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Bonnie Lysyk rende giustizia al Corriere

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Bonnie Lysyk rende giustizia al Corriere
Champions addio,
la Roma crolla
in casa con il City
Pali e rimpianti, giallorossi battuti all’Olimpico. Nello sport
Il nuovo
ITALIAN COMMUNITY DAILY NEWSPAPER
$1.00 Più tasse nella Gta (prezzo più alto fuori) ■ Anno 02 ■ N. 238
www.corriere.com
Giovedi 11 Dicembre 2014
Bonnie Lysyk rende giustizia al Corriere
L’auditor general denuncia gravi inadempienze negli asili dell’Ontario. Confermate le inchieste del nostro giornale
TORONTO - Serve un maggiore
controllo della Provincia nei confronti degli asili in Ontario. È il
senso della denuncia dell’auditor
general Bonnie Lysyk, che nel suo
rapporto ribadisce in pieno i contenuti dell’inchiesta fatta dal Corriere Canadese negli ultimi mesi.
Il revisore generale bacchetta anche il governo provinciale e il ministro dell’Istruzione pubblica.
 ARTICOLO A PAGINA 2
CITY HALL
Rob Ford
non si arrende:
nel 2018 sarò
ancora sindaco
«Io la vita me la mangio»
Le speranze, i timori, la forza di volontà: Giusy Versace si racconta al Corriere Canadese
 ARTICOLO A PAG. 9
LE INDAGINI
 ARTICOLO A PAG. 8
 ARTICOLO A PAGINA 2
IL RAPPORTO
MEDIORIENTE
Ministro palestinese
ucciso, crisi a Gaza
TORONTO - «Nel 2018 tornerò
ad essere il sindaco di Toronto». È
la promessa fatta ieri da Rob Ford,
ex primo cittadino e oggi semplice consigliere comunale alle prese con una diicile battaglia contro il cancro. Ford - che quest’anno si era candidato a sindaco salvo poi fare un passo indietro per
motivi di salute - ha detto di essere pronto a sidare John Tory.
Loris, ora spunta un nuovo video
L’auto della madre nel garage di casa nell’ora del delitto del bambino
RAGUSA - C’è un video, di cui inora non si era saputo nulla, che
vede l’auto della mamma di Loris
entrare nel garage della palazzina
dove abitano gli Stival la mattina
in cui il bimbo scompare: un’immagine che ha fatto saltare sulla
sedia il marito di Veronica Panarello, appena gli investigatori gliela hanno mostrata. La donna però
si dice ancora innocente.
Gli italiani sempre
più longevi,
ma le culle sono
sempre più vuote
 ARTICOLI A PAG. 9
 ARTICOLI A PAG.5
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GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014 • CORRIERE CANADESE
2
CANADA
IL REPORT
L’Auditor general stronca i child care dell’Ontario
Il rapporto conta
29mila infrazioni
negli ultimi cinque
anni. Tra i problemi
la mancanza
di ispezioni di
controllo e la
verifica superficiale
della fedina penale
degli operatori
TORONTO - Il ministero dell’Educazione dell’Ontario deve fare
molto più di quello che fa al momento per ridurre il rischio che
i bambini si facciano male o abbiano problemi quando sono nei
child care riconosciuti dalla Provincia. A sostenerlo è il report
presentato lunedì pomeriggio
dall’Auditor general, in cui il sistema di finanziamento, sicurezza e
controllo dei centri di prima infanzia della Provincia viene messo alla berlina.
Nel suo rapporto infatti Bonnie Lysyk ha segnalato oltre 29mila gravi episodi di malfunzionamento del sistema avvenuti negli
ultimi quattro anni nei Daycare
pubblici e privati dell’Ontario. Una denuncia che l’Auditor general
ha inserito nel più ampio report di
597 pagine in cui afronta tutti gli
altri problemi della Provincia.
«I processi che portano alle ispezioni ministeriali e alle successive azioni vincolanti per risolvere i problemi e tornare nella legalità devono essere migliorati per fare in modo che i bambini siano al sicuro» ha detto lunedì Lysyk alla presentazione del re-
Un child care dell’Ontario e, in alto, l’Auditor general dell’Ontario, Bonnie Lysyk
port. «Siamo preoccupati dal fatto che gli operatori dei child care
non denuncino tutti i gravi episodi di malfunzionamento - ha continuato l’Auditor general - abbiamo scoperto infatti che molti di
questi incidenti non sono stati denunciati al ministero entro 24 ore
come richiesto dalla legge».
Tra i 29mila casi riportati dal
report ne emergono alcuni che
fanno impressione. Si parla di un
bambino feritosi gravemente, di
un altro bimbo che ha addirittura subito abusi oppure di un altro
ancora che è scomparso. A questo
poi si aggiungono casi di incendi
e di altri disastri che hanno messo a rischio la salute e la sicurezza
dei bambini.
In alcuni casi il mancato rispetto delle norme di sicurezza e salute in alcuni centri di prima infan-
zia è stato riscontrato più volte in
varie ispezioni, ma le contromisure adeguate e obbligatorie per tornare nella legalità sono state prese soltanto in 18 casi negli ultimi
cinque anni.
Le problematiche legate alla gestione degli asili e alla concessione delle licenze per questo genere
di servizi erano già state affrontate nei mesi scorsi dal Corriere Canadese con la serie di servizi sulle ispezioni legate a questioni finanziarie e di sicurezza ai tre asili gestiti da Villa Charities e alle denunce sulla gestione delle licenze fatte dal proprietario del
Tiny Town Daycare di Mississauga, Gerry Jutsun.
Nelle 29 pagine del report dedicate al tema dei Daycare provinciali, l’Auditor general sottolinea
sette temi fondamentali che pre-
occupano per quanto riguarda la
gestione attuale della questione.
Il primo problema è quello della mancata regolarità delle ispezioni di controllo. Negli ultimi
cinque anni infatti oltre un terzo dei centri non sono stati ispezionati prima della scadenza della
loro licenza e oltre l’80 per cento
dei centri con licenze provvisorie
(deiniti ad alto rischio, ndr) non
sono stati controllati.
C’è poi la necessità di un giro
di vite sulle conseguenze per chi
viola la legge. Molti operatori del
settore infatti hanno riottenuto la
licenza senza aver ottemperato alle misure obbligatorie richieste
dopo che ispezioni di controllo avevano segnalato irregolarità.
Altro problema individuato dal
report dell’Auditor general è quello che riguarda il proilo di chi la-
vora con i bambini. Il rapporto infatti sottolinea come al momento
l’Ontario non richieda a chi lavora
nei child care con licenza provinciale controlli più approfonditi oltre alla fedina penale.
Il quarto punto sottolineato da
Bonnie Lysyk riguarda la crescita
esponenziale dei compiti di chi si
occupa di garantire le licenze e di
gestire i reclami per il ministero.
Negli anni infatti, oltre a questo
molti advisers hanno dovuto occuparsi delle ispezioni e del controllo di oltre 100 centri di child
care contro i 65 del 2005.
Un altro problema che riguarda
la gestione dei disservizi è quello
che riguarda le norme e linee guida ministeriali da seguire in determinati casi. Queste norme sono infatti deinite dal report come
“vaghe o inesistenti” in svariate aree, comprese quelle che riguardano la condotta e la profondità
richieste nelle ispezioni.
Inine il report sottolinea come solo il 50 per cento delle fedine penali dei nuovi operatori che
lavorano nei child care autorizzati
siano presenti negli archivi del sistema e come serva una maggior
velocità nella denuncia delle irregolarità, visto che spesso nessuna
di queste arriva al ministero entro
24 ore come previsto dalla legge.
Il Corriere Canadese ha contattato il ministero dell’Istruzione
per un commento sul report ma al
momento in cui andiamo in stampa non abbiamo ricevuto risposta.
CITY HALL
Rob Ford non molla: «Nel 2018 correrò di nuovo come sindaco»
TORONTO - Rob Ford vuole ricandidarsi come sindaco di Toronto alle elezioni del 2018. Lo ha
annunciato lui stesso ieri parlando a Cp24 ammettendo che sta già
pensando alla prossima campagna
elettorale.
«La salute viene prima di tutto
- ha detto l’attuale consigliere del
ward 2 - ma se la salute tiene mi
ricandiderò. Sto già preparando la
campagna e sono pronto a iniziare, devo solo essere sicuro di stare bene».
Nel frattempo però l’ex sindaco
si concentrerà sulla corsa per la
leadership provinciale del partito
conservatore, dalla quale il fratello Doug si è tirato fuori due settimane fa. Anche se Ford fa intuire
che il no del fratello potrebbe non
essere deinitivo.
«C’è un sacco di tempo ancora
- ammicca l’ex sindaco - la deadline per iscriversi è il 28 febbraio e
io spero davvero che Doug cambi idea». «Da quando ha detto che
non avrebbe corso - confessa Ford
- il mio telefono non ha smesso di
squillare. C’è così tanta gente che
chiama me, lui e il nostro staf dicendo: “Doug, devi cambiare idea”». Insomma, anche se «Christine (Elliot, ndr) e tutti gli altri sono grandi candidati», continua
l’ex sindaco, «la gente vuole Doug
Ford».
Parlando invece della sua situazione personale, Ford ha ammesso che sta provando a «darsi coraggio» per i suoi bambini in vista
del quinto ciclo di chemioterapia
che inizierà la prossima settimana. Da lunedì infatti il consigliere
comunale inizierà al Mount Sinai
l’ennesimo tentativo di cura per
far diminuire il grosso tumore che
gli è stato trovato nella pancia.
Una volta inito il quinto ciclo
di chemio, Ford si sottoporrà con
l’anno nuovo a una serie di test
per stabilire se le cure hanno cominciato ad avere efetto rendendo il tumore più piccolo e facendo diventare reale l’opzione di una operazione chirurgica per rimuoverlo.
«È dura - ammette Ford - è qualcosa che non ti lascia mai. Dopo
il prossimo ciclo ci vorrà un’altra
settimana per recuperare». Raccontando in tv la sua nuova vita,
l’ex sindaco spiega che «a casa riesco a malapena a lasciare il letto,
ma sto provando a farmi coraggio
perché ci sono i miei figli e non
voglio fargli vedere che sto male».
Ford poi racconta di aver provato a tenere la «testa bassa» e provare «ad andare avanti» mentre
combatte il cancro. Ma ammette anche che ci sono giorni in cui questa situazione è davvero «durissima».
A consolare e dare forza a Ford
però ci sono i cittadini di Toronto.
Un supporto che Ford collega alle tante battaglie fatte a City Hall.
«Ho combattuto tante battaglie - dice - tante le ho vinte e non
smetterò certo di lottare». Insomma la promessa ai suoi elettori è
sempre la stessa: «Combatterò
duro contro questa cosa e prometto che la batterò».
ATTENZIONE! AVVISO IMPORTANTE!
Vogliamo avvisare ai nostri gentili abbonati e lettori
che il Corriere Canadese ha cambiato sede:
2790 Dufferin St. (secondo piano)
(Tra Tycos Dr. e Windgold Ave.) Toronto ON M6B 3R7 - Tel: 416-782-9222
CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014
3
CANADA
IL RAPPORTO
L’Ontario paga miliardi in più per l’elettricità
Nel mirino
i contatori
intelligenti che,
malgrado i costi,
non hanno portato
alcun vantaggio
agli abitanti
OTTAWA - I contatori elettronici dell’elettricità sono costati il
doppio e non hanno portato agli
abitanti dell’Ontario i beneici che
si aspettavano. Pesano come pietre le parole dell’Auditor General
Bonnie Lysyk nei confronti degli
sprechi commessi dal governo
Wynne.
Su tutti spicca quello da ben $1,9
miliardi dello “smart meter program”, che oltre a costare il doppio di quello pattuito, non è mai
riuscito a centrare gli obiettivi di
ridurre i picchi di consumo della
domanda di energia, di cambiare
le abitudini dei cittadini dell’Ontario e soprattutto di rendere
meno pesanti le bollette. «Quello
che abbiamo scoperto è che, per
il denaro speso, ci sono stati diversi obiettivi che non sono stati
raggiunti - ha detto - I misuratori
sono stati installati e la tecnologia
è lì ma noi riteniamo che ci siano
ancora delle cose che devono essere fatte per dimostrare che l’investimento valeva ben 2 miliardi».
Il ministro dell’Energia Bob
Nella foto l’auditor general Bonnie Lysyk
Chiarelli non ha gradito afatto
le dichiarazioni di Lysyk e anzi
ha accusato quest’ultima di «non
conoscere il funzionamento del
sistema dell’elettricità provinciale». L’Auditor General ha stimato
infatti che i consumatori stiano
pagando tre volte di più dei costi
di mercato per l’elettricità - nel
senso che i contribuenti dovranno
sborsare $50 miliardi tra il 2006 e
il 2015 per via di costi extra nelle
bollette della corrente. La causa
di tutto ciò sarebbe da imputare al
fatto che i politici non hanno insistito a far pagare tarife molto più
alte nei confronti di chi consuma
molta energia nei momenti di pic-
co del consumo.
Ciò signiica che è stato speso
tutto il denaro per installare questi contatori intelligenti senza ottenere dei beneici che il collegamento dei prezzi con la domanda
avrebbe dovuto portare. “I contatori sono stati imposti con degli
obiettivi molto ambiziosi e dei limiti temporali molto ridotti, senza la sufficiente programmazione
e il monitoraggio del ministero”.
Secondo
l’auditor
general
quest’ultimo non avendo efettuato un bilancio tra i beneici e
gli svantaggi dopo aver imposto
agli abitanti dell’Ontario i contatori, ha pure sottostimato i costi
dell’installazione.
Buona parte degli extra costi è
inita sull’Hydro One, che fornisce
la corrente elettrica a parecchia
dell’attività agricola in Ontario.
E ciò ha portato ha un impennata dei prezzi che il governo non si
sarebbe mai aspettato.
Ma c’è di più: le apparecchiature non hanno nemmeno svolto il
lavoro per il quale erano state acquistate ovvero ridurre l’uso della
corrente durante le ore di punta,
quando i costi per la generazione
dell’energia diventano molto più
alti.
Invece di tagliare il consumo
dei picchi energetici di 2.700
megawatt entro il 2010, Lysyk ha
scoperto che l’uso dell’elettricità è addirittura aumentato di 100
megawatt.
E così anche adesso si aggira intorno ai 25mila megawatt durante
le ore di punta. E il problema resta sempre non legato ai contatori
o al prezzo legato all’utilizzo ma
al fatto che il governo non li abbia mai impiegati per il ine per il
quale erano stati acquistati: e cioè
avrebbe dovuto far pagare molto
di più quando si utilizza la corrente durante le fasce di maggiore
consumo.
Quando il sistema è entrato in
vigore nel lontano 2006, Lysyk
aveva scritto che costava tre volte
di più consumare la corrente elettrica durante le ore di punta (per
esempio durante i pomeriggi d’estate quando le attività commerciali sono aperte e l’aria condizionata in funzione) rispetto all’uso
limitato durante altre fasce orarie
(per esempio a notte fonda). La
politica del governo aveva cercato
stabilmente di ridurre la diferenza, al punto che oggi consumare
energia nelle fasce più alte costa
meno del doppio rispetto alle tarife notturne.
La deinizione di ora di punta
- ha sostenuto Lysyk - non corrisponde alla realtà. Nel 2010, il governo ha cominciato a far pagare
prezzi ridotti alle 7 di sera anziché
alle 9 pm malgrado il fatto che la
domanda di energia a quella ora
sia ancora molto alta perché diverse attività commerciali stanno
ancora consumando la corrente.
ACCORDO CANADA-UE
Il Newfoundland minaccia Ottawa
OTTAWA - Il Newfoundland sta minacciando di ritirare il proprio supporto all’accordo
commerciale tra il Canada e l’Unione Europea. La mossa clamorosa potrebbe creare non pochi problemi al primo ministro
Stephen Harper. Paul Davis, premier del
Newfoundland e del Labrador, ha infatti
avvertito di essere pronto a fare un passo
indietro per colpa di Ottawa che starebbe
rinnegando tutto optando per un accordo
separato che assicuri il supporto della sua
provincia al Comprehensive Economic and
Trade Agreement (Ceta).
«Il nostro sostegno al Ceta è qui» ha detto
Davis durante una intervista. Davis sostiene
che Ottawa a St. John’s debbano raggiungere
una intesa sulla compensazione e spera di
incontrarsi con Harper per risolvere la questione. Il Canada per rispettare i termini del
trattato recentemente irmato con 28 paesi
dell’Unione Europea signiica deve spingere
il Newfoundland a buttare a mare i requisiti
minimi richiesti tesi a proteggere i siti per
la pesca locale. La regolazione in questione prevede infatti quanto pesce portato a
terra nella provincia debba essere lavorato
sul posto. Ottawa ha promesso dei fondi per
aiutare la provincia ad aggiustare i termini
dell’accordo.
Il risarcimento, rivelato dal premier Kathy
Dunderdale lo scorso anno, prevedeva che
Ottawa versasse $280 milioni in un fondo
da $400 milioni che sarebbe stato a disposizione dell’industria ittica del Newfoundland. Ma Davis ha detto lunedì che Ottawa
ha posto una nuova condizione e pagherà
solo nel caso in cui sia possibile dimostrare
che l’occupazione nel Newfoundland è stata danneggiata. «Questo non è quello che il
ministero del Commercio Internazionale Ed
Fast ha detto alla provincia lo scorso anno ha afermato - Questo non era l’oggetto della
discussione».
Davis ha poi aggiunto che il Newfoundland non ha mai creduto che rinunciare
alla procedura richiesta costerà dei posti di
lavoro, e anzi ha sempre detto di aver considerato quei $280 milioni di compensazione
alla rinuncia di una politica di lungo raggio
da parte della provincia. St. John’s vuole
usare il denaro per costruire delle peschiere
per il futuro e spendere i soldi per altre cose
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Il premier del Newfoundland
e Labrador Paul Davis
come la ricerca e lo sviluppo, il marketing
e le infrastrutture. Secondo lui il Newfoundland non butterà via i requisiti richiesti se
Ottawa rimedia a questa impasse. «Manterremo i nostri requisiti se non viene raggiunto un accordo» ha detto. Rob Moore,
il ministro conservatore responsabile per
il Newfoundland e il Labrador, che è stato
coinvolto nelle negoziazioni con St. John’s
ha detto che i conservatori non vogliono
dare alla provincia il diritto di spendere il
denaro in qualsiasi maniera ritengano giusta.
Moore ha anche negato che Ottawa abbia
cambiato politica su come il denaro debba
essere speso. “Il fondo MPR è stato creato
per compensare le perdite anticipate dalla
rimozione dei requisiti minimi. Il fondo non
è mai stato inteso come un assegno in bianco da darsi all’industria del Newfoundland
e del Labrador per assicurare un vantaggio
poco regolare su tutte le altre province della costa Atlantica”.
Il Newfoundland non può bloccare l’entrata in vigore dell’accordo tra il Canada e
l’Unione Europea ma può creare una frizione negli scambi commerciali tra Ottawa e
Bruxelles. L’accordo, che è già stato irmato
da entrambe le parti, dovrebbe partire nel
2016 dopo la ratiica all’interno dell’Ue. Per
quanto riguarda il Canada, è invece Ottawa
ad avere l’ultima parola.
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GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014 • CORRIERE CANADESE
4
CANADA
UFFICI DEI VETERANS AFFAIRS
DA DOMANI
Dopo i tagli arrivano le assunzioni
TORONTO - La polemica sembra
non doversi placare più: alla scoperta che sui veterani il dipartimento dei Veterans Affairs ha risparmiato, per così dire, il 6.9%
del bilancio in sua dotazione che
tradotto in denaro equivale a 82.3
milioni di dollari, ha fatto seguito la richiesta delle dimissioni del
ministro Julian Fantino reo di aver chiuso nove uffici regionali
dei veterani. Dal 2006, più di 1,1
miliardi di spesa autorizzata per i
Veterans Afairs è stata inutilizzata tornando a far parte del tesoretto del governo.
Tra il ministro e i veterani, inutile nasconderlo, non corre buon
sangue. Fantino ha giustificato
la sua impopolare decisione adducendo “carichi di lavoro meno importanti” nelle sedi di Corner Brook, Charlottetown, Sydney, Thunder Bay, Windsor, Brandon, Saskatoon e Kelowna e Prince George. «Il governo non chiede scusa per aver ridotto le spese
burocratiche», ha tagliato corto il
ministro Fantino.
Da allora i veterani sono sul
piede di guerra mentre ieri dal
primo ministro Stephen Harper
sono giunti tiepidi segnali destinati a riaprire il dialogo: Harper
ha infatti detto alla Camera dei
Comuni che il governo sta eliminando impieghi inutili nel reparto al ine di trasferire il personale a dirigere i servizi per i veterani. «Potrei fare migliaia di esempi del modo in cui abbiamo razionalizzato il lavoro eliminando ad
esempio le fotocopie e gli impiegati addetti a determinate mansioni a favore delle cartelle cliniche digitali - ha detto Harper - al
contrario dell’Ndp che vorrebbe
mantenere i burocrati a non fare
nulla abbiamo deciso di dare un
taglio netto alla burocrazia e fornire dei servizi ai veterani».
Da ieri sono state postate oferte di lavoro per gli uici dei veterani sparsi in Canada: Veterans
Afairs intende assumere un bel
numero di personale desideroso
di iniziare a lavorare “il più presto
Burger King
e Tim Hortons
si chiameranno
“Restaurant Brands
International”
A sinistra,
il ministro
per gli Afari
dei veterani
Julian Fantino
ha detto
che «il governo
non chiederà scusa
per aver ridotto
le spese
burocratiche»
possibile”. Il dipartimento elenca cinquanta città canadesi come
luoghi potenziali per l’impiego di
agenti al servizio dei clienti e 41
città dove si renderà necessario
assumere dei manager. “Si tratta
di un processo collettivo per creare pool di candidati qualiicati che
possono essere usati per impieghi
permanenti o temporanei».
Le dimensioni del dipartimento dei Veterans Afairs si è ridotto negli ultimi anni, da un picco
di 4.137 dipendenti a tempo pieno
nel 2009 ai 3.188 di quest’anno, una riduzione pari al 23 per cento.
CRONACA NERA
Ruba l’auto con dentro un bimbo, è salvo
TORONTO - Momenti di paura
ieri a Mississauga per una mamma alla quale è stato rubata l’auto con a bordo, seduto sul sedile
posteriore, il figlio di nove mesi.
Il fatto è accaduto ad un distributore di benzina che si trova all’incrocio di Rexwood con Derry Road. Il veicolo è stato poi trovato
abbandonato, con il bimbo dentro, nella via adiacente la stazione di servizio.
• Un uomo è morto dopo essere stato accoltellato nella zona
di Keele e Bloor nelle vicinanze
di High Park. Ad costargli la vita,
secondo i paramedici, è stata una
coltellata al torace. Una persona è
stata arrestata con l’accusa di omicidio di secondo grado.
¬ Secondo la polizia, che sta investigando sull’incidente, sarebbe stato l’alcol la causa dell’incidente avvenuto ieri a Brampton su Steeles Avenue nei pressi
dell’autostrada 407. Un automobilista è stato sbalzato violentemente fuori dal veicolo che si è scontrato con un camion da trasporto.
La Peel Police sta cercando di determinare se l’automobilista, che
si trova ricoverato in ospedale in
gravi condizioni, fosse ubriaco al
PRIMO PIATTO
Spaghetti con crema di scampi
momento dello schianto.
¬ La polizia di Ottawa sta dando
la caccia a una persona sospettata di aver aggredito un passante
con un martello. La vittima stava
camminando nel centro della città, nei pressi dell’incrocio di Bank con Somerset Street, quando è
stato aggredito in modo del tutto inaspettato, da uno sconosciuto che brandiva un martello. L’uomo ha riportato gravi ferite al volto e alla testa mentre l’aggressore è fuggito.
• Sono peggiorate le condizioni di una donna di 80 anni investita lo scorso 4 dicembre mentre
camminava lungo Mohawk Road,
appena a ovest di Mountain Brow
Boulevard. Colpita da un’auto che
stava uscendo da un vialetto privato l’anziana è caduta battendo
la testa. La polizia investiga: eventuali testimoni possono telefonare al 905-546-4755.
CONTORNO
TORONTO - Da domani Burger King Worldwide, Inc. sarà
il nuovo proprietario di Tim
Hortons Inc. O meglio, la più
grande catena di cafè del Canada farà parte di Restaurant
Brands International.
È questo il nome della nuova società canadese che farà
capo sia a Tims che a Burger
King e che avrà la sua sede a
Oakville, dove Tim Hortons
ha i suoi uici attualmente.
“Forse il nome manca di
fantasia ma non si può certo negare che rilette i progetti e gli obiettivi che la nuova
società si è preissa”, si legge in un comunicato congiunto delle due catene alimentari.
La nuova società, che diventerà la terza catena di fast-food più importante sul pianeta,
opererà tramite circa 18.000
punti vendita con la prospettiva di aprirne molti di più andando avanti “ad un ritmo signiicativamente maggiore”
di quello che Tim Hortons aveva precedentemente pianiicato. «Come parte del Restaurant Brands International,
Tim Hortons rimarrà un marchio canadese iconico ed indipendente ma saranno presenti
ottime opportunità per poter
accelerare lo sviluppo del nostro marchio in tutto il mondo», ha afermato Marc Caira, amministratore delegato di
Tims.
DOLCE
Teglia bianca
Torta campagnola
Calorie per porzione: 485
Tempo di preparazione: un’ora
Economico: si Vegetariano: si
La Cucina
di
Ingredienti per 4 persone : 600 gr. di patate
- 600 gr. di cipolle - 600 gr. di funghi - 100 gr. di
parmigiano - una tazza di besciamella - 30 gr. di
burro - noce moscata - sale e pepe.
Teresina
Il Corriere Canadese
invita le sue afezionate lettrici
a inviare le ricette a loro più
care, quelle che fanno leccare
i bai a tutta la famiglia, che
magari vengono preparate
per celebrare una occasione
speciale oppure che sono
semplici da eseguire, ideali
quando si rientra a casa dal
lavoro. La cucina italiana di
oggi nasce dalla tradizione:
condividete le vostre ricette
con noi: le pubblicheremo in
italiano e in inglese!
L’indirizzo è:
[email protected]
Calorie per porzione: 510
Tempo di preparazione: 35 min.
Economico: no Vegetariano: no
Ingredienti per 4 persone : 400 gr. di spaghetti - 300 gr. di scampi puliti e sgusciati - 300
gr. di polpa di pomodoro - uno spicchio d'aglio
- un ciufo di prezzemolo - 4 cucchiai di olio
extravergine d'oliva - sale e pepe.
Preparazione: Lessare le patate e le cipolle e
i funghi per 20 minuti circa, scolarle e tagliarle
a fette. Adagiare le cipolle, in un solo strato, in
una piroila imburrata, cospargere con la metà
del parmigiano tagliato a scaglie, coprire con le
patate ed unire la besciamella profumata con
una grattata di noce moscata. Spolverizzare con
il restante parmigiano grattugiato, distribuirvi il
burro rimasto a iocchetti ed infornare a 200°C
per 20 minuti.
Preparazione: Sofriggere nell’olio l’aglio e il
prezzemolo tritati insieme. Unire gli scampi
e mescolando lasciar insaporire per qualche
minuto. Aggiungere il pomodoro, sale, pepe
e cuocere per circa venti minuti. Togliere gli
scampi, passare al setaccio il sugo, in modo
da ottenere una salsa cremosa e con questa
condire gli spaghetti cotti al dente, con sopra gli
scampi. Servire in tavola.
Editore - Consorzio M.T.E.C. Consultants
Italia, nr 86 Via Maria, 03100 Frosinone. E
M.T.E.C. Consultants Limited. 3800 Steeles
Ave. W., Suite 300, Vaughan Ont., Canada
Calorie per porzione: 575
Tempo di preparazione: un’ora e 30 min.
Economico: si Vegetariano: si
Ingredienti per 4 persone: 300 gr. di pane
rafermo a fette - un litro scarso di latte - 50 gr.
di amaretti - 2 cucchiai di farina - un cucchiaio
di farina gialla - scorza grattugiata di un limone
- 3 cucchiai di zucchero - 100 gr. di noci tritate 2 mele - 20 gr. di burro.
Preparazione: Ammorbidire il pane nel latte
bollente, mescolarvi la farina bianca e gialla, la
scorza di limone, lo zucchero, le noci e gli amaretti. Quando il composto sarà ben amalgamato,
aggiungere i pezzetti di mela e poi versarlo
in una tortiera imburrata. Cuocere in forno a
120°C per circa un’ora. Servire la torta tiepida.
Redazione: Corriere Canadese
Italia, nr 86 Via Maria, 03100 Frosinone.
Canada, 2700 Duferin St., Unit 90.
Toronto, On, M6B 4J3
Amministrazione:
L'On. Joe Volpe, Presidente
Francesco Veronesi, Direttore
Nicola Sparano, Vice-Direttore
K.T. WEB Printing Ltd.
287 Bridgeland Ave.
Toronto, On,
M6A 1Z6
CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014
5
ITALIA
DELITTO LORIS
Veronica si difende, i tanti dubbi del marito
Mimmo Trovato
IL TESTE CHIAVE
CATANIA - Una cella isolata del
braccio femminile, un letto e un
piccolo bagno. Inferriate alla inestra, alta, ma anche alla porta
perché sia possibile vederla, 24 ore su 24, e da dove arrivano le urla della sezione maschile: “Assassina, non puoi restare qui”. Contestazioni che provano Veronica Panarello, la madre di Loris, in stato
di fermo perché accusata di avere
strangolato e gettato in un canalone il iglio di 8 anni, il piccolo Loris. Ma le pesa di più la lontananza dalla famiglia: «Mi mancano i
igli», ammette parlando dei bambino che non c’è più e del fratello
più piccolo che immagina «solo a
casa».
E sente l’assenza pure di suo
marito, Davide, anche se lui non
nasconde i suoi dubbi: «Mia moglie dice di aver portato Loris a
scuola ma ci sono troppe coincidenze contro di lei», e comunque,
«chi è stato è stato, anche fosse Veronica, deve pagare perché
non si può fare questo a un bambino». E poi, continua, «se ci sono
le prove, perché dovrei starle accanto?».
Lei ha deciso di “dare battaglia”
e gli lancia un appello dal carcere:
«Non mi abbandonare, Davide».
Chiede di sapere quando saranno i funerali del bambino «perché - dice - voglio partecipare»
e, soprattutto, ribadisce ancora una volta: «Sono innocente, io non
c’entro...». Una frase, quest’ultima, che diventa un mantra per la
donna: la ripete a chiunque vede
Vacilla pure
la versione
della vigilessa
in carcere. «Sono determinata ad
andare avanti per dimostrare che
non sono stata io» dice, alternando momenti pianto, che la stremano, a attimi di apparente distacco.
La linea di difesa è decisa, ed è
lei, minuta nel isico ma forte nel
carattere, a dettarla al suo legale,
Francesco Villardita, che incontra in carcere a Catania dopo che i
colloqui degli altri detenuti si sono conclusi. «Ho accompagnato
Loris a scuola e non so chi l’ha ucciso», rimarca ancora una volta.
E invita il suo avvocato a lanciare
un appello: «Chi sa parli», lo stesso rimasto quasi inascoltato fatto
dalla Procura di Ragusa dopo la
scoperta del delitto, il 29 novembre scorso.
Il legale dice di averla trova-
ta «ancora processualmente serena, ma molto provata in carcere, da dove continua a chiedere
giustizia». «Continua incessantemente a ripetere che è innocente - ricostruisce Villardita - e che
quella mattina ha accompagnato il bambino a scuola. Su questo non ha assolutamente dubbi:
dà sempre la stessa versione dei
fatti». Sua madre, Carmela Aguzza, ammette che «Veronica è stata sempre una ragazza problematica», ma, precisa, «non è un mostro: sono convinta che nasconda qualcuno o qualcosa». «Mi dispiace e sofro per quello che sta
passando - aggiunge - lei è mia iglia e non provo odio, nonostante
la morte di mio nipote». Per sua
sorella Antonella Panarello, «è e-
vidente che Veronica non c’è con
la testa», ma è sempre stata «una
madre afettuosa e presente con i
suoi igli».
Nell’ala in cui è detenuta, guardata a vista 24 ore su 24 perché ritenuta a rischio suicidio, visto i
due tentativi pregressi, non arrivano contestazioni alla mamma
di Loris. Le altre donne la lasciano tranquilla. Il cibo che le viene
servito fa parte del vitto carcerario che è dato a tutti i detenuti: in
via precauzionale, non è stato prevista un’alimentazione separata.
Nella cella cammina poco, sembra dovere riposare in attesa della battaglia che ha intenzione di
dare per dimostrare quello che ripete sempre: «Sono innocente, io
non c’entro...».
RAGUSA - «Mentre mi trovavo
presso la mia postazione, tra via
G. Di Vittorio angolo via fratelli Cervi, notavo sopraggiungere
l’autovettura Volkswagen Polo di
colore nero in uso» alla mamma di
Loris, Veronica Panarello. È la vigilessa del Comune di Santa Croce Camerina Giuseppa Schembari a fornire la testimonianza che
la difesa della madre del piccolo
ucciso e gettato nel fosso di Mulino Vecchio ritiene fondamentale
per scagionare la donna dalle accuse.
Ma la testimonianza, secondo la
procura di Ragusa che la riporta
nel decreto di fermo emesso nei
confronti di Veronica, è inattendibile. E infatti, dopo aver messo a verbale, il 30 novembre, di aver visto la Polo nera davanti alla scuola, la vigilessa viene nuovamente sentita dagli investigatori il
3 dicembre e fornisce una versione diversa. “Ritrattava quanto detto” scrivono i magistrati. “Posso
dire che la donna al volante della
Polo di colore scuro che ho visto
transitare quella mattina nella via
G. di Vittorio era la madre di Loris. La cosa, invece, che non posso dichiarare con assoluta certezza è che la circostanza fosse legata a quella mattina”.
LE INDAGINI
Un nuovo video: l’auto della madre entra in garage
Matteo Guidelli
RAGUSA - C’è un video, di cui inora non si era saputo nulla, che
vede l’auto della mamma di Loris
entrare nel garage della palazzina
dove abitano gli Stival la mattina
in cui il bimbo scompare: un’immagine che ha fatto saltare sulla
sedia il marito di Veronica Panarello, appena gli investigatori gliela hanno mostrata: «Perché l’ha
fatto? - ha detto Davide - lei non
ci andava mai. Parcheggiava sempre in strada».
Dovrà essere Veronica a chiarire anche questa circostanza, anomala come molte altre di quel maledetto sabato. E l’occasione potrebbe dargliela l’interrogatorio
davanti al Gip, che deve decidere se convalidare il fermo emesso
dalla procura per omicidio aggravato e occultamento di cadavere.
L’udienza potrebbe tenersi già oggi, anche se è più probabile che si
svolgerà domani. In attesa, gli in-
vestigatori continuano il lavoro di
riscontro, per blindare l’ipotesi investigativa, sperando di avere risposte positive dagli esami di laboratorio. Uno su tutti è quello
che più interessa chi indaga: l’analisi del bagagliaio della Polo. Se
infatti venissero trovate all’interno tracce ematiche o reperti riconducibili al piccolo Loris, sarebbe difficile per Veronica spiegare il perché.
L’ipotesi di chi indaga, infatti, è
che il bambino, dopo esser stato
ucciso, sia stato caricato nel portabagagli. Ed è per questo che l’auto è stata messa in garage, a diferenza di tutte le altre mattine. La
telecamera che riprende l’auto, alle 8.48 di sabato mattina, è quella
di un’abitazione privata. Tra l’altro Veronica, di questo episodio,
non aveva fatto alcun riferimento
negli interrogatori del 29 e 30 novembre, accennandolo invece in
quello del 4 dicembre. Le immagini registrate dalla telecamera mo-
mi ha aiutato a
“ Anna
sfruttare quegli sconti di cui
non conoscevo nemmeno
l’esistenza.
- Nancy R.
”
“
Amo il fatto che Anna possa
parlare in italiano e sia più
facile per me capire.
- Paulino M.
”
strano la parte anteriore dell’auto
parcheggiata nello spazio davanti
ai garage. Successivamente si vede una igura, che gli investigatori identiicano in Veronica Panarello, scendere e dirigersi verso il
portone di casa. Neanche un minuto dopo dalle immagini della
telecamera sparisce il “muso” della Polo, che ricomparirà soltanto
alle 9.25, quando Veronica - nella ricostruzione della procura - va
al Mulino per gettare il corpicino
del iglio.
Loris è stato ucciso, secondo
l’autopsia, tra le 9 e le 10.30, con
una fascetta da elettricista che gli
ha provocato “segni ecchimotici”
al collo e sui polsi. La ferita sotto l’orecchio mostra invece, scrive
il medico legale, lesioni “ad andamento binario” che sono compatibili con le forbici sequestrate proprio a casa Stival, nella cameretta
dei bambini.
Nel decreto di fermo è inoltre
ricostruito l’episodio delle fascet-
te consegnate dalla mamma di Loris con modalità, scrive la procura, “altamente sospette”.
Le maestre arrivate a casa del
bimbo per fare le condoglianze,
parlano di una “circostanza strana” e raccontano che Veronica
mette in relazione le fascette con
lo zaino, che non si è più trovato. E che secondo gli inquirenti è
stato fatto sparire proprio perché
all’interno la donna potrebbe aver
nascosto la fascetta con cui è stato ucciso Loris.
“Sul punto di andare via - mettono a verbale - Veronica si è ricordata che Loris sabato mattina...le ha detto di aspettare perché si era dimenticato di prendere una cosa che serviva ad un esperimento in classe... dopo alcuni istanti era ritornato con un sacchetto di plastica dal quale aveva
estratto alcune fascette... che aveva riposto all’interno dello zaino”.
Anche la sorella di Veronica riferisce l’episodio ma in termini
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”
forse ancora più chiari: la mamma di Loris era sdraiata sul divano, “collassata”, e ad un certo punto ha detto al marito “vai a prendere le fascette”.
Quando lui è tornato, “si è alzata di scatto, ha strappato le fascette dalle mani di Davide e le ha
consegnate alla maestra, dicendo:
queste sono le fascette che mi aveva chiesto Loris”.
Quasi una confessione dunque,
secondo chi indaga. Anche se i familiari non escludono che possa
esserci qualcun altro coinvolto.
«Sono convinta che nasconda
qualcuno o qualcosa» ha detto ieri la madre di Veronica, che non
è certo una delle persone che più
l’ha difesa.
Parole simili a quelle della sorella di Veronica: «Sebbene non
abbia alcuna prova, non ritengo
di potere escludere che sia coinvolta nella morte del bambino o
che stia cercando di coprire qualcuno».
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GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014 • CORRIERE CANADESE
6
ITALIA
Claudio Sebastiani
IL FUNERALE
PERUGIA - Era una “holding criminale” collegata alla cosca Farao-Marincola della ‘Ndrangheta iniltrata nel tessuto socio-economico umbro ma concentrata nel
perugino (che si impadroniva delle attività per poi svuotarle e reinvestire i proventi illeciti anche nel
settore del fotovoltaico e della green economy) quella emersa dall’operazione Quarto passo dei carabinieri del Ros coordinati dalla procura distrettuale antimaia di Perugia. Un gruppo “in espansione”,
che però gli inquirenti hanno interrotto con un “intervento tempestivo” scattato ieri.
Eseguendo 61 ordinanze cautelari (46 arresti in carcere, otto ai domiciliari e sette obblighi di dimora) in 12 province italiane e in Germania a carico per lo più di calabresi ma anche albanesi ed egiziani. E sequestrando beni per oltre
30 milioni di euro.
Carabinieri e magistratura ritengono che l’organizzazione fosse attiva nel capoluogo umbro dal 2008
e collegata con la cosca capeggiata a Cirò da Natalino Paletta. Tanto
che agli atti delle indagini ci sono
stati anche ilmati di incontri tra i
vertici e presunti appartenenti al
sodalizio.
Questi - ha spiegato il sostituto procuratore Antonella Duchini
che ha coordinato le indagini - si
sono inizialmente radicati nel territorio umbro, in particolare perugino, con imprese dalla “facciata pulita” nel campo dell’edilizia e
della ristorazione. Mettendo poi in
atto le loro attività illecite. Una associazione per delinquere di tipo
maioso dedita a estorsioni, usura,
incendi, danneggiamenti ma anche
alla bancarotta e alle trufe, narcotraffico e prostituzione.
Addio a Mango
Ricoverati altri
due fratelli
I Ros dei carabineiri in azione in Umbria
'NDRANGHETA
Una “holding” criminale
con le mani sull’Umbria
Grazie a queste intimidazioni - è emerso ancora dall’indagine
- la holding aveva iniltrato il tessuto economico. Tanto che alcuni
imprenditori locali erano stati costretti a cedere le loro imprese agli indagati o a loro prestanome. In
alcuni casi invece - ritengono gli
investigatori - pur rimanendo formalmente intestatari, le vittime
venivano sostituite nella gestione
da esponenti del gruppo criminale. Che dopo avere privato l’azienda delle linee di credito ne provocava la bancarotta fraudolenta.
“Gli imprenditori venivano depredati e impoveriti”, ha sottolineato
il procuratore nazionale antimaia
Franco Roberti.
Dagli accertamenti del Ros è inoltre emerso che il presunto
gruppo criminale era anche dedito a trufe in danno di fornitori di
materiali edili poi rivenduti a ricettatori calabresi e reimpiegati nella
stessa regione, in Umbria e in Toscana.
Un’altra componente del sodalizio, con a capo Francesco Pellegrino, era invece specializzata in furti di materiale per l’edilizia e macchine operatrici nelle Marche poi
rivendute. L’indagine ha anche documentato il coinvolgimento della
cosca nel traffico di cocaina che avrebbe coinvolto anche gli albanesi per lo spaccio su territorio.
Un complesso di attività che
procurava “considerevoli proventi
illeciti” destinati all’acquisto di immobili (oltre un centinaio sequestrati) e attività commerciali (i sigilli sono scattati per 39) nel settore dell’intrattenimento e del fotovoltaico. “Un gruppo in espansione” ha evidenziato ancora Roberti
parlando però di “intervento tempestivo” da parte degli inquirenti
che ha salvaguardato un “tessuto
socio-economico” sostanzialmente sano”.
LAGONEGRO (POTENZA) - È
stato, prima di tutto, il funerale di
Pino, l’uomo, il marito, il padre, il
cittadino di Lagonegro (Potenza),
il lucano, e poi quello di Mango,
il cantante. Un artista, morto a 60
anni sul palco di Policoro (Matera) mentre cantava “Oro”, uno dei
suoi brani più famosi. Le migliaia di persone che si sono radunate domani dentro e fuori la Chiesa Madre lo hanno salutato con gli
ultimi, lunghi e sinceri applausi.
Dopo la morte del cantante e di
suo fratello Giovanni, ex muratore, 72 anni, anche gli altri due fratelli, Michele e Armando (compositore di alcune delle canzoni più
famose), hanno avuto un malore:
sono stati ricoverati entrambi.
A Lagonegro, città nell’area sud
della Basilicata, ieri è stata una
giornata di lutto cittadino. In silenzio, senza striscioni, con “dignità”, ha detto l’arcivescovo di
Policoro-Tursi, monsignor Francesco Nolè ,che ha celebrato i funerali. Poi, all’arrivo della bara,
spontaneo, sentito, il primo lungo
applauso di questa giornata di lutto ha rotto il silenzio.
La Chiesa Madre era gremita,
chi - ed erano davvero in tanti non è riuscito a entrare ha aspettato nel piazzale. Giovani e anziani, mamme con i carrozzini, fan
venuti dalla Basilicata e dalle regioni limitrofe: tutti con l’unico
desiderio di dare l’ultimo saluto
a Pino.
FRUSINATE
Uccisa la professore scomparsa:
arriva confessione di un muratore
L’inverno è dietro l’angolo ed i club e le associazioni
sono già al lavoro per organizzare le feste Natalizie,
serate danzanti, incontri, eventi di ogni genere.
Lo scopo è sempre quello di divertirsi assieme.
Antonio Mariozzi
Il Corriere Canadese
sarà felice di pubblicare i vostri eventi: dovete solo mandare
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ROMA - Quaranta giorni di mistero, poi la
scoperta di una morte atroce. Gilberta Palleschi, la professoressa di inglese, amante del jogging, scomparsa dalla sua casa di
Sora, nel frusinate, è stata uccisa dopo aver
reagito ad un tentativo di stupro. Uccisa a
calci e pugni e inita con una serie di colpi di pietra alla testa. Il suo corpo umiliato ino alla ine.
Ad inierire su di lei sarebbe stato un
muratore di 43 anni che ha confessato di
aver ucciso la donna, 57 anni, proprio il
giorno della sua scomparsa. L’uomo, Antonio Palleschi, ma non è parente della vittima, è accusato di omicidio, occultamento
e vilipendio cadavere.
Secondo l’accusa l’uomo, dopo aver ucciso l’insegnante, ha occultato il cadavere
in un dirupo in campagna e il giorno dopo
è tornato sul luogo dove lo aveva nascosto tentando di avere un rapporto sessuale.
A portare i carabinieri nelle campagne
che circondano Campoli Appennino a una
decina di chilometri da Broccostella, dove
la donna era scomparsa il primo novembre, è stato lo stesso muratore dopo la sua
confessione arrivata al termine di un lungo interrogatorio.
Le attenzioni dei carabinieri si erano
concentrate su di lui anche in virtù di precedenti speciici per violenza sessuale emersi a suo carico.
Ad incastrarlo sarebbero state le analisi delle celle telefoniche e la testimonianza di una donna che l’avrebbe visto caricare il corpo della professoressa su un’automobile.
L’ipotesi di un’aggressione aveva preso sempre più forma nelle ultime settimane di indagine anche dopo il ritrovamento
di alcuni oggetti di Gilberta Palleschi nel
luogo dove un secondo testimone avrebbe sentito le urla di una donna, proprio nel
giorno in cui la professoressa era scomparsa.
Un bracciale spezzato, la sim del cellulare, un mazzo di chiavi e le cuffiette dell’I-
pad gettate tra l’erba a due passi dal iume
Fibreno, queste erano le uniche tracce del
passaggio della professoressa in quel tratto di campagna accanto al corso d’acqua
scandagliato per giorni.
Da quel momento ricerche e veriiche si
erano concentrate sull’ipotesi di una aggressione. Ipotesi che si sono rivelate concrete nelle ultime ore, ino ad arrivare al
fermo del muratore.
«Per la nostra città è una vicenda terribile, anche per come si sono svolti i fatti.
C’è grande dolore e sono vicino alla famiglia», dice attonito il sindaco di Sora, Ernesto Tersigni.
Una città scossa, sotto choc che si era
mobilitata per giorni partecipando alle ricerche della donna che sembrava svanita
nel nulla. Una donna conosciuta e stimata, volontaria e segretaria dell’Unicef Lazio. Oggi in quel dirupo, per la cittadina in
provincia di Frosinone, si è materializzato un incubo.
CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014
7
ESTERI
MEDIORIENTE
Scontri con israeliani, muore ministro palestinese
Massimo Lomonaco
TEL AVIV - La morte del ministro
palestinese Ziad Abu Ein a seguito di una manifestazione in Cisgiordania dispersa dai soldati israeliani ha rialzato ieri la tensione tra Israele e Autorità nazionale
palestinese (Anp). In serata sono
segnalati incidenti con l’esercito a
Qalandya e nel campo profughi di
Jalazoun, con un ragazzo di 14 anni, secondo fonti palestinesi, ferito in modo serio. Il leader di Ramallah Abu Mazen ha subito condannato la morte di Abu Ein parlando di «barbarie che non può
essere accettata né tollerata».
«Avvieremo i necessari passi
dopo aver appreso i risultati delle indagini sulle circostanze della morte. Tutte le opzioni sono aperte», ha avvertito. In serata Abu
Mazen ha convocato una riunione d’emergenza dei responsabili palestinesi nella quale - ha fatto
sapere l’esponente di Fatah Jibril
Rajoub - il leader potrebbe arrivare ad annunciare la “ine della collaborazione” di sicurezza con Israele. Una mossa che rischierebbe di compromettere in maniera seria lo scenario già disastrato
delle attuali relazioni tra le parti.
Ieri in serata infatti Benyamin Netanyahu ha inviato un messaggio
Un’immagine del ministro Ziad Abu Ein durante gli scontri in cui è morto
all’Anp assicurando che Israele indagherà “sull’incidente” e si è appellato a «mantenere calma la situazione e ad agire responsabilmente». Il quadro d’altra parte è
ulteriormente complicato dall’annuncio che a giorni sul tavolo del
Consiglio di Sicurezza dell’Onu
potrebbe approdare una proposta
di Risoluzione che prevede la ine dell’occupazione israeliana dei
Territori entro la ine del 2016. Eventualità contrastata con forza da Israele e dagli Usa e che ha
spinto il segretario di Stato John
Kerry a volare a Roma domenica prossima per incontrare subito dopo il premier Benyamin Netanyahu in modo da coordinare i
passi necessari per fronteggiare la
situazione.
Le cause del decesso di Ziad Abu Ein - 55 anni, leader storico di
Fatah e ministro per il Monitoraggio delle colonie e del Muro - non
sono al momento ancora chiare e
ci sono versioni contrastanti. I fatti sono avvenuti durante una manifestazione a Turmus Ayya, villaggio vicino Ramallah, che secondo gli organizzatori (tra cui lo
stesso Ziad Abu Ein) voleva essere paciica. L’obiettivo era quello
di piantare alberi di ulivo su terra
espropriata per motivi di sicurezza dai militari.
A seguito dei taferugli il ministro palestinese si è sentito male ed è stato portato in ospedale
a Ramallah. Jamil al Barghouti, direttore del Centro di informazione, citato dall’agenzia palestinese
Maan, ha sostenuto che Ziad Abu
Ein è morto “dopo che un soldato
lo ha colpito al petto con l’elmetto”. E che l’uomo avrebbe inalato
grandi quantità di gas lacrimogeno lanciato dall’esercito israeliano per allontanare i manifestanti. Fonti sanitarie dell’ospedale di
Ramallah hanno riferito che il ministro è arrivato nel nosocomio
senza presentare segni di violenza. Confermando tuttavia l’inalazione da parte del ministro dei gas
lacrimogeni.
STATI UNITI
Torture della Cia, jihadisti minacciano vendetta
Stefano De Paolis
NEW YORK - In ballo c’è la sicurezza degli Usa. I jihadisti nel
mondo già minacciano vendetta:
“Fratelli e sorelle, vendicatevi del
serpente americano”, hanno esortato alcuni sul web, e altri arrivano persino a teorizzare che “essere decapitati è 100 volte più umano, più dignitoso di quello che
queste sporche canaglie hanno
fatto ai musulmani”. Ma sul piatto c’è anche il prestigio della Central Intelligence Agency e a stretto giro la stessa Cia e molti repubblicani che contano sono partiti all’assalto del rapporto del Senato americano sulle torture usate negli interrogatori degli 007.
Quel documento «danneggia la
sicurezza nazionale degli Usa, gli
uomini e donne della Central Intelligence Agency e soprattutto la
verità», ha tuonato George Tenet,
che è stato direttore della Cia durante la presidenza di George W.
Bush.
E lo stesso Bush è a sua volta
sceso in campo, afermando che
«siamo fortunati ad avere uomini e donne che lavorano duro alla
Cia», riiutandosi così di prendere
le distanze da quelle tecniche brutali. Anche se il programma iniziò
nel 2002, Bush ne fu informato in
maniera dettagliata solo nel 2006,
aferma il rapporto, quando gli fu
spiegato tutto nei dettagli. Ad esempio, gli venne detto di un detenuto appeso con le catene al sofitto, nudo, e costretto a urinarsi e
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defecarsi addosso. Lui ne rimase scosso, ma la Casa Bianca approvò comunque quelle tecniche
di interrogatorio, mentre in realtà
veniva ingannata sui reali risultati
che producevano, invero scarsi, a
detta del rapporto.
Ma anche l’ex braccio destro di
Bush, l’allora vicepresidente Dick Cheney, liquida le afermazioni secondo cui la Cia avrebbe agito in maniera illegale come «un
mucchio di sciocchezze».
E in maniera ancora più rude, il senatore repubblicano Orrin Hatch parla di «un puro pezzo
di sterco politico». Il senatore Saxby Chambliss e altri quattro suoi
colleghi del Gop hanno a loro volta scritto un documento di 100 pagine per esprimere dissenso dalle
conclusioni del rapporto. Mentre
un gruppo di ex agenti e alti funzionari della Cia si sono organizzati dando vita ad un sito web il
cui scopo è già chiaro sin dal nome: CiaSavedLives.com (La Cia ha
salvato vite).
Ma nonostante l’ofensiva dei
difensori le critiche continuano ad arrivare sempre più numerose e taglienti, anche dall’estero. «Sono sconvolta, esattamente come tanti americani e tante americane», ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel. «Le democrazie non possono scendere a
compromessi al ribasso sui diritti
umani», e quanto denunciato nel
rapporto «va condannato con forza e drasticamente», ha detto il
ministro degli Esteri Paolo Genti-
loni. Human Rights Watch e l’associazione britannica Cage, che
difende i prigionieri sottoposti alle “extraordinary rendition” nel
corso della guerra al terrorismo,
chiedono invece che i responsabili delle torture vegano processati.
E anche i jihadisti, come era
prevedibile, alzano la voce. Via
Twitter gettano benzina sul fuoco esortando a riservare lo stesso “trattamento” agli ostaggi Usa.
E dicono: “Ricordatevi, il 100%
delle vittime di torture sono stati musulmani. È una guerra contro
l’islam”. I bersagli da colpire per
rappresaglia, secondo l’autorevole sito americano di monitoraggio
Site, sono stati già individuati e indicati dalla jihad globale.
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GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014 • CORRIERE CANADESE
8
PRIMO PIANO
IL RAPPORTO
Obiettivo 100 anni, ma non da soli e senza dieta
BOLOGNA - Gli italiani vogliono vivere ino a 100 anni, ma senza sacriici nello stile di vita e soprattutto non in solitudine. La povertà e anche le malattie sembrano fare meno paura del restare
soli e il desiderio di vivere di più
è legato soprattutto al bisogno di
pensare di avere davanti ancora
più anni con i propri cari. Sono i
dati presentati a Bologna durante il congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg). I medici hanno indagato per la prima volta nel Belpaese quali sono i desideri, le opinioni e le paure degli italiani sulla
possibilità di raggiungere l’obiettivo dei cento anni di età.
Solo il 10% degli italiani ritiene
adeguata una durata di vita fra gli
85 e gli 89 anni, il 75% crede che
l’arco dell’esistenza debba durare fra i 90 e i 104 anni, e c’è un
13% secondo cui la morte non dovrebbe arrivare prima dei 110 anni.
I dati mostrano anche che l’86%
degli over 70 e l’80% dei più giovani prenderebbe subito un farmaco per diventare centenari:
in sostanza l’obiettivo dovrebbe essere raggiunto senza sforzi. Ma appena uno su dieci sarebbe d’accordo a digiunare tre volte
a settimana per vivere più a lungo.
«Numerose ricerche indicano
LA SCHEDA
Italia sempre
più longeva:
solo il Giappone
è più “vecchio”
che una dieta a ridotto contenuto calorico potrebbe contribuire ad aumentare la sopravvivenza, ma la via breve e facile di un
farmaco è preferita dalla maggioranza», osserva il presidente dei
geriatri Giuseppe Paolisso, rettore della Seconda Università degli
Studi di Napoli.
Eppure è con la prevenzione,
ricorda il medico, che si può davvero arrivare a 100 anni attraverso uno stile di vita sano. L’indagine, inine, sottolinea che l’Italia
non è un Paese in grado di sopperire al meglio ai bisogni degli anziani ma nonostante questo l’86%
non sarebbe disposto a cambia-
re residenza pur di arrivare a 100
anni. «Secondo il 63% degli over
70 e il 55% dei più giovani una società di centenari sarebbe un nuovo paradiso, anche in Italia - dice
Paolisso - certamente però c’è bisogno di uno sforzo maggiore per
creare una società che sia solidale
con gli anziani e ne soddisi le necessità senza essere penalizzante
per i giovani».
Il grande invecchiamento della
popolazione italiana che è in testa
nella classiica dei paesi occidentali per longevità e seconda nel
mondo solo dopo il Giappone, rischia infatti di far scoppiare uno
scontro generazionale.
Un attrito presente anche ora dimostrato dal fatto che il 46%
dei 45-55/enni pensa che troppi
anziani tolgano risorse ai giovani,
mentre appena il 20% degli over
70 ritiene che l’invecchiamento
della popolazione possa ostacolare le nuove generazioni.
«Gli anziani non vogliono essere un peso per i giovani ma i giovani temono che questo possa accadere - conclude Paolisso - sta
alle istituzioni e alle loro scelte
far si che non vi siano disuguaglianze sociali e che si possa invecchiare certi di non essere presenze ingombranti per igli e nipoti».
ISTAT
Sempre più culle vuote, “effetto Papa” sui nomi
ROMA - Sempre più culle vuote in Italia: nel 2013 sono stati registrati all’anagrafe 514.308 nuovi nati, 20mila in meno rispetto all’anno precedente. In 5 anni in Italia sono nati 62mila bambini in meno e anche gli stranieri
residenti nel Paese, che negli precedenti avevano in qualche modo
sostenuto il dato demograico, cominciano a fare meno igli.
È l’Istat a fare il bilancio con
tutti i dati statistici relativi al 2013
che era stato già indicato, nelle
stime già difuse nei mesi scorsi dallo stesso istituto di statistica, l’”anno nero” delle nascite nel
quale è stato infatti toccato il minimo storico. Nei dati Istat anche
una nota di colore: sui nomi scelti
per i piccoli c’è un “efetto Bergoglio” e Francesco infatti risulta il
più gettonato. Ecco tutti i dati diffusi dall’Istat.
514.308 NUOVI NATI, IN 5 ANNI MENO 62MILA. I dati confermano nel 2013 il minimo storico delle nascite. La tendenza alla forte diminuzione delle nascite
avviatasi a partire dal 2009 interessa tutte le aree del Paese, anche
le regioni del Nord e del Centro
che nel periodo precedente avevano sperimentato una fase di aumento della natalità e della fecondità riconducibile in primo luogo alla progressiva difusione delle nascite con almeno un genitore
straniero.
EFFETTO PAPA SUI NOMI,
FRANCESCO AL TOP. Francesco è il nome più gettonato tra i
nuovi nati e “si segnala un aumento a partire dal mese di marzo
2013, a seguito della elezione del
Sommo Ponteice”, riferisce l’Istat aggiungendo che invece per
le bambine i nomi più scelti sono
Soia e Giulia.
Tra i igli di stranieri residenti in Italia il nome maggiormente
difuso per i maschi è Adam, per
le femmine Sara.
SOTTO QUOTA 400MILA I
NATI DENTRO UN MATRIMONIO. Si avvertono nei dati
demograici le conseguenze del
forte calo della nuzialità registrato nel quinquennio (circa 53mila nozze in meno). I nati all’interno del matrimonio, infatti, scendono per la prima volta sotto quota 400 mila: nel 2013 sono appena
380.863, quasi 83mila in meno in 5
anni.
GLI IMMIGRATI FANNO MENO FIGLI. In lieve diminuzione per la prima volta anche i nati con almeno un genitore straniero (3.239 in meno rispetto al 2012),
che ammontano a poco più di 104
mila nel 2013, pari al 20,2% del to-
Pascale  Di Poce  Iadipaolo
Barristers  Solicitors  Notaries
tale dei nati a livello medio nazionale (il 28% nel Nord e solo l’8%
nel Mezzogiorno). Diminuiscono in particolare i nati con entrambi i genitori stranieri, scesi a
77.705 unità nel 2013, 2.189 in meno rispetto al 2012. In leggera lessione anche la loro quota sul totale delle nascite, pari al 15% nel
2013.
MA NEL NORD 1 NATO SU 4
HA UN GENITORE STRANIERO. In media nel 2013 quasi il 29%
dei nati in Italia ha almeno un genitore straniero al Nord e il 23,2%
al Centro, mentre al Sud e nelle Isole le percentuali sono rispettivamente l’8,2 e il 7,1%. Le regioni
del Centro-nord in cui la percentuale di nati da almeno un genitore straniero è più elevata sono l’Emilia-Romagna (32%), la Lombardia (29%), la Toscana e l’Umbria
(circa 26%).
BOLOGNA - Oltre un italiano su 5
ha più di 65 anni e il Belpaese resta saldamente in testa alla classiica delle nazioni più longeve.
Gli ultimi dati presentati a Bologna in occasione del Congresso
della Società italiana di Geriatri
e Gerontologia (Sigg) confermano il percorso che la popolazione
sta facendo senza battute di arresto.
Primo fra i Paesi occidentali
europei, il 21,2% degli italiani ha
spento più di 65 candeline. In seconda posizione, ha riferito Ketty Vaccaro del Censis che ha presentato una rielaborazione dei
dati Istat, c’è la Germania seguita dalla Grecia. Nel mondo solo il
Giappone ci supera con una quota della popolazione over 65 del
25,1%.
Liguria, Friuli, Toscana, Umbria,
Piemonte e Marche sono le regioni più longeve. Salendo dal fondo
della classiica invece c’è la Campania seguita dalla provincia autonome di Bolzano, il Trentino, la
Sicilia è la Calabria. Per speranza
di vita alla nascita invece le Marche sono al primo posto con una
aspettativa di vita di 85 Anni per le
donne e di 85,6 per gli uomini. Ultima invece la Campania con due
anni in meno di aspettava di vita,
sia per gli uomini che per le donne. Aumentano e aumenteranno
anche i grandi anziani. Nel 2011 gli
anziani con 80 anni e oltre erano 3
milioni e 656mila, di cui 539mila aveva compiuto i 90 anni. Nel 2021
gli over 80 saranno 4 milioni e 737
mila, di cui quasi un milione (esattamente 970 mila) Over 90.
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CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014
9
L’ALTRA METÀ DEL CIELO
Mariella Policheni
TORONTO - A vincere la decima
edizione di “Ballando con le stelle” è stata Giusy Versace in coppia
con Raimondo Todaro. Sì, proprio
lei che le gambe non le ha più dal
2005. Lei, dolce ma determinata,
fragile ma decisa, sempre pronta a
mettersi in gioco. Con forza e dolore è riuscita a riprendere in mano la sua vita dopo il tragico incidente automobilistico: nel 2007 è
tornata a guidare, nel 2010 ha iniziato a correre con delle protesi in
carbonio diventando così la prima atleta donna italiana della storia a correre con doppia amputazione agli arti inferiori. Il 30 maggio 2014, ai Campionati italiani di
Grosseto, Giusy Versace ha vinto
il suo ottavo e nono titolo italiano
sui 100 e 200 metri, facendo segnare, nella prova più corta, il nuovo
record italiano di categoria: 14”44.
Giusy Versace è una forza della natura, una donna di 37 anni che
ha abolito dal suo vocabolario termini come rassegnazione, una che
la vita vuole viverla a 360 gradi.
E che riesce anche a emozionarti
quando quasi con rabbia dice «Io
la vita me la mangio, mi piace, me
la voglio vivere».
Giusy, avrebbe mai creduto di
poter vincere “Ballando con le
stelle”?
«Sono ancora frastornata, non
credevo davvero di farcela. Anzi
senza Raimondo non ce l’avrei mai
fatta... Sono felice di aver vinto, è il
mio regalo a Raimondo che mi ha
accompagnato in questa avventura. Debbo dire che Dio mi ha mandato un angelo che è riuscito a farmi fare cose che hanno stupito anche me».
Come giudica questa esperienza?
«Ci sono stati momenti difficili, è stata una scommessa. Ricordo
quando la Carlucci mi chiamò per
partecipare al programma... Non
nego di aver avuto molti dubbi
per tanti motivi, non ultimo il fatto che dovevo trasferirmi a Roma
per tre mesi e avevo appena iniziato la preparazione atletica in vista dei Mondiali del prossimo anno in Qatar. Sì, ho avuto paura di
non essere all’altezza e di diventare un fenomeno da baraccone. Poi,
visto l’entusiasmo e gli incoraggiamenti ricevuti, oltre al desiderio
di mandare un messaggio positivo,
ho accettato. Con incoscienza, ma
ho accettato».
Ma Raimondo Todaro, come
si è comportato? È stato un insegnante severo?
«Beh, direi di sì, direi che ha capito quali corde doveva toccare
per tirare il meglio fuori di me...
No, non mi ha fatto sconti, mi provocava ed io orgogliosa come sono alla ine mi impegnavo al massimo, volevo fare bella igura. Pensi che quando mi chiedeva di fare
passi o tecniche assurde lo guardavo e gli chiedevo “Ma ti ricordi che
ti ricordi che ho due gambe inte,
vero?” Per tutta risposta mi rispondeva “E va beh, allora muovile”».
Lei, ancor prima dell’incidente del 22 agosto del 2005 era una donna felice sul piano personale e di successo nella professione. È stato difficile ricominciare?
«Sarei una ipocrita a dire il contrario. A mio avviso quando hai un
incidente del genere in età adulta
ti trovi a confrontare un prima e un
dopo e vuoi a tutti i costi ricostruire la tua vita di prima ma ovviamente non potrà più essere come
prima. Occorre avere l’intelligenza
di accettare il cambiamento. Ho avuto anche la fortuna di avere accanto delle persone che sono state eccezionali, mi sento dire spesso che io sono eccezionale ma in
verità io ho avuto due grandi fortune: da un lato un carattere molto guerriero, determinato, positivo
e dall’altro delle persone meravigliose al mio ianco che non si sono vergognate, che ci hanno credu-
Giusy
Versace
«Io la vita me
la mangio»
to ancora prima di me, che mi hanno caricato e invogliato ad andare avanti. Mia madre e mio padre,
mio fratello, ma anche tutta la mia
famiglia a 360 gradi, le mie migliori amiche di sempre, tutti, proprio
tutti...».
Appunto la famiglia: quanta
importanza ha avuto la famiglia
nella sua vita post-incidente?
«Io da sola non sarei andata da
nessuna parte, nessuno da solo va
da nessuna parte. Ho provato un
dolore isico che a distanza di tanti
anni faccio ancora fatica a raccontare, non riesco a trovare aggettivi che possano descriverlo ma non
ho mai avuto paura di quello che
sarebbe successo dopo... Mi
sono risvegliata dal coma con un grande senso di gratitudine nei
confronti di Dio. Vede, io avevo pregato per non morire
ed ero viva, ho sentito da subito qualcosa dentro che
mi spingeva a dire grazie, trovavo
solo motivi per
cui vivere ed ero grata per avere avuto una seconda opportunità anche se ero
su una sedia a rotelle e al tempo
non sapevo ancora quale tipo di
autonomia avrei
potuto raggiungere...».
To r n a n d o
all’incidente del
22 agosto 2005 lei
ha detto che «la
voglia di vivere ha
superato la paura
di morire».
«È vero... ho pregato tanto, la paura di morire era più
forte del dolore,
non volevo chiudere gli occhi, volevo rivedere la
mia famiglia, ero
sola in autostrada, ho pregato per
rimanere sveglia
e lucida. Mi sono
davvero aggrappata alla vita con
le unghie e con i
denti, come
si suol dire. Non posso che essere
grata di come è andata».
Ha mai pensato: “Se quel
giorno non mi fossi messa al volante...”
«Sì, la sera prima avevo avuto
un sogno premonitore, io sono fatalista, forse doveva succedere e
basta... Avevo 28 anni e tante soddisfazioni personali e professionali, era un momento in cui ero piuttosto appagata. A volte penso a cose che avrei potuto fare ma non
me ne faccio un cruccio. Mi fa male vedere la gente che si toglie la
vita, mi fa male vedere la gente che
si deprime, che non esce di casa. Io
amo la vita, la amo in ogni suo aspetto. Ho imparato a non guardarmi come la disabile e così facendo ho fatto in modo che nessuno mi considerino come la
disabile. Certo ho perso due
gambe, però so di avere una
testa forte e un cuore pulito, la vita è bella
e io la voglio
vivere comunque».
C h e
r u o l o
ha avuto la fede nella
sua vita?
«Fondamentale. Io senza
la fede non
ce l’avrei fatta, io prego quando
vado a dormire e
quando mi sveglio perché comunque bisogna
credere in qualcosa di più grande: io lo chiamo
Dio, qualcun altro
lo chiama in un modo diverso. Per me
è stato determinante
un viaggio che ho fatto a Lourdes in Francia, un luogo magico
per me, dove a seconda dello stato d’animo con cui vai raccogli cose diverse: io ci
sono andata semplicemente per dire grazie dal momento che
quando ero in ospedale avevo fatto un
voto e avevo pro-
messo che se fossi tornata a camminare sarei andata lì a ringraziare. Così ho fatto un anno dopo anche se non camminavo in maniera
autonoma come adesso... sono arrivata davanti a quella grotta e li ho
avuto uno sfogo di pianto, di rabbia, di rassegnazione, mi chiedevo perché a me... è inutile nascondersi dietro un dito perché uno se
lo chiede. Poi ho avuto la sensazione che quella statua mi parlasse e mi invitasse a girare la domanda... perché non a te? Cosa hai tu
più degli altri? Ci si sente i padroni del mondo ma poi quando ci capitano queste cose ci si rende conto che davanti a Dio siamo tanto
piccoli.... Quella volta ho visto nelle mie nuove gambe non una croce
da portarmi dietro ma una nuova
opportunità di vita perché rispetto
a tanti altri che sono costretti a vivere su una sedia a rotelle io avevo
la possibilità di alzarmi, con fatica,
con dolore, ma mi potevo alzare se
volevo...».
Affrontare la gente e il mondo
senza gambe non è facile immagino. Ci sono pregiudizi ancora
duri a morire...
«I pregiudizi nascono dall’ignoranza. Non so in Canada ma in Italia si è molto indietro: se ti capita un incidente come quello che è
capitato a me, all’estero senza andare troppo lontano (in Spagna, in
Germania) ti portano in ospedale una palla da basket e ti spiegano che esiste ad esempio il basket
in carrozzina. In Italia non funziona così... io ho scoperto dopo cinque anni che esisteva qualcosa come il comitato paralimpico, che io
avrei potuto anche fare sport, non
ero una atleta ma ero una sportiva
come tanti...».
Come è nata l’idea di fare
sport?
«Sono un tipo curioso, ho incontrato un ragazzo che poi è diventato il mio ragazzo, che all’epoca era
un atleta e mi ha incuriosito portandomi a vedere le sue gare... Mi
ha poi proposto di provare a correre ed io mi sono messa a ridere...
“è già tanto se cammino,” gli ho risposto... Ero terrorizzata dall’idea
di cadere e mi farmi male, subito
non ho proprio preso in considerazione questa ipotesi».
Quando ha deciso di iniziare
e di lanciarsi anche nello sport
ad alto livello?
«Tanta gente che ho incontrato
mi diceva di lasciare perdere, che
non avrei potuto correre ma più
me lo dicevano e più io volevo farlo. Mi infastidiva l’idea, non che
lo dicessero a me in quanto Giusy
Versace, ma che lo dicessero a una
persona disabile... Secondo me bisognerebbe invogliare invece i disabili a fare sport, una attività che
può diventare non solo un riscatto
personale ma la scusa per uscire di
casa, per confrontarsi con la gente
che vive disabilità anche più gravi
della tua....».
Ma la sua decisione è stata
dettata dal desiderio di provare che poteva correre, che poteva farcela?
«Sì all’inizio l’ho fatto per ripicca, poi ho scoperto che ero la
prima donna in Italia che correva
senza due gambe e ci ho preso gusto, ho iniziato a vincere, è arrivata la passione e non ho più smesso. Che dire, sono di Reggio Calabria e quindi da buona calabrese,
sì da buona terrona, sono caparbia,
ho un carattere forte, non mollo facilmente...».
Che sensazione ha provato
quando ha camminato prima e
quando ha corso dopo?
«Ho pianto in entrambi i casi....
La prima volta che mi hanno messo sulle mie gambe inte mi sono
guardata allo specchio, mi sono
impressionata ma ho pianto anche
per il dolore, un dolore isico devastante... La prima volta che ho corso invece ho pianto di gioia, mi sono sentita viva, libera, felice, cioè
ho sentito il mio corpo che si muoveva, il vento tra i capelli, una cosa
così banale che mi ha fatto provare una gioia così grande, grandissima».
Lei è una donna molto curata, una tipica bellezza mediterranea: dopo aver perso le gambe si è sentita meno femminile?
«All’inizio il mio rapporto con
l’armadio è stato diicile: quando
aprivo un cassetto e saltava fuori qualcosa che non potevo più indossare come una minigonna, un
paio di scarpe con i tacchi provavo una grande sofferenza. Ho pianto assieme a mia madre, poi ho raccolto tutto e ho donato alla chiesa
vestiti e scarpe affinché potessero
essere usati da altre persone».
Dopo essere stata un funzionario per una multinazionale
nel campo della moda, oggi cosa fa Giusy?
«Sono consulente in vari campi.
Quando rischi di morire metti tutto sulla bilancia e cambiano le priorità.... mi sono resa conto che la
mia vita ruotava attorno al lavoro,
ora preferisco dare spazio alle cose che mi riempiono di più il cuore
e meno le tasche.... dedico più tempo alla mia famiglia, ho fondato una onlus per aiutare i disabili, corro anche se nessuno mi paga per
fare questo e sono contenta così».
Lei è presidente dell’associazione Disabili No Limits Onlus
da lei stessa fondata nel 2011.
Quali sono gli scopi di questa
associazione?
«Organizziamo eventi per promuovere lo sport tra disabili e organizziamo eventi in piazza per
far vedere alla gente normodotata cosa si può fare, raccogliamo
soldi per dare l’opportunità di regalare ausili moderni a chi non se
li può permettere a meno che non
si disponga di assicurazioni private... Aiutare gli altri mi fa stare meglio».
Giusy come vede il suo futuro?
«È una domanda difficilissima.
Ho difficoltà a pensare al futuro
perché la vita mi ha insegnato che
ogni volta che programmi qualcosa succede qualcos’altro che te la
stravolge. Vivo alla giornata con una massima che ho fatto mia: “Ieri è il passato, domani è il mistero, oggi è il dono” . Non penso né a
ieri e né al domani, mi godo il dono dell’oggi. Mi godo un piatto di
polpette di melanzane che prepara
mia madre, una telefonata, un caffè
con una amica. La felicità per me è
fatta di momenti».
[email protected]
GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014 • CORRIERE CANADESE
10
ESTERI
FOCUS
Addio Champions, la Roma butta via tutto
Il City vince facile sui giallorossi e passa il turno: per i capitolini tanti rimpianti e niente più
ROMA - Finisce con l’anno solare
il sogno Champions della Roma. Il
presidente James Pallotta («vinceremo 3-1») viene smentito clamorosamente, e ancora una volta, le
squadre inglesi non portano bene ai colori giallorossi. Così l’Olimpico ridiventa terra di conquista: successe con Liverpool e Arsenal, adesso tocca al Manchester
City campione della Premier League, che si impone con il punteggio più classico. Contro i “cugini”
di quello United che, all’Old Trafford, alla Roma ne fece 7, arriva un
2-0 che non ammette repliche anche se la squadra di casa recrimina
su un palo di Manolas e su una parata decisiva, nel primo tempo, di
Hart su conclusione di Gervinho,
peraltro immediatamente preceduta da un tiro altrettanto pericoloso di Milner che era stato respinto da De Sanctis.
La Roma, che esce dalla Coppa
più importante per inire in Europa League e avrà quindi la complicazione, in chiave corsa scudetto,
di dover giocare di giovedì, perde
contro i Citizens privi in ogni reparto del loro uomo migliore, ovvero Kompany, Yaya Tourè e Aguero, e questo rende ancor più
preoccupante la sconitta e sottolinea il livellamento in basso del
calcio italiano. Al City è bastata
l’intensità di gioco, la buona vena di un Nasri del quale si conti-
ROMA-MANCHESTER CITY 0-2
Kostas Manolas, Morgan De Sanctis e José Holebas escono dal campo amareggiati
nua a non capire l’esclusione dalla lista dei 23 della Francia all’ultimo Mondiale e il lavoro oscuro,
ma prezioso, di Fernandinho a centrocampo. Del resto non si è campioni della Premier League per caso, e nemmeno la squadra che adesso sta tentando la rimonta sul
Chelsea di Mourinho.
Adesso si dirà che in fondo la
Roma ha fatto ciò che poteva, visti i commenti sul girone di ferro
al momento del sorteggio, ma poi
l’iniziale cammino aveva illuso un
un presunto fallo da rigore nei suoi
confronti, mentre il City si era reso pericoloso con Milner su cui aveva salvato De Sanctis.
Nella ripresa, al 15’ , la prodezza
di Nasri che gela l’Olimpico: con una inta di corpo il francese sbilancia la difesa rivale e poi, con uno
splendido destro, batte l’incolpevole De Sanctis. Successivamente
Nainggolan tirava forte ma centrale e Ljajic mandava un sinistro alto, mentre Manolas centrava il palo. Era l’unica vera occasione ro-
po’ tutti, prima che il Bayern riportasse il team della Capitale sulla
terra. Il primo tempo era stato intenso ma senza reti. C’era stato uno
splendido assist di Totti per Holebas, ma il greco non aveva concretizzato. Hart aveva anche fermato il gioco e preso una bottiglietta dal terreno di gioco per mostrarla all’arbitro, poi c’era stata la doppia occasione Milner-Gervinho al
21’. Gervinho ancora aveva sprecato un bel passaggio di Nainggolan
e, tre minuti dopo, protestato per
Roma (4-3-3): De Sanctis 6,
Maicon 5.5 (33’ st Florenzi s.v.),
Manolas 6, Yanga-Mbiwa 5.5,
Holebas 5, Keita 5, Pjanic 5.5,
Nainggolan 6, Ljajic 6 (22’ st Iturbe 5), Totti 5 (26’ st Destro
5), Gervinho 6. (12 Curci, 6 Strootman, 16 De Rossi, 23 Astori).
All.: Garcia 5.
Manchester City (4-2-3-1):
Hart 6, Zabaleta 7, Demichelis
6.5, Mangala 6, Clichy 6.5, Fernandinho 6.5, Fernando 6, Jesus
Navas 6.5 (22’ st David Silva 6),
Nasri 7.5, Milner 6.5, Dzeko 6
(33’ st Jovetic s.v.). (13 Caballero,
3 Sagna, 11 Kolarov, 18 Lampard,
38 Boyata). All.: Pellegrini 7.
Arbitro: Mazic (Serbia) 6
Reti: nel st 15’ Nasri, 41’ Zabaleta
manista, perché per il resto il City
controllava la partita con sicurezza
e nel inale raddoppiava con Zabaleta servito dal solito Nasri.
Per la Roma un inale amaro, altro che l’ottimismo tanto americano di Pallotta. La sida che valeva
12 milioni di euro è stata persa, e adesso non rimane che tornare a sognare entro i conini nazionali. I tifosi vorrebbero il tricolore, come
hanno cantato anche a ine gara tra
l’amarezza di un’eliminazione che
non può non bruciare.
LE ALTRE GARE
IL COMMENTO
Il Bayern è un ciclone, il Barça piega il Psg di Ibra
Giallorossi
inferiori in tutto
Gruppo E
Bayern-CSKA 3-0 - Dopo 18 minuti di totale predominio, arriva
l’1-0. Natcho abbatte Ribery in area, rigore inevitabile che Müller
realizza senza problemi. Il Cska
sbanda paurosamente e subisce
inevitabilmente il raddoppio realizzato al 38’ da Rode di testa. I
russi non ci sono più e arriva anche il 3-0 con Götze.
Gruppo F
Barcellona-Psg 3-1 - Al quarto
d’ora Ibrahimovic con una zampata delle sue che fa paura (assist di
Matuidi) porta in vantaggio i suoi.
Ma dura poco: poco più di 360 secondi dal 15’, poi ci pensa Messi a
rimettere il punteggio in parità.
La pulce irma il suo 75° gol nella
grande coppa europea con un destro sottoporta, imparabile per Sirigu (assist di Suarez). Sirigu con
un intervento strepitoso nega il
raddoppio a Suarez (minuto 39’).
Ma al minuto numero 41, arriva il
colpo del ko: palla a Neymar sulla
trequarti, cavalcata testa alta. La
conclusione è una parabola proiettata verso l’ininito, una perla:
Sirigu la intuisce, ma non può nulla di fronte a un capolavoro.
Nella ripresa, Luis Enrique rinuncia al bel gioco della prima
metà, e preferisce chiudersi e al-
zare il muro alla foga dei parigini.
Blanc mette dentro anche Pastore
e Lavezzi, ma al primo vero spunto è ancora il Barça a sfondare:
minuto 77', sotto porta timbra
Suarez.
Ajax-Apoel Nicosia 4-0 - L’Apoel crolla proprio sul più bello
e saluta l’Europa; l’Ajax si consola con il terzo posto e strappa il
biglietto per l’Europa League. Al
45' del primo tempo l’Ajax è avanti
con un rigore di Schöne. Al 50’ il
raddoppio ancora irmato Schöne,
stavolta con una conclusione di
destro all’angolino sinistro. Tre
minuti più tardi il tris con un colpo di testa di Klaassen. Il poker è
poi servito al 74’ con un sinistro
di Milik.
Gruppo G
Chelsea-Sporting 3-1 - Nessun
problema per il Chelsea che passa
per primo il suo girone. Lo Special One può sorridere. Un solo
intoppo, ma non è nulla di grave.
Lo spiega il risultato - 3-1 il inale,
già 2-0 al 16’ -, lo spiega la prestazione dei Blues.
Al 6’ un rigore conquistato da
Filipe Luis e realizzato da Fabregas segna già la strada, poi arriva il raddoppio di Schürrle, con
una rasoiata di destro da fuori
area. L’intoppo arriva in avvio di
asciutta.
Il Porto nei minuti inali alza il
ritmo ino a trovare il pari con Aboubakar a 3’ dallo scadere.
Athletic-Bate 2-0 - Gli sforzi
baschi si traducono in vantaggio
grazie alla rete di Mikel San José,
pescato al 2’ in area bielorussa da
Markel Susaeta su corner. Il Bate
cerca una reazione che non arriva, ringraziando la dea bendata al
9’ della ripresa perché Guillermo
viene fermato solo dal palo. Nonostante il vantaggio, i baschi restano vivi: Ibai Gómez ci prova tre
volte (al 12’ e due volte al 19’), senza trovare il raddoppio. Nell’ultima fase di gioco l’Athletic gestisce
con tranquillità il match, trovando
modo e spazio per il raddoppio a
3’ dallo scadere con Aduriz.
Gruppo A: Atletico Madrid, Juventus
Gruppo B: Real Madrid, Basilea
Gruppo C: Monaco, Bayer Leverkusen
Gruppo D: Borussia Dortmund, Arsenal
Gruppo E: Bayern Monaco,
Manchester City
Gruppo F: Paris SG, Barcellona
Gruppo G: Chelsea, Schalke
Gruppo H: Porto, Shakhtar Donetsk
ripresa, quando Silva buca Cech
arrivando per primo sulla corta
respinta del portierone ceco. Ma
il 2-1 non spaventa il fuoriserie del
Mou, che va subito sul 3-1 con Obi
Mikel. Pratica chiusa, allo Sporting resta l’Europa League.
Maribor-Schalke 0-1 - Allo
Schelke riesce il colpo: vince 1-0
e vola agli ottavi di Champions,
per la quarta volta nelle ultime
5 stagioni. La gara è bloccata nel
primo tempo, ma la necessità dei
tre punti sveglia lo Schalke nella
ripresa. Al 10’ Meyer segna la rete
decisiva, poi i tedeschi si chiudono e il Maribor non afando. Di
Matteo va avanti. Ancora grazie al
Chelsea.
Gruppo H:
Porto-Shakhtar 1-1 - Nei primi
45’ Porto e Shakhtar non si fanno
male: i lusitani costruiscono, ma
non graffiano, gli ucraini partono
bene ma poi si affievoliscono. Nella ripresa il ritmo non cambia, ma
il risultato sì: al 6’ Taras Stepanenko inila Fernandez sugli sviluppi
di un calcio d’angolo irmato Bernard, e porta in vantaggio lo Shakhtar.
Succede poco ino al 26’, quando Martins Indi colpisce sicuro di
testa ma viene fermato solo dalla
traversa ucraina, restando a bocca
N
iente da fare. Passa il City. La Roma dei vecchietti (Totti, De Sanctis e Maicon 105 anni in tre) si prende un
2-0 che fa più male del 7-1 subito
dal Bayern. Fa più male perché era uno scontro diretto, il match da
vincere per non abbassare bandiera sull’Europa che conta. La Roma
ha qualche rimpianto, legato alle occasioni del primo tempo, ma
nel complesso si è dimostrata più
scarsa degli avversari. Gli inglesi,
pur privi di un certo Aguero, erano
più forti tecnicamente, tatticamente ed anche sul piano della corsa
e della resistenza. Dei romanisti
hanno impressionato il gladiatore
dalla cresta gialla Nainggolan ed
il centrale Manolas. Totti non si è
visto, chiaramente non ha più l’età
per questa competizione. E con il
capitano a fare da freno a mano, lì
davanti c’è stato ben poco da scialare per il pur volenteroso, ed alquanto fumoso, Gervinho. La Roma ha cercato di resistere, poi però
c’è stato il gran gol di Nasri. Ora
i giallorossi andranno nell’Europa
League, ma il loro obiettivo primario resta quello scudetto che a parole hanno già vinto.
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CORRIERE CANADESE • GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014
11
CALCIO
Il Torino deve agguantare il pass europeo
Europa League, se passano i granata sono nella storia. Copenaghen già fuori ma Ventura non si fida
TORINO - «È un momento storico e vogliamo che questo sia solo l’inizio». Giampiero Ventura si
presenta nella sala stampa dello
stadio di Copenaghen con lo spirito di chi vuol prendere per le corna il destino e portarlo dalla propria parte: «Il Toro deve scendere
in campo con la voglia di qualiicarsi con le proprie forze, senza ascoltare cosa succederà a Bruges.
Noi dobbiamo pensare alla nostra
partita e basta. Ma aggiungo solo una cosa. Io voglio qualiicarmi perché in questa Europa League mi sto divertendo e non solo voglio andare avanti, ma in caso di passaggio del turno auspico
un sorteggio con una big perché il
bello del calcio è proprio questo,
giocare con le grandi in side che
regalano libidine».
Per questa sida contro i danesi
che sono già eliminati solo 15 giocatori della prima squadra a disposizione più tre della Primavera ma in campo, in teoria, dovrebbero essere le motivazioni a fare
la diferenza più che il peso speciico delle due squadre.
Giampiero
Ventura
cerca oggi
il pass eurepeo
in Danimarca:
«E poi voglio
una big»
Una partita da dentro o fuori,
primo vero bivio di una stagione
inora tutt’altro che esaltante dopo una qualiicazione in Europa
League che mancava da vent’anni.
«Abbiamo diversi indisponibili,
ma la rosa è ampia. Se giocheremo come all’andata, o come contro il Bruges, allora passeremo il
turno».
Il Copenaghen è già eliminato,
e se l’Helsinki non vince a Bruges
i granata potrebbero qualiicarsi anche perdendo, ma il tecnico
non si ida.
«Sentivo gli stessi discorsi prima dell’Helsinki, poi si è visto cosa è successo», dice ricordando la
cocente sconitta contro i inlandesi. «I danesi non ci regaleranno nulla, dobbiamo vincere con le
nostre forze - sottolinea - tutto il
resto sono chiacchiere».
Squaliiche e infortuni hanno
costretto Ventura ad aggregare
tre giovanissimi, due primavera e
addirittura un “berretti”. Le scelte
sono dunque quasi obbligate: «Vedremo quali saranno le condizioni
dei ragazzi», si limita a dire l’allenatore, che non fa mistero di avere bisogno di rinforzi «a prescindere dal passaggio del turno. Su
questo - dice - la società ha le idee chiare».
Poche le indicazioni fornite sulla formazione anche dall’allenamento di riinitura, svoltosi in un
impianto vicino al Telia Parken
per non compromettere ulteriormente il suo già malridotto campo.
«Non l’ho ancora visto - taglia
corto Ventura -. In questo momento c’è maltempo un po’ ovunque, era preventivabile».
«Questa volta dovremo giocarcela con serenità, sfruttando gli
spazi che i danesi potrebbero lasciarci - è il pensiero del centrocampista Alessandro Gazzi -. Il
derby ha lasciato energie positive per come abbiamo afrontato
la sida: dobbiamo proseguire su
questa strada e continuare così,
dando seguito al punto conquistato sabato contro il Palermo».
FIORENTINA-DINAMO MINSK
AL SAN PAOLO ARRIVA LO SLOVAN
Montella spera nella fortuna
Napoli, sprint primo posto per pochi intimi
FIRENZE - Ultimo appuntamentoquesta sera della Fiorentina
per la fase a gironi di Europa League: i viola, già qualiicati al primo posto al prossimo turno grazie a quattro vittorie e un pareggio in cinque partite, afronteranno al Franchi la Dinamo Minsk fanalino di coda del girone
con un solo punto.
«Ma come sempre scenderemo in campo per vincere e dimostrare le nostre qualità, la mentalità deve restare intatta anche se
l’adrenalina sarà minore rispetto ad altre partite - ha dichiarato
Vincenzo Montella - Dopodiché
la speranza è di avere stavolta un
sorteggio più fortunato rispetto all’Europa League disputata la
passata stagione». Ovvero quando la sua squadra si ritrovò ad affrontare agli ottavi la Juve da cui fu eliminata. Ma il pensiero del
tecnico è rivolto anche e soprattutto all’infortunio subito in allenamento da Babacar, l’ennesimo
che ha colpito l’attacco della Fio-
rentina.
«Mi dispiace tanto perché è una risorsa importante, è davvero
una maledizione» - ha commentato il tecnico che rilancerà alcuni dei giocatori inora meno utilizzati fra i quali Tatarusanu, Richards e Badelj. Dalla riinitura
efettuata stavolta davanti ai tifosi potrebbe giocare Cuadrado,
squaliicato domenica a Cesena,
e in avanti due fra Gomez, Marin e Ilicic.
Proprio su quest’ultimo, al
centro di voci di mercato, reduce
da un battibecco con alcuni sostenitori viola durante la gara col
Napoli e da 4 esclusioni consecutive Montella ha ribadito: «Ilicic non ha chiesto di essere ceduto, è stato pagato molto perché
ha potenzialità, ultimamente non
ha giocato avendo la squadra trovato un suo assetto ma rimane
comunque una risorsa. Se qualcuno pensa che possa liberarsi o
essere regalato facilmente perde
solo tempo».
NAPOLI - Ci vorranno i gol e ci
vorrà il primo posto nel girone
per scaldare un po’ la fredda serata di Europa League del Napoli che cerca questa sera contro lo
Slovan Bratislava il ritorno al successo dopo quattro pareggi di ila
tra campionato e coppa.
A qualiicazione ottenuta, il Napoli punta al successo per arrivare primo ed evitare le più pericolose, almeno sulla carta, tra le “retrocesse” dalla Champions League, per avviare una primavera
europea con l’idea di entrare tra
le grandi.
Ma Benitez non perde di vista
l’obiettivo primario, il campionato che domenica propone la sida
al Milan.
Per questo lo spagnolo progetta
un ampio turn over a cominciare
dall’attacco dove sarà confermata la iducia a Zapata con Higuain
a scaldare i muscoli per San Siro. Proprio al Pipita, però, Rafa risponde dopo che l’argentino aveva respinto al mittente la chiamata
a caricarsi la squadra sulle spalle:
«Ha ragione Gonzalo quando dice
che tutti devono fare la loro parte,
ma in certi momenti qualcuno deve mettersi davanti e dare l’esempio perché gli altri lo seguano».
Messaggio chiaro, risposta rinviata domenica al Meazza.
Novità in vista anche in porta
dove potrebbe toccare inalmente ad Andujar: «Aspettiamo il momento giusto per dargli la sua occasione e potrebbe essere anche
domani», dice sibillino Rafa che
potrebbe tenere fuori Rafael a rilettere dopo una prima parte di
stagione mai brillante.
Ci vogliono insomma energie
e stimoli freschi per ravvivare la
gara di oggi che inora non ha destato l’entusiasmo dei napoletani:
saranno circa 5000 i tifosi al San
Paolo, si va verso il minimo storico (9300 contro il Psv nel 2012)
dell’era De Laurentiis.
Ci proverà l’asso di coppa De
Guzman che dovrebbe giocare
a destra al posto di Callejon: dopo la tripletta allo Sparta e il gol
all’Empoli l’olandese ha il piede
caldo e vuole ripetersi.
Risposte dovranno arrivare
però anche dalla difesa: lo Slovan
può essere tranquillamente paragonato alle “piccole” della Serie A
contro cui il Napoli ha preso davvero troppi gol.
La rivoluzione del tecnico potrebbe portare alla coppia centrale Henrique-Britos, con Maggio
a destra e Mesto o Ghoulam a sinistra. Ma i nodi restano concentrazione e applicazione: «Proviamo schemi - spiega Benitez - situazioni diverse, cerco di insegnare ai giocatori a pensare non solo ad applicare gli schemi. Le altre mie squadre prendevano molti
meno gol rispetto a questo Napoli. E’ un mio problema».
Rafa predica nel deserto? Di sicuro non molla. Lo dimostra la
sua sida personale per recuperare
Hamsik: «Potrei lasciarlo in panchina e vedere la sua reazione o
farlo giocare».
Gonzalo Higuain intanto ha festeggiato ieri il suo compleanno
n. 27.
OGGI CONTRO QARABAG
Inter già qualificata, Mancini: «Sarà dura vincere qualcosa»
MILANO - La qualiicazione ai sedicesimi di Europa League è archiviata da tempo, ma l’Inter che
oggi sarà impegnata a Baku contro
il Qarabag nell’ultimo turno del
gruppo F, deve provare a vincere
per onorare la competizione e risollevare il morale dopo la doppia
sconitta in campionato.
Perché il ricordo del crollo psicologico contro l’Udinese è ancora fresco, la classiica è deludente e serve rimboccarsi le maniche
per riscattare una stagione mol-
to difficile. E così è il cammino in
Serie A a destare più preoccupazione e a fare da padrone negli argomenti della conferenza stampa
della vigilia di EL: «Siamo dodicesimi ma vogliamo tornare in alto la promessa di Mancini - Sarà dificile vincere in questa stagione,
speriamo nella prossima. Questa
è una squadra composta da giovani ed è la principale diferenza rispetto all’Inter del 2010. C’è molto da lavorare, ma stiamo cercando di migliorare. Potremo tornare
a vincere nei prossimi anni».
Almeno per ora, dunque, bisogna creare le basi per costruire il
futuro. Almeno in campionato di
trofei non se ne alzeranno a breve.
Intanto, però, oggi il tecnico nerazzurro concederà spazio ai più
giovani attuando un ampio tournover: Bonazzoli sarà schierato
dal primo minuto al ianco di Osvaldo nella coppia d’attacco del
4-4-2 scelto.
«Sto realizzando un sogno e,
anche se ho poca esperienza in
più di loro, cercherò di essere di
esempio per i miei compagni della
Primavera che sono qui con me»
l’entusiasmo di Bonazzoli.
In difesa si rivedrà anche D’Ambrosio, reduce dall’infortunio al
legamento e autore all’andata della rete che sbloccò la partita: «Sto
bene, devo mettere minuti nelle
gambe. Stiamo lavorando molto,
ma servono risultati per riacquistare iducia» ha dichiarato il difensore in conferenza. E i tre punti conto il Qarabag sono un obiet-
tivo anche di Mancini che nonostante presenti una formazione
fortemente rimaneggiata, vuole una prova di forza anche da chi viene meno utilizzato.
«Siamo già qualiicati, ma sarà
una bella partita e voglio far risultato indipendentemente dal risultato - l’esplicita richiesta del tecnico- Ho studiato gli azeri, sono una buona squadra con un ottimo
attacco». Perché se vincere aiuta
a vincere, questa Inter ne ha bisogno davvero.
GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014 • CORRIERE CANADESE
12
SPORT
Sirene tedesche per Bonucci, Inter vicina a Cerci
La finestra invernale di mercato si apre il 5 gennaio, per ora solo voci. Pallotta: «Stiamo bene così»
ROMA - Il presidente della Roma,
James Pallotta, arrivato dagli Usa
per assistere alla sida con il City
ha chiuso le porte alle voci di trattative. «Perché dovremmo fare
qualcosa? La rosa sta bene così, il
problema sono stati gli infortuni»,
ha detto il presidente americano.
Intanto, il Bayern Monaco sembra
fortemente interessato a Leonardo Bonucci. Indiscrezione, bufala
oppure c’è un interesse concreto
per il 27enne difensore della Juventus?
Secondo quanto riportano i
quotidiani, il presidente onorario
del Bayern Franz Beckenbauer
avrebbe un’idea ben precisa di
quelle che sono le qualità del ragazzo, già seguito anche da Pep
Guardiola in occasione del match
tra Juventus-Roma.
Al tecnico catalano, innamorato dei calciatori che oltre alla fase prettamente difensiva sono in
grado anche di impostare il gioco, sarebbe particolarmente piaciuta la prestazione di Bonucci,
che avrebbe saputo interpretare
in maniera moderna il ruolo di
centrale difensivo. Anche con la
Fiorentina si è visto un Bonucci
in grande spolvero, tra l’altro in
grado di stoppare in più occasioni, e in bello stile, un certo Mario
Gomez, calciatore ben noto dalle
parti della Baviera.
Intanto il ritorno della Juventus tra le sedici migliori squadre
d’Europa con la qualiicazione agli ottavi di inale di Champions
League dà diritto a un bonus immediato di 3,5 milioni di euro,
cui andranno aggiunti i ricavi da
stadio, i diritti televisivi e gli eventuali premi partita per una
cifra complessiva intorno ai dieci
milioni di euro. Cifra che, stando
alle ultime indiscrezioni di calciomercato, verrà investita da Beppe
Marotta in un difensore esterno.
Il nome di Martin Montoya Torralbo è quello più caldo: la Juventus ha già infatti interpellato l’agente del giocatore e l’operazione
A sinistra, Leonardo Bonucci, seguito dal Bayern; in alto, Alessio Cerci e, sopra, il terzino del Barcelona Martin Montoya
sembra ben avviata e destinata a
concludersi nella inestra di mercato invernale.
Non dovesse andare in porto la trattativa Montoya allora
a quel punto il club bianconero
virerebbe su un’altra “stella cadente”, quella di Marcel Schmelzer, terzino sinistro del Borussia
Dortmund in netto ribasso dopo
un paio di stagioni in chiaroscuro.
Sinistro naturale, ofre il meglio
di sé nella fase propulsiva mentre
palesa qualche lacuna di troppo in
copertura. Ha 26 anni e viene impiegato col contagocce da Jurgen
Klopp. Insomma, una scommessa
ancor più ardita di Montoya.
Intanto, l’Inter e Roberto Mancini tifano perché l’Atletico Madrid riesca a ottenere il prestito
di Xherdan Shaqiri dal Bayern.
È questa la condizione perché il
Cholo Simeone dia il via libera
alla partenza, sempre in prestito,
di Alessio Cerci, primo obiettivo
nerazzurro per rinforzare l’attacco a gennaio. I colchoneros
ormai hanno fatto capire che vo-
gliono rinforzare ulteriormente il
reparto avanzato alla riapertura
della campagna trasferimenti e,
intuito che arrivare a Stevan Jovetic è complicato anche a causa
dell’infortunio al ginocchio che
ha fermato Aguero, stanno concentrando le loro attenzioni sullo
svizzero.
L’ex Basilea è rimasto al Bayern
la scorsa estate dopo che i dirigenti lo avevano tolto dal mercato considerandolo un elemento
importante per la stagione, ma,
nonostante lo strapotere della formazione di Guardiola in Bundesliga, ha inora visto pochissimo
il campo. Al suo attivo ha appena
otto partite giocate in campionato (solo tre dal primo minuto),
quattro gare in Champions e una
in Coppa di Germania. Il tutto nonostante con la sua nazionale sia
titolare isso. Troppo poco per un
ventitreenne che pur essendo in
una formazione di campioni, scalpita per giocare.
Il suo procuratore ha già fatto
arrivare il messaggio ai dirigenti
e ora spera di essere accontentato
anche perché nelle scorse settimane Guardiola era stato chiaro
sottolineando che «chi è scontento può andarsene».
In Germania lo svizzero e
Hojbjerg sono dati in partenza:
a Shaqiri erano interessati anche
Juventus, Napoli e Inter, ma l’Atletico Madrid sta facendo sul serio
sfruttando i buoni uffici creati la
scorsa estate quando ha acquistato proprio dal Bayern Mario Mandzukic, pagato 22 milioni di euro.
Shaqiri non potrebbe giocare in
Champions, ma Simeone lo accoglierebbe comunque a braccia
aperte.
Per quanto riguarda il mercato
del Napoli invece, un passo avanti
(Gabbiadini) e due indietro (Strinic). Il tempo vola, il mercato sta
per partire e l’unico sistema per
evitare le aste è l’anticipo.
Muoversi a oltranza, tentando
di aggirare gli ostacoli, di sidare
l’universo però senza entrare nel
«corpo a corpo»: i parametri zero
fanno gol e per riuscire ad arrivar-
ci, oltre alla tempestività, urgono
relazioni diplomatiche. Ivan Strinic ha ciò che serve: è il luidiicante per fronteggiare l’emergenza (fuori Zuniga, Ghoulam in partenza per la coppa d’Africa) e per
guardare lontano, ha buon passo,
una esperienza internazionale
testimoniata anche da 33 presenze nella nazionale croata. Inoltre
ha la “benedizione” di Benitez e
l’ok di De Laurentiis ma rimane al
centro di un intrigo internazionale in via di deinizione. Ma Strinic
è il prossimo colpo da annunciare, la soluzione ideale per uscire
da quel tunnel nel quale si sono
allungate ombre sinistre: il triennale da quattro milioni e mezzo
circa è nei fatti, nei patti, nella
chiacchierata preliminare che ha
già scavato un solco per riuscire a
chiuderla in fretta e presentarsi il
5 gennaio, alla riapertura del mercato, con la modulistica federale
autografata.
Per quanto riguarda Balotelli,
ormai separato in casa a Liverpool, invece tutto tace.
SORTEGGIO CHAMPIONS
Juventus, gli ottavi danno fiducia e lunedì si scopre l’avversario
TORINO - «E ora, sotto a chi
tocca» dice la Juve. Ma senza arroganza, solo con la giusta consapevolezza sé. È questo lo stato
d’animo che rimane nella testa e
nelle gambe dei giocatori bianconeri dopo la qualiicazione agli ottavi di Champions. Quel cammino
europeo che lo scorso anno si era
imprevedibilmente interrotto nella neve di Istanbul, a un anno di
distanza torna inalmente percorribile. E ora, dopo la prova messa
in campo contro i vicecampioni
d’Europa, può essere afrontato
con il giusto equilibrio tra iducia
nei propri mezzi e consapevolezza della forza altrui.
La Juventus di Massimiliano Allegri intende fare dell’equilibrio
uno dei suoi elementi di forza. Se
non avesse raggiunto la qualiicazione, per il tecnico e per i giocatori “sarebbe stata la gogna”, co-
me ha ammesso lo stesso Allegri.
Ma ora, a qualiicazione raggiunta, è giusto afrontare l’avversario
che verrà col dovuto rispetto ma
senza timori reverenziali. Perché
è questa la risposta che ha dato il
campo.
Nella gara contro l’Atletico Madrid, formazione difficile e giustamente considerata tra le migliori
d’Europa, la Juventus ha dimostrato di saper stare in campo alla pa-
ri. Oggi non corre più il rischio di
sigurare, come successo invece
due anni fa quando venne eliminata dal Bayern in modo inappellabile. Lo ha riconosciuto nel dopo partita anche Gigi Bufon, che
ha posto l’accento non tanto sulla
partita contro l’Atletico, quanto
sulle gare precedenti: «Per come erano andate, meritavamo di
avere una classiica migliore invece che giocarci la qualiicazio-
ne all’ultima gara. Ma siamo stati
bravi». Bravi a cercare di vincere
senza (quasi) mai rischiare di perdere; bravi a controllare una squadra che secondo Bufon «resta tra
le quattro-cinque più forti al mondo»; bravi a gestire la partita senza cercare «giocate presuntuose
o vanitose», come le ha deinite
Allegri.
È questa la nuova consapevolezza della Juventus, una iducia
nei propri mezzi che la può portare ora a giocare con chiunque.
«Le grandi prima o poi le devi
afrontare - ha ammesso Bufon cambia poco afrontarle ora o più
avanti». Ciò che conta è l’attitudine mentale: consapevole di dover
ancora crescere, ma senza avere
paura. Se in Europa uno dei “blocchi” mentali dei bianconeri era
l’ansia da prestazione, oggi sotto
questo proilo la Juventus può dir-
si soddisfatta: «Ci siamo scrollati
di dosso il peso degli ottavi - ha
concluso Allegri - Ora dobbiamo
stare attenti a evitare l’ansia del
risultato, soprattutto in Europa ci
vuole molta calma. Ma in Europa
vi sono quattro squadre sopra a
tutte: Bayern, Barcellona, Real e
Chelsea. Con tutte le altre la Juventus se la può giocare».
Non resta che attendere il sorteggio, previsto per lunedì 15 a
Nyon. E se dall’urna dovesse saltar fuori proprio una di quelle
quattro, ben venga: sarà l’occasione per dimostrare coi fatti se
la Juve in campo internazionale
è stata capace di far tesoro delle
esperienze degli ultimi due anni.
Queste le avversarie che la Juve
potrebbe trovare nell’urna: Real
Madrid, Bayern Monaco, Chelsea,
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CORRIERE CANADESE • GIOVEDÌ 11 DICEMBRE 2014
13
SPORT
Doping, Alex Schwazer cerca lo sconto
Il marciatore vorrebbe andare alle Olimpiadi di Rio 2016. Petizione in corso per Carolina Kostner
BOLZANO - I giochi olimpici segnano la vita di Alex Schwazer:
l’oro inatteso sui 50 chilometri a
Pechino 2008, la caduta per doping alla vigilia di Londra 2012 e
ora il sogno di rivincita a Rio 2016.
Da alcuni mesi l’altoatesino ha
ripreso ad allenarsi seriamente,
ma la strada è lunga e tortuosa e
passa necessariamente per il tribunale di Bolzano.
L’(ex) marciatore vuole perciò
voltare pagina al più presto e per
questo motivo intende patteggiare ancora entro dicembre per
chiudere definitivamente la sua
vicenda giudiziaria.
La causa penale si era bloccata
lo scorso ottobre, quando i legali
del campione olimpico avevano
chiesto il trasferimento del procedimento da Bolzano a Roma.
Nei giorni scorsi la Cassazione ha
deciso che la procura competente
resta quella di Bolzano. Per non
perdere altro tempo, Schwazer e
il suo legale Gerhard Brandstaetter hanno abbandonato l’ipotesi
di una richiesta per l’affidamento
in prova, che avrebbe comportato
la cancellazione del reato, ma in
tempi più lunghi.
Per questo motivo l’altoatesino
ha optato per il patteggiamento
che gli consentirebbe di tornare
prima alle gare. Da quanto trapela
dalla procura di Bolzano l’entità
della pena potrebbe essere tra un
anno e mezzo e due anni, giudicata però da Brandstaetter “troppo
pesante”. Schwazer, a questo punto, potrebbe comunque tornare a
gareggiare nel 2016: in tempo per i
giochi di Rio.
Resta invece ancora l’incognita
di altre presunte violazioni del codice Wada, sulle quali a novembre
Alex è stato sentito dalla procura
antidoping del Coni durante interrogatorio fiume di sei ore.
Anche il futuro agonistico della
sua ex fidanzata Carolina Kostner
dipende dalla giustizia sportiva. Il
dibattimento davanti al Tribunale Nazionale Antidoping è stato
fissato per il 16 gennaio 2015 con
la pesante richiesta della procura del Coni di 4 anni e 3 mesi di
squalifica per “complicità” e “omessa denuncia”.
Una petizione online contro la
possibile squalifica di Carolina,
nel giro di poche ore, ha raccolto
5.800 firme. «L’accusa - si legge presume che Carolina fosse a conoscenza delle pratiche dopanti
del suo fidanzato e che lo abbia
aiutato a coprirle. Noi non condividiamo queste accuse e crediamo
che la sospensione sia ingiusta».
Carolina
e Alex
quando
andavano
d'amore
e d'accordo
FORMULA UNO
Alonso alla Mclaren, oggi l’annuncio ufficiale
ROMA - Fernando Alonso pilota
McLaren, l’annuncio è previsto
per oggi. Ne sono certi i media
spagnoli. Marca on line dice che la
scuderia inglese ha convocato una
conferenza stampa nella sua fabbrica di Woking, per un “annuncio
importante”.
Si tratterebbe appunto dell’arrivo dell’ex ferrarista, da affiancare con un altro pilota. I candidati
sono Jenson Button e Kevin Magnussen.
L’ingaggio di Alonso, nell’aria al
paddock sin dai primi giorni dopo
l’ufficializzazione del divorzio da
Maranello a campionato in corso,
è stato singolarmente confermato
da Juan Carlos: «Mi ha detto che
andrà alla McLaren», ha candidamente detto il monarca spagnolo
durante l’ultimo gran premio, ad
Abu Dabi.
Intanto, il World Motor Sport
Council ha deliberato le nuove
specifiche che regolamenteranno
LO SQUALO SI RACCONTA
l’accesso al massimo campionato
auomobilistico mondiale.
Il caso è nato dopo l’accordo ufficializzato tra Toro Rosso e Max
Verstappen, pilota che debutterà
nel prossimo Mondiale di F1 pur
non avendo ancora compiuto 17
anni e, di conseguenza, senza avere la patente di guida.
Dalla prossima stagione agonistica (2016) la Federazione ha
stabilito dei criteri più restrittivi
che i piloti richiedenti la famosa
NHL
Nibali, una vita ad inseguire
Vincenzo
Nibali,
il numero
uno
del
ciclismo
italiano
in questo
momento
WESTERN CONFERENCE
EASTERN CONFERENCE
ATLANTIC DIVISION
CENTRAL DIVISION
GIOCATE
Detroit
Tampa Bay
Montreal
Toronto
Boston
Florida
Ottawa
Buffalo
28
29
30
27
28
26
27
28
PUNTI
39
39
38
33
31
29
27
22
METROPOLITAN DIVISION
GIOCATE
ROMA - Vita morte e miracoli di
Vincenzo Nibali da Messina, campione di ciclismo. È in libreria “Di
furore e lealtà”, biograia vecchio
stampo, scritta dalla penna felice
di Enrico Brizzi, e pubblicata da
Mondadori, nella quale lo “squalo” siciliano si racconta. Un libro
che esce in giorni difficili per l’Astana, la squadra di Nibali, sospesa dall’Uci per vicende di doping
di alcuni corridori, in attesa dello
stop che escluderebbe il team dai
grandi tour.
In questo libro la storia del
30enne Nibali scivola via veloce,
come le sue pedalate. Si scopre
che il suo rapporto con la bici è
viscerale: passione ereditata dal
padre. Vincenzino pianse amaramente quando fu punito perché
faceva a botte a scuola: niente ceffoni, papà fece di peggio, distrusse la bici che il bambino adorava e
che lo stesso padre aveva costruito con le sue mani. Il piccolo comprese a 8 anni che ci sono prezzi
da pagare per i propri comportamenti, e soprattutto scoprì davvero quanto gli piacesse quell’attrez-
zo con le ruote.
Inseguire è il verbo che meglio
interpreta la vita di questo ragazzo diventato campione che, per
intraprendere la carriera da professionista, si piegò con immensa
fatica al distacco da Messina, soffrendo quella che molti meridionali conoscono come la sindrome
dell’emigrante. Partì per inseguire
i suoi sogni, e il distacco divenne
accettabile.
La carriera di Nibali è stata un
lento crescendo di vittorie, alternata a qualche annata così così.
Lui non si è mai scomposto ed ha
sempre inseguito il successo con
i suoi ritmi e i suoi tempi. Tra una corsa e l’altra, il libro racconta
anche il Nibali uomo, il suo stupore di giovane del sud davanti
a situazioni e personaggi inediti per il suo mondo provinciale.
Imperdibile il pranzo con i boss
dell’Astana, che è di proprietà del
Kazakistan. Astana è la capitale
kazaka ma anche un brand sportivo, e il siciliano esce stordito
da un pranzo ufficiale allietato da
lunghi e incomprensibili discorsi
Superlicenza dovranno rispettare.
Innanzitutto un pilota dovrà già
aver ottenuto la patente di guida
e compiuto 18 anni, oltre a dover
dimostrare di conoscere il Regolamento Sportivo.
In più dovrà aver disputato almeno due stagioni alla guida di
una monoposto.
Inoltre verrà richiesto un minimo di 300 chilometri percorsi in
un test con una vecchia monoposto di F1 .
in kazako e da iumi di vodka. Ma
il ragazzo fa come in gara e, con
lo stomaco in iamme perché non
abituato all’alcol, stringe i denti e
va avanti, inseguendo la vittoria,
che in quel caso coincideva con la
ine delle libagioni societarie.
Nibali insegue sempre la sua
via, e dopo aver vinto tante gare minori, punta in alto: insegue
la Vuelta spagnola e la vince nel
2010, poi il Giro d’Italia e lo fa suo
nel 2013, ma più di tutto insegue il
Tour de France, la Corsa per eccellenza, e vince anche quella nel
2014. Gara memorabile, in testa
dall’inizio alla ine.
Un trionfo, e una pagina di amore, perché per Nibali quella
festa agli Champs-Elysees, con la
folla entusiasta a scandire
Ni-ba-lì, accompagnando le ultime pedalate del siciliano ino
al traguardo, è la consapevolezza
«che non ha senso vincere se non
si regalano emozioni. Solo se hai
qualcuno col quale condividere
i tuoi successi, la gloria può sopravvivere abbastanza a lungo da
trasformarsi in amore».
Pittsburgh
Islanders
Washington
Rangers
New Jersey
Philadelphia
Columbus
Carolina
27
28
27
26
29
27
27
27
PUNTI
39
38
30
28
27
23
22
19
GIOCATE
St Louis
Chicago
Nashville
Winnipeg
Minnesota
Dallas
Colorado
28
27
26
28
25
27
27
PUNTI
38
37
36
33
29
25
24
PACIFIC DIVISION
GIOCATE
Anaheim
Vancouver
Calgary
San Jose
Los Angeles
Arizona
Edmonton
29
29
29
30
27
28
28
PUNTI
41
38
36
34
33
23
19
RISULTATI
Mercoledì - Detroit-Toronto, Anaheim-Edmonton.
Martedì - Toronto-Calgary 4-1, New Jersey-Chicago 2-3, Columbus-Philadelphia 3-2, Buffalo-Los Angeles 1-0, Montreal-Vancouver 3-1, Tampa Bay-Washington 3-5, Minnesota-Islanders 5-4,
Dallas-Winnipeg 2-5, Colorado-Nashville 0-3, San Jose-Edmonton
5-2.
Lunedì - Carolina-New Jersey 2-1, Rangers-Pittsburgh 4-3 ot,St
Louis-Florida 4-2.
PROSSIME PARTITE Giovedì - Boston-Chicago, Buffalo-Calgary, Philadelphia-New Jersey, Washington-Columbus, Ottawa-Los Angeles, Tampa Bay-Carolina, St. Louis-Islanders, Colorado-Winnipeg, Arizona-Nashville,
San Jose-Minnesota.
Venerdì - Montreal-Los Angeles, Detroit-Florida, Edmonton-Anaheim.
Sabato - Toronto-Detroit, Boston-Ottawa, Philadelphia-Carolina,
Buffalo-Florida, Islanders-Chicago, Washington-Tampa Bay,
Columbus-Pittsburgh, Winnipeg-Anaheim, Arizona-Minnesota,
Dallas-new Jersey, Colorado-St. Louis, Vancouver-Rangers, San
HJose-Nashville.
Domenica - Toronto-Los Angeles, Chicago-Calgary.
GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014 • CORRIERE CANADESE
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La Luna in orbita fastidiosa vi dà del
ilo da torcere, rendendovi instabili e
irrequieti. Per non smarrire la bussola
appellatevi all’innato buonsenso. Oggetti a cui tenete si nascondono per
il semplice gusto di farvi un dispetto?
Restate calmi.
Meglio di così non potrebbe andare:
coccolatissimi dal trigono Luna-Urano, risolvete con un colpo di genio
questioni complicate. Il lavoro, numeGEMELLI ro uno della giornata. Nuovi ingaggi
22 MAG - 21 GIU per chi è senza, sorprese intriganti
per gli occupati.
Qualche rimpianto per una persona
che voi stessi avete allontanato o
semplicemente per il primo bacio, il
primo abbraccio, per quello che eraCANCRO vate... L’impazienza e un modus ope22 GIU-21 LUG randi un po’ dispersivo potrebbero
andare a discapito del risultato.
LEONE
22 LUG-21 AGO
Confortata da Urano e Mercurio,
la Luna nel segno mantiene le sue
promesse. Aiuti provvidenziali, idee
geniali, cambiamenti repentini positivi. La fortuna è online. Informazioni
preziose, idee vincenti per il lavoro le
troverete in internet. Navigate.
Muovetevi con calma e riflettete prima di prendere decisioni nel lavoro.
Agendo d’impulso potreste sbagliare
la valutazione. Per mettere ine alle
pretese eccessive della famiglia,
VERGINE adottate un salutare egocentrismo e
22 AGO-21 SETT preservate i vostri spazi.
La giornata è perfetta per chi come
voi ha bisogno di contatti, di comunicazioni e di condividere con gli altri
interessi, opinioni e svaghi. Vi verranBILANCIA no offerte belle occasioni per fare un
tuffo salutare fuori dalla routine e per
22 SET-21 OTT conoscenze speciali.
La Luna in Leone alimenta l’ambizione, tuttavia non è il caso di fare un
passo troppo lungo, magari soltanto
per dimostrare di cosa siete capaci.
SCORPIONE Spese esagerate per le vacanze o
22 OTT-21 NOV un viaggio che, oltretutto, potrebbero
non avere la riuscita desiderata.
Complice la Luna in Leone siete pronti per imprese coraggiose: un viaggio
avventuroso, un affare con l’estero,
una dichiarazione amorosa. Aiuti e
in società, grinta indispenSAGITTARIO consensi
sabile per arraffare quanto di meglio
22 NOV-21 DIC la giornata può offrirvi.
Dificoltosa la giornata per il lavoro.
Se avete un segreto, più che sulla
buona sorte puntate sulla prudenza:
un collega ha un iuto da segugio.
CAPRICORNO Se mancate il bersaglio, non perdete
ducia e concentrazione. Presto pas22 DIC-21 GEN iserà
un altro treno.
Come di consueto la Luna in Leone
vi crea una serie di fastidiosi intoppi, specialmente se avete impegni
mondani e morite dalla voglia di farvi
notare. Gesti azzardati, impennate di
ACQUARIO orgoglio, costrizioni e vincoli dificili da
22 GEN-21 FEB accettare.
Giornata scialba, senza picchi di alcun genere. Questioni burocratiche
vi costringono a fare chilometri di
code… voglia di essere altrove. Dolceamaro ricordare un ex perduto per
PESCI vari motivi, ma con il trascorrere del
22 FEB-21 MAR tempo l’immagine sbiadisce.
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in amore, mandando a farsi friggere
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chiare. Il cuore è strattonato tra passato e futuro, ma sapete di valere e di
meritare il meglio. Via i rimpianti!
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2/10
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la strada per raggiungere tutti i miei ideali.
Tu che mi dai il dono divino di perdonare e
dimenticare il male che mi viene fatto e che sei
in ogni istante della mia vita al mio ianco. Io, in
questo piccolo dialogo, voglio ringraziarTi per
tutto e confermare ancora una volta che mai
mi separerò da Te respingendo ogni tentazione
anche le più grandi. Voglio stare con Te e con
tutti i miei cari nella Tua gloria perpetua. Amen.
Per grazia ricevuta, --..--.
.
Benedici,
o Padre Pio
B
enedici, o Padre Pio, le nostre
persone, le nostre famiglie, i nostri
cari. Tu, il Santo delle Stigmate,
che hai conosciuto il dolore e la solitudine del cuore, conforta chi soffre, chi
è solo, chi ha il cuore gonfio di pene!
lntercedi per noi presso Dio e presso la
Vergine Santa e ottieni a noi la grazia che
tanto ci sta a cuore. Alza, o Santo Padre
Pio, la tua santa mano a sorreggerci e a
benedirci. Amen.
Per grazia ricevuta: -.R.D.
-.
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S. Savino vesc.
Il Nome:
Daniela
Etimologia: Deriva dal latino ecclesiastico "Daniel-Danielis", che risale
al nome ebraico "Daniél", vale a dire
"Dio è il mio giudice". Il nome si è diffuso grazie al culto di numerosi santi.
Carattere: é estremamente vulnerabile
e, per questo, a volte non trova comprensione nell'ambiente in cui vive. E'
intraprendente e ha una notevole iducia in se stessa, che spesso si trasforma in autocompiacimento. In amore
è abitudinaria e cerca per compagno
un bravo ragazzo, che la tenga lontana
da scossoni sentimentali e passioni
violente. Si sposa non troppo giovane,
dopo anni ed anni di idanzamento. Il
lavoro la vede quasi sempre ben inserita, con una tendenza a primeggiare e
ad assumere posizioni di rilievo.
Numero fortunato: 1
Compleanni
Gianni Morandi - 1944
Andrea De Carlo - 1952
Fabrizio Ravanelli - 1968
Nino Frassica - 1950
Sei nato oggi?
A prima vista la tua aria malinconica
e riflessiva mai lascerebbe indovinare
la potente energia che possiedi. Sei
infatti dotato di un'incredibile forza
interiore, di un radicato equilibrio e di
una naturale saggezza che conquista
chiunque ti si avvicini. In tutti i settori
della vita, lavoro e amore compreso,
la fortuna ti sorride e non incontri
alcuna difficoltà nell'ottenere quel che
desideri.
Proverbio "Se dicembre è bello non lo è poi l'anno
novello"
Oggi accadde:
"E' l'11 dicembre 1893 quando nasce,
a Roma, un'"istituzione cardine", un
"solido punto di riferimento", "cemento e simbolo dell'unità nazionale": la
Banca d'Italia."
EUREKA!
Lavoro
La società americana Hayes microcomputer mette in commercio nel
1978 il primo modem, dispositivo che
grazie ad un particolare procedimento, può convertire i dati del computer
in segnali, cosicché questi possano
venire trasmessi e ricevuti per mezzo
delle normali linee telefoniche. Con
l'avvento del modem, per gli utenti dei
personal computer si apre improvvisamente un mondo del tutto nuovo.
Per la prima volta, restando in casa
o in ufficio, è possibile collegarsi con
qualsiasi altro computer nel mondo.
Il vantaggio è tanto ovvio, quanto
smisurato, soprattutto in questa nostra
epoca, in cui il lavoro svolto senza
muoversi dalla propria abitazione sta
diventando sempre più diffuso.
Canada's Italian Language Daily Newspaper
L’appello del Pont
«Non caricate pesiefice:
eccessivi sulle fami
glie»
Papa Francesco
Il nuovo
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OTTAWA - Il primo
phen Harper trascinaministro Steancora una
volta il Canada
in una guerra.
Oggi infatti il
parlamento canadese voterà la proposta
del leader
conservatore di
partecipare alla
missione contro
l’Isis: le operazioni potrebbero
durare
mesi, mentre è previsto fino a sei
l’impiego
di sei caccia F18
supportati a terra
da circa 600 militari.
Si tratta del
più grande dispiegamento
di forze dalla fine della
missione in Afghanistan, terminata
nel luglio del
2011 con risultati
molto negativi.
 ARTICOLO A PAGINA
un monito. A pag.
6
ITY DAILY NEWSPAP
ER
Lunedi 6 Ottobre
Harper trascina anco
ra
Notizie dall'Italia, mondo, salute, spettacoli, ricette,
l'oroscopo e tanto tanto Sport
apre il Sinodo con
ITALIAN COMMUN
(prezzo più alto fuori) ■
Anno 02 ■ N. 191
Oggi il via libera dal
2014
www.corriere.com
il Canada in guerra
parlamento alla missione
militare
che potrà durare
anche fino a sei mesi
2
LA POLEMICA
Prentice:
«Sul lavoro
situazione
critica»
CALGARY - Continua
la polemica a distanza
tra Jim Prentice
e il governo federale.
Il premier
dell’Alberta nel
fine
sottolineato ancora settimana ha
necessità di rivedere una volta la
le modifiche
sul TFWP volute
da Kenney.
 ARTICOLO A PAG.
2
L'INCIDENTE
Tragico schianto
al Gp di Suzuka,
grave Bianchi
 A PAG. 16
Rigori e veleni, la
Tre penalty, espulsioni
Anna mi ha aiutato
“ quegli
a sfruttare
sconti di cui non
conoscevo
nemmeno l’esistenza.
- Nancy
”
www.corriere.com
-4o
R.
il fatto che Anna
“ inAmo
possa parlare
italiano e sia più
facile per me
capire.”- Paulino
M.
una persona preparata
“ eFinalmente
amichevole
che comprenda me
e le mie esigenze.
” - Dante R.
e pioggia di cartellini
Inizia a risparmiare
Leonardo Bonucci
esulta dopo aver siglato
il gol del definitivo
spunta la Juve
gialli. Alla fine decide
3-2
un gran gol di Bonucci
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GIOVEDI 11 DICEMBRE 2014 • CORRIERE CANADESE
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ITALIAN COMMUNITY DAILY NEWSPAPER
Project:
Digitization of Archives
1954 - 2014
L’obiettivo è semplice:
preservare per sempre l’archivio del Corriere Canadese.
Sessant’anni di storia racchiusi in oltre 300mila pagine sono contenuti
nell’archivio cartaceo del giornale.
Ora abbiamo preso l’impegno di digitalizzare l’intero archivio, per poterlo
consegnare intatto e integro anche alle generazioni future di italocanadesi.
Ma per farlo, abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Già alcuni sponsor sono scesi in campo per darci una mano e per contribuire
e a salvaguardare un pezzo della nostra storia.
Invitiamo anche altre imprese, associazioni e gruppi a diventare sponsor per
la digitalizzazione degli archivi.
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