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Who`s that girl?
Sommario
Semiotica del Disegno industriale – Prof.ssa Giovanna Cosenza
Analizzare e interpretare
le immagini
1. Il dibattito sull’iconismo
2. Rappresentare un’azione
di Piero Polidoro
3. Il racconto iconico
4. Iconografia
5. Connotazione e ancoraggio
6. Retorica visiva
2
di
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Who’s
that
girl?
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Il riconoscimento
Il dibattito sull’iconismo
Il primo problema che la semiotica figurativa deve
affrontare è quello del riconoscimento delle
immagini: come faccio a riconoscere degli “oggetti
del mondo” tridimensionali quando guardo la loro
immagine bidimensionale (una foto, un disegno...)?
Anche se le immagini sembrano “somigliare
naturalmente” alle cose che rappresentano, hanno
anche una componente convenzionale.
Il dibattito sull’iconismo vide la contrapposizione fra
i sostenitori della naturalità del segno iconico e
quelli della sua arbitrarietà o comunque
convenzionalità.
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Contro la naturalità del segno iconico
«Cosa significa dire che il ritratto della
Regina Elisabetta dipinto da Annigoni ha
le stesse proprietà della Regina
Elisabetta? Il buon senso risponde:
perché ha la stessa forma degli occhi,
del naso, della bocca, lo stesso colorito,
la stessa tinta dei capelli, la stessa
statura... Ma cosa vuol dire “la stessa
forma del naso”? Il naso ha tre
dimensioni, mentre l’immagine del naso
ne ha due. Il naso, osservato da vicino,
ha pori e protuberanze minuscole, così
che la sua superficie non è liscia, ma
ineguale, a differenza del naso del
ritratto. Il naso infine ha alla base due
buchi, le narici, mentre il naso del
ritratto ha alla base due macchie nere
che non perforano la tela» (Eco 1968:
110)
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I Tipi Cognitivi
Secondo Eco (1997) il riconoscimento avviene
grazie ai Tipi Cognitivi (TC), che sono schemi
mentali.
I TC sono prodotti a partire dall’osservazione della
realtà e sono quindi motivati, ma sono anche
fortemente influenzati dalla nostra tradizione
visiva e, in generale, dalla cultura in cui
viviamo.
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Garland, Cattedrale di Chartres, 1836
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La convenzionalità delle ipoicone
I TC consentono anche il riconoscimento dei segni
iconici, cioè delle immagini che rappresentano
oggetti del mondo.
Ma bisogna tener conto del fatto che spesso le
immagini possono essere correttamente
interpretate solo applicando anche una serie di
regole convenzionali, che variano cioè a seconda
del periodo, del luogo e di altri fattori.
Per questo Eco (1997) preferisce, al termine segni
iconici, quello di ipoicone, che mette in evidenza
la natura mista (motivata, ma anche
convenzionale) di questi segni.
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Come rappresentare le azioni
Movimento bloccato
Ruggero Eugeni identifica tre modi in cui è
possibile rappresentare un movimento o
un’azione:
L’immagine rappresenta il movimento o l’azione
come se fossero bloccati in un istante preciso.
1) movimento bloccato
Ma quale istante?...
2) movimento contratto
3) movimento articolato
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Movimento bloccato - Incoatività
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Movimento bloccato - Duratività
L’istante può essere quello in cui inizia l’azione. Si
parla in semiotica di aspetto incoativo
dell’azione.
L’azione può essere rappresentata mentre viene
svolta. Si parla di aspetto durativo dell’azione.
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Movimento bloccato - Terminatività
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Movimento contratto
Due o più fasi successive dell’azione o del
movimento vengono rappresentate
contemporaneamente.
L’istante può essere quello finale dell’azione. Si
parla allora di aspetto terminativo dell’azione.
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Movimento articolato
Il racconto iconico
Le fasi di un’azione o di un movimento vengono
distribuite su più figure.
Quelli appena visti erano tre modi di
rappresentare un’azione o un movimento in
un’immagine.
Allargando la prospettiva, Eugeni riconosce anche
diversi modi in cui è possibile rappresentare
diverse fasi di una narrazione all’interno di
un’immagine. Fra questi…
«E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno
in un fosso!» (Mt, 15,14).
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Il racconto iconico
Un’immagine può rappresentare una situazione
che suggerisce cosa è accaduto nelle fasi
precedenti o cosa accadrà in quelle successive (se
x allora y…)
Il racconto iconico
Oppure possono essere rappresentate diverse fasi
del racconto.
Nella stessa immagine…
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Il racconto iconico
In immagini presenti all’interno di una cornice
prolungata…
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Il racconto iconico
In una serie di immagini in successione
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Iconografia
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Iconografia
L’iconografia studia il modo
in cui, nelle diverse epoche,
certi temi ricorrenti
(religiosi, mitologici,
allegorici, ecc.) sono stati
rappresentati in pittura.
Molti temi e personaggi, infatti, vengono
rappresentanti sempre in base allo stesso
schema, alle stesse figure.
I personaggi, per esempio, si riconoscono grazie
alle caratteristiche e agli attributi.
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Caratteristiche
Attributi
Le caratteristiche sono
particolarità inseparabili
dal personaggio, come
l’aspetto fisico e il vestiario.
Gli attributi, invece, sono
elementi ulteriori che
vengono aggiunti al
personaggio per renderne
più facile l’identificazione.
Le caratteristiche di San
Giovanni Battista sono, ad
esempio, la barba lunga e la
veste di pelo di cammello.
San Giovanni Battista ha
diversi attributi, fra i quali
l’agnello.
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Attributi
Esempio: San Girolamo
Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
Caratteristiche: abiti
da cardinale o da
eremita.
Attributi: teschio
(tipico dei santi
penitenti), sasso,
leone, libro.
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Esempio: San Girolamo
Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
Esempio: San Girolamo
Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
Esistono tre principali
tipi di
rappresentazione di
San Girolamo:
1) come uomo di
cultura nel suo
studio;
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Esempio: San Girolamo
Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
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Esempio: San Girolamo
3) come dottore della chiesa.
2) come eremita;
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Esempio: iconografia contemporanea
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Esempio: iconografia contemporanea
Esempio: iconografia contemporanea
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Come l’iconografia viene recuperata
dai mass-media
Come l’iconografia viene recuperata
dai mass-media
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Pubblicità obliqua
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La “Madonna” di Algeri
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Comportamenti di consumo
► Tipi di pubblicità
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Connotazione
Un altro concetto molto
importante in semiotica visiva
è quello di connotazione.
Si tratta di un concetto
complesso e molto discusso.
Noi lo useremo nella versione
in cui è stato proposto da
Roland Barthes, autore, fra
l’altro, di una celebre analisi
della pubblicità degli anni ’60
della pasta Panzani.
Connotazione
Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
Secondo Barthes, ad un
primo livello visivo
riconosciamo certe figure
del mondo (un pomodoro,
dei funghi, dei barattoli,
una rete per la spesa...).
Questo è il livello della
denotazione.
Connotazione
Il meccanismo più
interessante è però quello
grazie al quale associamo
a questi oggetti (una
volta che li abbiamo
riconosciuti) un significato
ulteriore, che la nostra
cultura (o la cultura a cui
stiamo facendo
riferimento) assegna loro
in modo abbastanza
stabile.
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Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
Questo è il livello della
connotazione.
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Connotazione
Per Barthes, in questo
annuncio, abbiamo
diverse connotazioni.
Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
Il peperone e il pomodoro
connotano, nella cultura
francese degli anni ’60, il
significato “italianità”.
Connotazione
L’italianità è connotata
anche dal livello
cromatico, cioè dalla
ripetizione dei colori tipici
della bandiera italiana:
bianco (rete, formaggio,
funghi...), rosso
(peperone, pomodoro,
sfondo), verde (parti
degli ortaggi, parti delle
confezioni).
Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
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Connotazione
Inoltre gli oggetti
rappresentati e la loro
disposizione richiama il
genere pittorico della
Natura morta.
Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
Quindi abbiamo
un’ulteriore
connotazione: artisticità,
valore estetico.
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Ancoraggio
Ancoraggio
Barthes, interessandosi di
semiotica visiva, introduce
anche il concetto di
ancoraggio, che riguarda il
rapporto fra testo verbale e
testo visivo.
Innanzitutto il testo verbale (il titolo di un
quadro o di una foto, una didascalia, ecc.) può
essere fondamentale per comprendere la
denotazione del testo visivo: senza il testo
verbale, cioè, non siamo in grado di riconoscere
correttamente ciò che viene rappresentato.
In alcuni casi, infatti, il testo
verbale può essere aiutare o
guidare l’interpretazione del
testo visivo.
Il messicano in bicicletta.
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Ancoraggio
Ma si ha ancoraggio anche quando il testo verbale
serve a concentrare la nostra attenzione su un
aspetto o un particolare dell’immagine.
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Ancoraggio
Se non ci fosse il titolo, difficilmente ci
accorgeremmo della presenza di Icaro (di cui
sono visibili solo le gambe) nell’angolo in basso a
destra del dipinto.
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eter Bruegel il Vecchio – Paesaggio con caduta di Icaro
Ancoraggio
Ancoraggio
Nella pubblicità Panzani,
per esempio, la scritta “A
l’italienne de luxe”
seleziona e mette in
primo piano, fra le varie
possibili connotazioni
suggerite dall’annuncio,
quella “italianità”.
Allo stesso modo, l’ancoraggio serve a
“controllare” il livello connotativo. Questa
volta, cioè, concentra la nostra attenzione non su
un particolare, ma su una delle possibili
interpretazioni connotative dell’immagine. È
come se ci desse una traccia, un indizio.
In questo modo il testo verbale è lo strumento
con cui l’autore “controlla” l’interpretazione della
propria immagine, suggerendo quella voluta ed
escludendo tutte le altre.
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Semiotica figurativa
► Iconografia e connotazione
Semiotica plastica
Percezione visiva
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Ancoraggio
Retorica visiva - Metonimia
El Lissitzky, Il cuneo rosso spezza il cerchio dei bianchi, 1919
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Retorica visiva - Metonimia
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Retorica visiva - Metafora
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Retorica visiva - Metafora
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