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testo - Direzione Didattica Solofra

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testo - Direzione Didattica Solofra
La storia di Sigismondo, il pesciolino giramondo.
a cura della III A Fratta
C’era una volta, in un tempo non tanto lontano, un mare
dall’aspetto cristallino e azzurrino dove regnava la gioia,
l’armonia, la vita. Qui tutti i pesciolini si divertivano a sguizzare,
schizzare, spruzzare, schiumare.
Qui viveva la sua vita spensierata un pesciolino che si chiamava
Sigismondo. Egli aveva molti amici con cui giocare in questo mare
limpido e profondo. Ogni giorno i suoi genitori, prima di andare
alla ricerca di cibo, gli raccomandavano di non uscire dalla tana,
perché poteva essere molto pericoloso. Ma un brutto giorno essi
non fecero più ritorno e Sigismondo fu costretto ad uscire dalla
sua tana per cercarli.
Nel suo girovagare arrivò in un luogo dove l’acqua era scura,
torbida, viscida, perché gli umani scaricavano lì rifiuti di ogni
genere.
Sigismondo, preso dalla fame, iniziò a mangiare di tutto,
compreso i rifiuti tossici. Con il passare del tempo, questo cibo
nocivo lo fece trasformare in un pesce brutto e cattivo. I suoi
occhi dolci e languidi divennero malvagi, la sua piccola bocca
diventò enorme e i suoi denti appuntiti e aguzzi come quelli di
uno squalo, le sue piccole squame divennero grandi, ossute e
appuntite. Alla fine, era diventato così brutto, puzzolente,
maleodorante, ripugnante, aggressivo, prepotente, ingordo, da
rimanere solo.
Un giorno capitò che stava per mangiare un suo amico d’infanzia:
ma ... ecco che apparve la fata Corallina, figlia del dio del mare.
Corallina aveva il corpo metà donna e metà pesce, occhi grandi e
azzurri, capelli rossi e lunghi, un aspetto gentile, un viso
bellissimo, al posto delle gambe aveva una bellissima e
lunghissima coda verde-acqua. Corallina lo pregò vivamente di
non mangiarsi l‘amico e gli promise di aiutarlo a diventare buono
e bello. All’inizio il pesce trovò difficoltà a convincersi a compiere
una buona azione, abituato a fare solo cose malvagie; ma quando
gli venne in mente l’immagine della sua mamma che gli aveva
insegnato a comportarsi sempre in modo educato, una lacrima
uscì dai suoi occhi, nel suo cuore si accese una fiammella di
bontà. Decise così di accontentare la fata Corallina e non mangiò
più il suo amico.
All’improvviso, come d’incanto, Sigismondo riprese le sue vecchie
sembianze, si allontanò da quel luogo triste e puzzolente e
ritornò verso il mare pulito e limpido. Strada facendo ritrovò tutti
gli amici di un tempo che lo salutavano affettuosamente.
Incontrò anche Argentella, una pesciolina dolce e graziosa di cui
si innamorò pazzamente. Dopo alcuni giorni il mare si vestì di
tanti colori, le onde trasportavano grida di allegria, i pescicampana suonavano a festa, i granchi schioccavano le chele, i
ricci sparavano gli aghi in segno di gioia. Via, via accorsero tutti
gli altri pesci per festeggiare il matrimonio di Sigismondo e
Argentella.
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