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carta dei servizi e progetto educativo

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carta dei servizi e progetto educativo
Associazione Comunità IL GABBIANO ONLUS
Sede Legale: Loc.Cascina Castagna, 4 - 26854 Pieve Fissiraga (LO)
Cod.Fisc. 07124640157
Uff. Amministrativi: Via Bonfadini, 11 - 23100 Sondrio 0342-200844 Fax 0342-216702
Uff. Servizi Sociali: Villa Malpensata, snc- 23823 Olgiasca di Colico (LC) 0341-930074 Fax 0341-930774
- AREA MINORI -
CARTA DEI SERVIZI E PROGETTO EDUCATIVO
DELLA COMUNITA’ EDUCATIVA PER MINORI “GAE”
&
DELL’ALLOGGIO PER L’AUTONOMIA “LEO”
Località Dos De la Lumaga
Via Strada Prov.le per San Marco, 14
23017 Morbegno (SO)
Tel. 0342-611849 Fax 0342-614154
Carta dei servizi della Associazione Comunità il Gabbiano onlus relativa alla
Comunità educativa minori ed agli Alloggi per l’autonomia - Aggiornamento genn 13 – Rev. 2.7
La comunità minori prende il nome del prof. Gaetano De Leo, scomparso improvvisamente il 31/12/2006.
“Caro prof. abbiamo pensato di dare il tuo nome alla nostra comunità per minori,
speriamo non ti dispiaccia,
vorremmo provare a tradurre nella relazione quotidiana con i ragazzi,
almeno una parte,
di tutti gli insegnamenti che ci hai trasmesso”
Carta dei servizi della Associazione Comunità il Gabbiano onlus relativa alla
Comunità educativa minori ed agli Alloggi per l’autonomia - Aggiornamento genn 13 – Rev. 2.7
INDICE
1.
L’AREA EDUCATIVA MINORI DEL GABBIANO
1.1. Presentazione e mission dell’Associazione Comunità il Gabbiano Onlus
1.2. Breve storia della casa
1.3. Ubicazione dei servizi
1.4. Servizi offerti
pag. 02
pag. 02
pag. 03
pag. 03
pag. 04
2.
2.1.
2.2.
2.3.
2.4.
2.5.
2.6
2.7.
2.8.
2. 9.
2.10.
2.11.
LA COMUNITA’ EDUCATIVA PER MINORI “GAE”
I destinatari
Il Progetto Educativo: principi e finalità
Gli obiettivi
Gli strumenti di lavoro
Il personale educativo: ruoli e funzioni
Il lavoro in comunità
L’inserimento: procedure
La permanenza in comunità
Le dimissioni: procedure
La valutazione
L’ammontare della retta
pag. 05
pag. 05
pag. 05
pag. 07
pag. 08
pag. 10
pag. 11
pag. 11
pag. 12
pag. 15
pag. 16
pag. 18
3.
3.1.
3.2.
3.3.
3.4.
3.5.
3.6.
3.7.
3.8.
L’ALLOGGIO PER L’AUTONOMIA “LEO”
I destinatari
Gli obiettivi
Le modalità di lavoro
Gli strumenti di intervento
L’equipe educativa
Le modalità di accesso e dimissioni: procedure
La valutazione
L’ammontare della retta
pag. 19
pag. 19
pag. 19
pag. 19
pag. 20
pag. 20
pag. 21
pag. 21
pag. 22
4.
IL RAPPORTO CON LE FAMIGLIE E/O CON LE PERSONE SIGNIFICATIVE
pag. 23
5.
I RAPPORTI CON I SERVIZI TERRITORIALI
pag. 24
6.
LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI
pag. 26
Allegati
Carta dei servizi della Associazione Comunità il Gabbiano onlus relativa alla
Comunità educativa minori ed agli Alloggi per l’autonomia - Aggiornamento genn 13 – Rev. 2.7
pag. 27
1
1.
L’AREA EDUCATIVA MINORI DEL GABBIANO
1. 1. Presentazione e mission dell’Associazione Comunità il Gabbiano onlus
L’Associazione Comunità il Gabbiano Onlus è stata costituita con atto notarile nel 1983.
Ha riconoscimento giuridico a livello regionale come Associazione in qualità di Ente Ausiliario
gestore di strutture di riabilitazione e reinserimento di persone multiproblematiche con problemi, in
genere, connessi con l’abuso e la dipendenza da sostanze psico-attive.
E’ iscritta nella Sezione Sociale del Registro Generale del Volontariato ed, essendo una
Associazione di Volontariato giuridicamente riconosciuta, è onlus di diritto.
E’ stata riconosciuta dal Ministero della Giustizia, ufficio Giustizia Minorile, per il
collocamento di minori in situazioni penali e dal Ministero per la Giustizia per il collocamento di
adulti agli arresti domiciliari fino al passaggio della competenza alle Regioni.
Ha in atto con l’ASL di Sondrio una convenzione per una casa alloggio di tipo c per persone in
Hiv/AIDS.
Attualmente gestisce, oltre alla comunità minori e all’alloggio per l’autonomia, altre cinque
unità di offerta, quattro per persone con problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti legali e
non e una per persone in HIV/AIDS.
Dal 1988 al 2003 ha gestito una Comunità Educativa per minori che è stata poi
temporaneamente chiusa, per motivi logistici, in attesa della ristrutturazione della nuova sede.
La mission dell’associazione si costruisce intorno a questi principi:
•
•
•
•
promuovere e tutelare la dignità delle persone;
offrire alle persone l’opportunità di esprimere i propri bisogni e i propri problemi, ma anche
concretizzare le proprie abilità e le proprie risorse in progetti di autonomia compatibili con
le loro caratteristiche, bisogni e risorse;
rispettare l’individualità di ogni persona, differenziando i percorsi educativi e terapeutici di
ogni singolo individuo;
promuovere e sostenere la capacità delle persone di riconoscersi come autori/attori
responsabili del proprio progetto di vita.
Per quanto riguarda il Progetto Educativo complessivo del Gabbiano e, di conseguenza, quelli
specifici relativi a ogni singola comunità, esso tende il più possibile a contemperare le richieste
previste dalla normativa vigente e la tensione ideale di tutta l’Associazione, ovvero il “come
vorremmo essere e dove vorremmo andare” con le persone ospitate all’interno delle nostre strutture;
le finalità, gli obiettivi e gli strumenti proposti al suo interno tracciano, pertanto, le mete sulle quali
abbiamo scelto di investire i nostri sforzi e le nostre risorse e, dunque, rappresentano la direzione
che come Associazione ci proponiamo di realizzare.
Carta dei servizi della Associazione Comunità il Gabbiano onlus relativa alla
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La metodologia che caratterizza i nostri percorsi educativi e terapeutici si fonda sui concetti di
centralità e responsabilità della persona e del suo contesto di vita.
Essa utilizza, come basi teoriche di riferimento, gli approcci psico-sociali (interazionismo
simbolico, costruttivismo, teorie sociali-cognitive) che, partendo da una prospettiva antropomorfica,
attribuiscono un ruolo attivo alla persona, considerandola responsabile, portatrice di intenzioni e
scopi, capace di attribuire significato al proprio e altrui agire e di monitorare l’interazione tra sé e
gli altri nella definizione del suo progetto esistenziale.
In questa prospettiva teorica le azioni e i comportamenti messi in atto dall’individuo, in
qualunque ambito si manifestino, vengono considerati dotati di significato, anche se non sempre
immediatamente percepibile, e i tentativi di spiegare e di capire i comportamenti delle persone,
pertanto, fanno riferimento alle loro azioni e/o alle loro narrazioni poiché esse contengono la
visione del mondo, l’intenzionalità, gli scopi e i significati degli attori che le producono.
1.2.Breve storia della casa
L’Associazione Comunità il Gabbiano ha gestito per circa 15 anni una Comunità Educativa per
minori; per motivi logistici, nel 2003 tale attività è stata sospesa in attesa della ristrutturazione e
dell’attivazione della nuova sede. Nonostante la sospensione, in questi anni non abbiamo mai
smesso di pensare e desiderare di riaccogliere all’interno di una delle nostre case giovani
adolescenti. Accogliere ragazzi provenienti da situazioni difficili, spesso dolorose e laceranti,
richiede fatica, un alto senso di responsabilità e un grande e costante desiderio di relazionarsi con
loro in modo forte, empatico e profondo: si tratta quindi di un’esperienza ricca e coinvolgente che
comporta una costante capacità di mettersi in gioco non solo come educatori, ma come persone
adulte capaci di offrire ai ragazzi ospiti ascolto, sostegno disponibilità e quella necessaria fiducia
senza la quale è impossibile progettare e proiettarsi nel futuro.
In questi anni abbiamo lavorato tenacemente per ristrutturare totalmente la casa che ci è stata
offerta dal comune di Morbegno in comodato gratuito. Terminati i lavori di ristrutturazione, a
ottobre 2007 abbiamo cominciato di nuovo ad accogliere quei giovani ospiti ai quali, per molto
tempo, abbiamo pensato mentre organizzavamo spazi, luoghi, progetti.
1.3.Ubicazione dei servizi
I servizi educativi relativi all’area minori si svolgono all’interno della struttura sita in località
Doss de la Lumaga nel paese di Morbegno (SO). La struttura, totalmente ristrutturata, è situata a
circa 500 metri dal centro di Morbegno. È inserita all’interno di un giardino botanico, accessibile
alla popolazione, dove è stato collocato un percorso della salute.
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1.4.Servizi offerti
COMUNITA’ EDUCATIVA PER MINORI “GAE”
operante nell’arco delle 24 ore per 365 g/anno
capienza di 10 posti
rivolta a giovani ragazzi maschi tendenzialmente dai 12 ai 18 anni
ALLOGGIO PER L’AUTONOMIA “LEO”
operante nell’arco delle 24 ore per 365 g/anno
capienza di 3 posti
rivolta a giovani adulti maschi dai 18 ai 21 anni (con prosieguo amministrativo)
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2.
LA COMUNITA’ EDUCATIVA PER MINORI “GAE”
2.1. I destinatari
Le richieste di intervento e le domande di aiuto a cui cerchiamo di rispondere sono rivolte a
situazioni di disagio e devianza di pre-adolescenti, adolescenti e giovani adulti maschi che possono
essere così elencate:
œ ragazzi che vivono in condizioni sociali e familiari difficili e rischiose per un adeguato
sviluppo in età evolutiva, sottoposti a eventuali procedimenti civili e/o in affido presso i
servizi sociali per i quali sia ritenuto utile il collocamento in comunità (ad esempio,
minori maltrattati provenienti da famiglie problematiche, minori in stato di abbandono o
privi di legami familiari, minori con difficoltà relazionali, affettive ed emotive);
œ giovani che provengono da fenomeni di immigrazione clandestina e che sono a rischio di
sfruttamento e/o coinvolgimento in attività illecite e illegali;
œ ragazzi autori di reato, quindi con vincoli giuridici, ai quale è stato prescritto dal
Tribunale dei Minorenni il collocamento in comunità. In tal caso accogliamo ragazzi con
le seguenti misure:
1. collocamento in comunità (art. 22 D.P.R. 448/88)
2. sospensione del processo e messa alla prova (art. 28 D.P.R. 448/88)
3. misure alternative e/o sostitutive alla detenzione;
œ giovani con prosieguo amministrativo (questi ultimi saranno ospitati, se già
sufficientemente autonomi dal punto di vista lavorativo, all’interno dell’alloggio per
l’autonomia).
2. 2.
Il Progetto Educativo: principi e finalità
Nello stendere il progetto educativo per i servizi rivolti ai minori siamo partiti dal
presupposto e dalla consapevolezza che qualsiasi intervento rivolto ad essi può avere senso e
significato soltanto se si riesce a partire dalle loro esigenze e dai loro bisogni: quando questi, come
spesso e quasi fisiologicamente in adolescenza accade, non sono facilmente traducibili in parole: è
compito degli adulti offrire spazi e contesti di ascolto e di confronto perché gradualmente il
groviglio di pensieri, sentimenti e paure si dipani almeno quel poco per poter co-costruire con loro
un progetto che abbia valore non tanto o non solo per l’educatore, ma in primo luogo per il ragazzo
stesso. I principi che orienteranno i nostri interventi sono pertanto:
Accogliere
L’accoglienza, soprattutto con le persone in età evolutiva, si caratterizza non solo come un
“andare-incontro-all’altro”, ma in modo particolare come un “prenderlo-con-sé,” per affiancarlo e
accompagnarlo nel suo processo evolutivo. Accogliere significa ascoltare, accettare, osservare,
comprendere, senza aprioristici giudizi di valore, la persona e le sue esperienze di vita nella loro
globalità. L’accoglienza consiste anche nel fornire ai ragazzi ospitati un ambiente predisposto
appositamente per essere un approdo confortevole, che offra loro opportunità adeguate per
esprimere non solo i bisogni, le storie e le difficoltà che hanno facilitato percorsi problematici o
devianti, ma anche quel repertorio di abilità, competenze e risorse in riferimento alle quali pensare e
costruire un eventuale progetto di cambiamento.
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Personalizzare
Consideriamo le persone uniche e irripetibili nella loro soggettività. Questo principio si
concretizza nella scelta di differenziare il percorso comunitario di ogni ragazzo sia a livello
progettuale, sia a livello operativo. Le linee guida che orienteranno poi la costruzione di tutti i nostri
progetti educativi individualizzati saranno improntate a fare sperimentare ai ragazzi:
sul piano relazionale, la presenza di adulti quali “figure-guida” che propongono chiari modelli di
riferimento educativi. Questa finalità richiama, dal punto di vista operativo, l’importanza di
sviluppare con ogni singolo ragazzo relazioni attraverso le quali bilanciare un atteggiamento di
informalità (giocato, per esempio, attraverso la partecipazione alle attività quotidiane, la vicinanza
fisica, cognitiva e soprattutto emotiva, e così via) con un atteggiamento di autorevolezza, in grado
di favorire l’acquisizione delle regole di convivenza, delle norme sociali formali e informali, in
riferimento alle quali scegliere i propri comportamenti, con la consapevolezza degli effetti che essi
possono produrre a livello personale e sociale;
sul piano affettivo: i ragazzi spesso provengono da situazioni familiari e/o socio-relazionali povere,
qualitativamente carenti o addirittura assenti e richiedono quindi non solo un lavoro di
“affiancamento”, ma in alcuni casi anche di “supplenza” alle funzioni proprie della famiglia. A
questo proposito è quindi importante fornire loro anche un punto di riferimento affettivo, ovvero la
possibilità di esprimere, sul piano emozionale, i problemi, le difficoltà, i dubbi, le incertezze, le
paure e gli eventuali “vuoti” affettivi. E’ inoltre necessario guidarli verso l’acquisizione di modalità
adeguate ed efficaci per manifestare e “canalizzare” i sentimenti, le emozioni, i vissuti e i bisogni,
compresi quelli legati alla sfera sessuale che, in questa particolare fase evolutiva, i ragazzi iniziano
a sperimentare, ma che spesso non sanno ancora gestire;
sul piano sociale e culturale: è nostra intenzione cercare il più possibile e fin dall’inizio di ogni
inserimento di promuovere l’integrazione sociale all’interno del territorio in cui è inserita la
comunità. Saranno pertanto agevolati i rapporti con amici, compagni di classe, etc. e la
partecipazione ad attività culturali e ludiche presenti sul territorio; con i minori extracomunitari
immigrati rivestirà inoltre particolare importanza garantire loro l’apprendimento della lingua
italiana e la comprensione delle caratteristiche del contesto sociale e culturale all’interno del quale
sono inseriti; parallelamente, si cercherà il più possibile di garantire anche la tutela e il rispetto della
peculiare identità sociale e culturale dalla quale provengono (quindi della loro storia, dei loro usi e
costumi, della loro lingua, dei loro valori etici e religiosi, etc.).
Responsabilizzare
Questo principio riguarda la promozione delle capacità di riconoscersi come autori/attori del
proprio percorso di vita e, sulla base di questa consapevolezza, di agire le proprie scelte presenti e
future. I nostri interventi saranno pertanto mirati a predisporre azioni educative capaci di sviluppare
e incrementare, tenendo conto del livello evolutivo di ciascun ragazzo, il senso di responsabilità
individuale; attraverso il “fare responsabile”, infatti, i ragazzi possono proseguire nel loro percorso
di crescita verso la capacità di progettare il proprio futuro e rendere conto, a se stessi e agli altri,
delle proprie azioni.
Fornire ai ragazzi la capacità di riconoscersi come responsabili della propria storia vuol dire
offrire loro un’importante risorsa per consentire in futuro di agire anche scelte non autoemarginanti. Questo è possibile se si offre l’opportunità di sperimentare comportamenti alternativi
che conducano a stili di vita e a forme di responsabilità nuove rispetto al passato. Questo approccio
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“responsabilizzante” impone inevitabilmente un processo interattivo ed eco-sistemico a cui
partecipano le famiglie (laddove è possibile e quando sono presenti), tutti gli operatori, i servizi e le
istituzioni coinvolte nel percorso educativo.
L’applicazione di questo principio, che ha origine dalla psicologia giuridica applicata in
campo penale minorile, sarà esteso a tutti i ragazzi inseriti in comunità; con i ragazzi sottoposti a
procedimento penale sarà dedicata poi particolare attenzione al fine di metterli nelle condizioni di
sviluppare riflessioni attente e responsabili sui reati commessi [”il minore deve imparare a
ricondurre l’azione commessa al significato che essa assume per gli altri e deve essere messo nelle
condizioni di immaginarsi in un ruolo diverso da quello di deviante se si intende incidere sul suo
comportamento”] (De Leo, G., Patrizi, P., Psicologia Giuridica, 2002, Bologna, il Mulino).
Autonomizzare
Compito della comunità è quello di accompagnare i ragazzi verso la costruzione di una
propria autonomia personale, relazionale, lavorativa e di capacità progettuale. I corsi scolastici e
professionali o di apprendimento di nuove abilità lavorative, l’aiuto e il sostegno nella ricerca di
soluzioni abitative e lavorative adeguate, la sperimentazione nella gestione del tempo libero, nella
costruzione di nuovi rapporti interpersonali etc. saranno obiettivi prioritari di tutti i percorsi
educativi.
Sviluppo delle capacità di “empowerment”
Una delle finalità sarà inoltre quella di promuovere e incrementare, nei nostri giovani ospiti,
il processo di “empowerment” tenendo conto che, dalle ricerche emerse nell’ambito della psicologia
giuridica e sociale, questa dimensione è fortemente correlata con la possibilità delle persone di
partecipare attivamente alla dimensione della comunità in cui sono inserite, percependosi in grado
di gestire la propria vita e gli eventi che si verificano.
Le tre componenti del processo di empowerment che ci proponiamo di sviluppare sono:
-
-
il senso di auto-efficacia percepita: incremento del senso di sé come capace di poter
influenzare il proprio destino e realizzare i propri obiettivi;
le strategie di coping: formulazione e messa a punto di strategie per fronteggiare le
difficoltà e per conseguire con successo i propri obiettivi, mettendo a frutto le risorse
disponibili;
la comprensione dei contesti umani: comprensione critica e realistica dei fattori che
influenzano la vita umana.
2. 3. Gli obiettivi
Accogliere, osservare e valutare
•
•
•
osservare, le azioni, le caratteristiche, gli stili personali e interattivi, le difficoltà e le
risorse;
interagire nei momenti formali e informali;
conoscere la storia, le esperienze, i successi, i fallimenti, le regole, i ruoli che
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7
•
•
appartengono ai ragazzi;
capire le difficoltà, i bisogni, i punti di vista, le abilità, le competenze e così via;
valutare le potenzialità, le possibilità, i passaggi intermedi da compiere per raggiungere
gli obiettivi concordati.
Costruire competenze, abilità, risorse
Ci proponiamo di offrire ai ragazzi opportunità che consentano loro di appropriarsi di nuove
competenze cognitive, emotive e di azione. Ci offriamo come “guide” per fare un pezzo di strada
con loro fornendo supporto emotivo, affettivo, relazionale. Ci proponiamo inoltre di sostenere i
ragazzi durante tutto il periodo di permanenza in comunità, consapevoli del fatto che la comunità
non è il luogo ideale per crescere ed è spesso vissuta in modo ambivalente e conflittuale.
Costruire processi di autonomia
Ci proponiamo di costruire insieme ai ragazzi processi di autonomia (personale, affettiva,
relazionale, lavorativa, sociale) realisticamente possibili in riferimento alle loro caratteristiche,
competenze e risorse. Essi implicano in particolare l'individuazione di quelle risorse relazionali e
contestuali esterne sulle quali possa essere progettata e concretamente avviata l'autonomia personale
al termine del percorso comunitario. In tal senso, grande attenzione sarà data alla rete dei rapporti
esterni e alle persone significative che si cercherà il più possibile di potenziare e coinvolgere nel
progetto dei ragazzi.
2. 4. Gli strumenti di lavoro
La relazione educativa
Siamo convinti che i piccoli e i grandi cambiamenti possono avvenire solo all’interno di una
relazione affettiva calda, empatica e non giudicante. La relazione educativa all’interno del contesto
comunitario, soprattutto quando sono coinvolti i minori, non è “cosa” semplice e scontata, né è data
una volta per tutte. La relazione educativa con i ragazzi va costruita, modulata, aggiustata giorno
per giorno e poi non sempre funziona, perché i ragazzi sono tanti e diversi tra loro, e ciò che va
bene per uno non va bene per l’altro.
Abbiamo però alcune certezze: non siamo e non vogliamo, come educatori, sostituirci ai
genitori o alle loro persone significative; non siamo, né vogliamo esserlo, amici dei ragazzi nel
senso stretto della parola; vogliamo invece provare ad essere adulti significativi che possano aiutare
i ragazzi per un breve tratto di strada a costruire e progettare al meglio la loro vita sintonizzandola
sui loro bisogni, sulle loro capacità, sui loro sogni.
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La relazione di gruppo
Innanzitutto la vita in comunità è vita in gruppo, ma il gruppo in adolescenza è anche un
contesto d’intervento privilegiato per le sue potenzialità nell’attivare e favorire i processi di
cambiamento; anche per questo l’attenzione per la dimensione gruppale sarà fortemente presente
poiché, dal nostro punto di vista, attraverso il lavoro di gruppo è possibile attivare e facilitare il
cambiamento del singolo (De Leo, 1995). Le attività di gruppo saranno finalizzate alla discussione,
alla valutazione e alla riflessione sulle esperienze quotidiane di convivenza all’interno della
comunità, ma anche alla riflessione su aspetti più connessi con i processi di crescita e con lo
sviluppo dell’identità. Vogliamo inoltre promuovere la percezione della interdipendenza reciproca,
la capacità di condivisione e/o negoziazione delle regole, soprattutto considerata la grande
importanza che riveste in ambito sociale e relazionale, dentro e fuori la comunità, lo sviluppo di
competenze di mediazione e di contrattazione.
L’educatore di riferimento
Viene dato particolare rilievo alla figura dell’operatore di riferimento, ovvero un operatore
educativo scelto insieme a ogni ragazzo, che ha il compito di seguirlo individualmente nel processo
di crescita e di sviluppo, nonché di fornirgli una presenza stabile a cui rivolgersi per esprimere i
vissuti personali rispetto a sé e al proprio percorso attuale e futuro.
Il progetto educativo individualizzato
Con ogni minore si co-costruisce il Progetto Educativo Individualizzato. La fase della
costruzione del PEI è caratterizzata dalla “negoziazione”: il minore, gli educatori della comunità, gli
operatori dei servizi territoriali sono liberi di liberare i diversi punti di vista, esprimendo desideri,
delineando obiettivi, descrivendo modalità e difficoltà che si potrebbero incontrare durante la
realizzazione del progetto educativo. Obiettivo comune a tutti è quello di raggiungere gradualmente,
attraverso un processo di costante mediazione, un progetto che sia soddisfacente per il ragazzo e per
tutte le parti in gioco.
La costruzione del progetto educativo pertanto non può essere data una volta per tutte, ma è
un’interazione centrata costantemente sulla contrattazione e co-costruzione del progetto che il
ragazzo è chiamato a condividere e sottoscrivere ed, eventualmente, rinegoziare attraverso
l’assunzione di impegni responsabilizzanti idonei a orientare lo sviluppo delle sue capacità autoregolative e a incrementare la sua percezione di auto-efficacia.
Se il ragazzo è poi autore di reato, il progetto non conterrà semplicemente attività utili quali quelle
scolastiche, lavorative, ricreative, etc., ma anche azioni attraverso le quali il ragazzo stesso possa
affrontare e ricomporre a diversi livelli il conflitto attivato dal reato commesso, al fine di
promuovere un cambiamento che favorisca il percorso di crescita del minore inteso anche come
consapevolezza dell’azione reato commessa (attività educativo-riparative).
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2. 5. Il personale educativo: ruoli e funzioni
Ogni équipe del Gabbiano è composta da un responsabile e almeno 4/5 operatori. In base poi
ai progetti delle singole comunità le équipe sono integrate con altre figure professionali.
L’équipe educativa della comunità minori è composta da:
UN RESPONSABILE DI COMUNITÀ PART TIME
Con le seguenti funzioni:
- coordinare l’équipe educativa;
- supervisionare i PEI elaborati dagli educatori;
- gestire la casa sul piano organizzativo e concordare con il responsabile dell’area del personale
orari di lavoro, permessi e ferie degli operatori;
- valutare e decidere, in accordo con il coordinatore educativo, le ammissioni e le dimissioni dei
minori;
- gestire rapporti con i servizi territoriali formali, informali e le istituzioni coinvolgendo l’équipe.
CINQUE OPERATORI SOCIO-EDUCATIVI A TEMPO PIENO, UNO PART TIME E UN
AIUTO OPERATORE A TEMPO PIENO
Con le seguenti funzioni:
- organizzare e progettare la vita complessiva della comunità;
- stendere con i ragazzi, in accordo con il servizio territoriale inviante, il progetto educativo
individualizzato;
- tenere costantemente aggiornati, in accordo con il responsabile di struttura, i servizi territoriali
invianti e preparare le relazioni di aggiornamento (ogni tre mesi);
- tenere i rapporti con il territorio e costruire, laddove possibile, le reti necessarie per la
realizzazione dei singoli progetti individualizzati;
- svolgere attività di tutoring e accompagnamento;
- seguire i rapporti con le scuole e con i datori di lavoro (ove presenti);
- gestire con i ragazzi tutti gli ambiti della vita quotidiana (aspetti sanitari, legali, scolastici, etc.)
e del tempo libero;
- monitorare, laddove possibile e utile, l’andamento dei rientri a casa del minore.
UN MAESTRO DEI LAVORI A TEMPO PIENO
Con le seguenti funzioni:
- Organizzare le attività lavorative e di laboratorio interne ed esterne alla comunità
- Formare e proporre ai minori attività lavorative quotidiane
- Affiancare i minori in ogni momento di lavoro/laboratorio
- Partecipare all’équipe per la progettazione e la valutazione degli interventi
UNO PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
Con le seguenti funzioni:
- effettuare alcuni colloqui di conoscenza e valutazione all’ingresso dei ragazzi in comunità;
- partecipare alla costruzione e stesura dei Progetti Educativi Individualizzati;
- sostenere e orientare l’équipe laddove ritenuto necessario;
- effettuare colloqui psicoterapeutici e orientati al cambiamento (laddove ritenuto necessario e
concordato con i servizi invianti - prestazione fuori retta);
- effettuare colloqui di valutazione, sostegno e orientati al cambiamento destinati alla famiglia dei
ragazzi (laddove ritenuto necessario e concordato con i servizi invianti - prestazione fuori
retta).
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UN SUPERVISORE
Con le seguenti funzioni:
- discutere delle situazioni e dei percorsi dei ragazzi portati dall’équipe, con la messa a fuoco del
problema del momento e la formulazione delle ipotesi strategiche per affrontarlo;
- individuare i criteri regolativi e operativi relativi al funzionamento degli aspetti educativi della
comunità: criteri per la stesura delle relazioni educative, criteri per la gestione dei conflitti,
criteri per la gestione delle regole, etc.;
- potenziare le competenze educative e le competenze orientate ai processi mirati al
cambiamento;
- analizzare i processi di comunicazione nell’équipe e le dinamiche di gruppo (gestione di
tensioni e conflitti, gestione e discussione sulle frustrazioni e sulle difficoltà incontrate nel
lavoro quotidiano);
- accogliere e formare “on the job” i nuovi operatori.
Tutta l’équipe educativa, inoltre, è sostenuta e orientata direttamente dal coordinatore Educativo e
dall’assistente sociale del Gabbiano. Usufruisce, poi, come tutte le altre nostre comunità di tutti gli
uffici (segreteria, amministrazione, etc.) e di tutti i servizi/settori (servizio psicologico, settore
progetti, settore formazione, settore relazione con il pubblico) predisposti e implementati, nel
tempo, dal Gabbiano, per garantire un corretto, sereno ed efficiente funzionamento di tutte le sue
comunità.
2. 6. Il lavoro in comunità
Ci preme sottolineare che diamo molta importanza e riserviamo un’attenzione particolare a
ogni nuovo inserimento.
La costruzione dell’inserimento, realizzata in stretta collaborazione con i servizi territoriali, e le
modalità con cui vengono inseriti i ragazzi sono, a nostro parere, il primo fondamentale passo per
costruire con lui un rapporto basato sul rispetto, sulla fiducia e sul riconoscimento dei suoi bisogni
essenziali. Le richieste di inserimento sono pertanto valutate con estrema attenzione, non tanto con
l’obiettivo di “escludere” chi appare come troppo difficile da “gestire” in comunità, ma per capire
quale sia la strategia di inserimento più consona per ciascun ragazzo.
2. 7. L’inserimento: procedure
1. Richiesta di inserimento: deve essere formulata da parte dei servizi richiedenti alla responsabile
della struttura o all’assistente sociale del Gabbiano la quale si occupa di:
-
offrire le prime informazioni generali sulle caratteristiche della comunità educativa e sugli
eventuali tempi di attesa per l’ingresso;
fornire indicazioni sulla documentazione necessaria da presentare per l’eventuale ingresso;
informare il coordinatore educativo della richiesta di inserimento;
fissare un incontro tra il responsabile di comunità e i servizi invianti per la presentazione del
ragazzo.
2. Incontro tra il responsabile della comunità educativa e gli operatori dei servizi invianti: per la
presentazione del caso. Obiettivo dell’incontro è quello di valutare a grandi linee se il contesto
educativo comunitario è in grado di rispondere ai bisogni del minore e se il percorso di crescita
ipotizzato (scuola, socializzazione) è realizzabile all’interno della nostra comunità.
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3. Conoscenza del ragazzo da parte degli operatori della comunità: essa può avvenire presso il
servizio inviante o, laddove possibile, presso la comunità stessa, così da fare conoscere ai
ragazzi direttamente il luogo dove andranno a vivere per un certo periodo di tempo.
4. Comunicazione della data di ingresso e richiesta formale della documentazione:
La data di ingresso viene comunicata dalla responsabile della comunità, la quale richiede anche
la seguente documentazione:
-
relazioni psico-sociali e sanitarie del minore;
richieste specifiche del Tribunale dei Minori, laddove presenti, e copia del decreto del
Tribunale per il collocamento in comunità.
2. 8. La permanenza in comunità
La fase di accoglienza (durata minima due mesi prorogabile a tre mesi)
All’ingresso in Comunità il ragazzo viene accolto dall’équipe educativa. La fase di
accoglienza è finalizzata a offrire al ragazzo, da un lato l’opportunità di sperimentare concretamente
le dinamiche della vita in comune e di inserirsi gradualmente all’interno del gruppo dei coetanei;
dall’altro a dare agli educatori la possibilità di conoscerlo, di individuare le sue risorse e le sue
difficoltà per poter poi co-costruire con lui il P.E I.
Durante questa fase l’équipe, valutando le caratteristiche e i problemi di ogni singolo ragazzo,
sceglie insieme al ragazzo l’operatore di riferimento, che ha il compito poi di seguirlo
individualmente nel processo di crescita e di sviluppo, nonché di fornirgli una presenza stabile a cui
rivolgersi per esprimere i vissuti personali rispetto a sé e al proprio percorso attuale e futuro.
Al termine del periodo di accoglienza, si effettua una verifica con il ragazzo e con i servizi
territoriali invianti e si iniziano e delineare gli obiettivi del Progetto Educativo Individualizzato.
La stesura del Progetto Educativo Individualizzato
Co-autori del progetto educativo individualizzato sono il minore e tutte le persone significative che
lo circondano: vogliamo sottolineare, infatti, la dimensione di condivisione e di accordo che è
sottintesa alla costruzione del percorso in comunità.
Il progetto, firmato dal minore, dall’educatore di riferimento e dal servizio inviante, è concepito
come un contratto in cui le parti condividono obiettivi e percorsi, si assumono impegni, stabiliscono
tempi e criteri per le verifiche. I servizi di riferimento vengono informati del progetto e,
possibilmente, collaborano alla sua stesura. La metodologia con cui viene elaborato il progetto è
quello della mediazione, con cui si cerca di costruire un percorso educativo realistico e adatto alle
sue caratteristiche e alle sue risorse. Il lavoro è centrato sulla contrattazione e sulla co-costruzione
del progetto che il ragazzo è chiamato a condividere e sottoscrivere ed, eventualmente, a rinegoziare
attraverso l’assunzione di impegni responsabilizzanti idonei a orientare lo sviluppo delle sue
capacità auto-regolative e a incrementare la sua percezione di auto-efficacia.
All’interno del progetto sono previsti interventi e attività finalizzate a valorizzare il più possibile le
risorse e le competenze dei singoli ragazzi potenziando le loro capacità di affrontare i problemi, di
entrare in relazione con gli altri e di costruire percorsi funzionali alla crescita. Nel caso di minori
autori di reato, la priorità sarà quella di offrire alternative e modalità di vita che rendano meno
cogente la scelta deviante e che li aiutino a immaginarsi e proiettarsi in ruoli diversi.
All’interno del progetto vengono esplicitate anche le modalità di coinvolgimento del minore e di
tutte le figure di riferimento coinvolte (comunità, servizi, familiari, etc.), al fine di attivare il piano
delle risorse del minore sia a livello familiare che socio-ambientale.
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Ogni mese vengono effettuate delle verifiche, che sono un momento di riflessione in cui vengono
discussi tutti i punti del progetto; come per ogni contratto, è possibile che vi siano state delle
inadempienze, che non siano stati raggiunti degli obiettivi, o che gli strumenti concordati si
dimostrino inadeguati: in tal caso il progetto, laddove necessario, viene modificato poiché è la
trascrizione di un percorso che si trasforma, adeguandosi sempre alla realtà della persona con cui
viene co-costruito.
Il progetto steso in forma di documento contiene, in genere, i seguenti aspetti:
- problemi da affrontare
- risorse presenti o da consolidare
- obiettivi da raggiungere
- tempi previsti
- azioni e strumenti necessari
- criteri di valutazione del raggiungimento dei risultati
- impegni e responsabilità dell’équipe della comunità, del servizio inviante e del ragazzo
Per il raggiungimento degli obiettivi generali e individuali l’équipe della comunità mette in campo
le seguenti attività che possono suddividersi in attività interne e attività esterne a seconda del
coinvolgimento di altre strutture nel progetto educativo che si intende realizzare:
attività interne alla comunità:
colloqui periodici con la funzione di ascolto e sostegno motivazionale, di incremento
della capacità di auto-valutazione e di responsabilizzazione sugli obiettivi condivisi
attività di tutoring e di accompagnamento, laddove necessario e richiesto dai servizi
territoriali e dal Tribunale dei Minori, con le famiglie e/o le persone significative dei
ragazzi (accompagnamenti a casa, monitoraggio dei rientri, incontri con le famiglie, etc.)
colloqui individuali, laddove ritenuto necessario, con lo psicologo della comunità
incontri di monitoraggio e di verifica con i servizi invianti
incontri culturali (lettura, musica, film, etc.)
studio e svolgimento dei compiti
momenti ludici
educazione civica e ambientale
Sono fortemente incentivate le attività (scolastiche, professionali, ludiche, etc.) esterne alla
comunità: esse consentono, infatti, di promuovere competenze sociali, relazionali e di integrazione
con il territorio (pur con la consapevolezza che non sempre, per motivi diversi - misure cautelari
che non consentono l’uscita dalla comunità, difficoltà linguistiche etc. - tali attività sono accessibili
sin dall’inizio dell’inserimento in comunità).
Sono ormai consolidate le collaborazioni con le associazioni sportive del territorio (rugby, calcio,
palestra, nuoto).
Le giornate si articolano quindi in attività più propriamente educative (colloqui, riunioni di gruppo,
organizzazione della casa, etc.) e in attività di lavoro/laboratorio, che offrono ai ragazzi
l’opportunità di sviluppare competenze specifiche e competenze a-specifiche (rispetto degli orari,
delle tempistiche connesse alle diverse tipologie di attività, etc.).
Queste attività possono essere svolte con il maestro dei lavori della comunità (quasi sempre in una
fase di accoglienza e orientamento), ma anche attraverso Borse di Lavoro esterne alla comunità,
presso artigiani o realtà produttive del territorio.
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Presso la nostra Comunità Educativa sono ormai consolidate le seguenti attività coordinate
dal Maestro dei Lavori
COLTIVAZIONE DELLA VIGNA
La Comunità ha assunto l’impegno di rilevare e coltivare una vigna. Questo tipo di impegno,
molto coinvolgente e professionalizzante, ha dimostrato di ottenere risposte positive e motivate
da parte dei ragazzi, tanto che le prospettive sono quelle di intensificare e specializzare sempre
più questo settore attraverso corsi di formazioni mirati e con impegni sempre più densi
(ampliamento delle coltivazioni e delle collaborazioni sul territorio).
MANUTENZIONE E PULIZIA DI AREE PUBBLICHE
Anche nell’ambito di appalti, la squadra coordinata dal maestro di lavoro si occupa con
regolarità della pulizia e della manutenzione delle fontane della cittadina e delle numerose
frazioni, della gestione degli spazi verdi del parco botanico nel quale si trova la stessa comunità
e di altri settori comunali (aiuole, rotonde, sentieri…).
A ciò si assommano svariati incarichi occasionali, quali la distribuzione dei sacchi della raccolta
differenziata, il ripristino di aree degradate con interventi di imbiancatura e pulizia, la
collaborazione per l’allestimento di aree e spazi in occasione di manifestazioni ed eventi.
Sono invece state proposte occasionalmente le seguenti altre attività, che necessitano di un ulteriore
spazio deputato. Si tratta tuttavia di esperienze che vengono proposte con regolarità anche ora,
grazie a collaborazioni temporanee.
1. RESTAURO MOBILI ANTICHI:
Questa attività si svolge grazie alla collaborazione con un restauratore che opera nei pressi della
nostra comunità educativa (Morbegno), che si è impegnato con costanza a trasmettere il suo
“mestiere” a coloro che sono interessati ad acquisire competenze professionali in tale ambito.
L’attivazione di un’area di laboratorio specifica intensificherà questa proficua risorsa.
2. FLORO-COMPOSIZIONE:
Si tratta di un’attività gia sperimentata in alcune delle nostre comunità terapeutiche: attualmente
è affidata ad un “maestro di lavoro” del Gabbiano, che ha maturato una lunga esperienza nel
settore e che attualmente ha il compito di trasmettere e sviluppare competenze e abilità
specifiche agli ospiti delle comunità interessati al settore. Tale attività, iniziata all’interno, si è
via via trasformata in un vero e proprio servizio offerto al territorio, che consiste nel fornire
composizioni floreali per matrimoni, cerimonie, etc.
Questo laboratorio è stato spesso esteso e proposto anche alla comunità minori.
3. REALIZZAZIONE DI CANDELE ARTISTICHE:
Si tratta di un’attività artistica ormai consolidata all’interno dell’associazione grazie a due
laboratori e con la nascita di un laboratorio espositivo presso la sede di Piona.
La produzione di questi manufatti è una preziosa occasione espressiva, ma anche un’esperienza
professionalizzante.
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E’ importante sottolineare che tutte le attività di laboratorio che vengono proposte sono
concordate con i ragazzi, con gli educatori della comunità e con i maestri di lavoro referenti.
Esse fanno parte integrante dei Progetti Educativi Individualizzati e sono pertanto monitorate e
valutate con le stesse strategie e modalità.
L’opportunità che si intende offrire ai ragazzi è quella di sperimentarsi - in modo protetto e
guidato - in alcuni ambiti che, con l’apprendimento, la pratica e l’interesse, potrebbero poi diventare
per loro vere e proprie attività lavorative.
D’altra parte siamo consapevoli che tali attività non potranno soddisfare gli interessi professionali e
lavorativi di tutti gli ospiti, che tuttavia verranno sempre e comunque tenuti in grande
considerazione: ove possibile, verrà data la priorità a corsi scolastici, professionali e tirocini
lavorativi esterni alla comunità e - soprattutto - il più possibile in sintonia con i desideri, le passioni
e le competenze di ciascun ragazzo.
attività esterne alla comunità:
corsi scolastici e professionali
incontri culturali e sociali
tutoring e sostegno nella ricerca e nel mantenimento di un attività lavorativa
inserimento in attività formative o sportive presenti nel contesto associativo del territorio
altre attività in funzione delle caratteristiche e dei bisogni dei ragazzi
Per ciò che riguarda i ragazzi stranieri, si tiene presente che la loro cultura di appartenenza viene
spesso negata: recuperarla serve ad elaborare anche la propria condizione di immigrato e a
sviluppare l’integrazione socioculturale. E’ fondamentale pertanto far seguire corsi di lingua e di
prima alfabetizzazione in italiano (convenzione e consolidate collaborazioni con il CTP di Delebio)
e promuovere la partecipazione ad attività specifiche che facilitino l’integrazione, come feste
interculturali, musica etnica, spazi che favoriscono l’incontro fra le diverse culture.
Da tempo ormai si è attivata una collaborazione con un MEDIATORE CULTURALE, che
interviene nei più delicati passaggi del minore (inserimento, scelte, rapporti con la famiglia) per
agevolare la comprensione linguistica, ma anche e soprattutto per facilitare l’incontro e la
comprensione socio-culturale.
2. 9. Le dimissioni: procedure
Le dimissioni vengono preparate con cura e attenzione; i ragazzi collaborano attivamente
con gli educatori per prepararsi a questo momento importante ed emozionante, ma anche carico di
tensioni e paure. Le dimissioni comunque avvengono quando i servizi territoriali e l’équipe
educativa, di comune accordo, valutano che il progetto di accompagnamento e sostegno della
comunità può considerarsi concluso. In genere ciò avviene quando è possibile prevedere:
il rientro del minore nella sua famiglia: in questo caso, mentre gli educatori della comunità
lavorano con il ragazzo per il rientro a casa, i servizi sociali lavorano e preparano la
famiglia. La frequenza e la modalità dei rientri è stabilita dai servizi territoriali in accordo
con il Tribunale dei Minori;
l’affido familiare o l’adozione: in questo caso, sono i servizi territoriali che si occupano di
individuare e valutare le famiglie affidatarie o adottive; compito della comunità diventa
invece quello di supportare il ragazzo nel difficile passaggio dalla comunità alla famiglia
affidataria o adottiva;
il passaggio a una vita autonoma sia dal punto di vista abitativo che lavorativo: in questo
caso viene previsto un progetto “ponte” di supporto dopo la dimissione, la cui durata viene
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concordata, caso per caso, con i servizi invianti. Sono previsti colloqui settimanali, attività di
tutoring e monitoraggio con gli operatori della comunità, al fine di supportare i ragazzi in
questa delicata fase di passaggio.
Le dimissioni possono essere anticipate, rispetto ai tempi stabiliti, quando il ragazzo assume,
ripetutamente, comportamenti tali da ostacolare gravemente l’azione educativa e il benessere
complessivo della comunità. Tali comportamenti possono essere:
œ fughe reiterate dalla comunità educativa;
œ gesti antisociali gravi e di violenza preoccupante, che mettono a repentaglio l’incolumità
propria o altrui;
œ l’emergere di disturbi della personalità che condizionano pesantemente la vita del gruppo;
œ l’uso protratto di sostanze psico-attive.
In queste situazioni di profondo disagio il responsabile della comunità, autorizzato dal
coordinatore educativo del Gabbiano, dopo aver messo al corrente le autorità competenti, si assume
il diritto di decidere le dimissioni del minore e di chiedere ai servizi territoriali competenti il
trasferimento del minore in un altro contesto.
2. 10. La valutazione
Riserviamo un’attenzione particolare e specifica alle attività di monitoraggio e valutazione
che si declinano su due livelli:
I livello: monitoraggio e valutazione dei PEI
1. analisi approfondita, nella fase di inserimento in comunità, della situazione generale del minore
soprattutto relativamente alle seguenti aree:
2.
3.
4.
5.
- Storia personale
- Situazione sanitaria
- Situazione familiare e sociale
- Situazione scolastica
- Situazione legale
- Situazione psicologica
- Problemi attuali
- Risorse e progettualità
monitoraggio mensile andamento PEI a cura dell’équipe della comunità
monitoraggio e valutazione, ogni tre mesi circa, degli esiti dei singoli percorsi educativi con i
servizi territoriali invianti, al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi definiti nel PEI:
agli incontri di monitoraggio e di verifica partecipano tutte le persone coinvolte nel progetto
educativo (il garante di tale processo è il responsabile di struttura)
valutazione dei PEI, a cura dell’équipe educativa, al momento dell’inserimento dell’ospite nel
programma terapeutico e - successivamente - con cadenza quadrimestrale;
produzione di report mirati alle necessità informative dei servizi invianti.
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II Livello: valutazione del grado di efficacia e di efficienza dei servizi offerti percepito dai servizi
territoriali:
E’ prevista la somministrazione di una scheda di soddisfazione, da compilare a cura dei servizi
invianti. La scheda è finalizzata a valutare e a farci conoscere il grado di soddisfazione relativo al
nostro modo di lavorare percepito da parte degli operatori dei servizi invianti. Le schede di
soddisfazione vengono proposte annualmente; l’analisi dei dati contenuti nelle singole schede ci
consente di migliorare, strada facendo, la qualità del servizio offerto, individuando nuove strategie
di lavoro e rivedendo, laddove necessario, quelle già attive.
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2.11. L’ammontare della retta per la comunità educativa
La retta richiesta per la permanenza presso la nostra Comunità Educativa è di euro 99.
Ogni anno verrà applicato in automatico un aumento pari all’adeguamento ISTAT. Ulteriori
eventuali aumenti verranno invece comunicati dalla direzione amministrativa.
Le PRESTAZIONI E I COSTI ESCLUSI dalla retta sono:
-
spese dentistiche e odontoiatriche;
iscrizioni a corsi e a scuole professionali a pagamento;
psicoterapie individuali e familiari;
psicodiagnosi.
Per avere informazioni più dettagliate relativamente alle prestazioni incluse nel prezzo e
quelle escluse chiedere l’allegato specifico.
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3.
L’ALLOGGIO PER L’AUTONOMIA “LEO”
appartamento situato in località Doss de la Lumaga, Via Prov.le per San Marco nr 14
a 500 metri dal centro di Morbegno
attiguo alla comunità, ma totalmente autonomo e separato da essa
operante nell’arco delle 24 ore per 365 g/anno
capienza di 3 posti letto
rivolta a giovani ragazzi maschi dai 18 ai 21 anni
(con prosieguo amministrativo e con un’attività lavorativa almeno in parte già avviata)
Con questo servizio intendiamo mettere a disposizione dei ragazzi un luogo che faccia da “ponte”
tra la comunità educativa e la vita totalmente autonoma al di fuori di essa. Tale servizio, realizzato
in un piccolo appartamento attiguo alla comunità, ma totalmente separato da essa, può consentire ai
ragazzi di cominciare a sperimentare le inevitabili difficoltà che si incontrano quotidianamente
quando si comincia a vivere da soli e ad assumersi, gradualmente, le responsabilità di una vita
autonoma (dalla sveglia al mattino, alla spesa, alla gestione di un budget, etc.) senza però, per
questo, trovarsi in una situazione di rischio quale può essere quella di vivere completamente soli.
3. 1. I destinatari
œ ragazzi maschi dai 18 ai 21 anni con prosieguo amministrativo che, in genere, abbiano già
effettuato un percorso all’interno della nostra comunità educativa, anche se non si esclude a
priori la possibilità di inserimenti provenienti da altre situazioni;
œ giovani autori di reato con vincoli giuridici con prosieguo amministrativo.
3. 2. Gli obiettivi
-
aiutare i ragazzi a costruire le risorse e le competenze per potersi pensare realmente
autonomi
sperimentare l’autonomia gestionale (fare la spesa, cucinare, lavare, pulire, etc.)
sperimentare la gestione del tempo libero e del tempo impegnato
sperimentare la propria tenuta nel mondo del lavoro
appropriarsi degli strumenti per vivere nella società
verificare con il ragazzo le effettive competenze acquisite per una vita indipendente
3. 3. Le modalità di lavoro
Il lavoro nell’alloggio per l’autonomia è finalizzato a sostenere e incrementare l’autonomia e
l’attribuzione di responsabilità dei ragazzi.
L’operatore responsabile è un educatore con esperienza che lavora anche in comunità e che quindi
già conosce da tempo la gran parte dei ragazzi ospiti dell’alloggio per l’autonomia; con loro
stabilisce tempi e modalità di incontro di gruppo e individuali.
Gli incontri di gruppo sono finalizzati a verificare l’andamento complessivo dell’appartamento e a
dirimere, laddove presenti, dubbi, difficoltà, conflitti; gli incontri individuali sono invece finalizzati
al monitoraggio e alla verifica dei PEI e ad affrontare eventuali difficoltà e problemi.
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3. 4. Gli strumenti di intervento
La relazione educativa con l’educatore referente è finalizzata a sostenere l’autonomia e le
competenze dei ragazzi e a fornire loro una presenza stabile a cui rivolgersi, per esprimere i vissuti
personali rispetto a sé e al proprio percorso attuale e futuro.
Il progetto educativo individualizzato: all’interno del PEI vengono definiti
œ
œ
œ
œ
œ
obiettivi
tempi
attività e impegni
risorse e potenzialità
eventuali difficoltà che si potrebbero incontrare durante il percorso e strategie per
affrontarle
œ obblighi e responsabilità sia del ragazzo sia dell’operatore di riferimento dell’alloggio per
l’autonomia
œ tempi di monitoraggio e verifica tra il minore e l’educatore di riferimento: considerato che
il progetto è finalizzato all’autonomia, i momenti di verifica sono finalizzati a verificare la
tenuta globale del ragazzo in tutte le aree previste dal PEI;
œ incontri tra il ragazzo e gli operatori dei servizi territoriali: ogni tre mesi.
3. 5. L’équipe educativa dell’alloggio per l’autonomia
UN RESPONSABILE COORDINATORE PART TIME
Con le seguenti funzioni:
-
supervsionare i Progetti Educativi Individualizzati prodotti dall’educatore;
gestire l’appartamento per l’autonomia sul piano organizzativo;
valutare e decidere, in accordo con il coordinatore educativo, le ammissioni e le dimissioni di
ogni singolo ragazzo;
gestire i rapporti con i servizi territoriali coinvolgendo il ragazzo e l’educatore referente.
UN OPERATORE SOCIO-EDUCATIVO PART TIME
Con le seguenti funzioni:
-
verificare, in accordo con il ragazzo, l’andamento lavorativo con incontri mirati con i datori di
lavoro;
verificare lo stato complessivo dell’appartamento (lavori domestici, pulizia degli ambienti, etc.);
stendere con ogni ragazzo, in accordo con il servizio territoriale inviante, il progetto educativo
individualizzato;
tenere costantemente aggiornato, in accordo con il responsabile di struttura, i servizi territoriali
invianti e preparare le relazioni di aggiornamento (ogni tre mesi);
gestire con ogni ragazzo tutti gli ambiti della vita quotidiana (aspetti sanitari, legali, scolastici,
etc.) e del tempo libero;
monitorare, laddove necessario, l’andamento dei rientri a casa del ragazzo;
“controllare” e verificare, anche con visite a sorpresa, che tutto proceda per il meglio
nell’interesse dei ragazzi ospiti (viene per esempio severamente vietato di ospitare estranei
all’interno dell’alloggio, di usare sostanze psicoattive legali e non, etc.).
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3. 6. Le modalità di accesso e dimissioni: procedure
Inserimento
In accordo con i servizi territoriali l’inserimento nell’alloggio per l’autonomia può avvenire nei
seguenti modi:
œ passaggio dalla comunità minori all’alloggio per l’autonomia quando si riscontrano i
seguenti prerequisiti: età superiore ai 18 anni (sono possibili anticipazioni di qualche mese
per ragioni progettuali di sperimentazione delle autonomie), tenuta del PEI, attività
lavorativa almeno in parte avviata, capacità di assumersi responsabilità (verificata durante la
permanenza in comunità) relativamente alla gestione della propria persona, degli impegni
personali e di quelli professionali;
œ ingresso del ragazzo direttamente nell’alloggio per l’autonomia: può succedere che i servizi
territoriali chiedano, soprattutto per ragazzi che hanno ottenuto il prosieguo amministrativo,
di inserire il ragazzo direttamente all’interno dell’alloggio; in tal caso viene comunque
richiesta al ragazzo una permanenza di tre mesi in comunità, allo scopo di conoscerlo per
stendere con lui il PEI, dall’altra per tutelarlo, realizzando un inserimento graduale e
funzionale alle sue caratteristiche e a quelle degli altri ragazzi ospiti.
Dimissioni
Le dimissioni avvengono in accordo con i servizi territoriali quando il ragazzo, dopo un
periodo vissuto positivamente nell’alloggio per l’autonomia, esprime da una parte il desiderio e la
voglia di sperimentarsi in una vita totalmente autonoma e, dall’altra, possiede tutti i prerequisiti:
casa, lavoro, sostegno affettivo, amici esterni, etc.
Ai ragazzi viene inoltre proposto di fare, dopo l’uscita, per un periodo concordato, almeno un
colloquio settimanale in comunità con l’educatore di riferimento di verifica e monitoraggio; ci
sembra importante, infatti, offrire, al ragazzo l’opportunità di sapere che, se ha bisogno di qualcosa
o di conforto, gli operatori sono ancora presenti e inviargli un messaggio di presenza affettiva,
realmente interessata ai suoi successi e alle sue difficoltà.
Casi eccezionali le dimissioni possono essere anticipate, rispetto ai tempi stabiliti, quando il
ragazzo assume ripetutamente comportamenti tali da mettere a repentaglio l’incolumità propria e
altrui nonché il proprio progetto o quello degli altri. Tali comportamenti possono essere:
œ gesti antisociali gravi che mettono a repentaglio l’incolumità propria e/o altrui;
œ uso di sostanze psico-attive legali e non, protratto nel tempo.
In queste situazioni di profondo disagio il responsabile dell’alloggio per l’autonomia, autorizzato
dal coordinatore educativo del Gabbiano, dopo aver messo al corrente le autorità competenti, ha il
diritto di decidere le dimissioni.
3. 7. La valutazione
1.
monitoraggio mensile dell’andamento del PEI a cura del referente dell’alloggio per
l’autonomia;
2. monitoraggio e valutazione, ogni quattro mesi, degli esiti dei singoli percorsi educativi con i
servizi territoriali invianti, al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi definiti nel PEI:
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agli incontri di monitoraggio e verifica partecipano tutte le persona coinvolte nel progetto
educativo;
3. valutazione del PEI a cura del responsabile e dell’operatore referente all’inserimento del
giovane con cadenza quadrimestrale;
4. produzione di report mirati alle necessità informative dei servizi invianti.
E’ prevista la somministrazione di una scheda di soddisfazione da compilare a cura dei servizi
invianti. La scheda è finalizzata a valutare e a farci conoscere il grado di soddisfazione relativo al
nostro modo di lavorare percepito da parte degli operatori dei servizi invianti: le schede di
soddisfazione vengono proposte annualmente.
3. 8. L’ammontare della retta
La retta richiesta per la permanenza presso il nostro alloggio per l’autonomia è
di euro 74.
Ogni anno verrà applicato in automatico un aumento pari all’adeguamento ISTAT. Ulteriori
possibili aumenti verranno invece comunicati dalla direzione amministrativa.
Le PRESTAZIONI E I COSTI ESCLUSI dalla retta sono:
-
spese dentistiche e odontoiatriche;
iscrizioni a corsi e a scuole professionali a pagamento;
psicoterapie individuali e familiari;
psicodiagnosi.
Per avere informazioni più dettagliate relativamente alle prestazioni incluse nel prezzo e
quelle escluse chiedere l’allegato specifico.
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4.
IL RAPPORTO CON LE FAMIGLIE E/O CON LE PERSONE
SIGNIFICATIVE NEI SERVIZI MINORI DEL GABBIANO
Molti ragazzi vengono inseriti in comunità perché hanno una famiglia ritenuta non idonea,
spesso solo temporaneamente, ad assumere il carico educativo e formativo del ragazzo.
La comunità è investita dai servizi territoriali e dal Tribunale per i Minorenni di compiti educativi in
parte temporaneamente sostitutivi della famiglia di origine. Sostenere però i ragazzi nel loro
percorso di crescita, per noi significa anche e soprattutto aiutarli a comprendere e a dare un
significato all’allontanamento da casa senza colpevolizzare la famiglia ma, anzi, cercando insieme
ai ragazzi di metterne in luce gli aspetti positivi (laddove possibile) e provando a recuperare
gradualmente quelle risorse residue presenti nella famiglia e nel contesto allargato.
Proprio per questo motivo fin dall’inizio dell’inserimento in comunità gli educatori terranno in
grande considerazione la situazione familiare del minore in accordo con i servizi territoriali e,
rispettando i possibili vincoli normativi (visite regolamentate dal Tribunale dei Minorenni),
cercheranno (laddove è possibile) di non interrompere i contatti con la famiglia. Questo obiettivo
viene realizzato inizialmente all’interno della comunità, ove è possibile accompagnare entrambe le
parti nella gestione e nel miglioramento dei rapporti. In fasi più avanzate, può essere offerta al
minore la possibilità di gestire sempre più autonomamente la relazione familiare anche all’esterno,
attraverso rientri a casa o uscite di qualche ora con i familiari. Tutte le decisioni e gli eventuali
cambiamenti sono sempre concordati con i diretti interessati, l’équipe educativa e i servizi
territoriali.
Durante tutto il percorso in comunità, gli operatori avranno il compito di svolgere la funzione di
tutoring, verificando gli stati emotivi, i dubbi e le difficoltà dei giovani ospiti, e proveranno con loro
modalità che siano le meno dolorose e le più funzionali possibili all’evoluzione dei ragazzi.
L’équipe della comunità minori è inoltre disponibile a effettuare, sempre previo accordo con
i servizi territoriali, incontri con i familiari finalizzati al sostegno, al monitoraggio e alla verifica
della relazione in corso con il minore.
Per quanto riguarda l’alloggio per l’autonomia, saranno tenuti in gran conto i rapporti in atto con le
famiglie d’origine e con le persone significative esterne alla comunità, laddove possibile. A seguito
del desiderio espresso dai ragazzi all’interno del progetto educativo saranno promosse, in accordo
con i servizi territoriali di riferimento, le attività di tutoring e di monitoraggio necessarie a un
avvicinamento/riconciliazione con la famiglia d’origine, nell’ottica di sviluppare con essa un
rapporto costruttivo e orientato alla crescita e allo sviluppo dell’autonomia dei ragazzi.
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5.
I RAPPORTI CON I SERVIZI TERRITORIALI: TEMPI E
COINVOLGIMENTO DI QUESTI SERVIZI CON I SERVIZI MINORI DEL
GABBIANO
E’ nostra prassi operativa corrente quella di lavorare in stretta collaborazione con i servizi
territoriali invianti.
L’idea è quella che solo collaborando insieme con tutte le agenzie e le persone significative
coinvolte nel progetto educativo del minore è possibile aiutarlo nella crescita tenendo sempre in
mente il suo interesse e benessere complessivo.
Il nostro obiettivo è quello di stabilire con i servizi territoriali rapporti di collaborazione basati sulla
fiducia e sul confronto reciproco, così da poter condividere informazioni, strumenti e osservazioni
finalizzate a una presa in carico complessiva del minore. In tale ottica, ci sembra inevitabile definire
a grandi linee quelli che, a nostro parere, possono essere i reciproci impegni.
PER LA COMUNITA’ EDUCATIVA
SERVIZI TERRITORIALI
Prima dell’inserimento del minore:
-
-
effettuare uno o più incontri finalizzati all’acquisizione da parte della comunità di tutte le
informazioni necessarie per l’ingresso del minore in comunità e per la successiva stesura del
PEI;
inviare la documentazione necessaria e richiesta dalla comunità: decreto del Tribunale dei
Minorenni, relazione psico-sociale, calendario incontri del minore.
Durante la permanenza in comunità:
-
effettuare incontri di monitoraggio e valutazione ogni tre mesi con gli operatori della
comunità finalizzati alla valutazione dell’andamento complessivo del PEI.
COMUNITA’ EDUCATIVA
Durante la permanenza del minore:
-
inviare almeno ogni sei mesi una relazione educativa di aggiornamento sull’andamento del
progetto educativo;
informare tempestivamente telefonicamente e per iscritto i servizi qualora si presentassero
momenti critici o variazioni non previste del PEI;
offrire a pagamento, laddove richiesto dai servizi territoriali, alcuni interventi specialistici:
psicoterapia individuale, psicoterapia della famiglia, valutazioni diagnostiche e visite
psichiatriche.
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PER L’ALLOGGIO PER L’AUTONOMIA
SERVIZI TERRITORIALI
-
-
Se il ragazzo è gia inserito presso la comunità minori “Gae”, sarà richiesto un incontro per
formalizzare il passaggio all’alloggio per l’autonomia e per redigere tutti insieme il nuovo
PEI o rivalutare quello esistente;
se il ragazzo proviene dall’esterno, saranno richiesti uno o più incontri finalizzati
all’acquisizione da parte della struttura di tutte le informazioni necessarie per l’ingresso del
giovane e per la successiva stesura del PEI; sarà inoltre richiesta la documentazione
necessaria per effettuare l’inserimento.
ALLOGGIO PER L’AUTONOMIA
Durante la permanenza del ragazzo:
-
inviare almeno ogni sei mesi una relazione educativa di aggiornamento sull’andamento del
progetto educativo;
informare tempestivamente telefonicamente e per iscritto i servizi qualora si presentassero
momenti critici o variazioni non previste del PEI.
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Comunità educativa minori ed agli Alloggi per l’autonomia - Aggiornamento genn 13 – Rev. 2.7
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6.
LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI
La comunità educativa e l’alloggio per l’autonomia si avvalgono di operatori formati per
fornire un servizio di qualità. Oltre ai corsi di studi già frequentati, essi riceveranno una formazione
specifica fornita dall’Associazione stessa. Ogni anno, infatti, il settore formazione del Gabbiano
elabora un piano formativo, all’interno del quale, sulla base dei bisogni rilevati dagli operatori, sono
attivati corsi di formazione specifici e ad hoc. E’ inoltre importante sottolineare che gli educatori
della Comunità educativa per minori e dell’Alloggio per l’Autonomia saranno invitati a frequentare
laddove lo si riterrà utile e necessario alcuni degli altri corsi di formazione attivati
dall’Associazione (per i contenuti specifici è disponibile il piano formativi annuale)
Saranno inoltre valutate attentamente tutte le iniziative formative sul tema dei minori offerte sia
a livello regionale che nazionale.
Il legale Rappresentante
Pieve Fissiraga, lì 22 gennaio 2013
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ALLEGATO N. 1
INFORMAZIONI UTILI
Direttore Educativo Associazione Comunità il Gabbiano: Don Ottavio Cantarello
Coordinatore Educativo Associazione Comunità il Gabbiano: dott. Francesco Bellosi
Ufficio amministrativo (SO):
Responsabile: Daniele Redondi
Tel. 0342-200844
Fax. 0342-216702
E-mail: [email protected]
Uffici sociali
E’ il punto di riferimento per le segnalazioni e i contatti con l’esterno
Assistente Sociale: Cristina Copes
Tel. 0341- 930074
Fax 0341- 930774
E-mail: [email protected]
* Per tutte le informazioni relative alla comunità minori si può contattare:
La responsabile della Comunità o l’Assistente Sociale Cristina Copes
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ALLEGATO N. 2
PRESTAZIONI EROGATE NEI SERVIZI
DENTRO E FUORI RETTA
INTERVENTI
PRESA IN
CARICO
E ACCOGLIENZA
PRESTAZIONI EROGATE
COMUNITA’
EDUCATIVA “GAE”
SERVIZIO PER
L’AUTONOMIA “LEO”
Compresa
nella retta
Compresa
nella retta
Esclusa dalla
retta
Colloqui di inserimento e
valutazione
X
X
Raccolta dati personali
X
X
Cure mediche generiche
X
X
Esclusa dalla
retta
AREA SANITARIA
X
Cure mediche dentistiche
AREA
EDUCATIVA
Farmaci generici
X
X
Stesura, monitoraggio e
valutazione del PEI
X
X
Colloqui educativi
X
X
Incontri di gruppo
X
X
Colloqui con i familiari
X
X
X
X
X
X
Contatti con i Servizi
Territoriali
Colloqui di conoscenza e
valutazione psicologica
(3 o 4 colloqui iniziali)
X
Valutazione psico-diagnostica
AREA
PSICOLOGICA
X
Colloqui psicologici di sostegno
(laddove necessari e concordati
con i Servizi Territoriali)
X
X
X
Psicoterapia individuale
X
X
Colloqui psicologici con i
familiari
X
X
Recupero anni scolastici
X
X
AREA
SCOLASTICA
Corsi professionali a pagamento
X
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X
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INTERVENTI
AREA
LAVORATIVA
PRESTAZIONI EROGATE
COMUNITA’
EDUCATIVA “GAE”
SERVIZIO PER
L’AUTONOMIA “LEO”
Compresa
nella retta
Compresa
nella retta
Esclusa dalla
retta
Materiale scolastico scuola (libri
etc.)
X
X
Tutoring e accompagnamento al
reinserimento lavorativo
X
X
X
X
Esclusa dalla
retta
Monitoraggio attività lavorative
Accompagnamento presso i
servizi di competenza
X
X
Monitoraggio situazione
giuridica
X
X
Attività del tempo libero
X
X
Organizzazione di attività
ricreative: la programmazione
delle attività settimanali prevede X
serate ricreative, visione di film,
etc.
X
Attività di mediazione culturale
(laddove necessaria)
X
AREA GIURIDICA
AREA
CULTURALE,
SOCIALE
ATTIVITA’
SPORTIVE
MEDIAZIONE
CULTURALE
X
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ALLEGATO N. 3
QUESTIONARIO
PER LA RILEVAZIONE DEL GRADO DI SODDISFAZIONE DEI SERVIZI INVIANTI
Segni gentilmente con una “X” il quadratino corrispondente alla risposta prescelta
RISPETTO ALLA SUA ESPERIENZA CHE COSA PENSA RIGUARDO A:
La qualità e la celerità delle informazioni ricevute sulla comunità e sui servizi offerti
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
La qualità e la celerità delle comunicazioni in atto durante tutto il periodo di inserimento del ragazzo
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
La personalizzazione del P.E.I.
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
L’attenzione e la competenza degli operatori
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
La pulizia e l’igiene degli ambienti
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
La qualità dei servizi offerti fuori retta laddove utilizzati
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
Eventuali note o questioni da segnalare:
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
Grazie della collaborazione
Data ________________
Operatore_____________________________
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ALLEGATO N. 4
QUESTIONARIO
PER LA RILEVAZIONE DEL GRADO DI SODDISFAZIONE DEGLI OSPITI
Il questionario che ti proponiamo è anonimo.
Ci serve esclusivamente per sapere come ti trovi nella nostra Comunità Educativa e/o nell’Alloggio per
l’Autonomia.
Segna qui di seguito con una “X” il quadratino corrispondente alla risposta prescelta
COSA PENSI RIGUARDO A:
1. Il modo in cui sei stato accolto al tuo arrivo in comunità
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
2. Le informazioni che hai ricevute all’arrivo, sul funzionamento della comunità
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
3. La relazione che hai instaurato, in generale, con gli operatori della comunità
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
4. Il rapporto che hai instaurato con i tuoi compagni di camera
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
5. Il rapporto che hai instaurato con il gruppo dei ragazzi della comunità
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
6. La pulizia e l’igiene degli ambienti
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
7. La qualità e la varietà dei pasti
Molto soddisfatto
Soddisfatto
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Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
8. Gli orari e l’organizzazione della giornata
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
11. La costruzione del tuo progetto educativo
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
12. Le proposte offerte, in generale, dalla comunità (laboratori, attività del tempo libero, etc.)
Molto soddisfatto
Soddisfatto
Un po’ insoddisfatto
Molto insoddisfatto
Se hai altro da segnalare:
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_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________
Grazie della collaborazione
Data ________________
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ALLEGATO N. 5
SCHEDA
PER LA RILEVAZIONE LAMENTELE/APPREZZAMENTI
Se vuoi contribuire a migliorare il nostro servizio, utilizza questo modulo per segnalare lamentele,
apprezzamenti o suggerimenti.
Così facendo ci aiuterai a riconoscere e risolvere eventuali problemi
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Data……………..
Firma………………………
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