pratiche di tipo orientale o new age. Sembrava che queste attività mi permettessero di ritrovare me stessa, la mia autostima, di non cadere nella depressione e di essere valorizzata dagli altri… ma non guarivano le mie ferite. Quando mi sono accorta delle attenzioni di un altro uomo verso di me, le ho accolte e accettate perché mi sembrava un sogno, dopo tanti anni, che qualcuno mi apprezzasse, mi facesse complimenti, trovasse in me valori e aspetti positivi. Mi sembrò di rivivere la fase adolescenziale dell’innamoramento: pensarlo, aspettarlo, desiderare di incontrarlo. Non pensavo al dolore che procuravo a Giulio e mi dicevo: «In fondo lui mi ha fatto soffrire così tanto!». Inoltre vivevamo da separati in casa. E gli avevo detto chiaramente ciò che pensavo! Giulio Quando Anna mi ha detto che per lei ero l’uomo sbagliato e che non provava più amore per me, ho vissuto un senso di completo disorientamento: mi sentivo male per quelle parole, ma non comprendevo bene cosa non andasse in me. Dopo il disorientamento ho vissuto il fallimento per non aver saputo far felice mia moglie. Di notte ripensavo al passato, esaminavo i miei errori scivolando così nell’insonnia e a volte nella depressione: avevo maturato la convinzione di non saper amare. Oscillavo emotivamente tra la speranza, quando c’erano piccoli spira16 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 16 29/02/16 16.32 gli di pace tra noi, e la disperazione profonda, quando si accendevano le interminabili discussioni. Passarono giorni in cui pensavo ossessivamente: cosa posso fare? Ma non trovavo risposta. Quando in un cassetto ho trovato le lettere che testimoniavano l’esistenza di una relazione di Anna con un altro uomo, ho vissuto dapprima una sensazione di liberazione e poi un crollo emotivo: erano mesi che sospettavo ciò che avevo appena scoperto. Anna, nonostante le mie supposizioni, aveva sempre negato tutto. Ero senza forze fisiche e anche senza idee. Pian piano ho cominciato ad accettare la realtà e a rivedere il mio comportamento del passato. Anna Andai via di casa. Ma ogni giorno ci tornavo per vedere i bambini. Non volevo chiudere la relazione con l’altro uomo. Non ero felice in quella situazione, desideravo che in qualche modo succedesse qualcosa che cambiasse la realtà e portasse una soluzione nella nostra vita sofferta. Un’amica m’invitò a un incontro di preghiera, anche se da alcuni anni avevo smesso di andare in Chiesa: ero arrabbiata anche col Signore perché mi aveva abbandonata. Quella sera, però, il Signore mi stava aspettando. Ero sola e disperata e in quel momento ho cercato e gridato a Dio con tutto il cuore. Credo che Dio abbia visto il mio desiderio e il nostro dolore e abbia risposto. La mia relazione con l’altra persona è terminata. Decisi di tornare a casa e di tentare di ricominciare una nuova vita insieme. 17 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 17 29/02/16 16.32 Giulio Anna è tornata. Ero ormai consapevole dell’assoluta negatività dei miei comportamenti di rabbia e di quanto questi avessero distrutto la relazione. Facemmo un patto: avrei imparato a dominare la rabbia. Se fosse tornata la tensione, avrei lasciato il luogo dove ci trovavamo per evitare scontri. Questo mi avrebbe permesso di fermarmi e riflettere per poi affrontare la situazione in altro modo. Ho imparato a piangere e a chiedere perdono al Signore e poi ad Anna per quanto le avevo fatto. Anna Eravamo due persone molto ferite. Io cercavo di dimostrare a Giulio il mio amore, ma mi sentivo respinta e accusata. Volevo porre rimedio a quanto accaduto ed ero disponibile a intraprendere un cammino insieme, però faticavo a perdonare me stessa e a chiedere perdono perché, in fondo, ritenevo Giulio responsabile per il male che mi aveva procurato in tanti anni di matrimonio. Avevo cercato di fuggire dal dolore, forse avevo voluto anche vendicarmi, ma adesso era necessario perdonare Giulio, chiedergli perdono e accettare i suoi tempi, quando anche lui fosse stato in grado di perdonarmi. Se Dio mi aveva perdonata, chi ero, allora, io per non perdonare? Per fermare il perdono? Il cammino di Retrouvaille mi ha aiutato in questo: ho sperimentato la fedeltà di Dio e ho trovato la forza e la determinazione per decidere di amare e per seguire la via della riconciliazione. Mi sono accorta che la rab18 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 18 29/02/16 16.32 bia e l’amarezza che avevo provato verso Giulio scomparivano ed ero in grado di perdonarlo e di sentire di nuovo l’amore per lui. È stato un lento riaprirmi alla fiducia prima verso Dio e poi verso Giulio. Pur partendo dalle rovine abbiamo creduto di poter sperimentare un amore nuovo, come non avevamo mai vissuto prima. Ci siamo ridati appuntamento alla fermata dell’autobus. Giulio La partecipazione al weekend di Retrouvaille ci è stata di grande aiuto: se molte coppie hanno difficoltà simili, allora è la vita stessa che ci porta a confrontarci con situazioni difficili da superare. Era faticoso perdonare me stesso: ho impiegato del tempo e molta preghiera per superare il senso di colpa che ritornava quando c’era una difficoltà tra di noi. Ho superato questo periodo con un atto di fede e di volontà: so che il Signore mi ha perdonato, ora vado avanti. Il perdono verso Anna è stato altrettanto faticoso. Ognuno di noi ammetteva di aver sbagliato ma affermava che tutto era accaduto per legittima difesa dai torti subiti. Questo ci ha portati a sentirci reciprocamente sia colpevoli sia vittime. Ora sono felice di aver perseverato, resistendo alle tentazioni di fermarmi. Non siamo in ritardo: sull’autobus dell’amore… c’è sempre posto. 19 ScelgoAncoraTe_Interno.indd 19 29/02/16 16.32