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ideazzurra n 3
N el mese di febbraio, a 60 anni dalla sua morte la città di Rieti, con una significativa cerimonia, ha ricordato Nazareno Strampelli: Senatore del Regno, Accademico d’Italia, nostro concittadino onorario. La manifestazione, che ha avuto luogo presso il Teatro Flavio Vespasiano ha visto la presenza dei nipoti del grande genetista, di uomini di cultura, politici, autorità e tanti giovani che hanno potuto così conoscere lo scienziato genio della granicoltura. Hanno ricordato la figura e l’opera di Strampelli il docente di politica economica presso l’Università di Tor Vergata, Vittorio Santaniello, lo storico Roberto Lorenzetti e il regista Giancarlo Baudena che, per la RAI, sta curando un filmato sulle scoperte di del genetista. Gli onori di casa sono stati fatti dall’assessore Anibaldi e dal sindaco Cicchetti. Ha partecipato una delegazione del comune di Paganica (L’Aquila) unitamente all’Associazione Culturale “Il Moro” che per l’occasione ha presentato il libro: “Sulle vie della Sabina da Paganica a Rieti”, una rassegna di echi della stampa e di proposte, per l’istituzione di una facoltà di Agraria e la rievocazione del lavoro compiuto da Nazareno Strampelli. La giunta comunale della cittadina abruzzese ha fatto sapere che, su proposta del consigliere G. De Paulis, intitolerà una strada al genetista reatino. Nel corso della cerimonia i vari interventi che si sono succeduti hanno esaltato l’opera di Strampelli che, con le sue scoperte è riuscito a sfamare milioni di persone. Scoperte ancora oggi valide ed attuali che lo storico Lorenzetti ha illustrato con dovizia di particolari durante la manifestazione e soprattutto attraverso la pubblicazione di un interessante volume dal titolo: “La Scienza del Grano”. Strampelli a Rieti (nel laboratorio di Campomoro) compì i suoi più importanti esperimenti che hanno rivoluzionato l’intero settore della granicoltura con raccolti record, evidenziati in ogni parte del mondo. Realizzò 32 tipi di frumento tra questi il “Carlotta”, dal nome della moglie, che gli valse il premio dell’Accademia dei Lincei. Nazareno Strampelli e Rieti, Strampelli e il grano di Rieti. “Un rapporto inscindibile - ha scritto nel suo libro Lorenzetti - che si trova alla base di una delle pagine più significative della storia delle scienze agrarie del mondo”. Un rapporto non sempre facile, spesso controverso e contraddittorio, a volte astioso e incomprensibile, ma sempre dialetticamente vivo. A Lorenzetti abbiamo rivolto alcune domande che qui vi proponiamo per conoscere un pò più da vicino questo grande uomo di casa nostra. R.: Era un uomo con le caratteristiche dei grandi uomini. Consapevole di dover compiere una importante missione nella sua vita. Di dedicare insomma la sua vita a qualcosa di importante, di significativo. Amava dire, ma non lo faceva mai nelle occasioni pubbliche, di dover rendere un grande servizio al suo Paese. Non staccò mai gli occhi dai suoi studi, consapevole della loro straordinaria importanza. Lo fece solo una volta nel 1915 quando abbandonò tutto per dedicarsi ad assistere i bambini superstiti del tragico terremoto di Avezzano. Successivamente non parlò mai di questa sua esperienza, ma in essa si coglie uno straordinario insegnamento. Per quanto importante sia il nostro ruolo, per quanto significativo sia il nostro lavoro, non bisogna mai dimenticare che c’è qualcos’altro che è ancora piu’ importante. E questo qualcos’altro si lega sempre alla vita. La vita di quei bambini fu per Strampelli piu’ importante del suo straordinario lavoro e dei suoi onori. Come i grandi uomini non accumulò mai ricchezze. Aveva salvato dalla morte per fame almeno un milione di bambini nel mondo, produsse un surplus di ricchezza di oltre 15 mila miliardi. Ma alla sua morte non vi furono ricchezze da lasciare in eredità. Solo le cose sue piu’ intime. R.: Strampelli iniziò ad operare all’inizio del ‘900: In questo periodo l’importazione frumentaria era in Italia la voce negativa per eccellenza della bilancia dei pagamenti. Ogni anno si importavano oltre 22. milioni di quintali di grano. Strampelli creò delle nuove varietà di grani attraverso i quali si riuscì in un obiettivo che nessuno aveva mai prima osato pensare fosse possibile. Quello dell’autosufficienza granaria in Italia. Ma questo non basta. Va detto che egli, primo al mondo senza che queste fossero note, riscoprì le leggi di Mendel arrivando a concretizzarne i risultati. Di fatto fu il primo uomo al mondo a rendere possibile la generazione di un nuovo organismo in natura derivato dalle caratteristiche di due altri organismi dei quali questo assumeva le caratteristiche migliori. Prima di Strampelli In Italia e nel mondo si coltivavano le varietà di grano che da migliaia di anni si conoscevano. La scienza riusciva al massimo a migliorale. Dopo Strampelli si coltivarono solo i grani che questo scienziato creava in quel suo laboratorio di Campomoro dove, come egli diceva si incontrava, ogni giorno “…con quel piccolo immenso mondo della natura”. R.: In molti pensarono a lui negli anni ’30 per il premio Nobel. Non gli venne concesso per un motivo molto semplice. Strampelli era stato nominato senatore per alti meriti scientifici, ed era impossibile consegnare il premio Nobel ad un esponente del governo fascista. Va detto che il regime organizzò nel 1933 delle onoranze nazionali a Nazareno Strampelli che in qualche modo andarono a sostituire quel premio Nobel che di certo meritava. E lo meritava a tal punto che nel 1974 il premio Nobel venne concesso a Norman Borlang per i suoi lavori che portarono all’autosufficienza granaria del Messico. Norman Borlang dirigeva un istituto il CIMMIT che gestiva per raggiungere il suo scopo centinaia di miliardi.