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Accreditamento istituzionale: all`Azienda Ulss di Rovigo un meritato

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Accreditamento istituzionale: all`Azienda Ulss di Rovigo un meritato
INARI
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EDIZI
A
S
S
L
U 8
1
Distribuzione gratuita presso le sedi
del Ulss 18 di Rovigo, farmacie,
ambulatori dei medici di base, pediatri,
comuni e parrocchie. Periodico a carattere
divulgativo e sociale esente imposte
Sede Ulss 18 Rovigo - viale Tre Martiri 89
tel 0425 393969 - Direttore responsabile
Annalisa Boschini - iscr. trib. di Rovigo
n° 23 del 1/12/2004 - Edizione e
distribuzione Azienda Ulss 18 Rovigo © 2009
Rovigo
nuovo Ospedale
RAORD
All’interno
Lo sforzo del
rinnovamento
Investiti100 milioni
per rinnovare l’ospedale
Intervista a Adriano Marcolongo
Segue a pagina 3
Numero
Anno 6
Dicembre 2010
Riqualificazione
dell’ospedale
Radiologia
amichevole
Chirurgia
d’avanguardia
Medicina
Nucleare
ULSS 18 e
Croce Rossa
pag. 2
pag. 4
pag. 4
pag. 5
pag. 7
Accreditamento istituzionale:
all’Azienda Ulss di Rovigo
un meritato riconoscimento
di Luca Coletto
di Niccolò Panozzo
“Rinnovare significa innanzitutto ristrutturare
e riorganizzare”. Con queste parole Adriano
Marcolongo, direttore dell’Ulss 18 di Rovigo, ha
riassunto il concetto che sta alla base dell’operazione che, da sei anni a questa parte, l’azienda ospedaliera sta portando avanti. Ristrutturare, perché
era necessaria una vera e propria opera edilizia
volta ad ammodernare gli edifici e mettere in sicurezza alcune situazioni che prima non lo erano.
È il caso, per esempio, degli ascensori del cosiddetto
corpo M, il blocco centrale dell’ospedale, che erano
vecchi e troppo piccoli. E poi riorganizzare, perché
per stare al passo della scienza è necessario aggiornarsi costantemente sulle nuove tecnologie mediche
e adattare la struttura in cui vengono poste per
poterle accogliere al meglio.
“Nonostante quanto si possa pensare, la parte più
complessa è quella della riorganizzazione: non è
semplice, infatti, pensare a un nuovo ospedale e
a come le diverse funzioni che deve assolvere si
possano integrare con le strutture, sia quelle nuove
che quelle vecchie. In ogni caso, la programmazione era cominciata già nel 2004, mentre la parte
9
Assessore alla Sanità della Regione Veneto
Le strutture socio–sanitarie di
Rovigo hanno ricevuto, tra le
prime, la visita di accreditamento istituzionale effettuata a fine
ottobre 2010 dai tecnici valutatori dell’Agenzia socio – sanitaria
(Arss) del Veneto, che hanno
espresso un giudizio positivo
sulle funzioni assistenziali e sui
servizi garantiti dell’Azienda
Ulss 18. E’ un buon punto di
partenza. In questi mesi il sistema
socio sanitario veneto è protagonista di un grande e importante
progetto di riorganizzazione, con
due obiettivi: maggiore efficienza e minori costi. E’ una sfida
forte, basata sull’intelligenza e
la tensione etica ed operativa di
politici, tecnici e professionisti.
E’ una sfida che avrà sempre come
base il modello di integrazione
che si è dimostrato vincente, ma
che deve essere rinnovato. Quello
che è certo è che la riorganizzazione, con gli inevitabili tagli e le
razionalizzazioni, non solo non
intaccheranno l’efficienza del
nostro sistema socio–sanitario
ma rappresenteranno l’opportunità di sviluppare un lavoro di
squadra tra livello politico, livello
tecnico e manager sul territorio.
Fondamentale diventa quindi una
attenzione più precisa alla spesa,
che non significa diminuzione
di servizi, ma ottimizzazione
delle spese non impellenti con
l’obiettivo di mantenere il livello
dell’assistenza erogata; significa
inoltre una maggior attenzione al
“sistema” organizzativo generale,
il rafforzamento della riorganizzazione ospedaliera e la crescita
dei servizi sul territorio. Forse
avremo meno abbondanza, si
dovrà spendere meno e meglio,
ma l’importante è che l’offerta
sanitaria e sociale del Veneto
mantenga il suo alto livello di
qualità, per continuare a essere
eccellente, moderna, efficiente e
solidale, come ci è riconosciuto a
livello internazionale.
2
Salute Ulss18
LA NUOVA HALL:
PRESENTARSI BENE PER
ACCOGLIERE MEGLIO
Intervista a
Giovanni Pilati
di Tommaso Moretto
L’umanizzazione dell’ospedale di Rovigo passa anche
dal nuovo ingresso, la Main
Street. Della filosofia con
la quale è stata concepita
abbiamo parlato con il
direttore sanitario dell’Ulss
18, Giovanni Pilati.
«Questa nuova hall ha
tre
funzioni:
l’accesso,
l’accoglienza e lo smistamento. L’obiettivo della sua
costruzione è migliorare il
comfort ospedaliero – spiega
Pilati – partendo proprio da
quando l’utente entra nella
struttura».
Come sarà la nuova hall?
«Luminosa,
climatizzata,
insonorizzata, esteticamente
bella perché il comfort
passa anche dall’estetica.
Metteremo delle opere d’arte
e stiamo valutando quali.
Tra gli utenti della struttura
il rapporto tra malati e
persone essenzialmente sane
è di uno a venti. L’ospedale
è frequentato prevalentemente da chi sta bene e sia
costoro che i malati hanno
diritto al comfort psicologico
derivante dall’essere ospitati
in un luogo accogliente.
Dobbiamo ridurre le distanze tra ospedale e realtà di
tutti i giorni, entrarvi non
dev’essere un trauma».
Con che criterio è stata progettata?
«Chi entra capirà in maniera
molto chiara come raggiungere la propria destinazione.
La nuova struttura consente
la divisione dell’ospedale in
tre aree: radiologia, ambulatori e degenze. Chi deve
fare i prelievi dovrà dirigersi
nell’area ambulatoriale. Oltre
alla funzione di orientamento immediato ci saranno i
servizi: ritiro referti e accettazione. Il tutto puntando alla
qualità. E’ evidente che un
ruolo fondamentale lo avrà la
nuova segnaletica».
Ha parlato di servizi, ci saranno
solo accettazione e ritiro referti?
«No, vi saranno anche altri
servizi a disposizione quali
banca, negozi, l’edicola coi
giornali, i fiori, il barbiere.
Nella hall si potrà trovare
anche il bar e il ristorante per
il personale, i pazienti e i loro
parenti».
La riqualificazione dell’ospedale
Intervista a Bruno Scarante
di Franco Pavan
La riqualificazione dell’ospedale di Rovigo è una somma di valore assoluto di progetti, di tecnica costruttiva, di risultati tecnologici e traguardi dell’offerta sanitaria.
Dovendo proprio scegliere il fiore all’occhiello di quello che è diventato uno dei più
attrezzati e tecnicamente più valorizzati nosocomi veneti, ci si deve soffermare sulle
nuove sale operatorie.
Nove in totale, una
più del passato, con
almeno due caratteristiche: sono localizzate tutte al medesimo
piano rialzato (prima
erano una per reparto,
in verticale) e godono
di spazi ampliati e
funzionali allo scopo
cui sono destinate.
Al loro allestimento
tecnologico, così come
alla
ricerca
della
massima funzionalità
richiesta alle nuove
strutture, ha contribuito, sotto il profilo
della pianificazione,
il
dottor
Bruno
Scarante, primario di
Traumatologia.
“L’aspetto più rilevante, soprattutto per noi
medici che operiamo
in questi ambienti ha spiegato il dottor
Scarante - credo sia l’informatizzazione ai massimi livelli inserita in ogni singola
sala operatoria. Telecamere, monitor a parete, visualizzazioni grafiche digitali, tutto
è computerizzato. Non esistono più cartelle sanitarie che girano di mano in mano.
Accanto a questi aspetti che, insieme allo studio accurato sulle fonti luminose (led che
non scaldano e mantengono inalterata la luce diffusa, ndr) e ai materiali con cui sono
realizzate le pareti (l’acciaio è stato sostituito da compositi plastici ad alta tecnologia,
ndr) possiedono requisiti che non si vedono, ma sono essenziali per il confort e la
sicurezza degli operatori e dei pazienti. Uno su tutti: i dispositivi per il ricambio
dell’aria, che avviene attraverso il soffitto in modo da spingerla verso l’esterno a livello
del pavimento”.
L’incremento di igiene
rispetto allo standard
precedente è evidente:
in passato il procedimento era temporizzato
con
15-25
ricambi nelle 24 ore.
Le nuove sale del Santa
Maria sono dotate
invece di sensori che
segnalano l’accumulo
eventuale di inquinanti
o contaminanti nelle
polveri e innescano il
dispositivo di ricambio.
Il tutto tarato in modo
autonomo per ogni
singolo ambiente.
Anche la scelta di
motivi floreali alle
pareti concede un
apprezzabile confort
psicologico al paziente, che ha a disposizione due ampie sale
pre-operatorie dove
viene anestetizzato e
preparato e, in uscita, un reparto di degenza o sala risveglio, per la valutazione clinica
della riuscita dell’intervento. “Il parametro della sterilizzazione è ai massimi livelli
- ha aggiunto Scarante - Ogni lettino operatorio viene passato regolarmente in un
forno a vapore. Anche il personale infermieristico, indipendentemente dal reparto
in cui è impiegato, può partecipare al lavoro di tutte le sale operatorie”.
Le nuove sale operatorie con luci RGB in chirurgia laparoscopica - decori artistici alle pareti per l’umanizzazione
3
Salu t e Ulss18
INTERVISTA
(Panozzo, segue dalla prima pagina)
esecutiva si è attivata nel 2006
e a questo punto dobbiamo solamente occuparci della riduzione
del famoso corpo M da 7 piani a
3, per riportarlo allo stesso livello
di tutto il resto”.
L’ultima parte delle modifiche
prevede infatti di abbassare la
parte centrale dell’ospedale di
quattro piani, che verranno
distribuiti in edifici nuovi da
costruire nell’area circostante.
Vista l’enormità dell’operazione,
solo questa parte di intervento
prevede circa tre anni di cantiere, che saranno inaugurati non
appena la Regione del Veneto
deciderà la quota da affidare
all’Ulss 18. L’insieme di tutte le
ristrutturazioni, che ammonta
ad un valore di 50 milioni di
euro, è stato infatti pagato con
i fondi regionali; per procedere
con la seconda parte dei lavori
è necessario che a Venezia si
deliberi lo stanziamento di
quelli ancora occorrenti: circa
altri 70 milioni di euro. Ma
Marcolongo è fiducioso: “Hanno
già approvato il piano dei lavori,
ora bisogna solo che si stabilisca
assieme una quota che tenga in
considerazione tanto le nostre
necessità che le loro”.
A dimostrazione del lavoro fatto
finora, si terrà proprio a metà dicembre l’inaugurazione ufficiale
di tutti quei settori che sono già
stati sistemati: non solo il nuovo
ingresso, che accoglierà tutti i
servizi d’informazione, ritiro
dei referti, pagamento del ticket,
ma anche i nuovi reparti. “Sono
stati rimessi completamente a
nuovo il reparto di radiologia, le
sale operatorie, l’unità coronarica, il settore della rianimazione e
infine il raccordo per accedere ai
nuovi ascensori. Naturalmente
le tecnologie relative a queste
unità sono state semplicemente
trasferite, dal momento che si
tratta anche in questo caso di
macchinari per lo più nuovi o
comunque acquistati da poco e
che possono dunque continuare
la propria attività in maniera
più che egregia. Per quanto
riguarda gli ambienti, invece,
era diventato indispensabile un
ammodernamento, poichè le
strutture erano fatiscenti ed
evidentemente troppo vecchie per
un centro importante come il più
grande ospedale della provincia
di Rovigo”.
SALUTE Ulss18
dell’Azienda Ulss 18
di Rovigo
viale Tre Martiri 89
45100 Rovigo
tel 0425 393 969
fax 0425 393 616
[email protected]
www.azisanrovigo.it
Progetto e cura
Media Brokers
s.r.l.
Direttore responsabile
Annalisa Boschini
Progetto grafico
Giovanna Durì
Stampa
Mediagraf S.p.A. - Noventa
Padovana (Padova)
Finito di stampare
nel mese di dicembre 2010
Registrazione
Tribunale di Rovigo
n° 23 del 1/12/2004
Hanno collaborato:
Annalisa Boschini, Luca Coletto,
Gianluca La Torre, Tommaso Moretto,
Niccolò Panozzo, Franco Pavan,
Alberto Sattin
L’OSPEDALE RUOTA
ATTORNO AL PAZIENTE
di Dario Zambello
Presidente del Collegio Ipasvi di Rovigo
Foto N. Bianchi
La medicina moderna si affida
in modo sempre più massiccio
alle soluzioni tecnologiche per
rispondere ai bisogni di salute
espressi
dalla
popolazione.
Farmaci, device, apparecchiature
elettromedicali,
insieme
alle
procedure diagnostico-terapeutiche, identificano un concetto
quanto mai ampio e diversificato
di “tecnologia sanitaria”. I dati
provenienti dai vari osservatorî
nazionali delineano e confermano
un futuro dove, da una parte, i
processi organizzativi e i percorsi
di salute dovranno essere rivisti
e riorganizzati in un’ottica di
razionalizzazione delle risorse e
dall’altra si dovrà far fronte ad una
mancanza di circa trentamila unità
mediche nelle corsie degli ospedali
pubblici. La figura dell’infermiere
è chiamata quindi a mettersi
fortemente in gioco attraverso il
coordinamento di unità sempre
più rivolte all’intensità di cura e alla
gestione infermieristica mediante
processi assistenziali trasversali. In
quest’ottica, sono l’avanzamento
delle conoscenze scientifiche
di base unite allo sviluppo delle
competenze ad offrire, sin da
oggi, i fondamenti basilari per
un progresso tecnologico e un
cambiamento organizzativo che
sembra inarrestabile. L’Azienda
Ulss 18 di Rovigo negli ultimi
cinque anni ha avviato ed attuato
un rinnovamento tecnologico ed
infrastrutturale per prepararsi a
questo cambiamento: l’informatizzazione della cartella clinica, intesa
come fascicolo unico del paziente,
l’integrazione di tutti i sistemi
informativi aziendali, gli investimenti strutturali e infrastrutturali,
stanno creando tutti insieme un
volto rinnovato e una concezione
innovativa di fare diagnosi, cura e
assistenza al paziente. La nascita
del nuovo Complesso Operatorio
completa ora un percorso
strutturale dove “l’ospedale ruota
attorno al paziente” e non più “il
paziente ruota per l’ospedale”.
Tutti i cambiamenti recano con
sé momenti di forte difficoltà di
adattamento e integrazione in cui
tutte le figure professionali sono
chiamate a rivedere i propri assetti
Un cantiere
straordinario
Duecentosessanta ditte al lavoro, con una
media di 80 occupati al giorno tra tecnici e
operai; 31 chilometri di fibra ottica e 65 di
cavi elettrici; 36mila tonnellate di calcestruzzo e 650 di acciaio; una superficie coperta
di 4.600 metri quadri per un’area utile di ben
13.400 metri quadri su più piani, cui vanno
aggiunti 2.300 metri quadri di ristrutturazione; 30 spostamenti di reparti con 120 trasferimenti in corso d’opera; 30,5 milioni di euro
investiti dei quali 12 arrivati da un contributo
regionale e il resto da finanziamenti bancari.
Il tutto senza interruzione di servizi.
Sono i numeri del nuovo ospedale di
Rovigo che sarà inaugurato il 13 dicembre.
Un’opera all’avanguardia tecnologica, che
proietta la struttura polesana al vertice della
qualità sanitaria regionale, portata a termine
in tempo record: appena mille giorni, con
l’apertura dei cantieri l’8 ottobre 2007 e la
chiusura dei lavori lo scorso 13 agosto.
“Siamo pronti - esordisce Giovanni Spina,
ingegnere responsabile dell’ufficio tecnico
dell’Ulss 18 - Abbiamo completato il lavoro
in un tempo davvero molto breve considerando che si è trattato di una ristrutturazione,
senza sospendere un servizio per neanche
un minuto, e che tutti gli interventi hanno
sempre “dialogato” tra loro, realizzando le
parti nuove sulle aree libere e facendo in
modo che l’utenza continuasse a usufruire
delle strutture”.
organizzativi, i modelli e i processi
di cura o assistenziali e ad operare,
non da ultimo, con maggior
integrazione e coordinazione tra
di loro. Il fine deve essere quello di
raggiungere risultati sempre più di
eccellenza come risposta integrata
ai bisogni di salute dei cittadini
assistiti. Sono certo, poiché
conosco i professionisti infermieri
e medici che lavorano in questa
Azienda, che questo importante
obiettivo sarà raggiunto, magari
con qualche ovvia e giustificata
difficoltà, ma sicuramente con
spirito di seria collaborazione
professionale.
Obiettivo
che
alla fine produrrà un modello di
eccellenza per la nostra sanità
polesana.
Intervista a Giovanni Spina
Un lavoro enorme preceduto e accompagnato da oltre 250 incontri di coordinamento
sulla base dello studio complessivo di riqualificazione di tutta l’area. Una pianificazione
che negli altri ospedali non si è mai fatta.
Cosa troveranno utenti, visitatori e pazienti
nel nuovo ospedale?
“Il dato saliente è il rovesciamento dell’accesso da nord a sud e l’ampia ristrutturazione di zone non utilizzate. La nuova piastra
è costituita dal corpo G con una grande hall
d’ingresso fornita di servizi per l’utenza:
edicola, bar, sportello bancario, Cup, ritiro
referti, pagamento ticket, piccola farmacia
aziendale per ricette specifiche. Da qui si
accede al corpo M e al resto dell’ospedale
con ascensori e scale mobili. Si accede
anche alla radiologia e al piano interrato dove
sono collocati spogliatoi e igienizzazione. Al
primo piano ci sono le nove sale operatorie
e al secondo la Stroke unit. La climatizzazione degli ambienti applica un innovativo
concetto di geotermia, sia invernale che
estiva, con alimentazione solare e fotovoltaica. L’informatizzazione è al top con una
centrale tecnologica di duemila metri quadri
all’ultimo piano. Il corpo M è riservato alle
degenze e dovrà essere ristrutturato. Prima
però si realizzerà il nuovo volume del corpo
H dove verranno trasferiti i pazienti onde
poter lavorare sul corpo M, per il quale si sta
attendendo il necessario finanziamento”.
di F. P.
4
Salute Ulss18
La nuova radiologia a Rovigo - Foto N. Bianchi
La nuova area dedicata alla senologia a Trecenta - Foto N. Bianchi
Una radiologia amichevole
Novità assoluta a livello nazionale:
i bambini potranno essere assistiti dai genitori
la nuova Risonanza Magnetica aperta ad alto campo magnetico per il benessere dei pazienti che hanno paura degli spazi chiusi.
di Alberto Sattin
La radiologia dell’ospedale di Rovigo si
rinnova: una nuova grande sede con la
riunificazione di tutte le attività radiologiche in un unico grande spazio e una
conseguente migliore qualità dell’attività
di tutte le figure professionali impegnate nel settore, tra cui dirigenti medici,
tecnici di radiologia, infermieri, personale amministrativo e operatori sanitari.
Notevoli i vantaggi anche per l’utenza.
Oltre alla gradevolezza dei nuovi colori,
i percorsi dei pazienti ricoverati saranno
nettamente separati da quelli utilizzati
dagli utenti esterni, garantendo la privacy
a chi, per ragioni di salute, si trova in una
situazione di difficoltà. L’utenza esterna
sarà servita da una sola accettazione,
con adeguate garanzie di riservatezza del
colloquio, mentre un display garantirà
a sua volta l’anonimato, identificando i
pazienti tramite un numero e indirizzandoli, sempre con numero, alla stanza della
prestazione. La nuova Radiologia disporrà inoltre di un nuovo ecografo integrato
con TAC e Risonanza Magnetica per
permettere la fusione delle immagini.
La maggiore novità è rappresentata
però dalla nuova Risonanza Magnetica
aperta ad alto campo da 1.2 tesla. E’ la
prima in Italia ad essere installata in una
struttura pubblica. Questo particolare
tipo di Risonanza Magnetica garantisce
le medesime prestazioni di una classica a
campo chiuso, come quella già in uso da
1.5 tesla, ma apporta un vantaggio a due
categorie di utenti: pazienti claustrofobici, che hanno paura degli spazi chiusi
e bambini, che potranno essere assistiti
dai genitori durante l’esame. Il complesso
macchinario consente inoltre di esegui-
re biopsie con guida RM. Con una sola
acquisizione sarà possibile ottenere
immagini di tutta la colonna spinale,
aspetto questo utilissimo sia nei traumi
gravi, con una netta riduzione dei tempi
di esecuzione dell’esame, che nello smaltimento efficiente delle liste di attesa. Con la
nuova risonanza magnetica verrà ampliata
l’offerta, già notevole, di prestazioni della
Radiologia. Essa comprende attualmente lo studio con RM delle malattie di
cuore, intestino e fegato; l’analisi, con
risonanza magnetica spettroscopia, in
grado di distinguere i tessuti patologici
da quelli normali; l’analisi con la TAC
per le patologie del colon; la radiologia
interventista con drenaggi delle vie biliari
nel caso di ittero renali o quella vascolare
con la terapia delle occlusioni arteriose
o venose o nelle emorragie del corpo.
Una chirurgia d’avanguardia
Rovigo: interventi sempre più efficaci e meno invasivi
di Franco Pavan
Settore d’eccellenza dell’offerta sanitaria dell’Ulss 18
all’ospedale Santa Maria della Misericordia, il reparto
di chirurgia laparoscopia è diretto dal dottor Fabrizio
Galeotti. Un intervento supportato con attenzione,
mettendo a disposizione dei sanitari la tecnologia più
all’avanguardia.
“L’attività laparoscopica ha visto ampliarsi e affinarsi negli ultimi tempi il suo campo d’intervento - ha
spiegato il dottor Galeotti - e ciò soprattutto grazie alle
moderne colonne laparoscopiche munite dell’ausilio
di videocamere, monitor e luci con le quali effettuare
interventi precisi e a risultato sicuro. Si può intervenire con una chirurgia di dissezione con coagulazione
immediata dei tessuti grazie a bisturi ad ultrasuoni,
operando così su di un campo esangue”.
Il dottor Galeotti sottolinea che al potenziamento
dell’attività ha contribuito con particolare professionalità la dottoressa Antonella Nadia Andreotti.
Il perfezionamento generale della tecnica di intervento ha permesso risultati di grande efficacia tanto nella
chirurgia d’elezione della laparoscopia, che va dalla
colecistectomia all’appendicectomia e alle ernie
inguinali, quanto negli interventi d’urgenza come le
perforazioni di ulcere.
“I maggiori progressi - precisa Galeotti - li stiamo
ottenendo nelle asportazioni di colecisti attraverso
la sola via ombelicale. Una tecnica, apprezzata da
soggetti giovani e donne, che evita cicatrici visibili
sull’addome. E altrettanto vale per l’appendicectomia. Trattiamo con successo anche le ernie inguinali
bilaterali, dove nell’addome del paziente si interviene
con l’inserimento di reti protesiche permanenti.
Particolare efficacia stiamo poi registrando nella
riparazione dei laparoceli, in pratica ernie relative
a cicatrici di precedenti interventi. Altro campo che
sta fornendo ottimi risultati sono alcune patologie del
colon che vanno dalle neoplasie alle diverticolosi.
Collaboriamo anche con il reparto di ginecologia
nel trattamento della endometriosi pelvica oltre che
nell’asportazione di tessuti e resezioni di tratti del
grosso intestino”.
Le tecniche laparoscopiche stanno compiendo passi
avanti anche nel loro impiego diagnostico.
“Non va dimenticato l’uso della laparoscopia nelle
urgenze - conclude il dottor Galeotti – ad esempio gli
stati acuti e infiammatori come le perforazioni d’ulcera con peritoniti. Se si pensa che in passato questi
interventi prevedevano una chirurgia molto invasiva, ci si rende conto concretamente dei progressi
compiuti”.
Sarà inoltre possibile, con la collaborazione del Servizio di neuroradiologia,
l’applicazione di una terapia nei confronti
degli aneurismi cerebrali e di una terapia
endovascolare dell’ICTUS, con l’uso di
piccoli cateteri.
Il rinnovamento, iniziato un anno e
mezzo fa, ha coinvolto anche la radiologia
di Trecenta: essa oltre all’arrivo del nuovo
Responsabile, dr. Fiorenzo Scaranello,
ha visto l’inizio di attività di un nuovo
Ecografo e la realizzazione di un’area
dedicata alla senologia, comprendente un
nuovo mammografo ed un apparecchio
ecografico. Si é proceduto comunque alla
necessaria integrazione varando la guardia
radiologica unica con Rovigo, ottenendo
la rapida refertazione degli esami eseguiti
in urgenza, sia di notte che nei giorni
festivi, utilizzando la teleradiologia.
5
Sa l u t e U lss18
MEDICINA NUCLEARE:
di Niccolò Panozzo
Nel 2004 erano 3.000 le scintigrafie annue
previste. Già nel 2005 si è arrivati a 6.500,
nel 2006 a 9.670, per culminare con la
stima complessiva del 2010, che si attesta
attorno alle 16.000 prestazioni erogate.
Basterebbero i numeri per testimoniare
la grandissima efficienza del reparto di
medicina nucleare dell’ospedale di Rovigo,
ma inquadrare questi dati all’interno del
loro contesto li rende ancora più incredibili.
Grazie agli sforzi dell’amministrazione
dell’Ulss 18, Rovigo vanta uno dei cinque
centri veneti più all’avanguardia sul fronte
della medicina nucleare, elementi indispensabili per una corretta identificazione dei
tumori. È questo, dunque, il motivo per cui
il bacino d’utenza del reparto, inizialmente
attestato intorno ai 300.000 abitanti (ovvero
la sola provincia di Rovigo), si è allargato
in maniera così dirompente, arrivando a
sfiorare il milione di abitanti e, quindi,
un’area che coinvolge territori delle province di Padova, Verona, Venezia, Ferrara e
anche Mantova.
“Sono stati necessari 6 mesi di formazione
perché il personale medico fosse preparato
all’utilizzo di questi macchinari assolutamente all’avanguardia e ora l’ospedale
di Rovigo è il punto di riferimento di una
zona vastissima. Grazie alle scintigrafie,
ma soprattutto alla PET-TAC, il secondo
importantissimo settore della medicina
nucleare che abbiamo approntato, all’Ulss
18 è ora possibile riconoscere un tumore
maligno del diametro di appena 5mm ed
eliminarlo immediatamente con la radiochirurgia”- questo il commento soddisfatto
del dottor Domenico Rubello, direttore
una marcia in piu’ nella lotta ai tumori
Foto N. Bianchi
della Soc medicina nucleare e del centro
PET-TAC dell’ospedale di Rovigo.
Forse è proprio la PET-TAC, seconda
branca della medicina nucleare, ad aver
dimostrato la grande efficienza del
centro. Da quando sono state installate
le tecnologie che rendono possibili questi
onerosissimi esami (che però al paziente
costano solo il prezzo del ticket ospedaliero), l’Ulss 18 si è distinta in efficienza ad
un livello non solo regionale. In un’ottica
di ottimizzazione dei costi e di miglioramento del servizio al cittadino, infatti,
per la prima volta questo reparto è aperto
5 giorni a settimana, con doppio turno
giornaliero e somministrazione di metà
dose di farmaco radioattivo rispetto agli
altri ospedali. “In questo modo – tiene a
far sapere ancora il direttore Rubello –
non ci sono assolutamente controindica-
zioni o effetti collaterali, né per il paziente
né per i familiari o le altre persone con cui
viene a contatto”.
Oggi, in tutta la Regione e non solo,
quello di Rovigo è uno dei centri più
specializzati e all’avanguardia per quanto
riguarda la medicina nucleare, all’opera
ogni giorno per salvare molte vite umane
grazie all’identificazione precoce dei
tumori.
QUALITA’
Foto N. Bianchi
Il Foglio Unico di terapia
L’impegno dei nostri operatori per la sicurezza del paziente:
di Annalisa Boschini
L’Azienda Ulss 18 di Rovigo sta in queste
settimane adottando il Foglio Unico di
Terapia e l’introduzione progressiva di
sistemi informatizzati di prescrizione, che
rappresentano il più moderno strumento da
intraprendere per ridurre l’incidenza degli
errori nei processi terapeutici.
Ciò significa valorizzare la comunicazione
tra professionisti della salute e prevedere
l’introduzione nelle strutture sanitarie di
strumenti di supporto agli operatori, per
garantire la sicurezza dei pazienti nei
processi critici. Il Foglio Unico di Terapia
(in formato cartaceo od informatizzato) è
parte integrante della cartella clinica del
paziente ed è costituito da una scheda,
condivisa tra medici e infermieri, nella
quale vengono registrati tutti gli interventi
terapeutici effettuati sul singolo paziente, sia
in fase di prescrizione del farmaco che nella
fase successiva di somministrazione. Esso
permette di tracciare in unico documento
tutte le operazioni effettuate e l’autore di
ogni intervento terapeutico. Il foglio può
contenere informazioni sulle allergie raccolte in anamnesi, registra per ogni giorno di
degenza i dati relativi alla terapia prescritta, con date ed ora di inizio, comprese
le possibili variazioni o sospensioni della
stessa. Il Foglio Unico di Terapia, in quanto
quaderno della terapia utilizzato dall’infermiere per la distribuzione/somministrazione,
evita passaggi di trascrizione tra la cartella
clinica e la documentazione infermieristica,
risparmiando tempo. ed evitando errori.
Nel caso che una dose prescritta non sia
stata somministrata, è specificato il motivo
della mancata somministrazione per permettere un completo monitoraggio del processo.
“Tra i maggiori punti di forza del Foglio
Unico di Terapia ci sono – spiega il Direttore
Generale dottor Adriano Marcolongo - la
visibilità costante del trattamento, la sua
durata, la possibilità di evitare interazioni
tra farmaci, mentre si permette di registrare
in appositi spazi la presenza di allergie e
altri tipi di annotazione utili nel percorso
terapeutico, come ad esempio la terapia
domiciliare”.
Da sottolineare che le strategie possibili
per la riduzione degli errori di terapia sono
generalmente di due tipi (vedere a lato):
Strategie per la riduzione degli errori
1.
di tipo soft (procedure, check-list, doppi controlli, consulenza del farmacista) focalizzate su
modifiche organizzative che possono essere
applicate immediatamente e senza eccessivi
sforzi economici.
2. di tipo tecnologico “hard” (informatizzazione
in toto o in parte del processo di gestione del
farmaco e della cartella clinica) che comportano
importanti interventi strutturali e richiedono un
impegno di risorse umane ed economiche da
parte dell’organizzazione.
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Salute Ulss18
NOVITA’
“Cook and Chill”
La rivoluzione alimentare viene dagli USA
Intervista a Anna Maria Bernardi
di Tommaso Moretto
Si chiama “Cook and Chill”: viene dagli Usa la rivoluzione alimentare dell’Ulss 18. Anna Maria Bernardi, primario
di nefrologia e dietetica dell’Ospedale civile di Rovigo, ha
cominciato a lavorare al nuovo sistema già nel 2008. L’ospedale
di Rovigo è già a regime, ma entro giugno 2011 anche l’Ospedale di Trecenta si avvarrà del nuovo sistema.
Dottoressa Bernardi, cos’è il Cook and Chill?
«È un sistema produttivo collaudato, che in Usa è sviluppato sin
dagli anni ‘70. I cibi sono igienicamente più controllati, sicuri al
cento per cento. Materie prime fresche e di prima qualità sono
preparate e cotte a settanta gradi, per almeno due minuti, al cuore
dell’alimento. Entro due ore dalla cottura si fanno le porzioni che
si conservano successivamente tra i tre e gli zero gradi. I mezzi che
portano negli ospedali i cibi consentono di mantenere inalterata la
catena del freddo».
Chi prepara i pasti?
«Per l’ospedale di Rovigo ha vinto la gara d’appalto la Serenissima
Ristorazione di Boara Pisani, azienda leader del settore che rifornisce gran parte del nord est. Le vecchie cucine interne sono state
soppiantate dal nuovo sistema. Si risparmia per la riduzione di
investimenti propri dell’azienda, per il contenimento del personale,
dei costi per i fornitori e per il recupero di spazio disponibile. Oltre
naturalmente ai vantaggi per la salute, c’è una maggiore possibilità
di programmazione data dal fatto che i cibi possono essere conservati per 5 giorni. Infine, sono stati valorizzati i produttori locali,
con la filosofia del Km 0: l’ortofrutticolo di Lusia e il settore pesce
del Delta, per fare degli esempi, lavoreranno molto di più».
E il gusto?
«Il sapore dei cibi è un po’ diverso, ma proprio per questo abbiamo
studiato nuove diete. I menù corrispondono anche alle abitudini
alimentari del Polesine e al fatto che le terapie dei pazienti possono
alterare i sapori. Per i pazienti attingiamo ad almeno 50 diete
differenti, che rappresentano un numero molto alto da gestire: più
aumenta il numero delle diete, più è facile vi siano errori da evitare.
I pazienti non si sono neanche accorti del cambiamento».
I dipendenti Ulss sono contenti?
«È solo dal primo di ottobre che il sistema “Cook and Chill” copre
anche la mensa del personale. Da inizio 2009 sino al mese scorso
abbiamo proceduto con un sistema misto. Per i dipendenti la dieta è
varia: viene comunque garantito anche qualche primo piatto scottato e un secondo grigliato».
IL NUOVO
OSPEDALE:
un avamposto che si
impone al rispetto
internazionale
di Gianluca La Torre
Vi è oramai consapevolezza che
umanizzare luoghi e metodi di cura
sia altrettanto importante che curare.
Non occorre grande esperienza per
rendersi conto del valore aggiunto,
per medico e paziente, di un morale
alto e di una grande combattività
nell’affrontare il percorso della lotta
contro la malattia. Creare un ambiente gradevole e funzionale diviene
quindi una tappa fondamentale, oltre
che per la dignità complessiva, per la
tenuta psicologica di chi è fiaccato da
una malattia o di chi, come l’operatore
sanitario, deve rinnovare quotidianamente la propria motivazione all’interno di un sistema di lavoro delicato
e complesso. Già all’ingresso di un
ospedale occorre rendersi conto di
non essere finiti in un recinto chiuso,
anche se professionale e proteso alla
tua cura. Ecco che il nuovo ospedale
di Rovigo accoglie tutta l’utenza in
una hall spaziosa e ariosa, progettata
con colori rilassanti, ben climatizzata
dove sono a portata di mano tutti i
servizi, dalla reception alla banca,
dall’edicola al bar, dalla farmacia
ospedaliera all’accettazione e al ritiro
referti. Il messaggio è che da noi
continua un pezzo di vita normale,
senza isolamento o sensazione di
separazione, all’interno di un contesto
gradevole e moderno. Il nuovo polo
operatorio è figlio di questa logica
all’avanguardia, per attenuare e
mitigare la normalissima ansia che
si impadronisce sia del paziente in
attesa di subire un intervento chirurgico che della sua famiglia. Dopo
l’era delle mattonelle industriali e
dell’acciaio inox, arriva l’arte e uno
sguardo sul cielo. Infatti nelle aree
di preparazione all’intervento, il
paziente, disteso sul lettino e protetto
nella propria privacy, vede sul soffitto, oltre a pannelli floreali gradevoli
e rilassanti, anche la luce del sole,
benedetta!, attraverso opportune
aperture. Anche il personale medico
e paramedico di sala operatoria,
avvicinandosi alla sala, gode di una
vista sulla hall sospesa in altezza, con
grandi finestre a spezzare routine e
fatica. Per ottenere questo risultato
si è partiti a progettare appositamente e separatamente strutture e
arredamento d’interni, ispirandosi
alle più innovative linee europee e
ai migliori standard internazionali.
Se a ciò aggiungiamo il makeup alla
segnaletica interna, l’ampio ricorso
alle energie rinnovabili e la grande
preparazione di tutto il personale,
possiamo dire con orgoglio che la
sanità Polesana ha un nuovo avamposto di tutto rispetto innanzi alla
migliore sanità mondiale.
Foto N. Bianchi
CONSERVANDO QUESTO GIORNALE POTRAI AVERE
l’informazione sempre a portata di mano
Il giornale dell’azienda è già al settimo numero.
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Le copie gratuite sono disponibili
nelle sedi Ulss, ambulatori medici di base,
farmacie, comuni, parrocchie
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agire prevenire
agire prevenire
salute territorio
pianeta cuore
salute famiglia
salute sicurezza
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Salu t e Ulss18
Foto N. Bianchi
Coinvolti i servizi di Neurochirurgia, Pediatria, Anestesia, Rianimazione e Croce Rossa Italiana.
Ulss 18 Rovigo e Croce Rossa
l’eccellenza sanitaria al servizio
della solidarietà
di Alberto Sattin
Si è concluso felicemente l’iter ospedaliero della
piccola Nooralhuda, la bambina irakena di due
anni, ricoverata presso l’ospedale di Rovigo
per il secondo intervento riparativo della grave
lesione del plesso brachiale da cui era affetta.
L’intervento è stato eseguito con successo nel
mese di settembre dal dr. Stefano Ferraresi,
primario della Neurochirurgia e dalla sua equipe.
La bimba era giunta in Italia insieme ai genitori,
per la cura della gravissima paralisi del braccio
riportata durante il parto.
Dopo essere stata sottoposta l’anno scorso, sempre
presso il servizio Neurochirurgia dell’Azienda Ulss
18 di Rovigo, ad un primo intervento di ricostruzione nervosa che nel frattempo ha rianimato la
elevazione e la flessione del braccio, la piccola
è stata sottoposta ad un ulteriore intervento di
“ribilanciamento” neuromuscolare per ottimizzare la funzione della spalla e del gomito.
La bambina è stata poi ospitata della Croce Rossa
Italiana in città, in attesa di sottoporsi ad percorso riabilitativo di fisioterapia.
Piena soddisfazione e riconoscenza alla Direzione
dell’Ulss 18 di Rovigo e alla Croce Rossa Italiana
sono state espresse dal Dr. Massimo
De Lisio, rappresentante dell’Ambasciata Italiana a Baghdad. Anche
i genitori della bimba irakena,
emozionati per l’ottimo risultato
ottenuto,
hanno voluto ringraziare tutte le persone che hanno
contribuito a far tornare il sorriso
alla loro piccola Nooralhuda. In
particolar modo hanno espresso
gratitudine all’ambasciata italiana e a quella irakena, all’azienda
Ulss 18 di Rovigo con i Servizi di
Neurochirurgia, di Pediatria, di
Anestesia e Rianimazione e alla
Croce Rossa Italiana.
Il sorriso della piccola Nooralhuda,
come pure quello dei suoi genitori è
la migliore ricompensa alle fatiche di
tutti coloro che hanno partecipato,
con abnegazione e grande professionalità, alle cure per restituirle la
salute ed il futuro.
L’internazionalità della
Croce Rossa ha radici
anche in Polesine
di Tommaso Moretto
Indirizzo Comitato Provinciale CRI
Via Portello, 7
45100-ROVIGO (RO)
COMITATO
PROVINCIALE
DI ROVIGO
Recapiti Telefonici
Telefono: 0425/361387
Fax: 0425/410181
E-mail:
[email protected]
«La piccola Nooralhuda è
l’esempio polesano dell’internazionalità
della
Croce
Rossa Italiana». Lo spiega un
soddisfatto Fabio Bellettato,
presidente provinciale della
Croce Rossa: «È la natura della
nostra associazione. Veniamo
contattati per risolvere problemi di questo tipo proprio per
la nostra vocazione». La bimba
irachena era stata segnalata nel
2009 dall’ambasciata italiana
in Iraq alla regione Veneto
e tramite la Croce Rossa è
arrivata al centro di eccellenza
di neurochirurgia di Rovigo. Il
primario Ferraresi le diagnosticò una paralisi ostetrica
totale del plesso branchiale
destro procedendo ad un primo
intervento.
Com’è andato quel primo intervento alla bimba?
«Esito positivo. Ha tolto il gesso
due settimane dopo e il dottor
Ferraresi le ha prescritto una
terapia fisioterapica che ha svolto
nel suo paese. Ma quest’anno
è dovuta tornare e la macchina
organizzativa della Croce Rossa
si è rimessa in moto. La bimba
è stata ricoverata nuovamente il
settembre scorso. Anche questo
intervento di completamento
della cura per la lesione del
plesso branchiale è andato bene
e il decorso post operatorio è
andato ottimamente».
Ora Nooralhuda è in Italia?
«No, è tornata a Bagdad dove sta
facendo fisiochinesiterapia. Avrà
bisogno di tornare tra due anni per
un ulteriore intervento chirurgico
necessario a correggere lo stato
della mano supinata».
Qual è stato il ruolo della Croce
Rossa?
«Di collegamento tra l’Ulss 18
e Bagdad. Abbiamo pensato noi
a tutta la parte organizzativa e
burocratica, assieme all’ispettorato e alla Questura. Il gruppo
femminile di Rovigo ha fornito
Inoltre i generi di prima necessità alla famiglia della bimba
durante tutta la permanenza.
I volontari della Croce Rossa
hanno poi seguito e accompagnato bimba e genitori durante
il soggiorno».
Come avete superato i problemi
linguistici?
«Un mediatore culturale ci ha
aiutato: Mohammed Habid.
Parla l’arabo, è anch’egli iracheno ed è stato un nostro assistito
in passato. Durante l’attacco
all’ambasciata americana è stato
ferito da schegge. Noi l’abbiamo portato in Italia dove è stato
curato e salvato ».
Habid è rimasto in Italia?
«Sì, è rimasto qui perché non
se l’è sentita di tornare nel suo
paese, ha chiesto asilo politico.
Oltre a fare il mediatore culturale lavora come dipendente di
una concessionaria di automobili a Rovigo».
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Salute Ulss18
IL NOSTRO OSPEDALE
fasi di lavorazione
è il giornale dell’Azienda Ulss 18
In distribuzione presso
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Rovigo
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