Comments
Description
Transcript
questo - Triumph che passione!
IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE 182 KM/H 16.500.000 LIRE britis RISCOPRIAMO IL SAPORE DEL MOTOCICLISMO INGLESE ANNI TM 51 Una bellissima Bonneville d’epoca restaurata a puntino? No. Potrebbe sembrare, ma in realtà è la nuovissima versione della mitica Triumph che dopo 12 anni torna in produzione per la gioia dei suoi vecchi estimatori e alla ricerca di nuovi fan, magari tra i giovani del 2000. h bike ’60/’70, CON LA RIEDIZIONE DELLA MITICA TRIUMPH BONNEVILLE. IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE A coloro che l’hanno “vissuta” in prima persona, e oggi la ricordano con nostalgia, sembrerà di sognare. Chi, invece, non ha fatto in tempo a viverla “in diretta” e l’ha potuta ammirare soltanto nelle fotografie di papà o, per i giovanissimi, dei nonni, ha ora la possibilità di scoprirne tutto il fascino. Quello magico, unico, della Triumph Bonneville. Già, perché con il cambio del secolo, il rinato marchio inglese ha pensato bene di riproporre, dopo 12 anni dall’ultima Bonneville (era il 1988), una moto che ha segnato un’epoca e che per oltre trent’anni ha rappresentato un mito per generazioni di motociclisti. La Bonneville nacque infatti alla fine degli anni ’50 e più precisamente nel 1959. ANNI non sempre facili, ▲ quelli della Bonneville e, in generale, per il motociclismo inglese. Dopo un primo periodo di indiscusso successo e relativa calma la “Bonnie”, come le altre maxi di scuola inglese, fu costretta a subire, sin dai primi anni Settanta, l’arrembante concorrenza delle moto giapponesi e in particolare modo le micidiali tre e quattro cilindri orientali che spaccarono il mondo motociclistico in favorevoli e contrari ai nuovi dettami tecnici e stilistici provenienti dalla terra del Sol Levante. Moto “fredde” le jap, con poco cuore, ma tremendamente prestazionali e affidabili. Dopo un periodo travagliato, iniziato nel 1983 con l’abbattimento dello storico stabilimento di Meriden, TM 53 IL COMPORTAMENTO COME VA LA BONNIE La moto e il tipo di pneumatici non non sono i più adatti, e anche il peso non aiuta certo, ma grazie alla sua compattezza e alla favorevole piega del manubrio, la nuova Bonnie dimostra di sapersi destreggiare anche sui tratti sterrati tipo strade bianche, dove non è difficile cimentarsi in qualche “derapatina”. SULL’ASCIUTTO Con la bontà della sua ciclistica, l’inglesina “ci sa fare” un po’ in tutte le condizioni. Figuriamoci sull’asciutto. Buona stabilità e ottima tenuta di strada.VOTO: 8 IN AUTOSTRADA È il grosso limite di questo tipo di moto. Il manubrio alto e largo lascia esposti in pieno al vento e, oltre i 120, la fatica si sente. Quasi nulle le vibrazioni.VOTO: 6 CON I BAGAGLI Non c'è molta possibilità di carico. Esteticamente al massimo ci si può concedere le borse in pelle o tessuto laterali e/o quella da serbatoio.VOTO: 6 SUL BAGNATO Tutto sommato il feeling rimane buono anche sul bagnato. I pneumatici di serie offrono un buon grip e la posizione di guida favorisce le correzioni. VOTO: 7 IN CITTÀ Pesantuccia ma solo da ferma, questa moto. In città va quasi meglio di uno scooter. Bisogna solo fare attenzione al manubrio piuttosto largo. VOTO: 9 IN CURVA Nelle curve strette evidenzia un minimo di sottosterzo, risolvibile con il manubrio largo. Per il resto il comportamento è più che soddisfacente. VOTO: 7 SU STRADA Veramente una gran bella “motina”. Si fa portare in giro con dolcezza senza affaticare e dimostrando buone doti nella guida sportiva. VOTO: 8 IN MONTAGNA Qui, ragazzi, se ci si prende la mano (e non ci vuole molto), ci si può divertire parecchio e togliersi soddisfazioni. Occhio però ai freni in discesa. VOTO: 8 CON IL PASSEGGERO Di spazio non ce n’è granché. Diciamo che se non si è molto alti non è male. L’assetto, comunque, con il secondo non peggiora più di tanto. VOTO: 7 IN PISTA Se una volta era considerata una ipersport, oggi i riferimenti sono un po’ diversi. Ci si diverte di più su un bel misto stradale da 100/140 km/h. VOTO: 6 IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE 775 MM Quote un po’ atipiche per una 800 cc, quelle della Triumph Bonneville del terzo millennio. L’altezza sella, in particolare, è molto contenuta e ciò avvicina questa moto all’utenza femminile e ai principianti. 1493 MM 2250 MM È un po’ povero il cruscotto. Si poteva offrire di più, indipendentemente dal look. la Triumph, che nel frattempo aveva cambiato proprietà, decise di abbandonare l’ormai obsoleto e supersfruttato progetto Bonneville: 300.000 esemplari prodotti in una ventina di versioni da 650 e 750 cc; sempre più o meno vicini alla stessa impostazione tecnica e filosofia costruttiva. Questo valeva anche per l’affidabilità, un po’ scarsina, a onore del vero, ne sanno qualcosa quanti hanno avuto Un piacevole tocco di modernità è dato dai comandi elettrici: belli e funzionali. Memori del passato sportivo della Bonnie indossiamo un casco integrale, anch’esso nostalgico. Sarebbe auspicabile una serratura sul tappo del serbatoio. Per evitare spiacevoli scherzi. a che fare con i poco “simpatici” (soprattutto per scarpe e calzoni) trafilaggi d’olio. Acqua passata. NELLE MANI di John Bloor dal 1983 e dopo alcune scelte tecnico/commerciali più o meno criticabili, la Triumph è ora una solida realtà nel panorama motociclistico mondiale, con una gamma ricca TM 55 Gli spazi di frenata 10 M 20 M 30 M 40 M 50 M 80 M 140 39 M 100 14 M 60 KM/H LA VeLOCITÀ 182 300 250 860 MM 150 200 125 150 100 50 KM/H 99 71 1° 2° 3° 4° 5° MARCIA MARCIA MARCIA MARCIA MARCIA IL CONSUMO 10 KM 15 KM 20 KM 25 KM EXTRA URBANO AUTO STRADA URBANO 19 KM/L 16,5 KM/L 15 KM/L La sella, giustamente, ha assunto la forma di un tempo. Old style pieno, dunque, con tanto di bordino, righe orizzontali e fascia di appiglio per il passeggero. OCCHIO A... CONSIGLI UTILI OLIO L’oblò per il controllo e bagnato. Press.di gonfiaggio il tappo per il rabbocco sono 2,3 bar ant. e 2,7 post. a destra del motore. Ogni SERBATOIO a goccia; non 10.000 km, la sostituzione, capiamo la mancanza della (4,5 kg, Mobil 1 racing). serratura sul tappo. GOMME le Bridgestone PEDANE sono ricoperte di Battlax di serie, hanno gomma; un po’ basse, sorpreso per la tenuta piegando in curva, strisciano di strada, buona anche sul facilmente sull’asfalto. sovrastrutture con il modello del ’68, è da quello del ’59 che è stato “copiato” (stilisticamente) il motore, anche se la cilindrata dell’epoca era di 650 mentre per questo nuovo modello è di 800 cc, 790 per l’esattezza. Il look, dunque, è dunque uno degli elementi di forza della nuova Bonneville; si è cercato di riprodurre, nel limite del possibile, quell’inconfondibile linea ▲ e diversificata, con alcuni modelli veramente affascinanti (Speed Triple, un nome su tutti). Eccoci dunque ai giorni nostri, con questa splendida riproduzione della Bonneville, per la quale dobbiamo innanzitutto stabilire il modello ispiratore. Impresa non facile: alla fine si può definire l’attuale Bonnie un misto tra la T120 del 1959 e quella del 1968. Sì, perché se appare evidente la parentela estetica delle IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE DENTRO LA BONNEVILLE TECNICA IN PRIMO PIANO MOTORE TIPO bicilindrico parallelo frontemarcia a 4 tempi, raffreddamento ad aria, alesaggio e corsa 86 x 68 mm; cilindrata totale 790 cc, lubrificazione a carter umido con radiatore ; rapporto di compress. 9,2:1, avviamento elettrico. DISTRIBUZIONE a doppio albero a camme in testa comandata da catena centrale e 4 valvole per cilindro. ALIMENTAZIONE due carburatori Keihin con diffusore da 36 mm dotati di preriscaldamento elettrico e sensori di apertura collegati all’accensione. ACCENSIONE elettronica digitale CDI. TRASMISSIONE primaria ad ingranaggi, finale a catena. prova al banco 40 30 Prova eseguita su un banco Inerziale Fuchs.Le curve sono riferite al la misurazione pneumatico. Correzioni a norme CE95/1. FRIZIONE multidisco in bagno d’olio 20 a comando meccanico. avancorsa 117 mm. 5 CAMBIO in blocco a cinque rapporti: SOSPENSIONE ANTERIORE forcella 10 kgm cv GIRI X 1000 2 3 4 5 6 7 POTENZA MAX. 48.5 cv a 7200 giri 1° (41/15); 2° (37/19); 3° (34/22); teleidraulica da 41 mm, corsa 120 mm. 4° (31/24); 5° (29/27.) REGOLAZIONI nessuna. POTENZA MAX 62 CV a 7400 giri/min. SOSPENSIONE POSTERIORE forcellone COPPIA MAX 6,2 kgm (60 Nm). bibraccio in acciaio con due ammortizzatori a 3500 giri/min. idraulici, escursione ruota 105 mm. (63,2 cv a 7200 giri corretta all’albero) REGOLAZIONI precarico della molla CICLISTICA COPPIA MAX. 5,1 kgm a 3300 giri (6,6 kgm a 3300 giri corretta all’albero) TELAIO tubolare in acciaio a doppia culla che, specialmente nel primo decennio di produzione, ovvero negli anni Sessanta, ha letteralmente stregato e affascinato i motociclisti di tutto il mondo. È STRANO pensare, e fa sorridere che all’epoca la Triumph Bonneville, soprattutto se vista con i canoni stilistici sportivi di oggi, fosse considerata chiusa. Inclinazione cannotto 29°; 6 su 5 posizioni. FRENI ant. a disco singolo da 310 mm con una ipersportiva. In ogni caso la sua linea vince il confronto con il tempo e mantiene inalterato tutto il suo fascino. Non ce ne vogliano quei puristi che in alcuni dettagli del nuovo modello potrebbero non ravvisare quelle corrispondenze estetiche che tanto li avevano intrigati in un non lontano passato. Piuttosto, potremmo giudicare questa moto fin troppo “semplice” in alcuni dettagli TM 57 pinza a doppio pistoncino; post. a disco da 255 mm con pinza a doppio pistoncino. PNEUMATICI Bridgestone Battlax ant. 100/90-19”; post. 130/80-17”. DIMENSIONI lunghezza: 2250 mm; larghezza: 860 mm; altezza: 1105 mm; altezza sella: 775 mm; interasse: 1493 mm. PESO DICHIARATO 205 chili a secco. CAPACITÁ SERBATOIO 16 litri. Eccolo il cuore della nuova Bonneville: inedito, studiato appositamente per lei. Sembra vecchio ma non lo è: la distribuzione è bialbero in luogo delle aste e bilancieri, e la lubrificazione a carter umido anziché secco. Gli ammortizzatori sono regolabili su 5 posizioni. COLORI green/silver; scarlet red/silver. che guarda più all’immagine, alla tradizione e al fascino che non agli orpelli tecnologici. La “new Bonnie” è stata interamente progettata a Hinckley, dove ora risiede l’azienda Triumph. Non è stato facile per i tecnici inglesi coniugare la coerenza tecnica con il mito e le esigenze costruttive e di utilizzo di oggi. Anche perché sono passati quarant’anni, non cinque. Di fatto, nell’analizzare ▲ o su parte delle componenti. Come il cruscotto: va bene l’epoca, ma se lo avessero fatto un po’ più ricco crediamo che nessuno, anche dei puristi, si sarebbe offeso. La Bonneville per quanto offre come equipaggiamento di serie non è così economica: allo stesso prezzo c’è chi dà di più, ma non bisogna dimenticare che la Bonnie si rivolge in primo luogo a un pubblico un po’ snob IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE LE CONCORRENTI... LA PIÙ OLD STYLE È GIAPPONESE BONNEVILLE 2001 MOTORE VELOCITÀ MASSIMA 400 M DA FERMO IN POTENZA MASSIMA COPPIA MASSIMA PESO SENZA BENZINA PREZZO 2 CILINDRI IN LINEA 182 km/h 13”7 63,2 CV a 7210 giri 6,6 kgm a 3300 giri 215 kg 16.500.000 Lire 2 CILINDRI BOXER 201 km/h 12”3 83 CV a 6850 giri 10,2 kgm a 5500 giri 228 kg 20.700.000 Lire Ovviamente la Bonnie è dotata di avviamento elettrico. A CONFERMA della bontà e della modernità del progetto vanno segnalati la distribuzione bialbero in testa con 4 valvole per cilindro, oltre a ben due contralberi antivibrazione. I carburatori sono dotati di preriscaldamento elettrico e sensori di apertura collegati HARLEY 883 KAWASAKI W 650 2 CILINDRI A “V” 160 km/h 15”9 30,7 CV a 5710 giri 5,8 kgm a 2800 giri 225 kg 18.500.000 Lire all’accensione. Mai, inoltre, su una Bonneville, era stata raggiunta la potenza di i 62 cavalli, dichiarata per quest’ultima versione. Altra differenza sostanziale è rappresentata dal cambio che, anziché essere del tipo separato a 4 marce come una volta, è in blocco a 5 rapporti. Per quanto riguarda la ciclistica, pur rimanendo all’insegna della semplicità, va sottolineato il passaggio 2 CILINDRI IN LINEA 176 km/h 14”6 45 CV a 7280 giri 5,1 kgm a 5320 giri 205 kg 13.980.000 Lire dal telaio monotrave all’attuale doppia culla chiusa. La forcella ha guadagnato un ben 6 mm di diametro (da 35 a 41). Posteriormente, si è invece rimasti fedeli alla tradizionale coppia di ammortizzatori che tuttavia sono regolabili nel precarico molla. Logico il passaggio ai freni a disco, un po’ meno il considerevole aumento del peso, passato dai 178 kg della T 120 del ’59 ai 205 dichiarati ▲ la moto si scopre che, a parte l’aspetto, c’è ben poco in comune con l’originale, se non il motore bicilindrico in linea simile esteticamente al primo, e con il manovellismo a 360°. Questi sono gli unici punti di contatto tecnici col passato, perché per il resto la Bonneville 2001 è una moto di oggi. Ad esempio, il sistema di lubrificazione non è più a carter secco, ma dispone di coppa e radiatore dell’olio. BMW R 1100 R TM 59 UNA BELLA GEMELLA DI 30 ANNI OR SONO Ad accompagnarci in questo viaggio nel passato c’è una splendida Bonneville T120 del 1970 di proprietà del signor Alberto Buccolo, presidente del British, Bike’s Best: un motoclub che riunisce una cinquantina di appassionati motociclisti inglesi. A guidarla, Roberto Frosini che insieme al padre Tullio ha un negozio/officina (Ruote a Raggi, Milano, T. 02-57403809) specializzato in tutti i marchi inglesi. Presso la sede c’è un anche un piccolo salone con esemplari originali o restaurati, dove si può comprare o solo lustrarsi gli occhi. Roberto Frosini, in sella a una T120 R del 1970. La sigla R distingue la versione per il mercato americano, che ha il serbatoio più piccolo. Sotto, il bicilindrico parallelo di 650 cc con distribuzione ad aste e bilancieri al posto del bialbero di oggi e gli strumenti con il contagiri. IN PROVA TRIUMPH BONNEVILLE NOI LA GIUDICHIAMO COSÌ: È UNA NOSTALGICA VOTO Potenza 7 Coppia 6 Prontezza 7 Erogazione 8 Regolarità minimo 8 Avviamento 7 Rumorosità meccanica 6 TRASMISSIONE Innesto cambio 9 Rapportatura cambio 7 Rumorosità cambio 8 Innesto frizione 8 GOMME Maneggevolezza 9 Aderenza 8 Comfort 7 VOTO MOTIVAZIONE MOTORE Questo motore lo giudichiamo bene per le sue caratteristiche costruttive. Molto apprezzabile la dolcezza di erogazione mentre, secondo noi, sarebbe stato più divertente se avesse avuto un maggior tiro ai bassi regimi, anche se a discapito degli “alti”. Notevole il cambio, che garantisce facili e silenziosi innesti coadiuvati da una frizione più che discreta. Forse, sarebbe più divertente se fosse un po’ più “corto” di rapporti. I Bridgestone Battlax forniti in primo equipaggiamento hanno fornito un ottimo comportamento generale, un po’ in tutti i sensi. STRUMENTAZIONE Completezza 6 Stabilità indici 7 Leggibilità diurna 6 Leggibilità notturna 6 Posizione 9 COMANDI Acceleratore 8 Frizione 8 Freno anteriore 7 Freno posteriore 7 Apertura sella 6 Starter 8 FARI Potenza faro anteriore 7 Ampiezza faro 7 Stabilità fascio luminoso 7 MOTIVAZIONE D’accordo, il tipo di moto vuole l’estrema essenzialità. Ma così è fin troppo, anche perché non è cosi economica, perciò qualche servizio in più non guasterebbe. Pur mantenendo lo stesso stile. Sotto questo aspetto, in Triumph hanno lavorato bene, specie sui comandi elettrici: belli da vedere e funzionali. Quelli meccanici sono un po’ meno moderni nell’aspetto (giustamente) morbidi d’azionare anche se un filo meno efficienti. Esigenze estetiche hanno spinto i progettisti ad adottare gruppi ottici di stile tradizionale. Ma il compito lo svolgono bene. IL VOTO FINALE ACCESSORI: QUALI SCEGLIERE BORSA SERBATOIO utilissima se non indispensabile su una moto che non offre alcuna possibilità di carico. (L. 335.000). PARABREZZA idem come sopra, nel momento in cui si voglia fare dell’autostrada o del turismo. Ed essendo trasparente non rovina della Bonneville 2001. Non riusciamo a spiegarcene il motivo... Una curiosità: la sella è rimasta alla stessa distanza da terra: 775 mm. Ed eccoci al contatto fisico con la nuova Bonneville. Ci rendiamo conto di avere vita facile rispetto ai cultori originali di questa moto se non altro per il bottoncino dell’avviamento elettrico che ci risparmia tempo, fatica, e... lividi. Abbiamo di contro una piccola delusione: il suono degli scarichi, nulla a che vedere con il rombo pieno del passato. Non è colpa del costruttore, ma delle più recenti normative sull’inquinamento acustico che hanno costretto i tecnici della Triumph a soffocare parecchio il rumore emesso dalla nuova Bonneville. Il risultato che ne deriva è una poco esaltante e timida tonalità talmente bassa che è quasi coperta dal rumore di meccanica del propulsore. SOLLEVIAMO la moto dalla stampella laterale e ci rendiamo conto che non è affatto leggera come le compatte dimensioni farebbero pensare. In nostro soccorso, per modo di dire, ci sono l’altezza della sella molto contenuta e il baricentro basso della moto che facilitano un bel po’ le manovre da fermo di una moto di fatto piuttosto pesante. Partiamo: tutto è morbido, i comandi, le leve (non molto quella della frizione), il gas, l’ottimo cambio. Da qui, capiamo che si tratta di una moto moderna a tutti gli effetti. Altro aspetto che emerge rapidamente TM 61 VOTO FRENI Potenza anteriore 6 Modulabilità anteriore 8 Potenza posteriore 7 Modulabilità posteriore 8 Tendenza bloccaggio ant. 8 Tend. al bloccaggio post. 7 MOTIVAZIONE Chiaramente, sono stati abbandonati i tamburi per i dischi. Uno davanti e uno dietro: la modulabilità è buona su entrambi i reparti ma alle alte velocità, per quanto questa moto ispiri ad andarci, peccano un po’ in potenza. VOTO COMFORT PILOTA Posizione naturale 8 Assorbimento sosp; 7 Vibrazioni manubrio 9 Vibrazioni pedane 9 Riparo aerodinamico 5 COMFORT PASSEGGERO ACCESSORI Uso cavalletto 8 Stabilità cavalletto 9 Stabilità specchietti 8 Funzionalità specchietti 8 Vano sottosella 4 Capacità di carico 5 CARATTERISTICHE DI GUIDA Stabilità sterzo 7 Stabilità sospensioni 7 Maneggevolezza 7 Identificazione traiettoria 8 Sensazione di aderenza 8 Libertà di movimento 8 Tutto sommato i pochi accessori presenti di serie sulla moto, assolvono a dovere il compito a essi assegnato. A partire dal cavalletto laterale, divaricabile anche stando seduto sulla moto, per finire agli specchi retrovisori. Soddisfatti, sicuramente per il comportamento globale di questa moto che abbiamo trovato facile e divertente da guidare e adatta anche ai neofiti o all’utenza femminile, grazie anche al piano sella vicino a terra. Posizione naturale 8 Assorbimento sosp. 7 Vibrazione pedane 8 Riparo aerodinamico 6 Appigli 5 MOTIVAZIONE Chi è alto accusa un po’ la sella bassa e la conseguente posizione assunta sulla moto. Per il resto la posizione è rilassante, le vibrazioni sono molto contenute mentre la protezione aerodinamica manca. Stesso discorso di chi sta davanti. I ridotti ingombri costringono un po’, ma solo se il passeggero è più alto della media. Se non altro la posizione eretta del conducente non affatica chi sta dietro. Zero appigli. USO PRATICO LA PAGELLA DELLA MANUTENZIONE SCIVOLATA c’è poco da rovinare: solo telaio e motore. VOTO: 8 MECCANICO il tagliando è ogni 10.000 km. VOTO: 8 RICAMBI disponibili presso la rete vendita in crescita. VOTO: 6 GARANZIA 2 anni, come su tutta la gamma. VOTO: 8 7,0 più di tanto la linea della moto. (L.536.000). SCHIENALINO Questo tipo di accessori ha più funzione estetica che pratica, Anche se il parere è comunque soggettivo. E c’è anche una versione più bassa (L. 669.000). CUPOLINO un optional che dà un tocco moderno alla Bonnie, per chi lo desideri. Nonostante le piccole dimensioni, allevia parecchio la resistenza all’aria. (L.366.000). è la quasi assenza di vibrazioni: i nostalgici più incalliti, magari, potranno rimpiangerle, se non altro per un fattore emozionale, ma vi garantiamo che senza è meglio. In tutti i sensi. E poi, quanto è lineare e dolce l’erogazione! Fin troppo, forse, nel senso che anche se avesse un po’ più di grinta ai bassi regimi, non ci dispiacerebbe. In compenso, le doti di allungo sono più che discrete, anche se per come andrebbe concepito l’uso di questa moto oggi, sarebbe stato meglio il contrario. Ci ha soprattutto convinto la grande guidabilità. Nonostante la considerevole mole, la Bonnie si dimostra maneggevole e allo stesso tempo piacevolmente stabile sul veloce. Proprio come era la sua progenitrice. Per quanto riguarda le prestazioni in frenata, queste sono più che sufficienti per andare a spasso, ma se si viaggia veloci ai freni manca un pelo di potenza. La tenuta di strada offerta dalle Bridgestone Battlax di serie ci ha soddisfatti. Pur non avendo le doti delle moto da turismo, è doveroso valutare questa moto anche nell’uso autostradale. Come prevedibile, vista la totale assenza di sovrastrutture e il manubrio alto, la Bonnie risulta un po’ affaticante, ma solo oltre i 120/130 km/h. Si può ovviare con il cupolino o il parabrezza offerti in optional dal costruttore, a costo di interferire con la linea. A essi si aggiungono altri, molteplici accessori. Tm Team - foto Carrstudio e Alberto Cervetti