Quozienti, resti, numeri primi. Lezione del 28.3.07 1. La divisione
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Quozienti, resti, numeri primi. Lezione del 28.3.07 1. La divisione
Quozienti, resti, numeri primi. Lezione del 28.3.07 1. La divisione nell'insieme dei numeri naturali. Dati i naturali a e b 6= 0, detti, rispettivamente, dividendo e divisore, si dimostra che esistono un unico naturale q , detto quoziente, ed un unico naturale r, detto resto, tali che a = b × q + r con 0 ≤ r < b. La divisione, intesa in questo senso, associa alla coppia (a, b) la coppia (q, r). Esempi: i) se a = 25, b = 7, allora q = 3 e r = 4; ii) se a = 14, b = 20, allora q = 0 e r = 14; iii) se a = 120, b = 6, allora q = 20 e r = 0. Nel caso in cui risulti r = 0, si dice che a e' multiplo di b, oppure che b divide a. 2. Relazioni di equivalenza. In un insieme A, supponiamo di aver denito un criterio che permetta di dividere le coppie di elementi di A in due categorie: le coppie che vericano il criterio e le coppie che non lo vericano. Chiamando R il criterio, scriveremo aRb per indicare che la coppia (a, b)verica il criterio, dove a e b sono elementi di A. Per esempio, se A e' un insieme di oggetti, possiamo introdurre il criterio avere lo stesso peso e scrivere aRb se gli oggetti a e b hanno lo stesso peso; oppure, se A e' l'insieme delle rette del piano, possiamo scrivere aRb per denotare che a e b sono perpendicolari. Il criterio viene chiamato relazione e una relazione in A si dice relazione di equivalenza se verica le seguenti tre proprieta': 1) riessivita': aRa per ogni a di A, 2) simmetria: se aRb, allora bRa, 3) transitivita': se aRb e bRc, allora aRc. Il criterio avere lo stesso peso e' una relazione di equivalenza, mentre essere perpendicolari non lo e', in quanto non e' ne' riessivo ne' transitivo. Se R e' una relazione di equivalenza in A, si chiama classe di equivalenza di a in A [a] = {b ∈ A : aRb} e si dimostra che le classi di equivalenza costituiscono una partizione dell' insieme A, vale a dire la loro unione e' l'insieme A e due classi di equivalenza diverse sono necessariamente disgiunte. 3. La congruenza nei numeri naturali. Fissato il numero naturale n 6= 0, due naturali a e b si dicono congrui modulo n e si scrive 1 a ≡ b mod n se a e b hanno lo stesso resto nella divisione per n. Si verica che la congruenza mod n e' una relazione di equivalenza in N. Per esempio, se n = 3, dato che i resti possibili nella divisione per 3 sono 0, 1, 2, abbiamo tre classi di equivalenza, denotate con [0] = {0, 3, 6, 9, ....} [1] = {1, 4, 7, 10, ...} [2] = {2, 5, 8, 11, ...}. La loro unione e' N e sono a due a due disgiunte. La divisione e la relazione di congruenza si possono estendere all'insieme Z dei numeri interi (Z = {..., −3, −2, −1, 0, 1, 2, 3, ...}). 4. I numeri primi Un numero naturale p 6= 1 si dice primo se i suoi unici divisori sono 1 e p. Sono validi i seguenti due risultati: 1) ogni numero naturale maggiore o uguale a 2 e' divisibile per un numero primo; 2) se il numero primo p divide il prodotto a × b, allora p divide a oppure p divide b. La proprieta' 2) non e' vericata dai numeri che non sono primi: ad esempio, se p = 15, p divide 5 × 3, ma p non divide ne' 5 ne' 3. I numeri primi sono inniti. Vale il teorema fondamentale dell'aritmetica: Ogni numero naturale maggiore o uguale a 2 si scompone, in maniera unica, in un prodotto di potenze di numeri primi. Per esempio 250 = 2 × 53 , ma 250 = 25 × 10 = 5 × 50. 5. Massimo comune divisore e minimo comune multiplo. Dati a e b due naturali non tutti e due nulli, si denisce massimo comune divisore di a e b , e si denota con mcd(a, b), un naturale k che divida sia a che b e tale che, se c divide anch'esso a e b, allora c divide k . Si dimostra che esiste un unico massimo comune divisore che puo' essere ottenuto come il prodotto dei numeri primi comuni alle scomposizioni di a e b elevati all'esponente piu' piccolo che compare nelle due scomposizioni. Un'altra maniera con la quale si puo' calcolare il massimo comune divisore e' data dall'algoritmo di Euclide. Vediamolo su un esempio: si debba calcolare il massimo comune divisore di 7624 e di 198: cominciamo col dividere 7624 per 198: 7624 = 38 × 198 + 100; dividiamo 198 per 100: 2 198 = 1 × 100 + 98; dividiamo 100 per 98: 100 = 1 × 98 + 2; dividiamo 98 per 2: 98 = 2 × 49 + 0. Il massimo comune divisore e' l'ultimo resto diverso da zero; in questo caso otteniamo 2. Si chiama minimo comune multiplo di a e b, e si denota con mcm(a, b), un numero m che sia multiplo di a e di b e tale che , se c e' multiplo sia di a che di b, allora c e' multiplo di m. Anche qui si dimostra che esiste un unico minimo comune multiplo che puo' essere ottenuto come il prodotto di tutti i primi che compaiono nelle scomposizioni di a e b, elevati all'esponente piu' grande che compare nelle scomposizioni stesse. Vale la formula a × b = mcd(a, b) × mcm(a, b). 6. Interi primi fra loro. Due interi si dicono primi fra loro se hanno massimo comune divisore uguale a 1. Questo equivale a dire che i due numeri non hanno numeri primi in comune nelle loro scomposizioni. Per esempio, 6 e 35 sono primi fra loro (e non sono primi). Due interi a e b sono primi fra loro se e solo se esistono due interi s e t tali che a × s + b × t = 1. Dati comunque due interi a e b, risultano sempre primi fra loro gli interi a b a0 = mcd(a,b) e b0 = mcd(a,b) . 3