L`essenza del tragico Percorsi didattici sul teatro greco antico di
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L`essenza del tragico Percorsi didattici sul teatro greco antico di
Il teatro greco: esperienze da un TFA L’essenza del tragico Percorsi didattici sul teatro greco antico di Cristiano Scagliarini La serie degli articoli derivati dai laboratori didattici sul teatro greco antico, sviluppati nell’anno scolastico e accademico 2012-2013 all’interno di un percorso di Tirocinio Formativo attivo (TFA) presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, si apre con due contributi entrambi riferiti al teatro euripideo. Nel suo Uomini e dei nel teatro di Euripide, Giorgia Parlato focalizza uno dei nuclei concettuali di fondamentale importanza per la comprensione del teatro tragico greco, il complesso rapporto tra l’uomo e la divinità, particolarmente problematico in Euripide, in concomitanza con il mutare del contesto storico-sociale e culturale ateniese. Nel secondo saggio, Il rovesciamento di alcune caratteristiche tragiche nell’Alcesti di Euripide, Andrea Megna concentra l’attenzione sull’interpretazione del testo tragico nelle sue molteplici possibilità di lettura; particolarmente appropriata risulta la scelta dell’Alcesti euripidea, problematica in quanto esempio di rappresentazione tragica a lieto fine. La serie prosegue con due articoli, entrambi destinati ad un percorso di lettura e analisi delle Baccanti di Euripide, uno dei testi più stimolanti e straordinariamente suggestivi del teatro greco, per la profondità con cui l’autore riesce a rappresentare le inquietudini umane in riferimento alla prospettiva del divino. Nel suo Beato chi conosce i misteri degli dei, Sara Lanna, attraverso un’analisi linguisticolessicale, affronta con taglio antropologico la parodo della tragedia, per evidenziare il complesso tema della celebrazione dei riti misterici all’interno del culto religioso cittadino. Il contributo proposto offre un esempio di come dall’analisi di un testo si possa risalire all’individuazione di un tema fondamentale per la comprensione del fenomeno religioso nel mondo greco. Nel secondo saggio, Il tema della vista nelle Baccanti di Euripide, Barbara Giubilo, anche in questo caso senza mai prescindere da un accurato confronto con il testo greco, si sofferma ad individuare una chiave di lettura, quella del vedere, che può servire da leit-motiv nel percorso di traduzione da proporre in una classe del V anno del liceo. Proporre insieme due contributi di studio, entrambi riferiti ad un unico testo, vuole dunque fornire un esempio di come da un lato si possa affrontare lo studio complessivo di una tragedia e Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore www.loescher.it/mediaclassica 1 dall’altro di come l’analisi di singoli passi possa servire all’identificazione di grandi nuclei concettuali dell’autore e, più in generale, del mondo greco. Si prosegue poi, spostando l’attenzione su Sofocle, per evidenziare come nel suo teatro la caratterizzazione dell’eroe sia privata da ogni enfasi, per conferire completa drammaticità ai personaggi in un mondo nel quale – per citare l’Edipo a Colono – «la sorte migliore è non nascere» (verso 1224). Vengono presentate due figure forse meno note e tuttavia centrali nell’evoluzione del pensiero e del teatro sofocleo. Nel suo contributo Il mito di Elettra nel teatro tragico. La “nuova” Elettra di Sofocle, Stefania Adiletta sceglie di affrontare lo studio di un personaggio che, essendo trattato dai tre tragici, consente di procedere ad un confronto diretto, evidenziando sensibilità poetiche e interessi di ciascuno. Attraverso una puntuale analisi dei versi, la lezione proposta si concentra sulla figura sofoclea mettendone in risalto gli elementi di novità e di specificità: il personaggio di Elettra incarna il focolare paterno dal quale, come suo fratello, è stata allontanata, e che insieme a lui vorrebbe restaurare. Il fine giustifica i mezzi? è il suggestivo titolo con il quale Eleonora Fortunato presenta la rilettura di un passo del Filottete (versi 77-120), opera nella quale il drammaturgo ateniese ripropone in chiave tragica un mito epico. Tragedia tipica e al tempo stesso atipica del teatro sofocleo, in essa l’autore mette in scena la crisi che si determina tra un eroe fortemente individualista e la struttura politica e sociale che lo accoglie. E questa chiave di lettura diviene tanto più significativa laddove si consideri l’anno di composizione della tragedia, il 409 a.C., in un periodo cioè in cui la città rifletteva sulla necessità di reintegrazione sociale dei fuoriusciti democratici. Proseguendo con i contributi dedicati al teatro sofocleo, incontriamo i due giganti: Antigone ed Edipo, le figure eroiche che meglio evidenziano il ruolo della physis, quelle che decidono in totale solitudine, senza l’aiuto divino, e in opposizione con gli altri uomini, in forza solo della propria natura individuale. Nella sua Proposta di lettura dell’Antigone di Sofocle, Pietro Versace presenta la propria scelta antologica di brani per la traduzione del testo in una classe del quinto anno del liceo. Il saggio rappresenta quindi un importante contributo metodologico, proprio perché riflette sul rapporto che deve intercorrere tra la lettura e comprensione globale del testo tragico e le parti scelte per un più puntuale lavoro di traduzione. Nel suo saggio Il rovesciamento come principio strutturale dell’Edipo re, Cristina Santelli, attraverso il confronto testuale di alcune parti della tragedia, intende evidenziare come a fondamento dell’impianto drammaturgico dell’Edipo re ci sia lo schema del rovesciamento. Attraverso lezioni di traduzione guidata, ma anche con proposte di tipo operativo-laboratoriale, gli studenti vengono guidati a riflettere sui valori semantici del lessico sofocleo. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore www.loescher.it/mediaclassica 2 I due successivi contributi, riferiti al teatro di Eschilo, curano aspetti metodologicamente innovativi, al fine di suscitare l’interesse e la partecipazione degli studenti. Nel suo Tra enigma e fortuna: il Prometeo incatenato e le sue interpretazioni, un approfondimento rivolto agli studenti del quarto anno, Pietro Mocciaro presenta un percorso didattico da svolgere a conclusione del ciclo di lezioni sul teatro eschileo, del quale si presuppone dunque la conoscenza. Attraverso la presentazione di alcune tra le diverse possibili interpretazioni della tragedia, si vuole affinare la sensibilità degli studenti circa la possibile coesistenza di differenti letture di un testo classico. L’alterità in Eschilo: Greci e Persiani, scontro tra punti di vista: riprendendo uno dei temi classici del teatro greco, con il suo contributo, Felicia Logozzo guida gli studenti alla conoscenza degli aspetti politico-sociali dell’universo eschileo, attraverso una lettura dei Persiani. Per fare questo si propone di favorire lo sviluppo di autonome capacità di analisi del testo, attraverso l’individuazione delle peculiarità di strutturazione narrativa della tragedia, rispetto ad altre tipologie testuali antiche e moderne. Nell’articolo conclusivo Il razionalismo euripideo nella riflessione sul divino, Andrea Fullin ci riporta al teatro euripideo, da cui la serie dei contributi ha preso le mosse. In un breve percorso didattico, pensato per il quarto anno di liceo classico come lezione conclusiva su Euripide, si vuole far riflettere gli studenti sul rapporto con la divintà e sulla teologia problematica del teatro euripideo: un terreno fertile, quindi, su cui sviluppare ragionamenti profondi per aiutare gli studenti ad elaborare un proprio pensiero critico. Questa pagina può essere fotocopiata esclusivamente per uso didattico – © Loescher Editore www.loescher.it/mediaclassica 3