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Programma - Orchestra Sinfonica Nazionale
TO R I NO | AUDITORIUM RAI | CONCERTI 19° giovedì 16 aprile 2015 ore 21.00 venerdì 17 aprile 2015 ore 20.30 Kazuki Yamada | Direttore Nikolaj Znaider | Violino Čajkovskij Rimskij-Korsakov 19° giovedì 16 aprile 2015 ore 21.00 venerdì 17 aprile 2015 ore 20.30 Kazuki Yamada | Direttore Nikolaj Znaider | Violino Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840 - 1893) Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra (1878) Allegro moderato – Moderato assai – Allegro giusto Canzonetta. Andante Finale. Allegro vivacissimo – Molto meno mosso – Tempo I Durata: 31’ ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 16 aprile 2011, Ryan McAdams, Vadim Repin. Nikolaj Rimskij-Korsakov (1844 - 1908) Shéhérazade, suite sinfonica op. 35 (1888) Largo e maestoso – Lento – Allegro non troppo – Tranquillo (“Il mare e la nave di Sindbad”) Lento – Andantino – Allegro molto – Molto moderato – Vivace scherzando – Moderato assai – Allegro molto e animato – Con moto (“Il racconto del principe Kalender”) Andantino quasi allegretto (“Il giovane principe e la giovane principessa”) Allegro molto – Allegro molto e frenetico – Vivo – Allegro non troppo e maestoso (“Festa a Bagdad – Il mare – Naufragio – Conclusione”) Alessandro Milani | Violino solo Durata: 41’ ca. Ultima esecuzione Rai a Torino: 12 novembre 2010, Yutaka Sado, Roberto Ranfaldi. Redazione a cura di Irene Sala Il concerto di giovedì 16 aprile è trasmesso in collegamento diretto su Radio3 per il programma “Radio3 Suite”. Pëtr Il’ič Čajkovskij Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra Musica puzzolente Čajkovskij dovette faticare non poco per far digerire ai contemporanei quelli che sarebbero diventati i suoi più celebri Concerti. Nel 1874 il Primo Concerto per pianoforte e orchestra fu accolto con freddezza da un decano come Nikolaj Rubinštejn; e nel 1881 il Concerto per violino e orchestra fu salutato come «musica puzzolente »: parola di Eduard Hanslick, che recensì il lavoro rilevandovi poco più che rozzezza, barbarie e totale mancanza di gusto. Čajkovskij fece poco caso a quell’articolo di giornale; del resto già davanti alle correzioni suggerite da Rubinštejn al Primo Concerto pianistico aveva reagito con un secco: «Non cambierò nemmeno una nota del mio lavoro». Le osservazioni di un critico un po’ parruccone, che si sapeva sciogliere solo davanti alla musica di Brahms, non potevano certo impensierire un compositore che aveva già rifiutato senza troppi complimenti la revisione del grande violinista Leopold Auer: anche alle osservazioni di quest’ultimo, circa la possibilità di rendere «più eseguibili» alcuni passaggi, Čajkovskij aveva reagito da par suo, infischiandosene, e cercando un altro artista disposto a suonare la sua musica. Fu così che il 22 novembre del 1881, a Vienna, la partitura prese vita grazie all’interpretazione solistica del giovane Adolf Brodskij, l’unico che ebbe il coraggio, o meglio l’incoscienza, di affrontare un Concerto già rifiutato da nomi illustri (anche Josif Kotek, inizialmente, era stato coinvolto nella stesura del lavoro, ma poi si fece da parte confessando di non essere in grado di eseguire l’ultimo movimento). A stupire il pubblico delle prime esecuzioni fu un trattamento davvero senza precedenti del violino, capace di passare dal lirismo mellifluo alla furia grottesca nel giro di poche pagine: qualcosa che si nota subito, fin dall’Allegro moderato nel quale si alternano idee rassicuranti come una parola materna, baratri di malinconia (il secondo tema in particolare), scatti di nervi imprevedibili, slanci epici. Hanslick alla fine del movimento sentì lo strumento solista «ragliare, stridere e ruggire»; non era certo un complimento, ma in realtà quelle parole coglievano e contrario la grandezza del Concerto op. 35, un’opera in cui il violino si contorce pur di esprimere emozioni intense e di emanciparsi dalla tradizionale etichetta di strumento melodico (la cadenza solistica, incastonata al centro del brano, come nell’analogo lavoro di Mendelssohn, è forse il momento più rappresentativo di questo credo estetico). La Canzonetta comparve solo nella seconda stesura della composizione (un precedente Andante fu espunto in corso d’opera e recuperato in seguito come pagina sciolta). Qui la vena melodica dello strumento si fa vedere; ma Čajkovskij non si mette a tavolino per pensare e costruire; preferisce rievocare la cantabilità primordiale del violino, riuscendo a pennellare il ritratto meraviglioso di una cultura - quella russa naturalmente - in cui la scrittura colta vive sempre in simbiosi con il materiale di origine popolare. La conferma viene dall’ultimo movimento in cui il solista barcolla con ruspante vivacità sul filo che separa l’esaltazione dalla disperazione; proprio come succede a chiunque cerchi lo stordimento per dimenticare qualche dolore straziante. Andrea Malvano (dagli archivi Rai) Nikolaj Rimskij-Korsakov Shéhérazade, suite sinfonica op. 35 Il racconto e l’incanto Se la musica sinfonica possa, o debba, raccontare una storia, lo si può capire solo rinunciando a ogni forma di spiegazione razionale. Tutta la vicenda estetica dell’Ottocento è cresciuta attorno al dibattito tra due scuole di pensiero: da una parte coloro che ritenevano la musica una creatura troppo immateriale per essere schiacciata dal peso concreto di una vicenda fatta di cose e di persone, dall’altra i seguaci del potenziale narrativo inteso come strumento per far viaggiare l’immaginazione dell’ascoltatore. Naturalmente la ragione non stava da nessuna delle due parti; lo scontro verbale nascondeva molte analogie; e ci vollero parecchi anni perché gli schieramenti si accorgessero di essersi eretti su fondamenta comuni. Ma di fatto, mentre i teorici insistevano sulla vocazione all’inesprimibile della musica, i compositori continuavano a scrivere opere straordinarie nella loro capacità visiva di raccontare programmi e vicende articolate. Rimskij-Korsakov, certamente, era uno di loro; tra il 1887 e il 1888, componeva lavori sinfonici da vedere ancor prima che da ascoltare: i colori sgargianti del Capriccio spagnolo, i ricami splendenti della Grande Pasqua russa e Shéhérazade, la suite sinfonica ispirata alla celebre protagonista de Le mille e una notte. Sui principi poetici di quest’ultimo lavoro, la cui prima esecuzione avvenne il 28 ottobre 1888 a San Pietroburgo, fu lo stesso autore a intervenire: Il programma che m’ha guidato nella composizione di Shéhérazade è costituito da episodi e quadri che non hanno alcun legame tra loro: il mare, il vascello di Sindbād, il racconto fantastico del Principe Kalender, il figlio e la figlia del Re, la festa a Baghdad, lo schiantarsi del vascello sulla scogliera. Il legame lo stabilisce la musica con le introduzioni alla prima, alla seconda, alla quarta parte e all’intermezzo della terza, scritte per violino solo, che simboleggiano Shéhérazade intenta a raccontare le sue meravigliose novelle al terribile sultano. La spiegazione è perfetta: i racconti sono quattro, e il violino solo interviene con il distacco di un narratore alle prese con un uditorio rapito dal suono incantatorio della sua voce. Le singole scene sono da considerare pagine indipendenti; e i motivi conduttori, che Rimskij-Korsakov indubbiamente utilizza per legare l’intera partitura, non rappresentano sistematicamente richiami a immagini precise, ma elementi in continuo divenire che cambiano volto a seconda del contesto in cui sono inseriti. Il risultato è dunque una sorta di labirintico percorso circolare, in cui si rischia di perdere l’orientamento, esattamente come succede nelle Mille e una notte a chi pende dalla bocca di Shéhérazade, l’astuta principessa che salva la sua vita inglobando una storia nell’altra, e illudendo il sultano con la formula ricorrente: «Se continuerai ad ascoltare, saprai come andrà a finire». Rimskij-Korsakov cerca un effetto molto simile; i vari quadri della suite riescono nell’impresa di risultare autonomi e insieme intrecciati. È come se l’autore cercasse di trasformarsi in Shéhérazade per raccontare quattro storie che nascono una dall’altra: nessun titolo aiuta l’ascolto, solo la voce del violino interviene di tanto in tanto ricordandoci di voltare le pagine del libro. Questo, però, non vuol dire che Rimskij-Korsakov si rifiuti di portare l’ascoltatore per mano attraverso le curve del suo labirinto. Fin dal primo episodio abbiamo la chiara impressione di vedere il volto arcigno del sultano Shahriyàr nell’anatema scagliato da clarinetti, fagotti, corni e tromboni; poi prende forma il mare, l’elemento che domina in un altro capolavoro di Rimskij come Sadko, con i suoi movimenti ondeggianti, le sue liquide trasparenze timbriche, le sue vibrazioni cangianti. Siamo sulla nave di Sindbād, in viaggio alla continua ricerca di avventure e ricchezze, ma non c’è tempo per i dettagli, e le sonorità cullanti del mare non tardano a trasformarsi nel tono leggendario del successivo Andantino. Ora la principessa è riuscita a trovare un collegamento con le vicende burlesche del Principe Kalender; e la musica riesce alla perfezione, fin dal movimento capriccioso del fagotto, a restituire l’impressione di una comunità rapita che si stringe attorno al suo narratore. L’estasi è tale da non rendere necessario l’intervento del violino per introdurre l’episodio successivo; e così, senza preamboli, il discorso scivola sulla storia d’amore di Kalender con la sua principessa: un’unione sospesa nel tempo che si condensa tutta nel lirico fraseggio dei violini. Il quarto episodio, la festa a Baghdad, conferma quell’esigenza di generare immagini diverse a partire dallo stesso materiale melodico, che fa di Shéhérazade una partitura anomala nell’ambito del suo genere. Rimskij-Korsakov non fa come Wagner o Liszt quando lasciano ai loro Leitmotiv il compito di identificare un’immagine o un concetto ricorrente; preferisce utilizzare gli stessi temi per dire cose diverse, e ora tutte le melodie ascoltate in precedenza si trasformano in una spericolata baldoria sinfonica, in cui il collettivo domina sull’individuale. Solo un evento traumatico può interrompere la furia di tutta l’orchestra; ed ecco tuonare, con tanto di percussioni roboanti, lo schianto di una nave che si infrange sugli scogli della costa. Il disastro richiede il commento di Shéhérazade; e il violino torna a farsi sentire per l’ultima volta in tutta la sua immateriale leggerezza, confortando l’uditorio sulla natura fittizia dei racconti appena ascoltati. Andrea Malvano (dagli archivi Rai) Kazuki Yamada Nato a Kanagawa in Giappone nel 1979, oggi vive a Berlino ed è il Direttore Principale Ospite dell’Orchestre de la Suisse Romande, incarico ottenuto dopo un acclamato debutto nel 2010. È anche Direttore Principale Ospite dell’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo dalla stagione 2014/2015 e Direttore Principale della Japan Philharmonic. Nel 2009 ha vinto il 51° concorso internazionale “Besançon” per giovani direttori ricevendo il premio del Pubblico e il Grand Prize. In Giappone ha ottenuto gli incarichi di Partner Musicale della Sendai Philharmonic e dell’Orchestra Ensemble Kanazawa e Direttore Musicale della Yokohama Sinfonietta, da lui fondata. Stimato e supportato da Seiji Ozawa, nel 2012 ha diretto l’opera Oresteia di Xenakis con la Tokyo Sinfonietta, e Jeanne d´Arc au bûcher di Honegger in forma semiscenica e trasmessa in TV con l’Orchestra Saito-Kinen. Collabora abitualmente con Orchestre de Paris, Philharmonia Orchestra, Filarmonica di Dresda, WDR Sinfonieorchester di Colonia, Rundfunk Sinfonieorchester di Berlino, Filarmonica di San Pietroburgo e Cèca, Filarmonica Reale di Stoccolma, City of Birmingham e Sinfonica di Göteborg, Orchestre de Chambre de Lausanne, Orquesta Sinfonica y Coro de RTVE e TonkünstlerOrchester al Musikverein di Vienna. Dopo una tournée in Giappone e in Asia con l’Orchestre de la Suisse Romande nel 2014, seguono i debutti con Filarmonica di Helsinki, SWR di Stoccarda, Orchestre National de Lyon e il debutto negli Stati Uniti con la Utah Symphony Orchestra. Il progetto Jeanne d’Arc di Honegger sarà suonato anche con l’Orchestre Philharmonique di Monte-Carlo, l’Orchestre National du Capitole de Toulouse e nella versione messa in scena da Côme de Bellescize a Parigi con l’Orchestre de Paris, con Giovanna d’Arco interpretata dall’attrice francese Marion Cotillard. Tra i solisti con cui collabora si ricordano Emmanuel Ax, Boris Berezovsky, Leon Fleischer, Håkan Hardenberger, Nobuko Imai, Daishin Kashimoto, Daniel Müller-Schott, Xavier de Maistre, Steven Osborne, Vadim Repin, Baiba Skride, JeanYves Thibaudet, Daniil Trifonov e Alexander Kniazev. Con l’Orchestre del la Suisse Romande sta realizzando 3 CD ispirati dalla danza per l’etichetta Pentatone. Ha inoltre realizzato per Octavia Records un disco sui lavori di Glazunov, Kalinnikov e Khachaturian con la Filarmonica Cèca. Appassionato di repertorio corale, è anche il Direttore Musicale del Coro della Tokyo Philharmonic. È ospite per la prima volta dell’OSN Rai. Nikolaj Znaider Danese, è noto nella doppia veste di direttore d’orchestra e solista. Eventi della stagione 2014/15 prevedono esibizioni con la Filarmonica di Vienna e l’Orchestra di Cleveland dirette da Franz Welser-Möst, la Filarmonica di Los Angeles diretta da Andrey Boreyko, l’Orchestre de la Suisse Romande diretta da Neeme Järvi e la Staatskapelle Dresden diretta da Christian Thielemann. È impegnato in tournée con la SWR Sinfonieorchester diretta da Stéphane Denève, con la Sinfonica di Vienna diretta da Philippe Jordan e con l’Orchestra del Gewandhaus. La sua incisione più recente per l’etichetta discografica RCA RED SEAL contiene il Concerto per violino di Elgar con la direzione di Sir Colin Davis e la Staatskapelle Dresden. Le sue incisioni dei concerti per violino di Brahms e Korngold con la Filarmonica di Vienna e Valery Gergiev, dei concerti di Beethoven e Mendelssohn con Zubin Mehta e la Filarmonica Israeliana, dei concerti di Prokof’ev e Glazunov con Mariss Jansons e la Bayerische Rundfunk, hanno vinto numerosi premi e hanno raccolto i favori della critica, come la pubblicazione dell’integrale per violino e pianoforte di Brahms con Yefim Bronfman. Ha registrato per EMI Classics i Trii per pianoforte di Mozart con Daniel Barenboim e i Concerti di Nielsen e Bruch con la Filarmonica di Londra. È molto impegnato in progetti mirati alla formazione dei giovani talenti e per dieci anni è stato fondatore e Direttore Artistico della Nordic Music Academy. Znaider è Direttore Ospite Principale dell’Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, è stato Artist in Residence della Konzerthausorchester di Berlino nella scorsa stagione e precedentemente della London Symphony Orchestra e della Staatskapelle Dresden. È direttore ospite regolare di orchestre quali i Münchner Philharmoniker, la Filarmonica Cèca, la Filarmonica di Los Angeles, la Sinfonica di Pittsburgh, l’Orchestre Philharmonique de Radio France, l’Orchestra Nazionale Russa, la Hallé Orchestra, l’Orchestra della Radio Svedese e la Sinfonica di Göteborg. Durante la stagione attuale collaborerà con la London Symphony Orchestra, la Staatskapelle Dresden e la NDR di Amburgo. Znaider suona il violino ‘Kreisler’ Guarneri del Gesù (1741) per gentile concessione del Teatro Reale Danese, grazie alla generosità delle Fondazioni Velux e Knud Højgaard. PARTECIPANO AL CONCERTO VIOLINI PRIMI *Alessandro Milani (di spalla), °Marco Lamberti, °Giuseppe Lercara, Antonio Bassi, Lorenzo Brufatto, Irene Cardo, Claudio Cavalli, Aldo Cicchini, Patricia Greer, Valerio Iaccio, Martina Mazzon, Sara Pastine, Fulvia Petruzzelli, Matteo Ruffo, Elisa Schack, Lynn Westerberg. TIMPANI *Claudio Romano VIOLINI SECONDI *Roberto Righetti, Enrichetta Martellono, Pietro Bernardin, Roberto D’Auria, Michal Ďuriš, Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak, Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Vincenzo Prota, Francesco Sanna, Isabella Tarchetti, Carola Zosi. arpa *Margherita Bassani percussioni Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Antonio Ceravolo, Massimiliano Francese. VIOLE *Ula Ulijona, Matilde Scarponi, Geri Brown, Giovanni Matteo Brasciolu, Massimo De Franceschi, Rossana Dindo, Federico Maria Fabbris, Riccardo Freguglia, Alberto Giolo, Agostino Mattioni, Davide Ortalli, Margherita Sarchini. VIOLONCELLI *Pierpaolo Toso, Ermanno Franco, Giuseppe Ghisalberti, Giacomo Berutti, Stefano Blanc, Pietro Di Somma, Michelangiolo Mafucci, Carlo Pezzati, Stefano Pezzi, Fabio Storino. CONTRABBASSI *Cesare Maghenzani, Gabriele Carpani, Luigi Defonte, Antonello Labanca, Maurizio Pasculli, Francesco Platoni, Virgilio Sarro, Vincenzo Venneri. FLAUTI *Marco Jorino, Luigi Arciuli. ottavino Fiorella Andriani OBOI *Carlo Romano, Franco Tangari. corno inglese Franco Tangari clarinetti *Enrico Maria Baroni, Salvatore Passalacqua. FAGOTTI *Elvio Di Martino, Cristian Crevena. CORNI *Stefano Aprile, Marco Panella, Bruno Tornato, Marco Tosello. TROMBE *Roberto Rossi, Daniele Greco D’Alceo. TROMBONI *Joseph Burnam, Antonello Mazzucco. TROMBONE BASSO Gianfranco Marchesi *prime parti ° concertini tuba Daryl Smith Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, generosamente messo a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano. Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra, avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI. Sono molti i vantaggi offerti dall’associazione Amici dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: scegliete la quota associativa che preferite e iscrivetevi subito! Tutte le informazioni e gli appuntamenti sono disponibili sul sito www.amiciosnrai.it o scrivendo a [email protected]. La Segreteria degli AMICI dell’OSN Rai è attiva mezz’ora prima di ogni concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure dal martedì al venerdì dalle 11 alle 18, telefonando al 335 6944539. CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2014/15 che utilizzeranno il VITTORIO PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria. PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA. Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione "riduzioni". freedom day s a b ato 2 5 a p r i l e 2 0 1 5 dalle ore 10.00 Un’intera giornata insieme ai gruppi da camera dell’Orchestra Rai per celebrare il 70° anniversario della Liberazione. Il programma, che spazia dal barocco al jazz, passando dai valzer viennesi, si apre con una lettura dello storico Gianni Oliva sui temi legati al 25 aprile e vede la partecipazione dell’Accademia dei Folli che presenta lo spettacolo “Ultimo viene il gatto”, quando la Resistenza diventa fiaba. Ingresso libero Festival Pianistico di Primavera AUDITORIUM RAI “ARTURO TOSCANINI” DI TORINO Giovedì 14, 21 e 28 maggio 2015 ore 21 Giovedì 4, 11, 18 giugno 2015 ore 21 vendita abbonamenti dal 14 aprile 2015 prevendita biglietti dal 28 aprile 2015 20° giovedì 23 aprile 2015 ore 21.00 venerdì 24 aprile 2015 ore 20.30 Kirill Karabits | Direttore Sol Gabetta | Violoncello Sergej Prokof’ev Sinfonietta in la maggiore op. 5/48 Camille Saint-Saëns Concerto n. 1 in la minore op. 33 per violoncello e orchestra Pëtr Il’ič Čajkovskij Sinfonia n. 3 in re maggiore op. 29 Polacca CARNET da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto SINGOLO CONCERTO Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani) INGRESSO Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani) BIGLIETTERIA Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861 [email protected] - www.osn.rai.it