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[ Argomenti] 2 - Ferrovie dello Stato Italiane

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[ Argomenti] 2 - Ferrovie dello Stato Italiane
Investimenti
Ingegneria | Ambiente
Mezzogiorno
[ Argomenti ] 2
2004
[ Argomenti ] 2
2004
29-03-2004
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Comitato Scientifico
Coordinamento
Prof. Avv. Giorgio Bernini
già Ordinario nell’Alma Mater Studiorum
dell’Università di Bologna
Prof. Ing. Dario Lo Bosco
Vice Preside della Facoltà di Ingegneria
nell’Università degli Studi Mediterranea
di Reggio Calabria
Prof. Attilio Celant
Preside della Facoltà di Economia
dell’Università “La Sapienza” di Roma
Prof. Salvatore Di Mino
Delegato della Società Italiana
Infrastrutture Viarie
Prof. Avv. Serafino Gatti
Ordinario di Diritto Commerciale
nella Facoltà di Diritto Privato e Comunitario
dell’Università “La Sapienza” di Roma
Prof. Marius Stoka
Ordinario nel Dipartimento di Matematica
dell’Università di Torino
[ Argomenti ] 2
2004
SOMMARIO
SOMMARIO
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Sommario
Quadrimestrale di Rete Ferroviaria Italiana
Anno 2 - n. 2 - Marzo 2004
Direttore Responsabile
Gian Franco Lepore Dubois
Direttore Editoriale
Ida D’Antonio
Direttore Scientifico
Dario Lo Bosco
Responsabile Tecnico
Giuseppe Sciumè
Coordinamento Redazionale
Pietro Stramba-Badiale
Segretaria di redazione
Maria Grazia Occhipinti
Argomenti è stato realizzato con la collaborazione
Ideal Comunicazione srl
Via Colli 24 - 10129 Torino
Progetto grafico, impaginazione e stampa
Ideal Comunicazione - Torino
Foto e illustrazioni
Fototeca Ferrovie dello Stato SpA
Italferr SpA
Trenitalia SpA
Editoriale
• L’impegno di RFI nella ricerca scientifica,
con l’obiettivo d’ottimizzare sicurezza e qualità
Dario Lo Bosco
Focus | Investimenti
• Dall’analisi di redditività alla valutazione
strategica dei progetti ferroviari
Nicola Mandarino
• Gli investimenti sulla manutenzione della rete:
obiettivo strategico per RFI
Matteo Triglia
6
38
Ambiente | Diritto | Economia | Ingegneria
• Impalcati in cap per ponti e viadotti delle linee ferroviarie dell’AV/AC
Giuseppe Traini, Luigi Evangelista,
Maja Della Vedova, Francesco Sacchi
• La Piattaforma integrata circolazione (PIC)
a supporto dei processi commerciali e della circolazione treni
Giorgio De Giorgi, Marco Poggi
Redazione
Piazza della Croce Rossa, 1
00161 Roma
Telefono: 06.44104402
Fax: 06.44103726
e-mail: [email protected]
sito: www.rfi.it
• L'impegno di TAV per la sicurezza sui cantieri
Antonio Savini Nicci
Registrazione Tribunale di Roma
n. 421/2003 del 3 Ottobre 2003
Ambiente | Diritto | Economia | Ingegneria
Le opinioni espresse negli articolli impegnano
unicamente le responsabilità dei rispettivi autori.
Scritti, fotografie e disegni inviati non vengono restituiti.
La riproduzione degli articoli deve
essere autorizzata dalla Direzione.
4
• L’innovazione tecnologica a sostegno dello sviluppo
del trasporto ferroviario delle merci
Giuseppe Cassino, Giancarlo Laguzzi
• L’ottimizzazione globale del trinomio “infrastruttura ferroviariaveicolo--ambiente”: modelli per l’analisi delle vibrazioni in esercizio
Dario Lo Bosco, Filippo Giammaria Praticò,
Vincenzo Soprano
60
73
86
92
106
Mezzogiorno
• Pegasus, network di stazioni del Sud
Flavia Autieri, Salvatore Di Giovanni, Filippo Palazzo
126
• Nuova fermata di Cefalù
Massimo Gerlini
136
Chiuso in tipografia il 5 Marzo 2004
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EDITORIALE
L’impegno di RFI nella ricerca
scientifica, con l’obiettivo d’ottimizzare
sicurezza e qualità
DARIO LO BOSCO - direttore scientifico
portato alla definizione di particolari indici di
ma anche la funzionalità della linea d’ali-
rischio, necessari alla successiva fase d’a-
mentazione e degli apparati tecnologici di
nalisi, relativa ad alcune sostanze di riferi-
sicurezza che controllano la circolazione e
mento (cloro, GPL, ammoniaca, ossido d’e-
che sono disseminati lungo la linea; tutti i
tilene); ciò ha anche permesso la classifica-
dati misurati riescono così a essere corre-
zione delle tratte ai fini del transito di tali
lati tra loro. Prima società ferroviaria
merci pericolose, in base alla classificazio-
d’Europa, RFI dispone, in tal modo, d’un
ne, delle tratte omogenee. Si è poi proce-
FI è riuscita in questi due anni di vita
nicamente inserito nel compendio indu-
mezzo capace di rilevare in ogni istante, a
duto all’implementazione di software di pro-
ad assolvere in modo adeguato alla
striale di RFI.
una velocità di 200 chilometri orari, 119
gettazione degli itinerari ottimali, di monito-
missione conferitale dallo Stato di
La realizzazione di grandi opere ferrovia-
parametri diversi.
raggio dei flussi e di supporto/gestione in
gestore della rete ferroviaria, ponendosi
rie, prima fra tutte il sistema AV/AC,
Le misure rilevate da Archimede e il parti-
particolari situazioni d’emergenza.
come obiettivo primario quello della sicurez-
impegna l’Istituto sperimentale su un
colare sistema d’elaborazione dei dati sono
Il progetto avviato, oltre ad aver consentito
za e della qualità del servizio. In tal senso,
aspetto di rilevante importanza: il monito-
destinati a cambiare radicalmente il modo di
la redazione di linee guida per la predispo-
ha messo in campo ingenti risorse destina-
raggio ambientale. Allo scopo di tutelarne
programmare ed effettuare gli interventi di
sizione dei piani d’emergenza per “scali ter-
te alla costruzione di sistemi a elevata tec-
la qualità, l’ambiente viene monitorato in
mantenimento in efficienza dell’infrastruttu-
minali” e “linea”, ha permesso d’indirizzare
nologia e a particolari impianti di terra e di
tre distinte fasi: prima della realizzazione
ra. La stretta correlazione fra rilevamento
coerentemente la scelta degli investimenti
bordo idonei ad assicurare, in ogni condi-
dell’opera, durante i lavori di costruzione
diretto e intervento ha come primo risultato
(costruzione di nuovi tratti di linea) per sgra-
zione d’esercizio, sempre più alti livelli di
e, a costruzione ultimata, per un congruo
il passaggio generalizzato dalla manutenzio-
vare taluni nodi “saturi”, ottimizzando così la
controllo e di prevenzione del rischio.
periodo del suo esercizio.
ne ciclica alla manutenzione cosiddetta “on
sicurezza della rete.
La collaborazione con il mondo accademi-
Per migliorare la qualità e l’efficacia degli
condition” (l’intervento necessario, quando
Queste sinergie con il mondo accademico,
co è risultata, in tale contesto, anche un
interventi d’ottimizzazione dei livelli di sicu-
serve, dove serve). Ma ancora più impor-
che stanno diventando ormai sempre più
significativo elemento di garanzia per la
rezza della rete, RFI è, inoltre, dotata di una
tante è che il nuovo treno diagnostico per-
intime e produttive, e il nuovo rapporto
validazione scientifica dei programmi e dei
propria flotta di treni diagnostici che si è
mette quella che tecnicamente viene defini-
avviato con la SIIV – Società italiana infra-
progetti avviati in tema d’innovazione, non-
recentemente
treno
ta “diagnostica predittiva”, frutto di modelli
strutture viarie (ove afferiscono anche tutti i
ché per riuscire a promuovere l’alta for-
Archimede, il quale rappresenta, nel pano-
matematici che servono a “predire” fra
docenti del settore disciplinare “strade, fer-
mazione per i tecnici del settore. Sono
rama internazionale, la più avanzata frontiera
quanto tempo il guasto potrà verificarsi,
rovie, aeroporti”), di cui il prof. Di Mino (pro-
stati, infatti, istituiti con il concorso di RFI
tecnologica nel campo della manutenzione.
così da prevenirlo.
rettore dell’ateneo di Palermo) è il delegato
un dottorato di ricerca in sicurezza ferro-
Poter disporre oggi su un unico treno di
Infine, per migliorare ancor più il livello di
nel Comitato scientifico di questa rivista,
viaria e alcuni master; in particolare, quel-
diversi sistemi che eseguono tutta la dia-
sicurezza nella rete italiana per il traffico
consentirà certamente a RFI di fornire un
lo
gnostica mobile dell’infrastruttura e poter
merci, con particolare riferimento al traspor-
apporto sempre più qualificato per la cre-
Sapienza” è stato ospitato nei locali
fare a meno delle visite periodiche della
to di quelle pericolose, RFI ha avviato nel
scita del settore in ambito UE e per conse-
dell’Istituto sperimentale delle Ferrovie
linea non sono i soli vantaggi assicurati da
2003 una collaborazione con il Politecnico
guire sempre migliori traguardi in tema di
che, con il completamento della riorganiz-
Archimede; tale treno misure analizza non
di Milano, l’Università di Bologna e di Roma
ricerca scientifica e tecnologica, a favore
solo tutte le componenti dell’armamento fer-
“La Sapienza”. Lo studio effettuato ha già
della sicurezza e della qualità.
R
attivato
quest’anno
a
Roma
“la
zazione del Gruppo FS, risulta ormai orga-
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roviario (rotaie, traversine, massicciata),
arricchita
del
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Dall’analisi di redditività
alla valutazione strategica
dei progetti ferroviari
NICOLA MANDARINO
direttore della Direzione
strategia, qualità
e sistemi di RFI SpA
1. Premessa
Focus
Investimenti
Il quadro economico in cui si muove
il gestore dell’infrastruttura ferroviaria
contiene l’obiettivo del tendenziale pareggio
di gestione. Il dossier di valutazione
è il nuovo strumento che descrive
i contenuti di carattere tecnico
e funzionale degli interventi contenuti
nel generico progetto d’investimento
e ne analizza le conseguenze, sul piano
economico-finanziario, per il gestore.
La separazione, prima contabile e successivamente societaria, tra i
ruoli degli operatori del settore ferroviario (gestore dell’infrastruttura e imprese di trasporto) ha comportato necessariamente
un adeguamento del processo di valutazione degli investimenti
infrastrutturali, orientato a elaborare un’analisi rispondente al
“punto di vista” del gestore dell’infrastruttura ferroviaria.
Per il gestore dell’infrastruttura infatti è rilevante il “mercato delle
tracce orarie”, inteso come il sistema di domanda/offerta di frazioni della capacità dell’infrastruttura necessaria a far viaggiare i
convogli tra diverse località in determinati periodi di tempo.
In un contesto di competizione intermodale, esso deve essere
rivolto a tutte le potenziali imprese ferroviarie interessate, soprattutto in una visione di lungo periodo, tipica nella realizzazione di
grandi opere infrastrutturali.
Il quadro economico in cui si muove il gestore dell’infrastruttura,
definito dalla vigente normativa e dal nuovo Atto di concessione,
contiene l’obiettivo del tendenziale pareggio di gestione e, più nel
dettaglio, di garantire la copertura dei costi di circolazione attraverso il pedaggio che le imprese ferroviarie riconoscono al gestore per il transito dei convogli e la copertura dei costi di manutenzione attraverso risorse pubbliche.
Il contratto di programma tra il gestore e lo Stato è lo strumento che disciplina il meccanismo di rapporti tra i due soggetti, in
una chiave di progressivo incremento dell’efficienza dei processi
industriali.
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FOCUS | Investimenti
La realizzazione della molteplicità d’investimenti programmati,
strutturati in progetti che insistono su asset definiti del network
ferroviario, comporta, di norma, una modifica significativa dei
ricavi associabili ai nuovi modelli d’esercizio e/o una variazione
significativa dei costi/risparmi di gestione associabili alla variazione dei relativi processi industriali.
Il dossier di valutazione è il nuovo strumento, richiamato dal contratto di programma, che descrive i contenuti di carattere tecnico
e funzionale degli interventi contenuti nel generico progetto
d’investimento e ne analizza le conseguenze, sul piano economico-finanziario, per il gestore.
2. Struttura del dossier di valutazione
La struttura del dossier di valutazione dell’investimento è supportata da una metodologia che ne definisce la struttura e contiene
gli elementi d’analisi, meglio descritti nel seguito, fondati sui classici metodi per elaborare i principali indicatori sintetici, di natura economico-finanziaria, idonei a determinare la capacità del
progetto di remunerare il capitale investito, ma soprattutto stimare i margini operativi generati dell’attivazione delle opere che,
nella logica del citato equilibrio economico del gestore, dovrebbero almeno essere neutri.
L’insorgere di margini operativi negativi consente d’attivare i
meccanismi previsti dal contratto di programma per ripristinare
l’equilibrio economico del gestore.
Il dossier consta sostanzialmente di due parti. La prima, utile per
supportare le scelte in termini di validazione strategica dei progetti, viene elaborata in assenza di fasi avanzate di progettazione
ed è costituita da due capitoli principali: “Oggetto e obiettivi” e
“Analisi del contesto”. La seconda, composta dai capitoli “Piani
operativi” e “Risultati, vincoli e rischi”, viene elaborata quando il
livello di progettazione è sufficientemente accurato e consente
d’analizzare gli effetti di natura economico-finanziaria del progetto e i rischi connessi con la sua realizzazione.
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Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
Si ritiene che un livello di progettazione sufficientemente attendibile per la definizione del progetto sia il Progetto definitivo (ai
sensi della L. 109 dell’11/02/94 cd Merloni e successive modifiche e integrazioni) approvato nell’ambito della Conferenza dei
servizi. Il dossier è uno strumento dinamico che viene aggiornato e/o integrato in funzione delle vicende che subisce il progetto (varianti, richieste di enti terzi, sorprese geologiche ecc.).
In “Oggetto e obiettivi” vengono definiti il progetto d’investimento e la situazione attuale dell’asset sul quale esso interviene,
avendo così un primo elemento di valutazione della coerenza tra
le opportunità e le esigenze, alla base della proposta d’investimento, e gli obiettivi che s’intende raggiungere.
Più specificamente, in questo capitolo sono riportate le informazioni relative all‘individuazione del progetto d’investimento e dell’asset di riferimento, alle soluzioni tecnico-funzionali da adottare, alla stima dei tempi e dei costi di realizzazione. Per la definizione dello stato attuale dell’asset, sul quale il progetto interviene,
vengono descritti gli aspetti commerciali e quelli relativi alle
modalità con cui viene esercitata la circolazione e con cui viene
effettuata la manutenzione dell’infrastruttura. In relazione a questo vengono quindi presentate le opportunità e le esigenze alla
base della proposta d’investimento e gli obiettivi che s’intende
raggiungere.
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FOCUS | Investimenti
Lo stato attuale dell’asset viene quindi paragonato allo stato futuro, per permettere di determinare gli effetti che produce la realizzazione del progetto. In “Analisi del contesto” vengono esposti e
commentati i risultati delle analisi effettuate sulle variabili di
mercato e di scenario: la valutazione delle opportunità provenienti dal territorio e lo sviluppo di una nuova domanda; inoltre
vengono definite in prima approssimazione le conseguenze che il
progetto produce, in termini di ricavi e costi differenziali, derivanti dalla gestione dell’asset, e cioè sulla manutenzione e sulla
circolazione.
I “Piani operativi” vengono redatti, come detto, sulla base del progetto definitivo approvato in Conferenza dei servizi. In essi si
descrivono le modalità concrete da adottare per la realizzazione e
la gestione dell’investimento e quantificati in dettaglio i costi di
realizzazione del progetto e i costi differenziali derivanti dalla
gestione. Nell’ultima parte del dossier,“Risultati, vincoli e rischi”,
viene presentata la pianificazione economico-finanziaria dell’investimento e sono individuati e analizzati i vincoli esterni e i
rischi connessi alla realizzazione e alla gestione dell’investimento.
Il dossier viene completato prima della realizzazione dell’opera e
aggiornato, anche durante la realizzazione, ogniqualvolta si presentino circostanze tali da modificarne, in parte rilevante, i contenuti.
3. Metodologia standard d’analisi
La valutazione del generico progetto d’investimento viene sviluppata secondo un approccio differenziale, per determinare, con il
maggior grado d’attendibilità possibile, ciò che muterà a seguito
della realizzazione del progetto d’investimento.
Vengono quantificate le variazioni dei parametri prescelti per l'elaborazione dei piani operativi che consentono di gestire il perimetro d’infrastruttura individuato (asset), una volta modificato
dalla presenza dell'investimento, sia in termini di consistenza fisica delle opere realizzate sia in termini funzionali (per es. diverso
modello d’esercizio).
10
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
Vengono individuate allo scopo le componenti gestionali più rilevanti che produrranno effetti in termini di variazioni di
costi/ricavi, ottenendo come risultato le relative variazioni sulle
componenti di bilancio (stato patrimoniale, conto economico e
piano dei flussi) più significative, secondo la rappresentazione illustrata nel seguito.
La valutazione economico-finanziaria dei progetti d’investimenti
si basa, come più volte ripetuto, sulla definizione dei piani operativi elaborati per tenere conto delle mutate condizioni di gestione dell’asset, modificato nella consistenza e nella funzionalità per
effetto dell’investimento medesimo. Il progetto introduce infatti
una modifica dello “scenario tecnico” che comporta da un lato un
adeguamento nella gestione dei processi produttivi fondamentali
di governo in senso lato dell’infrastruttura (circolazione e manutenzione) e dall’altro offre opportunità di sviluppo del prodotto
commerciale del gestore dell’infrastruttura (tracce).
La valutazione dei costi (sia d’investimento sia gestionali) e dei
ricavi fa riferimento ai suddetti piani, che sono:
• il piano degli investimenti e degli ammortamenti;
• il piano commerciale;
• il piano della manutenzione ordinaria e straordinaria;
• il piano della circolazione;
• il piano dei costi e risparmi organizzativi.
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FOCUS | Investimenti
A uno dei citati piani operativi viene ricondotto qualunque elemento gestionale, di carattere rilevante, che investe direttamente
l’asset interessato dal progetto d’investimento.
Le componenti di natura economica, finanziaria e patrimoniale,
associate ai suddetti piani, sono:
• spesa per la realizzazione dell’investimento;
• ricavi di gestione;
• costi di gestione dell’asset distinti in:
- gestione della manutenzione;
- gestione della circolazione.
Per ciascuna componente identificheremo concettualmente i
seguenti elementi atti a rappresentarla e quantificarla:
• il contenuto informativo per la sua definizione;
• le fonti di riferimento;
• la metodologia adottata per le analisi;
• eventuali strumenti di supporto.
il quadro economico dell’investimento, come prescritto dalla normativa vigente (L. 11/02/1994 n. 109 e successive modifiche e integrazioni). Il computo metrico-estimativo viene redatto applicando alle
3.1 Spesa per la realizzazione
dell’investimento
quantità delle lavorazioni, dedotte dagli elaborati grafici del progetto
esecutivo, i prezzi delle tariffe FS, integrati, se necessario, da nuovi
prezzi. È articolato in lavori a corpo e lavori a misura.
Nel quadro economico confluiscono il costo della progettazione, il
risultato del computo metrico-estimativo dei lavori, le spese di direzione dei lavori, di coordinamento per l’esecuzione dei lavori, di collaudo e d’attivazione dell’opera, l’accantonamento per imprevisti e
l’importo dei costi d’espropriazione di aree o immobili. La perizia fornisce anche una vista tecnica del progetto, che viene articolato in
opera funzionale, come detto in precedenza, fase funzionale e lavori.
Lo sviluppo di un progetto d’investimento s’articola in tre fasi:
• la progettazione;
• la realizzazione;
• l’attivazione.
La spesa da sostenere per realizzare l’investimento è data dalla
somma della spesa sostenuta nelle singole fasi e individua il costo
a vita intera del progetto.
Il progetto d’investimento viene rappresentato secondo la seguente articolazione:
• per opera funzionale, definendo per ciascuna:
- l’anno d’entrata in esercizio;
- lo sviluppo dei costi di realizzazione nel tempo sia per competenza sia per cassa.
• per categoria inventariale, definendo per ciascuna i relativi importi, ai fini della quantificazione del piano degli ammortamenti.
La perizia di spesa
La spesa sostenuta per realizzare l’investimento è denominata costo a
vita intera del progetto e viene definita e quantificata nella perizia di
spesa. Questo documento racchiude il computo metrico-estimativo e
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Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
La progettazione
Ammortamenti
La normativa vigente stabilisce che il progetto dev’essere redatto
secondo tre progressivi livelli di definizione: preliminare, definitivo ed esecutivo. I tre livelli costituiscono una suddivisione di contenuti che tra loro interagiscono e si sviluppano senza soluzione
di continuità. A ogni livello di progettazione è associata una perizia estimativa, di diverso dettaglio e con diversa finalità. Nel progetto preliminare si redige un calcolo sommario della spesa, applicando costi standardizzati o parametrici.
Nel progetto definitivo s’elabora invece la stima sommaria dei
lavori e delle espropriazioni, costituita da un computo metrico
estimativo, redatto applicando alle quantità delle lavorazioni i
prezzi unitari riportati nelle tariffe ufficiali previste nelle FS. Nel
progetto esecutivo si redige la perizia di spesa, che corrisponde al
documento Computo metrico-estimativo definitivo e il quadro
economico prescritto dalla normativa vigente.
Il criterio utilizzato per definire il costo della progettazione è
quello di valutarlo come percentuale del costo dell’opera, calcolato nella fase progettuale di riferimento.
Le opere realizzate man mano che vengono rese disponibili ed
entrano in esercizio iniziano il loro ciclo d’ammortamento.
Il piano degli ammortamenti d’un progetto d’investimento è dato
dalla somma anno per anno – e per tutta la durata di vita utile –
delle singole quote d’ammortamento previste per i vari aggregati
tipologici previsti nel bilancio FS, con riferimento alla normativa
civilistica e fiscale. In particolare il progetto d’investimento viene
articolato in questi aggregati tipologici, definiti categorie inventariali di 2° livello, per ognuno dei quali è previsto un coefficiente
d’ammortamento annuo espresso in percentuale.
Man mano che le opere funzionali (o eventuali fasi tecniche funzionali) entrano in esercizio, decorrono i relativi ratei d’ammortamento. La somma negli anni di tali ratei costituisce il piano degli
ammortamenti, che sarà esposto nel conto economico differenziale, tenendo conto anche degli effetti della loro relativa “sterilizzazione”.
La realizzazione
La realizzazione dell’opera inizia con la gestione degli appalti e
comprende la direzione dei lavori, il coordinamento dell’esecuzione lavori (L. 494/96) e il collaudo dell’opera. La spesa associata alla realizzazione comprende la spesa per l’esecuzione dei lavori e la spesa relativa a ciascuna delle attività sopradescritte.
Il costo della direzione dei lavori, del coordinamento dell’esecuzione dei lavori e del collaudo dell’opera viene determinato, analogamente al costo della progettazione, come percentuale del costo
dell’opera.
L’attivazione
Comprende tutte le attività connesse con il preesercizio fino
all’entrata in esercizio dell’opera stessa.
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3.2 Ricavi di gestione
I ricavi di gestione considerati sono:
• i ricavi differenziali da pedaggio per l’accesso all’infrastruttura, articolati per:
- tipologia di cliente (interno/esterno al Gruppo FS);
- tratta commerciale;
- tipologia di traffico (passeggeri lunga e breve percorrenza,
merci);
• ricavi accessori differenziali derivanti dalla gestione patrimoniale dell’asset.
Ricavi da pedaggio
I ricavi da pedaggio sono il risultato di un’elaborazione che è
schematizzato concettualmente in tre fasi.
• Definizione del nuovo modello d’esercizio, durante la quale
viene ipotizzato il nuovo assetto trasportistico dell’asset, derivante dai benefici di carattere funzionale direttamente connessi
con il progetto d’investimento. Si definiscono in questa fase il
numero e la caratteristica delle tracce che possono essere generate e sono compatibili con le migliorie di carattere infrastrutturale e tecnologico introdotte dall’investimento. Il confronto
con l’assetto trasportistico attuale fornirà il maggior numero di
tracce in termini di treni x km potenziali che possono essere
rese disponibili sul mercato agli operatori di trasporto.
• Verifica di compatibilità commerciale: è la fase durante la quale
dovrà essere verificata la condizione che la maggior potenzialità definita e calcolata al punto precedente in termini di maggior
numero di tracce (treni x km potenziali) sia associata a una reale
domanda di trasporto, in termini quantitativi e qualitativi. La
quota commercialmente sostenibile di maggiori tracce, in termini di treni x km commerciali, sarà quella che partecipa al calcolo dei maggiori ricavi da pedaggio.
• Calcolo del pedaggio: sulla rete ferroviaria italiana la metodologia
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Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
di calcolo e applicazione del pedaggio è disciplinata per decreto (DM 43T del 21.3.2000). Il calcolo dei ricavi differenziali da
pedaggio (∆Rp) sarà dato dalla seguente espressione:
∆Rp = ∆Rn + ∆Rt + ∆RTE
dove:
∆ Rn è il contributo ai ricavi per effetto del maggior numero
d’accessi ai nodi interessati da parte dei treni x km commerciali e
relativi maggiori tempi di permanenza, calcolato con la seguente
formula:
∑i (Pn x ki + PbaseminutoN x Ti)
∆Rt è il contributo ai ricavi per effetto del maggior numero d’accessi alle varie tratte interessate della rete da parte dei treni x km
commerciali e relative maggiori percorrenze chilometriche, calcolato con la seguente formula:
∑i ((Pt1+Pt2+… Ptk)i + PbasekmF/C x Kmi)
∆RTE è il contributo ai ricavi per effetto delle maggiori percorrenze nelle linee elettrificate da parte dei treni x km commerciali (esclusi quelli a trazione non elettrica), calcolato con la seguente formula:
∑i PbasekmE x Kmi
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Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
Ricavi accessori
Ulteriori ricavi, conseguenti alla realizzazione del progetto d’investimento, sono i ricavi di natura patrimoniale derivanti dalla
gestione dell’asset di riferimento modificato. Le tipologie identificate sono:
a) ricavi da locazione di maggiori superfici all’interno d’immobili industriali (officine di manutenzione, impianti merci ecc.);
b) ricavi da locazione di maggiori superfici a destinazione commerciale all’interno di fabbricati misti (e.g. stazioni);
c) ricavi da valorizzazione di aree dismettibili a seguito dell’investimento.
Il calcolo del relativo ricavo differenziale ∆R viene elaborato
facendo riferimento ai seguenti algoritmi:
a) ∆R = Pi x ∆Si
b) ∆R = Pc x ∆Sc
c) ∆R = Vt x Sd
dove:
Pi è il prezzo medio annuo di mercato per la locazione d’immobili a destinazione industriale in ambito ferroviario, espresso in
lire/mq;
∆Si è la superficie equivalente differenziale, a destinazione industriale, calcolata come somma tra le maggiori superfici calpestabili e il 10% delle maggiori superfici all’aperto;
Pc è il prezzo medio annuo di mercato per la locazione di locali
a destinazione commerciale, espresso in lire/mq;
∆Sc è la maggior superficie a destinazione commerciale;
Vt è il prezzo medio di mercato ottenibile dalla vendita di terreni, in relazione all’ubicazione e alla loro destinazione urbanistica;
Sd è la superficie dei terreni da dismettere.
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3.3 Costi di gestione
Gestione della manutenzione
I maggiori oneri economici che il gestore dell’infrastruttura deve
sostenere per garantire la manutenzione (sia ordinaria sia straordinaria) delle nuove opere che entrano in esercizio, secondo standard di qualità definiti, sono rappresentati da:
• costo delle prestazioni da affidare in appalto;
• costo dei materiali;
• costo delle prestazioni del personale. Di seguito si sintetizzano i
principali passaggi logici che, partendo dal progetto, identificano e analizzano le varie componenti interessate dal processo di
manutenzione.
Gli oggetti di manutenzione
I vari elementi d’infrastruttura, denominati oggetti di manutenzione, sono stati organizzati secondo una gerarchia predefinita,
con diversi livelli d’aggregazione, atta a rappresentare in maniera
completa e funzionale al processo la consistenza della rete ferroviaria nel suo complesso. In termini generali, un nuovo progetto
introduce una variazione nella consistenza degli oggetti di manutenzione presenti nell’asset di riferimento rispetto alla situazione
senza investimento.
Durante la fase progettuale saranno identificati:
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FOCUS | Investimenti
• i nuovi oggetti che entreranno in esercizio e per i quali decorrono gli oneri di manutenzione
e parallelamente:
• gli eventuali oggetti che cesseranno la loro funzione e saranno
quindi eliminati dal processo di manutenzione.
Politiche manutentive
La definizione delle politiche manutentive sugli oggetti di manutenzione caratterizza e qualifica la qualità della prestazioni e pone
le basi per la quantificazione dei relativi costi.
Definire le politiche manutentive significa di fatto stabilire una
relazione fra la struttura di un’organizzazione e le azioni da eseguire sui singoli oggetti di manutenzione, in maniera da garantire sicurezza e affidabilità del sistema. Per agevolare le attività di
pianificazione e per avanzare delle ipotesi attendibili di costo in
via preventiva, vengono messe a punto le attività standard intese
come l’insieme di operazioni che descrivono le azioni che il personale deve porre in essere sugli oggetti di manutenzione, per
garantire il rispetto della politica manutentiva per essi definita.
Ulteriore elemento rilevante per l’elaborazione dei piani di
manutenzione è la logistica intesa come:
• messa a punto della nuova organizzazione da attuare per gestire
il processo manutentivo sull’asset, modificato per la presenza
dell’investimento;
• definizione degli aspetti connessi con la gestione dei materiali.
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
dell’asset e alla qualità da ottenere;
• aspetti di natura logistica associati alle caratteristiche dell’asset.
Il costo delle prestazioni da affidare in appalto e il costo dei materiali sono quantificati secondo i criteri contenuti nel citato documento “modalità operative per lo svolgimento del processo di
manutenzione ordinaria e straordinaria e l’analisi sui costi”.
Il costo delle prestazioni del personale è quantificato tenendo
conto delle maggiori/minori esigenze d’unità di personale calcolato sulla base del fabbisogno, in termini di ore lavorative, nel
seguente modo:
Np = Noretotale / Noremedio
Cp = Np x Cmedio
dove:
Np è il maggior/minor numero di unità di personale necessario;
Noretotale è il numero di ore annuo complessivo relativo ai maggiori/minori oneri di manutenzione;
Noremedio è il numero medio di ore annue rese da un unità
lavorativa;
Cp è il costo totale annuo del personale;
Cmedio è il costo medio standard su base annua del personale
nelle qualifiche previste per le attività lavorative richieste dalla
maggiore/minore consistenza degli oggetti di manutenzione.
Il valore calcolato di Np e il relativo costo Cp si riferiscono principalmente al personale impiegato in maniera diretta nel proces-
Costi di manutenzione
La valutazione dei costi differenziali di manutenzione dell’asset definito sarà quindi il risultato del contributo al costo globale che può
essere associato ai seguenti parametri fondamentali:
• tipologia e numero dei nuovi oggetti di manutenzione nonché
tipologia e numero degli oggetti di manutenzione che vanno dismessi;
• politiche manutentive da adottare in relazione alle caratteristiche
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FOCUS | Investimenti
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
so produttivo. Eventuali maggiori necessità di personale indiretto,
derivanti dalla realizzazione del progetto d’investimento, saranno
calcolate ed evidenziate, valutando tuttavia di volta in volta la possibilità d’assorbirle con l’organizzazione esistente, nell’ambito dei
percorsi in atto di razionalizzazione e incremento dell’efficienza
delle attività di coordinamento e controllo del processi manutentivi.
Costi di gestione: gestione della circolazione
22
I costi derivanti dalla circolazione sono così disaggregabili:
• costo del personale;
• costo della trazione elettrica;
• altri costi (di cui i più rilevanti possono essere utenze e pulizie).
Il costo del personale è quello che ha un peso maggiore rispetto
agli altri ed è anche il più complesso da determinare.
• la variazione del numero di cabine a terra;
• la variazione del sistema di distanziamento dei treni.
Costo del personale
Stazioni presenziate
La gestione della circolazione è funzione del sistema d’esercizio e
del regime di circolazione della tratta e/o del nodo ferroviario
interessato dal progetto d’investimento.
Le ricadute che l’attivazione di un’opera ha sulla gestione della
circolazione dipendono quindi dalla variazione del sistema d’esercizio e del regime di circolazione che si ha sull’asset di riferimento, ed è di tipo differenziale; ciò vuol dire che i costi che ne
risultano, in diminuzione o in aumento, derivano dal confronto
della situazione attuale con quella futura a regime.
Poichè la situazione attuale della rete ferroviaria è caratterizzata da
una forte disomogeneità, risulta necessario esaminare caso per
caso le situazioni che si prospettano.
Per valutare, in termini generali, se ci possono essere variazioni del
costo del personale, indotte dall’attivazione di una nuova opera,
sono stati individuati, come proxy, alcuni elementi significativi:
• la variazione del numero di stazioni presenziate;
• la variazione del numero di posti di guardia che comandano
passaggi a livello;
L’incremento del numero di stazioni presenziate, che si può avere
nel caso d’attivazione di nuove linee ferroviarie, comporta un
incremento dei costi di circolazione; l’eliminazione di una stazione o la sua trasformazione in fermata, che si ha generalmente nei
lavori di potenziamento di linee esistenti, comporta in generale
una riduzione degli oneri di circolazione.
Posti di guardia
L’eliminazione dei posti di guardia esistenti, che comandano i passaggi a livello, comporta una riduzione degli oneri di circolazione dovuta al recupero del personale di presenziamento.
Cabine a terra
Le cabine a terra sono postazioni, generalmente presenti in grandi impianti, dalle quali si regola la circolazione di una parte del
piazzale. La soppressione di queste comporta una riduzione degli
oneri di personale.
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FOCUS | Investimenti
Distanziamento dei treni
L’utilizzo del sistema di distanziamento dei treni comporta una
variazione degli oneri di circolazione differenti in funzione del
tipo utilizzato; per esempio la trasformazione da blocco manuale
a blocco automatico e/o blocco conta-assi, comporta una riduzione del personale.Tuttavia per poter quantificare le reali variazioni di costo non si può prescindere dall’analisi della specifica
situazione: occorre, infatti, tenere presente che le mansioni del
personale addetto alla circolazione non sempre sono dedicate a
un solo ruolo; può quindi succedere che non ci sia sempre una
corrispondenza diretta tra la variazione di uno degli elementi
sopra indicati e la variazione della totalità del personale addetto.
Per ogni singola opera è necessaria quindi un’analisi delle mansioni attribuite alle singole persone, prima dell’attivazione di una
nuova opera e delle nuove esigenze che l’impianto presenta dopo
l’attivazione della nuova opera; da questa analisi scaturisce un’ipotesi di ridistribuzione di mansioni che determina la variazione
degli addetti alla circolazione.
Costo della trazione elettrica
Il costo della trazione elettrica dipende dal tipo di treno che utilizza la linea. I treni merci – in quanto normalmente più lunghi e
più pesanti – sono quelli che in genere hanno un assorbimento
d’energia elettrica superiore a quello d’un treno passeggeri e
comunque variabile da treno a treno in funzione del numero dei
carri e del carico trasportato; per i treni passeggeri il consumo
d’energia elettrica varia soprattutto in funzione del peso e della
velocità di percorrenza.
Per una valutazione analitica del costo dell’energia elettrica
dovrebbero essere disponibili il programma d’esercizio modificato, la composizione dei treni e la stima di un carico trasportato.
L’energia elettrica fa parte dei consumi standard specifici attribuiti al cliente, secondo il decreto del pedaggio, e pertanto, in
24
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
coerenza con esso, il costo medio unitario di assorbimento d’energia elettrica viene stimato sulla base dei treni*km differenziali. Da tale calcolo sono ovviamente esclusi i treni a trazione non
elettrica.
Altri costi
Gli altri costi sono stimati in funzione della rilevanza che possono avere, in relazione all’investimento effettuato. Si ritiene che
nella gestione della circolazione siano rilevanti i costi per:
• utenze accessorie necessarie all’espletamento dell’esercizio ferroviario (acqua, energia elettrica, riscaldamento, linee telefoniche ecc.);
• pulizie d’immobili industriali funzionali alla circolazione treni
(stazioni, cabine ecc.).
La stima della variazione di tali costi è legata alla quantificazione
di specifici parametri, da valutare di volta in volta, in relazione allo
specifico progetto, ad esempio: potenza delle nuove installazioni
tecnologiche, maggiori superfici degli immobili industriali ecc. La
stima viene effettuata per standard in analogia con situazioni simili presenti sulla linea.
3.4 Criteri per l’elaborazione del piano
economico-finanziario
Sulla base dei costi e dei ricavi calcolati secondo i criteri esposti
nel paragrafo precedente, viene elaborato il piano economicofinanziario sulla base dell'attualizzazione dei flussi di cassa, prevedendo i passaggi logici descritti nel seguito e la conseguente elaborazione d’una serie di documenti di output.
Costruzione del profilo monetario
Partendo dalle conseguenze economiche, valutate nel modo
descritto nel paragrafo precedente, vengono individuati entità e
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successione temporale dei flussi di cassa associati alla realizzazione
dell'investimento, derivanti dalle seguenti componenti elementari:
• esborso iniziale: misura l'impiego di capitale necessario per l'attuazione del progetto; è un flusso di cassa negativo, che può aver
luogo tanto in un'unica soluzione quanto in momenti successivi;
• flusso monetario di gestione: rappresenta la misura di sintesi
delle entrate e delle uscite monetarie connesse alla gestione corrente e generate dall'investimento; si tratta d’un flusso di cassa
netto della gestione corrente per la valutazione del quale si considerano:
• le componenti monetarie di carattere operativo legate alla
gestione dell'investimento, prescindendo quindi dalla stima d’eventuali oneri finanziari, che attengono alla valutazione della
sostenibilità finanziaria;
• le conseguenze fiscali dovute alla variazione della base imponibile generata dai costi e dai ricavi associati all'investimento.
Il calcolo del flusso monetario netto avviene nel seguente modo:
Reddito operativo netto
+ costi non monetari (ammortamenti e accantonamenti)
- ricavi non monetari (costi capitalizzati)
- variazione del capitale circolante netto
Procedimento d’attualizzazione
Una volta delineato il profilo – entità e successione temporale –
dei flussi di cassa, occorrerà sottoporre gli stessi al procedimento
d’attualizzazione, che consente di trasferire al tempo zero i flussi
di cassa, scontando sia il valore finanziario del tempo sia il rischio.
Il procedimento d’attualizzazione implica la scelta d’un tasso
appropriato, per la stima del quale occorre tenere conto del costo
del capitale investito e del rischio sistematico del settore in cui si
attua l'investimento (costo opportunità del capitale investito o
WACC – Weigthed Average Cost of Capital).
Ogni anno vengono definiti i tassi d’attualizzazione più opportu-
26
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
ni da impiegare nel calcolo, ottenuti come media ponderata tra la
remunerazione dei mezzi propri e la remunerazione dei mezzi
terzi. I tassi sono differenziati in base alle modalità di finanziamento dell’iniziativa:
• contributi pubblici;
• autofinanziamento.
E per questi ultimi vi è un’ulteriore distinzione sulla base del
rischio associato all’iniziativa (basso, medio, alto).
Si ritiene opportuno conservare la struttura e la metodologia di
costruzione dei costi opportunità del capitale (Modello CAPM –
Capital Asset Pricing Model), incrementando però il premio reale
per investimenti rischiosi, soprattutto nel caso d’iniziative di carattere innovativo con forti componenti tecnologiche, che spesso
non trovano adeguati riferimenti nell’esperienza aziendale.
La durata temporale dell’analisi economica e di redditività è fissata in ragione della vita utile dell'investimento, ovvero della stima
del numero d’anni d’operatività a partire dall’entrata in esercizio
delle opere realizzate.
Tale durata dipende dalla tipologia d’investimenti e si può assumere compresa tra: 15-20 anni (per investimenti con forte connotazione tecnologica) e 20-25 anni per investimenti con prevalenti caratteristiche di potenziamento infrastrutturale. Durate
temporali più lunghe non si ritiene siano significative, sia per la
difficoltà d’effettuare previsioni a così lungo termine sia per il
modesto contributo apportato dagli ultimi anni sui flussi attualizzati. L’analisi viene effettuata, di norma, in Euro correnti, considerando l’evoluzione dei prezzi al consumo con riferimento
all’inflazione programmata prevista da fonti ufficiali.
Indicatori sintetici
Gli indicatori sintetici calcolati che consentono d’esprimere un
giudizio sulla redditività dell'investimento sono:
• VAN o NPV (valore attuale netto);
• TIR o IRR (tasso interno di rendimento);
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FOCUS | Investimenti
• IR (tasso di redditività);
• periodo di recupero o pay-back period;
• tasso medio di rendimento;
• rapporto NPV / IPV.
I primi tre criteri si definiscono finanziari in quanto basati sui
flussi di cassa scontati, cioè sottoposti al procedimento d’attualizzazione; gli altri forniscono indicazioni sintetiche d’immediata
interpretabilità per la valutazione dell'investimento.
3.5 Elaborati economico–finanziari
Gli elaborati di carattere economico-finanziario che rappresentano l’output finale dal modello descritto sono:
• lo stato patrimoniale differenziale;
• il conto economico differenziale;
• il rendiconto finanziario;
• il piano dei flussi di cassa;
• gli indicatori sintetici.
Tali elaborati contengono le informazioni atte a quantificare in
che modo varia l’equilibrio economico del gestore nonché la
capacità dell’investimento di remunerare il capitale investito.
28
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
3.6 Analisi del rischio
Nell’ambito del dossier di valutazione vengono prese in considerazione le seguenti tipologie di rischio:
• i rischi connessi alla realizzazione dell’investimento (rischi
ambientali e rischi legati soprattutto ai possibili ritardi/blocchi
nella realizzazione dell’investimento);
• i rischi connessi alla gestione dell’asset a seguito dell’investimento (rischi di mercato, rischi di valutazione d’offerta ferroviaria, rischi d’impatto organizzativo, rischi nella quantificazione dei costi).
Nell’ambito delle analisi svolte per la definizione del piano degli
investimenti saranno evidenziati:
• i rischi d’incremento del costo di realizzazione;
• i rischi di slittamento dei tempi di messa in esercizio delle singole opere funzionali.
Nell’ambito del programma di produzione saranno evidenziati:
• i rischi d’incremento dei costi per la gestione della circolazione
e per la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’asset;
• i rischi connessi alla difficoltà di quantificazione dei costi di
manutenzione d’oggetti d’investimento innovativi;
• i rischi connessi alla difficoltà/impossibilità di ridurre la consistenza di personale sull’asset e conseguente difficoltà/impossibilità di ridurre i costi di personale.
Nell’ambito del programma commerciale saranno evidenziati:
• i rischi di mercato e di reale incremento della domanda di tracce con conseguenti effetti sulla previsione dei ricavi da traffico;
• i rischi derivanti da tempi di fermi linea più lunghi rispetto a
quanto preventivato nel piano degli investimenti.
Il dossier di valutazione evidenzierà anche i vincoli esterni gravanti sul progetto d’investimento. In tale ambito la relazione conterrà l’evidenziazione delle problematiche connesse all’inserimento e all’impatto ambientale e paesaggistico (comprese le
eventuali preesistenze archeologiche) dell’investimento.
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FOCUS | Investimenti
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
La presenza di vincoli esterni (impatto ambientale e paesaggistico) è nella maggior parte dei casi nulla nella fase d’analisi economico-finanzaria del processo di valutazione degli investimenti.
Infatti, ricordiamo che tale fase del processo viene attivata successivamente alla disponibilità d’un documento di progettazione
definitiva (ottica Merloni) nell’ambito della quale tali problematiche sono state già risolte (al netto d’incidenti di percorso).
Peraltro ricordiamo che la progettazione definitiva prevede già la
conclusione delle Conferenze dei servizi.
3.7 Analisi di sensitività
I risultati dell’analisi di rischio rappresentano la base informativa
per la realizzazione dell’analisi di sensitività del progetto, che si
traducono in effetti quantitativi sul piano economico-finanziario
di progetto. L’analisi di sensitività è condotta sulle seguenti variabili:
• il volume dei ricavi da pedaggio;
• il volume dei costi operativi;
• la spesa per investimenti;
• il tasso d’attualizzazione.
4. Evoluzione metodologica – Effetto rete
Quanto descritto nei paragrafi precedenti risolve la questione
principale di valutare l’impatto del generico progetto d’investimento sull’equilibrio economico del gestore e valutarne la redditività. L’analisi viene condotta in maniera puntuale e mirata, focalizzando l’attenzione su componenti del network (asset) di norma
limitati nelle dimensioni e quindi spesso non idonei a rappresentare le dinamiche d’una realtà trasportistica in continua evoluzione. Pertanto, fermi restando gli obblighi cui il gestore è chiamato
ad adempiere nei rapporti con l’azionista, si sente la necessità di
dotarsi di strumenti più idonei a rappresentazioni di sviluppo del
network, di medio e lungo periodo, maggiormente incentrate
sull’inquadramento strategico dei progetti.
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L’implementazione metodologica in corso, suggerita dalla disponibilità d’un numero notevole di documenti di valutazione, si
pone l’obiettivo di rappresentare, attraverso un adeguato contenuto informativo, gli effetti complessivi di gruppi di progetti, di
peso rilevante, che producono, in maniera sinergica, effetti connessi al raggiungimento d’obiettivi strategici su componenti più
ampie dell’infrastruttura ferroviaria, che chiameremo “macro asset
geografico” e sono caratterizzati dalla posizione geografica e da
specifiche caratteristiche funzionali. L’articolazione della rete ferroviaria in un numero adeguato di “macro asset geografici”, seppure non risolve compiutamente tutti i possibili effetti causati dall’interazione tra progetti, consente di raggiungere un primo tentativo d’approccio al cosiddetto “effetto rete”, che garantisce una
visione integrata dei programmi d’investimento. Su tali “macro
asset geografici” saranno effettuate analisi economico-finanziarie
di tipo aggregato derivanti dall’effetto combinato dei gruppi di
progetti individuati. Il percorso logico da seguire è sintetizzato nei
seguenti passaggi, descritti poi nel seguito:
1) individuazione degli asset di riferimento;
2) individuazione dei progetti che vi insistono e loro correlazioni;
3) elaborazione delle analisi.
1) Individuare il “macro asset geografico” significa individuare
una porzione della rete, composta da linee, nodi e impianti in
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FOCUS | Investimenti
genere, caratterizzata dal raggiungimento di obiettivi strategici
prefissati. Le tipologie più significative, in relazione alla “vocazione” di carattere trasportistico, sono le seguenti:
• corridoi merci;
• itinerari passeggeri;
• grandi nodi metropolitani;
• bacini d’interesse regionale (o interregionale).
Se è vero che tali componenti interagiranno tra loro per determinare l’effetto rete complessivo, è pur vero che si può considerare accettabile tale approssimazione, tenendo conto dello
specifico segmento di trasporto che li caratterizza e della
sostanziale separazione dei traffici (merci, pax lunga percorrenza e regionale) che sempre di più caratterizza la rivisitazione
funzionale degli snodi più critici della rete: i nodi.
2) In questa fase saranno individuati gruppi di progetti (contenuti nei piani aziendali consolidati) la cui attuazione concorre al
raggiungimento dei citati obiettivi di carattere strategico sul
“macro asset geografico” individuato, distinguendo tra le seguenti tipologie:
• progetti con effetto puntuale sulle componenti d’infrastruttura all’interno del “macro asset geografico”;
• progetti con effetto puntuale su nodi significativi che fanno
parte del “macro asset geografico”;
• progetti di carattere diffuso (a livello intera rete) che introducono effetti significativi sul “macro asset geografico”;
• progetti di carattere tecnologico, con effetti prioritari sull’efficienza dei processi industriali del “macro asset geografico” .
3) L’ultima fase consiste nel dare evidenza ai principali risultati che
possono essere raggiunti sul ”macro asset geografico”, per effetto dei progetti che v’insistono, dal punto di vista:
• trasportistico/commerciale (e.g. incremento/modifica dell’offerta teorica/sostenibile in termini quantitativi e qualitativi);
• industriale (impatto sui principali processi di gestione dell’infrastruttura: circolazione, manutenzione ecc.);
• patrimoniale (importanti valorizzazioni di aree metropolitane).
32
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
5. Il modello di valutazione strategica
• Relazione tra le fasi funzionali dei progetti e relativi tempi d’attuazione.
• Configurazione dell’infrastruttura nello “stato attuale” e nello
“stato a regime”.
• Disegno progressivo dell’assetto funzionale dell’infrastruttura, in
relazione a scenari significativi connessi a risultati attesi di carattere commerciale e industriale.
• Verifica dei risultati ottenuti, attraverso il confronto con le
simulazioni di carattere trasportistico sull’intera rete (supportate da adeguati modelli di simulazioni: e.g. SAVEF), basate sull’analisi evolutiva della domanda e sugli scenari di sviluppo complessivo dell’infrastruttura.
5.1 Risultati dell’analisi economico-finanziaria
• Definizione, in termini quantitativi, degli effetti economici (e/o
finanziari) attesi, per effetto dell’azione congiunta dei progetti
“correlati”, per ogni scenario individuato.
• Valutazione complessiva degli investimenti considerati, nell’orizzonte temporale prefissato.
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FOCUS | Investimenti
5.2 Identificazione dei “macro asset strategici”
Il Piano degli investimenti consolidato rappresenta la chiave di
lettura primaria per identificare componenti della rete infrastrutturale, oggetto di programmi di sviluppo, che aggregate all’interno delle tipologie di asset indicate al paragrafo 4 costituiscono la
rappresentazione geografica, connessa agli obiettivi di carattere
strategico, in termini trasportistici e in termini industriali.
Tale analisi ha portato a individuare i “macro asset strategici”,
richiamati nel paragrafo 4 e descritti di seguito.
Corridoio merci
Insieme di linee e componenti infrastrutturali (e.g. terminali
merci) che pongono in collegamento punti della rete interessati
da origine/destinazione delle merci (porti, interporti, raccordi
industriali, valichi ecc.) e sul quale la strategia di sviluppo è finalizzata a garantire adeguata capacità di trasporto e adeguati requisiti prestazionali rispetto alla circolazione di treni merci con specifiche caratteristiche in termini di composizione, peso, sagoma ecc.
Corridoi
Itinerari
Pontremolese
Adriatico
Transpadano
Tipologia trasporto
prevalente
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
Origine/Destinazione
Merci
da La Spezia a Verona
Corridoio di
collegamento ponti
nord Tirreno con
bacini di
terminalizzazione
area emiliana
e veneta
Merci/Viaggiatori LP
da Bari a Verona
(con diramazioni sud
verso Taranto/Gioia Tauro
e verso valichi con la
Svizzera)
Corridoio di
collegamento porti
G. Tauro e Taranto
con bacini di terminalizzazione area
emiliana e veneta
e valico Brennero
(merci)
da Bardonecchia a Villa
Prosecuzione
corridoio 5 (merci)
Collegamento tra
capoluoghi regioni
padane (passeggeri)
da Ventimiglia a Milano
e prosecuzione verso
valichi con la Svizzera
Corridoio di collegamento Spagna, sud
Francia con corridoio transpadano,
bacino di terminalizzazione area milanese e valichi con
la Svizzera
Merci/Viaggiatori LP
Itinerario passeggeri
Insieme di linee che pongono in collegamento città (generalmente
capoluoghi di regione) interessate da volumi significativi di traffico
passeggeri e sui quali la strategia di sviluppo è orientata a porre le
condizioni per garantire la circolazione di treni passeggeri con adeguata frequenza e adeguate caratteristiche di comfort e velocità.
Area metropolitana
Insieme di linee afferenti grandi nodi metropolitani caratterizzati
da significative esigenze di mobilità prevalentemente urbana e
suburbana e sui quali la strategia di sviluppo è quella della specializzazione dei traffici, finalizzata a garantire servizi di tipo metropolitano, caratterizzati da frequenze specifiche in relazione alle
fasce orarie e passo ridotto tra le fermate.
34
Ligure padano
Note
Merci
Tirrenico
Merci
da Genova a Paola
Corridoio di collegamento ponti nord
Tirreno con bacini
industriali meridione
e corridoio adriatico
con prolungamenti
verso Gioia Tauro
Napoli-Bari
Viaggiatori LP
da Napoli a Bari
Itinerario di collegamento tra le due
principali città
dell’Italia meridionale
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FOCUS | Sicurezza
Dall’analisi di redditività alla valutazione strategica dei progetti ferroviari
Bacino regionale
Aree
metropolitane
Nodo di Torino
Nodo di Milano
Nodo di Genova
Nodo di Bologna
Nodo di Firenze
Nodo di Roma
36
Tipologia
trasporto
prevalente
Viaggiatori metropolitano
Viaggiatori metropolitano
Viaggiatori metropolitano
Viaggiatori metropolitano
Composizione
Note
Linee del nodo di Torino
Servizi metropolitani all’interno del
nodo di Torino e
verso l’hinterland
con estensione
all’ambito regionale
Linee del nodo di Milano
e radiali con valenza di
trasporto metropolitano
e regionale
Servizi metropolitani all’interno del
nodo di Milano e
verso l’hinterland
con estensione
nell’ambito
regionale
Servizi metropolitani all’interno del
Linee del nodo di Genova nodo di Genova e
e radiali con valenza di
verso l’hinterland
trasporto metropolitano
con estensione
e regionale
nell’ambito
regionale
Servizi metropolitani all’interno del
Linee del nodo di Bologna nodo di Bologna e
e radiali con valenza di
verso l’hinterland
trasporto metropolitano
con estensione
e regionale
nell’ambito
regionale
Viaggiatori metropolitano
Servizi metropolitani all’interno del
Linee del nodo di Firenze nodo di Firenze e
e radiali con valenza di
verso l’hinterland
trasporto metropolitano
con estensione
e regionale
nell’ambito
regionale
Viaggiatori metropolitano
Servizi metropolitani all’interno del
Linee del nodo di Roma e nodo di Roma e
radiali con valenza di
verso l’hinterland
trasporto metropolitano, con estensione
regionale verso Abruzzo
nell’ambito
e Molise
regionale verso
l’Abruzzo e il Molise
Insieme di linee di collegamento tra città all'interno di bacini di
traffico caratterizzati da significative esigenze di mobilità (generalmente a livello regionale) e sui quali la strategia di sviluppo è
finalizzata a garantire servizi con frequenze specifiche in relazione alle fasce orarie e passo adeguato tra le stazioni.
Bacini
regionali
Tipologia
trasporto prevalente
Composizione
Siciliano
Viaggiatori regionale
Rete siciliana
Collegamento tra i
principali capoluoghi di
provincia della Sicilia
Viaggiatori interregionale
Orte-Falconara
e diramazione
verso Firenze
Collegamento tra i
principali capoluoghi
di provincia delle
regioni del triveneto
Viaggiatori interregionale
Collegamento tra i
principali capoluoghi di
Rete a valenza
regionale del triveneto provincia delle regioni
del triveneto
Umbro
Marchigiano
Triveneto
Note
Calabro-Lucano Viaggiatori regionale
Rete calabro-lucana
Collegamento tra le
città all’interno del
bacino calabro-lucano
Pugliese
Viaggiatori regionale
Nodo di Bari e linee
afferenti
Collegamento tra le
città della Puglia e
Bari
Sardegna
Viaggiatori regionale
Rete sarda
Collegamento tra i
principali capoluoghi
di provincia della
Sardegna
6. Schema di rappresentazione
Lo schema grafico del generico “macro asset geografico” e l’identificazione dei parametri che ne qualificano le caratteristiche
funzionali più rilevanti, ai fini trasportistici e industriali, rappresentano un modo sintetico per proporne una rappresentazione di
carattere strategico.
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IMPAGINATO
A2 MOD.
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Gli investimenti sulla
manutenzione della rete:
obiettivo strategico per RFI
MATTEO TRIGLIA
direttore della Direzione
manutenzione di RFI SpA
Generalità
Il contesto
RFI garantisce la manutenzione ordinaria
e straordinaria dell’infrastruttura ferroviaria
in tutte le sue parti e promuove
la pianificazione e l’adeguamento
delle strumentazioni tecniche secondo
criteri di disponibilità, affidabilità
e manutenibilità. La manutenzione
ferroviaria coinvolge aspetti di enorme
rilievo: patrimoniale, tecnologico, economico
e umano, gestendo il mantenimento
in efficienza di sistemi complessi.
Rete Ferroviaria Italiana SpA1 opera in regime di concessione
pubblica e il quadro economico del suo rapporto con lo Stato è
contenuto nel Contratto di Programma (2001-2005) stipulato tra
il gestore dell’infrastruttura e il ministero dei Trasporti e della
navigazione il 2 maggio 2001.
RFI adempie alle funzioni assegnatele attraverso i propri processi
industriali: commerciale, circolazione, manutenzione, investimenti,
patrimonio.
In campo manutentivo ha attualmente assegnate, tra le altre, le
seguenti responsabilità:
• garantire la piena utilizzabilità e il costante mantenimento in efficienza delle linee e delle infrastrutture ferroviarie;
• tutelare gli standard di sicurezza e prestazionali d’affidabilità di tutta
l’infrastruttura nazionale;
• assicurare il potenziamento, l’ammodernamento tecnologico e lo
sviluppo degli impianti e delle linee ferroviarie gestendone gli
investimenti.
Attraverso il processo di “manutenzione”, RFI assolve alle proprie
responsabilità garantendo un presidio e una gestione programmata
delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria. Inoltre, promuove attività di pianificazione e d’adeguamento delle strumentazioni tecniche. Nello sviluppo e nell’ammodernamento degli impianti
ferroviari contribuisce, anche in fase progettuale, affinché si seguano
gli importanti criteri di disponibilità, affidabilità e manutenibilità.
Rete Ferroviaria Italiana cura la manutenzione di oltre 16.000 km di
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linee, due terzi delle quali sono elettrificate, con circa 6.400 km a
doppio binario; circa 2.700 stazioni e fermate per il servizio viaggiatori e 479 impianti merci.
Le differenti tipologie d’opere e apparecchiature possono essere
aggregate in cinque settori principali:
• opere civili;
• armamento;
• trazione elettrica (energia, alimentazione e linee di contatto);
• apparati di segnalamento;
• impianti di telecomunicazione;
con differenti infrastrutture coinvolte, da opere murarie a tecnologie
informatiche sofisticate.
A presidiare, direttamente o indirettamente, la manutenzione ordinaria e straordinaria dei diversi settori sono chiamati circa 18.000
dipendenti, poco più della metà della forza lavoro di RFI. Inoltre ci
si avvale di ditte, qualificate secondo opportuni standard selettivi, nei
diversi settori, soprattutto per le attività di manutenzione straordinaria.
Gli aspetti della manutenzione in RFI
e le linee strategiche
Il classico processo di manutenzione è volto a contenere o, se possibile, a eliminare eventuali scostamenti di macchine (o attrezzature) dalle funzionalità richieste. I numeri di RFI dicono che il
suo asset non è composto semplicemente dalle classiche macchine industriali ma è fatto di diverse “entità”2, quali ponti, gallerie,
binari, sistemi d’elettrificazione, sistemi di telecomando e telecontrollo eccetera. Dunque, RFI non fa solo manutenzione sulle
tradizionali apparecchiature, ma gestisce il mantenimento in efficienza di sistemi “complessi”. La manutenzione dell’infrastruttura
ferroviaria si identifica, infatti, in aspetti di enorme portata:
• aspetto patrimoniale: l’investimento di capitali negli impianti ferroviari, data la crescente necessità di trasporto su rotaia, è enorme, da cui l’importanza di preservarli in condizioni ottimali;
• aspetto tecnologico: tutte le innovazioni vanno viste, tra le altre
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Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
cose, sotto il profilo della durata delle loro prestazioni che non
può prescindere dal loro grado di manutenibilità;
• aspetto economico: una razionale manutenzione degli impianti
costituisce un’attività che contribuisce notevolmente al non
decremento della ricchezza prodotta dall’azienda;
• aspetto umano: la complessità degli impianti richiede grande
quantità di manutentori con elevati livelli di qualificazione e
professionalità.
RFI svolge, a seconda del contenuto dei lavori e della loro finalità:
• manutenzione ordinaria;
• manutenzione straordinaria.
Il significato delle suddette due categorie di manutenzione, nel
quale s’identifica il contesto manutentivo di Rete Ferroviaria
Italiana, è esplicitato di seguito.
La manutenzione ordinaria è caratterizzata da quella tipologia d’interventi manutentivi durante il ciclo di vita atti a:
• mantenere l’integrità originaria del bene;
• mantenere o ripristinare l’efficienza dei beni;
• contenere il normale degrado d’uso;
• garantire la vita utile del bene;
• far fronte a eventi accidentali.
Generalmente gli interventi sono richiesti a seguito di:
• attuazione di politiche manutentive (manutenzione preventiva,
ciclica, predittiva, secondo condizione, come definite nelle UNI
9910, UNI 10147 e EN 13306);
• esigenza d’ottimizzare la disponibilità del bene e migliorarne
l’efficienza (interventi di miglioramento o di piccola modifica
che non comportano incremento del valore patrimoniale del
bene);
• rilevazioni di guasti o avarie (manutenzione a guasto o correttiva, come definita nella UNI 9910).
I suddetti interventi non modificano le caratteristiche originarie
(dati di targa, dimensionamento valori costruttivi, ecc.) del bene
stesso e non ne modificano la struttura essenziale o la loro destinazione d’uso.
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La manutenzione straordinaria è invece costituita da quella tipologia d’interventi non ricorrenti e d’elevato costo, in confronto al valore di rimpiazzo del bene e ai costi annuali di
manutenzione ordinaria dello stesso. Questi interventi, inoltre, possono prolungare la vita utile e/o, in via subordinata,
migliorare l’efficienza, l’affidabilità, la produttività, la manutenibilità e l’ispezionabilità. Gli interventi inseriti in questa
tipologia hanno tutti i requisiti di non ripetitività e di costo
elevato.
Gli interventi di manutenzione straordinaria sono capitalizzati in quanto, oltre ai suddetti requisiti, presentano caratteristiche tecniche, finanziarie o di legge tali da consentire l’incremento del valore patrimoniale del bene.
Tenendo conto di tutti questi aspetti si può affermare che
“investire in manutenzione significa migliorare l’efficienza e la produttività degli impianti al minimo costo globale”.
Facendo riferimento alla sicurezza della circolazione, al rispetto degli obblighi di legge e all’affidabilità degli impianti, la
Direzione manutenzione si pone come obiettivo il “miglioramento degli standard di qualità delle infrastrutture e la riduzione dei costi totali di manutenzione, attraverso la corretta
gestione del processo manutentivo e in particolare della pianificazione della manutenzione straordinaria”. Le linee strategiche che guidano l’attività di pianificazione della manutenzione straordinaria e l’attività di gestione di quella ordinaria
sono le seguenti:
• definire gli interventi necessari di manutenzione straordinaria in base alla previsione della fine della vita utile del cespite;
• definire, in tempo utile, le risorse necessarie alle attività da
svolgersi per la realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria, di manutenzione ordinaria e delle attività di supporto alla realizzazione degli investimenti stabilendo il Piano d’attività e di manutenzione;
• mantenere costantemente a livello di progetto le potenzialità
reddituali degli asset industriali.
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Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
Gli investimenti in strumenti
a supporto della manutenzione
Raggiungere i risultati di cui sopra non può prescindere dall’utilizzo di opportuni mix d’innovazioni tecnologiche e interventi
organizzativi a supporto del processo di manutenzione, tra questi
i principali sono la diagnostica e il sistema informativo di manutenzione.
La diagnostica
La diagnostica è uno strumento insostituibile per indirizzare la
manutenzione. Mediante la diagnostica è possibile determinare lo
“stato di salute” delle diverse componenti dell’infrastruttura ferroviaria. Il fine è d’estrema importanza:
• garantire la sicurezza dell’esercizio;
• prevenire i guasti;
• indirizzare le risorse manutentive laddove si registra un degrado delle caratteristiche dei parametri di funzionamento dell’infrastruttura incompatibile con il livello di servizio desiderato
(manutenzione on condition).
Risulta subito evidente come la diagnostica dia un enorme contributo all’adozione di una manutenzione correttamente sintonizzata sulla necessità; ciò significa minimizzare gli sprechi di
risorse e ottimizzare i costi. L’analisi della diagnostica degli
impianti, inoltre, costituisce elemento essenziale per la definizione degli interventi, da realizzare per i rinnovi, nelle località e nei
momenti giusti e, conseguentemente, delle risorse finanziarie da
destinare. Per queste ragioni, RFI investe ogni anno nello sviluppo tecnologico dei sistemi di diagnostica sia fissa sia mobile.
La diagnostica fissa viene attuata mediante l’applicazione stabile
di dispositivi di misura su particolari enti dell’infrastruttura, in
maniera da rilevare in continuo i parametri di funzionamento. La
diagnostica mobile viene attuata mediante rotabili attrezzati con
sistemi di misura che transitano sulle linee rilevando i parametri
significativi dello stato e del funzionamento dell’infrastruttura.
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Nell’ambito dei finanziamenti assegnati dallo Stato è recentemente
entrato in esercizio un nuovo “treno diagnostico” che si aggiunge alla
flotta già esistente: il treno misure “Archimede” (fig. 1), il quale rappresenta la più avanzata frontiera tecnologica nel campo della manutenzione. Grazie a specifici algoritmi, esso permette una “diagnostica
predittiva”, ovvero la possibilità di prevedere dopo quanto tempo un
guasto potrà verificarsi, così da poterlo prevenire, con ovvi benefici
economici. Esso verrà utilizzato per monitorare tutte le direttrici di
maggiore interesse commerciale e in particolare a controllare con
cadenza quindicinale le linee Milano-Napoli, Torino-Venezia e la
futura linea AV/AC Roma-Napoli.
I principali benefici attesi dall’investimento sul treno misure
Archimede sono:
• l’unificazione su un solo convoglio di tutta la diagnostica mobile
dell’infrastruttura;
• il ridotto impegno delle tracce orarie grazie all’elevata velocità di
rilievo (200 km/h);
• l’introduzione di misure mobili attualmente non effettuate (usura
della linea di contatto e diagnostica del BACC);
• l’istituzione di misure relative a settori finora controllati solo episodicamente (dinamica di marcia, interazione ruota-rotaia e pantografo-catenaria);
• l’aumento delle frequenze di controllo sulle linee a costi globalmente contenuti;
fig. 1 - Un’immagine
del nuovo treno
misure “Archimede”.
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Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
• l’elevata correlazione tra le misure di diversi settori (ad es., geometria del binario – geometria della catenaria, interazione
ruota/rotaia – geometria del binario, armoniche di ritorno TE –
correnti di segnalamento ecc.).
Risulta evidente come i precedenti punti si traducono in enormi
vantaggi in termini di riduzione dei costi operativi, rendendo più
efficiente una serie di verifiche e misure finora eseguite con
mezzi ordinari. Inoltre, in termini di disponibilità dell’infrastruttura, va da sé che:
• la maggiore frequenza e completezza delle misure sul binario
contribuirà a ridurre i provvedimenti accidentali di restrizione
della circolazione;
• il controllo dell’interazione pantografo-catenaria e dei distacchi
orienterà la manutenzione alla prevenzione degli inconvenienti
causati dalla linea di contatto;
• le informazioni sul funzionamento delle apparecchiature BACC
di terra e sulle condizioni di ricezione a bordo treno contribuiranno a ridurre le perdite di codice con effetto immediato sulla
regolarità;
• l’analisi delle armoniche presenti nella corrente di trazione
potrà fornire informazioni sul funzionamento delle SSE volte a
prevenire gli scatti degli interruttori IR dei locomotori.
Il sistema informativo di manutenzione
La crescente complessità degli impianti ferroviari ha richiesto una
progettazione ad hoc dell’intera gestione operativa e amministrativa della manutenzione. Progettazione finalizzata a favorire
armonia, coerenza e sistematicità alla vastità d’informazioni propria d’una realtà complessa.Va da sé che un progetto così articolato ha reso necessario un sistema informativo tale da supportare
la gestione degli interventi manutentivi evidenziandone le parti
variabili su cui attuare politiche di miglioramento continuo.
“L’obiettivo è il totale governo delle attività per ottenere incrementi d’efficacia e riduzione dei costi tramite significativi risparmi negli oneri di gestione”.
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WW
Gestione
Magaz.
SD
SD
Vendite
Vendite
MM
Gestioni
Matriali
Gli investimenti
in manutenzione straordinaria
FI
Contabilità
CO
Controlling
PP
Pianificazione
Produzione
AA
Gestione
Cespiti
Banca Dati Unica
QM
Controllo
Qualità
PS
Progetti
PM
Manuten.
Impianti
HR
Risorse
Umane
WF
Wonderflow
IM
Budget
Investiment
CATS
Time
Sheet
fig. 2 - Modello d’integrazione
Per queste ragioni RFI ha adottato un sistema in grado d’integrare il processo della manutenzione con tutti gli altri processi
aziendali: IN.RETE2000 su piattaforma SAP. Le connaturate scalabilità e adattabilità di IN.RETE2000 fanno sì che esso rappresenti uno strumento di reporting per il vertice aziendale, un supporto decisionale per la struttura e il management tecnico, nonché uno strumento di gestione per gli operativi. La piattaforma
applicativa è “SAP R/3 Versione 4.6”.
Il modello d’integrazione (fig. 2) offerto da SAP, sistema informativo
integrato ERP (Enterprise Resource Planning), permette di realizzare appieno l’articolato processo manutentivo di RFI. Il modulo applicativo per la manutenzione impianti (PM) supporta la pianificazione,
la programmazione e l’esecuzione delle attività di manutenzione
degli impianti. In un'unica banca dati confluiscono l’area operativa e
quella amministrativa legate dal controllo di gestione in termini di
budget e reporting.
Attraverso IN.RETE 2000, RFI integra i contenuti culturali e organizzativi nell’operatività della gestione, facilita la memorizzazione del
patrimonio di conoscenze che si accumulano nel corso degli anni,
fornisce i canali su cui sintonizzare l’azione manutentiva.
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Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
Il principale strumento di programmazione economico-finanziaria per
RFI è il Contratto di programma (CdP)3, all’interno del quale sono
delineati il Piano degli investimenti in manutenzione straordinaria e la
relativa copertura finanziaria (tabella 4 del CdP). Il Contratto finanzia
gli interventi di natura infrastrutturale e tecnologica. I grandi investimenti che RFI sta portando a compimento in questi anni per ripristinare il normale livello d’efficienza degli impianti ferroviari sono collocati all’interno del Piano straordinario di revisione rete (PSRR), mentre quelli volti a elevare gli standard prestazionali e la sicurezza degli
impianti esistenti sono individuati nel Piano di upgrading della rete.
Che cosa si è fatto:
il Piano straordinario di revisione rete
Per far fronte a specifiche esigenze improcrastinabili per la
garanzia del mantenimento in efficienza delle infrastrutture ferroviarie, nel 1998 è stato avviato il Piano straordinario di revisione rete (PSRR). Queste esigenze portavano in seno una serie
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di questioni di carattere economico, gestionale e tecnico. Dal
punto di vista tecnico era necessario recuperare gli arretrati di
manutenzione accumulatisi nel tempo. Arretrati conseguenti a
pianificazioni “discontinue” perché legate agli iter approvativi
delle leggi finanziarie. Una corretta gestione del piano non
poteva prescindere dalla necessità di pianificare contestualmente
tutte le risorse necessarie per la realizzazione degli interventi
(materiale, risorse umane, interruzioni e rallentamenti ecc.). Un
ulteriore importante fattore legato al piano era quello di colmare
la carenza di know-how specialistico e di potenzialità esecutiva da
parte delle imprese appaltatrici nei tipici settori ferroviari (ad
esempio, trazione elettrica e armamento).
A seguito di un apposito e dettagliato check sulle infrastrutture del
territorio, è stato quindi lanciato il PSRR per avviare immediatamente la realizzazione degli indifferibili interventi di mantenimento in efficienza e d’adeguamento delle infrastrutture e degli
impianti ai fini del miglioramento e dell’incremento dei livelli di
sicurezza dell’esercizio ferroviario.
In una prima fase, con le risorse previste dal 2° Addendum al CdP
1994-2000 si diede corso a interventi per circa 1.712 milioni di
euro. Per assicurare una continuità degli interventi previsti dal
PSRR furono poi richiesti e ottenuti nel 2002 finanziamenti per
ulteriori 631 milioni di euro. L’entità dei finanziamenti assegnati e
i tempi contenuti d’esecuzione hanno imposto l’utilizzo di strumenti innovativi.
La scelta è stata quella di effettuare una pianificazione integrata, per
direttrici, dei lavori all’armamento e alla TE e l’accorpamento in
“lotti”. Il raggruppamento degli interventi in lotti è stato permesso dalle consistenti risorse finanziarie già impegnate nei settori
armamento e trazione elettrica. Questo ha consentito di realizzare i
lavori nell’arco di soli tre anni nonostante il loro pesante impatto sulla
circolazione treni (interruzioni e rallentamenti), nonché il contenimento dei costi complessivi d’esecuzione. Per l’esecuzione di lavori di
tale portata è stato necessario trovare un razionale compromesso tra la
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Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
necessaria durata delle interruzioni per l’esecuzione dei lavori e le
necessità commerciali della circolazione. Per far fronte a questa criticità si è scelto di pianificare delle interruzioni diurne o notturne d’entità commisurata alla diversa tipologia di cantieri previsti, alle linee interessate e all’offerta commerciale presente.
Il PSRR, sviluppato sulle 25 direttrici principali (tabella 1) e sulla
restante rete, ha interessato i seguenti settori: armamento, corpo stradale, ponti, gallerie, impianti di trazione elettrica, impianti di sicurezza e
altri impianti.
Tabella 1 – Elenco delle 25 direttrici principali
N°
Denominazione
N°
Denominazione
1
Ventimiglia-Genova-Milano
14 Bologna-Padova
2
Modane-Torino
15 Bologna-Ancona-Lecce
3
Domodossola-Milano
16 Pisa-Firenze
4
Chiasso-Milano
17 Orte-Falconara
5
Brennero-Verona-Bologna
18 Roma-Cassino-Napoli
6
Tarvisio-Udine-Venezia
7
Villa Opicina-Trieste-Venezia
8
Torino-Milano-Venezia
20 Cancello-B° S. Lucia
9
Torino-Genova-Roma
21 Napoli-Reggio Calabria
19 Roma-Formia-Napoli
(Villa Literno-Via Aversa)
10 Alessandria-Piacenza
22 Aversa-Caserta-Foggia
11 La Spezia-Parma/Fidenza
23 Bari-Taranto-Metaponto-Reggio Calabria
12 Milano-Roma (LL)
24 Palermo-Messina-Siracusa
13 Firenze-Roma (DD)
25 Cagliari-Golfo Aranci
Gli interventi previsti con le risorse contemplate nel 2° Addendum
del CdP 1994-2000 sono in fase d’ultimazione; mentre il 95%
delle risorse economiche accordate nel 2002 è stato già assegnato
alle strutture operative per la realizzazione delle opere.
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Gli interventi di manutenzione straordinaria, in concomitanza con
la riorganizzazione dell’intero processo di manutenzione, hanno
consentito d’ottenere un costante miglioramento delle performance manutentive, come rilevabile dalla diminuzione dei valori
d’indisponibilità dell’infrastruttura (fig. 3).
Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
Tabella 2 – Fondi previsti nell’ambito del CdP 2001-2005 (milioni di euro)
Programma
2001
2002
2003
2004
52
749
284
284
284
1.653
176
186
186
186
186
920
Miglioramento della sicurezza
delle lunghe gallerie
46
34
36
34
31
181
Acquisti a rimpiazzo
26
41
41
41
41
190
300 1.010
547
545
542
2.944
Manutenzione straordinaria
e obblighi di legge
Ammortamento
infrastrutturale
TOTALE
fig. 3
La nuova organizzazione del processo di manutenzione ha permesso, fra l’altro, di garantire il raggiungimento di elevati livelli
gestionali mediante appropriate tecniche di pianificazione.
Come si è detto, gli interventi del PSRR miravano in genere a
risolvere le situazioni di potenziale pericolo o irregolarità, ovvero a rimuovere impianti e apparecchiature usurate o comunque
al limite della loro durata di validità funzionale.
È chiaro quindi che l’attivazione del PSRR ha permesso essenzialmente di porre rimedio a un’evidente situazione d’emergenza. Nel corso di svolgimento del PSRR è stato stipulato il CdP
2001-2005.
Il CdP contiene, tra gli altri, gli impegni economici dello Stato
per la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’infrastruttura
ferroviaria. I finanziamenti previsti nel Cdp 2001-2005 sono
riportati in tabella 2.
50
2005 Totale 2001-2005
Il fabbisogno di 2.944 milioni di euro contempla, oltre che le attività cicliche volte a rinnovare e migliorare l’affidabilità della linea e
degli impianti costituenti l’infrastruttura, anche i circa 631 milioni di
euro per il completamento del PSRR già parzialmente finanziato
nel 1999-2000. Tenendo conto delle risorse per il PSRR e dei vari
CdP, la contabilizzazione complessiva negli anni 1998-2003 è
mostrata in tabella 3.
Tabella 3 – Ripartizione annuale delle contabilizzazioni relative alla
Costi manutenzione
straordinaria
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
339
511
449
640
752
796
666
manutenzione straordinaria (milioni di euro)
La contabilizzazione dei costi di manutenzione straordinaria prevista
per il 2004 è pari a 657 milioni di euro.
Che cosa è stato fatto
Le opere più significative, raggruppate per tipologie principali,
sono rappresentate nella tabella 4.
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Tabella 4 – Principali interventi del PSRR
Settore
Armamento
Oggetto
Rinnovo binario
Che cosa si farà: il Piano di upgrading della rete
Unità di misura
km
km
Quantità
2200
e massicciata
Rinnovo deviatoi
n° n°
interventi
interventi
557
Rinnovo delle
condutture di contatto
km
1700
Trazione Elettrica
Rinnovo, potenziamento
e adeguamento
n° interventi
n° interventi
20
n° n°
interventi
interventi
29
n° n°
interventi
interventi
28
n° n°
interventi
interventi
14
e sistemazione corpo stradale
n° interventi
n° interventi
20
Impianti
Formazione/rinnovo di tratti
interventi
n° n°
interventi
7
di sicurezza
di canalizzazioni
n° n°
interventi
interventi
7
Rinnovi centraline IS (varie)
interventi
n° n°
interventi
27
Rinnovi cavi IS
interventi
n° n°
interventi
61
Ponti
Interventi di vario genere
n° n°
interventi
interventi
127
Gallerie
Interventi di vario genere
interventi
n° n°
interventi
60
sottostazioni
elettriche
Consolidamento rilevati
Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
Obiettivi
Concluso il piano di risanamento (PSRR) delle situazioni più
critiche sulla rete infrastrutturale, l’obiettivo di fondo del business manutenzione diventa ora il varo di un nuovo grande programma biennale 2004-2005, mirato all’ammodernamento e
all’upgrading funzionale e tecnologico della rete storica (sagome, velocità, peso per asse ecc.) che, affiancato alle ordinarie attività di mantenimento in efficienza, consenta la voluta riconfigurazione dell’offerta. I grandi interventi di natura infrastrutturale
(Linee AV/AC e interventi d’eliminazione dei colli di bottiglia
dei nodi ecc.) e tecnologica (ACS-SCC, SCMT ecc.) in corso
determinano nel breve periodo essenzialmente dei vincoli di
capacità per lavori e soltanto a partire dal 2004/2005 costituiranno di fatto delle nuove opportunità di traffico.
Realizzazione
di muri di sostegno,
di sottoscarpa,
Corpo Stradale
di controripa ecc.
Sistemazioni/realizzazioni
di tratti di scogliera
Consolidamento, adeguamento
e segnalamento
Realizzazione/rinnovo impianti
di snevamento
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Tali interventi consentiranno d’individuare nuovi modelli di trasporto da definire in relazione all’evoluzione del mercato e alle
nuove opportunità.
Raggiunto l’importante traguardo di ripristinare il normale livello d’efficienza degli impianti, nel contesto dei grandi interventi
assume particolare rilevanza tutta una serie d’interventi tecnologici infrastrutturali atti a rendere la rete esistente idonea a rispondere in tempi brevi a criticità esistenti e a creare un sistema rete
complementare e integrativo al sistema AV/AC senza significativi
limiti prestazionali.Tali interventi mirano a rendere “attuale” l’infrastruttura esistente, a ridurre le esuberanze, a definire quindi una
rete “essenziale” e “attuale” con “priorità” d’intervento in relazione al servizio. L’obiettivo fondamentale del Piano di upgrading
che viene proposto è omogeneizzare ed elevare le prestazioni dell’intera rete, garantendo un programma d’interventi, distinti per
linee e impianti, di rapida attuazione.
Più in dettaglio gli interventi previsti mirano a:
• incrementare il livello della sicurezza;
• elevare gli standard prestazionali delle infrastrutture ferroviarie
esistenti;
• uniformare gli standard prestazionali attuali degli impianti ferroviari.
Attività
Il Piano di upgrading riguarda interventi per il miglioramento
della sicurezza e delle prestazioni sui tre filoni di prodotto (merci,
viaggiatori lungo percorso, viaggiatori locali).
L’upgrading per il miglioramento della sicurezza e delle prestazioni prevede interventi necessari per migliorare/uniformare gli
standard di qualità delle infrastrutture, coerentemente con gli scenari tecnici di produzione (circolazione treni).
Con la definizione del CdP 2001-2005, la consapevolezza di
un’erogazione regolare e omogenea dei fondi ha costituito il presupposto per una pianificazione pluriennale degli investimenti: il
superamento delle criticità connesse all’incertezza dei finanzia-
54
Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
menti ha consentito d’elaborare una pianificazione puntuale delle
risorse necessarie al mantenimento in efficienza dell’infrastruttura ferroviaria. Inoltre, mentre in passato gli interventi di manutenzione interessavano in maniera generalizzata e pressoché omogenea gli impianti di tutta la rete, indipendentemente dal grado di
sollecitazione degli stessi, attualmente è invece effettivamente possibile definire un insieme mirato d’interventi soprattutto grazie ai
seguenti fattori già innanzi citati:
• la definizione di specifici indicatori di performance che forniscono i parametri di riferimento per garantire l’affidabilità delle
diverse tipologie d’impianti;
• l’adozione d’un efficiente sistema informativo che consente un
costante e capillare monitoraggio degli oggetti mappati sulla rete;
• una sofisticata e attenta attività di diagnostica che permette di
verificare il differente grado d’usura delle linee;
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• i riscontri forniti dall’analisi dei treni circolati/previsti che
orientano fortemente le scelte di politica manutentiva verso
linee e direttrici altamente sollecitate e quindi maggiormente
soggette all’usura; le linee fondamentali richiedono, infatti, una
maggiore attenzione sia per assicurare gli elevati standard d’affidabilità richiesti dalla “circolazione”, sia per sopperire agl’inconvenienti causati dalla particolare aggressione cui sono sottoposti gli impianti per le elevate velocità del tracciato.
È altresì importante sottolineare che l’impegno degli interventi
previsti dal Piano è caratterizzato dall’esigenza d’intervenire, in
maniera decisa, su alcuni settori non sempre interessati da normali fenomeni di deterioramento perché a ciclo di vita più lungo.
È il caso di strutture quali ponti, gallerie, corpo stradale ecc. che,
anche se per lunghi periodi hanno potuto erogare le proprie prestazioni senza necessità di particolari interventi, ora invece, a causa
dell’evolversi delle condizioni geo-morfologiche del terreno e
della loro vetustà, richiedono investimenti specifici che pongano
rimedio a problemi che condizionano il miglioramento della circolazione ferroviaria.
Infine, è giusto precisare che esiste oggi, sempre in misura maggiore, la necessità di finanziare le attività legate alle seguenti priorità:
Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
• adeguamento dei nodi ferroviari, considerati elementi cruciali
del “sistema di circolazione dei treni”;
• continuo adeguamento e miglioramento dei sistemi e degli
impianti d’alimentazione delle linee di contatto, SSE, DOTE
ecc. e di telecomunicazione.
L’insieme delle risorse economiche pianificate per il Piano di
upgrading della rete sono destinate in misura significativa alla realizzazione di numerosi interventi sulle linee e sugli impianti delle
regioni del Sud Italia (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia,
Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna). Si prevede, infatti, d’allocare
nelle regioni del Sud un finanziamento pari a circa il 35% di tutte
le risorse finanziarie richieste.
La realizzazione di tali interventi, che devono essere assicurati con
continuità sia ricorrendo a personale RFI sia attraverso imprese
terze, permetterà d’elevare la qualità delle infrastrutture ferroviarie
del Sud Italia rispetto all’intera rete nazionale, consentendo nel contempo il miglioramento dei livelli d’affidabilità degli impianti e
della sicurezza della circolazione dei treni.
La pianificazione degli interventi
L’insieme del Piano di upgrading è articolato su più progetti, e gli
interventi saranno studiati per i diversi settori e per le varie tipologie
di linee, attribuendo priorità alle situazioni in cui sono richieste prestazioni più elevate agli impianti esistenti. In particolare, è stata individuata una scala di priorità in base ai seguenti elementi:
• fattibilità di realizzazione;
• grado d’interferenza d’esecuzione degli interventi dei diversi settori;
• caratteristiche delle prestazioni richieste agli impianti delle
diverse linee.
Per ragioni di continuità organizzativa e amministrativa, il Piano verrà
articolato su programmi già esistenti:
• manutenzione straordinaria e opere a difesa delle infrastrutture;
• obblighi di legge;
• miglioramenti infrastrutturali.
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IMPAGINATO
A2 MOD.
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FOCUS | Sicurezza
I fabbisogni totali del piano
Tabella 6 – dida
Quanto descritto in precedenza porta alla formulazione di una richiesta per un’ulteriore quota di fondi per gli anni 2004 e 2005, in aggiunta a quelli già predisposti dal CdP 2001-2005, come di seguito specificato. Sarà, quindi, necessario reperire 1.300 milioni di euro, ripartiti per
programma come descritto in tabella 5.
Tabella 5 – Fondi aggiuntivi 2004-2005 (milioni di euro)
Programma
Interventi per il miglioramento
della sicurezza
e delle prestazioni
Anno 2004
600
Settori di
intervento
Tipologie di intervento
• Rinnovo di binari delle linee della Rete RFI dove è previsto un maggior traffico
ferroviario, attraverso l’impiego di materiali con maggiori requisiti prestazionali
(traverse in cemento armato e rotaie di alte caratteristiche meccaniche)
• Interventi di rinnovo di deviatoi attraverso l’impiego di materiali con maggiori
requisiti prestazionali (traversoni da scambi in cemento armato, cuori per scambi monoblocco di nuova concezione, cuscinetti autolubrificanti, controrotaie
Armamento
UIC33 ecc.) al fine di elevare le velocità di esercizio e i pesi assiali
• Installazione di un sistema di riferimento su base assoluta per il posizionamento del binario al fine di migliorare le operazioni necessarie a mantenere le corrette caratteristiche geometriche
Anno 2005
700
Corpo
stradale
e opere
d’arte
Settori d’intervento
Il programma è articolato tenendo conto delle principali tipologie
d’impianti che caratterizzano l’infrastruttura ferroviaria e che sono
oggetto d’interventi di manutenzione e upgrading (armamento,
corpo stradale e opere d’arte, trazione elettrica e impianti tecnologici),
Riportati in tabella 6.
Trazione
Elettrica
NOTE
1
La Società Rete Ferroviaria Italiana SpA (RFI), costituita il 1° luglio 2001, riveste il ruolo
di “gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale”. Il ruolo e le conseguenti funzioni del
gestore sono sanciti dal Decreto del presidente della Repubblica 8 luglio 1998, n. 277,
che attua nell’ordinamento italiano la direttiva CEE n. 440/1991 relativa alla liberalizzazione del trasporto ferroviario comunitario, e sono regolati dall’Atto di concessione del
ministro dei Trasporti e della navigazione a RFI SpA (DMT 138 in data 31/10/2000).
2
Il termine “entità” è quello utilizzato dalla norma UNI 9910.
3
Il Contratto di programma è il documento che regola gli impegni e i rapporti di RFI con lo
Stato. Attualmente è in vigore il CdP 2001-2005 (firmato il 2 maggio 2001).
58
Gli investimenti sulla manutenzione della rete: obiettivo stragetico per RFI
• Scudatura del piano di piattaforma per l’incremento della portanza, finalizzato
all’aumento della velocità e dei carichi di esercizio
• Sostituzione di travate metalliche per l’incremento dei carichi assiali e velocità di
esercizio
• Consolidamento di ponti in muratura per l’incremento dei carichi assiali e velocità
di esercizio
• Ricostruzione di ponti con aumento del franco idraulico in relazione all’aumentata entità e frequenza degli eventi alluvionali
• Consolidamento e parziale ricostruzione dei rivestimenti finalizzato all’aumento
della sagoma, in relazione ai nuovi standard di interoperabilità europei, per l’incremento del traffico ferroviario
• Rinnovo e potenziamento delle linee con aumento della sezione da 320 x 440
mmq, con regolazione automatica del tiro dei conduttori ed adeguamento agli
standard previsti dalle specifiche tecniche di interoperabilità
• Rinnovo dei binari di circolazione delle stazioni con aumento della sezione da
165 a 220 mmq al fine di migliorare l’affidabilità degli impianti e a supportare
la richiesta di maggiore potenza dei treni merci pesanti
• Completamento del Piano Regolatore Nazionale del telecontrollo degli impianti
fissi della Trazione Elettrica (DOTE)
• Rinnovo e potenziamento SSE e Linea AT per adeguamento delle linee all’aumento di traffico
• Motorizzazione e telecomando di tutti i sezionatori relativi ai binari di corsa e di
tutti quelli che derivano l’alimentazione degli stessi con potenziamento dei conduttori di alimentazione per migliorare l’esercizio degli impianti di alimentazione
ed il pronto intervento in caso di anormalità
• Rinnovo delle sospensioni in galleria per la regolazione dei conduttori, onde
migliorare l’affidabilità degli impianti e la captazione dei pantografi.
Miglioramento dei circuiti di terra di protezione TE per le sospensioni realizzate
con supporto pendulo
• Rinnovo di tratte di linea equipaggiati con Blocco Automatico con apparecchiature
di nuova generazione
• Rinnovo di apparecchiature di registrazione cronologica degli eventi degli impianti IS
Impianti
con apparecchiature di nuova generazione
Tecnologici • Sostituzione di apparecchiature degli impinanti IS (cassa di manovra da deviatoi,
casse di manovra da PL) con apparecchiature di nuova concezione
• Sostituzione di centrali di commutazione telefonica e sistemi di trasmissione analogica nell’ambito della digitalizzazione della Rete nazionale di telecomunicazione
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AMBIENTE | DIRITTO | ECONOMIA | INGEGNERIA
Rubrica
Impalcati in cap per ponti e viadotti
delle linee ferroviarie dell’AV/AC
GIUSEPPE TRAINI - direttore della Direzione tecnica di Italferr SpA
LUIGI EVANGELISTA - responsabile dell’Unità organizzativa strutture della Direzione tecnica di Italferr SpA
MAJA DELLA VEDOVA - referente dell’Unità organizzativa strutture della Direzione tecnica di Italferr SpA
FRANCESCO SACCHI - referente dell’Unità organizzativa strutture della Direzione tecnica di Italferr SpA
1. Sommario
alcune considerazioni sull'estetica di tali
tipologie di opere d'arte.
In questo articolo viene presentata un’ana-
In conclusione vengono delineate le ten-
lisi dello stato dell’arte nel campo degli im-
denze future sulla base della valutazione
palcati in calcestruzzo armato precom-
critica dei risultati a oggi ottenuti.
presso
con
campate
semplicemente
appoggiate per ponti e viadotti delle linee
ferroviarie dell’Alta velocità/capacità.
2. Introduzione
I ponti e i viadotti compongono quasi il
Ponti e viadotti ferroviari con schema stati-
18% dei 980 km delle linee ad Alta veloci-
co a campate semplicemente appoggiate
tà/capacità italiane in costruzione (rappre-
sono stati tradizionalmente usati dalle
sentate in fig. 1); oltre il 90% di queste
Ferrovie dello Stato per consentire l'ado-
strutture è realizzato con campate sempli-
zione sistematica della lunga rotaia salda-
cemente appoggiate in cap. La restante
ta, così da evitare l’introduzione d’appa-
parte è composta da campate appoggiate
recchi di dilatazione delle rotaie, garantire
in sezione mista acciaio-calcestruzzo e da
un elevato comfort dei passeggeri e, al
alcuni impalcati continui in ca. Tutte queste
contempo, minimizzare i costi di manuten-
nuove linee AV/AC sono attualmente in
zione. Attraverso i ritorni dell'esperienza
costruzione a vari livelli d’avanzamento; i
derivata dalla gestione dell'infrastruttura e
lavori saranno completati entro pochi anni.
dagli esiti delle ispezioni periodiche delle
Nel presente testo vengono analizzate le
linee ferroviarie esistenti e particolarmente
caratteristiche strutturali degli impalcati, la
della
tecnologia di prefabbricazione, le modalità
“Direttissima”, costruita negli anni 70-80
costruttive, i sistemi di precompressione,
(fig. 1, linea verde tratteggiata) per una
le caratteristiche degli apparecchi d’ap-
velocità di progetto di 250 km/h, si è potu-
poggio e dei coprigiunti, il monitoraggio
ta ottenere un’analisi dei difetti più fre-
strutturale e, infine, vengono proposte
quenti degli impalcati da ponte: difficoltosa
linea
ferroviaria
Roma-Firenze
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RUBRICA
ispezionabilità delle opere, problemi al siste-
circa 2.400 campate in cap, che conten-
ma d’impermeabilizzazione dei giunti tra gli
gono circa 6.400 manufatti prefabbricati.
impalcati, copriferri insufficienti, apparecchi
L’analisi riguarda gli impalcati a doppio
d’appoggio difficilmente manutenibili (diffi-
binario, progettati per una velocità di pro-
coltoso sollevamento degli impalcati per la
getto di 300 km/h, aventi interasse tra i
sostituzione degli appoggi) ecc.
binari pari a 5.0 m, assumendo modelli di
Impalcati in cap per ponti e viadotti delle linee ferroviarie dell’AV/AC
a)
d)
b)
e)
c)
f)
traffico ferroviario sia leggero (passeggeri) sia pesante (merci) [1] e con armamento su ballast e traverse in cap.
3. Caratteristiche strutturali
Nella figura 2 sono mostrate le principali
sezioni trasversali degli impalcati in cap.
L’impalcato tipo “a” è costituito da due travi
prefabbricate a cassone oppure due travi a V
con soletta gettata in opera. L’impalcato, di
fig. 1 – Linea verde tratteggiata: “Direttissima”
Roma-Firenze; linee rosse: nuove linee ad alta velocità/capacità, in costruzione.
62
fig. 2 – Sezioni trasversali degli impalcati in cap (L: distanza tra le pile).
luce massima pari a 34,5 m, è precompresso
d’impalcato è il più comune: rappresenta il
esterno curvilineo, due canne tipo bicellulare
con trefoli longitudinali e i due cassoni sono
40,9% della lunghezza totale dei ponti e via-
ed è completamente prefabbricato a piè d’ope-
connessi da travi trasversali con cavi di pre-
dotti a campate appoggiate; è il più flessibile, in
ra con cavi di precompressione post-tesi.
Questi risultati, insieme a uno studio detta-
compressione post-tesi. La norma [1] pre-
quanto è uno dei pochi (insieme al tipo "e") che
Costituisce un cassone monolitico di circa
gliato degli standard tecnici nazionali e
scrive per impalcati costituiti da due o più travi
consente la realizzazione delle campate in
10.000 kN, di luce 33,1 m, e dispone di 119
internazionali per la progettazione delle
longitudinali di avere almeno due traversi in cap
modo alternato senza richiedere l'avanzamento
km di guaine in plastica e 7.200 testate di
linee ad alta velocità e a un esame critico
intermedi, oltre quelli in corrispondenza degli
successivo. Inoltre i singoli elementi prefabbri-
precompressione isolate elettricamente.
delle nuove tecnologie studiate e speri-
appoggi, e più di due per luci maggiori di 25 m.
cati possono essere trasportati su strada.
L’impalcato tipo ”e” è composto da quattro
mentate degli ultimi anni, hanno portato
L’impalcato tipo “b” è composto da quattro
L’impalcato tipo “c” è costituito da un mono-
travi prefabbricate a I e soletta gettata in opera.
alla nuova definizione delle normative tec-
travi a V prefabbricate; la soletta viene gettata
cassone; è presente in due versioni: di luce
Le travi hanno cavi di precompressione post-
niche per il progetto, la costruzione e il col-
in opera e l'interasse tra le pile arriva fino a
massima 25 m prefabbricato e a trefoli aderen-
tesi, traversi precompressi e soletta gettata in
laudo
dell’Alta
33,6 m. Le travi sono precompresse con trefo-
ti, e gettato in opera su centina autovarante con
opera. Le campate più lunghe dell’impalcato
velocità/capacità italiane. I dati presentati
li longitudinali e connesse trasversalmente da
cavi di precompressione post-tesi, per una
tipo “e” sono anche le più lunghe campate per
in questo articolo sono basati sull'esame
travi trasversali. In alcuni casi, quando i trefoli
luce massima di 43,2 m (viadotto Padulicella
gli impalcati in cap semplicemente appoggiati e
dei 595 km di nuove linee ad Alta veloci-
causano elevate tensioni di trazione in testata,
sulla Roma-Napoli, di 1,6 km di lunghezza).
misurano 46,2 m. L’impalcato tipo “f” è l’origi-
tà/capacità in costruzione e in parte già
alcuni di essi sono stati passivati in testata tra-
L’impalcato tipo “d” è adottato per il viadotto
nale viadotto Modena, il quale rappresenta il
costruite, indicate con linee rosse nella
mite inguainamento e successiva rimozione
Piacenza della Milano-Bologna, per una lun-
primo caso d’impalcato in cap a via inferiore
figura 1. Su tali infrastrutture si contano
con l'intasamento delle guaine. Questo tipo
ghezza di 5,1 km: la campata ha un profilo
per 10,7 km di viadotti. La luce massima è di
delle
nuove
linee
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RUBRICA
31,5 m, la larghezza totale di 18,4 m; ogni
limiti di progetto, ovvero ricadono nell’in-
zioni di verifica più restrittive riguardano la
a doppio binario, è stato studiato un nuovo
impalcato è precompresso con 20 cavi longitu-
tervallo tra 4 e 8 Hz. Al fine d’aumentare la
limitazione delle tensioni durante la costru-
tipo d’appoggio fisso che ha un dispositivo
dinali, sono impiegati 566 km di guaine in pla-
sicurezza strutturale, anche i ponti non
zione e in esercizio: per ragioni associate
che controlla le rigidezze orizzontali. I copri-
stica. È il viadotto più lungo delle linee
ricadenti in territori classificati sismici ven-
alla durabilità non è ammessa alcuna ten-
giunti fra le solette delle campate adiacenti
AV/AC in costruzione. Nella tabella 1 sono
gono progettati per una categoria sismica
sione di trazione longitudinale in esercizio.
sono costituiti da elementi elastomerici rea-
riportati i principali dati relativi agli impal-
III, corrispondente alla minima attualmente
Inoltre, viene prescritta una limitazione
lizzati in neoprene armato con piastre d’ac-
cati in cap. Si noti che il numero di travi
in vigore. Gli impalcati sono verificati in
delle massime compressioni durante la
ciaio vulcanizzato. I nuovi dispositivi di
prefabbricate di tipo “b” è da incrementa-
condizioni di servizio mediante l’analisi di
costruzione e in esercizio. Infine, grande
appoggi e coprigiunti consentono una rapida
re del 30% se si considerano i viadotti a
percorribilità: la massima amplificazione
attenzione viene posta nelle verifiche tra-
operazione di sostituzione degli appoggi con
singolo binario delle interconnessioni tra le
dinamica dev’essere pari a 2,5 (rapporto
sversali dell’impalcato, con particolare
un sollevamento di un solo impalcato di 50
linee AV/AC e le linee esistenti, poiché per
tra freccia statica e freccia dinamica) e la
riferimento alla soletta sotto ballast, in
mm, realizzato con martinetti idraulici senza
questi viadotti sono ampiamente utilizzati
massima accelerazione verticale, calcolata
zona non ispezionabile, per la quale si
alcun intervento sotto le rotaie. La norma ita-
gli impalcati a due cassoni a V e soletta
sull'impalcato, dev’essere 3,5 m/s2.
chiedono limitazioni particolarmente seve-
liana su apparecchi d’appoggio e giunti dei
gettata in opera.
Inoltre, la verifica dello stato limite di com-
re. Gli spessori degli elementi strutturali
ponti ferroviari richiede per questi dispostivi
La norma italiana sui ponti ferroviari [1] ha
fort prescrive che con il carico di un LM71
dei ponti ferroviari sono anche condiziona-
un’omologazione preliminare, al fine d’assi-
introdotto, sin dalla prima versione del
amplificato dal coefficiente dinamico la
ti dal copriferro minimo richiesto sia per
curare la qualità di ogni singolo componen-
1995, i modelli di carico LM71 (traffico
freccia massima non deve essere maggio-
l’armatura lenta sia per quella di precom-
te, nonché del prodotto assemblato. Sui pul-
passeggeri, dalle UIC 702 e 776-1),
re di l/2.400, per luce di calcolo l<30 m, e
pressione. Questo è stato maggiorato
vini e sull’estradosso delle spalle sono dis-
SW/0 e SW/2 (traffico pesante) in accor-
l/2.800, per luce di calcolo 30 m < l< 60
rispetto a quanto previsto nel Decreto
posti i “denti d’arresto” sia trasversali sia
do con la norma europea ENV 1991-3.
m. Tutti questi limiti sono ampiamente veri-
ministeriale sulle strutture in calcestruzzo
longitudinali: il loro scopo è d’evitare l’uscita
Inoltre, vengono tenuti accuratamente in
ficati da queste strutture: per esempio,
del 1996 per accrescere la durabilità. La
e la caduta degli impalcati in caso di rottura
conto i concetti d’interazione dinamica
l’impalcato tipo “b” di 25 m (rappresenta il
norma [1] prescrive un copriferro minimo
accidentale degli appoggi fissi per forze
treno-struttura, gli effetti aerodinamici, l’in-
40,9% della lunghezza totale degli impal-
per le armature lente di 3 cm per gli impal-
sismiche devastanti.
terazione statica treno-binario-struttura
cati in cap) è minore di l/6.000 e quello di
cati in cap; questo valore aumenta a 3.5 cm
ecc. Le prime frequenze proprie flessiona-
tipo “a” (20% della lunghezza totale) è
nella zona non ispezionabile sotto ballast.
li di questi impalcati rispettano sempre i
minore di l/5.600. Sicuramente le condi-
Per le armature di precompressione si pre-
Tabella 1 - Statistiche sugli impalcati in cap
Sez.
tipica
a
b
c
d
e
f
64
Impalcati in cap per ponti e viadotti delle linee ferroviarie dell’AV/AC
n. di campate (L var)
Lungh. Viadotti (m)
% della lungh. totale
n. travi pref.
384
995
224
150
150
324
14.024
28.624
6.393
5.102
5.191
10.688
20.0
40.9
9.1
7.3
7.4
15.3
768
3.980
187
150
600
648
4. Fasi costruttive
scrive un diametro esterno guaina per la
Dall’esame dei dati sulle tipologie d’impal-
post-tensione e 3 diametri del trefolo per la
cato ferroviario si evince che per rendere
pre-tensione. Vengono utilizzati solo due tipi
rapido ed efficiente il processo di costru-
d’apparecchio d’appoggio: con i cassoni
zione delle infrastrutture ferroviarie esiste
multicellulari
appoggio
una grossa tendenza a incrementare la
acciaio-teflon, con i monocassoni apparec-
prefabbricazione. Le campate più corte
chi d’appoggio a disco elastomerico confi-
delle travi a cassoncino degli impalcati di
nato. Al fine d’evitare l’insorgere di forze
tipo “b” e le travi a I di tipo "e" sono le uni-
parassite con un solo treno su un impalcato
che che possono essere gettate e pre-
apparecchi
di
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RUBRICA
Impalcati in cap per ponti e viadotti delle linee ferroviarie dell’AV/AC
fig. 3 – Tipo “b”: Viadotto Taro, nuova linea AV/AC della Milano-Bologna.
fig. 5 – Viadotto Modena sulla Milano-Bologna: il carrellone entra sul sottoponte per il varo.
compresse in un impianto di prefabbrica-
muove lentamente su ruote in acciaio (fig.
zione, trasportate su strada e portate in
4) o su pneumatici, solleva la trave dallo
abbassata (fig. 6).
zione e varo di almeno due manufatti al gior-
cantiere dove ogni trave viene sollevata e
stoccaggio e la trasporta lungo il viadotto
Per gli impalcati con quattro o sei appoggi
no. In altri casi, il programma di produzione
varata sulle pile (fig. 3).
sugli impalcati già varati.
viene effettuato il controllo della distribu-
prevede due impalcati a settimana.
Nell’unico caso del viadotto Padulicella,
zione delle reazioni con martinetti idraulici
I primi impalcati di ciascun nuovo impianto di
l’impalcato è gettato sulle pile con un car-
o celle di carico; infine, la trave viene cala-
prefabbricazione vengono sottoposti a una
roponte autovarante e viene utilizzato uno
ta sulle pile in via definitiva.
speciale sistema di getto.
Tutte le altre soluzioni sono parzialmente o
L’impiego di gabbie d’armatura preassembla-
totalmente prefabbricate in un impianto a
te, di linee di prefabbricazione parallele e indi-
piè d’opera, trasportate lungo il viadotto
stesso e varate.
Tutti questi impianti vengono dismessi alla
pendenti, un’attenta suddivisione delle fasi di
fig. 4 – Viadotto Piacenza sulla Milano-Bologna: il
manufatto di 10.000 kN viaggia su rotaie verso il
sottoponte per il varo.
fine dei lavori.
66
precompressione e l’uso d’idonee aree di
stoccaggio provvisorio per l’esecuzione delle
iniezioni delle guaine possono ulteriormente
Il mezzo di trasporto costituisce parte inte-
Il carrello anteriore percorre il sottoponte
velocizzare il processo di produzione. Nel
grante del carrovaro. Questo è costituito
(fig. 5), sospende la trave sulle pile, il
caso del viadotto Modena della linea Milano-
da un carrello e un sottoponte: il carrello si
sottoponte si ritrae e la trave viene
Bologna si avrà una velocità di prefabbrica-
fig. 6 – Viadotto Aquino sulla Roma-Napoli: il
cassone per impalcato tipo “a” durante il varo.
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Impalcati in cap per ponti e viadotti delle linee ferroviarie dell’AV/AC
prova di carico che deve corrispondere a una
Sugli impalcati viene disteso uno spesso
appoggi e dai giunti; inoltre, sono previsti ter-
Del resto, è ineludibile la circostanza che i
rilevante percentuale del carico d’esercizio.
strato d’impermeabilizzazione per proteg-
minali metallici in connessione con l’armatura
requisiti prestazionali e funzionali che devono
Tali prove costituiscono l’ultimo passo del
gerli dagli agenti atmosferici. In caso di
lenta al fine di misurare il potenziale elettrico,
essere garantiti (molto più stringenti di quelli
processo di qualifica dell’impianto di prefab-
presenza d’armature di precompressione
la presenza di correnti vaganti e il grado d’i-
relativi a infrastrutture stradali e metropolita-
bricazione.
in soletta o di condizioni di drenaggio par-
solamento, dopo l’attivazione del traffico fer-
ne) richiedono alle opere d’arte ferroviarie
Nei casi in cui il carico dell’impalcato prefab-
ticolarmente critiche, viene preferita l’im-
roviario. Tutti gli ancoraggi dei cavi post-tesi
una notevole possanza strutturale che li dota
bricato successivo e dell’attrezzatura di tra-
permeabilizzazione poliuretanica a spruzzo
sono connessi elettricamente (ove non siano
di connotati di maggiore “robustezza” rispet-
sporto si è rivelato significativo, esso è stato
di 3-5 mm di spessore (impalcati “a”, ”c”,
utilizzati gli ancoraggi isolati elettricamente) e
to alle analoghe opere non ferroviarie.
adottato quale carico di prova, ottenendo una
“e” e “f”).
il terminale è portato fuori della struttura; ana-
Nell’ambito dell’inserimento ambientale deve
semplice e rapida esecuzione della stessa.
Questa viene testata in campo per verifi-
logamente, per le travi pre-tese, le testate
essere considerato che, oltre alla lunghezza
care l’adesione sul calcestruzzo e gli spes-
delle stesse vengono coperte con resine die-
delle campate e allo spessore del pacchetto
sori minimi necessari previsti in progetto.
lettriche (materiale di colore celeste nella fig. 3).
strutturale, un notevole ruolo viene giocato
Viene utilizzata la tecnologia dell’iniezione
Al fine d’incrementare la conoscenza del
anche dalla forma dei pulvini e delle pile,
sotto-vuoto con una depressione assoluta
comportamento degli impalcati e controllarla
nonché dalle modalità di finitura delle super-
per assicurare l’ispezionabilità, il controllo,
di 0,2 bar durante l’operazione, al fine di
nel tempo sotto l’influenza degli agenti ester-
fici in vista sia come aspetto (matrici su cas-
la manutenzione e la possibile sostituzione
garantire un’iniezione ottimale e quindi
ni (azioni ambientali, carichi da traffico, eventi
sero) sia come cromatismi (vedere viadotto
degli elementi complementari e d’arredo
incrementare la durabilità dei cavi. L’ultima
sismici) è stato previsto un complesso siste-
Modena in fig. 5).
tecnologico. Alcune delle caratteristiche
tendenza è l’utilizzo di guaine in HDPE e
ma di monitoraggio installato su almeno un
Parallelamente, la necessità di razionalizzare
degli impalcati per assicurare l’ispeziona-
l’uso d’ancoraggi di precompressione
impalcato per viadotto e, comunque, uno ogni
e velocizzare il processo di costruzione assi-
bilità sono: altezza libera minima all’interno
elettricamente isolati.
1.000 m per i viadotti molto lunghi.
curandone una certa flessibilità operativa
degli impalcati a cassone di 1,6-1,8 m,
Nel progetto e nella verifica di detti dispo-
La strumentazione d’un impalcato comprende
senza rinunciare a determinate prestazioni
scale tra pulvini e impalcato ogni tre cam-
sitivi sono stati utilizzati, come standard di
un numero di almeno 50 strumenti costituiti
strutturali ha portato ad adottare le travi pre-
pate o ogni 100 m, larghezza minima di 60
riferimento, il Bollettino Fib sulle guaine in
da estensimetri, inclinometri, termocoppie,
fabbricate a V, I, e T per quasi il 60% degli
cm per i percorsi d’ispezione per raggiun-
plastica del 2000 e le linee guida svizzere
celle di pressione e appoggi strumentati. In
impalcati da ponte delle nuove linee ad Alta
gere gli appoggi e i denti d’arresto e per
sulla precompressione isolata del 2001, pre-
qualche caso si dispongono anche accelero-
velocità/capacità.
passare da un impalcato all’altro e una lar-
scrivendo test chimici e meccanici sui mate-
metri per valutare la risposta dinamica del-
In questo contesto si è constatato che le bar-
ghezza minima di 50 cm per entrambi i
riali e prove su prototipo in sito.
l’impalcato in caso d’azioni sismiche.
riere fonoassorbenti e i parapetti in calce-
camminamenti sulla soletta d’impalcato.
Grande attenzione viene dedicata all’arredo
Un buon drenaggio delle acque meteori-
tecnologico (parapetti, barriere fonoas-sor-
che è un fattore chiave per assicurare la
benti, scale di discesa ai pulvini ecc.): ogni
durabilità ed evitare il percolamento delle
elemento metallico viene installato con con-
5. Durabilità e monitoraggio
Tutti gli impalcati da ponte sono progettati
68
RUBRICA
struzzo possono essere armonizzati con le
6. Estetica delle
opere d’arte
strutture dell’impalcato ed essere utilmente
impiegate per mitigare l'inserimento ambientale dell'opera d'arte. Un esempio ben riusci-
acque sulle pile: il drenaggio dei copri-
nessioni dielettriche isolate dall’armatura del-
I ponti e viadotti ferroviari vengono spesso
giunti è assicurato da una scossalina di
l’impalcato e connesse a un dispersore colle-
annoverati tra le grandi opere d’arte più difficil-
nuovi viadotti sul Reno nel tratto di penetra-
materiale elastomerico attaccata con resi-
gato a terra per motivi di sicurezza.
mente integrabili in un contesto paesaggistico
zione urbana dell'AV-AC nella città di
ne alle estremità dell’impalcato.
Ogni impalcato è isolato elettricamente dagli
di pregio quale quello della penisola italiana.
Bologna rappresentato in fig. 7.
to di tale applicazione è rappresentato dai
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fig. 8 - Ponte ad arco sul fiume Savena della linea Bologna-Firenze, con archi in ca, impalcato in cap
e pendini metallici.
nuovi ponti e viadotti.
Come illustrato nel testo, l’impalcato tipo
fig. 7 – Viadotti Reno del nodo di Bologna.
“b” con travi prefabbricate e soletta getParallelamente, la prefabbricazione integrale
Questo ponte ad arco sul fiume Savena,
tata in opera è attualmente il più utilizza-
della campata di luce pari a 25-33 m, che
della nuova linea AV/AC della Bologna-
to, ma la prefabbricazione totale può
evita la presenza di getti di fasi successive
Firenze, ha uno spessore strutturale piano
essere indicata come la più importante
e consente l'adozione di profili esterni
ferro-sotto trave molto contenuto (pari a
tendenza per le scelte future.
armonici e curvi (come per il viadotto
1,60 m), in rapporto alla lunghezza della
Tale tecnologia offre insieme il vantaggio
Piacenza), sta diventando con il tempo una
campata di 62,50 m.
della realizzazione dell’impalcato come
tecnologia applicabile con costi non
eccessivi anche su lunghezze di viadotto
7. Conclusioni
più contenute. Infine, un esempio d’alto
70
valore estetico nel campo delle campate
Nell'articolo sono state analizzate le prin-
semplicemente appoggiate è rappresenta-
cipali caratteristiche relative agli impalca-
to da un ponte ad arco a via inferiore, con
ti in cap dei ponti e viadotti delle nuove
impalcato in cap precompresso longitudi-
linee ferroviarie dell’Alta velocità/capacità
nalmente e trasversalmente, arco in calce-
italiane.
struzzo armato e pendini in acciaio da car-
Le esperienze pregresse e le tecnologie
penteria metallica connessi con cerniere
acquisite negli ultimi decenni sono state
sferiche all’impalcato (fig. 8).
applicate nella progettazione di questi
manufatto monolitico e una velocità di
realizzazione particolarmente elevata.
Parallelamente si va sempre più diffondendo la necessità di una buona integrazione dell'opera d'arte nel contesto
ambientale.
A tale riguardo è stato mostrato che gli
studi specifici condotti per la concezione
dei viadotti Reno, Piacenza e Modena e
per il ponte sul fiume Savena, hanno fornito dei risultati di grande interesse.
BIBLIOGRAFIA
[1] I. FS n. I/SC/PS-OM/2298, Sovraccarichi
per il calcolo dei ponti ferroviari – Istruzioni
per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo, 1997.
[2] DM. LLPP 09/01/96, Norme tecniche per il
calcolo, l'esecuzione e il collaudo delle
strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche.
[3] DM LLPP 16/01/96, Norme tecniche per le
costruzioni in zone sismiche.
[4] DM LLPP 16/01/96, Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi.
[5] UNI ENV 1991, Eurocodice 1. Basi di calcolo e azioni sulle strutture.
[6] UNI ENV 1992, Eurocodice 2. Progettazione
delle strutture di calcestruzzo.
[7] UNI ENV 1993, Eurocodice 3. Progettazione
delle strutture d’acciaio.
[8] UNI ENV 1994, Eurocodice 4. Progettazione
delle strutture composte acciaio- calcestruzzo.
[9] UNI ENV 1998, Eurocodice 8. Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle strutture.
[10] CEB - FIP MODEL CODE for Concrete
Structures, 1990
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RUBRICA
La Piattaforma integrata circolazione (PIC)
a supporto dei processi commerciali
e della circolazione treni
GIORGIO DE GIORGI - responsabile della Struttura sistemi e tecnologie informatiche della Direzione
strategia, qualità e sistemi di RFI SpA
MARCO POGGI - responsabile progetti e sistemi aree commerciale e circolazione di Tele Sistemi Ferroviari SpA
a) Fase di programmazione, in cui si costrui-
reale sia differito, sulla base dei dati anali-
sce l’orario dei treni e cioè l’offerta di RFI
tici e di consuntivo del traffico evidenziati in
nei confronti delle imprese ferroviarie sue
opportuni report. A livello territoriale vede
clienti; vede impegnata la Programmazione
impegnati gli uffici di pianificazione e con-
orario della Direzione commerciale. Da
trollo del movimento, mentre a livello nazio-
notare la dinamicità con cui si adegua l’o-
nale la Sala operativa della Direzione
rario alle reali esigenze commerciali e tec-
Generale assicura il costante monitoraggio
niche, attraverso le variazioni in corso d’o-
in tempo reale, intervenendo in situazioni di
rario (VCO), divenute ormai uno strumento
particolare criticità (scioperi, anormalità
continuo di lavoro.
l rapido cambiamento in atto nel settore del
ficata in qualità e sicurezza informatica, defi-
trasporto ferroviario e l’obsolescenza tec-
nita come standard di riferimento per tutte le
za la vera e propria produzione dei treni,
n’è aggiunta dal 2000 una quinta di carattere
nologica e funzionale di parte degli attuali
attività legate alla circolazione ferroviaria,
anche attualizzando l’offerta alle reali esi-
commerciale, relativa alla rendicontazione
sistemi informativi preposti alle attività di
che consente l’accesso alle informazioni a
genze di trasporto, sulla base della dispo-
della produzione treni, sia venduti in pro-
gestione della circolazione (in particolare
tutti coloro che ne abbiano necessità in
nibilità dell’infrastruttura e delle esigenze
grammazione (tracce programmate o variate
SISCT) hanno indotto la necessità d‘interve-
modo adeguato alla loro posizione nel pro-
delle imprese ferroviarie le quali devono
in corso d’orario) sia in gestione operativa
cesso produttivo.
mettere a disposizione le risorse necessa-
(treni venduti entro 5 giorni dalla circolazio-
messi a disposizione degli operatori coinvolti
rie di uomini e mezzi; gli attori interessati
ne); RFI, infatti, ricava dalla vendita delle
in tali attività. Oltre a migliorare alcuni aspetti
fanno parte delle Direzioni compartimenta-
tracce orario alle imprese ferroviarie una
critici non supportati adeguatamente dagli
li movimento (coordinatori movimento e
quota consistente del proprio bilancio, il
attuali sistemi, i nuovi strumenti costituiranno
reparto interruzioni) e infrastruttura (coor-
”pedaggio”, regolato dalle Condizioni gene-
dinatori infrastruttura).
rali d’accesso emanate dal ministero delle
I
nire per l’aggiornamento degli strumenti
la base per poter soddisfare in modo alta-
A queste fasi “storiche” della circolazione se
mente flessibile le crescenti esigenze infor-
c) Fase di regolazione, dove il traffico viene
mative dettate dal nuovo ruolo di RFI. Da qui
gestito in tempo reale dagli operatori del
Il modello organizzativo sotteso a questo pro-
l’esigenza d‘accrescere l’integrazione fra gli
movimento, sulla base della situazione cor-
cesso vede interessata la Direzione commer-
strumenti di gestione delle informazioni, di
rente: dal dirigente centrale (DC) sulle
ciale e comporta il ridisegno di alcune fun-
monitoraggio e di controllo delle varie com-
linee dove da una postazione remota si
zioni, quali per esempio quelle relative al rap-
ponenti del processo della circolazione, e i
governa la sezione di giurisdizione, dal DC
porto con le imprese ferroviarie.
sistemi informativi a supporto degli altri pro-
operativo (DCO) se dalla postazione è
Dida
I processi
consentito anche il telecomando degli
cessi produttivi (gestione commerciale, pro-
72
rilevanti ecc.).
b) Fase di gestione operativa, in cui si realiz-
grammazione manutenzione infrastruttura,
La gestione della circolazione treni è un
apparati, dal dirigente movimento (DM) di
performance, regime, ecc.).
processo complesso, che si articola in quat-
stazione in assenza di posti di regolazione
Lo strumento individuato è la Piattaforma
tro fasi logiche, tra loro interagenti secondo
remota.
integrata circolazione (PIC). Essa è finalizza-
dei feedback che consentono di regolarsi
ta a fornire la base informativa unitaria, certi-
iterativamente.
d) Fase di controllo, dove avviene il monitoraggio della circolazione, in tempo sia
Infrastrutture e dei Trasporti.
Il sistema integrato
di supervisione della
circolazione treni (SISCT)
e il sistema di reporting RIACE
SISCT è un sistema informativo composto a
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Piano del ferro
CTC
RUBRICA
Reportistica
Controllo Circolazione
SSDC
CCL
ATN
SSDC
RIACE
Programmazione
e Gestione
Supervisione
SOC
SODG
SED
Informazione
La Piattaforma integrata circolazione (PIC) a supporto dei processi commerciali e della circolazione treni
rale (SODG), che permette il monitoraggio in
fenomeni della circolazione, utili a monitorare le
tempo reale della circolazione e dello stato
serie storiche, fornire indicatori di performance
dell’infrastruttura sull’intero territorio naziona-
della produzione, analizzare i fenomeni di per-
le per tutti gli oltre 10.000 treni che giornal-
turbazione e intervenire su quelli sistematici ecc.
mente circolano sulla rete; in particolari situa-
Tutti i sistemi descritti sono legati da un flusso
zioni d‘emergenza, inoltre SODG consente
d‘informazioni biunivoco, dai dati “di campo” a
d‘intervenire con disposizioni operative, quali
quelli “direzionali” e viceversa, così da formare
il programma degli scioperi. La reportistica
un unico sistema funzionale estremamente inte-
verso il management aziendale completa le
grato, a totale copertura dei processi aziendali
funzionalità del sistema nazionale.
strettamente connessi.
Per completare il quadro a questi sistemi
MAN
SSDC
SOC
MERCURIO
M42
occorre aggiungere il Reporting interattivo
andamento circolazione esercizio (RIACE) che
è l’archivio storico di tutti i dati provenienti dai
sistemi del tempo reale e consente la produ-
Schema logico SISCT
zione di una serie di report parametrici sui vari
74
sua volta da tre sottosistemi:
ria) che rendono attuale la programmazione
• Il Sistema di supporto al dirigente centrale
treni, in funzione delle reali esigenze di tra-
(SSDC) è lo strumento operativo d‘ausilio ai
sporto delle imprese ferroviarie; inoltre, in
DC/DCO nella funzione di regolazione in
occasione di perturbazioni che incidono sulla
tempo reale del traffico sulla sezione di giuri-
regolarità del traffico, il coordinatore “apre”
Workflows
sdizione; attraverso il Train Graph (grafico di
un’anormalità, più o meno rilevante, che
Business Modeling
circolazione spazio-tempo dove è “tracciato”
viene quindi evidenziata o meno alla Sala
il passaggio dei treni nelle stazioni e sono
operativa della sede centrale, in modo da
evidenziate le interruzioni, i rallentamenti e le
evidenziare una situazione di crisi da monito-
Analysis e Design
disabilitazioni di linee e impianti) consente
rare con particolare attenzione. Altri eventi di
una visione d’insieme che permette di sug-
particolare rilevanza ai fini della disponibilità
gerire e/o dettare tempestivamente le scelte
dell’infrastruttura sono le interruzioni d’im-
Implementation
Test
Deployment
di circolazione più opportune ai fini dell’otti-
pianto o di binario o di linea, programmate o
mizzazione della regolarità del traffico.
accidentali, nei loro vari stati (richiesta, con-
• Il Sistema operativo compartimentale (SOC)
cessa/rifiutata, chiusa), gestite su SOC dal
consente ai coordinatori movimento d‘adot-
Reparto interruzioni della Direzione compar-
tare quei provvedimenti (effettuazioni di treni
timentale movimento.
straordinari, soppressioni di ordinari, variate
• A disposizione della Sala operativa centrale
utilizzazioni rispetto all’impostazione origina-
c’è il Sistema operativo della direzione gene-
RATIONAL UNIFIED PROCESS
DI
Gli obiettivi del PIC
Avendo raggiunto il difficile obiettivo d’ introdurre un sistema informativo a supporto del
processo di gestione della circolazione, ci si
è resi conto che era necessario andare oltre,
IBM: METODOLOGIA
DI
SVILUPPO
Phases
Inception
Elaboration
Construction
Transition
Requirements
Configuration
& Change Mgmt
Project Management
Environment
Initial
Elab #1
Const Const
Elab #2 Const
#2
#N
#1
Tran Tran
#2
#1
Interations
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RUBRICA
sia a causa del mutato contesto aziendale e
organizzativo in costante evoluzione, sia a
seguito di importanti innovazioni nel campo
delle tecnologie informatiche.
disegnata sulla base dei precedenti prerequisiti è quindi caratterizzata dai seguenti
requisiti:
• utilizzo di tecnologie di mercato innovative
Si è quindi avviata una fase di progettazione
e di standard aperti;
La Piattaforma integrata circolazione (PIC) a supporto dei processi commerciali e della circolazione treni
luppo software (standard RUP/UML);
• sicurezza dei sistemi, della rete e riserva-
ISO17799 – Information Technology – Code
tezza dei dati in conformità con lo standard
of
di sicurezza BS7799/ISO17799.
Management, che oltre ad affrontare il pro-
Practice
for
Information
Security
La realizzazione di PIC segue un processo
blema nei suoi diversi aspetti organizzativi,
di una piattaforma (framework) in grado di
• capacità d‘integrazione con sistemi eterogenei;
realizzativo specifico e condiviso tra cliente e
fisici e tecnologici, tratta specificamente gli
supportare efficacemente tutti i processi
• architetture suddivise su più livelli funzio-
fornitori e avviene per gradi seguendo una
aspetti di sviluppo e manutenzione.
afferenti all’ambito (e non solo quelli coperti
nali (n-Tier): presentazione, logiche appli-
continuità di sviluppo caratterizzata dal rila-
Sulla base dei requisiti generali stabiliti da
dal SISCT), d‘incrementare la qualità e l’ac-
cative e gestione dati;
scio di applicazioni d’uso immediato per l’u-
RFI sono state fatte le opportune valutazioni
cessibilità dell’informazione, di rispondere in
• condivisione delle informazioni da parte
tente finale.
del rischio informatico e sono state definite
modo flessibile ai cambiamenti normativi e
delle diverse applicazioni tramite servizi
La crescita delle funzionalità in quantità e
le procedure operative relative all’accesso ai
organizzativi, il tutto nell’assoluto rispetto
d‘accesso ai dati;
qualità proseguirà fino alla fase di rilascio
sistemi di sviluppo, ai sorgenti e alla docu-
finale. Il primo significativo rilascio avverrà
mentazione di progetto, all’integrità dei dati
nella prima metà del 2004.
nell’interscambio tra applicazioni, alle garan-
Per tutte le fasi del progetto sono messi in
zie nei meccanismi d‘autenticazione e alla
atto i necessari interventi organizzativi a sup-
tracciatura e al controllo dei processi relativi
porto del Change Management, e in parti-
alla manutenzione del software.
colare: azioni di comunicazione, sviluppo di
Gli aspetti di sicurezza trovano piena appli-
procedure organizzative, formazione e adde-
cazione nell’apposito centro d‘elaborazione
stramento, assistenza agli utenti.
dedicato a RFI.
Sicurezza informatica
di Scalo Prenestino, prevedono la presen-
delle esigenze di sicurezza e allo stato del-
• ridondanza delle componenti che garantiscono la continuità del servizio;
l’arte dal punto di vista tecnologico.
L’architettura applicativa di PIC che è stata
• utilizzo di metodologie innovative per lo svi-
2003
2004
- Suite DG
I locali individuati, all’interno del CED TSF
- Gare (Sw, Hw Server e Client)
- Sviluppo SW (Iterazioni)
E1
C1
E2
C2
T1
C3
T2
za di opportuni sistemi di sicurezza fisica,
La progettazione della piattaforma ha tenuto
quali il controllo accessi agli uffici; il con-
- Rilascio funzioni base (PIC 1.0)
nella massima considerazione tutti gli aspetti
trollo accessi alla sala macchine, quali tor-
- Rilascio funzioni ev.te (PIC 2.0)
legati alla sicurezza informatica, in modo da
nelli, apertura porte con smart card; l’im-
garantire la protezione dei dati e delle appli-
pianto antincendio, la sorveglianza antin-
cazioni, oltre al mantenimento del certificato
trusione, la sala regia di sicurezza al palaz-
- Infrastruttura tecn.ca e di rete
rilasciato dal TUV nel dicembre 2001 nei
zo con controllo sugli accessi tramite tele-
- Formazione e addestramento
confronti di SISCT-Riace relativamente alla
camere a circuito chiuso, 24 ore su 24, 7
norma BS7799-p II.
giorni su 7.
Per quanto concerne la attività di sviluppo
Per garantire un elevato livello di continui-
software, per i progetti in ambito PIC sono
tà di servizio, lo stabile è dotato d‘un
state stabilite delle politiche di sicurezza per
impianto elettrico che garantisce elevata
lo sviluppo e manutenzione del software,
continuità di servizio.
Ott Dic Gen
Master Plan di Progetto
76
considerando come riferimento la norma
Apr
Lug
Ott
Dic Gen
Apr
Lug
Ott
Dic
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Processi supportati
RUBRICA
La Piattaforma integrata circolazione (PIC) a supporto dei processi commerciali e della circolazione treni
• gestire i dati di base.
indicatori d‘esercizio. Permette l'alimenta-
dell’attività di programmazione annuale e
Gestire la situazione ordinaria: raggruppa le
zione in tempo reale dei sistemi esterni con
settimanale d‘interruzioni e rallentamenti.
Le funzionalità di PIC sono state costruite
funzionalità d‘acquisizione delle informazioni
informazioni di previsione e andamento
Supporta inoltre la gestione operativa del
analizzando i processi ai quali forniscono
dai
della circolazione e dello stato dell’infra-
programma attraverso la consultazione e la
supporto. I processi di riferimento sono stati
(SSDC/SCC) per il monitoraggio e il con-
struttura.
verifica di compatibilità con il programma di
così identificati:
trollo della circolazione in tempo reale.
Gestire gli eventi anomali: raggruppa le fun-
circolazione. Provvede alla diffusione dei
• gestire la situazione ordinaria;
Permette la consultazione di dettaglio delle
zionalità di supporto alla gestione delle
programmi ai sistemi esterni e ai sistemi di
• gestire gli eventi anomali;
informazioni legate ai treni circolanti e circo-
situazioni perturbate contribuendo a indivi-
regolazione. Infine è prevista la raccolta,
• consolidare i dati;
lati e agli eventi anomali registrati e la con-
duare le azioni correttive necessarie. In par-
gestione, consuntivazione e diffusione del
• programmare la circolazione in gestione
sultazione della disponibilità dell'infrastruttu-
ticolare consente d‘operare sui treni pro-
programma delle disabilitazioni.
ra. Consente di visualizzare gli allarmi, le cri-
grammati verificando l’ammissibilità delle
Gestire i dati di base: raggruppa le funzio-
ticità e gli eventi anomali e di consultare gli
variazioni e provvedendo alle necessarie
nalità
diramazioni dei provvedimenti, in linea con
archiviazione delle informazioni relative al
la sede centrale. Permette l’inserimento e
modello della rete ed all’orario di servizio.
la validazione delle informazioni connesse
Consente d‘inserire e modificare i dati
all’evento anomalo e la relativa diffusione.
complementari di circolazione (codifiche
Infine fornisce le variazioni dell’agenda ai
normative, percorsi alternativi, giurisdizioni,
sistemi esterni e ai sistemi di regolazione
diritti visibilità, parametri presentazione
(SSDC/SCC).
ecc.). Permette la consultazione e la diffu-
Consolidare i dati: raggruppa le funzionalità
sione dei dati di base (orario, modello rete,
necessarie per verificare e completare i dati
dati complementari di circolazione).
operativa;
• programmare la disponibilità dell’infrastruttura;
sistemi
on
field
di
regolazione
d‘acquisizione,
completamento,
di circolazione e gli eventi anomali da utilizzare per la consuntivazione (alimentazione
di RIACE).
Suite DG: cruscotto anormalità.
78
Sistemi interfacciati
Programmare la circolazione in gestione
PIC scambia informazioni con i seguenti
operativa: raggruppa le funzionalità di sup-
sistemi informativi e d’automazione.
porto all’attività di programmazione deter-
SSDC/SCC: Rappresentano i sistemi di
minata da esigenze di natura commerciale
regolazione e, a seconda dei casi, di con-
o tecnica. Consente di consultare i pro-
trollo e/o di comando della circolazione.
grammi e di predisporre i relativi provvedi-
Ricevono da PIC le informazioni di pro-
menti che saranno successivamente distri-
grammazione e forniscono le informazioni
buiti ai sistemi esterni e ai sistemi di regola-
di posizione e ritardo attuale dei treni e
zione (SSDC/SCC).
stato dell’infrastruttura. ROMAN: è il siste-
Programmare la disponibilità dell’infrastrut-
ma di programmazione. Fornisce a PIC
tura: raggruppa le funzionalità a supporto
l’orario di circolazione, le variazioni giorna-
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liere, il modello rete e le sue modifiche.
RUBRICA
Descrizione del sistema
Altri sistemi circolazione: appartengono a
questa categoria tutti i sistemi di controllo
della circolazione e di telecomando che
Cambiamenti
Architettura concettuale
Benefici principali
Efficacia
Sistemi di IF: sistemi informativi d’imprese
ferroviarie cui PIC fornisce dati d‘anda-
Partendo dal basso, il primo livello è quel-
mento in tempo reale, di stato reale della
lo degli Adapter. Questi moduli hanno il
Tracciabilità dei rapporti cliente-fornitore interni a RFI negli ambiti della manutenzione
circolazione, di orario e di modello rete.
compito d‘interfacciare sistemi esistenti
RIACE: è il sistema di consuntivazione del
√
da considerare esterni alla piattaforma,
Tracciabilità e documentabilità delle variazioni al programma di circolazione a corredo del programma
d‘interruzioni e rallentamenti
circolato, al quale PIC fornisce a posteriori
isolando al loro interno gli aspetti più
√
informazioni reali riguardanti la circolazione
Miglioramento della programmazione degli interventi all’infrastruttura (es. utilizzo ottimale dei perditempo); localizzazione delle interruzioni
prettamente tecnici dell'interfacciamento.
dei treni e lo stato dell’infrastruttura e infor-
Il livello successivo è quello rappresentato
mazioni di programmazione relativamente
dal modulo Connector. Questo modulo rap-
alla fase di vendita in gestione operativa.
presenta il livello d‘unificazione e d‘astrazio-
quali ad esempio i CCL, gli ATN e i CTC
evoluti. Anche i sistemi SSDC e SCC
appartengono, per questa tipologia d‘interfacciamento, a questa classe di sistemi.
Cambiamenti e benefici
Efficienza
Gestione e visibilità unitaria del trasporto da origine a destinazione
L’architettura funzionale scelta per PIC è
caratterizzata da differenti livelli: a partire
da un ”core”, che racchiude le parti più pregiate legate ai processi, si sviluppa da un
lato fino a raggiungere gli utenti e dall’altro
fino ai moduli d‘interfacciamento con gli
altri sistemi (fig.1).
necessitano dell'orario e del modello rete,
Tracciabilità di tutte le variazioni al programma (richieste e disdette delle IF, necessità contingenti),
in modo da permettere la corretta consuntivazione (indipendentemente dalla diramazione operativa dei
provvedimenti)
√
Trattazione e visione unitaria dei provvedimenti adottati in caso di perturbazione
(deviazioni, soppressioni)
√
Eliminazione d‘attività “accessorie” (quale ad esempio l’inserimento di provvedimenti fittizi
per legare i treni sul confine di compartimento) e riduzione d’attività per la verifica e l’integrazione
di dati a posteriori
√
Supporto al processo di programmazione dell’utilizzo dell’infrastruttura
Migliore tracciabilità e documentabilità dell’utilizzo dell’infrastruttura
√
√
√
Riduzione d’attività “manuali” e output cartacei per la produzione e la diffusione d’informazioni
Accessibilità alle informazioni senza limitazioni geografiche
ne con cui le informazioni provenienti dall'e-
Diffusione capillare e tempestiva delle informazioni
sterno vengono acquisite e memorizzate
Possibilità di riconfigurare agilmente le giurisdizioni e le tipologie degli utenti
all'interno della piattaforma. Al centro dell'ar-
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La Piattaforma integrata circolazione (PIC) a supporto dei processi commerciali e della circolazione treni
√
√
Gestione e tracciabilità completa delle perturbazioni e delle relative conseguenze
I cambiamenti più significativi derivanti dall’in-
chitettura troviamo poi il livello di Information
troduzione di PIC rispetto alla situazione
Framework, nel quale saranno inseriti tutti i
Miglioramento nell’attribuzione delle cause di ritardo, grazie alla storicizzazione d‘informazioni
complete e coerenti
attuale e i principali benefici che ne conse-
servizi a valore aggiunto, rappresentati da
Riduzione d‘attività di verifica e validazione a posteriori
guono sono riassunti nella tabella che segue.
dati e metodi con cui trattare le informazioni
Visione e trattazione unitaria dei provvedimenti adottati in caso di perturbazione (deviazioni, soppressioni ecc.)
Per ciascun cambiamento derivante dal sod-
fondamentali per la gestione del processo
Estensione di funzionalità ai reparti territoriali e ai grandi impianti
disfacimento di un‘esigenza viene indicata la
ferroviario. Questo livello è quello che mag-
Raccolta dati più precisa e puntuale data la vicinanza all’origini delle informazioni
tipologia del beneficio indotto in termini d‘effi-
giormente racchiude le informazioni da capi-
cienza o d‘efficacia.
talizzare e che rappresenta la base stabile su
Opportunità di distribuire il carico d‘attività tra diversi operatori, eliminando “colli di bottiglia”
e alleggerendo operatori più critici (es. DC/DCO, in analogia con SCC)
La prima è calcolabile in termini di completez-
cui fondare la piattaforma e le sue successi-
Gestione centralizzata e diffusione dei dati di base di ambito circolazione
za del risultato raggiunto e coerenza del risul-
ve espansioni. Il livello finale è quello rappre-
Eliminazione di ridondanze e riduzione di rischi di disallineamento tra sistemi
√
tato raggiunto rispetto a quanto atteso; la
sentato dalle Professional Suite ( fig. 2), che
Corretta e tempestiva circolazione delle informazioni tra gli utenti
√
seconda è calcolabile in termini di: delta costi,
rappresentano insiemi d‘applicazioni riunite
Riduzione e ottimizzazione delle attività di manutenzione, verifica e diffusione dei dati
tempi e risorse dedicate.
coerentemente con le attività che un certo
√
√
√
√
√
√
81
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RUBRICA
La Piattaforma integrata circolazione (PIC) a supporto dei processi commerciali e della circolazione treni
Scelte realizzative
RGC
Professional
Suite
Gestione
Post - Vendita
Informazioni
Cliente
PIC-IC
...
Professional
Suite
Programmazione
Contingente
Orario
Circolazione
PIC-OC
DC-DG
Professional
Suite
Gestione
del servizio
Programma
Circolazione
PIC-IC
• garanzia della sicurezza d‘accesso al siste-
...
Professional
Suite
Gestione Disponibilità
Infrastruttura
Conduzione
Ordinaria
Andamento
Circolazione
PIC-IC
Disponibilità
Infrastruttura
PIC-Di
Modello
Infrastruttura
PIC-Mi
PIC Information Framework
PIC Connector
Le scelte di fondo che hanno indirizzato la
ma e ai dati, mediante l’assegnazione a cia-
selezione del modello architetturale, sia esso
scun utente di un identificativo, di una pas-
applicativo sia tecnologico, sono le seguenti:
sword e di un profilo utente che ne determi-
• adozione di tecnologie innovative in grado di
na le autorizzazioni e i privilegi;
salvaguardare gli investimenti già effettuati;
PIC/SSDC
Adapter
PIC/SCC
Adapter
PIC/SED-C
Adapter
mediante servizi e strumenti atti a garantire
grarsi con altri sistemi di tipo eterogeneo,
adeguati livelli di protezione da intrusioni
sia interni sia esterni, per lo scambio di flus-
PIC/ITF
Adapter
PIC standard
Adapter
• realizzazione di un‘architettura orientata ai
servizi;
• modularità del sistema per l’introduzione di
Fig. 1 - PIC: Architettura logica
Orario
Circolazione
PIC-OC
Programma
Circolazione
PIC-PC
Andamento
Circolazione
PIC-AC
Disponibilità
Infrastruttura
PIC-DI
ROMAN
Adapter
SSDC-SCC
Adapter
RIACE
Adapter
Sist. Circ.
Adapter
IF
nali: logica applicativa e d‘interfaccia utente, logica di business e di processo, logica
ciamento con sistemi esterni ecc.;
• scalabilità orizzontale tramite distribuzione
fisica delle componenti elaborative su più
server; tale distribuzione può avvenire sia su
anche a fronte di picchi di carico; il sovrac-
livelli fisici diversi sia sulla parallelizzazione
carico delle risorse elaborative e trasmissi-
dell'esecuzione tramite l'utilizzo di meccani-
ve deve essere assorbito dal sistema in
modo trasparente all’utente;
aumentare l’affidabilità e la disponibilità del
sistema;
• garanzia di continuità del servizio e prote-
smi di bilanciamento del carico;
• architettura aperta, cioè basata su protocolli standard di comunicazione e d‘interoperabilità;
• architettura orientata ai servizi e basata su
componenti.
sia il più ridotto possibile. Le applicazioni
zione da improvvise interruzioni di corrente
Il modello prescelto opera secondo uno sche-
che rappresentano la parte più sensibile alle
rappresentano le logiche che supportano le
e caduta delle linee di trasmissione;
ma (fig. 3) che potremmo definire di “centro
variazioni organizzative, sono realizzate da
attività degli attori.
semplici strutture che aggregano applicazio-
Esse possono essere modificate in caso di
ruolo deve svolgere. Solitamente le suite,
ni, in modo che il costo della loro modifica
82
di persistenza dei dati, logica di interfac-
• capacità di garantire prestazioni adeguate
• ridondanza delle componenti critiche per
fig. 2 - PIC: il bus standard di interconnessione dei servizi
sistema sono:
dei sottosistemi esistenti;
li evoluzioni;
Adapter
Le principali caratteristiche architetturali del
• suddivisione logica su diversi livelli funzio-
software, per assicurare l’espandibilità del
Reali
Programmazione
Base
meccanismi d‘autenticazione e di filtraggio.
nomico senza pregiudicare il funzionamento
sistema e della rete in relazione alle possibi-
Connector
esterne;
• garanzia della sicurezza di rete mediante
nuove funzionalità in modo semplice ed eco-
• scalabilità delle componenti hardware e
Modello
Infrastruttura
PIC-MI
• sicurezza dei sistemi e riservatezza dei dati,
• realizzazione d‘un sistema in grado d‘inte-
si d‘informazioni;
PIC/ROMAN
Adapter
del sistema;
revisioni del processo produttivo.
• recovery automatico dei dati per prevenire
servizi” in ambiente Intranet, con una specifica
la perdita d‘informazioni dovuta a guasti;
attenzione ai parametri di disponibilità e di
• semplicità di gestione e manutenibilità
sicurezza, e con l’obiettivo di centralizzare i
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RUBRICA
La Piattaforma integrata circolazione (PIC) a supporto dei processi commerciali e della circolazione treni
sistemi per ottenere un minor costo di gestione
centro servizi per tutti gli utenti connessi
zione dati “on demand”, monitoraggio e
questi casi è previsto l’uso di client più “pesan-
e un maggior controllo della piattaforma, pur
alla LAN della sede territoriale.
segnalazione allarmi. Tali utenze saranno ser-
ti” su cui distribuire una parte del carico elabo-
mantenendo un’alta flessibilità implementativa.
L’architettura applicativa seguirà una struttura
vite con browser standard aventi come unica
rativo e della logica applicativa.
Si articola su due livelli distinti:
tipica dell’approccio Object Oriented. I com-
funzione quella d‘ospitare la presentazione e
Il numero d‘utenti che si considerano contem-
• un livello centrale dove sono presenti tutte
ponenti saranno progettati per essere altamen-
gestire l’interfaccia utente (logica “thin
poraneamente collegati al sistema sarà media-
le applicazioni e i servizi offerti dalla piatta-
te strutturati (utilizzo d‘ereditarietà e polimorfi-
client”).
mente 600 durante tutto l’arco della giornata. Di
forma. È collegato in rete LAN con il CED
smo), manutenibili, aggiornabili facilmente e
La seconda classe è relativa a utenze che inte-
questi, circa 350 sono di tipo operativo, essen-
che ospita gran parte dei sistemi informati-
riusabili.
grano funzioni d‘elaborazione più sofisticate,
do coinvolti direttamente nel processo produtti-
vi con i quali è integrata la piattaforma.
Verranno utilizzate due tipologie di terminale
quali console operative specifiche del ruolo,
vo. Tra questi circa 100 sono da considerarsi
Inoltre può operare come punto d‘intercon-
che schematicamente rappresentano due
monitoraggio e segnalazione allarmi, simulazio-
critici in ragione dell’impatto delle loro azioni sul
nessione verso altre aziende interfacciate
grandi classi d‘utenza che usufruiranno dei ser-
ni che implicano interazioni con l’utente, visua-
processo produttivo e dei tempi nei quali sono
per ricevere/ offrire servizi;
vizi realizzati.
lizzazione ed elaborazione grafiche (sinottici). In
tenuti ad agire.
• un livello locale dislocato in ciascuno dei siti
La prima classe è relativa a utenze con la
dipartimentali; sarà utilizzato esclusivamen-
necessità d‘utilizzare funzioni “leggere” quali
te come punto di accesso (POP) verso il
data entry di quantità limitate di dati, consulta-
Compartimento
WAN Circolazione
MPSL
Perimeter Firewalls
(Nokia IP 740)
Domain
Controller
Cluster Concentratore
Compartimentale
VLAN 155
VLAN 148
Load Balancers
(F5 Networks BIG-IP)
CED Centrale
VLAN 150
Terminal Server
Utenti Operativi
Web Servers
Utenti Informativi
Internet Firewalls
(Nokia IP 530)
VLAN 149
VLAN 158
Business Web Services
Utenti Operativi
System Web Services
Infrastruttura
Cluster
Applicativi
Cluster Concentratore
Centrale
VLAN 158
DB Utenti Operativi
Infrastruttura tecnologica
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Business Web Services
Utenti Informativi
VLAN 149
DB Delivery
AD/AM
Domain
Controller
DB Utenti Informativi
dida
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RUBRICA
L'impegno di Tav
per la sicurezza sui cantieri
ANTONIO SAVINI NICCI - amministratore delegato di TAV SpA
Vale la pena sottolineare come di fronte a
con la sicurezza e la salvaguardia delle con-
una grande variabilità di situazioni – e con-
dizioni di lavoro delle maestranze.
seguentemente di tecniche di scavo da uti-
I dati nudi e crudi: la realizzazione della trat-
lizzare – i progettisti abbiano cercato d’uti-
ta Bologna-Firenze, 78,5 chilometri di cui
lizzare un approccio che abbandona defini-
73,3 in galleria, ha raggiunto un avanza-
tivamente i princìpi derivati dall’ingegneria
mento complessivo del 67% del totale, pari
mineraria tradizionale.
a 2.175 milioni di euro investiti. Lo scavo
La scelta dell’approccio costruttivo intera-
delle gallerie è al 77%, corrispondente a
gisce strettamente con la questione della
l raddoppio delle attuali linee ferroviarie
di procedimentali e l’attivazione degli
oltre 54 chilometri di scavo. Nei 22 cantieri
sicurezza nell’ottica imprenditoriale d’otti-
lungo la dorsale Milano-Napoli e la tra-
Osservatori ambientali nazionali che, sep-
aperti lavorano circa 2.750 persone: come
mizzazione del lavoro. In altri termini, si è
sversale Torino-Milano-Venezia, il colle-
pur bisognose come tutte le “invenzioni” di
si vede, uno dei due obiettivi, rispetto dei
perseguito l’obiettivo di contenere e preve-
gamento tra Genova e la Pianura padana
aggiustamenti e affinamenti, hanno rappre-
tempi e produttività, si può dire largamente
nire lo svilupparsi delle deformazioni del
attraverso il terzo valico e la riorganizzazio-
sentato comunque un interessante contri-
conseguito. Ma anche quello della sicurez-
terreno, migliorandone le caratteristiche
ne dei nodi urbani, cui Tav sta lavorando,
buito al mondo dell’impresa. Non siamo noi
za, valutando il decremento degli indici di
prima di procedere allo scavo, rendendolo
rappresentano oggi uno dei più grandi can-
a dirlo: al sedicesimo congresso mondiale
gravità e frequenza degli incidenti, si può
idoneo a collaborare alla statica finale del-
tieri del nostro continente. Logico dunque
della sicurezza e salute del lavoro che si è
dire conseguito, anche se su questo terre-
l’opera, consentendo infine di realizzare lo
che le scelte adottate nei differenti compar-
tenuto a Vienna il 30 maggio 2002, i can-
no non si fa mai abbastanza.
scavo delle gallerie a piena sezione in qual-
ti – progettazione, rapporto con le temati-
tieri Tav della linea ferroviaria Firenze-
che ambientali, approccio finanziario, orga-
Bologna sono stati classificati come i più
nizzazione del lavoro – finiscano con l’ac-
sicuri d'Europa.
quisire valenza paradigmatica e costituisca-
E il 3 giugno 2002 è arrivato anche il pre-
no termine di paragone e confronto.
mio “Alessandro Martignani” assegnato alle
Un dato obiettivo, che vale, si badi bene,
AUSL Bologna Sud e Firenze per l'attività
non solo per i punti d’eccellenza che pure
di controllo e prevenzione degli incidenti sui
si ritiene di avere posto in essere, ma
cantieri dell’Appennino tosco-emiliano.
anche per i risvolti problematici e per i
Nella motivazione si sottolinea che “la defi-
passaggi o gli aspetti che attendono solu-
nizione di nuovi standard ha permesso di
zioni più adeguate.
contenere il numero e la gravità degli infor-
È certo che la dimensione dell’opera e la
tuni nella realizzazione di un'opera molto
sua complessità hanno sollecitato, sin dal-
complessa, in particolare per le gallerie che
l’inizio, un approccio nuovo per il nostro
ne caratterizzano il tracciato”.
paese (si pensi all’utilizzo della figura del
A caratterizzare il modello in questione è
General Contractor), con la messa in
stato prioritariamente lo sforzo di concerta-
campo di soluzioni originali, come gli accor-
zione per mettere a punto un disegno in
I
86
grado di coniugare al meglio la produttività
Il camerone della galleria Firenzuola.
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RUBRICA
L’imbocco Nord della galleria Raticosa.
complessità delle opere, ha ritenuto d’e-
sabilità di valutare il rischio e di formulare
stendere l’applicazione delle disposizioni
un piano di sicurezza, al sindacato di con-
del DLgs 494/96 anche oltre gli stretti
correre nella valutazione del rischio sulla
obblighi di legge e, pertanto, anche alla
base dell'esperienza specifica, alle AUSL
tratta Bologna-Firenze.
di recepire i piani di sicurezza per una valu-
Ovviamente l’applicazione della nuova nor-
tazione di fondo che precede e integra il
mativa è stata armonizzata con il sistema
proprio tradizionale compito ispettivo.
contrattuale specifico della linea veloce. È
Senza rinunciare dunque a un compito isti-
stato adottato un sistema operativo che, da
tuzionale di controllo, di sanzione quando
un lato, prevede la piena responsabilizza-
necessario, la AUSL interviene in via preli-
zione del General Contractor in materia di
minare, quasi fosse una sorta di consulente.
sicurezza sia per la parte dei lavori svolta
Inoltre TAV ha sottoscritto due protocolli
dalle proprie consorziate sia per quelli ese-
con le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna
guiti da imprese terze provvedendo al coor-
per definire gli impegni delle parti per far
dinamento di tutte le imprese esecutrici;
fronte all’accresciuta domanda di servizi nel
siasi tipo di terreno. Tutto ciò in condizioni
d’inizio di questi lavori; se le rapportiamo al
dall’altro prevede una verifica sui contenuti
settore sanitario. In base a questo accordo
di sicurezza.
varo delle nuove normative in materia di
progettuali in materia di sicurezza che
si riconosce l’esigenza di un surplus di
Senza dubbio questo consente anche
sicurezza, vediamo che la 626 porta la data
tenga conto dello stato della progettazione
risorse tecniche, finanziarie e umane, al fine
d’assicurare il rispetto delle cadenze d’a-
del 1994 e la 494 quella del ’96 e coinci-
e della realizzazione dell’opera.
di garantire agli addetti ai lavori di costru-
vanzamento programmate, avvicinando il
dono dunque con l’apertura dei cantieri
Sulla Bologna-Firenze i piani di sicurezza
zione della tratta, in maggioranza prove-
modello operativo a quello industriale
lungo questa tratta.
previsti dalla nuova normativa sono scaturi-
nienti da altre regioni, gli stessi standard di
anche laddove le condizioni del terreno
Per la realizzazione della linea veloce
ti da un programma concertato tra impresa,
sicurezza dei cittadini residenti.
sono più difficili.
Bologna-Firenze è stato preso atto della
sindacato e Aziende sanitarie locali. Si trat-
Il pronto intervento è organizzato mediante
Ma l’accento va posto sul fatto che l’otti-
nuova disciplina sin da subito impostando
ta di un'esperienza innovativa, che valorizza
l’integrazione e il potenziamento del servi-
mizzazione dei ritmi produttivi non avviene
una politica di prevenzione e sicurezza
le competenze delle componenti interessa-
zio di Pronto soccorso esistente in Emilia-
a scapito, bensì a partire dalla sicurezza.
basata sul metodo e sulle procedure previ-
te dall'opera di prevenzione e che vede
Romagna e mediante strutture e mezzi
L’approvazione del primo significativo lotto
ste obbligatoriamente dalla legge 626.
assegnato a ciascuna parte un ruolo attivo
dedicati ai cantieri in Toscana. In particola-
di lavori per la tratta è arrivata nel ’95 e di
E anche se il campo d’applicazione delle
e partecipe. In quest’ottica particolarmente
re in Emilia-Romagna sono previsti 4 campi
fatto i lavori veri e propri sono iniziati nel
nuove norme di sicurezza si sarebbe potuto
importante è il continuo aggiornamento dei
base dotati di eliporto e di soccorso a ser-
luglio 1996. La progettazione e la costru-
non applicare alle tratte già affidate al
lavoratori sulle problematiche della sicurez-
vizio di 8 cantieri principali serviti di squa-
zione delle gallerie avvengono in un siste-
General Contractor, e ai progetti di siste-
za. Vengono infatti organizzati incontri
dre di sicuristi e di locali d’infermeria.
ma di qualità conforme alle norme UNI EN
mazione dei nodi, il cui affidamento proget-
periodici per la formazione di operai sicuri-
Tramite il potenziamento del Bologna
ISO 9000.
tuale era avvenuto prima del 24 marzo
sti che svolgono un ruolo attivo di preven-
Soccorso 118 è garantito un trasporto più
Ripercorrendo la nostra esperienza, credo
1997, data d’entrata in vigore del Decreto
zione nella realizzazione dei lavori.
veloce ai servizi di pubblica assistenza. In
494/96, TAV, in considerazione dell’entità e
All'impresa spettano il compito e la respon-
Toscana sono previsti 5 campi base dotati
sia utile richiamare l’attenzione sulle date
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L’impegno di Tav per la sicurezza sui cantieri
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RUBRICA
Lo scavo dell’interconnessione dispari di S. Ruffillo.
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L’impegno di Tav per la sicurezza sui cantieri
l’attività dell’Osservatorio le due Regioni
Che i sistemi di sicurezza e di tutela della
producono inoltre informazioni utili per
salute adottati da TAV e dagli altri attori
migliorare le attività dei servizi sanitari, in
coinvolti nel progetto siano efficaci ed effi-
particolare per la prevenzione degli inci-
cienti è dimostrato dalla positiva accoglien-
denti sul lavoro.
za da parte di sindacati ed enti e dagli otti-
Così come delineato, l’Osservatorio si pre-
mi risultati ottenuti, tant’è vero che anche
senta non solo come punto d’incontro
per il nodo di Bologna e per la Milano-
organizzativo tra i servizi di prevenzione
Bologna sono stati firmati accordi e sono
della AUSL e del CAVET, e come conteni-
state applicate procedure dello stesso tipo.
tore scientifico in cui confluiscono i dati e
Il modello messo a punto con le istituzioni,
le esperienze delle due organizzazioni, ma
le strutture socio-sanitarie, le comunità
anche come vero e proprio strumento atti-
locali, in Toscana ed Emilia-Romagna, resta
vo di politica di prevenzione e sicurezza.
un punto alto nella nostra esperienza, che
Il
proposto
può essere ancora migliorato; ma è questo
dall’Omtav per la linea veloce Bologna-
adesso il nuovo punto da cui partire quan-
Firenze potrà essere riproposto a livello
do si parla di sicurezza, ed è in questa dire-
nazionale per monitorare la costruzione di
zione che già si orientano i nostri sforzi per
modello
di
sorveglianza
di eliporto di soccorso a servizio di 12 can-
ricettario del SSN.
altre linee ferroviarie così come di altre
estenderne l’applicazione all’insieme della
tieri industriali serviti di ambulanze, squa-
Un modello che ha dei costi, ma che testi-
grandi infrastrutture.
nostra attività sul territorio nazionale.
dre di sicuristi, locali infermeria e medici o
monia dell’attenzione riservata ai lavoratori
infermieri per 24 ore al giorno. Tramite le
da un lato e al territorio che ospita i cantie-
attrezzature e il personale medico e para-
ri dall’altro.
medico gestito dalle AUSL e mediante
Inoltre le Regioni Emilia-Romagna e Toscana,
fondi CAVET è garantito un adeguato tra-
nell’intento di dotarsi di tutti i possibili stru-
sporto alle strutture sanitarie pubbliche.
menti per assicurare la sicurezza del lavo-
Infine è importante sottolineare che, attra-
ro nei cantieri, hanno istituito – attraverso
verso un’apposita convenzione siglata da
un accordo sottoscritto con TAV, CAVET,
TAV e AUSL, i lavoratori impegnati nella
l’azienda AUSL di Bologna Sud e l’AUSL 10
realizzazione della linea veloce Bologna-
di Firenze – l’Osservatorio monitoraggio
Firenze godono dell’assistenza sanitaria di
tratta Alta velocità (OMTAV).
base anche sul luogo di lavoro. Ogni lavo-
Obiettivo specifico dell’Osservatorio è sor-
ratore può pertanto recarsi presso gli
vegliare le condizioni di lavoro e dell’am-
ambulatori locali o a domicilio e riceverà
biente, la quantità e il tipo d’infortuni, la
gratuitamente la prestazione sanitaria e la
verifica del rispetto delle norme per la sicu-
relativa prescrizione dei farmaci con il
rezza dei lavoratori e dell’ambiente. Tramite
I
NUMERI DELLA
BOLOGNA-FIRENZE
La linea veloce Bologna-Firenze è lunga 78,4 km – di cui circa 73 si sviluppano in galleria – e attraversa il territorio di 12 comuni, 6 in provincia di Bologna (Bologna, San
Lazzaro, Pianoro, Monghidoro, Monterenzio e Loiano) e 6 in provincia di Firenze.
L'interconnessione con la rete storica, lunga 1,5 km, è a San Ruffillo, a Sud di Bologna.
Le gallerie sono 9, di cui le più lunghe sono quelle di Vaglia, quasi 19 chilometri, e di
Firenzuola, oltre 15 chilometri.Vengono realizzati inoltre ben 19 Km di gallerie di servizio (finestre e cunicoli), le quali rivestono una duplice funzione: nella fase realizzativa
consentono di moltiplicare il numero dei fronti di scavo in modo da rispettare il programma lavori previsto, mentre nella fase d’esercizio rappresenteranno le uscite di sicurezza in caso d’incidenti.
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RUBRICA
L’innovazione tecnologica
a sostegno dello sviluppo del trasporto
ferroviario delle merci
Risultati
Fattori
Politiche e
strategie
Processi
Leadership
GIUSEPPE CASSINO - direttore della Direzione tecnica della Divisione cargo di Trenitalia SpA
GIANCARLO LAGUZZI - direttore della Divisione cargo di Trenitalia SpA
Risultati relativi
al personale
Partnership
e risorse
Risultati relativi
ai clienti
Risultati relativi
alla società
Risultati delle
Performance
chiave
Gestione del
personale
e nuove tecnologie costituiscono
L
Innovazione ed apprendimento
una risorsa importante per l’attività
ICT
R&D
della Divisione cargo, che su di
fig. 2 - Il modello EFQM.
esse punta per accrescere la propria competitività e per affermarsi sempre più nel
coniugandosi con quella tecnologica, ne
trasporto ferroviario delle merci sia italiano
Qualità
sia europeo. Più qualità dei servizi offerti,
più redditività dei fattori della produzione,
più efficienza d’impresa sono gli obiettivi
Innovazione
tecnologica
derata unanimemente, oggi più che mai,
una delle principali leve strategiche. La
f) la realizzazione degli impianti di prova
freno preventiva;
g) il revamping dei fanali di coda.
mettendo l’incremento dell’efficienza complessiva della combinazione dei fattori
della produzione.
spinta innovativa segue fondamentalmente
a) Il radiocomando
degli apparati centrali
L’esigenza d’adeguamento dei mezzi di
fig. 1 – Gli assi del progetto industriale
• la ricerca & sviluppo (vedi riquadro)
92
e) la sperimentazione dei locotrattori;
Infatti la sola tecnologia nulla può senza
far evolvere di pari passo le regole, per-
tutto con l’apporto dell’innovazione, consi-
treno e da manovra;
zare l’azione al miglior risultato possibile.
una contestuale sensibilità del normatore a
che la Divisione persegue anche e soprat-
tre piste (fig. 1):
enfatizza gli effetti, permettendo di finaliz-
d) il radiocomando delle locomotive da
• l’Information & Communication Technology
mentazione, attraverso l’introduzione mira-
• l’innovazione tecnologica tutte coerente-
ta di nuove tecnologie, finalizzate essen-
mente incentrate e armonizzate sul
zialmente all’incremento dell’efficienza
modello EFQM adottato da Trenitalia
produttiva e allo sviluppo di nuovi servizi
quale sistema di gestione della qualità
per la clientela (vedi riquadro sugli investi-
(fig. 2).
menti).
Attualmente la Divisione è impegnata in un
A tale scopo risulta fondamentale l’appor-
grande sforzo d’innovazione e di speri-
to sinergico dell’evoluzione normativa che,
produzione al contesto produttivo ha spin-
Nel corso del 2003 è stata completata con
to la Divisione cargo a promuovere negli
successo la sperimentazione di un nuovo
ultimi anni, con la diretta e fattiva collabo-
sistema di radiocomando degli enti di piaz-
razione di RFI, progetti quali:
zale presso il deposito locomotive di
a) il radiocomando degli apparati centrali;
Savona collegato al fascio merci di Savona
b) l’individuazione di specifici itinerari per
Parco Doria (fig. 3).
la circolazione di treni di peso superio-
La tecnologia adottata nella sperimentazio-
re a 1.600 t;
ne ha permesso di realizzare la remotizza-
c) l’adeguamento delle locomotive E656
all’esclusivo utilizzo merci;
zione del banco di manovra del suddetto
apparato, replicandone la funzionalità su
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[ Argomenti ] 2
LA R&D
RUBRICA
PER LO SVILUPPO DEL
L’innovazione tecnologica a sostegno dello sviluppo del trasporto ferroviario delle merci
MEZZOGIORNO
Nel 1998, per iniziativa dell’ENEA e con la
collaborazione del Gruppo FS e di
Uniontrasporti che ne fanno parte, fu costituito il Consorzio per la ricerca e lo sviluppo
di tecnologie per il trasporto innovativo
(TRAIN) con sede a Trisaia, in Basilicata. Ne
fanno parte, oltre ai promotori, importanti
aziende d’interesse nazionale.
Il Consorzio ha la finalità di realizzare, anche
in collaborazione con soggetti terzi e utilizzando cofinanziamenti nazionali, europei e
regionali., programmi di ricerca e sviluppo d’interesse nel settore dei trasporti e della logistica con l’obiettivo, attraverso l’introduzione dell’innovazione in questi settori, di rompere il tradizionale isolamento che il Mezzogiorno ha finora subìto, non solo rispetto al resto del paese, ma addirittura rispetto all’intera Europa.
Fra i progetti finora realizzati dal Consorzio sono da segnalare:
• la cassa mobile a refrigerazione passiva che non necessita di sistemi d’alimentazione esterna (un
sistema di refrigerazione “statica” viene attivato alla partenza del viaggio garantendo condizioni
ambientali ottimali di conservazione per oltre 5 giorni). Nell’agosto del 2002 la Divisione cargo di
Trenitalia ha sperimentato le proprietà frigorifere della cassa durante tre viaggi di prova tra la Sicilia
e la Germania; il buon esito delle prove ha condotto la Divisione all’approvvigionamento di 60 casse
che saranno disponibili entro il primo semestre del 2004. A oggi sono in servizio 10 casse, sulle
direttrici Cannizzaro-Milano e Cannizzaro-Colonia, utilizzate per il trasporto di prodotti alimentari e ortofrutticoli con frequenza bisettimanale. È prossimo alla consegna il secondo lotto di casse,
destinato alla relazione Cannizzaro-Bologna per il trasporto di merci deperibili;
• il prototipo Octopus, che consente la gestione informatizzata dei terminal containers. È un sistema
costituito da un modulo operativo completo a sua volta costituito da quattro submoduli, ognuno
dotato di struttura, equipaggiamento e funzioni di gestione di banchina, di piazzale, di collegamento e di controllo. Il sistema dimostratore è stato installato nel porto di Palermo, ove è completamente operativo; è stata verificata in campo la piena funzionalità della coordinazione logistica degli
elementi del sistema. Il prototipo rappresenta il primo esempio d’un sistema rivoluzionario che
s’imporrà nel processo di sviluppo del commercio mondiale, facendo di Palermo un porto di primaria importanza.
Fra i tanti progetti attualmente in corso di realizzazione si segnala infine AGROLOGIS,
“Potenziamento della catena logistica intermodale dedicata alla filiera agro-industriale del
Mezzogiorno” il quale, come dice il titolo, è finalizzato allo sviluppo di filiere ortofrutticole che consentano ai produttori, attraverso lo sviluppo di sistemi di trasporto intermodali nave-ferro-gomma,
d’immettere sui mercati del Centro Europa la loro produzione, in condizioni competitive di prezzo e
di qualità controllate e certificate. Ciò favorirà l’economia italiana nel suo complesso, ma soprattutto
quella del Meridione, tipicamente legata alla produzione ortofrutticola.
fig. 3 – Schema del piazzale di Savona
un dispositivo portatile in grado d’interagi-
dalla presenza al banco di comando, con-
re con la logica elettromeccanica attraver-
sentendo loro di operare da qualsiasi
so comunicazioni via radio, le cui caratteri-
punto del piazzale direttamente tramite l’u-
stiche salienti sono riepilogate in Tabella 1.
nità portatile.
Il progetto ha consentito d’introdurre una
Tabella 1 – Caratteristiche della tecnologia radio utilizzata
piantistica di sicurezza, notoriamente retta
Banda di lavoro
2,4 GHz
da normative molto rigorose; ciò ha signifi-
Potenza in antenna
100 mW max
cato far dialogare strutture che orbitano nel
Copertura singolo
Esterno: fino a 250 m
settore degli apparati di sicurezza, delle
Access Point
Interno: fino a 100 m
Velocità
di trasmissione
1+11 Mbps
Capacità
singolo canale
Elevata
telecomunicazioni, delle normative d’esercizio. La realizzazione del progetto, che ha
quindi impegnato soggetti di settori diffe-
È così che il banco di comando originario
è rimasto in opera come dispositivo di
riserva normalmente impresenziato, mentre l’operatività della gestione dei movimenti di manovra è stata assicurata tramite un computer palmare (fig. 4 e 5). La
possibilità di trasmettere comandi e ricevere controlli attraverso comunicazioni in
radiofrequenza ha svincolato gli operatori
94
tecnologia innovativa nell’ambito dell’im-
fig. 4 – Un agente comanda l’instradamento di
manovra dalla cabina di guida della locomotiva.
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L’innovazione tecnologica a sostegno dello sviluppo del trasporto ferroviario delle merci
tibilità relativamente a quegli impianti dove,
dosi d’aumentare la produttività delle risor-
I risultati delle prove supportano la tesi del-
sia per il numero dei dispositivi di deviazio-
se impiegate (umane e tecniche).
l’incremento del valore di massa trainata
ne sia per il numero d’addetti, risulti conve-
È per tali ragioni che dal 2001 Divisione
pur nel rispetto delle seguenti regole di
niente la centralizzazione degli enti di piaz-
cargo ha intensificato i confronti con RFI
composizione: massa rimorchiata massi-
zale (ove non presente) e quindi l’applica-
sulla questione dei treni di peso superiore
ma di 3.200 t, lunghezza max del convo-
zione del radiocomando (Torino Orbassano,
al limite delle 1.600 t e nel 2003, maturata
glio di 560 m, frenatura tipo G, carri a car-
Genova Rivarolo e La Spezia Migliarina). La
la necessità di strutturare un vero e proprio
relli tipo Y25, tenditori di tipo U FS-2,
normativa vigente in materia di massimo
progetto di revisione della normativa, si è
respingenti almeno di tipo 620.
peso trainato pone due vincoli tecnici fon-
fatta promotrice, coadiuvata dalla consu-
damentali per la composizione di un convo-
lenza tecnica dell’UTMR-Sperimentazione,
A partire dal 2001 RFI ha progressiva-
glio, massa e lunghezza, che tengono conto
della definizione di una campagna di prove
mente autorizzato la circolazione in deroga
ancora della presenza in composizione di
sperimentali per valutare il comportamento
al limite delle 1.600 t passando dai 395 km
carri ad assi, dotati di organi d’aggancio
dinamico e gli sforzi che nascono su treni
già autorizzati al 2001 ai 749 km del 2003
poco resistenti. Massa non superiore a
di massa superiore a 1.600 t (sforzi longi-
(fig. 6).
renti, si è articolata in svariate attività. RFI
1.600 t e lunghezza non superiore a 660 m
tudinali di compressione lungo il treno e
ha assicurato la progettazione e la realiz-
con frenatura in regime P o 1.000 m con
sforzo degli organi d’aggancio). RFI ha
zazione del sistema, l’interfacciamento e la
regime G. Ulteriori limiti oggettivi possono
concesso a febbraio 2003 l’autorizzazione
modifica della logica elettromeccanica in
derivare da fattori esterni al treno quali il
cabina con la nuova logica elettronica, la
modulo della linea da percorrere (usual-
fig. 5 – Il radiocomando portatile.
96
RUBRICA
messa a punto delle apparecchiature sul
mente 550 m), la categoria della linea (peso
piazzale del deposito, mentre una società
per asse e per metro lineare) e la capacità
privata, per conto della Divisione cargo, ha
dei binari raccordati o degli scali. Al pro-
sviluppato il software applicativo.
cesso tecnologico (carri più moderni, orga-
La realizzazione del progetto è stata dun-
ni d’attacco più resistenti, sistemi frenanti
que il frutto di un’importante e fattiva colla-
più prestanti…) deve corrispondere quindi
borazione di Trenitalia Cargo con RFI, che
un’evoluzione della normativa che, suffraga-
insieme hanno perseguito lo scopo di otti-
ta da analisi tecniche e da prove sperimen-
mizzare l’utilizzo delle risorse sugli impianti.
tali, possa permettere la ridefinizione di detti
Sulla scia dei buoni risultati ottenuti nel-
limiti.
l’impianto di Savona (a tal proposito ci fa
L’esigenza di tale ridefinizione è particolar-
piacere ricordare che il progetto in que-
mente sentita da chi, come Divisione cargo,
stione si è aggiudicato il 1° premio dell’e-
è interessata, per la congenialità stessa del
dizione 2003 di “Innovare per migliorare”),
trasporto ferroviario, al trasporto di merci
la Divisione cargo ha commissionato a un
pesanti (es. prodotti siderurgici e chimici,
apposito gruppo di lavoro uno studio di fat-
minerali, argille, pietrisco ecc.) prefiggen-
Linee autorizzate in deroga [km]
all’effettuazione di suddette prove sulla
800
linea Ferrara-Rimini. Le prove sono state
700
condotte con una configurazione del treno
600
funzionale alle esigenze dei clienti Cargo e
con degli appositi carri strumentati in com-
500
posizione, nel rispetto dei vincoli stabiliti sia
400
dalle norme RFI sia dalle Fiches UIC. Nella
300
Tabella 2 sono indicate le diverse configu-
200
razioni di carico utilizzate nelle prove.
100
Tabella 2 – Configurazioni di carico
dei treni prova
0
2001
Massa
Totale
Distribuzione
del carico
Tipo
di freno
1.600
2.700
3.200
2.600
2.000
Omogenea
Omogenea
Omogenea
Disomogenea
Disomogenea
P
G
G
G
G
t
t
t
t
t
2003
fig. 6 – Chilometri di linea percorribili con treni
pesanti.
Su tali itinerari (fig. 7) è possibile comporre
treni pesanti di massa media pari a 2.240 t,
con punte di 2.680 t (Ravenna-Parma).
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RUBRICA
L’innovazione tecnologica a sostegno dello sviluppo del trasporto ferroviario delle merci
c) L’adeguamento
delle locomotive E656
all’esclusivo utilizzo merci
Con l’adeguamento delle E656 (fig. 8)
all’esclusivo utilizzo merci, ottenuto apportando una modifica al rapporto di trasmissione (da 21/68 a 23/66), è aumentata la
massa rimorchiata di oltre il 30%, con un
conseguente aumento della produttività
per questo gruppo di locomotive. Oggi,
fig. 8 – Locomotiva E656.
sul valico a forte pendenza dei Giovi, una
alla locomotiva di testa di telecomandare
sola E656 modificata in E655 traina 1.100
una o più locomotive remote, consentendo
tonnellate rispetto alle 850 tonnellate mas-
d’ottimizzare la distribuzione della trazione e
sime rimorchiate precedentemente, con-
dell’azione frenante, d’incrementare il rendi-
sentendo l’eliminazione della doppia trazio-
mento di trazione e d’avere un azionamento
ne tra i porti liguri e la Pianura padana.
più rapido e contemporaneo lungo tutto il
Entro il 2004 saranno modificate tutte le
278 locomotive.
d) Il radiocomando delle
locomotive da treno
e da manovra
convoglio, in fase sia di frenatura sia di sfrenatura. In definitiva il radiocomando permetterà d’offrire un servizio commerciale di
maggiore qualità, di migliorare la sicurezza
della marcia e d’aumentare la massa trainata, il tutto a costi più contenuti.
All’inizio del 2002 la Divisione cargo ha dato
Trentaquattro locomotive da manovra della
inizio allo sviluppo di un sistema di bordo di
famiglia D145 1000 (fig. 11) saranno inoltre
radiocomando (figg. 9 e 10) delle locomotive
equipaggiate con un dispositivo di radioco-
da treno in multipla trazione, che permetta
mando e di telecomando che ne permetterà
AUTORIZZATA DEROGA AD ART. 60 PGOS
RICHIESTA DEROGA AD ART. 60 PGOS
fig. 7 – Itinerari treni pesanti.
98
fig. 9 – La locomotiva di testa radiocomanda la locomotiva remota intercalata.
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RUBRICA
Analisi del funzionamento della rete. Un approccio metodologico.
ambiti. L’intervento è difatti finalizzato al miglioramento della produttività delle risorse, alla
riduzione dei costi di manutenzione e a una
maggiore flessibilità d’impiego. La sperimentazione, in corso in sei diversi impianti (Napoli
Marcianise, Torino Orbassano, La Spezia
Marittima, Verona Quadrante Europa, Palermo
Brancaccio e Catania Bicocca) prevede un
periodo di monitoraggio delle operazioni di
manovra su binari non circuitati cui seguirà,
previa autorizzazione da parte di RFI/Direzione
tecnica-CESIFER, il monitoraggio su quelli
circuitati in alcuni impianti pilota.
f) La realizzazione degli
impianti di prova freno
preventiva (IPFP)
fig. 10 – Particolare del dispositivo di radiocomando installato in cabina.
Tali impianti, consentendo d’effettuare la
fig. 12 – Locotrattori Zephir e Zagro.
prova del freno dei treni in partenza, senza
dover attendere l’arrivo della locomotiva e
la manovra a distanza, oltre che l’utilizzo in
del personale di macchina, permettono non
multiplo attacco per aumentare la prestazione
solo preziose economie di risorse particolar-
dei gruppi di trazione preposti alla raccolta e
mente pregiate, ma anche un’incisiva azione
alla distribuzione, su corto raggio, dei tra-
sulla qualità della produzione, migliorando la
sporti a carro singolo.
puntualità dei treni in partenza. Nel corso del
2003 sono state sperimentate due diverse
e) La sperimentazione
dei locotrattori
tipologie d’impianto:
• l’IPFP di tipo completo (fisso): l’impianto
di produzione dell’aria compressa e la
fig. 11 – Locomotore di manovra D145 serie 1000.
100
Nell’ambito del processo di razionalizzazione
postazione fissa di lavoro MPF sono ospi-
del parco locomotori dedicato ai servizi di tra-
tati in apposito fabbricato e collegati alla
dotta e manovra, la Divisione cargo ha deciso
parte pneumatica fissa a terra ubicata sui
di sperimentare sei locotrattori (fig. 12) al fine
binari (fig. 13);
• l’IPFP di tipo semplificato (trasportabile):
di valutarne l’utilizzabilità in alcuni particolari
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RUBRICA
Analisi del funzionamento della rete. Un approccio metodologico.
sformatore…) mediante installazione di
sta valutando l’estensione dell’iniziativa
led ad alta luminosità (fig. 14) e a basso
anche alle altre Divisioni (passeggeri e tra-
consumo (di cui uno funge da spia del
sporto regionale). Le iniziative illustrate testi-
livello di carica della batteria). Il progetto si
moniano come, grazie all’innovazione tecno-
è sviluppato in due fasi successive:
logica non disgiunta dall’indispensabile e
• progettazione e sviluppo del prototipo;
armonica innovazione regolamentare, sia
• sperimentazione.
stato possibile cogliere i primi importanti
La prima fase, concernente la definizione
risultati sul piano dell’incremento dell’effi-
delle caratteristiche tecniche del fanale da
cienza produttiva. Altri traguardi attendono la
testare, s’è articolata in step d’affinamento
Divisione cargo, con l’indispensabile suppor-
progressivi scaturiti dal confronto tra le esi-
to del gestore dell’infrastruttura, nel comune
genze della Divisione e il rispetto degli stan-
spirito di proseguire nel cammino intrapreso
dard richiesti da RFI: angolo d’emissione,
per dare crescente competitività alle imprese
luminosità ecc. Presso l’Istituto sperimentale
ferroviarie anche e soprattutto attraverso
di RFI sono state realizzate le prove di labo-
un’ottimale utilizzazione dei fattori della pro-
ratorio per la verifica dei suddetti standard;
duzione orientata alla realizzazione di servizi
l’esito positivo di queste ha permesso a RFI
in qualità e in sicurezza.
d’autorizzare la sperimentazione del prototifig. 13 – Quadro d’azionamento dell’erogazione dell’aria compressa ubicato fra le traversine; display in
corrispondenza della postazione di lavoro fissa MPF.
l’apparecchiatura di produzione dell’aria
compressa è installata su un mezzo semovente che, attraverso un collegamento
esclusivamente pneumatico, viene collegata
con la parte terra.
Le sperimentazioni sono state effettuate
rispettivamente
102
presso
gli
scali
miglioramenti nella puntualità in partenza; da
ciò la decisione d’estendere ad altri otto scali
entro il 2004 la realizzazione di tali impianti.
po in linea (fig. 15).
A luglio 2003, analizzate le conclusioni del
dossier tecnico della sperimentazione, RFI
ha omologato il fanale e autorizzato la modifica sull’intero parco. Nel frattempo Trenitalia
g) Il revamping
dei fanali di coda
di
Cervignano e di Gallarate. I continui contatti
All’inizio del 2002 Divisione cargo ha deci-
tra la Divisione cargo e RFI/CESIFER hanno
so di revampizzare il parco dei fanali di
permesso d’assicurare una coerente evolu-
coda con l’obiettivo d’aumentarne la dis-
zione delle istruzioni d’esercizio in grado di
ponibilità e l’affidabilità. La filosofia seguita
consentire, a crescenti livelli di sicurezza, l’im-
nella realizzazione del prototipo è stata
piego ottimale di tali impianti. La sperimenta-
quella della riqualificazione del fanale tradi-
zione ha fatto registrare, oltre all’incremento
zionale, mirata a diminuire la fragilità dei
della produttività del fattore umano, notevoli
singoli componenti (lampada al neon, tra-
fig. 14 – Led per l’emissione del fascio luminoso.
fig. 15 - Fanale utilizzato per la sperimentazione.
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RUBRICA
GLI
Analisi del funzionamento della rete. Un approccio metodologico.
INVESTIMENTI DI
TRENITALIA CARGO
Il quadro investimenti della Divisione cargo nell’arco temporale 2004-2007 prevede importanti stanziamenti per l’ammodernamento del materiale rotabile. La disponibilità finanziaria progressivamente impegnata su tale periodo permetterà non solo di completare il previsto approvvigionamento di 320 nuovi carri
e di 68 nuove locomotive da treno, ma anche di proseguire nel processo di revamping funzionale del materiale rotabile in dotazione.
Locomotive
Con l’entrata in esercizio delle ultime 46 locomotive da treno e 4 locomotive da manovra si completerà
nel prossimo triennio il piano di consegna delle nuove locomotive (24 E402c, 42 E405, 25 D146). Per quelle in dotazione proseguiranno gli interventi di revamping quali:
• l’introduzione del Sistema di controllo marcia treno (SCMT) per il miglioramento della sicurezza d’esercizio;
• l’introduzione sull’intero parco locomotive da treno dei dispositivi di localizzazione (GPS) e di rilevamento dello stato della locomotiva (progetto SLOT);
• l’adeguamento all’esclusivo esercizio merci delle locomotive universali (E 656 e E 646);
• il miglioramento dei livelli di disponibilità delle E645/E646 mediante l’installazione di gruppi statici.
Carri
La scelta di rendere il parco carri sempre più funzionale alle esigenze del mercato ha orientato la Divisione
cargo verso il potenziamento dei carri dedicati al trasporto combinato con l’acquisto di 100 carri Saadkms
per l’Autostrada viaggiante e di oltre 200 carri Megafret.
Parallelamente all’acquisto, la Divisione ha puntato, anche per i carri, sugli interventi di revamping di tipologie idonee al trasporto di merci a vocazione ferroviaria (acciaio, legno, elettrodomestici):
• modifica di 500 G20 mediante la realizzazione di porte telonate scorrevoli e del tetto sollevabile per rendere più rapido il carico delle merci;
• trasformazione di 80 carri di tipo Taems in tipo Shimmns per il trasporto di coils;
• trasformazione di 100 carri di tipo Rils in Rgs per il trasporto di legname e di container.
Information & Communication Technology
Nell’ambito ICT gli investimenti riguarderanno principalmente l’area amministrativo-contabile, l’area produzione e l’area vendita. Entro il 2005 saranno portati a termine nuovi sistemi informatici che permetteranno, attraverso la razionalizzare e la semplificazione dei processi e delle procedure aziendali, la riduzione
dei costi di produzione e l’aumento sia della tempestività sia dell’accuratezza dei flussi informativi:
• P&GO – Sistema di programmazione integrata dell’orario;
• POOL – Sistema di programmazione operativa; ottimizzata impiego locomotive;
• GOT – Gestione orario treni;
• GOAL – Gestione operativa attività e locomotive;
• evoluzione di SIR@net;
• prenotazione del trasporto a carri.
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AMBIENTE | DIRITTO | ECONOMIA | INGEGNERIA
Rubrica
L’ottimizzazione globale del trinomio
“infrastruttura ferroviaria-veicolo-ambiente”:
modelli per l’analisi delle vibrazioni in esercizio
DARIO LO BOSCO - ordinario di Infrastrutture ferroviarie nella facoltà d’Ingegneria dell’Università
Mediterranea di Reggio Calabria
FILIPPO GIAMMARIA PRATICÒ - associato di strade, aeroporti e ferrovie nella facoltà d’Ingegneria
dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria
VINCENZO SOPRANO - direttore Strategie e sviluppo delle Ferrovie dello Stato SpA
Introduzione
elementi che costituiscono il sistema d’interesse, attraverso modelli e metodi di cal-
Il progressivo aumento della domanda di
colo che possono rappresentare adegua-
mobilità su rotaia di persone e merci, che
tamente i singoli processi di generazione e
si registra ormai nel sistema di trasporto
diffusione, individuando anche apposite
del nostro paese, richiede da parte dell'in-
strategie di minimizzazione.
gegnere ferroviario una sempre maggiore
Notevoli sono, pur tuttavia, gli sforzi che
cura nell'analisi della qualità globale del tri-
devono ancora essere profusi al fine di
nomio"infrastruttura-veicolo-ambiente",
garantire un'adeguata modellizzazione dei
onde assicurare in esercizio adeguati stan-
complessi sistemi di cui si compone il
dard di sicurezza e comfort di marcia e
sistema “materiale rotabile-infrastruttura-
rendere compatibile il rapporto tra la ferro-
contesto-recettori”, presupposto essenzia-
via e l'ecosistema di pertinenza.
le per l’individuazione di soluzioni global-
In tal senso, il fenomeno di generazione e
mente ottimali (sotto i diversi profili tecnici,
propagazione di vibrazioni e onde sonore
economici e ambientali).
generate dal sistema "veicolo-rotaia" assu-
In tale ottica si è sviluppato nella presente
me particolare interesse proprio per i cor-
memoria un apposito studio basato su un
relati aspetti inerenti alla qualità e sicurez-
particolare modello matematico a due
za di marcia nonché all'incidenza esercita-
gradi di libertà per l’analisi dell’interazione
ta sulla componente antropica (passegge-
ruota-rotaia, utile alla ricerca di soluzioni
ri, operatori FS, non fruitori diretti del ser-
idonee a garantire elevati standard di qua-
vizio ecc.).
lità sia in fase progettuale sia nella gestio-
Allo studio di tale problematica numerosi
ne dell’esercizio, anche per l’aspetto del
ricercatori hanno recentemente dedicato
contenimento delle emissioni sonore e
la loro attenzione analizzando i rapporti fisi-
della propagazione delle vibrazioni attra-
co-meccanici che s’instaurano tra i vari
verso la sovrastruttura ferroviaria.
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RUBRICA
1. Premesse
sollecitazioni vibrazionali e della propagazione delle onde acustiche nel sito e nel-
L’ottimizzazione globale del trinomio “infrastruttura ferroviaria-veicolo-ambiente”
tunnel);
costanti resilienti che di smorzamento,
• onde di taglio (fenomeno tipico degli
per dato dominio frequenziale), si analiz-
l'area vasta interessati1.
domanda di mobilità di merci e persone e
Nel settore ferroviario è, a tal proposito,
Pertanto, al fine d’ottimizzare la correlazio-
“materiale rotabile-infrastruttura”, attra-
per conseguire anche nel nostro paese un
possibile l'individuazione di tre differenti
ne "ferrovia-ambiente-sicurezza", sia nella
verso la modellizzazione complessiva dei
adeguato contenimento del costo genera-
categorie di disturbo vibro-acustico (fig.1),
progettazione di nuove linee sia nella
sistemi meccanici di riferimento e dei
lizzato dello spostamento (compreso l’one-
in funzione della sede prevalente di gene-
manutenzione e riqualificazione della rete
sotto-sistemi vibranti-smorzati interessati
re delle esternalità ambientali), coerente-
razione/propagazione dell'onda di pressio-
esistente, risulta essenziale conseguire
nella definizione del problema.
mente agli indirizzi comunitari contenuti nel
ne: aerea (air-borne, in pantografo, inter-
anche la minimizzazione delle vibrazioni
A valle di tale processo si pone, poi,
libro bianco della UE, la modalità di tra-
faccia ruota-rotaia ecc.), strutturale (struc-
indotte e delle sollecitazioni acustiche
quale indispensabile passo ulteriore, l'ap-
sporto su rotaia acquisisce oggi sempre
ture-borne, in impalcato, pannelli ecc.) o
generate in esercizio.
posita calibrazione sperimentale dei
maggior rilievo. Tuttavia, per ottimizzare gli
nel terreno (ground-borne, con propaga-
In tale ottica, un’opportunità è offerta, in
modelli e, infine, la specifica validazione
aspetti positivi di tale opzione di trasporto
zione in edifici contermini ecc.).
particolare, dalla possibilità d’impiego di
degli “output” prima individuati attraverso
"ecologico", è necessario coniugare un’a-
Per ciò che concerne i meccanismi di pro-
materiali e tecniche innovativi (per esem-
gli algoritmi di modellizzazione.
deguata gestione dell’esercizio di tale
pagazione delle vibrazioni [1], essi sono
pio, provenienti da riciclo, conglomerati
modalità di spostamento con un’approfon-
riconducibili ai seguenti tre principali feno-
bituminosi fresati ecc.), che garantiscono
dita analisi delle compatibilità con l’ecosi-
meni:
una riduzione delle emissioni sonore e
stema delle aree limitrofe; ciò anche con
• onde di Rayleigh (superficiali);
un’attenuazione delle vibrazioni, con un
particolare riferimento agli aspetti delle
• onde di compressione (caso tipico dei
conseguente miglioramento delle condi-
aerea
Air borne
strutturale
Per soddisfare efficacemente la crescente
attraversamenti in sotterraneo).
zi la risposta complessiva del binomio
2. Il sistema su ferro
e i processi d’ottimizzazione
di qualità e sicurezza
zioni operative e funzionali del predetto
Il sistema di trasporto su ferro è una moda-
sistema.
lità di spostamento i cui standard di quali-
Per l'ottimizzazione globale delle perfor-
tà e sicurezza dipendono dall'interazione
mance ecosistemiche e strutturali è,
"vincolata" tra materiale rotabile e infra-
però, indispensabile che, sulla base
struttura; a ciascuno dei componenti di
d’appositi studi sulle caratteristiche mec-
quest'ultima (fig. 2) sono richieste peculia-
caniche dei materiali (inclusi anche quel-
ri proprietà specifiche per ottenere ade-
li granulari, per ciò che concerne tanto le
guati livelli prestazionali e d’efficienza in
Principali tipologie di sovrastrutture (ESV 00)
Structure-borne
Ground-borne
Nel terreno
fig. 1 – Componenti principali del fenomeno vibrazionale in generazione e propagazione.
108
Con binario immerso a piastra in cls
Tradizionali
(embedded rali)
(classici ballast track system)
Su supporto rigido
Su supporto flessibile
fig. 2 – Principali tipologie di sovrastruttura ferroviaria.
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RUBRICA
esercizio, anche in dipendenza delle rela-
sul relativo materiale rotabile (figg. 3 e 4).
zioni che caratterizzano la linea:
Il superamento della logica della manuten-
• elasticità (ballast, sottofondo ecc.);
zione "a guasto" comporta, poi, l'esigenza
• resistenza (rotaie, traverse o piastre in
di un monitoraggio accurato, nel tempo e
cls ecc.);
nello spazio, tanto per l'infrastruttura (dis-
• stabilità (attacchi, traverse, ballast, sottofondo ecc.).
positivi on-train o off-train) quanto per il
materiale rotabile (sensori accelerometrici,
Per il mantenimento di adeguati standard
termici off/on-train, per la rilevazione del
di sicurezza, in Italia, ad esempio, il
serpeggio, per il controllo delle spinte
Gruppo FS ha attuato sempre più, a valle
esercitate dai pantografi sulla catenaria,
di adeguate strategie di monitoraggio della
per la diagnostica delle anomalie di sala
rete (treno Archimede ecc.), un'apposita
montata e ruote). L'azione continua d’at-
gestione del processo delle manutenzioni
tento monitoraggio (oggi sostanziato dalla
e delle riqualificazioni funzionali su ciascu-
“diagnostica predittiva” garantita, ad
na delle porzioni del complesso sistema
esempio, in Italia, dal treno misure
infrastrutturale (linea, nodi ecc.), nonché
“Archimede” di RFI) si traduce in un con-
L’ottimizzazione globale del trinomio “infrastruttura ferroviaria-veicolo-ambiente”
Monitoraggio
Infrastruttura
Materiale rotabile
- Dispositivi on-train per la rilevazione dello stato
binario (geometria, angolo di posa, usura ecc.)
- Dispositivi per il monitoraggio catenaria
- Deduzione delle curve di decadimento
dei singoli indicatori
- Sensori accelerometrici su boccole (degrado cuscinetti o
cerchione) e sensori termici off/on-train per il controllo
delle boccole
- Disppositivi on-train per la rilevazione del serpeggio dei
carrelli e sensori per il controllo delle spinte esercitate
da pantografi sulla catenaria (treno speciale Archimede per
la diagnostica predittiva ecc.)
- Strumenti off-train per la diagnostica delle anomalie di
sala montata e ruote (ovalizzazioni ed eccentricità)
- Reti di sensori accelerometrici su binario per la valutazione
quali-quantitativa dello stato degli organi di rotolamento
Dinamica di marcia
- Infrastruttura: condizioni di svio, stato armamento, ecc.
- Materiale rotabile: (stato sala montata, organi strutturali
ed elastici carrelli, organi strutturali casse,
organi frenatura, apparecchiature di sicurezza ecc.)
Manutenzione e Riqualifica
Qualità e comfort
Sicurezza di marcia
Manutenzione
Manuale
Meccanizzata
Saldature superfici
Manuale
Ballast
Scambi
Passaggi a livello
Strutture
...
Meccanizzata
...
Sovrastruttura
Scambi
Regolarizzazione
Stabilizzazione
Pulitura
...
- Tempi d’affaticamento
- Sollecitazioni vibrazionali
- Qualità acustica
-Incidentalità e vulnerabilità
- Statistiche di guasto
Riqualifica
Strutture varie
Economia d’esercizio
Affidabilità e regolarità
- Qualità, durabilità materiali e veicoli
- Costi per la manutenzione dei veicoli
(rodaggi usurati o deformati ecc.)
- Costi di manutenzione delle linee
(binario, ballast ecc.)
- Compatibilità ambientale
- Connettività di rete
- Qualità dei servizi resi a viaggiatori e merci;
- Tecnologie e sistemi di controllo (ripetizione
segnali e comunicazioni terra-bordo, problemi
in captazione energia caternaria ecc.)
...
Rettifiche/molatura rotaie
Produzione
Rafforzamento giunzioni
Costruttori e gestori di:
- Materiale rotabile
- Infrastrutture
...
fig. 3 – Problemi manutentivi ricorrenti.
110
fig. 4 – Interazione tra monitoraggio e prestazioni del sistema su ferro.
111
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RUBRICA
trollo integrato sulla dinamica di marcia,
velocità massima e commerciale. Sia per i
presupposto per la sicurezza della loco-
carri merci sia per le vetture passeggeri,
mozione, la regolarità del servizio, l'econo-
un incremento della velocità può, infatti,
mia d’esercizio e la qualità del trasporto
comportare problemi d’instabilità durante
(fig. 4).
la marcia, esaltati, per esempio, da imper-
Inoltre, l’incremento del carico per asse
fezioni del binario o delle ruote.
dei carri merci che ormai si prefigura nel-
L'instabilità, che, come ben noto, si confi-
l’esercizio della rete (da 22.5 a 25 t/asse,
gura quale condizione in cui i moti anoma-
e, poi, fino a 30 t/asse), impone un sempre
li (che si sommano a quelli fondamentali e
maggiore studio delle diverse componenti
che sono eccitati da cause agenti per brevi
del sistema “infrastruttura-rotabile” sotto il
intervalli di tempo) non vanno gradualmen-
profilo non solo della sicurezza e stabilità
te smorzandosi, diviene fenomeno tanto
di marcia, ma anche per gli aspetti manu-
più ricorrente quanto più frequente è l'im-
tentivi correlati. Vi è poi, ancora, con riferi-
piego nella linea di materiale rotabile “non
mento al traffico merci, la tendenza all'in-
ottimizzato”.
cremento
L’ottimizzazione globale del trinomio “infrastruttura ferroviaria-veicolo-ambiente”
carico/vuoto,
Ne consegue, quindi, l'esigenza di miglio-
soprattutto attraverso la riduzione della
rare opportunamente quest’ultimo e la
massa del carro e la conseguente oppor-
stessa sovrastruttura, al fine di rendere la
cato ai recettori antropici presenti all'in-
ra e per i recettori sensibili. Occorre,
tunità di maggiorazione del carico traspor-
velocità critica il più possibile distante da
terno e all'esterno del materiale rotabile,
comunque, precisare che, anche per
tato, a parità del peso per asse. Ne può
quelle operativamente possibili. Detto
nonché per conseguire la mitigazione
effetto del particolare legame costitutivo
conseguire, quale aspetto critico, il feno-
aspetto è intimamente congiunto al con-
delle sollecitazioni vibratorie sulle opere
delle miscele di gomma con cui sono rea-
meno dei sobbalzi a vuoto, al quale dev’es-
cetto moderno dell’interoperabilità, tra le
contermini alla linea ferrata (fig. 5).
lizzati (moduli crescenti con le deforma-
sere dedicata la necessaria attenzione
cui conseguenze positive può anche
Con riferimento, in particolare, alle tecni-
zioni di compressione), il pratico impiego
tanto in termini di gestione del traffico
spesso annoverarsi un’apprezzabile otti-
che di mitigazione tipiche dell'ambito
di tappetini assume talvolta cospicua
quanto, soprattutto, nell'ottica della ricerca
mizzazione, nell'immediato, delle funzioni
infrastrutturale, lo stato dell'arte appare
complessità esecutiva e progettuale.
di soluzioni innovative per la mitigazione
di costo dell'ente proprietario dell'infra-
contraddistinto da una tripartizione in
Esempio ne è la configurazione a triplo
del fenomeno, sia attraverso misure speci-
struttura.
sistemi smorzanti attivi (a elevato consu-
tappetino con successione (dall'alto verso
fiche inerenti al materiale rotabile sia in ter-
Per migliorare efficacemente la qualità glo-
mo energetico), semi-attivi e passivi (con
il basso) di binario, reisilient rail pad, cast
mini di possibile modifica del sistema di
bale delle condizioni d’esercizio e conte-
consumo energetico nullo); rilevante, ad
top plate, resilient sub plate pad, cast sub
masse-costanti elastiche e di smorzamen-
stualmente assicurare le “compatibilità”
esempio, può rivelarsi l'apporto dei mate-
plate, comforming pad e sleeper.
to delle sollecitazioni e delle vibrazioni
con il territorio, una frontiera scientifica di
riali compositi (figg. 5 e 6), di diversa tipo-
Significativi benefici in esercizio (in termi-
indotte nella sovrastruttura2.
cospicua rilevanza (tecnica ed economica)
logia (matrice + fibre o sandwich) e mate-
ni di mitigazione delle sollecitazioni vibra-
Altro aspetto di sicuro rilievo per i proble-
appare, inoltre, costituita dall'impiego di
riale (gomma di nitrile ecc.), con conse-
torie) sono, comunque, pure legati a un
mi trattati è dato, infine, dalla tendenza
materiali e/o dispositivi innovativi per l'atte-
guenze positive tanto per la componenti-
idoneo dimensionamento e realizzazione
nella rete europea all'incremento della
nuazione del disturbo vibro-acustico arre-
stica del rotabile quanto per l'infrastruttu-
di appositi attacchi elastici.
del
rapporto
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RUBRICA
3. Stima dei costi esterni
dell’inquinamento
vibro-acustico
Attenuazione
vibro-acustica
- Soluzioni -
Materiale rotabile
L’ottimizzazione globale del trinomio “infrastruttura ferroviaria-veicolo-ambiente”
riferimento alla discretizzazione effettuata nell’analisi del disturbo j-esimo;
La riduzione dell’inquinamento acustico e
• PEij rappresenta la perdita di valore percentuale.
vibratorio discende dalla necessità d’otti-
Nel caso si consideri il disturbo acustico:
Strutture
mizzare il binomio “ferrovia-ambiente”,
- Piling and sleeped piling
resilient foundation
bearings
- floor resonant control
ottemperando agli obblighi normativi, mini-
• ∆Lij è l’eccesso di livello sonoro rispetto
alla soglia normativa, valutato, per esem-
mizzando i costi connessi (compresi quelli
pio, in termini di segnale energeticamen-
generati nell’ecosistema).
te equivalente nel tempo (Leq) o altro
Sotto alcune ipotesi semplificative è possi-
indicatore statistico di livello sonoro rite-
bile delineare due diverse metodologie per
nuto a tal fine adeguato;
Infrastruttura
- Smorzatori
delle abitazioni dell’area i-esima, con
Sistemi smorzanti attivi:
Sistemi smorzanti semiattivi:
- con attuatori a masse attive
- a masse ibride
- di tipo elettro-magnetico
- a rigidezza variabile (affinché si
evitino i domini di risonanza)
- a smorzamento variabile (con dissipatori
ad attrito, a fluido, reologici)
la quantificazione dei costi esterni associati,
procedendo in modo “suppletivo” del mer-
• PEij può porsi pari a 0.4-1.3.
La seconda tecnica d’analisi econometrica
cato.
proposta non si riferisce alle abitazioni, ma
Sistemi smorzanti passivi (consumo energetico nullo):
La prima di esse si riferisce a una stima
alle persone. In tal caso la discretizzazione è
- Tappetini (pad)
- Mass spring system
- Floating slab track
- Smorzatori (metallici, ad attrito, visco-elastici, viscosi, a massa
con controllo in frequenza, a liquido con controllo in frequenza.
della perdita del valore percentuale delle
relativa a domini caratteristici dell’indicatore
abitazioni interessate dal decadimento della
di disturbo acustico (Leq) o vibratorio:
qualità della vita per effetto dell’inquinamenCE* = ∑j Attij ∑i Cij•Nij
to ascrivibile all’esercizio dell’infrastruttura
fig. 5 – Quadro riassuntivo delle principali tecniche per l'attenuazione vibro-acustica.
ferroviaria:
ove:
• CE* è un’altra stima del costo esterno del-
CE = ∑j ∑i ∆Lij•Aij•Pij•PEij
Materiali compositi
l’inquinamento acustico e vibratorio;
• j si riferisce alla tipologia di disturbo consi-
1. Tappetini sotto-binario (base plate-rail pads)
A unico strato
A doppio strato, con piastra metallica intermedia
ove:
• CE è una stima del costo esterno dell’inquinamento acustico e vibratorio;
• j si riferisce alla tipologia di disturbo
2. Tappetini sopra-traversa (comfort pads)
3. Tappetini sotto-traversa (sleeper pads)
Strati sub-ballast (Sub-ballast materials)
• DLij è l’eccesso di disturbo rispetto alla
soglia normativa;
Isolamento sovrastruttura (mass spring system - floating slab track)
fig. 6 – Impieghi prevalenti dei materiali compositi nella sovrastruttura.
114
considerato (vibratorio o acustico);
• i all’area omogenea considerata;
• Aij rappresenta il numero delle abitazioni
derato (vibratorio o acustico);
• i al dominio i-esimo dell’indicatore di disturbo j;
• Attij è il fattore d’attualizzazione del costo
annuo;
• Cij rappresenta il costo unitario per persona-anno, per quel dominio i-esimo dell’indicatore j-esimo;
per l’area i-esima per il disturbo j-esimo;
• Nij è il numero delle persone esposte alla
classe i-esima dell’indicatore j-esimo.
• Pij concerne il valore medio del costo
Nel caso che ci si riferisca al solo disturbo
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RUBRICA
acustico:
Tra i modelli impiegabili per la valutazione
• CE* è la stima del costo esterno dell’in-
previsionale degli effetti e dei fenomeni
quinamento acustico;
Qualità di marcia
sopra citati possono individuarsi quelli ine-
• j si riferisce al disturbo acustico;
renti alla stabilità longitudinale e quelli,
• i attiene al dominio i-esimo dell’indicatore
invece, volti ad analizzare soprattutto quel-
Infrastruttura
Veicolo
la trasversale (fig. 8). Per questi ultimi
And. piano-altimetrico
• Attij può essere stimato intorno a 18-20,
assumendo un tasso d’attualizzazione tra
diviene rilevante il problema dell’adeguata
Sovrastruttura
il 5 e il 6% e considerando un periodo di
quali elasticità della rotaia, forze di pseu-
40 anni, ovvero una cosiddetta perpetuity
do-slittamento, velocità critica per l'insta-
[2; 3];
bilità laterale, tipologia della guida delle
di disturbo acustico;
• Cij E (persona•anno) può considerarsi
variabile secondo la seguente legge:
Leq (dBA)
Cij (E/(persona•anno)
no e tavola ecc.
55
60-65
219
65-70
547
ficiente approfondimento i seguenti problemi:
70-75
1095
1. esigenza di modellizzazioni prive d’ap-
>75
2065
prossimazioni troppo restrittive (N°
Affaticamento
Rodiggio
...
Metodo Sperling
Corpo ferroviario
Metodo ORE
...
...
...
zione di modelli a masse concentrate
devono, allora, essere considerati con suf-
fig. 7 – Quadro di sintesi delle caratterizzanti la qualità globale di marcia.
Sistemi
linearità tra forze d’attrito e scorrimento
ecc.);
2. adeguata valutazione preliminare del
modello globale del sistema e sua cali-
Sollecitazioni vibratorie e disturbi sonori
Sensibilità
Nella formalizzazione nonché nella risolu-
55-60
4. Modellizzazioni
inerenti all’armamento:
un’applicazione
Sistemi elastici e smorzanti
Armamento
boccole (guida elastica ecc.), stato dei
profili delle rotaie e in particolare di bordi-
Uomo
Cassa
considerazione di molteplici indicatori,
gradi di libertà troppo ridotto, ipotesi di
116
L’ottimizzazione globale del trinomio “infrastruttura ferroviaria-veicolo-ambiente”
Lineari
- Contatto ruota-binario in corrispondenza alla tavola
- Coefficienti costanti
- Conicità effettive elevate
brazione;
(sovente di comune origine fenomenologi-
3. opportunità d’analisi dello stato di pre-
ca), nonché sicurezza e dinamica d’eser-
compressione dell’accoppiamento ela-
cizio costituiscono aspetti tutti afferenti
stico rotaia-massa intermedia;
alla cosiddetta “qualità globale di marcia”
4.esigenza d’accurata valutazione, nella
(fig. 7), definita attraverso le classiche
transizione dalle equazioni differenziali
variabili infrastrutturali, quelle inerenti al
caratteristiche agli “output” del proble-
materiale rotabile, nonché da opportuni
ma (fig. 9), delle conseguenze in ter-
parametri caratteristici delle interazioni
mini d’effettiva rappresentatività dei
“sistema ferroviario-ambiente”.
fenomeni descrittivi della qualità di
Trasversali
Longitudinali
Non lineari
- Giochi nei cuscinetti e nei parasale
- Dispositivi anti-serpeggio
- Contatto ruota binario in raccordo tavola-bordino
Trasversali
Longitudinali
fig. 8 – Principali condizioni di non linearità.
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Equazioni del
sistema vibrante
RUBRICA
Output in termini di qualità (tempi
d’affaticamento ecc.)
Output
eccelerometrici
L’ottimizzazione globale del trinomio “infrastruttura ferroviaria-veicolo-ambiente”
Causa eccitatrice:
Funzioni di trasferimento:
- Irregolarità binario
- Oscillazioni in supporto
Per:
- Ordinate baricentri
- Forze
fig. 9
marcia (tempi d’affaticamento ecc.).
causa principale le imperfezioni della rotaia
Alla luce di quanto sopra, al fine di sti-
(fig. 10). Sulla base delle caratteristiche geo-
mare con sufficiente accuratezza l’influenza
metrico-meccaniche del sistema considerato
dei principali parametri caratteristici dell’ar-
[4], si è resa possibile la determinazione
mamento (massa rotaia, rigidità e smorza-
delle principali funzioni di trasferimento, non-
mento sotto-rotaia e sotto-piastra ecc.) sulle
ché la relativa analisi di sensibilità, presup-
più rilevanti funzioni di trasferimento (del
posto per l'esame delle soluzioni idonee alla
baricentro della sala montata, dei dispositivi
mitigazione degli effetti negativi indotti da
smorzanti, delle forze trasmesse al sottofon-
problemi di risonanza e più in generale dal-
do, nonché della reazione ruota-rotaia) si è
l'esistenza d’apprezzabili fenomeni d’usura
considerato il seguente sistema a due gradi
ondulatoria delle rotaie (fig. 11). Con le
di libertà (fig. 10).
denominazioni riportate in figura 10 sono
La forzante è stata identificata nella presen-
state, allora, dapprima formulate le seguenti
za d’irregolarità superficiali della rotaia.
equazioni differenziali caratteristiche:
La rotaia è stata considerata indeformabile e
appoggiata su n. traverse.
L'analisi è stata sviluppata ipotizzando quale
{
M • (z + h + ÿ) + q = 0
m2
m1
•
•
(z + ÿ) - q - v • r = 0
(z + ÿ) + k1
•
z1 - r1
•
z1 - r = 0
{
fig. 10 – Modello oggetto di studio.
118
z = z1 + z2
•
f = k1
•
z2 + a2
•
z1 + a1
•
k2
•
k1
•
- Prima
- Seconda
Caratteristiche
geometrico-meccaniche:
- Masse
- Costanti elastiche
- Costanti di smorzamento
w -1
•
w -1
•
z2
z1
Problemi caratteristici:
- Rumore
- Usura ondulatoria rotaie
- Vibrazioni in risonanza
fig. 11 - Quadro globale dell'analisi effettuata.
sferimento (HZ, HZ1, HF, HQ) relative
ghezza tra 40 e 80 Kgf/m inducono lievi
rispettivamente a z, z1, f e q.
decrementi delle funzioni di trasferimento
Ciò posto, si è proceduto a effettuare un'a-
per z e z1;
nalisi di sensibilità, studiando l'andamento
• qualora la massa intermedia m1 vari tra 0 e
delle quattro espressioni delle funzioni di tra-
60 Kgf/attacco, si verifica una lieve accen-
sferimento (ciascuna dipendente dalla fre-
tuazione del primo picco (per f@100Hz) e
quenza), al variare dei parametri geometrico-
un’apprezzabile diminuzione del secondo
meccanici del problema. Dai risultati ottenuti
Per effetto delle relazioni:
r = k2
Frequenze proprie:
(per frequenze intorno a 400Hz);
è possibile asserire che incrementi del
• per variazioni delle caratteristiche K1 di
numero d’appoggi (per esempio, da 2 a 8) si
rigidità meccanica sotto-piastra nel range
traducono in lievi diminuzioni di alcune delle
0-2*10^8N/m, si verifica un notevole
funzioni di trasferimento (figg. 12, 13, 14 e 15).
incremento della funzione di trasferimento
In particolare, poi, è da evidenziare che:
di f, nonché al chiaro delinearsi d’un
• variazioni della massa M della ruota nel
secondo fenomeno amplificativo intorno a
range 400-800 Kgf comportano non rile-
100Hz;
vanti incrementi della funzione di trasferi-
• per variazioni, invece, delle caratteristiche
mento della reazione f in supporto, come
K2 di rigidità meccanica sotto-rotaia nel
desumibile anche osservando le figure 14 e 15;
range 0-2*10^8N/m, si registra un gene-
il sistema d’equazioni differenziali sopra
• la massa della rotaia risulta influire, in par-
rale incremento per le funzioni di trasferi-
riportato ha poi fornito, per il caso di difetto-
ticolare, sullo stato deformativo. Variazioni
mento di q, z1, f in tutto il dominio delle fre-
sità del binario, i moduli delle funzioni di tra-
della massa della rotaia per unità di lun-
quenze considerate;
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che rendono oggi la rete ai massimi livelli
libertà, forzato dalle irregolarità d’interfac-
ni d’interesse. Nel complesso risulta possi-
incrementi dei coefficienti a1 e/o a2 di
d’affidabilità e sicurezza.
cia ruota-binario. Nella tabella 1 sono rias-
bile asserire che la funzione esercitata
smorzamento tra 0 e 0,8, si assiste a un
Al fine di testare la concreta influenza di
sunti (con le indispensabili semplificazioni)
dagli smorzatori risulta essenziale nell’otti-
apprezzabile decadimento delle funzioni di
specifiche tecniche e di particolari accorgi-
i principali risultati cui si è pervenuti nello
ca di conseguire un’opportuna mitigazione
trasferimento, soprattutto in corrisponden-
menti utili all’ottimizzazione del sistema
studio effettuato. Questi riguardano sia
tanto delle funzioni di trasferimento inerenti
za del primo picco.
“infrastruttura-materiale
con
taluni parametri propri del modello (come
alla dinamica del materiale rotabile quanto
riguardo anche allo stato tenso-deformativo
per esempio il numero d’appoggi) sia le
di quelle relative all’infrastruttura. Ciò assu-
di detto binomio, sono state sviluppate
caratteristiche
meccanico-geometriche
me un’importanza strategica non solo in
• infine, risulta utile osservare che, per
5. Conclusioni
rotabile”,
opportune modellizzazioni caratterizzanti il
degli elementi smorzatori (a1, a2) e gli indi-
termini di progettazione, ma anche di
È ormai opinione consolidata quella secon-
fenomeno delle interazioni delle diverse
catori elastici (K1 e K2). Con riferimento
gestione dell’esercizio, poiché concerne
do cui il trasporto merci e viaggiatori trovi
componenti del sistema. Lo studio qui con-
alle quattro funzioni di trasferimento ogget-
da un lato il comfort e le condizioni psico-
nella modalità su ferro un’alternativa sem-
dotto sull’interazione ruota-rotaia prende le
to d’analisi, per ciascuna delle variabili con-
fisiologiche dei passeggeri e, dall’altro, le
pre più confortevole, ecocompatibile e
mosse da una globale attività d’analisi dello
siderate sono indicati il dominio di variazio-
leggi di degrado di armamento e sovra-
conveniente. In questi ultimi anni, poi, gli
stato dell’arte in materia e sviluppa, con
ne e l’andamento di massima delle relazio-
struttura e, dunque, la sicurezza.
studi condotti dai ricercatori del settore
appropriato strumento matematico, una
hanno assicurato l’ottenimento di sempre
simulazione del materiale rotabile in eserci-
maggiori standard di qualità e d’efficienza
zio quale modello vibrante a due gradi di
didascalia
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RUBRICA
didascalia
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RUBRICA
L’ottimizzazione globale del trinomio “infrastruttura ferroviaria-veicolo-ambiente”
Tabella 1 – Quadro riassuntivo delle relazioni funzionali
Funzioni di trasferimento
→
Rigidezza sotto-rotaia
K2
106-2•108N/m
→
→
106-2•108N/m
Smorzamento
a1
0-0.8
Smorzamento
a2
0-0.8
didascalia
→
→
K1
→
→
Rigidezza sotto piastra
→
0-60Kgf
→
m1
→
Massa intermedia
→
400-800Kgf
→
M
HQ
→
Massa ruota
→
→
2-8
→
→
n
→
→
Numero d’appoggi
→
HZ
→
HZ1
→
HF
→
Range di variazione
→
Variabile considerata
→
Legenda
→
: al crescere della variabile considerata cresce la funzione di trasferimento in esame;
: al crescere della variabile considerata decresce la funzione di trasferimento in esame;
i campi in grigio si riferiscono ad andamenti non assimilabili ai restanti.
NOTE
didascalia
122
1 Il fenomeno vibratorio provoca non solo inquinamento presso i recettori antropici, ma anche impatto strutturale
sulle opere a servizio del corpo ferroviario e degli edifici limitrofi, soprattutto in aree urbane; ciò in quanto le sollecitazioni vibratorie si propagano attraverso le superfici e lo stesso terreno, sollecitando le relative strutture di
fondazione e, quindi, tutti i restanti elementi strutturali e compositivi anche degli edifici circostanti. Altro connesso problema è, poi, quello della generazione di onde sonore tanto nell’interfaccia ruota-binario (presenza d’irregolarità sulle superfici delle ruote e delle rotaie, discontinuità in corrispondenza dei giunti ecc.) quanto per
effetto delle altre “sorgenti” (pantografo, motore, componente aerodinamica ecc.).
2 Per la mitigazione di siffatti fenomeni e più in generale per la risoluzione di numerosi problemi inerenti alla qualità e sicurezza di marcia è stato finora frequente il ricorso a una politica del perfezionamento del solo materiale rotabile, attraverso, per esempio, l’introduzione di smorzatori, specie sul materiale rotabile destinato al trasporto merci, tradizionalmente privo d’efficaci dispositivi di smorzamento. Ciò discende anche dal carattere
generalmente troppo oneroso delle soluzioni relative all’ottimizzazione della reazione sul materiale rotabile esercitata dall'armamento (sia esso tradizionale o innovativo), con interventi mirati su quest'ultimo.
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RUBRICA
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una rotaia UIC 60”, Ingegneria ferroviaria, agosto
1999.
L’ottimizzazione globale del trinomio “infrastruttura ferroviaria-veicolo-ambiente”
[21] DPR 18.11.1998 n. 459, .in Gazzetta Ufficiale
del 4 gennaio 1999 n.4: “Regolamento recante
norme d’esecuzione dell’art.11 della L. 26 ottobre 1995, n. 447, in materia d’inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario”.
[22] FTA US Department of Transportation,
Washington D.C. 20590. Transit Noise and
Vibration Impact Assessment, aprile 1995.
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RUBRICA
Mezzogiorno
Pegasus, network di 101 stazioni del Sud
FLAVIA AUTIERI - referente territoriale della Struttura terminali, viaggiatori e merci della Direzione
compartimentale movimento di Roma di RFI SpA
SALVATORE DI GIOVANNI - Struttura terminali, viaggiatori e merci della Direzione compartimentale
movimento di Palermo di RFI SpA
FILIPPO PALAZZO - responsabile Business Unit Pegasus di RFI SpA
L
e stazioni ferroviarie, nel loro seco-
dare maggiore impulso alla riqualificazio-
lare sviluppo, pur rappresentando
ne delle stazioni del Sud, ha creato una
spesso un forte elemento architet-
apposita
Business
Unit
denominata
tonico, hanno svolto una funzione essen-
Pegasus con la missione di rifunzionaliz-
zialmente strumentale all’attività ferrovia-
zare e valorizzare 101 complessi di stazio-
ria: per tale motivo vengono oggi percepi-
ne, così dislocate sul territorio: 3 in
te quale ambiente non attrattivo, semplice
Abruzzo, 1 in Molise, 23 in Campania, 5 in
area di passaggio/attesa, e rimangono
Basilicata, 14 in Puglia, 20 in Calabria, 13
estranee al contesto urbano nel quale
in Sardegna e 22 in Sicilia.
sono inserite. Nel tempo, con l’espandersi delle città, si sono modificate le loro
funzioni, gli usi, le necessità.
Il progetto
PEGASUS (Programma Evoluto per la
Le recenti esperienze, prima americane e
Gestione di Aree di Stazioni Ubicate nel
poi europee, hanno dimostrato che è pos-
Sud) è un progetto finalizzato alla riqualifi-
sibile modificare in breve tempo la natura
cazione e valorizzazione di centouno com-
e la funzione delle stazioni.
plessi di stazioni.
Con i cambiamenti di funzione si eviden-
Le regioni interessate dal progetto sono
ziano i margini per le valorizzazioni: ampie
quelle comprese nell’obiettivo 1 del qua-
superfici, oggi sostanzialmente inutilizza-
dro di sostegno comunitario e cioè:
te, si ripropongono per attività commer-
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania,
ciali qualificate e qualificanti e divengono
Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.
luoghi di sosta e intrattenimento per una
La fase iniziale del progetto prevede la
clientela costituita non solo da viaggiatori.
riqualificazione e valorizzazione commer-
In tale ottica Rete Ferroviaria Italiana, per
ciale di un primo gruppo pilota di stazioni
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RUBRICA
ubicati in varie regioni, con una metodolo-
nessi all’incremento degli spazi per servizi
gia che è immediatamente applicabile a
primari e secondari. Sono stati, inoltre,
tutte le altre stazioni del network.
considerati gli oneri per le fasi provvisorie,
I principali obiettivi del progetto sono:
nonché per le riallocazioni di attività attual-
• mettere a disposizione della clientela
mente in essere.
ferroviaria stazioni moderne e funziona-
L’analisi effettuata ha evidenziato che gli
li, per il rilancio del trasporto su ferro;
spazi immobiliari di stazione compresi nei
• trasformare le aree di stazione in luoghi
Stazione di Trapani
za di funzioni industriali.
culturali, poli d’attrazione dell’intera
I grafici rappresentano le distribuzioni delle
città (nuova piazza cittadina).
superfici distinte per funzioni ove per “RFI
I risultati attesi sono quindi riconducibili
Circolazione” s’intendono quelle superfici
alla creazione di valore attraverso la
strettamente necessarie alla circolazione
gestione dei complessi immobiliari delle
dei treni, ossia dirigenza movimento, sala
101 stazioni del network da incentrare:
apparati, sala batterie ecc.
• sul ripristino delle caratteristiche archi-
Per “RFI” s’intendono le superfici utilizzate
tettoniche originarie dei fabbricati;
degli spazi e dei fabbricati di stazione;
da personale di RFI, ivi comprese le funzioni accessorie (servizi di polizia ferroviaria, di presidio militare ecc.).
• sull’esercizio di tutte le attività legate
Per “Commerciale” s’intendono le superfi-
alla manutenzione e alla conduzione dei
ci dedicate a utilizzi commerciali (già loca-
complessi immobiliari di stazione (buil-
te), comprensive delle superfici destinate
ding e facility management),
agli alloggi.
• sulla offerta di servizi basati su tecnologie innovative.
Fattibilità
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perimetri del progetto hanno una prevalen-
polivalenti con attività commerciali e
• sulla valorizzazione a fini commerciali
Stazione di Trapani - Veduta della corte interna del prefabbricato viaggiatori (rendering)
Pegasus, network di 101 stazioni del Sud
Per “Altre FS” s’intendono le superfici utilizzate dalle altre società del Gruppo FS
(biglietterie ecc.). I “Transiti” rappresentano le superfici di deflusso e le vie d’esodo
L’analisi dei complessi di stazione è stata
dei viaggiatori.
condotta prendendo a riferimento i dati
Come si vede, gli spazi destinati al servizio
d’utilizzazione delle superfici, attuali e in
ferroviario
prospettiva, i ricavi attuali e in prospettiva,
(85%).
gli investimenti occorrenti per messa a
L’analisi dell’utilizzazione degli spazi desti-
norma e manutenzione straordinaria (inter-
nati alle varie funzioni, rielaborati con crite-
venti comunque necessari) e quelli con-
ri di redditività e di distribuzione razionale,
sono
oggi
preponderanti
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RUBRICA
Pegasus, network di 101 stazioni del Sud
Investimenti nel mezzogiorno
RFI
Circolazione
10%
Transiti
22%
Commerciale
15%
RFI
Circolazione
6%
Transiti
19%
Network stazioni FS
Altre FS
6%
Altre FS
20%
RFI
33%
Distribuzione superfici per funzioni: situazione
attuale
Commerciale
60%
RFI
9%
Distribuzione superfici per funzioni: situazione
futura
Rapporto rispetto al totale
Grandi Stazioni
41
21%
Centostazioni
29
22%
Pegasus
230
100%
Altre stazioni
345
30%
Sommano
645
Legge 341
- 45
Torale RFI
600
35%
ha portato alla ridefinizione del layout di
sottopassi;
ciascuna stazione, che modifica sostan-
c) 30 M_ per sicurezza e informazioni al
zialmente l’utilizzazione degli spazi, con
pubblico.
una riduzione considerevole degli spazi
Tali interventi si rendono necessari per
utilizzati per i servizi strettamente ferro-
valorizzare i fabbricati, per ottimizzare
viari (dall’85% al 40%).
l’evoluzione infrastrutturale e per l’esi-
Per dare immediata attuazione al program-
tieri. Tutti i progetti delle 101 stazioni di
genza di aumentare i servizi ai passegge-
ma sono stati già avviati i progetti pilota per
PEGASUS saranno redatti entro la prima-
ri ed il livello di sicurezza.
le
Gli investimenti
L’investimento complessivo destinato da
La nascita della Business Unit PEGA-
RFI per PEGASUS, è valutato in 230
SUS dimostra il crescente impegno di
Meuro, così suddivisi:
RFI per le stazioni del Mezzogiorno, con
a) 130 M_ per recupero e manutenzione
investimenti finalizzati che, dal 2004, rap-
fabbricati viaggiatori;
presenta il 35,2% del totale degli investi-
b) 70 M_ per adeguamento marciapiedi e
menti nazionali.
ME 600
600
400
Pegasus
200
2002
2003
Evoluzione investimenti stazioni del mezzogiorno
130
Meuro
2004
2007
Tabella 1 - Gli investimenti stazioni del mezzogiorno
I progetti avviati
per tutto il network, nonché le date previste
per gli appalti ed il materiale avvio dei can-
stazioni
di
Battipaglia,
vera del 2006. I lavori inizieranno entro
Notarbartolo,
marzo 2005 nelle stazioni pilota e per altre
Pozzuoli, Reggio Lido e Trapani. Nella
40 entro lo stesso anno, mentre i restanti
tabella 2 sono riportati i tempi necessari
interventi saranno avviati entro novembre
all’ultimazione dei progetti di riqualificazione
2006.
Caltanissetta,
Agrigento,
Palermo
2004
Nome attività
Progetti pilota (n. 9 stazioni)
Progettazione
Attività negoziale
Esecuzione lavori
Progetti 1 fase (n. 40 stazioni)
Progettazione
Attività negoziale
Esecuzione lavori
Progetti 2 fase (restanti stazioni)
Progettazione
Attività negoziale
Esecuzione lavori
2005
2006
2007
2008
2009
Tri 1 Tri 2 Tri 3 Tri 4 Tri 1 Tri 2 Tri 3 Tri 4 Tri 1 Tri 2 Tri 3 Tri 4 Tri 1 Tri 2 Tri 3 Tri 4 Tri 1 Tri 2 Tri 3 Tri 4 Tri 1 Tri 2
Tri 3
Tabella 2 - Cronoprogramma
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RUBRICA
Le immagini seguenti mostrano, a titolo di
La stazione, in questo caso, si pone come
esempio, alcuni elaborati del progetto pre-
elemento cerniera tra le due parti di città
liminare della stazione di Palermo
separate dalla ferrovia.
Notarbartolo, importante nodo di scambio
L’attuale sovrappasso si trasforma in gal-
viaggiatori, situato nel centro commerciale
leria commerciale, polo attrattivo non
della città.
esclusivamente ferroviario.
Pegasus, network di 101 stazioni del Sud
Stazione di Agrigento – Veduta atrio
Stazione di Palermo Notarbartolo - Veduta del piazzale esterno
Stazione di Palermo Notarbartolo - Veduta del piazzale esterno (rendering)
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Stazione di Agrigento – Veduta atrio (rendering)
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RUBRICA
Pegasus, network di 101 stazioni del Sud
Stazione di Caltanissetta
Stazione di Palermo Notarbartolo. Stato di progetto, spaccato assonometrico
Stazione di Caltanissetta - Veduta lato binari (rendering)
dida
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RUBRICA
Nuova fermata di Cefalù
MASSIMO GERLINI - responsabile progettazione stazioni (sviluppo e progettazione) della Struttura terminali, viaggiatori e merci della Direzione movimento di RFI SpA
Caratteristiche generali
degli interventi sulla tratta
• nuova fermata di Himera: realizzazione
nuove strutture a servizio dell’omonimo
parco archeologico;
Nell’ambito delle opere di raddoppio della
• stazione di Campofelice: realizzazione
linea Fiumetorto-Cefalù-Castelbuono sono
nuove strutture di servizio e trasforma-
previsti interventi di rifacimento e potenzia-
zione FV esistente in uffici e locali tec-
mento delle stazioni esistenti, nonché la
nici;
realizzazione di nuovi impianti:
• stazione di Fiumetorto: realizzazione
nuove strutture di servizio e trasformazione FV esistente in uffici e locali tecnici;
• nuova fermata di Lascari: rilocalizzazione dell’impianto;
• nuova fermata di Cefalù: fermata in galleria in sostituzione della stazione
L’ingresso della nuova fermata.
attuale;
• nuova stazione di Castelbuono: realizzazione nuove strutture di servizio in sostituzione dei fabbricati esistenti.
I criteri progettuali di tutti gli interventi, in
conformità con gli indirizzi generali di RFI
per le piccole stazioni e fermate impresen-
Così si presenta oggi la stazione di Cefalù.
136
Stazione di Cefalù
Caratteristiche funzionali
Relativamente alla fermata di Cefalù, la
realizzazione del nuovo tracciato, completamente in galleria nell’ambito dell’abitato,
ha imposto la progettazione d’un impianto
ziate, prevedono modelli tipologici di “gate”
sotterraneo. La nuova fermata è localizza-
costituiti da semplici strutture d’attesa (ban-
ta, sulla nuova linea, pressoché in corri-
chine H55, pensiline e sottopassaggi) e da
spondenza con la stazione attualmente in
dispositivi per l’accessibilità da parte della
esercizio. Il fabbricato viaggiatori dell’at-
clientela più svantaggiata (rampe fisse, piat-
tuale stazione, distante 500 metri dall’asse
taforme elevatrici) nonché l’uso fabbricati
della nuova fermata, una volta dimesso,
esclusivamente per gli apparati tecnologici
sarà oggetto di una riqualificazione con
e per gli uffici preposti al funzionamento
destinazione d’uso diversa dall’attuale fun-
degli impianti.
zione ferroviaria.
La ricerca architettonica viene pertanto
La progettazione della nuova fermata,
orientata non più alla volumetria e agli ele-
anche a fronte di realizzazioni analoghe
menti di decoro del “Fabbricato viaggiato-
(nuova stazione di S. Remo), costituisce
ri”, ma alle specifiche strutture d’attesa
comunque un caso a sé stante in termini di
messe in diretta comunicazione con l’ac-
scelte tipologiche, tecnologiche e di sicu-
cesso ai treni.
rezza, con particolare riguardo alle proble-
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RUBRICA
matiche d’esodo dei viaggiatori. La solu-
banchine e dal piano mezzanino, si col-
colare cura sarà posta nello studio illumi-
zione progettuale adottata è sostanzial-
legheranno con la superficie, superan-
notecnico e nella scelta dei corpi illumi-
mente composta da due gallerie separate
do un dislivello rispettivamente di 27 e
nanti, al fine d’assicurare comfort visivo ai
20 metri.
viaggiatori,
a semplice binario e dai relativi marciapiedi di fermata lunghi 420 metri e larghi 3,50
I marciapiedi, secondo gli standard più
metri. Le due canne, per ogni banchina,
recenti, avranno una quota di 55 cm dal
saranno collegate da nove accessi dispo-
piano del ferro e una lunghezza di 420 m.
sti ogni 45 metri circa e confluenti in un
La pavimentazione sarà del tipo “indu-
tunnel centrale di transito per i passeggeri
striale” a getto, realizzata in opera con
lungo circa 120 m e largo 6 m. L’accesso
uno strato di cemento additivato con resi-
dall’esterno avverrà tramite una galleria
ne epossidiche e polvere di quarzo dello
pedonale che, in piano, unirà l’area dell’at-
spessore di 1 cm, su adeguato massetto
tuale sottostazione elettrica con la galleria
di sottofondo in calcestruzzo dello spes-
di tracciato.
Sezione trasversale della nuova fermata.
sore di 10 cm.
La colorazione dell’impasto sarà affine a
Caratteristiche
architettoniche
Il progetto preliminare degli accessi e
delle aree limitrofe riguarda:
• la sistemazione architettonica e urbana
dell’area antistante l’imbocco in galleria
pedonale;
• la definizione architettonica e l’inserimento ambientale delle uscite di sicurezza in superficie.
costituito semplicemente da una struttura
quella delle strutture delle rampe e del
metallica aperta sui lati, concepita come
sottopasso.
un segnale urbano, una sorta di “land
Trattandosi di fermata sotterranea, parti-
con
conseguenti
riflessi
anche in termini di sicurezza.
Accessibilità
Nella fermata, in conformità agli standard
attualmente previsti per i nuovi impianti
relativi al superamento delle barriere architettoniche e sensoriali, saranno previsti
percorsi tattili e mappe tattili per disabili
visivi.
Il sistema tattile sarà costituito da elementi
modulari di pavimentazione che per mezzo
di 6 differenti codici forniranno informazioni direzionali e avvisi situazionali percepibi-
mark” visibile durante la notte per mezzo
li attraverso:
di un’appropriata illuminazione diretta.
• il senso tattile plantare o più esattamente il senso cinestesico (ossia le sensa-
Lo spazio sotto la pensilina d’ingresso
zioni provocate dai movimenti dei
ospiterà le biglietterie automatiche, le
muscoli nella normale attività motoria);
informazioni sui treni e un’area di sosta.
• il senso tattile manuale (attraverso il
La galleria d’accesso, lunga circa 140 m,
bastone bianco);
porterà a uno spazio da dove un sistema
• l’udito (differente risposta sonora tra
La fermata, essendo prevista in galleria,
di scale, fisse e mobili, e ascensori la col-
avrà un impatto sull’abitato limitato all’in-
legherà al piano banchine.
gresso e alle uscite di sicurezza. Il nuovo
Particolare cura sarà posta nella realizza-
accesso avverrà tramite una viabilità che,
zione dei percorsi di sicurezza, che
dal centro abitato, porterà alla zona d’in-
saranno di due tipi:
Il percorso inizierà dal marciapiede ester-
gresso attraversando aree a servizio del-
• una strada, percorribile anche dai mezzi
no, dai punti d’arrivo dei mezzi di traspor-
l’attuale stazione.
di soccorso, che unirà la galleria cen-
to (autobus e taxi) e condurrà a: zona-atte-
L’accesso alla fermata, ubicato nell’area
trale con l’esterno;
dell’attuale sottostazione elettrica, sarà
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Nuova fermata di Cefalù
• due scale di sicurezza che, dal piano
pavimentazione e percorso tattile percepibile dalle suole delle scarpe e dalla
punta del bastone);
• il contrasto cromatico (per gli ipovedenti).
sa, distributore automatico di biglietti forniPianta del piano accessi e del mezzanino.
to di sintesi vocale, obliteratrice, servizi
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ARGOMENTI 2 | Marzo 2004
igienici, cabina telefonica, rampe, scale,
Costi e tempi
percorso rettilineo per ogni marciapiede,
segnale arresto/pericolo per tutta la lun-
A oggi, per la realizzazione degli interventi
ghezza delle banchine.
sull’intera tratta è stimato un costo complessivo di circa 780 milioni di euro.
Progettazione
L’entrata in esercizio dell’intera tratta è
previsto entro il 2009.
I progetti delle fermate dell’intera tratta,
approvati in Conferenza dei servizi a otto-
Soggetto aggiudicatore
bre 2003, sono curati da Italferr SpA, la
140
società d’ingegneria del Gruppo Ferrovie
Il soggetto aggiudicatore per le opere
dello Stato, che attualmente sta elaboran-
è Rete Ferroviaria Italiana SpA, Direzione
done la versione esecutiva.
compartimentale infrastruttura di Palermo.
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