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La mano del diavolo

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La mano del diavolo
6
S
in alute
La mano del diavolo
Mentre fino a non molti anni fa i mancini erano discriminati come individui “difettosi” e forzati ad usare
la mano destra, recentemente si tende a considerarli più creativi dei destrimani e il mancinismo viene
addirittura ritenuto da alcuni un indizio di genialità. Questo cambiamento di opinione, dovuto
probabilmente alle nuove conoscenze sul funzionamento del cervello, non impedisce tuttavia alle persone
mancine di incontrare non poche difficoltà in un mondo concepito per i destrimani. Il disagio riguarda
soprattutto i bambini, che devono confrontarsi con i compiti dello sviluppo e dell’apprendimento scolastico:
educatori ed insegnanti devono quindi esserne consapevoli per aiutarli al meglio.
MANCINISMO
info
➔ I MANCINI
“Club dei mancini”
www.arpnet.it/mancini
“Associazione
Italiana Mancini”
www.soalinux.comune.
firenze.it/aim/aim1.htm
Forum dei mancini
www.
tiro-mancino.it/pagine/
forum/index.html
I
due più grandi geni
dell’umanità: Albert Einstein e Leonardo da Vinci. Il più famoso condottiero del mondo antico:
Giulio Cesare. Due giganti
dell’arte: Michelangelo Buonarroti e Raffaello Sanzio. Tre
dei massimi filosofi: Aristotele, Kant, Nietzsche. Due imperatori: Alessandro Magno e
Napoleone Bonaparte. E via
elencando con Picasso, Churchill, Beethoven, fino ai contemporanei Maradona, Paul
McCartney, John F. Kennedy,
Bill Clinton, Bill Gates…
l’elenco dei mancini famosi,
dall’antichità ad oggi, potrebbe riempire un intero volume. Eppure, fino a qualche
decennio fa le persone mancine scontavano il peso di un
tenace pregiudizio, secondo
il quale il mancinismo era un
difetto da contrastare e sradicare: non per nulla la parola
stessa deriva dal termine latino “mancus”, che significa
impedito, manchevole, mutilato.
In lingua spagnola l’espressione “no ser zurdo” vuol dire essere intelligente, ma la
traduzione letterale è “non
essere mancino”. Nella Roma
antica entrare in una casa con
il piede sinistro era considerata una grave offesa, tanto
che i servitori venivano piazzati a guardia della porta
d’ingresso per assicurarsi che
l’ospite mettesse avanti per
primo il piede destro. Nella
tradizione ebraica e cristiana
la mano sinistra è connessa al
demonio; per i musulmani è
peccato mangiare o lavarsi
con la mano sinistra, considerata impura.
Se oggi le cose sono cambiate
ed è iniziato il tempo del riscatto per i mancini lo si deve agli studi neurofisiologici
che hanno fatto luce sulle origini di questa caratteristica
funzionale, chiarendo che il
diavolo non c’entra proprio
per niente. C’entra invece il
fatto che il nostro cervello è
suddiviso in due emisferi: destro e sinistro.
Si sa da molto tempo che ciascun emisfero controlla il lato
opposto del corpo, ma è solo
nella seconda metà del secolo
scorso che il neurofisiologo
Roger Sperry, a cui nel 1981
è stato assegnato il premio
Nobel per questi studi, ha di-
mostrato che ciascun emisfero presiede a specifiche funzioni.
All’emisfero sinistro competono essenzialmente le funzioni logico-linguistiche e il
pensiero analitico, mentre
nell’emisfero destro sono localizzate le funzioni visuospaziali, immaginative, musicali e il pensiero intuitivosintetico.
Semplificando al massimo,
possiamo dire che nella grande maggioranza delle persone
l’emisfero sinistro è dominante, il che determina una
preferenza manuale destra e
il prevalere del pensiero logico-analitico, mentre nei mancini la dominanza appartiene
all’emisfero destro, quindi si
stabilisce una preferenza manuale sinistra e una prevalenza del pensiero intuitivo e
della creatività. In realtà le
cose sono decisamente più
complesse, dal momento che
esistono diversi gradi di mancinismo: si va da individui
che sono mancini al 100%, in
quanto usano di preferenza
sia la mano che il piede e
l’occhio sinistro, a persone
che usano magari il piede sinistro per calciare ma la mano destra per scrivere e l’occhio destro per guardare in
un cannocchiale. Benché la
spiegazione neurofisiologica
di queste dominanze “miste”
o “incrociate” non sia ancora
ben chiarita, si ritiene che il
tutto dipenda dal modo in
cui le funzioni emisferiche
sono distribuite nel cervello
di questi soggetti: in alcuni,
ad esempio, il linguaggio è
governato da entrambi gli
emisferi e non solo dal sinistro; in altri sia il linguaggio
che le funzioni visuo-spaziali
sono collocati nello stesso
emisfero.
Un fatto su cui molte ricerche
concordano è che nei mancini è molto più sviluppato il
corpo calloso, una struttura
centrale composta da circa
250 milioni di fibre nervose
che collegano i due emisferi.
È grazie al corpo calloso che
gli emisferi possono scambiarsi informazioni, e poiché
nei mancini e negli ambidestri esso contiene circa 30 milioni di fibre in più rispetto ai
destrimani, questo scambio
può avvenire molto più rapidamente.
Ciò spiega, fra l’altro, la superiorità dei mancini in molte
attività sportive, come il tennis e la scherma, che richiedono la rapidissima integrazione di dati percettivo-spaziali e di decisioni motorie,
nonché la loro convergenza
sul movimento di un solo arto. In questi sport, è proprio
la velocità di trasmissione interemisferica che può fare la
differenza tra un bravo giocatore e un campione.
Tornando alla distribuzione
delle diverse funzioni nei
due emisferi, il fatto che nei
mancini quello dominante
sia il destro può far sì che, come abbiamo accennato, questi individui abbiano una
maggiore predisposizione per
le arti e per le attività creative
in genere e che, di conseguenza, manifestino più spesso dei destrimani un talento
musicale, pittorico o matematico: non stupisce, quindi,
che la caduta dei pregiudizi
nei confronti del mancinismo
sia stata seguita da una rivalutazione secondo cui tra i
soggetti con questo tipo di lateralità vi sarebbero molti potenziali geni. Ma, nonostante
questa opinione lusinghiera,
rimane il fatto che il mancino
è costretto a vivere in un ambiente in cui tutto, dagli utensili alle suppellettili e agli indumenti, è predisposto per i
destrimani. Se questo può essere un problema di poco
conto per gli adulti, non bisogna invece sottovalutarne
l’importanza per i bambini,
che senza dubbio incontrano
difficoltà notevoli sia negli
apprendimenti pratici che in
quelli scolastici. La soluzione
di forzare il bimbo tendenzialmente mancino a usare la
mano destra è senz’altro da
scartare, in quanto provoca
insicurezza e inferiorizzazione e, a volte, può essere causa
di veri e propri disturbi, come la balbuzie. È bene invece
incoraggiare l’uso di entrambe le mani fino a quando non
si sarà stabilita una preferenza definitiva, il che avviene
generalmente intorno ai tre
anni. In seguito, se la preferenza è per la mano sinistra,
il bambino dovrà essere aiutato a superare le difficoltà
che ne derivano. Per esempio, dovendogli insegnare alcuni gesti come allacciarsi le
scarpe o i vestiti sarà opportuno fargli da modello stando
di fronte a lui anziché al suo
fianco. Ma gli ostacoli maggiori si presentano nell’apprendimento della scrittura: mentre la mano destra
scrive allontanandosi dal corpo, consentendo in tal modo
un movimento sciolto e progressivo, la sinistra si avvicina al corpo e ne viene impacciata; inoltre la mano sinistra
copre quanto viene scritto,
impedendo la visione d’insieme e il controllo sia della grafia che del contenuto. L’insegnante dovrà quindi mettere
in atto alcuni accorgimenti,
cominciando dalla sistemazione degli alunni mancini
sul lato sinistro dell’aula e
dalla collocazione nel banco
a sinistra del compagno destrimane, per evitare interferenze reciproche durante la
scrittura. Per poter scrivere
comodamente con la sinistra
il foglio deve essere sistemato
sul banco a sinistra della linea centrale del corpo e la
parte superiore del foglio deve essere inclinata di 30-40
gradi in senso orario. La penna o la matita vanno impugnate a circa 3 cm. dalla punta, per lasciare il più possibile scoperto quello che si sta
scrivendo; inizialmente è bene che il bambino usi una
matita molto morbida per
abituarsi ad impugnarla senza stringere troppo e senza
premere eccessivamente sul
foglio. Sono poco adatti per
gli alunni mancini i libri in
cui sono stampate sul lato sinistro della pagina parole che
devono essere copiate sul lato
destro, perché in questo caso
la mano sinistra le copre durante la scrittura.
Ma oltre a predisporre queste
piccole facilitazioni bisognerà armarsi di pazienza, perché il bimbo mancino fa oggettivamente più fatica dovendo procedere “controcorrente” rispetto a quello che
sarebbe il suo andamento naturale. In cambio della sua
comprensione, l’insegnante
potrebbe un domani vantarsi
di avere avuto in classe un
nuovo Einstein, o un piccolo
Michelangelo o, quantomeno,
un Maradona in erba: può valerne la pena!
Ada Moretti
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