Accreditamento istituzionale: all`Azienda Ulss di Rovigo un meritato
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Accreditamento istituzionale: all`Azienda Ulss di Rovigo un meritato
INARI EON ST EDIZI A S S L U 8 1 Distribuzione gratuita presso le sedi del Ulss 18 di Rovigo, farmacie, ambulatori dei medici di base, pediatri, comuni e parrocchie. Periodico a carattere divulgativo e sociale esente imposte Sede Ulss 18 Rovigo - viale Tre Martiri 89 tel 0425 393969 - Direttore responsabile Annalisa Boschini - iscr. trib. di Rovigo n° 23 del 1/12/2004 - Edizione e distribuzione Azienda Ulss 18 Rovigo © 2009 Rovigo nuovo Ospedale RAORD All’interno Lo sforzo del rinnovamento Investiti100 milioni per rinnovare l’ospedale Intervista a Adriano Marcolongo Segue a pagina 3 Numero Anno 6 Dicembre 2010 Riqualificazione dell’ospedale Radiologia amichevole Chirurgia d’avanguardia Medicina Nucleare ULSS 18 e Croce Rossa pag. 2 pag. 4 pag. 4 pag. 5 pag. 7 Accreditamento istituzionale: all’Azienda Ulss di Rovigo un meritato riconoscimento di Luca Coletto di Niccolò Panozzo “Rinnovare significa innanzitutto ristrutturare e riorganizzare”. Con queste parole Adriano Marcolongo, direttore dell’Ulss 18 di Rovigo, ha riassunto il concetto che sta alla base dell’operazione che, da sei anni a questa parte, l’azienda ospedaliera sta portando avanti. Ristrutturare, perché era necessaria una vera e propria opera edilizia volta ad ammodernare gli edifici e mettere in sicurezza alcune situazioni che prima non lo erano. È il caso, per esempio, degli ascensori del cosiddetto corpo M, il blocco centrale dell’ospedale, che erano vecchi e troppo piccoli. E poi riorganizzare, perché per stare al passo della scienza è necessario aggiornarsi costantemente sulle nuove tecnologie mediche e adattare la struttura in cui vengono poste per poterle accogliere al meglio. “Nonostante quanto si possa pensare, la parte più complessa è quella della riorganizzazione: non è semplice, infatti, pensare a un nuovo ospedale e a come le diverse funzioni che deve assolvere si possano integrare con le strutture, sia quelle nuove che quelle vecchie. In ogni caso, la programmazione era cominciata già nel 2004, mentre la parte 9 Assessore alla Sanità della Regione Veneto Le strutture socio–sanitarie di Rovigo hanno ricevuto, tra le prime, la visita di accreditamento istituzionale effettuata a fine ottobre 2010 dai tecnici valutatori dell’Agenzia socio – sanitaria (Arss) del Veneto, che hanno espresso un giudizio positivo sulle funzioni assistenziali e sui servizi garantiti dell’Azienda Ulss 18. E’ un buon punto di partenza. In questi mesi il sistema socio sanitario veneto è protagonista di un grande e importante progetto di riorganizzazione, con due obiettivi: maggiore efficienza e minori costi. E’ una sfida forte, basata sull’intelligenza e la tensione etica ed operativa di politici, tecnici e professionisti. E’ una sfida che avrà sempre come base il modello di integrazione che si è dimostrato vincente, ma che deve essere rinnovato. Quello che è certo è che la riorganizzazione, con gli inevitabili tagli e le razionalizzazioni, non solo non intaccheranno l’efficienza del nostro sistema socio–sanitario ma rappresenteranno l’opportunità di sviluppare un lavoro di squadra tra livello politico, livello tecnico e manager sul territorio. Fondamentale diventa quindi una attenzione più precisa alla spesa, che non significa diminuzione di servizi, ma ottimizzazione delle spese non impellenti con l’obiettivo di mantenere il livello dell’assistenza erogata; significa inoltre una maggior attenzione al “sistema” organizzativo generale, il rafforzamento della riorganizzazione ospedaliera e la crescita dei servizi sul territorio. Forse avremo meno abbondanza, si dovrà spendere meno e meglio, ma l’importante è che l’offerta sanitaria e sociale del Veneto mantenga il suo alto livello di qualità, per continuare a essere eccellente, moderna, efficiente e solidale, come ci è riconosciuto a livello internazionale. 2 Salute Ulss18 LA NUOVA HALL: PRESENTARSI BENE PER ACCOGLIERE MEGLIO Intervista a Giovanni Pilati di Tommaso Moretto L’umanizzazione dell’ospedale di Rovigo passa anche dal nuovo ingresso, la Main Street. Della filosofia con la quale è stata concepita abbiamo parlato con il direttore sanitario dell’Ulss 18, Giovanni Pilati. «Questa nuova hall ha tre funzioni: l’accesso, l’accoglienza e lo smistamento. L’obiettivo della sua costruzione è migliorare il comfort ospedaliero – spiega Pilati – partendo proprio da quando l’utente entra nella struttura». Come sarà la nuova hall? «Luminosa, climatizzata, insonorizzata, esteticamente bella perché il comfort passa anche dall’estetica. Metteremo delle opere d’arte e stiamo valutando quali. Tra gli utenti della struttura il rapporto tra malati e persone essenzialmente sane è di uno a venti. L’ospedale è frequentato prevalentemente da chi sta bene e sia costoro che i malati hanno diritto al comfort psicologico derivante dall’essere ospitati in un luogo accogliente. Dobbiamo ridurre le distanze tra ospedale e realtà di tutti i giorni, entrarvi non dev’essere un trauma». Con che criterio è stata progettata? «Chi entra capirà in maniera molto chiara come raggiungere la propria destinazione. La nuova struttura consente la divisione dell’ospedale in tre aree: radiologia, ambulatori e degenze. Chi deve fare i prelievi dovrà dirigersi nell’area ambulatoriale. Oltre alla funzione di orientamento immediato ci saranno i servizi: ritiro referti e accettazione. Il tutto puntando alla qualità. E’ evidente che un ruolo fondamentale lo avrà la nuova segnaletica». Ha parlato di servizi, ci saranno solo accettazione e ritiro referti? «No, vi saranno anche altri servizi a disposizione quali banca, negozi, l’edicola coi giornali, i fiori, il barbiere. Nella hall si potrà trovare anche il bar e il ristorante per il personale, i pazienti e i loro parenti». La riqualificazione dell’ospedale Intervista a Bruno Scarante di Franco Pavan La riqualificazione dell’ospedale di Rovigo è una somma di valore assoluto di progetti, di tecnica costruttiva, di risultati tecnologici e traguardi dell’offerta sanitaria. Dovendo proprio scegliere il fiore all’occhiello di quello che è diventato uno dei più attrezzati e tecnicamente più valorizzati nosocomi veneti, ci si deve soffermare sulle nuove sale operatorie. Nove in totale, una più del passato, con almeno due caratteristiche: sono localizzate tutte al medesimo piano rialzato (prima erano una per reparto, in verticale) e godono di spazi ampliati e funzionali allo scopo cui sono destinate. Al loro allestimento tecnologico, così come alla ricerca della massima funzionalità richiesta alle nuove strutture, ha contribuito, sotto il profilo della pianificazione, il dottor Bruno Scarante, primario di Traumatologia. “L’aspetto più rilevante, soprattutto per noi medici che operiamo in questi ambienti ha spiegato il dottor Scarante - credo sia l’informatizzazione ai massimi livelli inserita in ogni singola sala operatoria. Telecamere, monitor a parete, visualizzazioni grafiche digitali, tutto è computerizzato. Non esistono più cartelle sanitarie che girano di mano in mano. Accanto a questi aspetti che, insieme allo studio accurato sulle fonti luminose (led che non scaldano e mantengono inalterata la luce diffusa, ndr) e ai materiali con cui sono realizzate le pareti (l’acciaio è stato sostituito da compositi plastici ad alta tecnologia, ndr) possiedono requisiti che non si vedono, ma sono essenziali per il confort e la sicurezza degli operatori e dei pazienti. Uno su tutti: i dispositivi per il ricambio dell’aria, che avviene attraverso il soffitto in modo da spingerla verso l’esterno a livello del pavimento”. L’incremento di igiene rispetto allo standard precedente è evidente: in passato il procedimento era temporizzato con 15-25 ricambi nelle 24 ore. Le nuove sale del Santa Maria sono dotate invece di sensori che segnalano l’accumulo eventuale di inquinanti o contaminanti nelle polveri e innescano il dispositivo di ricambio. Il tutto tarato in modo autonomo per ogni singolo ambiente. Anche la scelta di motivi floreali alle pareti concede un apprezzabile confort psicologico al paziente, che ha a disposizione due ampie sale pre-operatorie dove viene anestetizzato e preparato e, in uscita, un reparto di degenza o sala risveglio, per la valutazione clinica della riuscita dell’intervento. “Il parametro della sterilizzazione è ai massimi livelli - ha aggiunto Scarante - Ogni lettino operatorio viene passato regolarmente in un forno a vapore. Anche il personale infermieristico, indipendentemente dal reparto in cui è impiegato, può partecipare al lavoro di tutte le sale operatorie”. Le nuove sale operatorie con luci RGB in chirurgia laparoscopica - decori artistici alle pareti per l’umanizzazione 3 Salu t e Ulss18 INTERVISTA (Panozzo, segue dalla prima pagina) esecutiva si è attivata nel 2006 e a questo punto dobbiamo solamente occuparci della riduzione del famoso corpo M da 7 piani a 3, per riportarlo allo stesso livello di tutto il resto”. L’ultima parte delle modifiche prevede infatti di abbassare la parte centrale dell’ospedale di quattro piani, che verranno distribuiti in edifici nuovi da costruire nell’area circostante. Vista l’enormità dell’operazione, solo questa parte di intervento prevede circa tre anni di cantiere, che saranno inaugurati non appena la Regione del Veneto deciderà la quota da affidare all’Ulss 18. L’insieme di tutte le ristrutturazioni, che ammonta ad un valore di 50 milioni di euro, è stato infatti pagato con i fondi regionali; per procedere con la seconda parte dei lavori è necessario che a Venezia si deliberi lo stanziamento di quelli ancora occorrenti: circa altri 70 milioni di euro. Ma Marcolongo è fiducioso: “Hanno già approvato il piano dei lavori, ora bisogna solo che si stabilisca assieme una quota che tenga in considerazione tanto le nostre necessità che le loro”. A dimostrazione del lavoro fatto finora, si terrà proprio a metà dicembre l’inaugurazione ufficiale di tutti quei settori che sono già stati sistemati: non solo il nuovo ingresso, che accoglierà tutti i servizi d’informazione, ritiro dei referti, pagamento del ticket, ma anche i nuovi reparti. “Sono stati rimessi completamente a nuovo il reparto di radiologia, le sale operatorie, l’unità coronarica, il settore della rianimazione e infine il raccordo per accedere ai nuovi ascensori. Naturalmente le tecnologie relative a queste unità sono state semplicemente trasferite, dal momento che si tratta anche in questo caso di macchinari per lo più nuovi o comunque acquistati da poco e che possono dunque continuare la propria attività in maniera più che egregia. Per quanto riguarda gli ambienti, invece, era diventato indispensabile un ammodernamento, poichè le strutture erano fatiscenti ed evidentemente troppo vecchie per un centro importante come il più grande ospedale della provincia di Rovigo”. SALUTE Ulss18 dell’Azienda Ulss 18 di Rovigo viale Tre Martiri 89 45100 Rovigo tel 0425 393 969 fax 0425 393 616 [email protected] www.azisanrovigo.it Progetto e cura Media Brokers s.r.l. Direttore responsabile Annalisa Boschini Progetto grafico Giovanna Durì Stampa Mediagraf S.p.A. - Noventa Padovana (Padova) Finito di stampare nel mese di dicembre 2010 Registrazione Tribunale di Rovigo n° 23 del 1/12/2004 Hanno collaborato: Annalisa Boschini, Luca Coletto, Gianluca La Torre, Tommaso Moretto, Niccolò Panozzo, Franco Pavan, Alberto Sattin L’OSPEDALE RUOTA ATTORNO AL PAZIENTE di Dario Zambello Presidente del Collegio Ipasvi di Rovigo Foto N. Bianchi La medicina moderna si affida in modo sempre più massiccio alle soluzioni tecnologiche per rispondere ai bisogni di salute espressi dalla popolazione. Farmaci, device, apparecchiature elettromedicali, insieme alle procedure diagnostico-terapeutiche, identificano un concetto quanto mai ampio e diversificato di “tecnologia sanitaria”. I dati provenienti dai vari osservatorî nazionali delineano e confermano un futuro dove, da una parte, i processi organizzativi e i percorsi di salute dovranno essere rivisti e riorganizzati in un’ottica di razionalizzazione delle risorse e dall’altra si dovrà far fronte ad una mancanza di circa trentamila unità mediche nelle corsie degli ospedali pubblici. La figura dell’infermiere è chiamata quindi a mettersi fortemente in gioco attraverso il coordinamento di unità sempre più rivolte all’intensità di cura e alla gestione infermieristica mediante processi assistenziali trasversali. In quest’ottica, sono l’avanzamento delle conoscenze scientifiche di base unite allo sviluppo delle competenze ad offrire, sin da oggi, i fondamenti basilari per un progresso tecnologico e un cambiamento organizzativo che sembra inarrestabile. L’Azienda Ulss 18 di Rovigo negli ultimi cinque anni ha avviato ed attuato un rinnovamento tecnologico ed infrastrutturale per prepararsi a questo cambiamento: l’informatizzazione della cartella clinica, intesa come fascicolo unico del paziente, l’integrazione di tutti i sistemi informativi aziendali, gli investimenti strutturali e infrastrutturali, stanno creando tutti insieme un volto rinnovato e una concezione innovativa di fare diagnosi, cura e assistenza al paziente. La nascita del nuovo Complesso Operatorio completa ora un percorso strutturale dove “l’ospedale ruota attorno al paziente” e non più “il paziente ruota per l’ospedale”. Tutti i cambiamenti recano con sé momenti di forte difficoltà di adattamento e integrazione in cui tutte le figure professionali sono chiamate a rivedere i propri assetti Un cantiere straordinario Duecentosessanta ditte al lavoro, con una media di 80 occupati al giorno tra tecnici e operai; 31 chilometri di fibra ottica e 65 di cavi elettrici; 36mila tonnellate di calcestruzzo e 650 di acciaio; una superficie coperta di 4.600 metri quadri per un’area utile di ben 13.400 metri quadri su più piani, cui vanno aggiunti 2.300 metri quadri di ristrutturazione; 30 spostamenti di reparti con 120 trasferimenti in corso d’opera; 30,5 milioni di euro investiti dei quali 12 arrivati da un contributo regionale e il resto da finanziamenti bancari. Il tutto senza interruzione di servizi. Sono i numeri del nuovo ospedale di Rovigo che sarà inaugurato il 13 dicembre. Un’opera all’avanguardia tecnologica, che proietta la struttura polesana al vertice della qualità sanitaria regionale, portata a termine in tempo record: appena mille giorni, con l’apertura dei cantieri l’8 ottobre 2007 e la chiusura dei lavori lo scorso 13 agosto. “Siamo pronti - esordisce Giovanni Spina, ingegnere responsabile dell’ufficio tecnico dell’Ulss 18 - Abbiamo completato il lavoro in un tempo davvero molto breve considerando che si è trattato di una ristrutturazione, senza sospendere un servizio per neanche un minuto, e che tutti gli interventi hanno sempre “dialogato” tra loro, realizzando le parti nuove sulle aree libere e facendo in modo che l’utenza continuasse a usufruire delle strutture”. organizzativi, i modelli e i processi di cura o assistenziali e ad operare, non da ultimo, con maggior integrazione e coordinazione tra di loro. Il fine deve essere quello di raggiungere risultati sempre più di eccellenza come risposta integrata ai bisogni di salute dei cittadini assistiti. Sono certo, poiché conosco i professionisti infermieri e medici che lavorano in questa Azienda, che questo importante obiettivo sarà raggiunto, magari con qualche ovvia e giustificata difficoltà, ma sicuramente con spirito di seria collaborazione professionale. Obiettivo che alla fine produrrà un modello di eccellenza per la nostra sanità polesana. Intervista a Giovanni Spina Un lavoro enorme preceduto e accompagnato da oltre 250 incontri di coordinamento sulla base dello studio complessivo di riqualificazione di tutta l’area. Una pianificazione che negli altri ospedali non si è mai fatta. Cosa troveranno utenti, visitatori e pazienti nel nuovo ospedale? “Il dato saliente è il rovesciamento dell’accesso da nord a sud e l’ampia ristrutturazione di zone non utilizzate. La nuova piastra è costituita dal corpo G con una grande hall d’ingresso fornita di servizi per l’utenza: edicola, bar, sportello bancario, Cup, ritiro referti, pagamento ticket, piccola farmacia aziendale per ricette specifiche. Da qui si accede al corpo M e al resto dell’ospedale con ascensori e scale mobili. Si accede anche alla radiologia e al piano interrato dove sono collocati spogliatoi e igienizzazione. Al primo piano ci sono le nove sale operatorie e al secondo la Stroke unit. La climatizzazione degli ambienti applica un innovativo concetto di geotermia, sia invernale che estiva, con alimentazione solare e fotovoltaica. L’informatizzazione è al top con una centrale tecnologica di duemila metri quadri all’ultimo piano. Il corpo M è riservato alle degenze e dovrà essere ristrutturato. Prima però si realizzerà il nuovo volume del corpo H dove verranno trasferiti i pazienti onde poter lavorare sul corpo M, per il quale si sta attendendo il necessario finanziamento”. di F. P. 4 Salute Ulss18 La nuova radiologia a Rovigo - Foto N. Bianchi La nuova area dedicata alla senologia a Trecenta - Foto N. Bianchi Una radiologia amichevole Novità assoluta a livello nazionale: i bambini potranno essere assistiti dai genitori la nuova Risonanza Magnetica aperta ad alto campo magnetico per il benessere dei pazienti che hanno paura degli spazi chiusi. di Alberto Sattin La radiologia dell’ospedale di Rovigo si rinnova: una nuova grande sede con la riunificazione di tutte le attività radiologiche in un unico grande spazio e una conseguente migliore qualità dell’attività di tutte le figure professionali impegnate nel settore, tra cui dirigenti medici, tecnici di radiologia, infermieri, personale amministrativo e operatori sanitari. Notevoli i vantaggi anche per l’utenza. Oltre alla gradevolezza dei nuovi colori, i percorsi dei pazienti ricoverati saranno nettamente separati da quelli utilizzati dagli utenti esterni, garantendo la privacy a chi, per ragioni di salute, si trova in una situazione di difficoltà. L’utenza esterna sarà servita da una sola accettazione, con adeguate garanzie di riservatezza del colloquio, mentre un display garantirà a sua volta l’anonimato, identificando i pazienti tramite un numero e indirizzandoli, sempre con numero, alla stanza della prestazione. La nuova Radiologia disporrà inoltre di un nuovo ecografo integrato con TAC e Risonanza Magnetica per permettere la fusione delle immagini. La maggiore novità è rappresentata però dalla nuova Risonanza Magnetica aperta ad alto campo da 1.2 tesla. E’ la prima in Italia ad essere installata in una struttura pubblica. Questo particolare tipo di Risonanza Magnetica garantisce le medesime prestazioni di una classica a campo chiuso, come quella già in uso da 1.5 tesla, ma apporta un vantaggio a due categorie di utenti: pazienti claustrofobici, che hanno paura degli spazi chiusi e bambini, che potranno essere assistiti dai genitori durante l’esame. Il complesso macchinario consente inoltre di esegui- re biopsie con guida RM. Con una sola acquisizione sarà possibile ottenere immagini di tutta la colonna spinale, aspetto questo utilissimo sia nei traumi gravi, con una netta riduzione dei tempi di esecuzione dell’esame, che nello smaltimento efficiente delle liste di attesa. Con la nuova risonanza magnetica verrà ampliata l’offerta, già notevole, di prestazioni della Radiologia. Essa comprende attualmente lo studio con RM delle malattie di cuore, intestino e fegato; l’analisi, con risonanza magnetica spettroscopia, in grado di distinguere i tessuti patologici da quelli normali; l’analisi con la TAC per le patologie del colon; la radiologia interventista con drenaggi delle vie biliari nel caso di ittero renali o quella vascolare con la terapia delle occlusioni arteriose o venose o nelle emorragie del corpo. Una chirurgia d’avanguardia Rovigo: interventi sempre più efficaci e meno invasivi di Franco Pavan Settore d’eccellenza dell’offerta sanitaria dell’Ulss 18 all’ospedale Santa Maria della Misericordia, il reparto di chirurgia laparoscopia è diretto dal dottor Fabrizio Galeotti. Un intervento supportato con attenzione, mettendo a disposizione dei sanitari la tecnologia più all’avanguardia. “L’attività laparoscopica ha visto ampliarsi e affinarsi negli ultimi tempi il suo campo d’intervento - ha spiegato il dottor Galeotti - e ciò soprattutto grazie alle moderne colonne laparoscopiche munite dell’ausilio di videocamere, monitor e luci con le quali effettuare interventi precisi e a risultato sicuro. Si può intervenire con una chirurgia di dissezione con coagulazione immediata dei tessuti grazie a bisturi ad ultrasuoni, operando così su di un campo esangue”. Il dottor Galeotti sottolinea che al potenziamento dell’attività ha contribuito con particolare professionalità la dottoressa Antonella Nadia Andreotti. Il perfezionamento generale della tecnica di intervento ha permesso risultati di grande efficacia tanto nella chirurgia d’elezione della laparoscopia, che va dalla colecistectomia all’appendicectomia e alle ernie inguinali, quanto negli interventi d’urgenza come le perforazioni di ulcere. “I maggiori progressi - precisa Galeotti - li stiamo ottenendo nelle asportazioni di colecisti attraverso la sola via ombelicale. Una tecnica, apprezzata da soggetti giovani e donne, che evita cicatrici visibili sull’addome. E altrettanto vale per l’appendicectomia. Trattiamo con successo anche le ernie inguinali bilaterali, dove nell’addome del paziente si interviene con l’inserimento di reti protesiche permanenti. Particolare efficacia stiamo poi registrando nella riparazione dei laparoceli, in pratica ernie relative a cicatrici di precedenti interventi. Altro campo che sta fornendo ottimi risultati sono alcune patologie del colon che vanno dalle neoplasie alle diverticolosi. Collaboriamo anche con il reparto di ginecologia nel trattamento della endometriosi pelvica oltre che nell’asportazione di tessuti e resezioni di tratti del grosso intestino”. Le tecniche laparoscopiche stanno compiendo passi avanti anche nel loro impiego diagnostico. “Non va dimenticato l’uso della laparoscopia nelle urgenze - conclude il dottor Galeotti – ad esempio gli stati acuti e infiammatori come le perforazioni d’ulcera con peritoniti. Se si pensa che in passato questi interventi prevedevano una chirurgia molto invasiva, ci si rende conto concretamente dei progressi compiuti”. Sarà inoltre possibile, con la collaborazione del Servizio di neuroradiologia, l’applicazione di una terapia nei confronti degli aneurismi cerebrali e di una terapia endovascolare dell’ICTUS, con l’uso di piccoli cateteri. Il rinnovamento, iniziato un anno e mezzo fa, ha coinvolto anche la radiologia di Trecenta: essa oltre all’arrivo del nuovo Responsabile, dr. Fiorenzo Scaranello, ha visto l’inizio di attività di un nuovo Ecografo e la realizzazione di un’area dedicata alla senologia, comprendente un nuovo mammografo ed un apparecchio ecografico. Si é proceduto comunque alla necessaria integrazione varando la guardia radiologica unica con Rovigo, ottenendo la rapida refertazione degli esami eseguiti in urgenza, sia di notte che nei giorni festivi, utilizzando la teleradiologia. 5 Sa l u t e U lss18 MEDICINA NUCLEARE: di Niccolò Panozzo Nel 2004 erano 3.000 le scintigrafie annue previste. Già nel 2005 si è arrivati a 6.500, nel 2006 a 9.670, per culminare con la stima complessiva del 2010, che si attesta attorno alle 16.000 prestazioni erogate. Basterebbero i numeri per testimoniare la grandissima efficienza del reparto di medicina nucleare dell’ospedale di Rovigo, ma inquadrare questi dati all’interno del loro contesto li rende ancora più incredibili. Grazie agli sforzi dell’amministrazione dell’Ulss 18, Rovigo vanta uno dei cinque centri veneti più all’avanguardia sul fronte della medicina nucleare, elementi indispensabili per una corretta identificazione dei tumori. È questo, dunque, il motivo per cui il bacino d’utenza del reparto, inizialmente attestato intorno ai 300.000 abitanti (ovvero la sola provincia di Rovigo), si è allargato in maniera così dirompente, arrivando a sfiorare il milione di abitanti e, quindi, un’area che coinvolge territori delle province di Padova, Verona, Venezia, Ferrara e anche Mantova. “Sono stati necessari 6 mesi di formazione perché il personale medico fosse preparato all’utilizzo di questi macchinari assolutamente all’avanguardia e ora l’ospedale di Rovigo è il punto di riferimento di una zona vastissima. Grazie alle scintigrafie, ma soprattutto alla PET-TAC, il secondo importantissimo settore della medicina nucleare che abbiamo approntato, all’Ulss 18 è ora possibile riconoscere un tumore maligno del diametro di appena 5mm ed eliminarlo immediatamente con la radiochirurgia”- questo il commento soddisfatto del dottor Domenico Rubello, direttore una marcia in piu’ nella lotta ai tumori Foto N. Bianchi della Soc medicina nucleare e del centro PET-TAC dell’ospedale di Rovigo. Forse è proprio la PET-TAC, seconda branca della medicina nucleare, ad aver dimostrato la grande efficienza del centro. Da quando sono state installate le tecnologie che rendono possibili questi onerosissimi esami (che però al paziente costano solo il prezzo del ticket ospedaliero), l’Ulss 18 si è distinta in efficienza ad un livello non solo regionale. In un’ottica di ottimizzazione dei costi e di miglioramento del servizio al cittadino, infatti, per la prima volta questo reparto è aperto 5 giorni a settimana, con doppio turno giornaliero e somministrazione di metà dose di farmaco radioattivo rispetto agli altri ospedali. “In questo modo – tiene a far sapere ancora il direttore Rubello – non ci sono assolutamente controindica- zioni o effetti collaterali, né per il paziente né per i familiari o le altre persone con cui viene a contatto”. Oggi, in tutta la Regione e non solo, quello di Rovigo è uno dei centri più specializzati e all’avanguardia per quanto riguarda la medicina nucleare, all’opera ogni giorno per salvare molte vite umane grazie all’identificazione precoce dei tumori. QUALITA’ Foto N. Bianchi Il Foglio Unico di terapia L’impegno dei nostri operatori per la sicurezza del paziente: di Annalisa Boschini L’Azienda Ulss 18 di Rovigo sta in queste settimane adottando il Foglio Unico di Terapia e l’introduzione progressiva di sistemi informatizzati di prescrizione, che rappresentano il più moderno strumento da intraprendere per ridurre l’incidenza degli errori nei processi terapeutici. Ciò significa valorizzare la comunicazione tra professionisti della salute e prevedere l’introduzione nelle strutture sanitarie di strumenti di supporto agli operatori, per garantire la sicurezza dei pazienti nei processi critici. Il Foglio Unico di Terapia (in formato cartaceo od informatizzato) è parte integrante della cartella clinica del paziente ed è costituito da una scheda, condivisa tra medici e infermieri, nella quale vengono registrati tutti gli interventi terapeutici effettuati sul singolo paziente, sia in fase di prescrizione del farmaco che nella fase successiva di somministrazione. Esso permette di tracciare in unico documento tutte le operazioni effettuate e l’autore di ogni intervento terapeutico. Il foglio può contenere informazioni sulle allergie raccolte in anamnesi, registra per ogni giorno di degenza i dati relativi alla terapia prescritta, con date ed ora di inizio, comprese le possibili variazioni o sospensioni della stessa. Il Foglio Unico di Terapia, in quanto quaderno della terapia utilizzato dall’infermiere per la distribuzione/somministrazione, evita passaggi di trascrizione tra la cartella clinica e la documentazione infermieristica, risparmiando tempo. ed evitando errori. Nel caso che una dose prescritta non sia stata somministrata, è specificato il motivo della mancata somministrazione per permettere un completo monitoraggio del processo. “Tra i maggiori punti di forza del Foglio Unico di Terapia ci sono – spiega il Direttore Generale dottor Adriano Marcolongo - la visibilità costante del trattamento, la sua durata, la possibilità di evitare interazioni tra farmaci, mentre si permette di registrare in appositi spazi la presenza di allergie e altri tipi di annotazione utili nel percorso terapeutico, come ad esempio la terapia domiciliare”. Da sottolineare che le strategie possibili per la riduzione degli errori di terapia sono generalmente di due tipi (vedere a lato): Strategie per la riduzione degli errori 1. di tipo soft (procedure, check-list, doppi controlli, consulenza del farmacista) focalizzate su modifiche organizzative che possono essere applicate immediatamente e senza eccessivi sforzi economici. 2. di tipo tecnologico “hard” (informatizzazione in toto o in parte del processo di gestione del farmaco e della cartella clinica) che comportano importanti interventi strutturali e richiedono un impegno di risorse umane ed economiche da parte dell’organizzazione. 6 Salute Ulss18 NOVITA’ “Cook and Chill” La rivoluzione alimentare viene dagli USA Intervista a Anna Maria Bernardi di Tommaso Moretto Si chiama “Cook and Chill”: viene dagli Usa la rivoluzione alimentare dell’Ulss 18. Anna Maria Bernardi, primario di nefrologia e dietetica dell’Ospedale civile di Rovigo, ha cominciato a lavorare al nuovo sistema già nel 2008. L’ospedale di Rovigo è già a regime, ma entro giugno 2011 anche l’Ospedale di Trecenta si avvarrà del nuovo sistema. Dottoressa Bernardi, cos’è il Cook and Chill? «È un sistema produttivo collaudato, che in Usa è sviluppato sin dagli anni ‘70. I cibi sono igienicamente più controllati, sicuri al cento per cento. Materie prime fresche e di prima qualità sono preparate e cotte a settanta gradi, per almeno due minuti, al cuore dell’alimento. Entro due ore dalla cottura si fanno le porzioni che si conservano successivamente tra i tre e gli zero gradi. I mezzi che portano negli ospedali i cibi consentono di mantenere inalterata la catena del freddo». Chi prepara i pasti? «Per l’ospedale di Rovigo ha vinto la gara d’appalto la Serenissima Ristorazione di Boara Pisani, azienda leader del settore che rifornisce gran parte del nord est. Le vecchie cucine interne sono state soppiantate dal nuovo sistema. Si risparmia per la riduzione di investimenti propri dell’azienda, per il contenimento del personale, dei costi per i fornitori e per il recupero di spazio disponibile. Oltre naturalmente ai vantaggi per la salute, c’è una maggiore possibilità di programmazione data dal fatto che i cibi possono essere conservati per 5 giorni. Infine, sono stati valorizzati i produttori locali, con la filosofia del Km 0: l’ortofrutticolo di Lusia e il settore pesce del Delta, per fare degli esempi, lavoreranno molto di più». E il gusto? «Il sapore dei cibi è un po’ diverso, ma proprio per questo abbiamo studiato nuove diete. I menù corrispondono anche alle abitudini alimentari del Polesine e al fatto che le terapie dei pazienti possono alterare i sapori. Per i pazienti attingiamo ad almeno 50 diete differenti, che rappresentano un numero molto alto da gestire: più aumenta il numero delle diete, più è facile vi siano errori da evitare. I pazienti non si sono neanche accorti del cambiamento». I dipendenti Ulss sono contenti? «È solo dal primo di ottobre che il sistema “Cook and Chill” copre anche la mensa del personale. Da inizio 2009 sino al mese scorso abbiamo proceduto con un sistema misto. Per i dipendenti la dieta è varia: viene comunque garantito anche qualche primo piatto scottato e un secondo grigliato». IL NUOVO OSPEDALE: un avamposto che si impone al rispetto internazionale di Gianluca La Torre Vi è oramai consapevolezza che umanizzare luoghi e metodi di cura sia altrettanto importante che curare. Non occorre grande esperienza per rendersi conto del valore aggiunto, per medico e paziente, di un morale alto e di una grande combattività nell’affrontare il percorso della lotta contro la malattia. Creare un ambiente gradevole e funzionale diviene quindi una tappa fondamentale, oltre che per la dignità complessiva, per la tenuta psicologica di chi è fiaccato da una malattia o di chi, come l’operatore sanitario, deve rinnovare quotidianamente la propria motivazione all’interno di un sistema di lavoro delicato e complesso. Già all’ingresso di un ospedale occorre rendersi conto di non essere finiti in un recinto chiuso, anche se professionale e proteso alla tua cura. Ecco che il nuovo ospedale di Rovigo accoglie tutta l’utenza in una hall spaziosa e ariosa, progettata con colori rilassanti, ben climatizzata dove sono a portata di mano tutti i servizi, dalla reception alla banca, dall’edicola al bar, dalla farmacia ospedaliera all’accettazione e al ritiro referti. Il messaggio è che da noi continua un pezzo di vita normale, senza isolamento o sensazione di separazione, all’interno di un contesto gradevole e moderno. Il nuovo polo operatorio è figlio di questa logica all’avanguardia, per attenuare e mitigare la normalissima ansia che si impadronisce sia del paziente in attesa di subire un intervento chirurgico che della sua famiglia. Dopo l’era delle mattonelle industriali e dell’acciaio inox, arriva l’arte e uno sguardo sul cielo. Infatti nelle aree di preparazione all’intervento, il paziente, disteso sul lettino e protetto nella propria privacy, vede sul soffitto, oltre a pannelli floreali gradevoli e rilassanti, anche la luce del sole, benedetta!, attraverso opportune aperture. Anche il personale medico e paramedico di sala operatoria, avvicinandosi alla sala, gode di una vista sulla hall sospesa in altezza, con grandi finestre a spezzare routine e fatica. Per ottenere questo risultato si è partiti a progettare appositamente e separatamente strutture e arredamento d’interni, ispirandosi alle più innovative linee europee e ai migliori standard internazionali. Se a ciò aggiungiamo il makeup alla segnaletica interna, l’ampio ricorso alle energie rinnovabili e la grande preparazione di tutto il personale, possiamo dire con orgoglio che la sanità Polesana ha un nuovo avamposto di tutto rispetto innanzi alla migliore sanità mondiale. Foto N. Bianchi CONSERVANDO QUESTO GIORNALE POTRAI AVERE l’informazione sempre a portata di mano Il giornale dell’azienda è già al settimo numero. Richiedi le monografie che ti interessano Le copie gratuite sono disponibili nelle sedi Ulss, ambulatori medici di base, farmacie, comuni, parrocchie urgenza emergenza trecenta ospedale liste di attesa giovani anziani agire prevenire agire prevenire salute territorio pianeta cuore salute famiglia salute sicurezza 7 Salu t e Ulss18 Foto N. Bianchi Coinvolti i servizi di Neurochirurgia, Pediatria, Anestesia, Rianimazione e Croce Rossa Italiana. Ulss 18 Rovigo e Croce Rossa l’eccellenza sanitaria al servizio della solidarietà di Alberto Sattin Si è concluso felicemente l’iter ospedaliero della piccola Nooralhuda, la bambina irakena di due anni, ricoverata presso l’ospedale di Rovigo per il secondo intervento riparativo della grave lesione del plesso brachiale da cui era affetta. L’intervento è stato eseguito con successo nel mese di settembre dal dr. Stefano Ferraresi, primario della Neurochirurgia e dalla sua equipe. La bimba era giunta in Italia insieme ai genitori, per la cura della gravissima paralisi del braccio riportata durante il parto. Dopo essere stata sottoposta l’anno scorso, sempre presso il servizio Neurochirurgia dell’Azienda Ulss 18 di Rovigo, ad un primo intervento di ricostruzione nervosa che nel frattempo ha rianimato la elevazione e la flessione del braccio, la piccola è stata sottoposta ad un ulteriore intervento di “ribilanciamento” neuromuscolare per ottimizzare la funzione della spalla e del gomito. La bambina è stata poi ospitata della Croce Rossa Italiana in città, in attesa di sottoporsi ad percorso riabilitativo di fisioterapia. Piena soddisfazione e riconoscenza alla Direzione dell’Ulss 18 di Rovigo e alla Croce Rossa Italiana sono state espresse dal Dr. Massimo De Lisio, rappresentante dell’Ambasciata Italiana a Baghdad. Anche i genitori della bimba irakena, emozionati per l’ottimo risultato ottenuto, hanno voluto ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a far tornare il sorriso alla loro piccola Nooralhuda. In particolar modo hanno espresso gratitudine all’ambasciata italiana e a quella irakena, all’azienda Ulss 18 di Rovigo con i Servizi di Neurochirurgia, di Pediatria, di Anestesia e Rianimazione e alla Croce Rossa Italiana. Il sorriso della piccola Nooralhuda, come pure quello dei suoi genitori è la migliore ricompensa alle fatiche di tutti coloro che hanno partecipato, con abnegazione e grande professionalità, alle cure per restituirle la salute ed il futuro. L’internazionalità della Croce Rossa ha radici anche in Polesine di Tommaso Moretto Indirizzo Comitato Provinciale CRI Via Portello, 7 45100-ROVIGO (RO) COMITATO PROVINCIALE DI ROVIGO Recapiti Telefonici Telefono: 0425/361387 Fax: 0425/410181 E-mail: [email protected] «La piccola Nooralhuda è l’esempio polesano dell’internazionalità della Croce Rossa Italiana». Lo spiega un soddisfatto Fabio Bellettato, presidente provinciale della Croce Rossa: «È la natura della nostra associazione. Veniamo contattati per risolvere problemi di questo tipo proprio per la nostra vocazione». La bimba irachena era stata segnalata nel 2009 dall’ambasciata italiana in Iraq alla regione Veneto e tramite la Croce Rossa è arrivata al centro di eccellenza di neurochirurgia di Rovigo. Il primario Ferraresi le diagnosticò una paralisi ostetrica totale del plesso branchiale destro procedendo ad un primo intervento. Com’è andato quel primo intervento alla bimba? «Esito positivo. Ha tolto il gesso due settimane dopo e il dottor Ferraresi le ha prescritto una terapia fisioterapica che ha svolto nel suo paese. Ma quest’anno è dovuta tornare e la macchina organizzativa della Croce Rossa si è rimessa in moto. La bimba è stata ricoverata nuovamente il settembre scorso. Anche questo intervento di completamento della cura per la lesione del plesso branchiale è andato bene e il decorso post operatorio è andato ottimamente». Ora Nooralhuda è in Italia? «No, è tornata a Bagdad dove sta facendo fisiochinesiterapia. Avrà bisogno di tornare tra due anni per un ulteriore intervento chirurgico necessario a correggere lo stato della mano supinata». Qual è stato il ruolo della Croce Rossa? «Di collegamento tra l’Ulss 18 e Bagdad. Abbiamo pensato noi a tutta la parte organizzativa e burocratica, assieme all’ispettorato e alla Questura. Il gruppo femminile di Rovigo ha fornito Inoltre i generi di prima necessità alla famiglia della bimba durante tutta la permanenza. I volontari della Croce Rossa hanno poi seguito e accompagnato bimba e genitori durante il soggiorno». Come avete superato i problemi linguistici? «Un mediatore culturale ci ha aiutato: Mohammed Habid. Parla l’arabo, è anch’egli iracheno ed è stato un nostro assistito in passato. Durante l’attacco all’ambasciata americana è stato ferito da schegge. Noi l’abbiamo portato in Italia dove è stato curato e salvato ». Habid è rimasto in Italia? «Sì, è rimasto qui perché non se l’è sentita di tornare nel suo paese, ha chiesto asilo politico. Oltre a fare il mediatore culturale lavora come dipendente di una concessionaria di automobili a Rovigo». 8 Salute Ulss18 IL NOSTRO OSPEDALE fasi di lavorazione è il giornale dell’Azienda Ulss 18 In distribuzione presso sedi Ulss distretto di Rovigo farmacie ambulatori medici di base e pediatri comuni parrocchie