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I telescopi Nasa nascono a Bolzano

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I telescopi Nasa nascono a Bolzano
AZEPOM...............29.06.2010.............22:49:28...............FOTOC14
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30 giugno 2010
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RITRATTO
D’AZIENDA
Uno
dei telescopi
della Nasa
realizzato
con
tecnologia
firmata
Microgate
I telescopi Nasa nascono a Bolzano
La Microgate dei fratelli Biasi leader mondiale nelle lenti. E non solo
È una delle pochissime imprese
non americane ad avere ottenuto
fondi dalla Nasa e dall’Air Force
Il titolare: l’innovazione la detta
il mercato. I giovani puntino
su competenze tecniche e linguistiche
NELLO SPORT
di Mirco Marchiodi
BOLZANO. Il primo cliente di Roberto Biasi
è stato Roberto Biasi. Era il 1988 e il bolzanino
faceva parte della nazionale universitaria di
sci alpino. Per cronometrare le discese bisognava tirare un cavo dalla partenza fino a valle, i tecnici impiegavano ore e si perdeva tempo prezioso. Biasi si inventò un cronometro
che funzionava coi segnali radio: lo utilizzò
per primo lui e oggi - vent’anni e tante modifiche tecniche dopo - fa parte dell’equipaggiamento di nazionali di sci, viene usato al Tour
de France e al Giro d’Italia, è stato montato all’interno del velodromo di Palma di Maiorca,
alla pista da bob olimpica in Russia, nel centro allenamento in Qatar. Se Roberto Biasi è
la fucina delle idee, il fratello maggiore Vinicio è la mente imprenditoriale. Quando Roberto inventò il primo cronometro senza fili, fu
Vinicio a proporre di fondare la Microgate.
Per diversi anni fu una vera bottega vecchio
stile: «Lavoramo nei ritagli di tempo, di notte
o nei fine-settimana, perché Roberto studiava
e io portavo avanti la concessionaria Renault
di nostro padre Orfeo», racconta Biasi.
Il successo arriva nel 1995, quando l’azienda si struttura e i due fratelli Biasi, assieme a
Federico Gori, un ingegnere, diventano imprenditori a tempo pieno. Dei primi tempi resta la filosofia: «L’innovazione - spiega Vinicio Biasi - nasce dal mercato, dalle sue esigenze. È il cliente che ti dice di cosa ha bisogno,
tu devi essere in grado di fornirglielo. Certo,
ci vuole coraggio e voglia di rischiare». Già, il
rischio. Siamo nel 1995. Roberto Biasi è alle
Hawaii, ma non in ferie. Governo e università
americane devono decidere a chi affidare gli
appalti per la ricerca sui telescopi di nuova generazione. In corsa c’è anche la Microgate. I
cronometri non c’entrano, la tecnologia è
quella dell’ottica adattiva. Microgate l’ha sviluppata assieme all’osservatorio astrofisico di
Arcetri, dove Roberto ha fatto il suo dottorato
di ricerca. Una tecnologia pazzesca, che Vinicio Biasi cerca di spiegare in maniera semplice. Prende un foglio di carta, lo stropiccia e
poi lo dispiega nuovamente: «Questo è quello
che succede all’immagine che arriva dallo spazio, che però dev’essere piatta per essere nitida». Per farla tornare piatta, la Microgate ha
sviluppato un sistema in grado di piegare uno
specchio (curvature minime, si parla di miliardesimi di millimetri perché altrimenti lo
specchio si frantuma, «e questo porta una
gran sfortuna, ma soprattutto costa, anche un
milione di euro», è la battuta di Biasi): le curvature vengono calcolate da un computer e
poi riprodotte sullo specchio che riflette così
un’immagine nuovamente piatta e quindi nitida, tre volte più di quella che può garantire il
famoso telescopio Hubble. Venti giorni fa uno
Clienti Milan e Real
BOLZANO. Il secondo ramo di specializzazione di Microgate è quello legato ai sistemi di cronometraggio, del
training e della riabilitazione. Accanto al primo cronometro senza fili che ha portato Microgate a competere
con giganti come Omega e
Tag-Heuer, la nuova frontiera dell’impresa bolzanina si chiama
Optojump, un sistema computerizzato che in tempo reale permette di calcolare tempi di reazione, potenza, velocità di corsa degli atleti che medici
e preparatori atletici possono poi utilizzare per allenamenti o terapie riabilitative. Usano questa tecnologia le
maggiori squadre di calcio della serie A e la nazionale ma anche formazioni estere come Real Madrid (nella
foto, Cristiano Ronaldo) e Chelsea, oltre a squadre di basket come gli Orlando Magic o il Barcellona e squadre di rugby come la Benetton Treviso o le nazionali di Italia e Francia.
Vinicio Biasi, titolare della Microgate di Bolzano con il fratello Roberto, nella foto sotto (foto DLife)
di questi specchi è entrato in funzione in Arizona, montato sull’«Lbt» del Mount Graham.
Ma questa è storia recente, quando Roberto
Biasi nel 1995 è alle Hawaii i pensieri sono altri, si torna al discorso del rischio: «Stavamo
rischiando due anni di tempo, di lavoro, di denaro, di sacrifici incredibili. I nostri concorrenti avevano ricevuto un milione di dollari a
fondo perduto dalla Nasa, noi 25 milioni di lire dalla Provincia...». Nonostante questo, vince la Microgate. Le difficoltà non sono finite
(come la lunga trattativa con gli Usa per far finanziare un’azienda italiana con soldi governativi di Nasa e Air Force), ma neanche i successi. Oggi praticamente ogni telescopio di
nuova generazione possiede la tecnologia Microgate, «Bolzano che cede il suo know-how
ad università come Harvard o l’Mit di Boston,
anche queste sono soddisfazioni», dice orgoglioso Biasi. E-Elt, Gmt, Tmt, ovvero European Extremely Large Telescope, Giant Magellan Telescope, Thirty Meter Telescope: sono i più grossi telescopi in costruzione e Microgate sta chiudendo i contratti con i committenti di tutti e tre i progetti (i grandi pool universitari e le agenzie governative). Se tutto andrà in porto, servirà una sede più grande rispetto a quella attuale in via Stradivari, dietro alla Fiera, dove lavorano trenta persone,
tra cui nove ingegneri (tre aeronautici, 2 informatici e 4 elettronici) e altrettanti periti elettronici: «Ai giovani - chiude Biasi - chiediamo
preparazione nelle materie scientifiche e conoscenza delle lingue. Peccato che a Bolzano siano in pochi ad avere queste competenze».
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