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Istituto Statale Istruzione Superiore
“L. Calabrese - P. Levi”
Liceo
Istituto
Tecnico
Liceo Scientifico · Liceo Scienze Applicate
Liceo Scienze Sociali · Liceo Scienze Umane
Liceo Linguistico
Istituto Tecnico per Ragionieri e Geometri
Settore economico: Amministrazione, Finanza e Marketing
Settore tecnologico: Costruzioni, Ambiente e Territorio
Sede centrale: 37029 San Pietro in Cariano (VR) Via Mara, 6 tel. 045/7702648 - fax 045/7704339
Sede staccata: 37020 San Floriano di S. Pietro in Cariano (VR) Via O. Speri, 8 tel. 045/6800761- fax 045/6834749
www.calabreselevi.it
posta certificata: [email protected]
e-mail: [email protected]
Esame di stato conclusivo del corso di studi
ALLEGATO
DEL
DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE
CLASSE 5FL
INDIRIZZO: LICEO DELLE SCIENZE SOCIALI
SEDE DI SAN PIETRO IN CARIANO
ANNO SCOLASTICO 2013/2014
INDICE
Testo della simulazione della prima prova d’esame (28 aprile 2014)
Pag. 3
Testo della simulazione della seconda prova d’esame (29 aprile 2014)
Pag. 13
Testo della prima simulazione di terza prova d’esame (19 febbraio 2014)
Pag. 15
Testo della seconda simulazione di terza prova d’esame (5 maggio 2014)
Pag. 16
2
I.S.I.S. "L. Calabrese-P. Levi" S. Pietro in Cariano
SIMULAZIONE I PROVA CLASSI
TEMA DI ITALIANO
Anno scolastico 2013-2014
S. Pietro in Cariano, 28 aprile 2014
TIPOLOGIA A: ANALISI DEL TESTO
Italo Svevo, Prefazione, da La coscienza di Zeno, 1923
Edizione: I. Svevo, Romanzi. Parte seconda, Milano 1969, p. 599.
Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere. Chi di psicoanalisi s’intende, sa dove piazzare l’antipatia che il paziente mi dedica.
Di psico-analisi non parlerò perché qui entro se ne parla già a sufficienza. Debbo scusarmi di aver
indotto il mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di psico-analisi arricceranno il
naso a tanta novità. Ma egli era vecchio ed io sperai che in tale rievocazione il suo passato si
rinverdisse, che l’autobiografia fosse un buon preludio alla psico-analisi. Oggi ancora la mia idea
mi pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che sarebbero stati maggiori se il malato sul
più
bello non si fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga paziente analisi di queste
memorie.
Le pubblico per vendetta e spero gli dispiaccia. Sappia però ch’io sono pronto di dividere con lui i
lauti onorarii che ricaverò da questa pubblicazione a patto egli riprenda la cura. Sembrava tanto
curioso di se stesso! Se sapesse quante sorprese potrebbero risultargli dal commento delle tante
verità
e
bugie
ch’egli
ha
qui
accumulate!…
Dottor S.
Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz (Trieste, 1861 – Motta di Livenza, Treviso, 1928),
fece studi commerciali e si impiegò presto in una banca. Nel 1892 pubblicò il suo primo romanzo,
Una vita. Risale al 1898 la pubblicazione del secondo romanzo, Senilità. Nel 1899 Svevo entrò
nella azienda del suocero. Nel 1923 pubblicò il romanzo La coscienza di Zeno. Uscirono postumi
altri scritti (racconti, commedie, scritti autobiografici, ecc.). Svevo si formò sui classici delle
letterature europee. Aperto al pensiero filosofico e scientifico, utilizzò la conoscenza delle teorie
freudiane nella elaborazione del suo terzo romanzo.
1. Comprensione del testo
Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci righe.
2. Analisi del testo
2.1 Quali personaggi entrano in gioco in questo testo? E con quali ruoli?
2.2 Quali informazioni circa il paziente si desumono dal testo?
2.3 Quale immagine si ricava del Dottor S.?
2.4 Il Dottor S. ha indotto il paziente a scrivere la sua autobiografia. Perché?
2.5 Rifletti sulle diverse denominazioni del romanzo: “novella” (r. 1), “autobiografia” (r. 4),
“memorie” (r. 9).
2.6 Esponi le tue osservazioni in un commento personale di sufficiente ampiezza.
3. Interpretazione complessiva ed approfondimenti
Proponi una tua interpretazione complessiva del brano e approfondiscila con opportuni
collegamenti al romanzo nella sua interezza o ad altri testi di Svevo. In alternativa, prendendo
spunto dal testo proposto, delinea alcuni aspetti dei rapporti tra letteratura e psicoanalisi, facendo
riferimento ad opere che hai letto e studiato.
3
TIPOLOGIA B: SAGGIO BREVE O ARTICOLO DI GIORNALE
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale»,
utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.
Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti
alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi,
suddividilo in paragrafi.
Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul
quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato.
Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO
ARGOMENTO:
Il paesaggio e la rappresentazione dello spazio naturale divengono manifestazioni della
dimensione interiore del'artista.
DOCUMENTI
G. Leopardi, L'infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
G. Pascoli, Novembre
Gémmea l’aria, il sole così chiaro
Che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore.
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
Di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E’ l’estate,
fredda, dei morti.
“L’ospizio sorge in campagna, in un luogo amenissimo. Io esco ogni mattina, all’alba,
perché ora voglio serbare lo spirito così, fresco d’alba, con tutte le cose come appena si
scoprono, che sanno ancora del crudo della notte, prima che il sole ne secchi il respiro
umido e le abbagli. Quelle nubi d’acqua là pese plumbee ammassate sui monti lividi, che
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fanno parere più larga e chiara, nella grana d’ombra ancora notturna, quella verde plaga di
cielo. E qua questi fi li d’erba, teneri d’acqua anch’essi, freschezza viva delle prode. E
quell’asinello rimasto al sereno tutta la notte, che ora guarda con occhi appannati e sbruff a
in questo silenzio che gli è tanto vicino e a mano a mano pare gli s’allontani cominciando,
ma senza stupore, a schiarirglisi attorno, con la luce che dilaga appena sulle campagne
deserte e attonite. E queste carraje qua, tra siepi nere e muricce screpolate, che su lo strazio
dei loro solchi ancora stanno e non vanno. E l’aria è nuova. E tutto, attimo per attimo, è
com’è, che s’avviva per apparire. Volto subito gli occhi per non vedere più nulla fermarsi
nella sua apparenza e morire. Così soltanto io posso vivere, ormai. Rinascere attimo per
attimo. Impedire che il pensiero si metta in me di nuovo a lavorare, e dentro mi rifaccia il
vuoto delle vane costruzioni.
La città è lontana. Me ne giunge, a volte, nella calma del vespro, il suono delle campane. Ma
ora quelle campane le odo non più dentro di me, ma fuori, per sé sonare, che forse ne
fremono di gioia nella loro cavità ronzante, in un bel cielo azzurro pieno di sole caldo tra lo
stridio delle rondini o nel vento nuvoloso, pesanti e così alte sui campanili aerei. Pensare
alla morte, pregare. C’è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l’ho più questo bisogno; perché muojo ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza
ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori”.
L. Pirandello, Uno, nessuno e centomila
P. Gauguin, Tahitian landscape
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V. Van Gogh, Il seminatore
AMBITO SOCIO - ECONOMICO
ARGOMENTO:
ARGOMENTO: L'infanzia tra sfruttamento, abbandono e tutela: uno sguardo al passato e al
presente
DOCUMENTI
“Una volta si doveva esplorare un passaggio che doveva comunicare col pozzo grande a sinistra,
verso la valle, e se la cosa andava bene, si sarebbe risparmiata una buona metà di mano d'opera nel
cavar fuori la rena. Ma a ogni modo, però, c'era il pericolo di smarrirsi e di non tornare mai più.
Sicché nessun padre di famiglia voleva avventurarcisi, né avrebbe permesso che si arrischiasse il
sangue
suo,
per
tutto
l'oro
del
mondo.
Malpelo, invece, non aveva nemmeno chi si prendesse tutto l'oro del mondo per la sua pelle, se pure
la sua pelle valeva tanto: sicché pensarono a lui. Allora, nel partire, si risovvenne del minatore, il
quale si era smarrito, da anni ed anni, e cammina e cammina ancora al buio, gridando aiuto, senza
che nessuno possa udirlo. Ma non disse nulla. Del resto a che sarebbe giovato? Prese gli arnesi di
suo padre, il piccone, la zappa, la lanterna, il sacco col pane, il fiasco del vino, e se ne andò: né più
si
seppe
nulla
di
lui.
Così si persero persin le ossa di Malpelo, e i ragazzi della cava abbassano la voce quando parlano di
lui nel sotterraneo, ché hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli occhiacci
grigi."
G.VERGA, Rosso Malpelo, in Vita dei campi, 1880
"I carusi sono generalmente ragazzi dagli otto ai quindici anni o diciott'anni, che trasportano a
spalla il minerale dello zolfo dalle profonde gallerie alla superficie, arrampicandosi su per gli
strettissimi pozzi. I picconieri, cioè gli uomini che coi picconi staccano il minerale nelle gallerie, si
procurano uno o più carusi mediante un'anticipazione ai genitori dei ragazzi di una somma che varia
dalle 100 alle 150 lire in farina o frumento. Preso così come una bestia da soma, il caruso appartiene
al picconiere come un vero schiavo: non può essere libero finché non ha restituito la somma
predetta e siccome non guadagna che pochi centesimi la sua schiavitù dura per molti anni."
A. ROSSI, in "La Tribuna", 1893
"Una volta, negli anni del secondo dopoguerra, ... erano italiani: gli sciuscià, i bambini delle
macerie,
scampati
alla
furia
dei
bombardamenti.
Adesso si chiamano Alì, Mohamed, Marian, lonel, Michel, Martin, Soarez, Alexa. I nomi e le
nazionalità sono cambiati, ma la sostanza è rimasta la stessa. La legge li definisce "minori non
accompagnati". Provengono dall'Afghanistan, dalla Romania, dall'Etiopia, dalla Nigeria,
dall'Albania, dal Marocco, dalla Moldavia. Sono arabi, slavi, creoli, meticci, azari, bianchi e neri.
Biondi e bruni. Parlano idiomi sconosciuti. Hanno sedici, diciassett'anni. 1 traguardi da tagliare
diventano altri: imparare la lingua italiana, trovare una sistemazione professionale ... Dopo tutte le
esperienze che hanno avuto, laceranti, profonde, indicibili, i minori stranieri assomigliano piuttosto
a quegli uccelli di passo che, se torneranno nei lidi da cui partirono, lo faranno soltanto alla fine del
giro, lungo o breve che sia."
E. AFFINATI, Città dei Ragazzi, lo spettro della chiusura, "Il Corriere della Sera", 11/11/2005
"Lo sfruttamento del lavoro minorile ha serie conseguenze non solo sulla salute e sullo sviluppo dei
bambini, ma anche effetti psicologici che ne possono segnare tutta la vita. La vulnerabilità dei
bambini li pone a rischio di incidenti e di malattie professionali più di un adulto che faccia lo stesso
lavoro. I minori che lavorano possono essere esposti a prodotti nocivi (es. pesticidi e diserbanti in
agricoltura); difficilmente i bambini hanno sufficienti conoscenze per maneggiare sostanze
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pericolose né sufficiente potere contrattuale per rifiutare determinate attività. Da un'indagine
condotta negli USA nel 1990, risultava che minori messicani avevano lavorato nei campi, appena
irrorati di pesticidi, in alcune aziende nello stato di New York. I bambini costretti a lunghe ore di
lavoro ripetitivo hanno cali di attenzione che aumentano il rischio di incidenti."
da Amnesty International, Rapporto 2000
"Secondo l'organizzazione internazionale Unicef sono 250 mila i ragazzini coinvolti nelle guerre in
corso nel pianeta. Dire bambini-soldato non significa però solo bambini in armi. L'Unicef non si
stanca di ripeterlo: il reclutamento e lo sfruttamento di minorenni a fini militari dev'essere inteso in
senso molto più ampio. Sono maschi e femmine, a volte hanno appena sette anni. Oltre che come
combattenti, sono utilizzati come spie, portatori, cuochi, infermieri, staffette. Per gli eserciti,
regolari o no, avere dei bambini fra gli ausiliari consente di avere più adulti da inviare al fronte.
Attualmente, almeno dodici paesi sarebbero toccati dal flagello: Colombia, Burundi, Costa
d'Avorio, Uganda, Repubblica democratica del Congo, Somalia, Sudan, Ciad, Birmania, Nepal,
Filippine, Sri Lanka."
G. MARTINETTI, Un patto contro i bambini soldato, "La Repubblica", 5/2/2007
"È stato attivato un servizio per aiutare mamme in difficoltà: accanto all'ospedale è stata allestita
una stanza accogliente. Al centro c'è una culla termica, evoluzione della ruota degli esposti,
collegata a sensori e telecamere. Appena un bimbo viene adagiato nel lettino scatta l'allarme. E i
neonatologi del pronto soccorso in una manciata di secondi riescono ad assisterlo...
Il cinema italiano ha sempre dimostrato una certa passione per il bambino lasciato in quella ruota
detta degli Innocenti. Così gli orfanelli compaiono ne "I soliti ignoti"1959, in "Marcellino Pane e
vino" girato nel 1955 da Luigi Comencini ... E dello stesso tema parla "L'albero degli zoccoli" di
Ermanno Olmi del 1978."
F. DI FRISCHIA in La ruota salva-bambini in tutti gli ospedali, "Corriere della sera", 26/2/2007
"La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro,
il diritto alla parità di retribuzione."
La Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 37
"Gli Stati adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato
contro ogni forma di discriminazione o di sanzione motivate dalla condizione sociale, dalle attività,
opinioni professate o convinzioni dei suoi genitori, dei suoi rappresentanti legali o dei suoi
familiari."
Da Convenzione sui Diritti del Fanciullo, New York, 20 novembre 1989
AMBITO TECNICO-SCIENTIFICO
ARGOMENTO: Il robot sempre più
problemi etici.
simile agli uomini: sviluppo della ricerca e
Ii cyber-prof il robot dal cervello sempre più umano
Un po' di neuroni,un altro po' di silicio e il gioco è fatto. Soprattutto se a decidere le porzioni e a
gestire la particolarissima miscela è uno scienziato come Kevin Warwick, il cyber-prof in carne,
ossa e, per l'appunto, silicio. Stimatissimo professore di cibernetica alla Reading University,
Warwick è noto per essere ormai da quasi vent'anni «cavia» dei suoi stessi esperimenti di
ibridazione tra il corpo umano e le tecnologie informatiche. Grazie a chip impiantati sottopelle ha
comunicato con il proprio computer, ha navigato in rete e ha persino scambiato «sensazioni», con
sua moglie mentre lei era a Londra e lui alla Columbia University di New York. Ma ora il cyberprof è pronto a una sfida ancora più fantascientifica, quella di collegare a una macchina del
tessuto cerebrale umano e sviluppare così un cervello sintetico, per meta umano e per meta
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elettronico. Warwick, coadiuvato in questo progetto da Ben Whalley, suo collega di farmaceutica
alla Reading, ha di recente avviato una coltura di neuroni umani da connettere, una volta
soddisfatti determinati parametri, a on meccanismo robotico. Quando la connessione avrà luogo
si tratterà a tutti gli effetti del primo robot ad avere un cervello «materialmente», umano.
Da Futuroremoto.it
Chirurgia: il robot è bravo come l'uomo
Usare un robot per guidare una telecamera nelle operazioni per la rimozione della cistifellea e
altrettanto sicuro che lavorare col metodo classico, interamente affidato alla mano e all'occhio
umani, secondo un team di ricerca britannico. Il loro studio conferma che oggi usare robot in
chirurgia è una procedura molto efficace e senza rischi. Ovviamente i robot non sono in grado di
sostituire completamente l'uomo ma possono effettuare una vasta gamma di operazioni, tra cui
assistere chirurgo come una vera infermiera. In questo modo il medico non deve aspettare che si
liberi un assistente in carne ed ossa e può effettuare interventi d'urgenza senza perdere tempo,
scrivono Kurinchi Gurusamy del Royal Free Hospital di Londra e i colleghi sulla rivista
«Cochrane Review».
Da Paginemediche.it
Robotica ed etica
Il futuro è esploso nel presente. Una stima riporta che nei prossimi anni i robot che saranno
impiegati in ambito domestico e in quello industriale saranno oltre sette milioni; la creazione di
robot antropomorfi capaci di operare in assenza di supervisione umana in ambienti, come le case,
ancora completamente. in mano agli uomini, ha prodotto riflessioni sia in ambito scientifico, sia in
quello filosofico e etico, in una società come quella occidentale che vive in modo più conflittuale
il suo rapporto con la robotica a differenza, per esempio, di quella orientale (Giappone). [...] La
robotica è una grande opportunità per lo sviluppo della società; i robot possono aiutarci a
realizzarci in quanto persone ovvero un uso delle macchine in attività per noi faticose o pericolose
può darci l'opportunità di occuparci di cose in un certo senso più elevate. Un'etica delle macchine
serve quindi anche per discernere tra la creazione di robot utili e robot inutili, cioè la costruzione
di robot che abbiano veramente uno scopo nella nostra società.
II problema etico si presenta anche per quanto riguarda l'uso dei robot come strumenti di guerra;
unità robotiche sono già state utilizzate come complemento delle truppe americane in Iraq; il
professor Ronald Arkin, direttore del Mobile Robot Laboratory del Georgia Institute of
Technology di Atlanta sostiene che lo sviluppo delle unità robotiche soldato non porti nuovi
problemi ma possa risolverne di vecchi in grado di rispondere ad emergenze di ordine pubblico in
modo migliore rispetto ad esseri umani sottoposti ad un forte stress. […] Più vicino alla nostra
quotidianità, la robotica può divenire uno straordinario strumento didattico: il governo sud coreano, nel 2006, farà apparire, nelle classi di 64 istituti pubblici e privati, qualificati insegnanti
robot di inglese; attraverso un dispositivo di sintesi vocale gli insegnanti-robot potranno
correggere la pronuncia degli allievi. È inutile discutere: il futuro e già qui.
Da tecknos.it
Un'etica per i robot
La prima pubblicità del robot antropomorfo «Asimo» della Honda apparve su Wired nel luglio
2002. Non suscitò un grande scalpore. Quel messaggio: «We are building a dream, one robot at a
time» annunciava un futuro entusiasmante. Foto o di famiglia, due adulti, una ragazza, un ragazzo,
un cane e... Asimo! Venivano sottolineate le possibili applicazioni sociali del robot: «assistere gli
anziani e tutte le persone in stato di necessità». Si descriveva una macchina in grado di riconoscere
il nostro viso e i nostri comandi vocali, muoversi, salire e scendere le scale, spostare una sedia a
rotelle. Eppure un aspetto veniva ignorato:: quello emotivo, relazionale. Un punto cruciale per la
futura convivenza con i robot. Siamo proprio sicuri che la quotidianità con una macchina
antropomorfa, con un androide, possa essere scritta solo in termini di funzioni e comandi che è in
grado eseguire? Per i bambini vivere con un robot di questo tipo (Asimo è basso) mente attiverà
relazioni a livelli superiori; non verrà considerato un semplice «servitore», diventerà il compagno
di giochi, l'amico di tutti i giorni. Per gli adulti, invece, ci saranno i sex-bot, androidi per «uomini
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soli», versione moderna del mito greco di Pigmalione. Almeno la statua, grazie a Venere, divenne
viva. I maschi umani rischiano di restare ancora più soli. Come in uno specchio, ci troveremo di
fronte ai nostri limiti: saremo in grado di accettarli, di relazionarci emotivamente con loro? Altra
questione è quella dei robot-guerrieri. Siamo passati dalle armi controllate a distanza a quelle autonome, in grado di eseguire operazioni programmate, per arrivare alle armi autonome dotate di
sensori che rispondono agli stimoli ambientali (per esempio la visione). Gli investimenti militari in
questo settore sono enormi (e i militari impongono ai ricercatori di secretare i risultati, altro che
«open science». A scala nanometrica abbiamo i «nanobot» che, muovendosi all'interno del corpo
umano, possono dirigere con estrema precisione i farmaci verso le bersaglio. Il dilemma che si
pone è: come potremo evitare l'effetto vaso di Pandora? Queste macchine dovranno affrontare
situazioni impreviste, fare delle scelte, non solo eseguire compiti programmati e ripetitivi. Avranno
quindi bisogno di criteri di valutazione tra giusto e sbagliato, insomma di un'etica «embedded»,
incorporata nel loro software. Ma se la macchina «apprende» dall'esperienza in modo nonsupervisionato, quali saranno i confini tra l'etica «embedded» in fase di costruzione e quella
appresa «vivendo»? È cruciale definire i termini di responsabilità tra progettisti, aziende
produttrici, utilizzatori, stabilire dove finisce l'apprendimento e si entra invece nel dominio della
coscienza e delle emozioni. Diventa necessario riflettere sui principi essenziali sui quali fondare la
robo-etica del futuro. Qui abbiamo un primato italiano: se oggi nel mondo si parla di roboetica, lo
dobbiamo agli studiosi della scuola di robotica del Cnr di Genova. Ci sono dei punti fermi iii
questa ricerca: bisogna spostare focus dall'etica dei robot all'etica di chili progetta e definire dei
limiti (non costruire robot-guerrieri o ibridi uomo-macchina senza uno scopo preciso, per esempio). È arrivato il momento di promuovere una ricerca responsabile, una scienza con un'attenzione
umanistica. Soprattutto nei confronti delle generazioni future.
Norberto Patrignani, 19/05/2009, da wired.it
Tipologia B. AMBITO STORICO-POLITICO
ARGOMENTO: La tecnologia al servizio degli eserciti nel corso della Grande guerra.
DOCUMENTI
"Il problema cruciale per entrambi gli schieramenti (Francia e Gran Bretagna da un lato e Germania
dall'altro) era quello di uscire dalla situazione di stallo sul fronte occidentale, perché senza la
vittoria ad Ovest nessuno poteva dire di aver vinto la guerra.
Entrambi I contendenti cercarono di sbloccare lo stallo grazie alle novità della tecnologia bellica. I
tedeschi, che erano sempre stati =Ito forti nel campo dell'industria chimica, sparsero gas venefico
sulle trincee e sui campi di battaglia, ma l'uso di quest'arma si dimostrò tanto atroce quanto
inefficace e determinò l'unico autentico caso di reazione umanitaria da parte del governi europei
contro i modelli di conduzione della guerra.
L'unica arma tecnologica che ebbe un effetto di rilievo sulla conduzione della guerra fu
sottomarino, impiegato da ambo le parti, utile non tanto per sconfiggere le forze militari
quanto ad affamare le popolazioni civili".
E.J. Hobsbawn, Secolo breve, RCS Libri, Milano 2000
Vecchie e nuove tecnologie militari
A volerle riassumere nel modo pia stringente: la fanteria, la mitragliatrice, la trincea. Un'imponente
documentazione ci assicura che sono questi I fattori dominanti di quella guerra, sia dal punto di
vista delle tecniche militari propriamente dette, sia da quello dell'impatto sulle sensibilità e del
modo di vivere quella sanguinosa esperienza.
E la fanteria - la lenta, pesante, poco coreografica fanteria - a dimostrarsi l'arma decisiva.
L'aviazione colpisce certo la fantasia del civili, fa bella mostra di se nei cartelloni di propaganda,
lusinga contemporaneamente le ansie del modernisti e le nostalgia del tradizionalisti: i piloti infatti
possono apparire come i nuovi cavalieri dell'aria; però le macchine che le industrie di guerra sono
per il momento in grado di allestire non risultano, per prestazioni e per numero, ancora tali da
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attribuire alla nuova e promettente arma funzioni già decisive e autonome. [...]
Fucili, bombe a mano, lanciafiamme, mitragliatrici, cannoni, armamenti individuali e del reparti,
calibro e gittata dei pezzi di artiglieria, disponibilità di reti viarie ferroviarie e di mezzi di
comunicazione non sono certo gli stessi per tutti i contendenti. La Germania, la Gran Bretagna, la
Francia e gli Stati Uniti, infatti, al momento del loro intervento sono in grado di mettere in campo
armi pia avanzate ed eserciti pia attrezzati e moderni.
Ciascun popolo, in effetti, entra nel conflitto - oltre che con tutta la storia e la sua immagine di se e
degli altri - anche con quelli che sono all'epoca i suoi livelli di evoluzione economica, tecnica e
organizzativa.
M. Isnenghi, La grande guerra, Giunti, Firenze 1987
Invece di essere riusciti a sottrarsi al disumano meccanismo della moderna società tecnologica, i
soldati s'avvidero che la tecnologia dominava in maniera ancor più tirannica che in un tempo di
pace. Uomini, che avevano creduto di poter riscattare attraverso gesta cavalleresche la loro
spiritualità dell'onnipotenza delle forze materiali e tecnologiche, scoprirono che nella moderna
guerra di materiali il trionfo della macchina sull'individuo raggiunge la sua forma assoluta. I soldati
avevano l'aria di condannati che offrono la nuca al boia. Le salve d'artiglieria rivelavano la
tremenda sproporzione fra gli strumenti di morte e il misero fante, il cui sistema nervoso non poteva
essere all'altezza di cosi formidabili colpi".
E.J. Leed, Terra di nessuno, Il Mulino, Bologna 1985
Nella tabella [a fondo pagina] diamo le cifre principali sulla produzione [dell'industria italiana degli
armamenti]. A titolo di confronto, l'industria britannica produsse 21 000 cannoni, 24 0000
mitragliatrici, 4 milioni di fucili, 195 milioni di granate d'artiglieria e 55 000 aeroplani, in parte
ceduti agli alleati. I risultati dell'industria italiana risultano di tutto rispetto, tanto più che
bisognerebbe aggiungere le costruzioni navali e aeronautiche [...]
Si deve apprezzare l'ottimo risultato complessivo: nel 1917-1918 l'esercito ebbe quanto chiedeva,
ma pure rilevare che la guerra costituì una colossale occasione di sviluppo per buona parte
dell'industria italiana. Non avrebbe senso rimproverare gli industriali di essersi arricchiti con le
commesse belliche perché l'amministrazione pubblica non era in grado di controllare i loro profitti,
ma si deve ricordare che costoro non temettero di giustificare frodi, sprechi e guadagni con l'ansia
patriottica di fornire le armi per la vittoria; e che la stessa propaganda che rimproverava avaramente
agli operai i loro salari e i loro esoneri non esito a presentare gli industriali come benemeriti della
patria. Le inchieste e i processi del dopoguerra accumularono materiali per gli storici, ma non
scalfirono le posizioni di potere che la guerra aveva dato agli industriali.
M. Isnenghi-G. Rochat, La grande guerra, 1914-1918. la Nuova Italia, Milano 2000
La produzione italiana di armamenti
Presso l'esercito
Fucili e moschetti
1 260 000
Mitragliatrici
24 934
Bombarde
4864
Artiglierie di vari calibri 9021
Munizioni cal. 6.5 mm 364 497 000
Munizioni per bombarde 3 389 000
Munizioni per artiglierie 20 972 000
Bombe a mano
9 000 000
Produzione mensile o giornaliera
(1918)
Fucili e moschetti 3900/giorno
Mitragliatrici 1200/mese
Bombarde 100/mese
10
Artiglierie di vari calibri 540/mese
Munizioni cal. 6.5 mm. 3 400 000/giorno
Munizioni per bombarde 357 000/mese
Munizioni per artiglierie 88 400/giorno
Bombe a mano 45 000/giorno
Produzione totale
(1915-1918)
Fucili e moschetti 3 135 343
Mitragliatrici 37 029
Bombarde 7000
Artiglierie di vari calibri Oltre 16 000
Munizioni cal. 6.5 mm. 3 616 000 000
Munizioni per bombarde 7 300 000
Munizioni per artiglierie 70 000 000
Bombe a mano 22 360 000
II 22 aprile 6000 cilindri contenenti 160 tonnellate di gas erano stati sistemati di fronte a
Langemarck, a nord di Ypres, dove le trincee erano presidiate della 87^ e dalla 45^ divisione
territoriale francese, la seconda composta da reggimenti di zouaves dell'Algeria, fanteria leggera
africana [battaglioni punitivi di bianchi] e fucilieri algerini. Al loro fianco Si trovava la divisione
canadese, la prima delle divisioni imperiali a raggiungere ii fronte occidentale; ii resto del saliente
di Ypres era tenuto da tre divisioni regolari britanniche, la 5^, la 27^ e la 28^. Il pomeriggio del 22
aprile era soleggiato, con una leggera brezza da est a ovest. Alle cinque una nuvola verde-grigia
cominciò ad alzarsi dalle trincee tedesche verso quelle francesi, dopo un pesante bombardamento,
e poco dopo migliaia di zouaves e fucilieri algerini Si precipitarono verso le retrovie serrandosi la
gola, tossendo, incespicando e con il volto cianotico. Entro un'ora la prima linea era stata
abbandonata e un vuoto di otto chilometri si era aperto nelle difese di Ypres.
J. Keegan, La prima guerra mondiale. Una storia poltitico-militare,Carocci, Roma 2000
Confronti industriali/tecnologici tra le alleanze del 1914
Germania
Francia
+ Gran Bretagna 27,9
Russia
Austria% di produzione
Ungheria
14,3
13,6
=
manifatturiera mondiale
19,2
Consumo di energia (1913) in 236,4
116,8
= 311,8
+ 195,0
milioni di tonnellate di carbone
Produzione di acciaio in
20,2
9,4
+ 7,7
17,1
milioni di tonnellate (1913)
Potenziale industriale
totale (G.B. 1900 = 100)
178,4
133,9
+ 127,2
261,1
P. Kennedy, Ascesa e declino delle grandi potenze, Garzanti, Milano 1989
11
Così scriveva Filippo Tommaso Marinetti, rendendo in forma espressivamente diretta, con
onomatopee vive e forti, quella che per i futuristi rappresentava la "sola igiene del mondo":
Ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare
spazio con un accordo tam-tuuumb
ammutinamento di 500 echi per azzannarlo
sminuzzarlo sparpagliarlo all 'infinito
nel centro di quei tam-tuuumb
spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati)
balzare scoppi tagli
pugni
batterie tiro
rapido violenza
ferocia
regolarità questo basso
grave scandere gli strani folli agitatissimi
acuti della
battaglia furia affanno
orecchie
narici
occhi
aperti
attenti
forza che gioia vedere udire fiutare tutto
tutto taratatatata
delle mitragliatrici strillare
a perdifiato sotto morsi shiafffffi traak-traak
Gino Severini, Cannone in azione, 1915
TIPOLOGIA C: TEMA STORICO
Consenso e/o repressione? Tratta, offrendo gli opportuni riferimenti storici, la questione del
rapporto tra questi due fondamentali elementi costitutivi dei regimi totalitari, così come si è
presentata in Italia nel ventennio fascista.
TIPOLOGIA D: TEMA DI ATTUALITÀ
Il grande sociologo Bauman afferma che non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto di
lavoro, e spiega come i legami siano stati sostituiti dalle "connessioni": "Il mercato ha fiutato nel
nostro bisogno disperato di amore l'opportunità di enormi profitti. E ci alletta con la promessa di
poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza
sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento. L'amore richiede tempo ed energia. Ma
oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l'altro nei momenti difficili, andare
incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un
negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e
attenzione. Ma possiamo comprare tutto, non l'amore. Non troveremo l'amore in un negozio.
L'amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla
settimana".
Il candidato spieghi quanto affermato dal sociologo e formuli un commento personale sui concetti
esposti nel breve passo.
12
Istituto Statale Istruzione Superiore
“L. Calabrese - P. Levi”
Liceo scientifico e Liceo delle Scienze sociali
Simulazione di seconda prova - Prova finale di Esame di Stato (valutazione
valida come terzo compito in classe di Scienze sociali)
Indirizzo sperimentale: Scienze sociali. Codice ministeriale sperimentazione assegnato: IA44
Codice confermato da Ispettorato Ufficio sesto Ministero della pubblica Istruzione MIUR – Dipartimento
Istruzione
Classi VFL- VGL 29 aprile 2014
Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:
I
Io abito in un monolocale di 40 metri quadrati. Dormo in un letto a ribalta. Ho sei camicie. Ho 10 ciotole che
uso per tutte le portate. Quando c’è gente a cena apro il mio tavolo allungabile. Non ho un solo cd o dvd e ho
il 10 per cento dei libri che avevo una volta. È un bel salto rispetto alla vita che facevo alla fine degli anni 90,
quando, pieno di soldi per la vendita di una start up su Internet, avevo una gigantesca casa piena zeppa di
sciocchezze – aggeggi elettronici, elettrodomestici, gadget e automobili. In qualche modo tutta quella roba ha
finito con l’essere padrona della mia vita; le cose che consumavo sono arrivate a consumarmi. Il mio caso è
insolito (non tutti si ritrovano ricchi grazie a Internet prima dei trent’anni) ma il mio rapporto con le cose
materiali non lo è. Viviamo in un mondo di oggetti in eccesso, di scatoloni di cartone dove stiparle e di
occasioni di shopping online 24 ore su 24. A ogni livello sociale le persone possono sommergersi di prodotti
e lo fanno. Non c’è un solo segnale che qualcuna di queste cose abbia reso chicchessia in qualche misura più
felice; in realtà sembrerebbe vero proprio il contrario.»
Graham HILL, Vivo al minimo, “la Repubblica” del 13 marzo 2013.
Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del brano sopra riportato e si soffermi, in
particolare, sulle seguenti questioni:
- quali sono i pregi e i limiti di una società fondata sulla “crescita economica” e sul consumo?
- quali sono i comportamenti giovanili di fronte ai modelli di consumo?
- quale nesso intercorre fra vita, consumo e felicità?
II
«Con l’avvento della rivoluzione industriale, fra la fine del XVIII secolo e la prima metà del XIX, il
contrasto fra la posizione economica, sociale e politica di coloro che possedevano il capitale e
organizzavano la produzione e quella dei lavoratori fece emergere, nell’ambito della struttura della società,
due classi di maggiore importanza: la classe padronale e la classe lavoratrice. […]
Dall’analisi di questa situazione scaturì la dottrina marxista, che la interpretò sulla base di considerazioni
esprimenti la concezione materialistica della storia. […] Dalla fine del sec. XIX ai nostri giorni il processo di
evoluzione del capitalismo ha portato al superamento del paradigma dualistico e alla formazione di una
struttura sociale articolata e complessa, entro la quale si possono individuare vari strati sociali in rapporto
alla professione, alla cultura, al reddito, al patrimonio. Le singole posizioni sono sempre meno correlate al
rapporto in cui ciascuno si trova rispetto alla proprietà dei mezzi di produzione, e tendono ad accompagnarsi
sempre più alle capacità personali, naturali o acquisite, di ciascun individuo. La distanza fra i massimi e i
minimi di tali posizioni ha la tendenza a ridursi gradualmente e, in corrispondenza, la mobilità sociale tende
ad accrescersi. A ridurre le sperequazioni sociali, oltre all’evoluzione spontanea del capitalismo, legata al
progresso tecnico e agli spostamenti delle occupazioni in conseguenza dell’aumento dei redditi, hanno
contribuito altri fattori, quali la contrattazione collettiva, la legislazione sociale, le assicurazioni
obbligatorie, la politica fiscale, la diffusione dell’istruzione, ecc.»
Giuseppe DE RITA, Art. CLASSE, in Enciclopedia Filosofica Bompiani, III, RCS Quotidiani,
Milano 2010
Il candidato esponga le sue riflessioni sull’argomento del testo sopra riportato e si soffermi, in particolare, sui
seguenti punti:
13
-
struttura sociale e classi;
evoluzione del capitalismo e modificazioni della struttura sociale;
classi e strati sociali;
principali dottrine sociali.
III
«Ma uno dei cambiamenti più importanti nella condizione delle donne e uno dei fattori più decisivi della
trasformazione di questa condizione è senz'altro l'accesso delle bambine all'Insegnamento secondario e
superiore che, in rapporto con le trasformazioni delle strutture produttive (penso allo sviluppo delle grandi
amministrazioni pubbliche o private e alle nuove tecnologie sociali di inquadramento), ha comportato una
trasformazione rilevante della posizione delle donne nella divisione del lavoro: si osserva cosi un forte
aumento della presenza delle donne nelle professioni intellettuali, nell'amministrazione e nelle diverse forme
di vendita di servizi simbolici - giornalismo, televisione, cinema, radio, pubbliche relazioni, pubblicità,
arredamento - come pure un intensificarsi della loro partecipazione alle professioni vicine alla definizione
tradizionale delle attività femminili (insegnamento, assistenza sociale, attività paramediche), Resta il fatto
che le diplomate hanno avuto come principale sbocco le professioni d'intermediazione medie (quadri
amministrativi medi, tecnici, membri del personale medico e sociale ecc.), ma restano praticamente escluse
dai posti di autorità e di responsabilità, in particolare nell'economia e nella finanza oltre che nella politica.»
Pierre BOURDIEU, Il dominio maschile, Feltrinelli, Milano 2009 (ed. originale 1998)
Il candidato, attraverso una rapida sintesi del passo citato, discuta il tema, sempre attuale, dell'emancipazione
femminile, soffermandosi sui progressi farti dalla donna in tema di diritti civili e sul cammino che esse
devono ancora percorrere per raggiungere la piena parità.
IV
«Su alcuni giornali, duecento morti o dispersi in mare come quelli dell'altro ieri, in una fuga della
disperazione, non finiscono neppure più in prima pagina, scivolano in quelle seguenti fra le notizie certo
rilevanti ma non eclatanti. [...] Le tragedie odierne dei profughi in cerca di salvezza o di una sopravvivenza
meno miserabile che periscono, spesso anonimi e ignori, in mare non sono meno dolorose, ma non sono più
un'eccezione sia pur frequente, bensì una regola. Diventano quindi una cronaca consueta, cui si è fatto il
callo, che quasi ci si attende già prima di aprire il giornale e che dunque non scandalizza e non turba più, non
desta più emozioni collettive. Questa assuefazione che conduce all'indifferenza è certo inquietante e accresce
l'incolmabile distanza tra chi soffre o muore, in quell'attimo sempre solo, come quei fuggiaschi inghiottiti dal
gorghi, e gli altri, tutti o quasi tutti gli altri, che per continuare a vivere non possono essere troppo assorbiti
da quei gorghi che trascinano a fondo.»
Claudio MAGRlS, Assuefazione alla tragedia, "Corriere della Sera" – 4 giugno 2011
Il candidato esprima le sue ragioni di consenso o di dissenso sui temi sopra accennati e si soffermi sulle
seguenti questioni:
assuefazione e indifferenza: quali sono le cause, le differenze e gli effetti?
quali sono i modelli e gli stili di vita che portano ad una società assuefatta?
attraverso quali strumenti la scuola può colmare la distanza tra chi soffre e muore e gli altri, alla quale fa
riferimento il testo sopra riportato?
14
PRIMA SIMULAZIONE DI TERZA PROVA SCRITTA
TIPOLOGIA B
19 FEBBRAIO 2014
Materie: inglese, storia, scienze sperimentali, matematica
INGLESE
1. During the Romantic Age Nature became the main subject and source of inspiration for the
Romantic poets. Illustrate how Wordsworth and Coleridge treated Nature in their poetry.
2. What was the predominant genre in the Victorian age? Present the work and themes of two
authors of the period.
3. Present the Irish question : main events to the Republic of Ireland and the situation in the
Northern Ireland after it.
STORIA
1) Il candidato delinei i caratteri fondamentali della politica del Giolitti, facendo riferimento anche
ai documenti storici studiati.
2) Il candidato parli delle cause politiche della prima guerra mondiale, specificando gli schieramenti
e la causa scatenante.
3)Il candidato parli del dibattito politico circa il ruolo dello stato nella società, sviluppatosi in
seguito alla seconda rivoluzione industriale.
SCIENZE SPERIMENTALI
1) Descrivi le caratteristiche generali del tessuto connettivo e descrivi in particolare due tipi di
tessuto connettivo presenti nell'uomo.
2) Descrivi i diversi sistemi di circolazione sanguigna presenti negli animali
3) Descrivi le caratteristiche e i componenti dell'immunità innata.
MATEMATICA
1) Dopo aver classificato la funzione
y=
x
5 − x2
, determina: il campo di esistenza, il segno, le
intersezioni con gli assi cartesiani e le eventuali simmetrie; riporta quanto trovato su un piano
cartesiano ortogonale monometrico (puoi utilizzare un foglio a quadretti a parte).
( )
2) Data la funzione f : [− 3;+3] → [− 3;+6] tale che f x = x − 3 , dopo averla rappresentata in un
sistema di assi cartesiani monometrico, stabilisci se è iniettiva, suriettiva e biiettiva motivando la
risposta.
15
2
3) Determina l’insieme di esistenza della seguente funzione, motivando la risposta:
y = 4 − log 0,5 ( x + 3)
SECONDA SIMULAZIONE DI TERZA PROVA SCRITTA
TIPOLOGIA B
5 MAGGIO 2014
Materie: inglese, storia, scienze sperimentali, matematica
INGLESE
1. Illustrate briefly the events that led to the First World War and explain why it was defined
“a conflict of unparalleled destruction “.
2. The Modern age saw the rise of dictatorships. Present the main ones and the author who best
represented the political mechanisms of totalitarism in his work.
Illustrate the main stylistic innovations of the Modernist novel presenting the work of one of
the author studied.
FILOSOFIA
1) Kant ed il problema della metafisica: è possibile una metafisica come scienza?
2) La nascita della tragedia ed il tradimento socratico nel pensiero di Nietzsche
3) La concezione dell'uomo e di Dio nel pensiero di Feuerbach
SCIENZE SPERIMENTALI
1) Descrivi l'anatomia dell'apparato respiratorio e le funzioni degli alveoli polmonari.
2) Descrivi l'anatomia e le funzioni dello stomaco nell'apparato digerente umano.
3) Descrivi le caratteristiche degli ormoni, il loro meccanismo di azione e i meccanismi di controllo
dei segnali ormonali.
MATEMATICA
1) Dopo aver dato la definizione di funzione continua in un punto, individua gli eventuali punti di
y=
discontinuità della funzione
2 + 1
y=
2 − x
x
2) Data la funzione
x2 −1
x − 3x + 2
2
e stabiliscine la specie.
per x < 1
per x > 1
, rappresentala in un sistema di assi
cartesiani ortogonali, ed individua le sue caratteristiche principali (dominio, codominio,
simmetrie, intervalli di positività e negatività, intervalli di crescenza e decrescenza, intersezioni
con gli assi, punti di discontinuità, asintoti…)
16
3) Determina il dominio e gli asintoti della funzione:
17
x3
f (x ) = 2
x − 8x + 7
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