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Tesina A.S. 2012-2013 Inseguimento Solare Stagionale
Tesina A.S. 2012-2013 Nicola Nolli -Sameeh Ullah - Davide Fisogni - Gabriele Narra Inseguimento Solare Stagionale 5^B Indice: Pag.1 : Pag. 3: Pag. 6: Pag. 9: Pag. 19: Pag. 27 : Pag. 30: INTRODUZIONE IL PROGETTO IL PANNELLO PILOTA IL CONTROLLO INFORMATICO IL MOTORE MONOFASE A CONDENSAORE ANALISI DEI RENDIMENI CON DIVERSO TILT PROSPETTIVE FUTURE AUTORI: Sameeh Ullah, Gabriele Narra, Fisogni Davide, Nolli Nicola Introduzione Cos’è l’energia solare? Il sole è senza dubbio un elemento da sempre presente nella storia dell’umanità: fin dall’alba dei tempi l’uomo ha imparato a coglierne i privilegi e a sfruttare a pieno le potenzialità che la nostra stella ci offre. Nel corso degli ultimi anni, grazie alle grandi conquiste in campo elettronico e metallurgico, è stato possibile realizzare un sistema per catturare l’energia proveniente dal sole. Sfruttando i vantaggi dell’irraggiamento solare, la tecnologia ci ha permesso quindi di realizzare il PANNELLO SOLARE. Sostanzialmente, è possibile sfruttare l’energia proveniente dal sole attraverso due modi totalmente differenti: -Attraverso Pannello Solare Fotovoltaico -Attraverso Pannello Solare Termico Il Pannello Solare Fotovoltaico I pannelli solari fotovoltaici sono costituiti da centinaia di celle fotovoltaiche, dispositivi che convertono la radiazione solare in elettricità. Si tratta di diodi formati da giunzioni N-P-N, che si vengono a formare abbinando vari strati di materiale diverso (fosforo, boro) al silicio, rendendoli impuri ed ottenendo così dei generatori fotovoltaici. L’energia luminosa emessa dal sole, quando viene a contatto con la superficie del pannello, induce lo spostamento degli elettroni da un atomo all’altro facendo ricombinare ogni elettrone con una lacuna, a causa del campo elettrico venutosi a formare dalle leghe di boro-fosforo e silicio. Questo movimento di elettroni genera quindi corrente elettrica. Se ne deduce che la corrente generata dalla cella fotovoltaica dipende anche dall’irraggiamento solare, cioè dalla potenza del campo elettromagnetico incidente sulla superficie del pannello (W/m^2). Altri fattori da cui dipende: inclinazione (tilt), orientamento (azimut) e rendimento dei pannelli. Essendo il generatore fotovoltaico un componente che eroga corrente continua, affinché sia disponibile l’immissione in rete, occorre ricostruire la sinusoide caratteristica della rete di distribuzione italiana (ed europea) a frequenza 1 costante di 50 Hz. La tecnica per ottenere da un segnale in continua, uno in alternata è la cosiddetta tecnica PWM (modulazioni di larghezza di impulso). La potenza complessiva dell’impianto dipende dal punto in cui esso si trova a lavorare. Per ottenere il punto di massima efficienza l’inverter dovrà quindi adeguare il carico alle caratteristiche del generatore che a loro volta dipendono dalla radiazione solare e dalla temperatura. A tal proposito, all’interno dell’inverter stesso sarà presente un dispositivo in grado di trovare il punto di massima potenza o MPPT. Per funzionare, l’inverter necessita di un intervallo di valori all’interno dei quali la tensione e la corrente fornita dai pannelli devono ricadere. Qui a fianco è rappresentato un inverter SMA Sunny Boy 3000, monofase analogo a quelli installati per ogni sottocampo dell’impianto PV dell’ I.T.I.S. . Tipologie di celle Oggigiorno, le tipologie più diffuse di celle fotovoltaiche sono: -celle in silicio MONOCRISTALLINO Oggi il più comune materiale semiconduttore usato per le celle fotovoltaiche è il Silicio monocristallino, il quale, presentando un alto grado di purezza, permette di avere la maggiore efficienza possibile: 14÷17%. -celle in silicio AMORFO: La struttura `e segmentata e particolarmente scura. più che di celle si tratta di deposizione di fili sottili di semiconduttore su superfici flessibili, leggerissime e anche molto ampie. Presentano un’efficienza 5÷7 % -celle in silicio POLICRISTALLINO: efficienza : 12 ÷ 16 % 2 Progetto di 2012/2013 gruppo Il Gruppo Come ogni anno, le classi quinte si dividono per formare vari gruppi che lavorano ad uno specifico progetto da presentare agli esami di stato. Quest’anno, dopo esserci stato presentato il piano di lavoro dedicato al laboratorio di energia, abbiamo formato un gruppo costituito da cinque studenti: -Nolli Nicola -Sameeh Ullah -Narra Gabriele -Fisogni Davide -Borsella Matteo L’impianto dell’ I.T.I.S. L’impianto dell’ I.T.I.S. è costituito da tre diversi sottocampi ognuno dei quali è connesso ad un inverter. Il sottocampi 1 e 3 sono entrambi formati da pannelli in silicio monocristallino, mentre il sottocampo 2, con una resa minore e superficie maggiore, è formato da pannelli in silicio amorfo. Ogni Sottocampo eroga di fatto una potenza nominale di 3KWp; complessivamente la potenza di picco di tutto l’impianto raggiunge 9 KWp. Il campo PV della nostra scuola è formato da: 3 MODULI: 34 x Sharp NU-180 (E1) Pannello in Silicio Monocristallino 35 x Sharp NA-851 (WQ) Pannello in Silicio Amorfo AZIMUT: 30° TILT: variabile con inseguimento solare stagionale ( il tilt per il sottocampo 1 e per il sottocampo 2 è rimasto fisso a 45°) COMUNICAZIONE: Sunny Web Box INVERTER: 3x Sunny Boy 3000 SENSORI: Sunny Sensor Box Il Progetto L’obiettivo consiste nel progettare e installare un sistema di autoregolazione del Tilt dei pannelli fotovoltaici collocati sul tetto di un’ala della nostra scuola. Sostanzialmente il primo sottocampo (monocristallino “1”) deve essere in grado di seguire il punto di miglior rendimento essendo dotato di moto solo rispetto all’asse orizzontale (comunemente chiamata variazione stagionale), migliorando il rendimento dell’impianto. 4 Come sappiamo, nel nostro emisfero, il sole compie un diverso percorso nella volta celeste in base alla stagione: di inverno ad esempio, essendo l’emisfero a nord più lontano dal sole, il percorso della nostra stella nel cielo sarà orientato più a meridione. D’estate, al contrario, essendo l’asse a nord più vicino al sole, il sole compirà un arco più alto nel cielo. Componenti del progetto: Pannello pilota Programma Q-basic Motore mono-bifase a condensatore Diagrammi e analisi dei dati ricavati Di seguito tratteremo singolarmente ogni punto sopraccitato specificandone le caratteristiche tecniche in modo più approfondito. 5 Pannello Pilota Funzione del pannello pilota: Il compito principale del pannello pilota è quello di eseguire un giro di 90° determinando punti di massimo e di minimo; questi dati vengono inviati al programma Q-Basic che li elabora per trovare il punto di massimo rendimento, per valutare il vantaggio energetico in termini quantitativi (anche il movimento del sottocampo ha un costo energetico) ed, eventualmente, comandare il motore in modo tale da portare i pannelli fotovoltaici nel punto desiderato. Costituzione: il pannello pilota è costituito da tre elementi essenziali: 1. Pannello solare fotovoltaico da 5 Watt; 2. Riduttore di giri con rapporto 1/70; 3. Motore passo-passo. Motore passo-passo: Il motore passo-passo, spesso chiamato anche step o stepper motor, è un motore elettrico sincrono (senza spazzole) che può suddividere la propria rotazione in un grande numero di step (o passi). Esso è considerato una scelta ideale per tutte quelle applicazioni che richiedono precisione nello spostamento angolare a bassa velocità di rotazione, come la robotica ed i servomeccanismi in generale. Vantaggi: è possibile realizzare azionamenti di precisione controllati da computer ed è facile far compiere 6 all’albero piccole rotazioni angolari in entrambi i versi e bloccarlo in una determinata posizione. L’azionamento del motore passo-passo è stato fatto col metodo a scarica capacitiva: abbiamo posto in serie ad ogni bobina un condensatore; le bobine sono state alimentate con circa 10 volt che vengono mantenuti: la corrente circola per un breve periodo fino a quando i condensatori non sono carichi e diventano dei circuiti aperti; in seguito, i condensatori vengono fatti scaricare attraverso le bobine producendo un impulso negativo di corrente simile a 400 Ohm 400 Ohm 10 Ohm 10 Ohm 400 Ohm 400Ohm m quello positivo. Inoltre, per una maggior sicurezza, è stato inserito anche un circuito che da una corrente di mantenimento molto piccola rispetto a quella che determina il movimento; tale corrente ha lo scopo di contrastare eventuali perturbazioni dovuti a colpi di vento. Il circuito è costituito da resistenze di circa 400 Ohm inserite in parallelo alle bobine ed ai condensatori. Nel nostro caso, il motore passo-passo fa circa 700 passi per far compiere un giro di 90° al pannello fotovoltaico da 5W; inoltre, è stato collegato al albero del riduttore di giri in modo tale che non fosse sotto sforzo, mediante tubo d’aria compressa. Riduttore di giri: il riduttore di giri da noi utilizzato ha un rapporto di trasmissione di 1/70; ciò significa che il lato veloce (ovvero l’ingresso) deve compiere 70 giri per far compiere un giro al lato lento (ovvero l’uscita) e, se non ci fossero attriti, contemporaneamente la coppia in uscita è settanta volte più grande di quella in ingresso. Nel nostro progetto 7 esso è molto importante in quanto il motore passo-passo da solo non riuscirebbe a muore il pannello; tra l’altro è adatto al nostro progetto anche perché ci occorre che il pannello si muova lentamente in modo tale che riesca a prendere più misure precise. Pannello fotovoltaico da 5 Watt: esso è uno degli elementi essenziali del progetto in quanto ha il compito di trovare i massimi e i minimi che poi verranno analizzati dal programma Q-Basic. Parte dalla posizione orizzontale fino ad arrivare verticale (ovvero compie un giro di circa 90°) per poi tornare indietro. Per trasmettere i valori letti da esso, utilizziamo un multimetro digitale che, attraverso una porta seriale, manda i dati al computer; inoltre è stata collegata una resistenza ai capi del pannello per far circolare una corrente in modo da riuscire a misurare la tensione erogata dal pannello stesso, in condizioni simili a quelli del campo fotovoltaico vero; quindi tale resistenza simula il carico dei pannelli fotovoltaici. 8 IL CONTROLLO INFORMATICO Come già precedentemente espresso, il progetto “Fotovoltaico” è un'area di lavoro in ambito energetico. Essa si pone come obiettivo la realizzazione di un sistema elettromeccanico di movimento di un campo fotovoltaico, il quale, seguendo i movimenti del sole, possa produrre la massima energia possibile a seconda delle condizioni di lavoro (clima, umidità, radiazione diretta o diffusa, ecc...). Tale piano di lavoro, oltre ad avere contenuti tecnici di tipo meccanico ed elettrico, richiede anche conoscenze a livello informatico, poiché tutto il sistema dovrà essere controllato e diretto da un computer, il cui programma dovrà coordinare i singoli elementi a cui i compiti sono affidati. Il programma informatico è stato scritto nel linguaggio concettualmente più semplice: il Basic. UN PO' DI STORIA In informatica “Basic” è acronimo di “Beginner's All-purpose Symbolic Instruction Code” (cioè “codice ad istruzioni simboliche multiuso per principianti”). Si tratta di un linguaggio di programmazione ad alto livello sviluppato verso la metà degli anni Sessanta da John Kemeny e Thomas Kurtz presso il Dartmouth College della Nuova Scozia, in Canada. Il Basic deve la sua popolarità alla relativa semplicità con cui si apprende e si utilizza. Nel corso degli anni il linguaggio ha conosciuto enormi perfezionamenti. Gli ultimi sviluppi hanno portato a integrare la programmazione a oggetti nel linguaggio, rendendolo quindi molto avanzato (il cui nuovo nome è Visual Basic). Soprattutto nelle versioni per Windows, rimane anche oggi un linguaggio relativamente semplice e trova tuttora numerose applicazioni; in particolare nella didattica, per compiti semplici e, in generale, ovunque non si richiedano velocità molto elevate, poiché tale linguaggio è normalmente lento se comparato, ad esempio, con il C++. 9 COME FUNZIONA Il Basic viene compilato e si comporta esattamente come se una persona leggesse un testo. I comandi vengono inseriti in righe lette dall'alto verso il basso ed eseguiti nell'ordine in cui sono scritti. La maggior parte delle volte consistono in parole inglesi il cui significato è il comando stesso. Vi sono scritture specifiche accettate e riconosciute dal processore e possono essere anche formule matematiche, in particolare equazioni e disequazioni letterali, ad una o più variabili a seconda delle esigenze, anche goniometriche (nel qual caso gli angoli desiderati, come da convenzione, verranno presentati in radianti). Un particolare pregio è la possibilità di lavorare attraverso cicli ripetitivi, di cui il Basic è dotato, di diverse tipologie (cosa che, per noi, è stata fondamentale). IL NOSTRO PROGRAMMA Come già anticipato, il programma deve ricevere informazioni dai diversi elementi del sistema e metterne d'accordo il funzionamento; dunque il lavoro è stato suddiviso in piccoli passi, ognuno dei quali si allaccia ad ogni componente, comunicando con esso, attraverso il quadro elettrico, con diverse modalità. Ecco, in ordine, i passi seguiti; il programma deve: aprire tutte le porte, sia seriali sia parallele, per comunicare con i vari elementi; chiedere al tester (Fluke) la misura di tensione, cioè di radiazione solare presente in quel momento (con questa operazione si entra nel ciclo più grande, che comprende tutto il funzionamento dell'impianto); sentire, ora come in qualsiasi altro istante, se vi sono dei comandi manuali di arresto (i quali sono stati aggiunti per sicurezza e necessità, in caso di interruzione per lavori da effettuare); muovere di uno scatto il motore passo-passo, per cambiare gradualmente l'inclinazione del pannello pilota; riportare in un grafico, visibile sul monitor, la misura ricevuta, in modo che, anche a livello visivo, si possa avere un'idea sommaria della situazione 10 all'esterno (questa fase e il movimento si ripetono fino alla conclusione del giro, cioè finché il pannello pilota non abbia percorso tutto il tragitto effettuabile dai pannelli grandi); cercare i massimi ed i minimi locali. Durante il “giro di ispezione” del pannello pilota, il processore salva in due appositi files i valori massimi e minimi di tensione riportati sul grafico ed i relativi passi (inclinazione) in cui sono stati rilevati, poiché verranno ripresi nelle fasi successive; cercare tra i massimi salvati il più alto di essi, che corrisponderà alla maggior radiazione presente ed il cui passo indicherà l'inclinazione ottimale per il pannello grande; effettuare un'interpolazione, attraverso alcune proporzioni ed il teorema matematico di Carnot (necessario per lavorare sulla geometria non regolare dei pannelli), per mettere in relazione i passi del pannello pilota con la lunghezza di asta a cremagliera desiderata e comunicare al contapassi il movimento da compiere; alimentare il motore dei pannelli per raggiungere l'inclinazione ottimale (con questa fase termina il ciclo, da qui si ritorna alla seconda fase). PRECISAZIONE Prima di entrare nel programma vero e proprio, occorre precisare in che modo il computer comunica: esso è collegato ad ogni elemento tramite porte seriali o parallele. Si tratta di una comunicazione in codice binario (la base del linguaggio informatico ed elettronico). Ogni porta ha un numero prestabilito di cavi, cioè di bit per formare il codice, ed in base al codice emesso dal computer (il quale altro non è che una tensione su cavi precisi), si può inviare o ricevere comandi o informazioni da elementi esterni al computer. La porta seriale è più complessa rispetto alla parallela ed è gestita tramite il software già installato nell'apparecchio utilizzato (che nel nostro caso è il fluke, un tester particolare che permette di misurare grandezze diverse in modo molto preciso). 11 La porta parallela lavora come già descritto e il suo compito, che verrà sottolineato durante l'analisi del programma, è di alimentare nel modo corretto il motore passopasso, attraverso una scheda di contatti a relé. TRASCRIZIONE E SPIEGAZIONE DEL PROGRAMMA La trascrizione del programma è stata suddivisa e commentata in parti corrispondenti alle fasi sopra riportate. Per facilitarne la comprensione, verranno numerate le righe, così da permettere anche ad occhi inesperti l'orientamento. Parte 1: Comunicazione con fluke per richiesta dato. 1 SCREEN 12 : t0 = TIMER : x = 0,8 : y = 20 : h = 380 : r = 300 : segno = 1 2 CLS 3 OPEN “massimi” FOR INPUT AS #3 4 OPEN “minimi” FOR INPUT AS #4 5 OPEN “com1: 2400, n, 8, 1, rs, ds” FOR RANDOM AS #2 6 OPEN “com2: 9600, n, 8, , cs, ds, cd” FOR RANDOM AS #1 7 PRINT #1, “vdc; format 1” 8 LINE INPUT #1, p$ 9 LINE INPUT #1, q$ 10 100 PRINT #1, “meas?” 11 LINE INPUT #1, p$ 12 LINE INPUT #1, k$ 13 LINE INPUT #1, q$ 14 aa = VAL(k$) 12 15 a = INT(aa*100)/100 16 IF aa <= .01 THEN a = INT(aa*1000)/1000 17 LOCATE 1,1 : PRINT “a=”; a, “aa=”; aa, “passo=”; passo All'inizio del programma è bene, anche per questioni di ordine, dichiarare tutte le costanti che verranno utilizzate durante la stesura ed il lavoro (1). OPEN... (3-6): comando di apertura di un file (3 e 4) o di una porta (5 e 6, seriali). PRINT...LINE... (6-13): sono le istruzioni predefinite per comunicare con il fluke; ogni strumento, infatti, ha la propria modalità. aa = VAL(k$) (14): tra tutte le informazioni, anche letterali, trasmesse, questo comando estrae dalla stringa di bit della seriale (6) il solo valore numerico, a cui viene attribuito il nome “aa”. a = INT(aa*100)/100 (15) IF aa <= .01 THEN a = INT(aa*1000)/1000 (16): è l'approssimazione del dato; se troppo piccolo (inferiore al centesimo di unità, viene approssimato è chiamato “a”. modificata la scala). Il dato Parte 2: Comunicazione con il motore passo-passo e rotazione pannello pilota. 18 10 a$ = INKEY$ 19 IF a$ = ”d” THEN segno = -1 20 IF a$ = ”w” THEN segno = 1 21 IF a$ = ”p” THEN GOTO 250 22 IF segno = 1 THEN bit1 = 1 23 IF segno = 1 THEN bit2 = 2 24 IF segno = -1 THEN bit1 = 2 13 25 IF segno = -1 THEN bit2 = 1 26 OUT &H378, bit1 27 z = z +1 28 IF z < r THEN GOTO 10 29 z=0 30 OUT &H378, 1+2 31 z = z +1 32 IF z < r THEN GOTO 10 33 z=0 34 OUT &H378, bit2 35 z = z +1 36 IF z < r THEN GOTO 10 37 z=0 38 OUT &H378, 0 39 z = z +1 40 IF z < r THEN GOTO 10 41 z=0 42 passo = passo + segno*1 43 PSET (x * passo, h – y * aa) Prima del movimento del motore passo-passo, sono stati inseriti, per comodità, dei comandi manuali per fermare il ciclo, o per cambiare il senso di rotazione (in base al valore dato alla variabile “segno”). 14 Sulla porta parallela (&H378) vengono dati due impulsi per eccitare le bobine del passo-passo, tramite i relé, nella sequenza: primo alto, secondo alto, primo basso, secondo basso. In questo modo il motore si muove di uno scatto e grazie ad alcune prove effettuate, sappiamo che un passo corrisponde ad un decimo di grado. Infine il comando PSET (43) disegna il grafico con le variabili x e y definite nella scrittura. Sono stati, inoltre, inseriti i limiti dei passi da contare: 700 passi percorrono tutto il campo di rotazione possibile al pannello grande. Dopo aver fermato la rotazione del pannello pilota, il programma procede alla ricerca del massimo valore di tensione registrato. Parte 3: Ricerca valore massimo 44 DIM d(50) : DIM e(50) : z = 1 : y = 1 45 OPEN “massimi” FOR INPUT AS #3 46 49 INPUT #3, a, b, c 47 d(z) = a : e(z) = b 48 IF EOF(3) THEN indmax = z 49 IF EOF(3) THEN GOTO 42 50 z = z +1 51 GOTO 49 52 42 z = 1 53 1009 54 IF y = z THEN GOTO 59 15 55 IF d(y) < d(z) THEN d(y) = 0 56 IF d(y) < d(z) THEN e(y) = 0 57 59 58 z = z +1 59 IF z > indmax THEN GOTO 509 60 GOTO 1009 61 509 y = y +1 62 z=1 63 IF y > indmax THEN GOTO 309 64 GOTO 1009 65 309 k = 1 66 60 IF d(k) <> 0 THEN max = d(k) 67 IF d(k) <> 0 THEN passomax = e(k) 68 k = k +1 69 IF k > indmax THEN GOTO 70 70 GOTO 60 71 70 LOCATE 4,1 : PRINT max, passomax 72 xv = passomax 73 CLOSE #3 : OPEN “massimi” FOR OUTPUT AS #3 La ricerca inizia aprendo il file “massimi” per la lettura (46) e creando due matrici alle quali dare un valore numerico e, grazie all'indice k o y, è possibile coprire tutto il file: ogni indice corrisponde ad una riga. Il confronto avviene per ogni valore con tutti gli altri, scorrendo le righe, fino alla fine del file, saltando i confronti con se stesso. Il criterio è: se il numero confrontato è minore, viene cancellato (azzerato), poiché non è massimo. Alla fine resterà un 16 solo valore, il nostro massimo, con il relativo passo a cui è stato trovato. Infine il file viene chiuso per la lettura e riaperto per la scrittura (73). Parte 4: Comunicazione con contapassi e movimento motore pannello grande. 74 1110 PRINT #2, CHR$(27); CHR$(2) 75 INPUT #2, xe 76 a$ = INKEY$ 77 IF a$ = ”p” THEN GOTO 250 78 LOCATE 5,1 : PRINT xe, xv 79 IF xe < (xv +3) AND xe>(xv -3) THEN g = 0 80 IF xe < (xv -3) THEN g = 16 81 IF xe > (xv +3) THEN g = 32 82 OUT &H378, g 83 c = c +1 84 IF c < 100 THEN GOTO 1110 85 IF g = 0 THEN GOTO 100 86 GOTO 1110 87 250 OUT &H378, 0 88 CLOSE PRINT...INPUT... (74 e 75): comandi di connessione e richiamo di dati con il contapassi. Il computer conosce, così, la posizione attuale dei pannelli grandi. È stato individuato, durante le prove, un errore (cioè una zona “morta”, in cui il comportamento è incerto) di 3 passi da parte del motore, causato dal transitorio per 17 l'arresto. Nel programma accettiamo un'incertezza di 3 passi (79,80e 81 ) per raggiungere l'inclinazione desiderata. Infine è stato posto il comando di chiusura di tutte le porte in caso di arresto manuale (85 e 86). NOTA BENE Questa è la struttura generale, che riassume il funzionamento dell'intero impianto. Tuttavia vi sono altri particolari che non sono stati inseriti, poiché ideati successivamente la stesura della presente tesina. La versione completa del programma, in corso di svolgimento, prevede anche un sistema di autoregolazione tramite finecorsa magnetici, in modo da garantire un funzionamento regolare, preciso ed automaticamente controllato sul periodo stagionale. 18 Motore Monofase a Condensatore 19 GENERALITA' La macchina asincrona La macchina asincrona (detto anche motore a induzione) è un dispositivo in grado di prelevare energia elettrica dalla rete di alimentazione e trasformarla in energia meccanica. La macchina asincrona è costituita principalmente da due parti: statore e rotore; STATORE: Il circuito magnetico statorico è formato da lamierini ferromagnetici di forma cilindrica, isolati tra loro. Sulla circonferenza statorica vengono effettuate delle cave, all' interno delle quali andrà inserito il circuito statorico; il numero delle cave è ricavato durante il dimensionamento della macchina tramite calcoli precisi. La forma di queste cave dipenderà poi da come vengono realizzati gli avvolgimenti 20 statorici, solitamente si distingue tra cave aperte (solitamente usate per le macchine di elevata potenza) e cave semichiuse (utilizzate invece per macchine di minore potenza). L' avvolgimento statorico viene collegato alla rete di alimentazione tramite una morsettiera con il principale compito di creare il campo magnetico induttore, più precisamente un campo magnetico rotante. Tipica conformazione di un circuito statorico ROTORE: Il circuito magnetico rotorico ha forma circolare costituito anch' esso da un pacco di lamierini ferromagnetici, dotati di cave per l' alloggiamento dell' avvolgimento rotorico. 21 Il numero delle cave rotoriche è diverso dal numero di cave statoriche per evitare, durante la rotazione, le posizioni cava-cava e cava-dente. Esistono essenzialmente due tipologie di avvolgimenti rotorici: ROTORE AVVOLTO: In cui sulla parte rotante vi è un normale avvolgimento rotorico posto nelle cave; Le macchine con questa tipologia di avvolgimento rotorico necessitano di reostato di avviamento che viene gradualmente disinserito all' aumentare della velocità. ROTORE A GABBIA: Da distinguere in gabbia semplice (o gabbia di scoiattolo), doppia gabbia e gabbia semplice con barre alte. Il più utilizzato è quello a gabbia di scoiattolo, sopratutto per le macchine di piccola e media potenza, dove l' avvolgimento rotorico è costituito da barre conduttrici, collegate tra loro mediante anelli circolari che mettono il circuito in cto-cto. In questo modo si formano dei circuiti chiusi in grado di essere percorsi da correnti indotte. -Tipologia di circuito rotorico a gabbia di scoiattolo (immagine sulla sinistra) -Tipologia di circuito rotorico a rotore avvolto (immagine sulla destra) 22 PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DI UNA MACCHINA ASINCRONA Alimentando gli avvolgimenti di statore si genera sulla circonferenza statorica un campo magnetico rotante, avente velocità n1. Questo campo magnetico nella sua rotazione agisce sull' avvolgimento rotorico, creando su di essi delle forze elettromotrici indotte (legge di Lenz); in particolare nel circuito rotorico verranno a circolare delle correnti indotte. Pertanto, su ogni conduttore attivo, verrà a crearsi una forza che, per la regola della mano sinistra, sarà uguale a F=BlI. Queste forze, agendo sui conduttori, metteranno in moto il rotore, il quale avrà una velocità n2 (velocità meccanica di rotazione del rotore). CAMPO FORZA CORRENTE Nella sua rotazione, avente direzione uguale a quella del campo magnetico rotante, non raggiungerà mai la stessa velocità n1; questa differenza di velocità viene chiamata scorrimento, indicata con s. Sarà proprio questa differenza tra campo magnetico rotante e velocità di rotore che permetterà l' instaurarsi di tensioni e correnti indotte, in grado di generare forza motrice capace di vincere la coppia resistente e mantenere il rotore in rotazione; infatti, se n1=n2, non ci sarebbe più variazione di flusso nei conduttori di rotore e pertanto non si genererebbero più tensioni e correnti indotte e quindi forza motrice in grado di vincere la coppia resistente. 23 La denominazione di questa tipologia di motori è data proprio dalla differenza di velocità tra campo magnetico rotante e rotore, da qui asincrono. MOTORE MONOFASE A CONDENSATORE (MONOBIFASE) Questa tipologia di motore, pur essendo monofase, si comporta come un motore asincrono polifase. Esso si compone di due avvolgimenti statorici dove uno dei due presenta in serie un condensatore; in questo modo si potrà avere uno sfasamento di 90° tra le due correnti. Questa disposizione delle correnti fa si che venga a generarsi un campo magnetico rotante, come si ha nei normali motori asincroni. 24 Grazie alla presenza del condensatore non abbiamo problemi riguardo all' avviamento. Infatti in assenza di questo al posto di un campo magnetico rotante avremo un campo magnetico alternato, il quale genera delle forze uguali e opposte che non permettono al rotore di ruotare. Riguardo alle caratteristiche di questo motore, esso presenta le stesse dimensioni di un motore trifase; anche il rendimento è pressoché identico, mentre il cos φ risulta maggiore per la presenza del condensatore. Il dimensionamento di questo motore si effettua con gli stessi criteri di un motore trifase, salvo che per l' avvolgimento a cui è collegato il condensatore, in modo da avere un regime equilibrato, ovvero uno sfasamento di 90° tra gli avvolgimenti. Avvolgimento ausilairio Avvolgimento principale 25 Uno dei problemi più ricorrenti nei motori è quello dell' avviamento; con questa tipologia di motore vi sono tre metodi principale per aumentare la coppia di avviamento: Aumento della capacità del condensatore, in questo modo è possibile allontanare la condizione di normale funzionamento a regime equilibrato; Utilizzo di due condensatori: uno permanentemente inserito, l' altro, avente capacità adeguata, viene disinserito ad avviamento concluso ; Utilizzo di un unico trasformatore al quale viene fatta assorbire una potenza reattiva maggiore, grazie ad un autotrasformatore che, collegato ad esso, lo sottopone ad una tensione maggiore di quella di normale funzionamento; Uno dei problemi del motore mono-bifase riguarda il suo funzionamento a vuoto, in quanto si possono creare delle sovratensioni sul condensatore; questo potrebbe dare delle sollecitazioni al dielettrico. Per sopperire a questo disguido la norma CEI stabilisce che per i motori aventi una potenza fino ai 250 W, il funzionamento a vuoto non può permanere oltre i 20 minuti. Qui sotto verrà riportata la tabella con illustrati i dati di targa del motore utilizzato per la riuscita del progetto: DITTA COSTRUTTRICE Vn Bonato & 230 Veronesi V (motori elettrici) f Pn 50 Hz 250 W Nn Cos φ 900 rpm 0,9 In Coppia 2A 173 N*m 26 Analisi dei Rendimenti con diverso Tilt In questa mi tesina tratterò gli aspetti legati alla produttività dei pannelli fotovoltaici in base all’inclinazione: riporterò dei grafici ”pre” e “post” il lavoro da noi svolto. Da quest’analisi si noterà un netto miglioramento della produttività del sottocampo da noi modificato. Innanzi tutto è bene ricordare che la produttività media di un impianto PV dipende in primo luogo dall’ irraggiamento solare, cioè dalla quantità di radiazione che il pannello è in grado di assorbire. Grazie alla possibilità di connetterci al server ftp del nostro istituto e alla rete di comunicazione degli inverter (Sunny Web Box), ci è stato possibile raccogliere un gran numero di dati relativi alla produttività del nostro impianto. Inserendo in un qualsiasi motore di ricerca di internet, il seguente indirizzo: 217.133.100.238 è possibile, tramite le apposite credenziali, accedere ad una pagina elencante le specifiche tecniche e realizzative dell’impianto. Grazie alla grande quantità di dati a nostra disposizione, ci è stato possibile elaborarne un gran numero ed analizzarne i dati per valutare i progressi del progetto. Di seguito rappresenterò alcuni grafici ponendo in relazione alcuni elementi caratteristici quali l’ora del giorno, la produttività dell’impianto (in termini di potenza)e la temperatura ( in quanto sappiamo che il rendimento di un impianto PV dipende anche da questo fattore). 27 Grafici -Irraggiamento e Temperatura. Come già anticipato prima ci è stato possibile raccogliere un gran numero di dati di vario tipo, in questo caso è illustrata la correlazione tra l’irraggiamento solare 1200 1000 800 irraggiamento 600 Temp Ambiente temp modulo 400 200 00:35 01:15 01:55 02:35 03:15 03:55 04:40 05:20 06:00 06:40 07:20 08:00 08:40 09:20 10:00 10:40 11:20 12:00 12:40 13:20 14:00 14:40 15:20 16:00 16:40 17:20 18:00 18:40 19:20 20:00 20:40 21:20 22:00 22:40 23:20 0 (W/m^2) , la temperatura ambiente e la temperatura del modulo. Da questo grafico è facilmente osservabile come a causa di una nuvola o di sopravvenuto buio l’irraggiamento e, di conseguenza la produtività di un impianto, ne risenta le conseguenze. 28 -Irraggiamento e Potenze 3000 2500 2000 1500 irraggiamento Sottocampo 1 Sottocampo Amorfo Sottocampo 3 1000 500 00:35 01:15 01:55 02:35 03:15 03:55 04:40 05:20 06:00 06:40 07:20 08:00 08:40 09:20 10:00 10:40 11:20 12:00 12:40 13:20 14:00 14:40 15:20 16:00 16:40 17:20 18:00 18:40 19:20 20:00 20:40 21:20 22:00 22:40 23:20 0 Analizzando altri dati relativi allo stesso giorno del precedente grafico, è possibile notare come nonostante il sottocampo 1 ed il sottocampo 3 , pur essendo costituiti dai medesimi pannelli, abbiano rendimenti diversi. Nel corso della mattinata in cui i dati sono stati raccolti, il sottocampo 3 (nonché quello fisso con un tilt di 30 °) ha avuto una produttività maggiore perché per nostra scelta, il sistema di autoregolazione del sottocampo 1 non era stato attivato. Dopo essere stato acceso nel primo pomeriggio, il sistema ha cominciato a cercare il punto di massimo rendimento, auto-orientando l’impianto del sottocampo 1 in modo da ottenere l’irraggiamento più alto possibile. La differenza di potenza tra il sottocampo orientato automaticamente ed il sottocampo fisso è stata di circa 400 W, fino all’imbrunire, quando gli inverter hanno smesso di funzionare. 29 Prospettive future per gli impianti fotovoltaici Quando si pensa al pannello solare, viene spontaneo pensare ad un’estensione rettangolare blu scuro, tendente al nero. Tuttavia, la ricerca nel campo della scienza dei materiali, ha permesso negli ultimi anni di mettere a punto dei prototipi costituiti da materiali diversi: Tra una decina d’anni, quindi, i pannelli in silicio mono e policristallino potrebbero essere solo un vecchio ricordo. Il protagonista della nuova generazione di pannelli fotovoltaici sembra essere infatti il silicio amorfo che, nonostante la sua bassa resa, trova numerose applicazione grazie alla sua alta adattabilità sui diversi tipi di superficie. La sua particolare attitudine ad adeguarsi a qualsiasi tipo di materiale lo rende particolarmente appetibile anche a designer ed architetti che impiegano il silicio amorfo anche nelle applicazioni più impensabili. Un esempio recente è dato dai cosiddetti “vetri solari”. Si tratta di veri e propri , pannelli trasparenti perché utilizzano il vetro come base lasciando così passare la luce e potendo ricoprire superfici vetrate come lucernari, tetti e facciate. L’edificio ci guadagnerà in risparmio energetico e in illuminazione naturale e diventerà produttore “in proprio” e in maniera autonoma di energia. Ma vediamo come funzionano: I vetri fotovoltaici sono in grado di assorbire la luce grazie ad una speciale vernice trattata con gel di silicio amorfo che trasforma i pannelli in semiconduttori. La tecnologia oggi ha consentito di rendere i vetri di una trasparenza tale da poter essere utilizzabili anche nelle abitazioni. Anche il costo è abbordabile e si aggira sulla metà del tradizionale pannello fotovoltaico. Il gel può essere applicato sia in uno strato interno ai doppi vetri che superficialmente e funziona come ottimizzatore per l’assorbimento dei raggi, così da mantenere un grado di trasparenza del vetro del 30% e favorire così l’illuminamento naturale. Nel caso dell’intercapedine si riesce a produrre fino a 300 watt/mq, per il film steso sul vetro il sistema è in grado di generare fino a 100 watt/m^2. 30