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ANNO D - SCHEDA 3

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ANNO D - SCHEDA 3
LABORATORI
DELLA
FEDE
Giovani in cammino
verso Cristo
ANNO D
scheda 3 - 16/19 anni
APPROFONDIMENTI
Diocesi di Forlì-Bertinoro
Centro di Pastorale Giovanile
TE
ST
IMO
NIANZA
LA MISSIONE
“giovani missionari o dimissionari?
IL FILM
INTO THE WILD
Titolo originale: Into the wild
Paese di produzione:Stati Uniti d’America
Durata:140 minuti
Genere: avventura, drammatico, biografico
Regista: Sean Penn
Interpreti: Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone, Brian Dierker, Catherine Keener, Vince Vaughn, Kristen
Stewart, Hal Holbrook
TRAMA:
Christopher McCandless è un giovane benestante: subito dopo la laurea in scienze sociali all’Università Emory nel 1990, dona
i suoi risparmi all’Oxfam e abbandona amici e famiglia per sfuggire ad una società consumista e capitalista nella quale non
riesce più a vivere. La sua inquietudine, in parte dovuta al pessimo rapporto con la famiglia e in parte alle letture di autori
anticonformisti come Thoreau e London, lo porta a viaggiare per due anni negli Stati Uniti e nel Messico del nord, con lo
pseudonimo di Alexander Supertramp.
Durante il suo lungo viaggio verso l’Alaska incontrerà sulla sua strada diversi personaggi: Jan e Rainey, una coppia hippie; Wayne
Westerberg, un giovane trebbiatore del Dakota del Sud; Tracy, una giovane cantautrice hippie e Ron, un anziano veterano
scontroso, chiuso nei suoi ricordi; tutti personaggi a cui cambierà la vita con il suo messaggio di libertà e amore fraterno e dai
quali riceverà la formazione necessaria per affrontare le immense terre dell’Alaska. Qui trova la natura selvaggia ed incontaminata
che, con il passare del tempo, lo porta ad uno stato di felicità interiore, da cui viene pervaso.
Vive cibandosi di selvaggina e di bacche. Dopo non essere riuscito a conservare la carne di un alce che aveva cacciato per
l’inverno, sarà proprio una bacca a condurlo alla morte: Chris infatti, divorato dalla fame, mangia i velenosi frutti di una pianta
selvatica erroneamente scambiati per commestibili, che gli causeranno, dopo pochi giorni, la morte. Durante la lunga agonia, in
cui non riesce a cercare aiuto, essendo completamente isolato, scriverà su uno dei libri che era solito leggere “Happiness only
real when shared”: la felicità è autentica solo se condivisa.
SPUNTI DI RIFLESSIONE
Perché il viaggio di Chris McCandelss iniziò come un gesto di ribellione contro il modo di vivere dei genitori? Quali comportamenti
egli contestava a Walt e Billie McCandless?
Chris non era d’accordo, soprattutto con Walt, suo padre, ingegnere spaziale della NASA, uomo brillante e gran lavoratore. Aveva,
verso di lui, un complesso di inferiorità oppure erano l’ordine e le regole della sua vita che egli non voleva seguire?
Chris era molto legato a Carine, sua sorella. Eppure, quando se ne andò da casa, non le lasciò neanche un biglietto. Perché,
secondo la vostra opinione?
Come definireste l’allontanamento di Chris dalla sua casa e dalla sua famiglia? Un’aspirazione alla libertà, oppure una fuga,
oppure…?
Il peregrinare di Chris, senza una meta, lo portò da Pierre, capitale del South Dakota, al fiume Colorado in Arizona, dalla California
allo Stato di Washington, dal Nebraska all’Oregon, dal Canada in Alaska. Durante il suo vagare, egli incontrò varie persone con
cui instaurò amichevoli rapporti ma non seppe (o non volle) fermarsi in alcun posto. Perché?
Perché Chris, durante il suo viaggio, cambiò persino identità? Con questo negare se stesso, per ciò che era stato, voleva
dimenticare o dimenticarsi?
L’autosufficienza che Chris cercava è un modo per contestare la vita che egli aveva condotto fino a quel momento, oppure un
mettersi alla prova in un confronto, esclusivamente con se stesso?
Ogni uomo e donna che Chris incontrò nel suo viaggio, gli lasciò qualcosa ma nessuno mai il desiderio di fermarsi. Perché? A
questi probabili amici mancò quel “qualcosa” di cui Chris era alla ricerca oppure…? ’è, secondo voi, anche un solo attimo, nel
peregrinare di Chris che egli abbia pensato al dolore che dava alla sua famiglia?
MUSICA
“ NON M’ANNOIO” di JOVANOTTI
Tempo,
tempo comunque vadano le cose lui passa
e se ne frega se qualcuno è in ritardo puoi chiamarlo
bastardo ma tanto è già andato
e fino adesso niente lo ha mai fermato
e tutt’al più forse lo hai misurato con i tuoi orologi di
ogni marca e modello
ma tanto il tempo resta sempre lui quello
l’unica cosa che ci è data di fare
è avere il tempo da poter organizzare si da organizzare da dividere in passi cassa rullante la mia voce ed i
bassi bassi medi e alti
per fare salti per far ballare il pubblico sugli spalti
e non m’annoio e no che non m’annoio e non m’annoio io no che non m’annoio e non m’annoio no che non
m’annoio no che non m’annoio
tempo 109 battute al minuto
quando finisce forse ti sarà piaciuto la chiave per capire questo genere di suono
che a molte orecchie può sembrare frastuono
e liberare la tua parte migliore chiudere gli occhi
aprire bene il cuore
che non c’è musica che vale di più
di quella musica che vuoi sentire tu
e non mi stanco e no che non mi stanco non mi stanco io no che non mi stanco non mi stanco no che non
mi stanco no che non mi stanco
sono passate 1000 generazioni
dai rockabilli punk e capelloni
i metallari i paninari e sorcini
e ogni volta gli stessi casini
perché i ragazzi non si fanno vedere
sono sfuggenti come le pantere e quando li cattura
una definizione
il mondo è pronto a una nuova generazione
e non m’annoio e no che non m’annoio e non m’annoio io no che non m’annoio non m’annoio no che
non m’annoio no che non m’annoio io no che non
m’annoio
tempo
prezioso
conosco un modo per rimanere a galla
non abboccare a questa grande balla del tempo che ti
fa cambiare che ti modella
e più vai avanti più la vita è meno bella sfuggi dal
gruppo e pensa con la tua testa
e stare insieme sarà sempre una festa
se riuscirai a sopravvivere lontano dal branco
non c’è noia non sarai mai stanco sfuggi dal gruppo e
non lasciarti fregare
e non m’annoio io continuo a ballare
e non mi rompo e no che non mi rompo non mi rompo io no che non mi rompo non mi rompo no che non
mi rompo no che non mi rompo
tempo quando stai bene lui va via come un lampo
quando ti annoi un attimo sembra eterno
il paradiso può diventare inferno tempo, ti frego con
il ritmo ti cattura e ti chiudo in una ritmica di aspetto
molto duro
e ti organizzo in battute in quattro quarti all’ora non
avrai tempo di liberarti
e con le gambe muovo anche il cervello
e allora il tempo sarà mio fratello
e come lui mi darà sempre una mano
mi darà tempo per andare lontano
e come Ulisse cercherò di ritrovare quella mia isola
ma tanto viaggiare
sarà piacevole sarà indispensabile
anche se l’isola sarà irraggiungibile (ahaaaaa)
e non m’annoio e no che non m’annoio non m’annoio
io no che non m’annoio non m’annoio no che non
m’annoio no che non m’annoio
e non mi stanco e no che non mi stanco non mi stanco io no che non mi stanco non mi stanco no che non
mi stanco no che non mi stanco
e non mi rompo no che non mi rompo non mi rompo
io no che non mi rompo non mi rompo no che non mi
rompo no che non mi rompo tempo.
METTITI IN GIOCO!
L’USO DEL TEMPO LIBERO
Grafico preso da una ricerca sull’uso del tempo libero tra i ragazzi dai 14 ai 19 anni in Piemonte
STORIA 86.400 AL GIORNO
Immaginate che esista una banca che ogni mattina vi accredita 86.400 euro sul vostro conto. A lei non
interessa il saldo giornaliero perchè ogni notte cancella qualunque cifra rimasta sul conto e la mattina
dopo riaccredita la medesima cifra. Ora immaginate che cosa fareste in questo caso. Forse il primo
giorno userete solo una parte del denaro, ma appena compreso il meccanismo di certo farete in modo di
consumare ogni giorno l’intera somma di 86.400 euro. Tanto il giorno dopo avrete nuovamente quei soldi.
Utopia? Niente affatto. Ognuno di noi è cliente di questa banca e ognuno di noi ogni giorno possiede un
valore di 86.400 unità. Solo che non sono soldi ma tempo. Il preziosissimo tempo a cui a volte non diamo
valore per nulla. Ebbene, noi ogni giorno abbiamo un credito di 86.400 secondi da utilizzare al meglio per
potersi godere ogni attimo.
Ogni notte, poi, questo conto viene azzerato. Non andiamo a credito. Il giorno dopo non abbiamo 86.400
secondi più quelli avanzati. Questo ci dovrebbe portare a dare un valore immenso a ogni secondo della
nostra vita.
Per capire il valore di un anno, chiedi ad uno studente che ha perduto un anno di studio.
Per capire il valore di un mese, chiedi ad una madre che ha partorito prematuramente.
Per capire il valore di una settimana, chiedi all’editore di un settimanale.
Per capire il valore di un ora, chiedi a due innamorati che attendono di incontrarsi.
Per capire il valore di un minuto, chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno.
Per capire il valore di secondo, chiedi a qualcuno che ha appena evitato un incidente.
Per capire il valore di un milionesimo di secondo, chiedi ad un atleta che ha vinto la medaglia d’argento
alle Olimpiadi.
Date valore a ogni attimo della vostra giornata. Quell’attimo non torna ma viene azzerato se non utilizzato.
Per essere felici e ottenere successo dobbiamo imparare a vivere il nostro tempo. Perchè siamo speciali,
abbiamo un credito di un valore immenso e dobbiamo usarlo. Siamo fortunati perchè ogni mattina abbiamo
un credito di 86.400 secondi da utilizzare. Non disperdiamolo…e facciamone buon uso. E’ il presente, il
nostro presente.
PREGHIERA “INSEGNAMI AD USARE BENE IL TEMPO” DI JEAN GUITTON
Dio mio, insegnami ad usare bene il tempo che tu mi dai
e ad impiegarlo bene, senza sciuparne.
Insegnami a prevedere senza tormentarmi, insegnami a trarre profitto dagli errori passati,
senza lasciarmi prendere dagli scrupoli.
Insegnami ad immaginare l’avvenire senza disperarmi che non possa essere
quale io l’immagino.
Insegnami a piangere sulle mie colpe senza cadere nell’inquietudine.
Insegnami ad agire senza fretta, e ad affrettarmi senza precipitazione.
Insegnami ad unire la fretta alla lentezza, la serenità al fervore, lo zelo alla pace.
Aiutami quando comincio, perché è proprio allora che io sono debole.
Veglia sulla mia attenzione quando lavoro, e soprattutto riempi tu i vuoti delle mie opere.
Fa’ che io ami il tempo che tanto assomiglia alla tua grazia
perché esso porta tutte le opere alla loro fine e alla loro perfezione
senza che noi abbiamo l’impressione
di parteciparvi in qualche modo.
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