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2011/2012 prosa the history boys Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, 2012 A cura dell’Area Comunicazione L’editore si dichiara pienamente disponibile a regolare le eventuali spettanze relative a diritti di riproduzione per le immagini e i testi di cui non sia stato possibile reperire la fonte. Lunedì 12, martedì 13, mercoledì 14, giovedì 15 marzo 2012, ore 20.30 Teatro Cavallerizza the history boys di Alan Bennett traduzione di Salvatore Cabras e Maggie Rose regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani con Elio De Capitani, Ida Marinelli, Gabriele Calindri, Marco Cacciola, Giuseppe Amato, Marco Bonadei, Angelo Di Genio, Loris Fabiani, Andrea Germani, Andrea Macchi, Alessandro Rugnone, Vincenzo Zampa luci di Nando Frigerio produzione Teatridithalia Premi Ubu 2011: Miglior Spettacolo dell’anno, Miglior Attrice non protagonista (Ida Marinelli), Nuovo attore under 30 (gli 8 ragazzi) 3 “Ogni forma di conoscenza è preziosa, che abbia o meno una qualche utilità per l’essere umano.” Alfred Edward Houseman, da The History Boys 4 “Uno degli spettacoli più importanti ed emozionanti” firmati da Bruni e De Capitani, diventato un caso per la risposta entusiasta degli spettatori più giovani. Un successo che replica quello della versione originale, vincitrice di sei Tony Award nel 2004 e subito trasformata in film. Un gruppo di studenti - interpretati da otto “bravissimi attori, tutti under 30” - è impegnato negli esami di ammissione all’università: sono ragazzi molto diversi tra loro ma affiatati, dal leader della classe, il donnaiolo Dakin, al fragilissimo Posner, fino al poco convenzionale Scripps. L’insegnante di inglese, Hector (“irresistibile” Elio De Capitani) e quella di storia (Ida Marinelli) cercano di stimolarli al di là dei percorsi consueti e preconfezionati, infischiandosene delle tradizioni e dei punteggi scolastici, mentre il preside (Gabriele Calindri), per buon nome della scuola, li vorrebbe tutti a Oxford o Cambridge. Si apre così uno scontro che vede scendere in campo anche un giovane e ambizioso professore (Marco Cacciola), incaricato di dare una “ripulita” allo stile dei ragazzi, renderlo più brillante, “giornalistico” e più spendibile al “supermercato del sapere”. Da oltre un anno il Teatro dell’Elfo propone sulle scene italiane The History Boys, la fortunata commedia di Alan Bennett su un gruppo di liceali inglesi che verso il 1985 preparano gli esami di storia per l’ammissione alle ambite Oxford e Cambridge. La traduzione è di Salvatore Cabras e Maggie Rose, la regia è di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani, che brilla nella parte di Hector, l’insegnante anziano e un po’ matto ma pieno di verve e amatissimo dai ragazzi nonostante i palpeggiamenti rituali cui li sottopone (del resto Hector ha anche un’“inverosimile moglie”). Il testo è un tour de force di tre ore scoppiettanti in cui si confrontano modelli di apprendimento e c’è molta letteratura, addirittura una explication de texte in scena fra Hector e il timido ragazzo ebreo Posner, riguardante una poesia di guerra di Thomas Hardy. Le citazioni abbondano, per esempio i ragazzi fanno un gioco con Hector imitando scene di film famosi (si fa per dire) come Breve incontro, che lui deve riconoscere. E il pubblico è chiamato a un gioco analogo per quanto riguarda le citazioni nascoste. Per mettere gli spettatori sulla pista giusta, l’Elfo fornisce un programma di sala che elenca poeti, scrittori, filosofi, attori, film, musiche (soprattutto l’infallibile Bewitched bothered and bewildered ma anche Bye Bye Blackbird). Lo spettacolo comunque funziona benissimo, citazioni o no. È un poco ipertrofico 5 con le sue tre ore e tutto il materiale che sciorina e il suo finale enfatico; Hector muore in un incidente quando tutto sembrava mettersi per il meglio. Una scappatoia un po’ facile che Bennett si è concesso e che permette di finire alla grande sulla scena. Un anno dopo la prima milanese di The History Boys, il testo di Alan Bennett esce nella Piccola Biblioteca Adelphi, col titolo Gli studenti di storia e una non meno efficace traduzione di Mariagrazia Gini (pp.178, 12 euro). La cosa strana è che, con la consueta reticenza adelphiana, il testo è offerto nudo e crudo, senza alcuna indicazione sui prestiti che contiene. Non so chi riconoscerà le citazioni entrate in proverbio di Milton, Housman e altri, gettate lì come arcinote, come se in un lavoro italiano un personaggio dicesse “ciò che non siamo ciò che non vogliamo”. Ma forse il lettore di Gli studenti di Storia avrà qualche difficoltà con l’altrettanto noto (in Inghilterra) “Sono un uomo vecchio in un’arida stagione” (frase non virgolettata nel testo, come invece lo è un altro magniloquente prestito elitario “Dopo una tal conoscenza, quale perdono?”) Frasi sempre pronunciate da Hector e il gioco sta nel fatto che queste dichiarazioni disperate sono intonate comicamente. Ovviamente nell’edizione inglese del testo Bennett non ha messo in nota le fonti, ma chissà, in italiano avrebbe potuto essere utile. Va aggiunto però che il testo stampato si presenta come un do-it-yourself. Nell’ampia e ricca introduzione, che è uno dei regali di questo volumetto, Bennet scrive di avere lesinato le indicazioni di scena per lasciare maggiore libertà ai registi. Questo però si traduce in un copione di non facile decifrazione, su cui il lettore è chiamato a fare un lavoro di ambientazione e di attualizzazione. Forse la cosa migliore sarebbe che si vedesse la produzione dell’Elfo e poi si leggesse il testo, anche per confrontare le traduzioni (…). Bennett racconta nella premessa che la vicenda di Gli studenti di storia è un poco la sua, che, da una scuola secondaria non prestigiosa di Sheffield (Bennett proviene da una famiglia piccolo borghese) ha tentato con successo l’arrembaggio a Oxford, e che per riuscirvi si è provvisto di una cultura epidermica e di un metodo: sorprendere i commissari con risposte brillanti e paradossali. “Pensate agli esaminatori che devono leggere centinaia di temi. Se dici che Stalin era tutto sommato un buon uomo o Hitler un politico come un altro, hai maggiori possibilità di essere preso in considerazione” (…). Massimo Bacigalupo, Alias 26 febbraio 2012 6 7 ©David Ruano Si tratta di un lavoro sui giovani alle prese con la scuola che, anche se la tradizione inglese dell’insegnamento non collima con la nostra, ci propone problemi a noi ben noti che catturano l’attenzione di chi li vive giornalmente in proprio. In effetti la platea a basse gradinate dell’Elfo/Puccini è ogni sera strapiena di giovani attentissimi, coinvolti per le tre ore di spettacolo, di fronte alla larga scena a più livelli su fondo rossastro, in cui hanno modo di seguire contemporaneamente tanto lo svolgersi delle lezioni al centro o in altri settori confinanti, quanto le mosse politiche e organizzative della direzione e della segreteria sistemate con le loro sedie alla scrivania vicine alla parete, sul fondo. Franco Quadri, la Repubblica 8 gennaio 2011 Si sa che le aule scolastiche e le vicende umane che in esse si svolgono costituiscono da sempre, per scrittori e registi – dal Cuore di De Amicis a L’attimo fuggente di Weir a Nemico di classe di Nigel Williams, che proprio per il Teatro dell’Elfo ha rappresentato nell’83 una tappa decisiva – delle formidabili metafore della vita. Non fa eccezione questa bella commedia di Alan Bennett, in cui i rapporti fra docenti e allievi si prestano a una livida analisi della società e dei suoi valori. Renato Palazzi, il Sole 24 Ore 2 gennaio 2011 Appena metto piede nell’abitazione di Alan Bennett - calda, piena di libri, quadri e oggetti d’ogni tipo («come avrà capito lo stile prescelto non è propriamente minimal») - mi rendo subito conto che è perfettamente inutile cercare di affrontare con lui il problema della verità partendo dai massimi sistemi. «Non credo di essere la persona più adeguata a offrirle una risposta. Meglio chiederne conto agli europei più che agli inglesi. E tra gli inglesi io sono il meno adatto. Perché per me il problema della verità non è teorico, ma ha a che fare con l’onestà verso se stessi. E dunque, nel mio caso, con quanto scrivo». Franco Marcoaldi, la Repubblica, 4 febbraio 2012 Ferdinando Bruni Dal 1973, quando fonda il Teatro dell’Elfo, lavora a tutto campo nelle produzioni della compagnia come attore, spesso in ruoli di protagonista, regista, scenografo e occasionalmente anche traduttore. È direttore artistico di Teatridithalia insieme a Elio De Capitani e 8 con lui ha firmato molti degli spettacoli che hanno segnato lo stile e la storia del gruppo: dalla trilogia di Fassbinder - Le amare lacrime di Petra Von Kant, La bottega del caffè, I rifiuti, la città e la morte (che Bruni in seguito ha arricchito dirigendo e interpretando Come gocce su pietre roventi) – fino ai recenti successi di Angels in America (parte I e parte II) di Tony Kushner, bestseller americano con cui ha vinto tutti i più importanti premi teatrali italiani, e Racconto d’inverno di William Shakespeare di cui è anche sensibile protagonista. Tra i successi personali vanno ricordate le interpretazioni shakespeariane di Amleto, debuttato nel 1994 ed elogiato da un ottima critica sul Financial Times, di Shylock nel Mercante di Venezia prodotto per l’Estate Teatrale Veronese nel 2003 e della Tempesta di Shakespeare, realizzata con Francesco Frongia, nella quale, dando voce a una schiera di personaggi-marionette “si propone – secondo molti critici - come erede legittimo di Carmelo Bene”. La sua maturità d’attore si è definitivamente imposta con il monologo sdisOrè di Giovanni Testori, giudicato “uno dei culmini della sua carriera”, ma non va dimenticata la difficile prova comica di Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo, nel quale firma anche la regia con de Capitani. Tra le regie più riuscite vanno citati due “classici moderni” con Ida Marinelli protagonista: Zoo di vetro di Tennessee Williams e l’importante progetto del Giardino dei ciliegi di Cechov, messo in scena nel 2006 con la compagnia dell’Elfo al completo, in un allestimento applaudito per rigore e sensibilità interpretativa e vincitore di due Premi Persefone 08 (Miglior scenografia e Miglior attore coprotagonista), riconoscimenti riservati ai protagonisti del teatro distintisi negli spettacoli trasmessi da Rai Due “Palcoscenico” e da Mediaset Premium. Passa dalla direzione di giovani attori a quella dei più importanti nomi della scena italiana: così nel luglio ‘08 dirige Romeo e Giulietta, prodotto da Teatridithalia in collaborazione con Estate Teatrale Veronese e Amat, mentre nella primavera del ’09, insieme a Elio De Capitani, dirige Mariangela Melato ne L’Anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht; e ancora nel 2010 torna a lavorare con i giovani affrontando Shopping & fucking di Mark Ravenhill. Tra le sue ultime incursioni nel teatro musicale ricordiamo la Carmen di Georges Bizet, prodotta dal Circuito Lirico Lombardo, di cui firma regia, scene e costumi (novembre 2008 al Teatro Ponchielli di Cremona) e l’interpretazione, come voce recitante, della creazione di Fabio Vacchi Prospero, o dell’armonia, melologo dalla 9 Tempesta di Shakespeare, un grande successo con la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly (marzo 2009 al Teatro alla Scala). Nella stagione 2010/11 firma a quattro mani con Elio De Capitani due importanti successi, premiati dal “tutto esaurito”: Racconto d’inverno di Shakespeare, di cui è anche protagonista, e la commedia The history boys di Alan Bennett che si è aggiudicata 3 Premi Ubu (Miglior Spettacolo dell’anno, Miglior Attrice non protagonista a Ida Marinelli, Nuovo attore under 30 al gruppo degli 8 ragazzi); inoltre interpreta una personale riscrittura della Salomé di Oscar Wilde. Elio De Capitani Elio De Capitani entra a far parte del Teatro dell’Elfo non ancora ventenne nel 1973. Attore in molti spettacoli del giovane Salvatores, passa alla regia nel 1982 con una personale versione di Nemico di classe di Nigel Williams con Paolo Rossi e Claudio Bisio. Molti lo ricordano nel film di Nanni Moretti Caimano, ma la sua vocazione è il teatro: dal 1992 è con Ferdinando Bruni direttore artistico di Teatridithalia, oggi trasferito nella multisala Elfo Puccini. In 26 anni più di trenta regie, soprattutto di drammaturgia contemporanea, dirigendo Mariangela Melato, Umberto Orsini, Toni Servillo, Lucilla Morlacchi, oltre agli attori dell’Elfo. E senza mai smettere i panni d’attore: ha interpretato Roy M. Cohn in Angels in America di Toni Kushner, (spettacolo diretto insieme a Bruni, con il quale ha vinto i più importanti premi italiani per la regia e per l’interpretazione), Hector in The History boys. Dagli anni novanta lavora intensamente anche sui classici, mettendo in scena Shakespeare, con il Sogno di una notte di mezza estate, Amleto e Mercante di Venezia, e il teatro greco attraverso le parole di Pasolini per l’Orestiade. Per ben quattro volte è stato ospite alla Biennale di Venezia. Restano celebri anche altri spettacoli, soprattutto dell’autore-culto Fassbinder: Petra Von Kant, Bottega del caffé e I rifiuti la città e la morte. Del 2008 crea un allestimento visionario di Blasted di Sarah Kane, definito dalla critica “uno spettacolo da togliere il respiro”; nel 2010 si dedica al teatro di Tennessee Williams firmando Improvvisamente l’estate scorsa e il meno noto La discesa di Orfeo. Con Bruni realizza nelle ultime stagioni spettacoli di grande successo: L’anima buona di Sezuan, interpretata da Mariangela Melato, la seconda parte di Angels in America, Perestroika e nel 2010, Racconto d’inverno di Shakespeare e la commedia The history boys di Alan Bennett, che ha vinto 3 Premi Ubu (i più prestigiosi premi teatrali italiani). In ambito lirico, firma nel 2009 a Madrid la sua terza regia: La Vera Costanza, commissionata dal Teatro Real insieme al Teatro Comunale di Treviso, Ópera di St. Etienne, Opéra Royal de Wallonie di Liegi, Ópera de Rouen Haute-Normandie, Teatro Nacional de Sofía, I Teatri di Reggio Emilia. 12 GRUPPO BPER Le attività di spettacolo e tutte le iniziative per i giovani e le scuole sono realizzate con il contributo e la collaborazione della Fondazione Manodori Vanna Belfiore, Deanna Ferretti Veroni, Primo Montanari, Corrado Spaggiari, Vando Veroni 13 Annalisa Pellini Paola Benedetti Spaggiari, Enea Bergianti, Bluezone Piscine, Franco Boni, Gemma Siria Bottazzi, Gabriella Catellani Lusetti, Achille Corradini, Donata Davoli Barbieri, Anna Fontana Boni, Mirella Gualerzi, Insieme per il Teatro, Paola Scaltriti, Gigliola Zecchi Balsamo Francesca Azzali, Nicola Azzali, Gianni Borghi, Andrea Capelli, Classic Hotel, Francesca Codeluppi, Andrea Corradini, Ennio Ferrarini, Milva Fornaciari, Giovanni Fracasso, Alessandro Gherpelli, Alice Gherpelli, Marica Gherpelli, Silvia Grandi, Hotel Saint Lorenz, Claudio Iemmi, Luigi Lanzi, Franca Manenti Valli, Graziano Mazza, Ramona Perrone, Francesca Procaccia, Teresa Salvino, Viviana Sassi, Paola Torelli Azzali, Alberto Vaccari Stampa: Grafiche San Benedetto, Castrocielo (FR)