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L`omaggio presidenziale - Friuli Sera il quotidiano del giorno prima

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L`omaggio presidenziale - Friuli Sera il quotidiano del giorno prima
1,00
www.friulisera.it
ANNO I
N° 52
VENERDI 6 MAGGIO 2016
40 ANNI. Visita del Capo dello Stato Mattarella al Friuli terremotato ormai risorto dalle macerie
L’omaggio presidenziale
Una giornata densa per il presidente che in mattinata si è recato a Gemona e Venzone
poi il pranzo in Prefettura e la riunione straordinaria del Consiglio Regionale | P. 08 |
EDITORIALE
LA LEZIONE
Se l’Europa
dimentica
storia e umanità
Guardando le immagini delle tende bombardate nel campo profughi di Kamouna in Siria al confine con la Turchia e leggendo
nello stesso giorno le parole di
Papa Francesco, non si può che
provare immensa tristezza. Il Papa rifacendosi chiaramente l'I have a dream di Martin Luther King,
ha richiamato i vertici dell'europa
alla responsabilità verso la storia
e le radici del vecchio continente:
"Sogno un'Europa in cui migrare
non sia un delitto". "Sogno
un'Europa giovane, capace di
essere ancora madre". "Sogno
un'Europa che si prende cura del
bambino, che soccorre come un
fratello il povero e chi arriva in
cerca di accoglienza perché non
ha più nulla e chiede riparo".
"Sogno un'Europa, in cui essere
migrante non sia delitto bensì un
invito ad un maggior impegno
con la dignità di tutto l'essere
umano".
| CONTINUA A P. 02 |
ACCISE: L’IDEA DI RENZI
SCHIAFFO ALLA UE
PA PA F R A N C E S C O R I C E V E I L P R E M I O C A R L O M A G N O E D AVA N T I A P R E M I E R E T E S T E
C O R O N AT E , R I C H I A M A L’ E U R O PA A L L A P R O P R I A S T O R I A E A I P R O P R I VA L O R I | P. 0 2 |
SPORT - UDINESE VERSO BERGAMO
Ucciderebbe
lo sconto sui
carburanti
“LA PARTITA CON
IL TORO NON HA
LASCIATO SCORIE,
È UNO STIMOLO”
u Da confcommercio regionale
la richiesta alla Serracchiani di
non avallare la proposta di Renzi sulle accise, considerato un
boomerang per il Fvg. |P. 06|
u Operazione riscatto per l’Udinese,
che domenica cerca punti salvezza
sul campo dell’Atalanta. Mister De
Canio è sicuro: “La brutta partita contro il Toro non lascerà scorie”. |P. 12|
2
ANNO I N° 52 VENERDI 6 MAGGIO 2016
MAIL [email protected]
PRIMO PIANO
I HAVE A DREAM
IL DISCORSO. Il Papa riceve il premio Carlo Magno e nel suo stile schiaffeggia la dirigenza europea
Francesco alla Ue: «Sogno un'Europa
in cui migrare non sia un delitto»
Bergoglio davanti a premier e teste coronate evoca «Un’Europa che sia capace di dare alla luce un
nuovo umanesimo basato su tre capacità: quella di integrare, di dialogare e la capacità di generare»
..........................................................
...
... REDAZIONE FRIULISERA
... [email protected]
.
u "Sogno un'Europa in cui migrare non sia un delitto", nel discorso
di Bergoglio riecheggia l'I have a
dream di Martin Luther King ed è
un potente appello all'Europa
"stanca e invecchiata". Un discorso pesante, un ammonizione all'Europa che Papa Francesco ha
fatto alla cerimonia di conferimento del Premio Carlo Magno il
prestigioso riconoscimento conferito ogni anno dalla città tedesca
di Aquisgrana. Presenti ad ascoltarlo la cancelliera tedesca Angela
Merkel, al re di Spagna Felipe IV,
al premier italiano Matteo Renzi e
al governatore della Bce Mario
Draghi oltre che ai tre presidenti
europei Schulz, Juncker e Tusk accompagnati dall'alto rappresentante per la politica estera europea,
Federica Mogherini. Bergoglio ha
indicato gli obiettivi che ritiene dignitosi e doverosi per l'Unione Europea: «Che cosa ti è successo Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e
della libertà? Che cosa ti è successo Europa terra di poeti, filosofi,
artisti, musicisti letterati? Che cosa ti è successo Europa madre di
popoli e nazioni?». Le parole di
Francesco vogliono scuotere
l’Europa e lui cerca di metterla davanti allo specchio della propria
decadenza. La chiama a cancellare
quelle rughe che «non appartengono all’anima dell’Europa» affinchè «le difficoltà possono diventare promotrici potenti di unità». E
IL PONTEFICE. Papa Franceco
la sollecita a ritrovare se stessa, ad
attingere dalle propria memoria,
dalle più profonde riserve culturali
«come un figlio che vuole ritrovare «nella madre Europa le sue radici di vita e di fede».
Il Papa tocca le corde più profonde
e mette letteralmente il dito nella
piaga dello spegnersi dell’unità
cooperatrice chiamando in causa
la vocazione genetica dell’Europa
alla solidarietà e all’apertura.
«Un’Europa che sia capace di dare
alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di
integrare, la capacità di dialogare e
la capacità di generare».
«Le radici dei nostri popoli, le radici dell’Europa si andarono con-
FOTO DI REPERTORIO
IL PREMIO CARLO MAGNO
u Il Premio Carlo Magno è un
premio annuale conferito dalla
città tedesca di Aquisgrana a
personalità con meriti particolari
in favore dell'integrazione e unione in Europa. Insieme all'attestato viene consegnata una medaglia raffigurante l'immagine di
Carlo Magno sul trono, immagine tratta dal più antico sigillo della città. Il premio 2016 è stato assegnato al Papa per il "Suo
straordinario impegno a favore
della pace, della comprensione e
della misericordia in una società
europea di valori"
solidando nel corso della sua storia
imparando a integrare in sintesi
sempre nuove le culture più diverse e senza apparente legame tra loro – afferma il Papa – l’identità europea è, ed è sempre stata, un’iden-
tità dinamica e multiculturale».
Francesco invita quindi «a fare
memoria», a una «trasfusione di
memoria» che «non solo ci permetterà di non commettere gli
stessi errori del passato ma ci darà
accesso a quelle acquisizioni che
hanno aiutato i nostri popoli ad attraversare positivamente gli incroci storici che andavano incontrando». L’anima europea – ricorda è nata dall’incontro di civiltà e
popoli, più vasta degli attuali confini dell’Unione ed è chiamata a
diventare modello di nuove sintesi
e di dialogo. Il volto dell’Europa
non si distingue infatti nel contrapporsi ad altri, ma nel portare impressi i tratti di varie culture e la
bellezza di vincere le chiusure».
Francesco evoca così anche Padri
fondatori dell’Europa. Cita Robert Schuman, Konrad Adenauer,
Alcide De Gasperi che seppero
cercare strade alternative, innovative in un contesto segnato dalle
ferite della guerra. Che ebbero
l’audacia non solo di sognare
l’idea unità di Europa, ma osarono
trasformare radicalmente i modelli che provocavano soltanto violenza e distruzione e osarono cercare soluzioni multilaterali ai problemi che poco a poco diventavano comuni. E con loro è necessario
«ritornare a quella solidarietà di
fatto, alla stessa generosità concreta che seguì il secondo conflitto
mondiale, perché – come affermava Schuman – “la pace mondiale
non potrà essere salvaguardata
senza sforzi creatori che siano
all’altezza dei pericoli che la minacciano”». Per Francesco «i progetti dei Padri fondatori, araldi
della pace e profeti dell’avvenire,
non sono superati: ispirano, oggi
più che mai, a costruire ponti e abbattere muri».
MAIL [email protected]
ANNO I
N° 52
VENERDI 6 MAGGIO 2016
3
ARGOMENTI
DEL GIORNO
EDITORIALE prosegue dalla prima
Quando l’Europa
dimentica l’umanità
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...
... FABIO FOLISI
... [email protected]
.
Parole infuocate che temiamo
siano buttate al vento, perchè al
di là dei larghi sorrisi e delle parole di circostanza, i leader Ue e
quelli dei singoli Stati nazionali,
hanno in mente ben altra cosa.
Hanno come obiettivo non certo
un Europa dei popoli, ma anzi un
Europa dalla democrazia finta, dove germogliano le differenze sociali ed economiche, i nuovi nazionalismi e i nuovi muri. Hanno in
mente solo l'Europa del business e degli affari. Ma il dato più sconcertante è che la loro, almeno in molti casi, non è una scelta ideologica, ma solo la debolezza data dall'essere statisti di paglia, classe
dirigente pavida che teme che i populismi dettati da ignoranza e bassi
istinti d'egoismo creino problemi elettorali. Allora ecco che si opera
alzando muri o lasciando che altri li ergano, operando respingimenti, vendendo come dei novelli Giuda la carne viva dei profughi, deportandoli a pagamento in quei campi profughi che dietro compenso
il regime di Erdogan farà sorgere oltre il proprio confine, in territorio siriano, esattamente come quello di Kamouna. Campi esposti
al rischio di rappresaglie, scorrerie, quando non della “semplice”
morte per fame, sete o inedia. Aggiungiamo un altro tassello al nostro
pensiero, un tassello che viene da lontano nel tempo. Oggi è l'anniversario del terremoto del Friuli e in un clima quasi di festa abbiamo avuto visite importanti. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella
che ha reso onore ai quasi 1000 morti del Friuli terremotato e all'opera di ricostruzione, considerata una sorta di miracolo italiano.
Ma chi ha l'età per ricordare di aver vissuto quegli eventi, non può
non focalizzare come nell'emergenza sorsero campi di tende, profughi nei propria paesi, provocati non dalla guerra ma da un brutale
scuotimento della terra. Ebbene quelle tendopoli sono nella memoria così simili per umanità offesa a quelli che oggi accerchiano la
Siria. Guardando gli occhi dei quelle donne, di quei bambini, pur dai
tratti somatici diversi, si vede lo stesso terrore lo stesso smarrimento
di chi ha perso tutto. Certo il paragone è forzato, ma chi ha provato
l'esperienza di dormire, non per scelta, ma per necessità separato
dagli elementi solo da un sottile strato di tela può capire di cosa si
parla. Bisognerebbe immedesimarsi e pensare all'ipotesi che qualcuno per di più ti prenda anche a fucilate o ti bombardi dall'alto con
potenti jet trasformando quella sottile tela protettiva in un inferno di
fuoco. Basterebbe calarsi solo per un attimo per capire come alla
fuga disperata di quella gente non si possa sbattere la porta in faccia,
come non la si possa sbattere a gran parte degli africani in fuga da
carestie o altre guerre religiose o tribali generate spesso da responsabilità occidentali. Allora sarebbe il caso che il tanto pubblicizzato
“Il Friûl al ringrazie e nol dismentee” non sia da considerare come il
saldo di un debito verso qualcuno che ti ha aiutato, ma come principio generale nei confronti dell'umanità tutta. Insomma per riprendere ancora il discorso odierno di Francesco ricreare quella realtà
"umanistica, paladina dei diritti dell'uomo, della democrazia e della
libertà", facciamolo partendo anche da Friuli che non deve dimenticare di essere umano.
L’OPINIONE
Dopo otto anni un laburista
sindaco musulmano a Londra
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... AUGUSTO DELL’ANGELO
... [email protected]
.
u Il voto di ieri per eleggere il
nuovo sindaco di Londra è stato
un'incredibile somma di sorprese,
a cominciare dal confronto inedito tra un ebreo conservatore miliardario alla Trump e un musulmano laburista povero, originario
del Pakistan. E ciò dimostra che la
capitale inglese cerca nuovi equilibri sociali ed etnici con giovani
candidati; infatti erano entrambi
poco più che quarantenni.
La battaglia per la guida di Londra
ha oscurato altre elezioni: quelle
per Liverpool e Bristol, per il Parlamento scozzese, le assemblee
del Galles e dell'Irlanda del Nord e
una serie di amministrazioni cittadine.
La seconda sorpresa viene dalla
fine di un'era, cioé dal rovesciamento politico nella guida di Londra dopo 8 anni in mano ai conservatori (il discusso Boris Johnson, che aveva strappato il posto
al laburista antisemita e quindi
controverso Ken Livingstone,
detto “Ken il rosso”).
Terza sorpresa: hanno vinto i laburisti, ma non il leader del partito, Piers Corbyn, che si è creato
antipatie per le sue simpatie anti-ebraiche (in città vivono e la-
SADIQ KHAN Nuovo sindaco di Londra di origini pakistane
vorano ben 150 mila ebrei britannici). Perciò è emerso un personaggio finora sconosciuto ai più,
il musulmano di origine pachistana Sadiq Khan.
Figlio di una sarta e di un conducente di autobus, avvocato impegnato nella difesa dei diritti civili. Europeista convinto (e questo è un buon segno in vista dell'imminente referendum sulla
Brexit, cioé la permanenza o meno della Gran Bretagna nell'Ue).
Quest'ultima caratteristica è il
tratto distintivo della sua differenza rispetto al suo avversario, il
conservatore ebreo Zac Goldsmith, che ha ereditato una fortuna dal
padre ed è invece un acceso anti-europeista.
Ha quindi vinto un ex immigrato
povero e musulmano (il primo
nella storia della città) che difende
gli ebrei, i Sikh e gli indù e ha
perso un miliardario uscito dal
'college' di Eton, rampollo di una
famiglia potente e imparentata
con i Rotschild.
LE ACCUSE. Secondo l’Onu l’azione è un crimine di guerra
Siria: bombe sul campo profughi
Jet del regime siriano hanno colpito la tendopoli al confine turco
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...
... REDAZIONE FRIULISERA
... [email protected]
.
u Il raid aereo condotto nella sera
del 5 maggio, sulle tende di un
campo di profughi siriani nella
provincia settentrionale di Idlib,
vicino al confine con la Turchia,
secondo il segretario dell'Onu per
gli Affari umanitari, Stephen
O'Brien potrebbe essere un crimine di guerra. O'Brien ha chiesto
che sia aperta un'inchiesta sul raid
aereo che ha colpito il campo di
Kamouna. Il raid è stato condotto
in una zona controllata dai ribelli.
Secondo quanto riferito dall'Onu
ci sono 28 morti, tra cui molti bambini. I feriti sono circa 80. O'Brien,
commentando il raid, condotto da
KAMOUNA tendopoli bombardata
caccia russi o del regime siriano,
ha detto: "Sono inorridito e disgustato". Ovviamente l'esercito del
regime di Assad ha prontamente
negato ogni coinvolgimento, ma
in realtà vi sarebbero ben pochi
dubbi sulla paternità dell’attacco.
Intanto, alcuni gruppi ribelli siriani hanno espugnato e preso il controllo di un villaggio strategico a
sud di Aleppo. Una battaglia senza
esclusione di colpi nella quale
hanno perso la vita 73 persone. A
riferirlo sono stati gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti,
spiegando che lo scontro nel villaggio di Khan Touman, finora in
mano al regime, risale al 5 maggio, nonostante quindi la tregua
proclamata ad Aleppo in seguito a
un'intesa tra Usa e Russia. Tra i
gruppi che hanno preso il controllo di Khan Touman c'è anche il
Fronte al-Nusra, legato ad al-Qaeda. Il villaggio è in una posizione
strategica perché sulla strada che
collega Aleppo a Damasco.
FRIULISERA - EPAPER l DIREZIONE E REDAZIONE: VIA PIER PAOLO PASOLINI 2, 33040 PRADAMANO (UD) TEL. 0432 1847695 - WWW.FRIULISERA.IT - [email protected] - [email protected]
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l VERSIONE DIGITALE: PROVIDER: ONE.COM, KALVEBOD BRYGGE 24 DK-1560 COPENAGHEN V, DANIMARCA l TIPOGRAFIA SPECIALI: MEDIASTAMPA S.R.L. VIA DEL LITOGRAFO 4 BOLOGNA. TEL: 03928288201
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ANNO I N° 52 VENERDI 6 MAGGIO 2016
MAIL [email protected]
CRONACA
LO SCONTRO. Guerra aperta fra giudici e governo con il Ministro Orlando che tenta la mediazione
Gip: Uggetti resta in carcere
Alta tensione fra Pd e giudici
l giudice ha valutato consistenti le ipotesi che dai domiciliari si possano ancora inquinare le prove
Il caso Lodi per Renzi potrebbe essere nulla se si concretizzano le voci su inchieste contro Boschi e Del Rio
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...
... REDAZIONE FRIULISERA
... [email protected]
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u A lodi tirano dritto, il gip di Lodi
Isabella Ciriaco, non influenzata dal
clamore mediatico e dal focus della
politica sul suo operato, ha confermato la misura cautelare per il sindaco Pd di Lodi: Simone Uggetti
che dunque, non sarà scarcerato, resterà a San Vittore almeno fino al
prossimo interrogatorio con il pm
Laura Siani che è stato fissato fra tre
giorni, lunedì prossimo. Il sindaco
Uggetti era stato incarcerato il 3
maggio con l'accusa di turbata libertà degli incanti: avrebbe, secondo le
accuse della procura di Lodi, alterato lo svolgimento della gara per l'affidamento di due piscine scoperte
alla società Sporting Lodi SSD. Il
giudice, dunque, ha deciso di respingere la richiesta del difensore di
Uggetti, l'avvocato Pietro Gabriele
Roveda, di attenuazione della misura cautelare attraverso la concessione degli arresti domiciliari o con
l'obbligo di firma. La stessa decisione, cioè la conferma della custodia
cautelare, vale anche per l'avvocato
Cristiano Marini, consigliere d'am-
Csm e Anm al centro
delle polemiche e della
attenzione mediatica
ministrazione della Sporting accusato degli stessi reati di Uggetti. E'
evidente che il giudice ha valutato
consistenti le ipotesi della procura
che i due anche dai domiciliari possano inquinare le prove dato che,
aveva sostenuto la Procura, le nuove
tecnologie consentano di aggirare
facilmente l'isolamento casalingo.
Una tesi che aveva suscitato polemiche che sono arrivate fino al Csm
con il membro laico Giuseppe Fanfani (Pd) che aveva chiesto la verifica "della legittimità dei comportamenti tenuti e dei provvedimenti"
assunti dai magistrati di Lodi. La richiesta era stata poi ritirata quando i
togati di Area e Anm sono insorti.
L'arresto di Uggetti è diventato qundi non solo un caso giudiziario ma
politico. A molti è anche apparso
non casuale che quella di Ugetti era
la terza inchiesta nel giro di pochissimo tempo di un primo cittadino
del Pd, alla quale ieri, come è noto, si
è aggiunta la condanna di primo gra-
UGGETTI E RENZI Foto di repertorio
do per evasione fiscale per il segretario del Pd della Sardegna Soru, che
si è immediatamente dimesso. Ma
oggi con la decisione del Gip di confermare la detenzione in carcere di
Uggetti appare più chiaro che il problema è squisitamnete giuridico.
Uggetti è accusato di aver fatto confezionare "un bando su misura" per
la Sporting Lodi in modo che questa
società ottenesse la gestione di due
piscine comunali scoperte della città, la Belgiardino e la Attilio Concardi, appalto che avrebe consentito
fra l'altro alla società, partecipata
dal Comune per circa il 40%, di ripianare un buco di circa 600 mila euro relativa ad una precedente operazione. La finalità, secondo i magistrati, era quella di "ottenere vantaggi per sé, in termini di consenso politico elettorale, e per la società aggiudicataria". Uggetti si difende affidando al legale la sua reazione dopo l'arresto: "Ho agito per il bene
della città - ha detto attraverso il suo
avvocato - come ho sempre fatto".
Inutile dire che l'episdio Ugetti ha
acuito la febbre tra il governo di
Matteo Renzi e l’Associazione nazionale magistrati (Anm) di Piercamillo Davigo, mentre il ministro di
Grazia e Giustizia Andrea Orlando
cerca di fare il pompiere per abbassare la tensione e ricucire.
Tanto che il 10 maggio 2016 proprio
il Guardasigilli ha in programma un
incontro con i vertici del sindacato
delle toghe che lo vedono come
«l’unico punto di riferimento all’interno dell’esecutivo».
O almeno è quello che ha detto Davigo durante la giunta che doveva
“processarlo” dopo le dichiarazioni
contro «i politici che continuano a
rubare e non si vergognano».
Così se le cannonate sparate da Giuseppe Fanfani, consigliere di palazzo dei Marescialli in quota Pd - contro la procura di Lodi e l’arresto eccessivo del sindaco Simone Uggetti
- sembrano essere state disarmate
dopo il passo indietro del politico
aretino richiamato all'ardine da
Renzi è stata poi l’intervista velenosa di Annalisa Chirico a Piergiorgio
Morosini su Il Foglio a riaccendere
ancora di più gli animi. La giornalista ha raccolto le confidenze in un
colloquio dove uno dei leader di
Magistratura democratica Morosini
appunto dipinge Renzi come un
nuovo Berlusconi, con il rischio per
di più di una deriva autoritaria dopo
il referendum costituzionale. Morosini si è affrettato a smentire le dichiarazioni confermando di fatto la
chiacchierata a ruta libera che però
ritiene essere un ragionamento ipotetico di pancia e non la sua posizione meditata. Comunque la vicenda è
esplosa tanto da tener bloccati per
ore i lavori del Consiglio superiore
della magistratura, anche in questo
caso è intervenuto il Ministro guardasigilli Orlando che a chieso chiarimenti al vicepresidente del Csm
Giovanni Legnini.
Fin qui la cronaca di questi giorni,
ma in realtà c'è molto di più che cova
sotto la cenere del rapporto febbricitante fra magistratura e governo
Renzi. Le voci che si rincorrono con
insistenza nei palazzi romani infatti
danno per scontato che da qui al referendum confermativo della riforma costituzionale di ottobre 2016
potrebbero emergere nuove indagini pronte a colpire l’esecutivo direttamente. Cose da far tremare i polsi,
non certo vicende “marginali”come
quella di Stefano Graziano a Napoli,
di Uggetti o di De Luca. I renziani
sono spaventati da almeno due inchieste che sembrano covare sotto la
cenere e neppure tanto nascoste. Sono inchieste su due ministri. A
preoccupare sarebbero Graziano
Delrio, ministro per le Infrastrutture, e in particolare Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme. Il primo è stato tirato in ballo a Brescello,
Comune commissariato per mafia,
per i suoi presunti rapporti, tutti ancora da dimostrare, con la ‘ndrangheta calabrese guidata da Francesco Grande Aracri, boss originario
di Cutro, un Comune gemellato con
Reggio Emilia, città nativa di Delrio. La seconda inchiesta è quella
dove invece è coinvolta, se pur indirettamente, il Minikstro Maria
elena Boschi. Si tratta di un filone
del caso Banca Etruria che riguarda
il padre del ministro Boschi , Pier
Luigi Boschi che risulta indagato
nel dissesto finanziario dell’istituto
di credito aretino per bancarotta
fraudolenta.
I MINISTRI DEL RIO E BOSCHI Secondo voci di palazzo indagati prossimi venturi?
MAIL [email protected]
ANNO I
N° 52
VENERDI 6 MAGGIO 2016
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ECONOMIA
L’INCHIESTA. La procura di Trani indaga su fatti del 2011
Per rinnovare gli aiuti la Ue chiede sacrifici insostenibili ad Atene
Manipolazione del mercato Tra Grecia e Troika
Deutsche Bank nel mirino uno stallo “dejavu”
............................................................
...
... GAETANO SPATARO
... [email protected]
.
u Prosegue l’indagine aperta dalla
procura di Trani conto la Deutsche
Bank, su denuncia dell’Adusbef.
L’accusa è quella di vendita di manipolazione di mercato con la vendita di titoli di Stato italiani per 7 miliardi di euro nel 2011. La GdF di
Bari aveva già disposto nei giorni
scorsi il sequestro di documenti e di
mail negli uffici di milano della banca tedesca, dimostrando che le prove presentate non sono campate in
aria.
LA INCHIESTA. Sul tavolo degli
imputati il gotha del managemente
del colosso bancario tedesco: l’ex
presidente di Deutsche Bank Josef
Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (attualmente co-amministratore delegato uscente della
Banca), l’ex capo dell’ufficio rischi
Hugo Banziger, l’ex direttore finanziario ed ex membro del board di
Deutsche Bank, Stefan Krause. Di
fatto, i vertici operati della banca.
Già nel 2011 Deutsche Bank era stata chiamata dalla Consob ad una richiesta di informazioni proprio sui
fatti per cui è indagata oggi. Allora
fu ascoltato come testimone il il responsabile di Deutsche Bank Italia,
Flavio Valeri, presidente e consigliere delegato del Consiglio di gestione di Deutsche Bank Italia,
estraneo alle indagini in corso che
riguardano esclusivamente le attività della sede tedesca della banca. Il
pm Ruggiero avoca a se la competenza sul caso in base all'articolo 10
del Codice di procedura penale. Secondo questa norma, in caso di reato
commesso interamente all'estero da
soggetti stranieri residenti all'estero, la competenza è del pm che per
primo ha iscritto la notizia di reato.
IL REATO. L’accusa mossa ai dirigenti tedeschi è quella di manipolazione del mercato: mentre il ma-
nagement comunicava agli investitori che il debito sovrano dell’Italia
era sostenibile (facendo aumentare
la credibilità è il valore di tali titoli
sul mercato), dall’altro nascondeva
la reale intenzione di vendere nel
brevissimo termine i titoli del debito
italiano detenuti nel portafoglio della banca tedesca (circa 8 miliardi di
euro). L’alterazione artificiosa dei
titoli venduti poi massicciamente
sul mercato ha violato la normativa
in materia.
I mercati non hanno ancora dato segni di reazione alla vicenda, il titolo
Deutsche Bank stamattina procedeva intorno alla parità sulla Borsa di
Francoforte.
u LA GRECIA sta vivendo una
sorta di dejavu, a distanza di
sei anni dall’inizio del calvario
con la Troika, il governo di
Atene e i suoi creditori si trovano in un nuovo e pericoloso
empasse. Pur nella consapevolezza diffusa che una ulteriore stretta ai danni della
Grecia sia deleteria (il diktat
dell’austerity non passa più),
le divergenze tra i principali
creditori (la zona euro e il Fondo monetario internazionale),
stanno impedendo un riesame delle strategie finalizzate
a rimettere in piedi la Grecia.
Dal 2010 in poi, i governi greci
hanno varato una serie di tagli
alla spesa e di aumenti alle
tasse per quasi un quarto del
Pil. Dopo anni da incubo, nel
2015 la Grecia è riuscita a
creare un piccolo avanzo primario (+0,7%). Tuttavia, i fatti
hanno dimostrato che l’austerity imposta da Bruxelles
ha parallizzato e indebolito
l’economia riducendo all’osso il gettito e le entrate per lo
Stato. Questo ha aumentato il
debito pubblico impedendo al
paese di uscire da questa situazione perniciosa. La cronica crisi economica ha prodotto un profondo stato di agita-
Sandrigo Ingross srl via Che Guevara n.5, Z.A. Aquileia (ud)
tel. 0431/919665 - fax 0431/919675 [email protected]
zione sociale che ha portato
al potere Syriza. Entro luglio,
se non si sblocca il nuovo piano di aiuti la Grecia rischia di
nuovo il fallimento. Tra le soluzioni proposte dal Fmi per
dare respiro alla Grecia,
obiettivi di bilancio meno
stringenti e un deciso allungamento dei tempi di pagamento. L’Europa e la Germania in particolare, non intendono fare tali concessioni alla
Grecia. L’Ue chiede un taglio
extra delle spese (dal 3% al
5% del Pil) pari a 9 miliardi di
euro. Uno sforzo che Tsipras
non può chiedere al suo popolo o al Parlamento. Il Paese ha
avanzato controproposte per
il risparmio, ma il Fmi non le
ritiene abbastanza concrete.
E la Germania afferma di non
potere sbloccare un finanziamento addizionale se il Fmi
non è soddisfatto. Uno stallo.
6
ANNO I N° 52 VENERDI 6 MAGGIO 2016
MAIL [email protected]
ECONOMIA / Regione
L’APPELLO DI CONFCOMMERCIO-FVG. Serracchiani si faccia valere
Presentato il nuovo piano industriale: +42% di traffici in 4 anni
La proposta “accise” di Renzi Il futuro di Ronchi
la fine degli sconti carburanti invertire la rotta!
Tasse più alte renderebbe conveniente il pieno all’estero
.........................................................
...
... GAETANO SPATARO
... [email protected]
.
u La proposta di Matteo Renzi di
abolire il bollo auto e di aumentare contestualmente le accise sui
carburanti preoccupa molti, anche a livello regionale. Tra questi, la Figisc Confcommercio del
Friuli Venezia Giulia che dichiara: «Giù le mani dalle accise».
LA RICHIESTA. Le possibili
conseguenze di una tale proposta, sciorinata in televisione dal
premier Renzi, potrebbe essere
molteplici, per la maggior parte
non sarebbero positive.
Bruno Bearzi, capogruppo regionale, per esempio, sottolinea che
l’avverarsi di una simile prospettiva: «Cancellerebbe gli effetti
positivi della legge 14/2010, di
cui beneficiano le casse della Regione, i cittadini e la categoria di
gestione degli impianti di distribuzione, altrimenti messa in ginocchio da un’insostenibile concorrenza con Austria e Slovenia». In altre parole, un ulteriore
incremento del prezzo finale alla
pompa per effetto della componente delle accise, spingerebbe
gli utenti italiani a rivolgersi ancora di più verso la concorrenza
estera. «Per comprendere meglio
la portata dell’intervento - si leg-
BRUNO BEARZI capogruppo regionale Figisc Confcommercio
ge in un comunicato - partendo
dalla stima di un gettito del bollo
che si attesta tra i 5,9 e i 6,1 miliardi di euro, i conti tornerebbero per il paese con un incremento
delle accise su benzina e diesel
nell'ordine dei 15 cent/litro (tralasciando l'immancabile Iva a carico dell'accisa)». In Fvg, le norme per il sostegno all'acquisto
dei carburanti per autotrazione,
con l’aggiunta di un’integrazione deliberata dalla giunta regionale, prevedono la riduzione del
prezzo alla pompa di 14 cente-
simi sulla benzina e di 9 centesimi sul gasolio, valori che salgono a 21 centesimi e 14 centesimi nei comuni della Fascia 1,
quelli montani o parzialmente
montani. «Facile comprendere
che, con accise più alte, la virtuosità del provvedimento regionale verrebbe meno», conclude
Bearzi facendo appello alla presidente Serracchiani, nel suo ruolo anche di vicesegretario del
partito di maggioranza che sostiene il governo, «a far valere le
ragioni del Fvg».
u Il CdA dello Aeroporto Fvg
SpA ha approvato il Piano industriale 2016-2020 che prevede fra quattro anni una importante crescita dei passeggeri (+42%), oltre quota milione di persone, con un margine
operativo lordo superiore ai
sei milioni.
L’obiettivo dichiarato è stimolare un deciso sviluppo dello
scalo rendendo fattibili gli
obiettivi programmati, con
opere infrastrutturali per 38
milioni di euro, di cui 18 milioni per la realizzazione del polo
intermodale per fare di Ronchi lo snodo regionale dei trasporti su gomma, ferro e aria;
12 milioni per la pista di volo e
8 per la riqualificazione
dell’aerostazione. Opera questa ultima finanziata per il
66% con fondi propri
dell’azienda e il 34% con fondi
comunitari e nazionali. Questo nuovo piano industriale si
prefigge, dunque, l’ambizioso
obiettivo di invertire il trend
negativo dell’ultimo quinquennio, rilanciando l’aeroporto di Ronchi come infrastruttura competitiva e di alto
livello. Lo scalo di Ronchi negli ultimi anni si era infatti fortemente indebolito, registrando un calo di passeggeri
pari al 14%, mentre il fatturato era sceso del 21% (da 19 a
15 milioni di euro). Anche il
patrimonio netto dell’azienda
si è ridotto del 52% in cinque
anni. Il consistente piano di
investimento e il recupero di
efficienza nella gestione operativa dell’azienda, ottenuto
attraverso il contenimento
della struttura dei costi fissi,
consentiranno all’aeroporto
di acquisire una più forte attrattività commerciale e di offrire ai clienti servizi moderni
e funzionali alle loro esigenze.
L’assessore regionale Francesco Peroni, alla presentazione
del business plan, ha precisato: «Il dimezzamento dei compensi per le cariche sociali e
la messa in liquidazione delle
tre società controllate dall’aeroporto, hanno assicurato
consistenti risparmi. Gli investimenti sul polo intermodale
- ha concluso - pone le premesse per la connessione tra
scalo e rete ferroviaria, premessa indispensabile per la
crescita dei traffici e della mobilità nazionale e internazionale verso la nostra regione».
LA CONFERENZA DEI SERVIZI. Approvata la richiesta di A2A di dismettere le strutture di stoccaggio di olio
Demolire i serbatoi della centrale di Monfalcone
La Regione disincentiva l’utilizzo del carbone promuovendo l’uso di gas o altre fonti rinnovabili
u La Conferenza dei Servizi ministeriale, riunitasi presso il Ministero dell'Ambiente, ha approvato la richiesta di A2A di dismissione e demolizione dei serbatoi di stoccaggio di olio combustibile nella Centrale di Monfalcone (GO). Alla Conferenza
hanno partecipato anche la Regione Fvg e il Comune di Monfalcone che hanno espresso parere favorevole alla dismissione,
in quanto intervento migliorativo sul piano ambientale.
Previste anche due prescrizioni
nei confronti del gestore della
Centrale termoelettrica: A2A
dovrà effettuare la caratterizzazione dei suoli e della falda idrica
sottostanti i serbatoi e sarà tenuto
a individuare con precisione i rifiuti conseguenti alla demolizione dei serbatoi. La Conferenza
ha imposto al gestore anche di
procedere alla rideterminazione
del dimensionamento degli impianti esistenti di trattamento
delle acque reflue.
L’assessore regionale all’am-
biente, Sara Vito ha precisato:
«Si voluta cogliere l'occasione
della Conferenza dei Servizi per
ribadire le posizioni degli Enti
territoriali sulla presenza della
Centrale nel comune di Monfalcone e per richiedere ancora una
volta che il Ministero confermi
la volontà di procedere al riesame dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), una volta
che entreranno in vigore le nuove migliori tecnologie disponibili, la cui pubblicazione in ambito europeo è data per imminente».
Regione Fvg e Comune di Monfalcone si riservano di richiedere
il riesame dell’Autorizzazione
all’esito delle indagini epidemiologiche in corso, mentre la
Regione ha inoltre precisato che
a dicembre è stato approvato il
Per (Piano energetico regionale). Tale Piano prevede anche la
rimodulazione del funzionamento delle centrali termoelettriche tradizionali, nello specifico quella di Monfalcone.
Al fine di raggiungere gli obiettivo dello scenario “Low carbon”, si tende ad abbandonare
l’utilizzo di centrali a carbone,
promuovendo uno scenario di
transizione, attraverso l'utilizzo
del gas o di fonti energetiche rinnovabili, al fine di ridurne gli impatti.
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REGIONE
RAPPORTI AUSTRIA-FVG. L’ex autoporto di confine destinato ad accogliere i rifugiati
Lamarmora punta sul turismo flash
Coccau sulla prima accoglienza
L’ex caserma, liberata da vincoli, trasformata in albergo con centro welness
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...
... REDAZIONE FRIULISERA
... [email protected]
.
u Al via i lavori per trasformare
l’ex autoporto di Coccau in un centro di accoglienza per profughi in
arrivo dall’Austria verso la nostra
regione. Una struttura recintata
dotata di ambulatorio medico e di
un posto di polizia attrezzato per
svolgere in 72 ore tutte le operazioni di controllo sanitario e fotosegnalazione, procedendo poi allo
smistamento in altri Comuni del
Fvg.
LA VISITA. Ieri si è svolto un sopralluogo da parte della presidente
Debora Serracchiani, accompagnata dal sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni, dal prefetto di
Udine Vittorio Zappalorto e da
Enrico Razzini, direttore di Autovie Venete, proprietaria del comprensorio.
Scopo della visita è stato quello di
individuare con precisione l’area
del comprensorio da utilizzare come accoglienza temporanea per i
COCCAU. La zona dell’ex autoporto
richiedenti asilo all’interno
dell’autoporto ormai dismesso. In
particolare è stato deciso di ripristinare la più piccola delle due palazzine disponibili, in grado di
ospitare alcune decine di persone.
Al fine di isolare la zona da alcune
attività artigianali presenti nella
zona e da un bed&breakfast, l’intera zona verrà recintata.
Prima dell’ispezione sul luogo, si è
svolta una decisa riunione al Viminale ra Serracchiani, Torrenti e il
prefetto Capo dipartimento immigrazione Mario Morcone. Qui si è
riusciti a sbloccare definitivamen-
te la questione della ex caserma
Lamormora, che il comune di Tarvisio intende destinare a investimenti turistici privati. Prima di allora la caserma era la più probabile
scelta per il campo di accoglienza.
La Prefettura di Udine, infatti,
aveva congelazione ogni possibili
utilizzo della ex caserma, riservando la sua disponibilità in caso
di necessità. L’individuazione del
sito di Coccau ha permesso di
sbloccare anche la situazione della
Lamarmora, aprendo alla possibilità di ricavarne un albero e centro
welness accanto alle piste da sci.
Serracchiani ha ribadito che l'autoporto sarà utilizzato solo in caso
di necessità e con attenzione alla
sicurezza, a cominciare dall'installazione di un sistema di videosorveglianza.
Riguardo al centro di prima accoglienza di Coccau, visto l’attuale
ritmo di profughi rintracciati alla
frontiera (25-30 al giorno), l’utilizzo della palazzina dell’ex autoporto diventerà a breve necessario.
ASSISTENZA A LUNGO TERMINE. La Regione precisa: i ritardi non dipendono da noi
I contributi Fap erogati tardi
La modifica del Regolamento ha previsto la rendicontazione delle spese
i gestori dell’Asp Daniele Moro devono aiutare gli utenti nella compilazione
u Una nota della direzione centrale Salute e Politiche sociali
della Regione Fvg precisa che i
ritardi lamentati nella corresponsione dei contributi previsti
dal Fondo per l'Autonomia Possibile e per l'assistenza a lungo
termine (FAP) non possono essere in alcun modo imputati alla
Regione e non sono nemmeno
ascrivibili alle modifiche apportate lo scorso anno al Regolamento di attuazione del provvedimento, che prevede una rendicontazione delle spese sostenute.
Nella stessa nota si esprime anche «Sincero rammarico per le
difficoltà manifestate da qualche destinatario del provvedimento» ma sottolineando che
«anche quest'anno, in linea con
la tempistica degli anni precedenti, si è provveduto a erogare
tempestivamente le risorse destinate al FAP agli Enti gestori
degli Ambiti distrettuali».
Parallelamente gli ulteriori fondi stanziati continueranno a essere regolarmente erogati nel rispetto dei vincoli imposti dalle
nuove regole sull'armonizzazione dei bilanci.
In sostanza i termini effettivi di
erogazione dei contributi dipendono unicamente dall'organizzazione interna degli Enti gestori che, nel caso dell'Ambito di
Codroipo, è assicurata dall'ASP
Daniele Moro.
Poiché il Regolamento doverosamente prevede che i beneficiari del FAP, ovvero persone in
condizione di non autosuffi-
cienza, documentino le prestazioni ricevute, la direzione suggerisce che gli stessi Enti gestori
supportino gli utenti e le loro fa-
miglie, fornendo ove necessario
opportuni chiarimenti su come
effettuare l'attività di rendicontazione.
UNIVERSITÀ DI TRIESTE
La tutela delle
invenzioni chimiche
u Le Università di Trieste, di
Udine e la Sissa organizzano un
ciclo di seminari dedicato alle
questioni inerenti alla tutela brevettuale delle invenzioni chimiche, biotecnologiche e delle varietà vegetali. Il ciclo di seminari
è organizzato in collaborazione
allo studio Bugnion spa che
metterà a disposizione la proprie competenze nel campo, sia
mediante la parte seminariale
del 10 e 11 maggio, ma anche in
una serie di incontri one-to-one
(nel pomeriggio dell'11 maggio)
a cui ci si può iscrivere.
POSTUMIA
La mostra di Caldart
u È stata inaugurata ieri in Slovenia, nei locali della Scuola forestale di Postumia, la mostra
dedicata alle fotografie scattate
negli Anni Trenta da Francesco
Caldart, immagini ora custodite
al Centro Didattico Naturalistico
(CDN) di Basovizza (TS).
Caldart, che è stato comandante
della Forestale di Trieste dal 1933
al 1939, è tuttora ricordato come
uno tra i più preparati e competenti
forestali italiani del secolo scorso.
Durante il suo servizio nell'allora
vasta provincia giuliana, ha scattato e stampato oltre 400 fotografie
che nel 2014 sono state donate dalle sue figlie al Corpo Forestale Regionale (CFR) e conservate al CDN
di Basovizza. La mostra sarà visitabile per tutto il mese di maggio.
FUSIONI DI COMUNI
Monfalcone, Ronchi
e Staranzano: si
ALDO MORO. La casa di riposo di Codroipo
u Dall’incrocio tra i tre comuni
partirà sabato 7 maggio alle ore
12 la campagna referendaria dei
Democratici che, con lo slogan
‘Democratici per il sì – Insieme
si vince’ lanciano le iniziative
che condurranno al referendum
del 19 giugno con un incontro
pubblico/conferenza stampa.
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ANNO I N° 52 VENERDI 6 MAGGIO 2016
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CRONACA
40 ANNI Il sisma del 1976 provocò lutti e distruzioni, oggi l’intitolazione dell’auditorium a Antonio Comelli
Visita di Sergio Mattarella in Friuli
omaggio all’epopea della ricostruzione
Il capo dello stato in visita a Gemona e Venzone, poi a Udine per il Consiglio regionale straordinario
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... REDAZIONE FRIULISERA
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u Nelle cerimonie di commemorazione il rischio che si dia vita a stucchevoli celebrazioni retoriche è
forte, ma parlare del quarantenario
del terremoto del Friuli è un obbligo
morale, più che una necessità di raccontare da cronisti la giornata istituzionale. Il vero fatto è che ancora
una volta lo Stato nazionale nel suo
massimo vertice, lo aveva fatto già
Giorgio Napolitano qualche anno
or sono, riconosce che la ricostruzione del Friuli completata dopo disastroso sisma del 6 maggio del
1976 è stato l'unico caso italiano nel
quale le case, le fabbriche e perfino
le chiese, sono risorte dalle proprie
ceneri e per di più senza le tradizionali ruberie che si sono accompagnate in altri casi decisamente meno virtuosi. Incassiamo quindi come Friuli questo riconoscimento ricordando però di non confondere le
cose e tempi. La classe dirigente nazionale e locale che compiì il miracolo di fare con normalità il proprio
dovere, non è la stessa di oggi, che
percepisce spesso il dovere come
fattore eccezionale se non legato alla propria carriera. Pochi dei protagonisti veri oggi, per ragioni anagrafiche, erano presenti alla manifestazioni del quarantenario, troppi
invece quelli che senza alcun merito si sono pavoneggiati a beneficio di fotografi e cameraman per
usurpare un pezzo di gloria che non
gli appartiene. Ma sappiamo che
purtroppo la politica nel terzo millennio non ha, neppure in Friuli, gli
stessi principi che aveva alla fine
del secondo millennio, questo pur-
6 MAGGIO 1976 Trasaghis
troppo vale anche per il tessuto imprenditoriale e perfino, in larga parte per le nuove generazioni, giornalisti compresi. Ma critiche ed autocritiche a parte andiamo alla cronaca della giornata che ha impegnato
il capo dello Stato nella visita dei
comuni di Gemona e Venzone, comuni tra i più colpiti e veri simboli
della rinascita. A Gemona c’è stato
un bagno di folla per il Capo dello
Stato, accolto in piazza del Municipio dov'è arrivato insieme alla
presidente della Regione Debora
Serracchiani, al commissario del
Governo del Friuli Venezia Giulia
Annapaola Porzio, al prefetto di
Udine Vittorio Zappalorto e a Giuseppe Zamberletti, già commissario straordinario per il terremoto.
Mattarella in Friuli sui luoghi del
terremoto, la diretta. Lungo le vie e
in Piazza sono stati gli alunni delle
scuole, che sventolavano dei piccoli tricolori, quelli con cui il Presidente della Repubblica ha interloquito con brevi saluti. Mattarella si
è soffermato a stringere le loro mani, così come quelle dei cittadini
che assiepavano via Bini.
Il Presidente della Repubblica dopo
l’omaggio al cimitero dove sono sepolti la maggior parte delle vittime
di Gemona, Mattarella ha incontrato le autorità civili e militari nella
loggia del Municipio. Presenti il
sindaco di Gemona Paolo Urbani, il
presidente del Consiglio regionale
Franco Iacop, l'assessore regionale
allo Sport, Cultura e Solidarietà
LIGNANO. La tragica scoperta questa mattina in un appartamento
Colto da infarto muore a 24 anni
La vittima è Manuel Dazzan, inutili i soccorsi da parte del 118
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... REDAZIONE FRIULISERA
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u Che esista la possibilità degli infarti fulminanti in età giovanile è
cosa notoria, ma quando avviene
che un ragazzo di soli 24 anni muore all’improvviso non si riesce ad
accettarlo. La tragica scoperta
questa mattina in un appartamento
di Lignano Sabbiadoro dove Ma-
nuel Dazzan un ragazzo di soli 24
anni è stato trovato senza vita in
una stanza della propria casa.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118 che
però non hanno potuto far altro che
constatare l’avvenuto decesso.
Immediatamente è stata informata
l'Autorità giudiziaria. Ma i primi
accertamenti hanno escluso che
nella morte possano esserci re-
sponsabilità a carico di terze persone. Il decesso è sopraggiunto
con ogni probabilità a causa di un
infarto improvviso che non gli ha
lasciato scampo. Ottenuto il nulla
osta da parte della Procura di Udine, la salma è stata rimossa e composta nella cella mortuaria del cimitero della cittadina balneare, in
attesa di un eventuale esame autoptico e dei funerali.
Gianni Torrenti, consiglieri regionali, sindaci e l'europarlamentare
Isabella De Monte. Dal Municipio
Mattarella si è recato a piedi insieme alla presidente Serracchiani seguito dalla scorta e dal corteo di autorità nel Duomo di Santa Maria
Assunta dove è stato accolto dal vescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato, dal parroco, monsignor Valentino Costante, e da Ivano Benvenuti, sindaco di Gemona all'epoca
del terremoto. Dopo la visita nel
Duomo, il Capo dello Stato e la presidente della Regione Debora Serracchiani hanno lasciato Gemona
in automobile per dirigersi alla volta di Venzone. Dopo il replay a Venzone, Mattarella intorno alle 12,30
è partito alla volta di Udine per un
un pranzo in Prefettura. Nel capoluogo friulano il Presidente Mattarella è stato accolto dal sindaco di
Udine Furio Honsell che non si è lasciato sfuggire l’occasione per un
breve discorso: «Quel giorno di immane tragedia e devastazione cancellò per l’eternità, in pochi istanti,
tante vite, ricordi, esperienze, affetti, progetti. Ma il 6 maggio 1976 fu
anche il giorno che segnò l’inizio
della Ricostruzione del Friuli, una
straordinaria epopea che sa di leggenda», aggiungendo anche che,
subito dopo il sisma, «Ci fu una
straordinaria partecipazione popolare, ma questa non fu individuale,
bensì collettiva, come ai tempi della
Resistenza. Il Friuli è stato insignito
della medaglia d’oro per la lotta di
Liberazione per quanto seppe fare
71 anni fa, e qualcosa di molto simile accadde 40 anni fa: ci fu una
presa di coscienza collettiva e una
decisiva spinta al rinnovamento del
concetto di pratica della cittadinanza, il terremoto fu la molla per una
partecipazione attiva alla vicenda
collettiva della regione, per una diffusa assunzione di responsabilità».
Il Presidente dopo la pausa del pranzo ha partecipato nel pomeriggio alla seduta straordinaria del Consiglio regionale a Udine, nell’auditorium che da oggi sarà intitolato ad
Antonio Comelli. Infatti fulcro della visita del Presidente della Repubblica sarà proprio la cerimonia di intitolazione dell’auditorium di via
Sabbadini ad Antonio Comelli, il
presidente della ricostruzione e uno
dei principali artefici del ’Modello
Friulì. Presenti nella immancabile
passerella dei vip i vertici istituzionali del Friuli Venezia Giulia.
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ANNO I
N° 52
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CRONACA / Udine
L’INTERROGAZIONE. Il consigliere Marsico domanda al sindaco un intervento concreto
Archivio di stato nell’oblio
preoccupazione in Comune
L’istituto della nostra memoria sedotto e abbandonato dalla Provincia di Udine
intanto i burocrati in Regione rallentano la consegna della futura e vitale sede
..........................................................
...
... LUCIA BURELLO
... [email protected]
.
u LE CONDIZIONI dell’Archivio di Stato di Udine, sebbene
ospite di una struttura di competenza provinciale, preoccupano
anche i consiglieri comunali.
E’ di Giovanni Marsico (Identità
Civica), infatti, un’interrogazione
al sindaco, Furio Honsell.
Ma prima di entrare nel merito, teniamo a chiarire che se la memoria
dei friulani sta svanendo da oltre
12 anni nella muffa e nell'umidità,
sparsa tra cantine e garage, si devono ritenere responsabili tutti i
friulanisti dell’ultima ora. Se le
nostre radici, documentate e testimoniate sprofondano nell'oblio
per mancanza di spazi adeguati e
scarsissima volontà di chi di dovere, tutti gli sciovinisti convinti facciano autodafé. Perché è il loro silenzio responsabile delle drammatiche condizioni in cui si trova, da
troppo tempo, l’ente storico di via
Urbanis.
Voi friulanisti, dunque, che insorgete offesi davanti a un polemico
titolo di giornale del tipo: “pioggia
di contributi alla lingua friulana”,
imparate ad insorgere per ragioni
ben più concrete, dimostrando un
maturo legame alla cultura e alla
comunità, invece di una passionaria e superficiale appartenenza a
una fazione da ultrà. Sì, perché
causa l'ostinato disinteresse della
Provincia di Udine, tra poco nessuno storico sarà più in grado di
conservare la nostra memoria.
Basta ipocrisia e proclami a favore
della lingua, basta contributi per
inutili traduzioni letterarie, è ora di
salvare il tempio della nostra storia
dando all’istituto preposto una sede adeguata e agibile.
Ma per meglio comprendere la vicenda e l'interrogazione del consigliere Marsico, è bene rinfrescare
al lettore, in estrema sintesi, la memoria.
Nel 2004 la caserma Duodo di via
Ellero, adiacente alla sede della
Provincia di Udine, viene concessa dal Demanio Militare a quello
Civile. Quest’ultimo passa il testimone al Ministero dei Beni Culturali che decide di cedere l’edificio
dismesso all’Archivio di Stato di
Udine; già allora in serie difficoltà
di spazi. A Palazzo Belgrado si rizzano le antenne, la caserma è un
ghiotto boccone per espandere gli
uffici provinciali e i posti auto.
L'allora presidente, Marzio Strassoldo offre così all’Archivio uno
scambio: “Cedi a noi la caserma
Duodo, e in cambio noi ti regaliamo la sede dove ti trovi, più l’ampliamento che ti serve nell’area del
parcheggio dell’istituto Malignani”. L'offerta viene accettata e il
Ministero cede la Duodo a Strassoldo, a patto che onori le promesse fatte. Ma le promesse non sono
mai state onorate. Niente sede concessa all'archivio, niente ampliamento e, naturalmente, niente
Duodo. Niente di niente, nemmeno le ristrutturazioni implorate all'attuale presidente Fontanini, per
rendere il piccolo stabile di via Urbanis a norma.
A questo punto a difesa dell'archivio interviene il Ministero dei Beni Culturali, che dopo il parere
dell’Avvocatura, chiede formalmente alla Provincia la restituzione dell’ex caserma per riassegnarla all’ente storico. Ma affinché l'operazione avvenga con i sacri crismi, prima di entrare in possesso
all'Archivio, la Duodo deve “transitare” in Regione. Ed è lì che sta
ristagnando da fin troppo tempo.
Senza che nessuno, Provincia in
primis, abbia il buon senso di interessarsene.
In aiuto del sito documentario intervenne, a suo tempo, il Comune
di Udine, che mise a disposizione
la decentrata ex caserma Osoppo.
Offerta generosa, ma da considerare quale Extrema ratio. Ed è proprio a seguito di questo buon proposito che è scattata l'interrogazione del consigliere Giovanni Marsico.
«Da troppi anni - spiega - l’Archivio di Stato di Udine soffre di carenza di spazi, con gravi danni
all’attività di ricerca e custodia
della memoria; rovina che si riverbera sull’intera comunità. E’ assurdo che l’Archivio sia in balia
dell’ostinazione dei politici di turno e della burocrazia. Il sindaco di
Udine ha offerto la caserma Osoppo, ma come ha detto il 7 marzo in
Consiglio, 11 ettari di terreno sono
molto difficili da poter recuperare.
Sarebbe questo tutto l’aiuto che il
Comune può dare all’Archivio di
Stato? Edifici fatiscenti e inutilizzabili che non rispettano in alcun
modo le norme sulla sicurezza?
Quali le modalità di concessione
degli spazi interni alla caserma?
Quale la durata e, cosa più importante, a quando un dialogo concreto con l'Archivio? E’ ora di dare risposte serie, l’Archivio non può
più attendere. Il patrimonio storico
documentale si sta disperdendo».
Ma a nostro avviso, l’aiuto effettivo che potrebbe dare il primo cittadino è fare da intermediario con
la Regione, affinché il passaggio
della Duodo avvenga al più presto.
Un archivio storico deve rimanere,
infatti, nel cuore della città.
IL SALUTO. Fiducia e orgoglio del sindaco nel discorso di benvenuto a Mattarella
La maturità dei friulani è esemplare
“Tenaci come nel ‘76, affrontiamo anche le emergenze odierne, come l’esodo”
u 40° TERREMOTO. Accorato
il discorso di benvenuto al presidente Sergio Mattarella, pronunciato oggi a Udine dal sindaco, Furio Honsell. Ecco alcuni
stralci: «Signor Presidente, benvenuto in Friuli, benvenuto a
Udine per commemorare insieme a noi quel giorno di immane
tragedia e devastazione che cancellò per l’eternità, in pochi
istanti, tante vite, ricordi, esperienze, affetti, progetti. Ma il 6
maggio 1976 fu anche il giorno
che segnò l’inizio della Ricostruzione del Friuli, una straordinaria epopea che sa di leggenda.
(...) Fu un paradosso: il Friuli trasformò una tragedia in un Rinascimento. (...) facendo leva sulla
determinazione della sua gente,
sulla coesione sociale, sulla so-
lidarietà locale, nazionale e internazionale, scrisse una pagina
memorabile di Storia dell’Umanità che mitigò il dolore per le
perdite umane restituendo l’orgoglio a una comunità unita, facendole raggiungere un livello di
benessere mai immaginato prima. La maturità dei Friulani di
allora fu esemplare. Vollero far
ripartire la ricostruzione dalle
fabbriche e l’unica nuova fabbrica che chiesero di costruire fu la
“fabbrica della conoscenza”:
l’Università. (...). Ci fu una
straordinaria partecipazione popolare, ma questa non fu individuale, bensì collettiva, come ai
tempi della Resistenza. Signor
Presidente, il Friuli è stato insignito della medaglia d’oro per la
lotta di Liberazione per quanto
seppe fare 71 anni fa, e qualcosa
di molto simile accadde 40 anni
fa: ci fu una presa di coscienza
collettiva e una decisiva spinta al
rinnovamento del concetto di
pratica della cittadinanza, il terremoto fu la molla per una partecipazione attiva alla vicenda
collettiva della regione, per una
diffusa assunzione di responsabilità. (...). Una lezione che viene
dal Friuli: fiducia ai cittadini, fiducia ai sindaci che sono da loro
eletti, fiducia nella politica e nella sua organizzazione. Questa fiducia, questa autonomia, questa
operatività deve continuare ad
essere delegata a chi opera sul
territorio perché è l’unica soluzione anche per affrontare le
grandi e urgenti questioni di questa nostra epoca, come il flusso
dei richiedenti asilo che a decine
vengono scartati dai Paesi del
Nord Europa ed entrano dall’Austria in Friuli giungendo quotidianamente a Udine».
IL SINDACO Honsell
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ANNO I N° 52 VENERDI 6 MAGGIO 2016
CULTURA/ &
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spettacoli
VICINO/LONTANO Poco rassicurante l’intervento del sociologo Farhad Khosrokavar
«Giornalisti fate attenzione!
siete il marketing del terrorismo»
«L’Italia è esposta al Jihadismo libico e tunisino. Sono 5mila i combattenti Isis»
u L’INTEGRAZIONE sarà un
processo lungo e impegnativo, ma
è anche l’unica prospettiva possibile da percorrere. Nel frattempo è bene tenere gli occhi aperti:
sapendo che «l’Italia e’ lo stato
piu’ esposto, per contesto geografico, al jihadismo libico e tunisino: sono 5mila i foreign fighters
tornati in Tunisia dalla Siria, alcuni cercheranno senz’altro di entrare in Italia». Lo ha dichiarato
oggi al festival vicino/lontano di
Udine il sociologo franco iraniano
Farhad Khosrokavar, direttore
della École des hautes Études en
Sciences Sociales di Parigi, tra i
massimi esperti del mondo arabo
e del fondamentalismo islamico.
«In Italia e in Spagna siete solo
all’inizio della seconda generazione migratoria, in Francia le ondate migranti sono iniziate negli
anni Sessanta, come in Gran Bretagna, Germania e Olanda, e oggi
siamo alla terza/quarta generazione. Ma in Italia ci sono poco più di
un milione di musulmani, e i migranti hanno occupato anche zone
rurali e le piccole città, sfuggendo
alla ghettizzazione delle periferie
e delle banlieus. In Francia i musulmani stimati sono oltre 5 milioni, e i foreign fighters sono de-
cuplicati dal 2013. Dall'Italia si
stima siano partiti non piu’ di 90
foreigh fighters, dei quali solo 12
avevano passaporto italiano. Ma
perché il terrorismo islamico fa
più paura? - s’interroga il sociologo - A differenza dei fenomeni
conosciuti in Europa lo scorso secolo, lo jihadismo arriva da fuori
confine, ha un impatto ben più forte dei terrorismi interni precedenti, assume proporzioni gigantesche. Un sindaco musulmano a
londra? - commenta poi - Non
cambierà nulla, perchè il terrorismo jihadista ha radici prevalentemente nella lower class musulmana che guarda a Sadir Kahn come una specie di traditore, non si
riconosce in lui e mira alla radicalizzazione estrema facendo leva sulla incompatibilità fra i valori
dell’Islam e i valori laico-democratici dell’Europa. Ci sono già
stati lord musulmani in Gran Bretagna e ministri musulmani in
Francia, ma questo non cambia la
situazione, si tratta di eccezioni
che non incidono sul movimento
terrorista. La sua forza oggi è lo
stato islamico che agisce come un
magnete per le giovani generazioni. Adesso, compresso dalla coalizione in Iraq e in Siria, Daesh
certamente tenterà nuovi attacchi
terroristici eclatanti in Europa».
La conclusione di Khosrokavar,
infine, lascia l’amaro in bocca:
«Ai media dico: state diventando
il marketing del terrorismo islamico, dovrebbero prestare maggiore attenzione al rischio di trasformare i terroristi in star negative dei Tg e delle prime pagine».
Università di Udine
Wassermann:
porte aperte
alla scuola
dei cervelloni
u LA SCUOLA Superiore
dell’Università di Udine si presenta agli studenti delle classi
quarte e quinte delle scuole.
L’appuntamento è per lunedì 9
maggio dalle 16 nella sede a
palazzo di Toppo Wassermann
in via Gemona 92 a Udine. Alcuni docenti della Scuola saranno a disposizione per illustrare le attività e gli obiettivi
dell’istituto, crème dell’ateneo
friulano e spiegheranno come
si svolge la selezione di ammissione. Saranno presenti anche i
rappresentanti degli allievi della
Scuola con cui confrontarsi.
Alle 16 interverranno la direttrice, Donata Levi, e Pietro Corvaja su “Come si affronta il concorso di ammissione”. Alle
16.30 “La vita nella Scuola: parlano i tutor”, cui seguirà la
proiezione del filmato “La bella
stagione”, sulla Scuola Superiore, realizzato da Marco Rossitti. La lectio di quest’anno è
affidata all’imprenditore Leonardo Felician, ex normalista e
amministratore delegato di Genialloyd spa: alle 17 parlerà di
“Eccellere per sopravvivere”.
Al via domani il VI Festival “Preli Prelo”, sfilate, danze, piatti tipici e grande spettacolo allo Stabile Sloveno
Trieste invasa dal folklore dell’Est Europa
u IL FESTIVAL Internazionale
del Folklore “Preli Prelo”, manifestazione di danze e canti popolari presentate da varie associazioni amatoriali provenienti
da più paesi dell’Est europeo
torna anche nel 2016. Organizzato dall'Associazione Culturale Serba di Trieste “Pontes-Mostovi”, l’evento è previsto allo
Stabile Sloveno di via Petronio,
domani alle 18.30. La sua finalità educativa e culturale è quella di far conoscere ai triestini le
diverse culture e tradizioni dei
popoli e delle nazioni che circondano la città con le loro
usanze, modi e costumi tradizionali popolari. Allo stesso
tempo, la manifestazione si propone di favorire l'incontro e la
reciproca conoscenza tra gli
stessi partecipanti, coinvolgen-
doli in uno scambio culturale
più ampio che, attraverso la diffusione di balli, canti e usanze,
possa salvaguardarne le pecu-
liarità.
Parteciperanno all'evento gruppi provenienti da Russia, Georgia, Macedonia, Slovenia e
Croazia: Gruppo Folcloristico
Stu Ledi, Studio Alfa Dance,
Gruppo Vocale Tiola, Grupo
Folcloristico Vipava, Gruppo
Ohridski Biseri, Gruppo Folkloristico Brdo, GF Sloga e Skud
Vuk Karadzic.
Prima dello spettacolo si terrà la
consueta sfilata dei gruppi partecipanti in costume tradizionale lungo le vie del centro con
partenza alle 16 da piazza Unità
d'Italia e passaggio in piazza
della Borsa, via San Nicolò e
piazza Sant’Antonio.
Concluderà come sempre la serata, organizzata anche allo scopo di raccogliere fondi a favore
delle attività culturali dell'Associazione “Pontes-Mostovi”, una
festa a base di piatti tipici e musica dal vivo a cura del gruppo
“Deki2 Band”.
Alle 17.30 Raffaella Bombi e
Angelo Montanari presenteranno “I nostri corsi interdisciplinari” e alle 18 inizierà la visita al
collegio.
Alla Scuola accedono, in base
a concorso nazionale, gli studenti più capaci, creativi e curiosi. Il concorso si tiene nei
mesi estivi e ogni anno sono disponibili una ventina di posti
suddivisi nelle classi umanistica, scientifica-economica, medicina e chirurgia. Chi frequenta
la Scuola Superiore ha vitto e
alloggio gratuiti e segue un piano di studi che integra i normali
studi universitari con percorsi
di formazione interdisciplinare,
seminari e laboratori.
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ANNO I
N° 52
VENERDI 6 MAGGIO 2016
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SPORT Calcio
UDINESE. Il mister lucano ha parlato in vista della gara di domenica con l’Atalanta
De Canio punta alla riscossa
“Post-Toro? Nessuna scoria”
Il ritorno
DOMIZZI IN RAMPA
DI LANCIO PER LA
GARA DI BERGAMO
Il tecnico è sicuro: “La brutta prova contro i granata ci ha dato stimoli nuovi”
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... LUCIANO PATAT
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u Dimenticare la figuraccia contro il Torino e agguantare la salvezza sul campo dell'Atalanta. È
questa la 'missione' alla quale è
chiamata l'Udinese in vista della
partita di domenica a Bergamo
contro i nerazzurri (fischio d'inizio alle 15, arbitra Nicola Rizzoli
di Bologna).
C'è voglia di riscattare il pesante
1-5 patito sabato scorso al Friuli
contro i granata, anche per rintuzzare il ritorno delle concorrenti
per la salvezza. Oggi, prima della
partenza per la Lombardia, ha parlato in conferenza stampa mister
Luigi De Canio. Essere reduci da
una brutta prova potrà fare da pungolo? “È stato un elemento di
grande riflessione, che ci ha dato
nuovi stimoli e ci ha fatto capire di
non poter mai abbassare la guardia. Scorie? No, penso che non ce
ne saranno, per tante ragioni. Non
ho motivo di pensare che l'Udinese sia quella della settima partita, ma mi è più facile credere che
sia quella delle prime 6 gare. C'è la
voglia di non ricadere nello stesso
errore”.
C'è paura nello spogliatoio?
“Paura assolutamente no, dispiacere e rammarico sì. I ragazzi sono
consapevoli di aver offerto una
prestazione particolarmente brutta, e saranno responsabilizzati da
può garantire 90', sarebbe precludersi la possibilità di due cambi”.
I tifosi si sposteranno in
massa a Bergamo. Le fa
piacere?
“Non possiamo che ringraziarli.
La scorsa settimana hanno risposto alla grande al nostro appello e
non li abbiamo ripagati. Da quando sono arrivato ho sempre parlato di questa simbiosi tra i tifosi e
l'Udinese, questa è l'ennesima dimostrazione. L'Udinese si è sempre identificata nel suo tifoso e viceversa. È stato sempre un elemento fondamentale, il tifo, dell'ottenimento dei grandi risultati
di questi anni”.
Cominciata dunque, per i friulani,
l'operazione-riscatto. Il treno salvezza è in partenza. Guai a farselo
scappare andando sul binario sbagliato.
DETERMINATO. De Canio crede nel riscatto dei suoi
questo. È stata una settimana di
lavoro ad alta attenzione, come
prima del Torino, con l'unica differenza che si era sparsa una leggera sensazione che l'impegno
fosse più facile di quanto in verità
non era”.
Widmer rientrerà?
“Silvan ha avuto un affaticamento. Si è allenato in maniera differenziata in settimana, ma questo
non pregiudicherà un suo buon
rendimento domenica”.
Domizzi è pronto a tornare
titolare, magari assieme a
Pasquale?
“Ho provato Domizzi perché anche noi dobbiamo giocare la palla
quando l'abbiamo tra i piedi. Se i
difensori sono chiamati a impostare l'azione, un difensore mancino nella zona sinistra può agevolare la manovra, perché il possesso palla è molto importante.
Vederli assieme? Non posso ipotizzarlo, perché nessuno dei due
LEGA PRO. Domenica i neroverdi potrebbero ottenere il miglior risultato di sempre in serie C
PORDENONE PER LA STORIA
TANTA VOGLIA DI 2° POSTO
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u Quella di domenica non è una
partita 'normale'. Già, perché la
sfida dell'8 maggio fra Pordenone
e Giana Erminio (fischio d'inizio
alle 15 al Bottecchia) è un vero
appuntamento con la storia per i
neroverdi. Conservando il secondo posto, i ragazzi di mister Bruno
Tedino coglierebbero il miglior
risultato di sempre nella quasi
centenaria storia del club.
Insomma, sarebbe la ciliegina sulla torta di una stagione fantastica,
che ha già visto i ramarri centrare
l'approdo ai play-off nel girone A
di Lega Pro. Per sostenere al meglio la squadra, allo stadio ci saranno anche il Settore giovanile e
le associazioni del “Progetto Cuore Neroverde”, che troveranno
posto nella Gradinata nord (ingresso via San Vito) solitamente
occupata esclusivamente dagli
ospiti. L’iniziativa permetterà di
colorare di neroverde tutti e tre i
settori dello stadio, aumentando il
calore del Bottecchia. In occasione del match, la biglietteria centrale sarà aperta dalle 10.30.
Toh, chi si rivede! L’ultima volta
da titolare, per lui, era stata lo
scorso 12 dicembre, nella sfortunata (eufemismo) partita del
“Friuli” contro l’Inter. Domenica
potrebbe toccare a Maurizio Domizzi che, complice la squalifica
di Felipe e le condizioni fisiche
precarie di Thomas Heurtaux, dovrebbe tornare fra gli undici di
partenza. Ci sarà bisogno anche
della sua esperienza per portare
via punti da un campo difficile come quello di Bergamo: la presenza di un ‘senatore’ aiuta di certo il
gruppo. Per lui, dopo tanta panchina e l’errore che ha lanciato in
gol Jovetic, c’è voglia di riscatto.
QUI BIANCONERI. Perica e Heurtaux sono tornati in gruppo
WIDMER CE LA FA
RIENTRA ZAPATA
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u Silvan Widmer potrebbe essere titolare domenica. Questa l’indicazione emersa durante l’allenamento di questa mattina al
Bruseschi, ultima seduta in terra
friulana prima della partenza
dell’Udinese per Bergamo. Domani i bianconeri sosterranno la
rifinitura in Lombardia, poi la
mente volerà al decisivo match di
domenica alle 15 contro l’Atalanta. Oltre al laterale svizzero,
reduce da un affaticamento mu-
scolare al gemello del polpaccio
sinistro, sono rientrati in gruppo
regolarmente anche Thomas
Heurtaux e Stipe Perica. Mister
Luigi De Canio dovrebbe affidarsi ancora al 3-5-2: dovrà fare a
meno dello squalificato Felipe in
difesa, mentre davanti rientra
Duvan Zapata.
L’Atalanta di mister Edi Reja,
pur già salva, non regalerà nulla:
i nerazzurri dovrebbero schierarsi con il 4-3-3, con D’Alessandro
e Diamanti ai lati di Marco Borriello. L’Udinese non ha alternative: vincere è un imperativo.
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ANNO I N° 52 VENERDI 6 MAGGIO 2016
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SPORT Vari
CICLISMO. Scattata la 99esima edizione della corsa con la crono di Alpendoorn
VIA AL GIRO D’ITALIA
DUMOULIN È IN ROSA
Il 25enne olandese fa il profeta in patria nella prima tappa corsa nei Paesi Bassi
Buon debutto di Vincenzo Nibali, 16esimo e capace di staccare Valverde e Landa
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u Tom Dumoulin è stato profeta
in patria. È il ciclista olandese la
prima maglia rosa del Giro d'Italia, la cui 99edizione è scattata oggi proprio dai Paesi Bassi (12a
volta che parte fuori dallo Stivale). Il 25enne della Giant Alpecin
si è aggiudicato la cronometro di
Alpendoorn coprendo il percorso
di 9,8 chilometri in 11'03. Lo sloveno Primoz Roglic, del team
Lotto NL-Jumbo, è finito secondo
per un solo centesimo di differenza.
E gli italiani? C'era tanta attesa per
vedere il debutto di Vincenzo Nibali, visto che lo 'squalo' siciliano
è tra i grandi favoriti della Corsa
Rosa. Il portacolori dell'Astana è
stato protagonista di una buona
crono, piazzandosi sedicesimo e
infliggendo 5 secondi di di stacco
ad Alejandro Valverde e 21 a Mikel Landa, due tra i competitor più
pericolosi in ottica della vittoria
finale. Dopo la febbre che lo ha
debilitato negli scorsi giorni, Fabian Cancellara ha lottato con il
coltello tra i denti, ma non è andato oltre l'ottavo posto, con un
gap di 14” da Dumoulin. Il migliore degli azzurri è stato Moreno Moser: il 25enne della Cannondale ha fatto segnare il sesto
tempo, con un distacco di 12 secondi dal corridore olandese.
PRIMO TRIONFATORE. Tom Domoulin oggi è stato davvero “profeta in patria”
TENNIS
u IL SIPARIO È è pronto ad
alzarsi. Lunedì 9 maggio
entra nel vivo il tabellone
principale degli Internazionali d'Italia, che si concluderanno domenica 15.
In campo maschile, Novak
Djokovic tenta di conquistare il terzo titolo consecutivo, ma occhio a Rafa
Nadal e a Roger Federer.
Tra le donne, favorita
d'obbligo è Serena Williams, numero 1 Wta.
Domani, la Corsa Rosa sarà ancora racchiusa nei confini olandesi: la seconda tappa, infatti, è quella da 190 chilometri fra Arnhem e
Nijmegen, un tragitto piuttosto
pianeggiante e che, quindi, dovrebbe regalare grande equilibrio
tra i contendenti.
Con l'antipasto di oggi, dunque, è
entrata nel vivo l'edizione 2016
del Giro d'Italia, una gara capace
di catturare da sempre milioni di
appassionati. La corsa ciclistica
passerà anche dal Friuli Venezia
Giulia, grazie alla tappa da Palmanova a Cividale - centri Unesco di casa nostra - prevista per il
20 maggio. Non soltanto sport,
MOTOGP. Lo spagnolo vola sul circuito di Le Mans. Vale Rossi in difficoltà: è appena decimo
ma anche tanta festa per le due città, così come per le Valli del Natisone e tutti i territori attraversari
dalla Carovana rosa. Il programma del Giro prevede 21 tappe, con
sei arrivi in salita che, a conti fatti,
faranno come di consueto la differenza. La kermesse si concluderà il 29 maggio, con la 'passerella
finale' tra Cuneo e Torino. I 22
team al via sono pronti a darsi battaglia: l'Italia che ama il ciclismo
fa ovviamente il tifo per Vincenzo
Nibali, già trionfatore nel 2013,
ma il messinese se la dovrà vedere
con i già citati (e agguerriti) Valverde e Landa. Una lotta appassionante, tutta da gustare.
Upc tavagnacco
CASSIA, ESORDIO
TOSTO: ARRIVA
LA ‘BIG’ BRESCIA
u L’ESORDIO non è certo
dei più morbidi. Vero e proprio battesimo del fuoco per
Amedeo Cassia, neo mister
dell'Upc Tavagnacco, dato
che domani le gialloblu affrontano la capolista Brescia
al Comunale di via Tolmezzo.
Fischio d’inizio alle 15 (arbitro Andrea Gatti di Gallarate).
Ancora indisponibile la scozzese Lana Clelland, hanno
recuperato Michela Martinelli
e Maria Zuliani. Non ci sarà la
giovane Chiara Cecotti, impegnata a Minsk con la Nazionale Under 17. Cassia ha
chiesto due sole cose alle ragazze: attenzione ed equilibrio. “Continuerò a giocare
con il 4-4-2, cercando maggiore densità a centrocampo. Mi interessa molto non
vedere cali di concentrazione
durante la partita: alle calciatrici ho chiesto grande attenzione soprattutto in copertura. Nei primi giorni di allenamento ho tentato di trasmettere piccoli accorgimenti tattici che credo possano fare la
differenza”.
Cassia vuole partire con il
piede giusto. Di fronte, però,
c'è uno scoglio non da poco.
L’Upc è pronta a giocarsela.
BASKET. Gli udinesi regolano Padova, ora li attende l’Urania
LORENZO È IMPRENDIBILE GSA CHIUDE I CONTI
“RESISTE” SOLO IANNONE ORA È SEMIFINALE
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u Jorge Lorenzo fa la lepre. Il pilota spagnolo della Yamaha, fresco di passaggio alla Ducati, si è
rivelato imprendibile a Le Mans
nella seconda sessione di libere
della MotoGp. L'iridato, sul circuito francese, ha inflitto severi
distacchi agli inseguitori: l'unico
capace di “resistere” allo strapotere di Lorenzo è stato Andrea
Iannone, che in sella alla Ducati
ha fatto registrare il secondo tempo, con un gap di 0.339 dal pri-
matista.
Ha chiuso il podio odierno Marc
Marquez a mezzo secondo, mentre Andrea Dovizioso è quinto con
uno scarto di circa sette decimi.
Male Valentino Rossi: il 'Dottore'
è appena decimo, a più di un secondo dal compagno di squadra.
Da segnalare il buon 11esimo posto dell'italiano Danilo Petrucci.
Lorenzo ha già fatto capire di avere intenzioni bellicose in vista della gara in Francia, nella quale vuole tornare a vincere dopo tre Gp di
'astinenza'. Starà ai rivali colmare
il divario da qui a domenica.
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SECONDO. Iannone
u La Gsa non lascia scampo alla
Broetto Virtus e vola in semifinale. Continua, per gli udinesi, la
marcia nei play-off di serie B Citroën di basket: ieri sera, a Padova, capitan Manuel Vanuzzo e
compagni hanno bissato il successo di gara 1.
La Gsa si è imposta per 68-61, con
lo scatto decisivo verso il successo che è maturato nell'ultimo
quarto. Qui, infatti, i friulani hanno creato il solco decisivo produ-
cendo un break di 4-13 nei primi
tre minuti: 48-59 al 33’. Poi, dopo
l’8-0 padovano dipinto nella seconda metà dell’ultimo periodo
(58-64 al 38’), due liberi di Pinton
e un cesto da sotto di Ferrari fanno
partire i titoli di coda, scatenando
la festa dei tanti tifosi presenti.
Ora la Gsa è attesa dalla semifinale, al meglio delle cinque gare,
contro l’Urania Milano, che ha regolato Crema per 2-0. Si parte domenica 15 maggio, alle 18, al Benedetti. Gara 2 sempre al “Maranga” martedì 17 maggio alle 21.
Gara 3 a Milano venerdì 20.
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