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ARETÆUS
news
Centro Lucio Bini Newsletter
Giugno 2005
Anno I, Numero 2
Editoriale
iocano dentro di me draghi e angeli, scriveva Rimbaud
forse alludendo anche ai suoi cambiamenti di umore.
Attribuire un valore poetico alle oscillazioni che portano
dalla depressione alla euforia può essere un'operazione
culturale stimolante e per questo tutta una parte della
psichiatria si interessa dei rapporti tra malessere
psicologico e pensiero creativo. Con il dubbio mai risolto
se il pensiero creativo porti alla sofferenza o se invece non
accada il contrario. Fortunatamente, molto più spesso la
creatività non porta alcun disturbo; come, purtroppo, in
molte persone il disturbo bipolare non è accompagnato
da alcun sollievo o turbamento creativo, ma piuttosto da
alti livelli di malessere, di difficoltà relazionali, sociali e
occupazionali. Ma quante sono le persone che ne soffrono?
Si pensa che dall'uno al dieci percento della popolazione
presenti delle variazioni di umore che possono portare a
problemi o malessere di qualche tipo che vengono incluse
nel cosiddetto "spettro bipolare". Questo include disturbi
che vanno dalla ciclotimia con depressioni ed euforie che
vengono ben percepite ma che nella maggior parte dei
casi non richiedono interventi medici, alle forme molto
gravi. Nei casi in cui non è necessario intervenire con
terapie complicate o prolungate nel tempo, la sospensione
di sostanze stimolanti anche comuni, come caffè o cocacola, o una semplice cura per migliorare il ritmo sonnoveglia possono portare a sostanziali miglioramenti.
Percentuali tanto elevate di persone che presentano il
disturbo bipolare possono far riflettere su una tendenza
verso un aumento dei disturbi dell'umore nei paesi
occidentali nell'ultimo secolo, ma possono anche
significare delle migliori strategie diagnostiche e una
maggiore sensibilità e conoscenza verso i problemi
psichiatrici. A differenza della depressione e dei disturbi
depressivi ricorrenti che sono più frequenti nelle donne,
il disturbo bipolare ha una distribuzione in uomini e
donne praticamente sovrapponibile anche se le forme
meno gravi sono, ancora una volta, più presenti nel sesso
femminile. L'esordio del disturbo avviene in media
intorno ai 20 anni, ma un interesse sempre crescente si ha
per le manifestazioni precoci che possono avvenire
durante l'adolescenza o, addirittura, nell'infanzia. In
questi ragazzi o bambini, il disturbo si manifesta con
problemi di concentrazione, condotta, ansia, o con
G
(Continua a pagina 7)
IN QUESTO NUMERO
Aggiornamenti ...................................................................................................... 2
Appuntamenti
...................................................................................................... 3
Cronaca bipolare ...................................................................................................... 3
Con parole mie ...................................................................................................... 4
Psichiatria & Letteratura ................................................................................. 5
Bipolari famosi ...................................................................................................... 6
Copyright @ 2005 Centro Lucio Bini
Bipolari Famosi:
Sir Winston Churchill
(pagina 6)
Cronaca bipolare
L ITHIUM
STORY
’inizio della psicofarmacologia moderna si può far
risalire all'introduzione del carbonato di litio, utilizzato per la prima volta, nella terapia degli stati maniacali della malattia maniaco-depressiva da John Cade, a
Melbourne (Australia) nel 1949. In realtà, la storia del litio
in psichiatria iniziò molto tempo prima.
Mentre leggevo The Professor and the Madman di Simon
Manchester, mi colpì un passaggio che raccontava che il
'madman' (folle) era stato diagnosticato durante un periodo di ebbrezza e sesso sfrenato a New York. In quel periodo egli era un ufficiale medico dell'Esercito dell'Unione
durante la guerra civile del 1860-1865, e si pensava che
avesse una 'monomania' con una fissazione paranoica specifica. Il suo medico era William Hammond (1828-1900),
che successivamente diventò Ministro della Salute e uno
dei più rinomati professori di neurologia e psichiatria al
Bellevue Medical College in New York dal 1880 al 1890.
Nel 1881, Hammond scrisse un trattato sulle malattie del
cervello, in cui dichiarò l'uso del bromuro di litio come
la più efficace terapia nel trattamento dei pazienti maniacali. Nello stesso periodo, Silas Weir Mitchell (1829-1914),
un altro neurologo che sopravisse alla Guerra Civile, credeva che il bromuro di litio fosse un anticonvulsante selettivo, un'interessante anticipazione all'attuale uso di un
numero crescente di questo tipo di farmaci nella terapia
degli stati maniacali.
Il passaggio dalle terapie di Hammond e Mitchell a John
Cade non è completamente chiaro ma era diffusa l'idea
sostenuta dal londinese Sir Alfred Baring Garrod (18191907) nella sua monografia sui disturbi reumatici (A
Treatise on Gout and Rheumatic Gout, 1859) che il carbonato di litio potesse essere utile nel trattamento della
L
(Continua a pagina 3)
Aggiornamenti
Topiramato (Topamax™): perdita di peso ed effetti cognitivi
affaticamento o depressione.
Effetti ponderali
L'intensità degli effetti cognitivi indotti dal topiramato è stata
notevole, particolarmente perché la popolazione trattata era di
volontari sani. È lecito supporre che tali effetti avversi possano essere
ancora più accentuati in popolazioni neuropsichiatriche con preesistente deficit cognitivo.
Uno studio su una serie di pazienti psichiatrici obesi in
trattamento psicofarmacologico riferisce che l'aggiunta di
topiramato riduce notevolmente il peso corporeo (Kirov e
Tredget, 2005). Lo studio conferma che la terapia con
topiramato, al contrario delle terapie con altri
anticonvulsivanti, induce perdita di peso in vari gruppi di
pazienti. Incidentalmente, lo studio conferma anche l'assenza
di proprietà stabilizzanti dell'umore di questa terapia.
La serie consisteva di 12 pazienti con disturbi affettivi con un
indice corpo-massa (BMI) >30kg/m2, trattati con topiramato
(200-600mg/die), aggiuntivo o sostitutivo di uno stabilizzante
dell'umore.
Importanti risultati sono stati:
1. Il topiramato è stato efficace nel ridurre il peso in 10 su 12 pazienti.
Dopo sei mesi di trattamento, 12 pazienti avevano perso una media di
7.75kg (SD = 6.9kg, p < 0.001) e dopo 12 mesi 9 pazienti avevano perso
una media di 9.61 kg (SD = 6.7kg, p = 0.003).
2. Tre pazienti hanno sospeso il trattamento: due a causa di effetti
collaterali e un terzo per l'emergenza di uno stato maniacale.
3. Il topiramato non ha esercitato alcun effetto di rilievo clinico sul
decorso della malattia psichiatrica.
La prova della riduzione del peso in pazienti obesi trattati con
topiramato è indisputabile e clinicamente significativa. Gli effetti
stabilizzanti sull'umore del topiramato sono probabilmente
inesistenti.
Effetti cognitivi
Uno studio su 40 volontari trattati con gabapentina,
topiramato, o placebo riporta che il topiramato, ma non la
gabapentina, induce marcati effetti collaterali avversi di tipo
cognitivo (Salinski et al, 2005).
Salinski et al (2005) hanno studiato 40 volontari sani in
trattamento con gabapentina, topiramato, o placebo per 12
settimane. I dosaggi sono stati aumentati gradualmente
(topiramato: dosaggio iniziale, 25 mg/die; massimo, 400
mg/die; gabapentina: dosaggio iniziale, 300 mg/die; massimo,
3600 mg/die) fino a raggiungere le dosi medie di topiramato,
330 mg/die, e di gabapentina, 3600 mg/die).
Importanti risultati sono stati:
1. Il topiramato ha determinato, rispetto alla gabapentina e al placebo,
un declino della performance in quattro delle sei misure cognitive
principali (Digit Symbol, Story Recall, Selective Reminding,
Controlled Oral Word Association).
2. La gabapentina non ha modificato più del placebo la performance
cognitiva.
3. Più della metà dei pazienti trattati con topiramato ha dimostrato
decrementi significativi (>2 SD) nei test di abilità grafo-motoria, di
memoria e di capacità verbale.
4. Non sono state riscontrate differenze significative fra i tre gruppi di
trattamento riguardo alle misure soggettive di confusione,
Riferimenti:
Kirov G, Tredget J: Add-on topiramate reduces weight in overweight
patients with affective disorders: a clinical case series. BMC
Psychiatry 5:19, 2005
Salinsky MC et al: Effects of topiramate and gabapentin on cognitive
abilities in healthy volunteers. Neurology 64:792-8, 2005
Avviso ufficiale della FDA: Antipsicotici atipici e rischio di
mortalità nel paziente anziano demente.
Il 12 aprile 2005, la Food and Drug Administration (FDA) ha
rilasciato un avviso ufficiale di allerta contro l'uso di
antipsicotici atipici nel trattamento dei disturbi
comportamentali associati a demenza a causa di un aumento
del rischio di mortalità in queste popolazioni.
L'avviso si basa su un'analisi dei dati di 17 trial controllati con
il placebo della durata di 10 settimane, che dimostra come
l'uso di olanzapina (Zyprexa™), risperidone (Risperdal™),
quetiapina (Seroquel™) e aripiprazolo (Abilify™) in 5.106
pazienti anziani con disturbi comportamentali secondari a
demenza si associa a un rischio maggiore di mortalità rispetto
al placebo (4.5% vs 2.6%). In questi studi, la maggior parte dei
decessi è stata causata da malattie cardiovascolari (ad
esempio, scompenso cardiaco o morte improvvisa) o infettive
(ad esempio, polmonite).
L'aumento del rischio di mortalità (1.6 - 1.7 volte) è
considerato come un effetto di classe dalla FDA. Quindi,
l'avviso della FDA riguarda tutti gli antipsicoti atipici,
clozapina (Leponex™) e ziprasidone (non disponibile in
Italia) inclusi.
Gli effetti dei vecchi neurolettici sono attualmente sotto
revisione da parte della FDA per determinare se anche l'uso di
questi farmaci induce un aumento del rischio di mortalità in
pazienti analoghi.
Insufficiente identificazione del disturbo bipolare in
medicina generale
Uno studio statunitense su 1157 pazienti trattati in un
ambulatorio di medicina generale riporta che il Disturbo
Bipolare è frequente e non sempre riconosciuto in questa
popolazione (Das et al, 2005). Questo dato, nel contesto della
tendenza all'uso più diffuso dei farmaci antidepressivi da
parte del medico di medicina generale, avrebbe importanti
implicazioni cliniche in quanto il paziente bipolare potrebbe
essere trattato con antidepressivi durante una fase depressiva.
In assenza di stabilizzanti del tono dell'umore, questi farmaci
potrebbero aumentare il rischio di viraggi (ipo)maniacali o di
Churchill aveva la fama di essere un uomo di spirito, oltre che un grande politico. Nancy Astor una volta gli disse: “Winston, se fossi tua
moglie ti metterei il veleno nel caffè.” E Churchill rispose: “Nancy, se fossi tuo marito lo berrei.”
2
ARETÆUS news
Cronaca bipolare
cicli rapidi, quindi peggiorando la storia naturale della
malattia. I medici di medicina generale dovrebbero essere
istruiti nel riconoscere e gestire non solo la depressione ma
anche riconoscere e gestire la malattia bipolare.
Das et al (2005) hanno studiato sistematicamente 1157
pazienti di 18-70 anni in un ambulatorio di medicina generale
al servizio di una popolazione con scarso reddito nella città di
New York, USA. La prevalenza e i correlati del disturbo
bipolare sono stai indagati con l'uso del "Mood Disorder
Questionnaire" e il "PRIME-MD Patient Health
Questionnaire".
Importanti risultati sono stati:
1. La prevalenza di malattia bipolare "lifetime" è stata 9.8% (112 su
1157) (95% CI, 8.0-11.5%).
2. Solamente il 72% dei pazienti (81 di 112) aveva richiesto aiuto
professionale per sintomi di malattia.
3. Solamente 9 di questi 81 pazienti (11%) hanno riferito di essere stati
diagnosticati come disturbo bipolare, e 7 di loro erano in terapia con
stabilizzanti del tono dell'umore.
4. In 47 degli 81 pazienti il medico di medicina generale aveva fatto la
diagnosi di stato depressivo, senza però registrare la diagnosi di
disturbo bipolare in alcun caso.
5. I pazienti bipolari hanno riferito peggiore qualità di vita e maggiore
deterioramento della vita familiare rispetto al resto del gruppo.
Riferimenti:
Das AK et al: Screening for bipolar disorder in a primary care
practice. JAMA 293: 956-963, 2005.
Appuntamenti
2-8 Luglio 2005
XVII Advanced Course on Mood Disorders
Maastricht, Belgio
www.afn.unimaas.nl
19 Luglio 2005
Gruppi di Psicoeducazione con genitori, parenti e
amici di pazienti del Centro Bini, per una migliore
comprensione e aiuto reciproco nel rispondere al disagio di un familiare
Centro Lucio Bini, Roma
23-24 Settembre 2005
II International Symposium on Bipolar Disorder
Budapest, Ungheria
20 Ottobre 2005
Modern Approaches to the Diagnosis and Treatment
of Psychoses in Clinical Practice
Clinica Viarnetto, Lugano
Altre informazioni disponibili a www.centrobini.it
(dalla prima pagina)
gotta. La sua convinzione era basata sull'osservazione in
laboratorio che l'urato di litio fosse uno degli urati più
idrosolubili e che si potesse usare nella terapia della gotta,
in seguito alla scoperta di livelli elevati di acido urico nel
sangue e nei fluidi sinoviali di pazienti con artrite gottosa. Cade usò il carbonato di litio per proteggere criceti da
danni renali nei suoi studi sugli effetti della iperuricemia
sul comportamento degli animali. È probabile che avesse
osservato negli animali quella che oggi potrebbe essere
considerata una intossicazione da litio ma la interpretò
come un nuovo effetto psicotropico. Poiché il carbonato
di litio era disponibile per il trattamento clinico della
gotta, e forse in seguito alle teorie di Garrod e di altri
medici londinesi che sostenevano che la gotta cerebrale
potesse essere una causa della mania, Cade cominciò a
usare il carbonato di litio nel trattamento di pazienti in
stato di agitazione.
La scoperta di Cade dell'effetto del litio sulla mania fu
soltanto la prima di una serie di scoperte durante la
magnifica decade dal 1949 al 1959 che si basarono prevalentemente sulla fortuna (serendipity) ma che portarono
alla scoperta di quasi tutte le classi importanti di farmaci psicotropici che continuano a essere utilizzati ai giorni nostri, e che comprendono il litio, gli antipsicotici (fenotiazine, aloperidolo, fino alla clozapina), gli Inibitori delle
Monoaminossidasi (IMAO), gli antidepressivi tricicli e gli
ansiolitici benzodiazepine.
La fortuna dei sali di litio come trattamento antimaniacale non ebbe una lunga durata, anche per la presenza di
gravi effetti collaterali in quel periodo in cui la pratica
del monitoraggio dei livelli di litio nel sangue non era
stata ancora introdotta. A decretare la fine di questa terapia antimaniacale fu la scoperta, pochi anni dopo, della
clorpromazina da parte del chirurgo parigino Henri
Laborit, che ne parlò a un parente psichiatra durante una
cena di famiglia. Questo scambio informale di informazioni portò all'uso psichiatrico di questo nuovo farmaco
nell'ospedale Ste. Anne di Parigi da parte di Jean Delay e
Pierre Denicker nel 1952. La nuova terapia venne inizialmente utilizzata nel trattamento della mania, poi aggiunta come sedativo nei pazienti psicotici, e gradualmente in
dosi sempre più alte come la terapia principale per i
disturbi psicotici, come la schizofrenia. Sicuramente l'introduzione della clorpromazina e di tutti gli antipsicotici che vennero scoperti negli anni successivi fu una rivoluzione tanto che alcuni storici della psichiatria attribuiscono proprio a questa scoperta l'inizio della moderna
psicofarmacologia. Per il litio si dovranno aspettare gli
anni Sessanta per assistere a un'altra rivoluzione. Infatti,
grazie alle ricerche di alcuni psichiatri danesi, guidati da
Mogens Schou, si stabilì che il trattamento con sali di litio
poteva avere un effetto sulla profilassi della malattia
maniaco-depressiva. Studi successivi confermarono questo effetto e, a tutt'oggi, il trattamento a lungo termine
con i sali di litio rimane la terapia più efficace nella prevenzione delle ricadute del disturbo bipolare dell'umore.
Ross J. Baldessarini, M.D.
Professor of Psychiatry and Neuroscience
Harvard Medical School
“La cosa più autentica di noi essere umani è la nostra capacità di creare, superare, trasformare, amare e diventare più grandi della nostra sofferenza.”
Ben Okri (autore nigeriano che usa il realismo magico per comunicare il caos politico e sociale del suo paese, 1959)
ARETÆUS news
3
Con parole mie
Posso farti delle domande? Euforico perchè non ti saluto
cordialmente? Allora seguiamo le prassi... Salve... ho appena realizzato che non le posso fare uno scherzo così.
Comunque faccio finta di rimanere anonimo... non metodo di
studio né cavia su cui testare dei nuovi medicinali. Il cervello è
come un motore, nel senso che si puo accendere e spengere, fermarsi e rimanere in moto? E se io capisco che in questo momento lavoro più di un altro e le cose che ho studiato o l'esprimermi con concetti appropriati mi danno gioia come poter capire il
bene immenso che voglio ai miei genitori, alle persone che mi
hanno aiutato, che mi stimolano per proseguire e ti giuro che
adesso ripensando alle cose che ti ho detto tipo il pensiero del
suicidio mi scendono le lacrime grosse come le ciliegie che ho
raccolto con mio padre e mio nonno... Ti parlo così perchè mio
fratello mi ha chiesto se stavo bene, la mia risposta è stata positiva perchè ne ero sicuro ma lui mi ha riferito che gli sono sembrato come quando sono stato male!! Buonanotte... le mie paranoie si sono ricollegate a dei comportamenti diciamo non giusti rispetto alla mia visita a casa dopo 6 mesi di soggiorno a XXX,
quelle secondo me di aver dedicato poco
tempo alla famiglia che può essere anche
vero... perchè ho visto per la prima volta la
laurea di una persona che abita nel mio stesso stabile. Avevo appuntamento con un
altro mio amico e con la ragazza che mi ha
fatto veramente piacere rivedere. Ho mangiato con loro un panino… mi sono privato solo di un pranzo dai miei genitori...
Basta sintettizziamo: una settimana per me
stressante che mi colma di piaceri e di dolore di partenza col profumo di levante; ti
lascio lì dove eri per sperare di trovarne
tante. Avevo studiato anche i famosi duetti e le metafore… le dico subito le ultime
cose... se pensa che sono euforico mi lasci
per qualche giorno in più prima di tornare
alla monotonia in questa vita che solo adesso ho ritrovato dopo svariati tentativi di maturare infretta... penso
di avere qualcosa da dare anche io. Dosi: 2 litio la mattina, 2 litio
la sera, orari sempre puntali.
È anormale non dormire una notte per lavorare un po' e scriverle questa lettera? Prima mi buttavo in posti pieni di fumo e
musica che non mi piaceva per di più stanco e triste di ecstasy.
Può essere un problema se ho trovato il mio IO e ho fatto sopra
un disegnino simpatico? Spero di trovare il tempo per fare un
disegnino più grande per qualche impresa, per fare una cosa
che mi piace... Potresti farmi una cortesia please? La salvi o la
stampi o la publichi tu che puoi farlo! Scherzo; devo solo fare
leggere la serie di rime dette poesie per me versi a … che un
giorno forse ti presenterò. Ci tengo perchè oggi ho scordato la
mia valigia sul treno con i miei disegni e scarpe; appena torni
dimmi come è il valore della litiemia.
1
ARETÆUS news ospita lettere di pazienti o loro famigliari
spedite alla rivista oppure ricevute dai medici dei Centri
Lucio Bini. In ogni caso le lettere vengono pubblicate in modo
anonimo e soltanto dopo autorizzazione scritta da parte del
paziente alla loro pubblicazione. Le lettere vengono redatte e
nomi di persone o di luoghi resi irriconoscibili.
Sì, Dottore, capisci benissimo che ora ho tutta quella paura
di poter perdere tante doti che ho, di scrivere, di esprimermi, ed è il periodo per farlo. Da cosa hai capito nella mia
lettera che ero euforico? oppure sei stato influenzato da un esterno… Io ho giocato questa partita con te da non so se più di sette
anni e ora che vedo che ho acquisito il primo punto (quello di
poter farmi capire) sono ancora più fiducioso in te. Cavolo che
mondo diverso è questo, così crudele da farmi piangere da solo
in silenzio, che partita è questa? Mi dai spiegazioni? Basta solo
scriverti? Hai bisogno di vedermi? Quando mi dirai che sono
guarito? È possibile dare una risposta a quest'ultima domanda?
CHE BELLO, TI STO COMUNICANDO UNA COSA E FINALMENTE! Anche se piano piano mi devo sforzare per un discorso. Mi mostrerai un giorno queste due lettere per dimostrarmi
che il cervello dell'infantile ragazzo che hai conosciuto si è rimesso in moto e tu meccanico che sai, regolami questo regime non
troppo alto nè troppo basso per dare energia a persone che come
me potrebbero avere il mio stesso disturbo...
Ma io che vorrei lasciare qualcosa in questo
mondo tu che ramo mi daresti? Dottore,
dammi per favore delle risposte, convincimi
come hai sempre fatto. E quando ci vedremo
o sentiremo voglio vedere i tuoi occhi... un'altra cortesia salvami questi due file perchè non
ho inchiostro nella stampante.
Thanks, grazie, gracias.
2
Sono preso a rifare lavori di fatica e di
precisione; scanso la fretta che mi ha
rovinato nel periodo scorso; mi aiuta
molto l'uscire in bicicletta dalla mattina alla
sera per commissioni.
Ancora mi sento un pò incerto nei
movimenti, motivo per cui faccio di tutto per
muovermi nel più attento dei modi possibili. Mi stanno arrivando incarichi onesti ed
onerosi. Sono molto carico di severità con tutti
quelli mi conoscono e che provano solitamente a disturbare la
mia pazienza. Ho imparato a siglare degli avvertimenti legali
trasparenti che mettono severamente in guardia gli sprovveduti.
Dottore, immaginavo di avere problemi per me, ora che vedo
quanta gente triste e incasinata vive creando involontariamente azioni di interruzione del proprio lavoro e di quello degli altri,
mi sento un uomo preparato perché nessuno può darmi fastidio. Faccio di tutto per scrollarmi di dosso qualunque indecisione e finalmente ci vado con i piedi di piombo, badando specialmente ai problemi del presente e calcolando che programmi per il futuro non ce ne possiamo permettere, salva la buona
clemenza dei Celesti che ci donano il tempo.
Desidererei portare a segno ogni movimento di forza e concentrazione.
E' stata una settimana difficile, ma ho provato delle "macinazioni" cerebrali che confluivano nella più brillante delle piacevoli serenità. Il tutto, resistendo potentemente ai pensieri negativi. La sensazione è stata quella di sfondare le porte del tempo
e d'iniziare finalmente a proporsi dei problemi per il tempo a
venire.
E nell'ordine: un problema alla volta.
Buon giorno.
3
Con parole mie
Uno psicotico crede che due più due faccia quattro.
Un nevrotico sa che due più due fa quattro -- ma non l’accetta.
4
ARETÆUS news
Psichiatria & Letteratura
io ci scampi e liberi dal capire! La 'comprensione' toglie forza
alla nostra rabbia, dignità al nostro odio, piacere alla nostra
vendetta e per giunta sottrae la beatitudine alla nostra memoria.
Arthur Schnitzler scriveva così, in modo apparentemente
provocatorio per uno scrittore, nel suo "Aphorismen und
Betrachtungen".
Eppure la letteratura dà sempre una grande lezione alla
psichiatria. Osservare e descrivere, guardare ai personaggi
della nostra "storia" senza pregiudizi e senza schemi. Tuttavia
la storia va scritta, gli uomini devono agire e i fatti
svilupparsi, cosicché è altrettanto impossibile che lo scrittore
non ci metta il suo criterio ordinatore, il suo stile, la sua
fantasia, la sua trama e il suo finale ("Senza trama e senza
finale", diceva Cechov… mentendo anche lui).
Anche lo psichiatra osserva, cataloga e descrive: nella
terapia è lui il principio ordinatore nel caos della mente
malata, eppure il suo intervento deve rispettare la trama vitale originaria in qualche
modo indistruttibile, del suo paziente. Solo così è possibile un'alleanza terapeutica e un
vero cambiamento o una cura.
Nella vita di Arthur Schnitzler molte strade conducono alla psichiatria (laureato in
medicina, si dedica per un periodo allo studio dell'ipnosi e diviene anche allievo di
Theodore Meynert), ma ciò di cui oggi vogliamo parlare è il suo modo di raccontare il
suicidio nei suoi romanzi.
In realtà, tenendo fede al suo aforisma, egli non vuole capire, ma portare alla luce i
sentimenti, le emozioni e i pensieri di chi arriverà a percorrere fino in fondo (a volte la
strada sarà molto, molto breve) quel percorso sempre troppo oscuro. Schnitzler lo scrive
così, il suicidio. Non ne suggerisce mai una visione salvifica, una valenza etica o anomica
(secondo la vecchia teoria di Durkheim), come accade in alcuni scrittori contemporanei.
Egli parla sempre del dolore o della confusione che lo precedono, del passaggio all'atto
quando la strada del personaggio viene improvvisamente sbarrata da banali ostacoli
che ne rivelano personali e profondi, forse deliranti, significati dell'esistenza.
In "Gioco all'Alba" il protagonista vive un'intensa accelerazione affettiva che trova
nelle carte la certezza dell'accoglienza ossessiva che solo il gioco può dare. Fino all'atto
finale. "Beate e Suo Figlio", "La Signorina Else" e "Fuga nelle Tenebre" offrono storie di
donne (più spesso) e uomini che entrano in una zona d'ombra (non qui intesa "alla
Conrad") dove il loro pensiero diventa quasi un flusso di coscienza nel quale nessuno
può penetrare.
Accade così, prima di un suicidio? Lo psichiatra che incontra il futuro suicida può
entrare in questa zona d'ombra? Può trovare parole giuste, immagini reali che portino
alla luce quanto è nascosto agli occhi della maggior parte delle persone che stanno
intorno al suicida?
Forse neanche lo scrittore sa veramente fin dall'inizio cosa farà il suo personaggio,
perché non è là per capire, ma solo per guardare. Se farà la strada con il suo personaggio
conoscerà la sua meta, così come lo psichiatra può chiedere al suo paziente se voglia
uccidersi e può farlo solo se lo conosce, se l'intimità che li lega (come uno scrittore ai
suoi personaggi) rende possibile quest'altra intimità.
Non è tutto nascosto. Sono tutti là, i sentimenti e le emozioni che lentamente o
repentinamente (a effetto o come un lungo addio) condurranno alla morte. Rabbia,
vergogna, disillusione, sfida. Fino alla follia totale di "Fuga nelle Tenebre" nel quale il
delirio persecutorio di Robert, incapace di sopportare il suo senso di colpa come un
novello Raskolnikov, si getta all'inseguimento di un fantasma che lo condurrà all'insonnia
vagabonda e suicida di tutti coloro che assassini non sono. Solo anime inseguite dalle
loro stesse inquietudini e dai loro pensieri ormai senza ordine e luogo. Le emozioni non
sono malattie, possono diventarlo. E condurre alla morte. Schnitzler non le "comprende"
ma ne restituisce attraverso le sue pagine grande letteratura, poesia, profonda umanità,
grave follia. Una lezione di vera psichiatria.
D
EIN BUCH SPR CHE
Ein Wahlspruch? Lange
sinn’ ich hin und her,
ja, Kinder, wenn die Welt
so einfach w r’!
Ich brauche, wie ich mich beschr nken
mag,
doch ungef hr ein Dutzend jeden Tag.
Und wollt’ ich je f r morgen einen sparen,
dass er verj hrt war, musst’ ich stets erfahren.
So schreib’ am besten ich "von Fall zu
Fall"; doch leider gilt auch der nicht berall.
Eleonora De Pisa
“Essere infelice è solo la metà della nostra sfortuna; che gli altri ci compatiscano è la miseria completa.”
Arthur Schnitzler
ARETÆUS news
5
Bipolari famosi
SIR WINSTON CHURCHILL
l Molto Onorevole Sir Winston Leonard Spencer
Churchill (30 novembre 1874 - 24 gennaio 1965), Primo
Ministro dell'Impero Britannico durante la Seconda
Guerra Mondiale è considerato uno degli uomini più
importanti nella storia dell'Inghilterra e del mondo.
Nacque a Blenheim, vicino a Woodstock nella contea
dell'Oxfordshire. Suo padre, Lord Randolph, discendente
del duca di Marlborough, era un uomo politico molto
importante, e sua madre, Jennie Jerome, era una bellissima
americana figlia di Leonard Jerome, proprietario del New
York Times.
Churchill fu uno studente tutt'altro che brillante tanto
che suo padre gli suggerì di frequentare l'accademia
militare perché non lo riteneva abbastanza intelligente
per fare l'avvocato. All'esame di ammissione fu bocciato
due volte e alla terza fu ammesso in quanto rampollo di
una famiglia importante. Si dedicò quindi alla vita militare
riuscendo sempre a farsi mandare sui fronti più caldi e
nello stesso tempo scriveva dalle zone di guerra in cui si
trovava come corrispondente per vari giornali. A soli 23
anni il suo libro sulla campagna d'India gli procurò una
notevole notorietà e la fama di enfant terrible in quanto
non si era fatto scrupolo di criticare le strategie e le
condotte dei suoi superiori.
Churchill era sicuramente un uomo d'azione. Durante
i suoi incarichi tra le due guerre mondiali non si distinse
per le sue iniziative e fu anzi molto criticato per alcune
leggi economiche. Quando, però, il paese ebbe bisogno di
lui nel 1940 per la lotta contro Hitler e suoi alleati e gli fu
affidato l'incarico di Primo Ministro, il suo discorso alla
Camera dei Comuni fu memorabile: "Non ho altro da
offrire che sangue, fatica, sudore e lacrime. Abbiamo
davanti a noi una prova difficilissima. Ci attendono molti
lunghi mesi di lotta e di sofferenze. Qual è la nostra meta?
Posso rispondere con una sola parola: è la Vittoria, la
Vittoria a tutti i costi, la Vittoria a dispetto di tutti i
terrori." Riuscì con la sua carica vitale, la sua oratoria e
la sua rapidità decisionale a sostenere il popolo inglese e
a ridargli fiducia nelle sue possibilità di vittoria in un
momento tra i più tragici nella storia dell'impero
britannico.
Malgrado le sue ferme convinzioni imperialiste, aveva
detto molte volte che l'Impero Britannico rappresentava
l'alfa e l'omega della sua politica. Churchill non solo
I
odiava la tirannia, ma la disprezzava, e il disprezzo che
nutriva per i dittatori (Hitler, Stalin) rafforzò la sua fede
nella superiorità morale della democrazia del mondo
occidentale e nel suo inevitabile trionfo.
Durante gli anni della guerra Churchill fu di una attività
incredibile: era su tutti i fronti di guerra, voleva rendersi
conto di persona di tutte le situazioni; era informato sui
minimi dettagli, ma uscì stremato dal peso della guerra e
da questa attività frenetica.
Sembra impossibile che una vitalità del genere potesse
in qualche momento venire meno. Il generale Alan Brooke,
Capo dello Stato Maggiore Imperiale, raccontò che nel
1945 non riusciva più a far prendere a Churchill la minima
decisione. "Bisogna decidersi, bisogna scegliere", lo
esortava. Il Primo Ministro rispondeva "Non riesco a
decidermi, non posso farlo". A questo stato depressivo di
Churchill molti storici attribuiscono l'andamento degli
ultimi avvenimenti della guerra e sopratutto il risultato
della conferenza di Yalta, "Perché Churchill si è
accontentato di reagire al posto di agire" ( Jacques De
Launay, in Le vrai Churchill).
Il suo "cane nero" aveva cominciato ad accompagnarlo.
Lo stesso Churchill nel 1955, alla Camera dei Comuni,
disse che quando dopo la morte di Stalin si sarebbe
dovuto recare negli Stati Uniti per vedere il Presidente
Eisenhower: "Di colpo fui afferrato da un male che mi
paralizzò quasi completamente. Dovetti rinunciare a
tutto".
"Cane nero", così Churchill chiamava le sue depressioni,
con il simbolo di un fedele animale che conosce il suo
padrone come nessun altro e che alla fine torna sempre
da lui, sembra una scelta veramente appropriata e attenta.
Un cane è generalmente considerato un animale che segue
i passi del suo padrone e che raramente lo lascia per lungo
tempo. In inglese il verbo "dog" (seguire) come in "la
sfortuna lo ha seguito per tutta la vita" suggerisce l'idea
… che effettivamente non ci sia modo di sfuggirgli. 'Nero'
il colore attribuitogli probabilmente per le associazione
che evoca: il diavolo, la morte, la disperazione. Invece nei
suoi periodi di benessere era un uomo di grandissimo
spirito. Si racconta che una volta Nancy Astor gli disse:
"Winston, se fossi tua moglie ti metterei il veleno nel
caffè." E lui le rispose: "Nancy, se fossi tuo marito lo
berrei."
L'intelligenza e il temperamento iperattivo di Churchill
gli consentirono di eccellere in vari campi. Nel 1953
ricevette il Premio Nobel per la letteratura "per la sua
maestria nelle descrizioni, storiche e biografiche, nonché
per la sua oratoria brillante nel difendere ed esaltare i
valori umani". La sua opera più significativa era stata la
"Storia dei popoli di lingua inglese" in quattro volumi. In
quello stesso anno fu insignito dell'Ordine della
Giarrettiera. Era anche un valente pittore e Picasso dirà
di lui che se fosse stato pittore di professione non avrebbe
avuto difficoltà a guadagnarsi da vivere. (Un suo quadro
alla fine di quest’articolo.)
Nel 1963 il Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy
nominò Churchill cittadino onorario degli Stati Uniti, un
onore ricevuto prima di lui soltanto da La Fayette.
Alla fine della sua vita Churchill venne riconosciuto
come il maggiore dei leader bitannici durante la guerra.
(Continua alla prossima pagina)
“Non arrendersi mai, mai, mai, mai, mai, né nelle cose grandi né nelle piccole, importanti o trascurabili, non arrendersi mai tranne che alle
ragioni dell'onore e del buon senso.”
Sir Winston Leonard Spencer Churchill, 29 Ottobre 1941
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ARETÆUS news
Bipolari famosi (dalla pagina precedente)
Non solo la sua nazione ha un debito verso di
lui, ma tutto il mondo di uomini e donne
libere, a cui ha rivolto il suo costante e totale
appello nei suoi magnifici discorsi
dall'Inghilterra in guerra nel 1940-41. Per
usare le sue stesse parole: "Mai tanti hanno
dovuto tanto a pochi".
Churchill morì il 24 gennaio 1965. Al suo
funerale si vide la più grande assemblea di
uomini di stato, superata soltanto quest'anno
al funerale di Papa Giovanni Paolo II. Il
funerale di Churchill fu in realtà un trionfo,
lo spettacolo di una nazione, di una famiglia
di nazioni, non piagate dal dolore ma in piedi
nel saluto orgoglioso alla memoria di un
uomo.
Matthew Albert / Daniela Reginaldi
Valley of the Ourika and Atlas Mountains
Sir Winston Churchill
Editoriale (dalla prima pagina)
comportamenti oppositivi che spesso non ricevono
attenzione psicologica o medica, ma che possono portare
a conseguenze negative come l'abbandono scolastico o la
propensione verso l'uso di sostanze illecite. La presenza
di questo disturbo in età giovanile o infantile non
dovrebbe stupire in considerazione di quanto si sa sulle
possibilità di trasmissione genetica, sostenuta da studi
sulle famiglie, sui gemelli e sulle famiglie adottive. Il
rischio che nella famiglia di una persona con disturbo
bipolare, si possa trovare un altro componente con altri
disturbi dell'umore, varia dal dieci al sessanta percento
con una media del venti percento, un valore venti volte
più elevato di quello della popolazione generale. Lo stesso
valore, chiamato concordanza, si trova nei gemelli non
identici ma arriva al cinquanta percento in quelli identici.
Naturalmente l'obiezione a questi studi è che una famiglia
con persone con depressione o problemi di umore
potrebbe far aumentare la presenza di simili disturbi come
conseguenza psicologica. Eppure, anche gli studi sui
bambini adottati hanno mostrato che la presenza di
disturbi è più elevata nei genitori biologici rispetto a quelli
adottivi, ancora una volta indicando l'importanza degli
aspetti biologici. Queste osservazioni non devono portare
a pensare che la trasmissione genetica di disturbi
complessi come quelli dell'umore sia di tipo classico
(mendeliano), come quella dimostrata nelle malattie
dovute a variazioni in un singolo gene, tipo la
fenilchetonuria, la malattia di Huntington o la sindrome
dello X fragile. Tali malattie sono rare e non sono buoni
modelli per capire le influenze genetiche nei disturbi
dell'umore. Al contrario, i disturbi bipolari sono frequenti
e il loro sviluppo è complesso in quanto determinato da
una serie di fattori (multifattoriale), che comprende alcuni,
se non parecchi, geni (poligenico).
Proprio gli studi sui gemelli identici se da una parte
mostrano un alto livello di concordanza, dall'altra
indicano che in due individui con un patrimonio genetico
identico, nella metà dei casi non è presente lo stesso
disturbo dell'umore, lasciando all'ambiente la
responsabilità della sua comparsa. La lezione da imparare
è che quando si tratta di comportamento, tutto diventa
più complicato e che si può parlare di tratti ereditari per
quello che riguarda la predisposizione al disturbo, ma che
poi un ruolo importante spetta all'ambiente in cui si cresce
e alle esperienze che si fanno. E questo significa anche che
esiste uno spazio importante per gli interventi psicologici
che possono aiutare a modificare situazioni personali e
interpersonali che costituiscono fattori importanti di
stress. Ma di questi argomenti ce ne occuperemo in un
prossimo numero.
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depressione delle persone fra i 55 e i 70 anni. d) È in aumento il numero di bambini che dimostrano sintomi di depressione prima di raggiungere la metà dell'adolescenza.
(“C” è quella falsa.)
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